Da quanto fin qui detto e dalle ricette esaminate,
possiamo giungere a conclusioni attendibili.
Alla Sicilia sono
legate le origini della pasta.
L'impronta più importante lasciata nella cucina
siciliana si deve agli Arabi e agli Spagnoli: ai
primi è legata sia l'introduzione di colture nuove e l'importazione delle spezie oltre
agli accostamenti di determinati prodotti alimentari che producono contrapposizioni di
sapori piccanti e agrodolci; agli Spagnoli si deve la raffinata elaborazione di ricette
che presentano un impianto barocco, in cui emerge una ricchezza di sapori, colori e odori.
La cucina della Sicilia occidentale risente, in
modo particolare, dell'impronta lasciata dalla dominazione araba e da
quella spagnola rispetto alla gastronomia della Sicilia orientale e
dell'entroterra che affonda, invece, le scie radici nell'antichità classica;
ciò è ravvisabile nella semplicità con cui vengono utilizzati i vegetali
nella elaborazione delle ricette che restano legate alla spartana sobrietà
dei Greci e alle tradizioni del mondo contadino.
La sera, quando la famiglia del contadino si riuniva, si aveva il pasto più
importante della giornata.
Gli ingredienti utilizzati, sempre nell'ambito della cucina del povero,
erano sempre legati alla reperibilità stagionale e all'abbondanza dei
prodotti della terra o al pesce azzurro nelle zone costiere.
La carne costituiva una rarità
nell'alimentazione del contadino tanto che l'uso di questa, anche come condimento della
pasta, veniva limitato alle festività o alle ricorrenze importanti.
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