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Sommario

 
 

 GASTRONOMIA SICILIANA

  

 

   LA PASTA

 
 Le origini della pasta

  

 La pasta nella cucina popolare

  

 Le lasagne

  

 I maccheroni

  

 Conclusioni
  
 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
   



 

 

 
Era il piatto principale del mangiare quotidiano, ma si prestava a divenire la componente portante delle festività e dei conviti nuziali.
 
 
Gastronomia - La pasta
di Lucia Maranto

 

 
 

La pasta costituisce la componente di base della cucina popolare.  La cosa è facilmente comprensibile dal momento che era economicamente alla portata di tutti e forniva molte calorie, importanti per chi ne sprecava parecchie durante i lavori manuali.  Sono, pertanto, copiose le notizie relative alla cucina popolare, che faceva della pasta il piatto principale del mangiare quotidiano dei contadino, oltre a divenire la componente portante delle festività e dei conviti nuziali.

La pasta veniva fatta in casa dalle massaie impastando la farina con acqua e sale nella maidda (contenitore di legno di forma più o meno lunga ); successivamente, una volta dato il formato desiderato, veniva messa ad essiccare all'aria aperta per evitare la fermentazione appoggiandola su corde stese nei porticati e sul balconi.

Solo all'inizio del 1800 cominciarono ad apparire le prime macchine semiautomatiche per fare la pasta e i centri più rinomati sorsero a Napoli.  In questa città si iniziò la fabbricazione a carattere industriale con torchi a vite e verso il 1830 anche con gramole e stanghe.  Verso il 1870 vennero introdotti i primi torchi idraulici e le impastatrici meccaniche che limitarono ormai l'intervento dell'uomo alla sorveglianza dell'apparecchiatura ed a semplici operazioni manuali.  Soltanto nel 1933 si giunse, grazie all'invenzione dei fratelli Braibanti, industriali pastai italiani ad ottenere una macchina a ciclo veramente completo, fornito di perfetta automazione.

Per la pasta cominciò così una vera era, di cui comunque già si erano avute le prime avvisaglie quando, con l'emigrazione, i pastai italiani avevano portato la loro arte in giro per il mondo. La pastasciutta, che, in effetti, è asciutta per modo di dire, poiché viene sempre condita con sughi e salse, viene arricchita con verdure d'ogni sorta e con latticini d'ogni genere, costituisce il pasto più importante per il contadino, che di solito mangia la sera dopo la conclusione di una giornata di lavoro.

Il pastore, invece, poiché trascorre diversi mesi lontano da casa, non aveva la fortuna di trovare la sera, tornando a casa, il pasto caldo, appena cucinato, perciò egli basa la propria alimentazione, povera di grassi e di proteine, come quella del contadino, sul pane e cipolla, o formaggio, od olive, come, d'altro canto, fa anche il contadino quando interrompe il lavoro per mangiare durante il giorno.

Il mietitore, che svolge un lavoro stagionale legato ai mesi estivi, a partire da giugno quando si da inizio al raccolto del grano, dopo aver falciato le biade per ben quattordici ore sotto la sferza del sole, conclude la sua giornata lavorativa con l'ultimo pasto, quello serale, composto da lasagne: li lasagni.

 

   
 
   
   
 
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