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Marcello Crinò
EUTICHIO AJELLO
Dalla Sicilia alla Spagna
Pagine 104
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences

 

Costo: Brossura:
Euro 10,00

 
  5/5  
  IL SETTECENTO
 
 
 


Gottfried Wilhelm von Leibniz (Lipsia, 21 giugno 1646 – Hannover, 14 novembre 1716) è stato un filosofo, uno scienziato e matematico. A lui si deve il concetto di "funzione" (1694) che (insieme alle intuizioni di Isaac Newton) ha aperto la porta del calcolo infinitesimale. A lui si deve l'invenzione  della prima calcolatrice meccanica. Venne ripresa nel 1820 daXavier Thomas de Colmar e costituì la base di quasi tutte le calcolatrici meccaniche a quattro operazioni realizzate successivamente. A lui si deve l'introduzione del sistema numerico binario, utilizzato attualmente in informatica, ripreso e sviluppato nell'800 da George Boole.
Che ci troviamo di fronte ad un genio è palese. Già dai primi anni di vita lo dimostra: a sei anni aveva già imparato il latino, a quindici entrò all'Università di Lipsia, a diciassette si laureò in filosofia, a venti prese un dottorato in legge.

Tra i suoi contributi più importanti c'è quello in filosofia, basato sulla Monadologia.
Il problema dell'interazione tra mente e materia, che nasce dalle teorie di Cartesio,  era stato precedentemente abbozzato da Baruch Spinoza, il quale sul problema dell'individuo lo definisce come semplice modificazione accidentale di un'unica sostanza. Questo punto era dimostrato da Spinoza dall'imperfezione del mondo, che, tuttavia, asseriva Leibniz: "Quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili"
Leibniz introduce il concetto di "monadi"  come "forme sostanziali dell'essere". Ogni individuo è un atomo spirituale non divisibile, che segue delle leggi proprie, non interagisce con le altre monadi, e rispecchia l'armonia prestabilita dell'intero universo così come lo ha creato Dio. Se esse differiscono tra di loro, ciò è dovuto per la diversa quantità di coscienza di se stesso e di Dio.
Con questa affermazione egli sostiene “a priori”, che, il mondo è perfetto sin dall'inizio, essendo una creazione di Dio, risolvendo, così, il male a priori.

Kant, partendo dalle teorie di Leibniz, argomenterà l'immortalità dell'anima, introducendo  un premio a posteriori da Dio. La "soluzione a posteriori" è una verità di fatto (una ragion pratica),  la soluzione "a priori" è una verità di ragione (una ragion pura), a cui è legato il filosofo.

La critica di Voltaire resta filosofica perché si spinge sul lato pratico dell'esistenza e non su un piano metafisico, ma il lato pratico dimostra tutta la sua debolezza (come notava lo stesso Leibniz). Ecco perchè Leibniz, in filosofia, rimane nel campo della metafisica.
Tuttavia, Leibniz non può ignorare i passi nuovi della scienza, tanto da regalare a questa due innovazioni: la matematica dei limiti e il principio degli indiscernibili, tuttora applicati. Quest'ultimo afferma che se due cose appaiono uguali (e la ragione non trova differenze) sono uguali. Da ciò crea il “principio di ragion sufficiente” per il quale ogni cosa che è, ha una causa. Ed è, quindi, inutile cercare differenze a tutti i costi se la ragione non ne trova. Il “principio di ragion sufficiente” lo porta, davanti ai mali del mondo a trovarvi una spiegazione evidente, senza negarla a priori, come altri filosofi.

Dalla frase "Viviamo nel migliore dei mondi possibili" e dalla critica divertita che ne fa Voltaire nel suo Candide (Il personaggio del Dottor Pangloss vi sostiene questa teoria) nasce il termine panglossismo, che si riferisce a persone che sostengono di vivere nel miglior mondo possibile.
Le teorie del filosofo, inoltre, si scontrano apertamente con quelle di Newton, che sosteneva la casualità dell'interazione fra particelle legate fra loro secondo la sola legge di gravità. A Newton, che ipotizza il continuo intervento, in questa realtà, dell'”Orologiaio”, Leibniz suggerisce di notare anche la presenza di strutture organizzate e della vita nell'universo, strutture inevitatamente costruite “a priori”.
Tra i tanti meriti addebitabili a Leibniz, vi è quello di aver creato il concetto di “retroazione”, che risulta utile in diversi campi di studio per spiegarvi molti fenomeni.

   
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