Sin dall’epoca romana
vengono realizzati dei trattati sulla
pittura. Plinio compone, ad esempio, il
Naturalis Historiae, giunto fino a noi
grazie a Vitruvio. Nel Trecento Cennino
Cennini compone un manuale pratico per
arrivare alla pittura. Si inizia dalla
preparazione della carta e degli
strumenti, si passa alla progettazione del
dipinto (attraverso studi e bozzetti),
fino alle tecniche di raffigurazione del
tema. Naturalmente Cennini fa presente che
prima di dipingere bisogna saper
disegnare. Il trattato sulla pittura di
Leonardo Da Vinci, di cui
riportiamo il testo, è molto importante,
non solo perché la sua unica opera
organica giunta fino a noi, ma anche
perché attraverso lo scritto si possono
percepire i suoi studi relativi al corpo
umano e sulla percezione visiva. Ad
esempio, trattando il tema del ritratto,
fa cenno all’espressione del soggetto,
risultante da uno stato d'animo che
influisce sui muscoli del viso. Scrive
anche dettagliatamente sulle diversità
anatomiche che si presentano a seconda
l’età e il sesso della persona da
rappresentare. Parla nel testo
dell’approntamento della tavola e di come
vanno stesi i colori, le tecniche per
raffigurare la Natura, i paesaggi e i
personaggi nell’ambiente. A questo
proposito egli fa notare come un soggetto
in lontananza compaia più chiaro e sfumato
rispetto ad uno in primo piano (è in
pratica la così chiamata “prospettiva
aerea”).
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