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Il cammino di
vita, compiuto da Ranieri Scacceri non è
quello dell’eremita, ma del pellegrino
penitente. Nasce dopo il 1116 da una
famiglia del medio ceto mercantile pisano.
Trascorre una spensierata esistenza
giovanile, fino a diciotto anni, quando
incontra un ex-soldato, Alberto
Leccapecore, oblato del convento di San
Vito, che riesce a convertire lui e
l’allegra brigata di amici. Vi fa parte
anche Benincasa, che sarà agiografo del
santo dopo la sua scomparsa. Ranieri salpa
verso la Palestina per condurre i traffici
commerciali di famiglia. A Gerusalemme
decide, in modo definitivo,
d’intraprendere una vita ad imitazione di
Cristo, in povertà ed elemosina. Per
tredici anni, visita città e luoghi santi.
È colto da visioni straordinarie. Vive da
laico la sua coinvolgente esperienza
mistica, durante la quale manifesta le
proprie qualità miracolose a beneficio
degli emarginati. Come ogni pellegrino,
avverte il compito divino di restituire al
prossimo gli insegnamenti ricevuti. Ciò
vale soprattutto per i concittadini, che
ripetutamente incontra durante il periodo
di permanenza in Terra Santa. Sono
pellegrini come lui, mercanti, crociati.
Fino al giorno in cui decide di ritornare
a Pisa, per portare la sua esperienza di
conciliazione col Signore. Approfitta
dell’incontro con l’ambasciatore Ranieri
Bottaccio per imbarcarsi sulla sua nave.
Narra la leggenda che in una sola notte,
partendo da Accon (San Giovanni d’Acri),
raggiunge le rive dell’Arno, quasi
scivolando su di un mare tranquillo.
Accolto a Pisa dai canonici del Duomo,
fissa la propria residenza, non certo
nelle sue proprietà che ha ormai devoluto,
ma nel convento dove è avvenuta la
conversione. In San Vito trascorre sette
anni di austerità e di eventi miracolosi a
favore della concordia cittadina. Conclude
la sua esistenza all’età di circa 43 anni
e, dalla comunità, è subito proclamato
santo. Sepolto nella cattedrale di Pisa, i
suoi resti saranno più volte traslati sino
alla attuale collocazione dietro l’altare
del transetto destro.
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