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LA PITTURA ED I PITTORI /
IL MISTERO DI MONNA LISA
 

  LA TECNICA
     
 Storia della Pittura: dalle grotte alla ceramica greca
 
L'evoluzione dei materiali e delle tecniche
 
  I TRATTATI
   
La pittura rinascimentale: la figura nel contesto spaziale
 
i primi trattati sulla pittura
 
  LA GIOCONDA
   
La Gioconda, icona dell’arte pittorica
 
L’identificazione e la collocazione di Monna Lisa
 
La storia recente del capolavoro
 
l mistero dello sfondo
 
L’incredibile furto della Gioconda
 
 
 
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Nel XX secolo, durante la prima e la Seconda Guerra Mondiale, il prezioso quadro fu oggetto di una protezione spasmodica. In particolare nell’ultima guerra il dipinto viaggiò in segreto per tutta la Francia. Solo per citare alcuni dei luoghi che l’ospitarono: il castello di Chambord, ad Amboise, nell'abbazia di Loc-Dieu ed il Museo Ingres di Montauban. Nel castello di Montal fu nascosta, addirittura, sotto il letto del conservatore del Louvre.
Al termine della guerra il capolavoro tornò a Parigi, nella sua sede naturale del Louvre. Ma le aggressioni che non aveva avuto durante la guerra, il dipinto le subì in tempo di pace. Un pazzo le gettò dell’acido, nel 1956, compromettendo seriamente la sua parte inferiore. A pochi mesi di distanza, un altro la lapidò lanciandole contro una pietra.
Oltre all’aggressione di squilibrati, la Gioconda sta subendo quella del tempo. La tavoletta. Infatti, su cui è dipinta la Gioconda, è andata deteriorandosi. Oggi presenta una crepa sul retro e tende ad incurvarsi. Perciò la protezione e la conservazione del quadro ha richiesto delle particolari attenzioni. Oggi il dipinto è protetto da un vetro infrangibile, che sigilla uno spazio tenuto a temperatura ed umidità costanti. L’infrangibilità del vetro è stata collaudata nel 2009, quando una turista russa le gettò contro una tazza. Il vetro, per inciso, è di fabbricazione italiana, ed è resistente anche agli acidi o ad esplosioni. Ma una tale conservazione rende praticamente impossibile il prestito ad altri musei. Lo dimostra il rifiuto agli Uffizi del 2011.
Nel suo passato, tuttavia, il ritratto di Monna Lisa ha viaggiato per il mondo. Nel 1962, fu ospitato alla National Gallery di Washington e al Metropolitan Museum di New York. Ben un milione e 700mila americani ebbero la fortuna di ammirarla, oltre al presidente John Fitzgerald Kennedy con la consorte Jacqueline Kennedy. Il capolavoro, in seguito, nel 1974, fu esposto anche a Tokyo e a Mosca. Oggi, come abbiamo visto, è praticamente, impossibile.

La Gioconda è stata oggetto, nel 2006, di attente analisi da parte del Centro Nazionale di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia. Questi hanno individuato, dietro il dipinto, uno schizzo preparatorio inciso nel legno. La figura della Gioconda era fornita di una cuffia, scelta successivamente scartata. Ugualmente la iniziale presenza di un velo, che al tempo veniva indossato dalle donne incinte o da poco mamme.

Le dissacrazioni
Nell’ultimo secolo l’icona della Gioconda è stata oggetto di ironia e dissacrazione. Ha iniziato l’artista dadaista Marcel Duchamp, che le ha aggiunto un paio di baffi. Successivamente Andy Warhol l’ha riprodotta e ripetuta con un taglio moderno, soprattutto nei colori. Anche altri artisti ne hanno dato versioni personali:  Basquiat ha modificato il celebre sorriso rendendolo alquanto sinistro; Botero ne ha dato una versione sovrappeso; Banksy l’ha modernizzata trasformandola in un "mujaheddin", attrezzato di lanciarazzi. Al di là dell’arte, Monna Lisa è stata oggetto di scherzo e gioco un po’ da chiunque. Numerosissime sono le versioni ironiche che si trovano sul web.
Essendo un’icona mondiale,  non si contano le citazioni nella pubblicità, ma anche nel cinema, nella musica e nella televisione.

  

 
 
 
 
 

 
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