Il processo pittorico consiste nel
cospargere di pigmenti colorati una
superficie, che può essere carta, tela,
seta, ceramica, legno o direttamente su un
muro. Su un piano semantico i segni
iconici definiscono la natura dell'opera,
che può essere di diverso carattere.
Le composizioni pittoriche
storicamente più antiche sono state
trovate in Francia nella Grotta Chauvet
e risalgono a circa 32.000 anni fa.
In esse vengono rappresentati gli animali
del tempo: cavalli, rinoceronti, leoni,
bufali fino ad arrivare ai mammut. I
disegni sono stati realizzati in ocra
rossa e pigmento nero. Le pitture
rupestri risalgono generalmente alla
preistoria, all’interno di grotte o su
muri di pietra, spesso utilizzando anche
la tecnica dei graffiti. Quando nel XIX
secolo iniziarono i ritrovamenti, questa
forma d’arte primitiva non fu valutata di
grande interesse. Oggi, al contrario,
hanno una grande importanza, non solo come
arte di per se, ma anche come connotatore
della civiltà che le ha prodotte. Quindi
rivalutandole si è ottenuta una migliore
conoscenza della cultura e delle credenze
dell'Età della Pietra. La datazione delle
pitture rupestri ritrovate è spesso
oltremodo incerta, a causa dei metodi
utilizzati, come quello al radio carbonio,
che può presentare errori, soprattutto,
all'interno di caverne. I
grandi animali generalmente raffigurati
con questi disegni (ma spesso sono
presenti anche impronte umane), secondo
l'antropologo Leroi-Gourhan,
acquisirebbero significati anche al di là
della pura rappresentazione. Egli ritiene,
infatti, che i bovini ed equini, spesso
presenti, assumerebbero il significato
simbolico del sesso femminile e del sesso
maschile.
Nell’arte antica non
esisteva ancora tutto lo spettro critico
sull’arte della pittura. I dipinti
egiziani erano ancora considerati solo
come "disegno colorato”, anche se di
grande raffinatezza. E’ con l’arte greca
che la pittura acquista un valore
intellettuale e con essa entra a far parte
della cultura mediterranea e europea in
generale. Secondo la mitologia greca la
pittura è nata nella città di Delfi. A
partire dal V secolo a.C. l’arte greca ha
uno sviluppo documentabile in tutto il IV
secolo a.C. Generalmente la pittura
greca è meno conosciuta di altre forme
artistiche. Questo si deve agli scarsi
ritrovamenti archeologici. Sappiamo, da
fonti indirette, che essa comprendeva
diversi tipi di supporti (tavole, muri,
statue, metope, fregi ecc...), ed era
grandemente valutata come una sublime
espressione d’arte. Tra gli esempi più
importanti riscoperti vi sono le lastre
affrescate della Tomba del tuffatore,
rinvenuta a Paestum, nel 1968, in una
necropoli vicina. Di provenienza
magnogreca, presenta anche influssi
dell'arte campana ed etrusca. Diverse sono
le pitture pompeiane che si rifanno a
pitture originali greche (pitture murali e
mosaici). Molte fonti storiche ci
riportano informazioni sulla pittura
greca, sugli autori, sulle problematiche
trattate e sulle sperimentazioni tecniche
provate. La forma d’arte greca di cui
abbiamo il maggior numero di reperti è
quella vascolare. Il fatto che possiamo
contare ben 50.000 vasi provenienti dalla
sola Atene, ci dà idea di quello che
poteva essere la diffusione delle
ceramiche e di quello che era la pittura
greca e le sue tecniche. Tra gli stili
della pittura vascolare abbiamo: lo Stile
proto-geometrico, lo Stile geometrico, lo
Stile orientalizzante, le Figure nere, le
Figure rosse e lo West Slope.
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