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LA PITTURA ED I PITTORI /
IL MISTERO DI MONNA LISA
 

  LA TECNICA
     
 Storia della Pittura: dalle grotte alla ceramica greca
 
L'evoluzione dei materiali e delle tecniche
 
  I TRATTATI
   
La pittura rinascimentale: la figura nel contesto spaziale
 
i primi trattati sulla pittura
 
  LA GIOCONDA
   
La Gioconda, icona dell’arte pittorica
 
L’identificazione e la collocazione di Monna Lisa
 
La storia recente del capolavoro
 
l mistero dello sfondo
 
L’incredibile furto della Gioconda
   
 
 
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Nel terzo soggiorno di Leonardo da Vinci a Firenze, egli risiedeva a poca distanza da piazza della Signoria. Accanto alla sua residenza era ubicato Palazzo Gondi, di proprietà di questa  famiglia, che era imparentata con Gherardini di Montagliari. Di questa progenie faceva parte Lisa Gherardini, detta Monna Lisa, cioè, signora Lisa. Suo marito era Francesco del Giocondo, da cui la "Gioconda".
Sulla questione dell’individuazione della donna ritratta, in realtà, non vi è un totale accordo tra gli storici. Ci si basa su l’elenco dei dipinti di proprietà di Gian Giacomo Caprotti (chiamato "Salaì"), l’allievo di Leonardo, che lo seguì fino in Francia, dove è menzionato il dipinto della “Joconda". Il documento è risalente al 1525.
Il “ritratto di Monna Lisa2, commissionato da Francesco del Giocondo è citato anche da Giorgio Vasari nel trattato “Le vite”, sui pittori del Cinquecento. Ulteriore conferma sull’attribuzione viene da un testo del cancelliere fiorentino Agostino Vespucci (ritrovato recentemente da Veit Probst, direttore della Biblioteca di Heidelberg), che nel 1503 parla del ritratto di Lisa del Giocondo.
Tra le identificazioni alternative troviamo: la sorellastra Bianca, o Caterina Sforza e sua madre Caterina Buti del Vacca.

Quando, nel 1516, Leonardo partì per la Francia, tra le altre cose, portò con sé la Gioconda. Essendo in tarda età, nel suo testamento lasciò eredi Francesco Melzi, dei suoi manoscritti, e Gian Giacomo Caprotti, di tutto il resto, compreso il dipinto. La storia vuole che quest’ultimo fu acquistato dal re francese Francesco I. Qualche storico ha obiettato che il Caprotti tornò a Milano con tutta la sua eredità. Nell’elenco, già citato, del 1524, nei suo averi era presente “la Joconda”. Gli è stato osservato, che non possiamo dire se si trattasse del ritratto originale, o di una copia (magari dello stesso allievo), come quella che si trova nel Museo Condé, attribuita a qualche allievo.
Molti gli “avvistamenti” in Francia. Nel 1542, forse collocato nella Salle du bain del castello di Fontainebleau, e nel 1625 tra le collezioni reali francesi, testimone Cassiano dal Pozzo.
Spostato a Versailles da Luigi XIV, fu posto al Louvre dopo la Rivoluzione francese. Se Napoleone Bonaparte ci si abbellì la camera da letto, la Gioconda da due secoli è residente stabile al museo del Louvre, dove si può ammirare attualmente.

  

 
 
 
 
 

 
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