Per la prima volta arrivano ad Asti le geniali opere di “ESCHER”

Dal prossimo 16 novembre Palazzo Mazzetti di Asti ospiterà una grande mostra dedicata ad Escher,
artista delle geometrie e dei mondi impossibili, uno degli artisti del XX secolo
tra i più amati dal grande pubblico in tutto il mondo.

PER LA PRIMA VOLTA ARRIVANO AD ASTI LE GENIALI OPERE DI

16 novembre 2024 – 11 maggio 2025
Palazzo Mazzetti, Asti

Dal 16 novembre 2024 all’11 maggio 2025 le sale espositive di Palazzo Mazzetti ad Asti accoglieranno le opere di Escher,artista geniale e visionario, amatissimo dal grande pubblico in tutto il mondo, artista iconico per gli amanti dell’arte ma anche per matematici, designer e grafici di tutto il mondo, per le sue creazioni uniche in grado di coniugare l’arte con l’universo infinito dei numeri, la scienza con la natura, la realtà con l’immaginazione, generando invenzioni fantasiose e paradossi magici ma dal forte rigore scientifico.

Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha sviluppato uno stile unico e inconfondibile grazie alla sua straordinaria capacità di trasportare i visitatori all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili.
Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto e viaggiato in ltalia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica.
Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

Ad Asti, attraverso l’esposizione di oltre 100 opere, corredata da approfondimenti didattici, video e sale immersive, viene presentato l’intero percorso artistico di Escher, dagli inizi ai viaggi in Italia alle varie tecniche artistiche che lo videro impegnato per tutta la vita e che lo hanno reso un artista unico.
Tra tassellature, metamorfosi, strutture dello spazio e paradossi geometrici fino alle opere che dagli anni ’50 ne hanno accresciuto la popolarità tanto da poter parlare oggi di una vera e propria Eschermania, in mostra vengono presentati i lavori più noti dell’artista olandese come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, e tantissime altre.

Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Livio Negro, dichiara: ‟La Fondazione Asti Musei è lieta di offrirvi un viaggio attraverso la mente di un artista che ha saputo unire arte, matematica e filosofia in un modo unico ed originale. Sono sicuro che la mostra di Escher non solo arricchirà l’offerta culturale della città creando connessioni e stimolando un dialogo attivo tra arte, scienza e comunità, ma coinvolgerà in modo attivo tutti noi.
Non ultimo la mostra si inserisce in un percorso di successo che ha visto approdare ad Asti le esposizioni dedicate a Chagall, a Monet e gli Impressionisti in Normandia, ai Macchiaioli, a Giovanni Boldini e alla Canestra di Caravaggio”.

La mostra ESCHER è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, la M.C. Escher Foundation e Maurits, con il patrocinio della Provincia di Asti.
Vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti ed è curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti al mondo dell’artista.


Sede
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
Asti

Date al pubblico
16 novembre 2024 – 11 maggio 2025

Orario apertura
Lunedì – domenica 10.00/19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 10,00

Informazioni e prenotazioni
T. +39 0141 530 403
www.museidiasti.com
info@fondazioneastimusei.it  
prenotazioni@fondazioneastimusei.it

Sito
www.museidiasti.com
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
#EscherAsti
@museidiasti
@arthemisiaarte

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Orangerie, Reggia di Monza: Capolavori della grafica del ‘900

L’esposizione indaga la scena artistica europea tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra, attraverso l’opera grafica dei suoi più grandi interpreti.
La rassegna presenta oltre 120 lavori originali di autori quali Henri Toulouse-Lautrec, Paul Cézanne, Pablo Picasso, Vasilij Kandinskij, Marc Chagall, Joan Miró, Alberto Giacometti, Jean Dubuffet, Alberto Burri, Lucio Fontana e altri.

ORANGERIE, REGGIA DI MONZA
DAL 28 SETTEMBRE 2024 AL 23 FEBBRAIO 2025

DA RENOIR A PICASSO, DA MIRÓ A FONTANA.
120 CAPOLAVORI DELLA GRAFICA DEL ‘900

A cura di Simona Bartolena
in collaborazione con Enrico Sesana e Luigi Tavola

Dal 28 settembre 2024 al 23 febbraio 2025, l’Orangerie, Reggia di Monza accoglie una mostra che accompagna i visitatori nel cuore di uno dei periodi più dinamici e fertili della storia dell’arte degli ultimi duecento anni, guidati dai maggiori maestri italiani e internazionali.

La rassegna, dal titolo Da Renoir a Picasso, da Miró a Fontana. 120 capolavori della grafica del ‘900, curata da Simona Bartolena con Enrico Sesana e Luigi Tavola, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, con il Patrocinio del Comune di Monza, col contributo di Bper Banca e travel partner Trenord, indaga la scena artistica europea tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra attraverso l’opera grafica dei suoi più grandi protagonisti, da Henri Toulouse-Lautrec a Paul Cézanne, da Pablo Picasso a Vasilij Kandinskij, da Marc Chagall a Joan Miró, da Alberto Giacometti a Jean Dubuffet, da Alberto Burri a Lucio Fontana, ad altri ancora.

“La mostra che la Villa Reale di Monza si appresta ad ospitare – dichiara Arianna Bettin, Assessora alla Cultura, Parco, Villa Reale, Università del Comune di Monza – si distingue per l’approfondimento di una precisa tecnica, riletta e interpretata attraverso l’arte di grandi interpreti del tardo Ottocento e dei primi decenni del Novecento. Artisti che – pur distanti per appartenenza e scuola – si sono misurati con la grafica secondo la propria personalissima modalità creativa, gettando le basi per l’importante sviluppo che se ne ebbe nei decenni successivi. Un percorso di sicuro interesse che ci auguriamo possa risvegliare l’interesse di molti visitatori”.

“Con vivo piacere – afferma Bartolomeo Corsini, direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza – ospitiamo all’Orangerie della Villa Reale questa mostra, che traccia un percorso nella storia dell’arte degli ultimi 150 anni attraverso l’opera a stampa dei suoi più grandi interpreti. Tutti i nomi che animano la rassegna, è sufficiente ricordare Henri Toulouse-Lautrec, Paul Cézanne, Pablo Picasso, Vasilij Kandinskij, Marc Chagall, Joan Miró, Alberto Giacometti e Lucio Fontana, sono indiscussi protagonisti della scena mondiale. Esporre qui una selezione delle loro opere grafiche è un modo per rafforzare il processo di internazionalizzazione a cui stiamo lavorando con sollecitudine. La Reggia di Monza è un luogo “magico”, dal quale è transitata un’ampia fetta della storia europea, con gli Asburgo prima e i Francesi dopo, oltre che nazionale, cosmopolita anche nel linguaggio artistico, impossibile non ricordare che nel 1923 ospitò la Prima Biennale Internazionale delle Arti Decorative. La sua indiscussa identità internazionale chiede di essere raccontata, testimoniata e anche riscritta con pagine nuove”.

L’esposizione, attraverso oltre 120 fogli originali, in alcuni casi molto rari o unici, mette in luce l’importanza della stampa d’arte come mezzo espressivo autonomo. Alcuni autori, quali Picasso, Miró, Kandinskij, Dubuffet, infatti, hanno considerato la grafica uno strumento prezioso nella loro ricerca, affidando proprio al foglio stampato le sperimentazioni tecniche più ardite.

“La mostra – ricorda Simona Bartolena – offre l’opportunità (in Italia ancora piuttosto rara) di osservare la storia dell’arte da un punto di vista particolare: quello della stampa d’arte. Lungi dall’essere un mezzo di riproduzione seriale, le tecniche di stampa hanno rappresentato un territorio di sperimentazione e sincera espressione del proprio sentire per molti artisti dell’Otto e Novecento. La rarità e bellezza dei lavori esposti ci raccontano come ciascun maestro abbia interpretato le tecniche di stampa piegandole alle proprie esigenze, con risultati sorprendenti. Alcune opere ci sveleranno anche i segreti dei processi creativi, come nel caso della splendida sequenza di stati di stampa della Crocifissione di Georges Rouault”.

“Proprio per la sua rarità e unicità – prosegue Simona Bartolena -, credo che questa mostra sia davvero da non perdere: un viaggio entusiasmante nella storia dell’arte attraverso i suoi più grandi protagonisti, che si rivelerà curioso e ricco di scoperte anche per chi di mostre dedicate ai maestri del ‘900 ne ha già visitate tante!”

Il viaggio inizia simbolicamente nella seconda metà dell’Ottocento, con personaggi chiave per gli sviluppi dell’arte nei decenni successivi – da Manet a Renoir, da Toulouse-Lautrec a Cézanne, fino ai protagonisti della stagione Simbolista – per proseguire poi tra i vari movimenti d’avanguardia e i loro principali interpreti: da Braque a Matisse, da Pechstein a Dix, da Kandinskij a Klee, da Miró a Giacometti, da Hartung a Dubuffet, da Vedova a Burri.

Oltre a seguire il flusso della storia dell’arte, la mostra offre l’opportunità di studiare l’opera di alcuni artisti e di alcuni movimenti che hanno sperimentato la grafica in maniera approfondita e autonoma rispetto alle altre tecniche. Particolarmente interessanti sono i focus sulla grafica cubista, che presenta lavori di enorme importanza e raramente esposti al pubblico di Pablo Picasso (Nature morte à la bouteille de Marc, 1911), Georges Braque (Job, 1911), Jacques Villon (Renée de face, 1911; Table d’échecs, 1920) Fernand Léger (Composition aux deux personnages, 1920), Louis Marcoussis (La table, 1930), Juan Gris (Nature morte, 1922), Gleizes (La ville (Toul), 1914), Alexander Archipenko (Zwei weibliche Akte, 1921), Henri Laurens (Valencia, 1927) e altri; a questo si aggiungono quello che documenta la produzione della scuola del Bauhaus, con fogli di Vasilij Kandinskij, Paul Klee (Seiltanzer, 1923), Lyonel Feininger, Oskar Schlemmer, Laszlo Moholy-Nagy, Natalia Goncharova e quello che esamina la grafica prodotta dagli esponenti del movimento di avanguardia tedesco Die Brücke (Il Ponte), quali Karl Schmidt-Rottluff, uno dei suoi fondatori (Melancholie, 1914), di Christian Rohlfs (Verliebt, 1912), Max Pechstein (Kopf eines bärtigen Fischers, 1922), Emil Nolde (Prophet, 1912) e persino dal fauvista Raoul Dufy che dopo un soggiorno a Monaco, dov’ebbe modo di incontrare le suggestioni del gruppo tedesco, incise L’amour (1905-1910), una xilografia capace di coniugare il primitivismo più selvaggio e spigoloso degli espressionisti a quello più armonioso e morbido dei Fauves francesi.

Tra i grandi maestri della grafica non poteva mancare la figura di Georges Rouault, qui con l’acquatinta a colori Christe en croix (1936), summa della sua ricerca sulla figura del Cristo durata anni. Di questo capolavoro è presentata la versione definitiva e cinque rare prove colore e una in nero, la cui sequenza rende evidenti i passaggi necessari per ottenere il risultato finale.

L’esposizione propone poi una ricognizione sulla grande tradizione della grafica italiana, con lavori cubo-futuristi di Gino Severini (La modiste, 1916), metafisici di Giorgio de Chirico. Nel panorama italiano del secolo scorso spiccano inoltre maestri dell’incisione quali Giuseppe Viviani (Cani e cabine, 1965) e Luigi Bartolini (La fragile conchiglia, 1936)e figure di pittori e scultori che vedevano nella stampa d’arte un terreno di espressione autonoma; è il caso di Giorgio Morandi (Natura morta con il cestino del pane, 1921), Marino Marini (La prova, 1942; Le cavalier noir, 1960), Massimo Campigli (Il gioco del diabolo, 1952; Donne alla Tour Eiffel, 1951), Zoran Music (Filet bleus, 1957) e di due poeti dell’Informale quali Emilio Vedova (Scontro di situazioni opera 13, 1959) e Alberto Burri (Combustione, 1963-1964).

La rassegna offre inoltre una preziosa occasione per comprendere il ruolo e le possibilità espressive delle diverse tecniche a stampa, dall’acquaforte alla litografia, dalla xilografia al pochoir, e racconta la relazione tra i maestri e i loro stampatori di fiducia: un rapporto non gerarchico, che supera di gran lunga i confini tracciati tra ideatore ed esecutore.

Accompagna la mostra un catalogo realizzato da Ponte43 per le edizioni ViDi cultural.



DA RENOIR A PICASSO, DA MIRÓ A FONTANA. 120 capolavori della grafica del ‘900
Orangerie, Reggia di Monza (viale Brianza 1)
28 settembre 2024 – 23 febbraio 2025

Orari:
Dal mercoledì al venerdì 10.00 – 13.00; 14.00 – 18.00
Sabato, domenica e festivi 10.00 – 19.00
(La biglietteria chiude un’ora prima)
 
Biglietti:
Intero: 12,00 €;
Ridotto: 10,00 €;
Biglietto scuole (di ogni ordine e grado): 5,00 €;
Bambini (dai 7 ai 12 anni): 5,00 €;
Gratuito: visitatori disabili (a invalidità superiore al 74%) e 1 accompagnatore solo in caso di non autosufficienza; bambini fino ai 6 anni; accompagnatore scolaresche (2 per gruppo); accompagnatore gruppi adulti (1 per gruppo); possessori abbonamenti Musei Lombardia.
 
Catalogo:
Ponte43 per le edizioni ViDi cultural
 
Per informazioni:
www.vidicultural.com
www.reggiadimonza.it
mail: graficadel900@gmail.com
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | M. +39 347 4155017 | marta.pedroli@clp1968.it
T. +39 02 36755700 | www.clp1968.it
 

Milano: Gallerie a Palazzo 2024

Marzio Tamer: Gruccione, 2024, tempera cm50x50. Salamon Fine Art
GALLERIE A PALAZZO 2024
MILANO, via San Damiano 2 e corso Monforte 23

13 novembre 2024

“Gallerie a Palazzo” è l’Opening annuale delle sei gallerie che risiedono in Palazzo Cicogna a Milano (ingressi da via San Damiano 2 e corso Monforte 23), noto al mondo dell’arte perché vi si trovava lo studio di Fontana. Qui, a essere proposte, sono opere d’arte che vanno dell’antico al contemporaneo in una sorta di elegante “mall dell’arte” nel cuore della città dove, sotto lo stesso tetto, passando da un silenzioso cortile all’altro, si accede alle camere delle meraviglie che sono le gallerie Studio Gariboldi, Longari Arte Milano, Martelli Fine Art & NP Art Lab, Giuseppe Piva Japanese Art, Salamon Fine Art, Salamon & C.

Durante “Gallerie a Palazzo”, dal 14 novembre (per gli orari e giorni di apertura si veda il calendario in calce), apriranno in contemporanea ben sei mostre: collezionisti e pubblico potranno ammirare e acquistare opere di pittura, scultura, grafica, dall’antico al contemporaneo storicizzato e persino armature giapponesi, consigliati e guidati dagli esperti del settore.

La galleria Studio Gariboldi presenterà la personale dell’artista giapponese “Aiko Miyawaki Sculpture 1966-1969“, un percorso espositivo composto da dodici sculture in ottone di varie dimensioni. Eleganti, simbolicamente potenti, uniche nel panorama artistico degli anni Sessanta, le opere di Miyawaki vengono subito premiate. Nel 1967 una scultura di ottone viene inserita in una grande mostra internazionale al Guggenheim di New York e successivamente entra nella collezione permanente mentre grandi sculture da esterni dell’artista sono installate in diversi musei del mondo. Durante il Solo show di Aiko Miyawaki Studio Gariboldi organizzerà esperienze immersive per proporre al pubblico modalità differenti di lettura della mostra.

Armatura da samurai, circa 1750, dettaglio. Giuseppe Piva Japanese Art

Giuseppe Piva Japanese Art proporrà la mostra “Dettagli. L’Eleganza negli Accessori dei Samurai”, un’esperienza unica che esplora l’arte e la raffinatezza dietro le armi e le armature dei leggendari guerrieri giapponesi. Questa esposizione metterà in luce la meticolosa attenzione ai dettagli che caratterizza la tradizione dei samurai, evidenziando come ogni accessorio, dal più piccolo ornamento della spada agli elaborati componenti delle armature, fosse realizzato con un’abilità paragonabile a quella degli orafi più raffinati. I visitatori avranno l’opportunità di ammirare una collezione di armature, tōsogu (fornimenti della spada), elmi e altri accessori, tutti esempi di design sofisticato e maestria artigianale.

Martelli Fine Art in collaborazione con NP Art Lab presentano ‘Forma / Colore’ una mostra che indaga l’uso del colore come elemento primario nella ricerca artistica combinato alle forme bidimensionali della pittura e quelle tridimensionali della scultura. Tecniche di sovrapposizione dei colori per creare effetti di profondità e movimento. Verranno presentate opere di Dorazio, Consagra e Benevelli. Lo spazio espositivo situato nel prestigioso Palazzo Cicogna, in Corso Monforte 23 nasce dal desiderio di combinare le specificità di entrambi i galleristi permettendo nuove sinergie a Milano.

Salamon & C. con la mostra TESORI porrà all’attenzione di collezionisti e pubblico esclusivamente opere vincolate dallo Stato. Nel gruppo raccolto da Matteo Salamon spicca la Madonna col Bambino di Filippo Lippi (1406 – 1469), collocata in piedi entro un’elegante nicchia rinascimentale: la tavola è documentata da circa un secolo e ha fatto parte di alcune insigni collezioni, come quelle di due grandi storici dell’arte del primo ‘900 quali Charles Loeser e Bernard Berenson. Comprare un oggetto vincolato – spiega l’antiquario- vuol dire arricchire la propria raccolta privata di un’opera d’arte degna di essere esposta in un museo, e tutto questo a prezzi minimi rispetto a quelli consueti sul mercato internazionale. Tuttavia alla base della scelta di acquistare un bene tutelato non c’è solo un calcolo economico e importanti vantaggi fiscali: coloro che investono in questo modo sono quasi sempre dei collezionisti appassionati e di buona cultura, capaci di riconoscere quanto, in questo caso, il valore effettivo dell’opera superi di gran lunga il costo sostenuto.

Longari Arte Milano, presenterà una selezione di dipinti del XVII secolo accompagnata da sculture e oggetti d’arte di epoca rinascimentale. Tra i dipinti spicca un “ritratto di nobildonna” realizzato nel secondo quarto del XVII secolo e immediatamente accostabile al gruppo di dipinti conservati all’Accademia Carrara di Bergamo che recano la data 1633, due dei quali rappresentano membri della famiglia Bonometti. Un’ importante aggiunta dunque al gruppo dell’enigmatico ritrattista del 1633. Per la scultura da segnalare è il “San Lorenzo sulla graticola”, scultura in marmo di autore nell’ambito di Pietro Bernini, padre del più famoso scultore, che rivela caratteristiche marcatamente tardo-manieriste. Il medioevo da sempre cavallo di battaglia della galleria troverà comunque spazio con alcune nuove proposte.

Da Salamon Fine Art troveranno spazio due mostre: Inspirational journey TAHITI • PAUL GAUGUIN è un ciclo di silografie realizzate a Tahiti fra il 1892 e il 1893 e Inspirational journey CALIFORNIA • MARZIO TAMER dodici nuovi dipinti di natura. Cosa può unire due artisti dalla biografia così distante? Per la gallerista Lorenza Salamon è stata la coincidenza di preparare una mostra dedicata alle silografie realizzate da Paul Gauguin a seguito del suo primo viaggio Tahiti, e nel contempo preparare la mostra autunnale di Marzio Tamer condividendo con quest’ultimo un viaggio in California, per parchi naturalistici, proprio per trarre spunto dalla natura faunistica e paesaggistica americana. Attività che hanno fatto emergere alcune riflessioni e punti in comune fra due personalità artistiche apparentemente distanti, ma accomunate dalla stessa bramosia di ricerca creativa. 

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Apertura al pubblico dal 14 novembre:
 
MARTELLI FINE ART & NP ART LAB: mostra aperta sino all’ 11 dicembre 2024
Orari: martedì – venerdì dalle 12 alle 19.
https://www.npartlab.com/www.martellifineart.com
 
STUDIO GARIBOLDI: mostra aperta sino al 28 gennaio 2025.
Orari: lunedì -venerdì, dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19, sabato su appuntamento.
www.studiogariboldi.com
 
LONGARI Arte MILANO: mostra aperta sino al 31 gennaio 2025.
Orari: lunedì – venerdì; dalle 10 alle 13; dalle 15 alle 19. Sabato su appuntamento.
www.longariartemilano.com 
 
SALAMON FINE ART: mostra visitabile sino al 30 gennaio 2025.
Orari: lunedì – venerdì; dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Oppure su appuntamento T. 335 5894 218
https://www.salamonfineart.it/
SALAMON & C: mostra aperta sino al 31 gennaio 2025.
Orari: lunedì – venerdì, dalle 9,30 alle 13,00 e dalle 14 alle 18.
https://www.salamongallery.it/
 
GIUSEPPE PIVA JAPANESE ART: mostra aperta sino al 20 dicembre 2024.
Orari: lunedì – venerdì; dalle 10 alle 18.
www.giuseppepiva.com

Ufficio Stampa
Studio ESSECI
Ref. Roberta Barbaro
T.049663499
roberta@studioesseci.net

Venezia, Blue Gallery: LOST IN REFLECTION – Personale di Sasho BLAZES

La Blue Gallery di Venezia è lieta di presentare “Lost in Reflection”, una mostra personale dell’artista Sasho Blazes, che esplora la complessità della percezione e della riflessione attraverso una serie di opere inedite. L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 7 novembre all’8 dicembre 2024.

LOST IN REFLECTION
Personale di Sasho BLAZES

a cura di Silvio Pasqualini 
 
07 novembre – 08 dicembre 2024
Blue Gallery-Venezia 
Direttore Silvio Pasqualini 

Blazes, nel suo percorso artistico, ha attraversato diverse fasi di trasformazione, segnate da cinque mostre principali in città come Berlino e Parigi. “Lost in Reflection” rappresenta un nuovo capitolo di questo viaggio, incentrato sulla riflessione personale e sulla scomparsa del ritratto. “Ho rimosso tre lettere dal mio nome, come segno di un nuovo inizio”, afferma l’artista. Questo gesto simbolico rappresenta la sua continua evoluzione, in cui il cambiamento del nome segna la nascita di un’identità nuova ma collegata al passato.

Le opere di Blazes evocano l’immagine di un’immersione in un lago freddo, per esplorare ciò che si cela sotto la superficie. Gli scenari subacquei del lago di Ocrida, dove l’artista vive, diventano un luogo mistico, paragonato al sé, alle emozioni più profonde. “Tuffarsi nel fondo” diventa una metafora dell’esplorazione interiore, un viaggio che porta alla scoperta delle “forme voraci” e sagome che emergono dalle profondità, abitanti di un mondo capovolto. Queste creature misteriose, come ombre bianche immerse in un universo geometrico, riflettono la fragilità e la dualità tra ciò che appare e ciò che resta celato.

Secondo Blazes, il suo lavoro è una ricerca di equilibrio e di meditazione, un tentativo di liberazione dalla realtà contemporanea dominata dalla paura, dai pregiudizi e dagli stereotipi. Le sue tele, dipinte come se fossero negli abissi, sono retroilluminate da una luce ancestrale che emerge dal rimescolio delle correnti profonde. “Lost in Reflection” è un invito a scendere nelle profondità delle nostre esperienze interiori, per scoprire le perle nascoste che possono illuminare e trasformare la nostra visione del mondo.

Sasho Blazhes (nato nel 1980) è nato a Ohrid, Macedonia. Si è trasferito a Bucarest, Romania, nel 2001, e ha conseguito una laurea in belle arti nel 2006 e un master in arti grafiche nel 2008 presso l’Università delle Arti di Bucarest, Romania. 

Nel 2022, la mostra personale dell’artista intitolata, In alto nella terra di nessuno, è stata esposta alla Galleria Nazionale della Macedonia a Skopje. Il lavoro di Sasho Blazhes è stato oggetto di numerose mostre personali a livello internazionale, tra cui Art Yourself Gallery, Bucarest, Romania (2016); PCB Gallery, Berlino, Germania (2017); Museo Nazionale, Ohrid, Macedonia del Nord (2017); Accademia delle Scienze e delle Arti della Repubblica di Macedonia del Nord, Skopje, Macedonia del Nord (2019); Stross Gallery, Graz, Austria (2023); Abstract Project Gallery, Parigi, Francia (2024). 

Le opere di Sasho Blazhes sono state incluse anche in mostre collettive a livello internazionale, come Color Drops, Stross Gallery, Graz, Austria (2023); Douro Biennial of Graphic Arts, Douro, Portogallo (2023); Graphic Artists from the Balkans, Museo Nazionale delle Arti, Cluj, Romania (2022); Artexpo, Japan Association of Contemporary Arts, New York (2016); BIBP, Bucharest International Print Biennial (2016);  Dreams, Galleria Nazionale delle Arti, Bucarest (2012). 

Dal 2009, Sasho Blazhes vive e lavora a Ohrid. 

STATEMENT dell’ARTISTA

Nei suoi lavori più recenti, l’artista combina sfondi coloristici e monocromatici sovrapposti a tratti neri di forme astratte, ispirate alle varie ombre degli alberi, dei rami, ma anche alla luce che si riflette sulla superficie dell’acqua e si rifrange attraverso le onde laminate. Allo stesso tempo, si concentra particolarmente sulle capacità espressive del medium e sull’esperimento con diversi materiali e basi (Nylon, Alluminio, Plastica). Le opere rappresentano una fuga dalla caotica vita quotidiana verso le ombre liricamente diffuse, espressive, giocose, ma anche tranquille del paesaggio notturno sulla superficie dell’acqua. Nel contesto del suo atteggiamento critico verso la realtà, la superficie dell’immagine e il suo disvelamento diventano punti di partenza per un’esplorazione sostanziale e cruciale al di sotto dell’essenza apparente dell’isteria di massa e della posizione impotente degli esseri umani in una società dei consumi fondata sulla paura, i pregiudizi e gli stereotipi.

Secondo l’autore, egli cerca di trovare un luogo di fuga, un santuario, uno spazio di meditazione e liberazione dalla realtà immergendosi nelle profondità delle acque, alla ricerca delle ombre astratte della nostra realtà. Per lui, vivere accanto al lago di Ocrida fa degli scenari subacquei un luogo mistico, che egli paragona al sé, alle regioni delle emozioni più profonde, e il “tuffarsi nel fondo” diventa una metafora dell’esplorazione dei propri spazi interiori più reconditi.

Situata tra Campo Santa Margherita e il Ponte dei Pugni a Venezia, con la nuova direzione si impegna a promuovere artisti basandosi esclusivamente sull’apprezzamento artistico e sul rispetto personale, respingendo le pratiche espositive convenzionali. Il direttore Silvio Pasqualini, Maestro d’arte e pittore, intende creare un cenacolo artistico ideale e reale, dove gli artisti possano esprimersi liberamente. Il  blu avio, colore distintivo di questo spazio, ispira sensazioni di benessere e creatività, come trovarsi tra cielo e mare


Paris, 12.X.2024

Fino al 2015 avevo un nome, e dal 2015 al 2016 ho rimosso tre lettere da esso. Ho tolto il mio nome come segno di un nuovo inizio. Sono lo stesso uomo, ma questo è il mio nome d’arte. Entrambi i nomi sono preziosi, ma rappresentano esseri diversi.

Dalla mostra personale a Berlino nel 2017 a quella di Parigi nel 2024, Sasho Blazes ha realizzato cinque grandi mostre, cinque punti di svolta. La linea sinuosa del suo lavoro può essere seguita attraverso le sue particolarità. È necessario comprendere ogni mostra non come un’entità diversa, ma per il modo in cui affronta il tema comune a tutte e cinque: la questione della scomparsa del ritratto. La sua presenza, la sua invisibilità. Il viaggio.

Dal 2018, ho creato il mio studio. Non mi sento più uno straniero, un estraneo.” 

B.S. appartiene al gruppo etnico degli Aromani che, pur non avendo una nazione definita, vivono da più di duemila anni nei Balcani. Gli Aromani mantengono le loro usanze e tradizioni. Nonostante la loro piccola popolazione, hanno avuto un’influenza significativa nella storia dei paesi vicini.

Nel 2001, B.S. lascia la Macedonia del Nord per iniziare la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, dove studierà gli aspetti fondamentali dell’arte. Dopo aver conseguito il master, collaborando con i suoi professori, esponendo e pubblicando due importanti lavori sull’incisione, B.S. espone i suoi primi lavori in Europa e in Oriente.

«Devo disegnare. Disegno su tela, disegno su disegni, combinando molte figure in modo semplice in azione. Disegno e faccio schizzi ogni giorno, le immagini delle notizie dal periodo del coronavirus, principalmente dalle proteste, dalle lotte durante le proteste.» 

Nel 2009, ritorna in Macedonia, ma per un certo periodo si sente estraneo nel suo stesso paese. Uno straniero.

“Vivo vicino al lago. Ogni giorno e notte osservo le forme dell’acqua. Era particolarmente interessante di notte. Ho cercato di ricreare una versione dell’acqua scura nel mio studio usando il nylon.”

“Lost in Reflection” parla di passività di fronte alla turbolenza. Un testimone invisibile del movimento. Non puoi controllare nessuna situazione, ma devi immergerti in un lago freddo. Spogliato. Tuffati fino in fondo. La profondità, tante volte, a volte solo con la mente. Dalla profondità emergono gli abitanti rosa del fondale. Infine, guarda verso gli abissi. La massa d’acqua abitata e il suo canto. Vita dentro l’acqua. Ti osservano dal mondo capovolto. La superficie è una membrana che un razzo spezza attraversando l’ozono. Inquinato? Sì, a volte, ma ci sono buchi nel fondale. A volte. Gas azzurro pallido, ha un odore e all’improvviso compaiono ritagli bianchi puri. Alcune forme geometriche medie. Cosa sono? Ombre, ombre e i loro riflessi. È quello che ho pensato. Ombre bianche, prive di colore.”


Sasho BLAZES
LOST IN REFLECTION                                                            
07.11 > 08.12. 2024          

ORARI DI VISITA
Orari apertura mostra: 10-13 / 15 – 19
Per appuntamento: 347 70 30 568
Blue Gallery, Rio terà Canal –  S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

OPENING  07 novembre ore 18 

INSTAGRAM @bluegallery @sashoblazes

Contatti Stampa
CRISTINA GATTI PRESS & PR
press@cristinagatti.it

Milano: È prossima la sesta edizione di AMART

Un maestoso portale accoglie i visitatori, introducendoli al cuore della mostra: è la nuova installazione ideata da Pelizzari Studio per la sesta edizione di AMART. L’intera opera, ispirata all’estetica di un palazzo rinascimentale, conduce il pubblico in un suggestivo percorso dal contemporaneo all’antico, attraverso una successione di volte e un portale “antico” sapientemente reinterpretato in chiave moderna.  AMART 2024, che si svolgerà dal 6 al 10 novembre presso il Museo della Permanente di Milano, è la mostra dell’antiquariato organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi e Promo.Ter Unione.

AMART 
Milano, Museo della Permanente
6 – 10 novembre 2024

Sulla sinistra dell’ingresso, ove espongono il Museo Poldi Pezzoli di Milano, il Museo Bagatti Valsecchi e MuseoCity, una struttura che evoca la raffinatezza di una trifora incornicia con eleganza gli oggetti esposti. Da qui inizia il percorso di AMART con le sue 63 gallerie da Italia ed estero, di cui sei nuove partecipazioni, specializzate in diverse aree artistiche, dall’antico al contemporaneo: allo stand di Paolo Antonacci un dipinto di Carl Wilhem Gotzloff (Dresda, 1799 – Napoli), 1866, “Combattimenti a Catania del 6 aprile del 1849”. L’artista tedesco, forse testimone degli eventi, ritrae lo scontro tra le truppe borboniche e gli insorti catanesi in una scena di estrema violenza. L’opera, ricca di dettagli e pathos, testimonia la ferocia della repressione borbonica e l’eroica resistenza dei catanesi.

La Galleria W. Apolloni & Laocoon Gallery propone di Andrea Appiani, (Milano, 1754 – 1817), “Europa consolata da Venere che le presenta amore” del 1784-86. L’opera su tela di età neoclassica rappresenta due figure femminili (Europa appunto e Venere) e un giovinetto che rappresenta Amore in primo piano, con un paesaggio bucolico con cascatelle come sfondo.

Denise e Beppe Berna, provengono da una lunga tradizione collezionistica, operano nel settore dell’arte tribale classica dal 1978. Da Bologna porteranno ad AMART una rara figura femminile destinata agli altari del culto di Shango, l’antico re divinizzato per la sua capacità di catturare il fulmine e gestire il tuono. “Maestro di Shango”, Yoruba, Nigeria.

Fine Art by Di Mano in mano propone tra gli altri, un dipinto “Adorazione dei Magi” di Cesare Smet. L’opera, datata 1599, rappresenta la “Sacra Famiglia adorata dai Magi”. Il dipinto, influenzato da opere simili a Napoli, è stato commissionato e realizzato da Cesare Smet, figlio di un noto pittore fiammingo. L’opera, in ottime condizioni, presenta un dettagliato paesaggio e una composizione equilibrata.

La Galleria Ducci, segnala, di Giovanni Battista Salvi, detto Sassoferrato (Sassoferrato 1609 – Roma 1685) “Madonna col Bambino dormiente”, olio su tela, pubblicata ed esposta nella recente mostra: “Salvifica. Il Sassoferrato ed Ettore Frani tra luce e silenzio”, a cura di Federica Facchini e Massimo Pulini, 2023 (Palazzo degli Scalzi, Sassoferrato). Inoltre di Carla Accardi (Trapani 1924 – Roma 2014), un “Senza Titolo” del 1997 realizzato in vinilico su tela.

Nell’opera proposta dalla DYS 44 Lampronti Gallery di Londra, “Eroismo di Muzio Scevola davanti al re etrusco Lars Porsenna”, il Guercino immortala un momento cruciale della storia romana. Muzio Scevola, un giovane romano, dimostra un coraggio estremo di fronte al re etrusco Porsenna. Nell’atto di uccidere il re, Muzio sbaglia bersaglio e, per punirsi, infila la mano destra nel fuoco. Il Guercino, con maestria, ritrae lo stupore di Porsenna e la determinazione di Scevola, creando un’opera che celebra l’eroismo e la virtù civica. L’olio su tela, di grandi dimensioni, è caratterizzato da una forte espressività e da una cura dei dettagli, tipici dello stile del Guercino.

M45 Marco Bertoli Angelo Enrico, Milano-Genova, propone un’opera molto suggestiva “Il teatro della Scala, 1849”, tempera su carta di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884) che sicuramente potrà piacere ai collezionisti musicofili.

Per i gioielli, la galleria Oro Incenso Mirra, propone tra le altre una antica collana inglese – risalente all’epoca georgiana – in oro, rubini “almandine” e smalto a fuoco.

Galleria Silva propone un raro salotto composto da un divano, quattro poltrone e due seggiole eseguito in legno di noce laccato in celeste con rilievi, foglie e cartigli intagliati e dorati. Venezia, metà del XVIII secolo.

Da Monte Carlo la Galleria di Dario Ghio porterà a Milano un “Leone in pietra di Huamanga”, Perù XVII secolo. Si tratta di una scultura in pietra di Huamanga raffigurante un leone accucciato, lavorata a tutto tondo e con tracce di policromia originale. Questa tipologia di manufatti, realizzati con la particolare pietra di origine vulcanica nota come alabastro delle Ande, risalgono alla seconda metà del XVI secolo.

Matta Antichità presenta un’opera inedita e preziosa di Barbara Longhi, una delle più celebri pittrici del Rinascimento. Questa “Madonna con Bambino e San Giovannino” è un gioiello di intimità domestica, con un bambino rivolto verso il basso, un tratto inusuale per l’epoca. Databile tra il 1595 e il 1605, l’opera rivela l’influenza di Raffaello e Leonardo da Vinci, ma con uno stile personale e sicuro, caratterizzato da colori vivaci e forme monumentali. Un capolavoro che attesta l’eccellenza di questa straordinaria artista. Da Piva &C. una scultura di Vincenzo Gemito, celebre artista napoletano, che realizzò nel 1881 questa famosa “Testa di acquaiolo”, su commissione di Francesco II di Borbone. Quest’opera in bronzo rappresenta uno dei vertici del realismo di Gemito. Il volto del ragazzo è diventato un’icona dell’arte napoletana. L’artista, ispirandosi alla gente comune, cattura l’essenza della vita quotidiana con una maestria che rende questa scultura un’opera senza tempo.

Moses Levy, artista in bilico tra Tunisia e Versilia, era nato a Tunisi nel 1885, trasferitosi a Viareggio nel 1917, ha lasciato un’impronta indelebile nella scena artistica italiana. L’opera proposta da Società di Belle Arti: “Donna con cappello bianco”, realizzata proprio nell’anno del suo trasferimento, ne è un esempio. Questo piccolo dipinto ad olio su cartone, con la sua figura femminile stilizzata e la vivace palette cromatica, rappresenta una fase di transizione nella produzione artistica di Levy. Influenzato dal Divisionismo, l’artista si avvicina a uno stile più sintetico e dinamico, anticipando alcune caratteristiche del Futurismo. L’opera, pur nella sua semplicità, cattura l’atmosfera mondana e vivace della Versilia, un tema ricorrente nella produzione di Levy.

Allo stand di Phidias Antiques, si segnala un’opera Antonio Ligabue (1899-1965), “Tigre nella foresta”, olio su olio su tavola, rara ed importante opera appartenente al secondo periodo pittorico dell’artista (orientativamente dal 1939 al 1952): la materia diventa più corposa e densa e le opere si fanno più rifinite. La presenza di pochissime opere risalenti a questo periodo artistico lo rendono particolarmente ricercato e interessante per i collezionisti.

Per la Galleria Reve Art, l’highlight è sicuramente un olio su tela di Fortunato Depero (Fondo, Val di Non, 1892 – Rovereto, 1960), “pappagallo, civetta e uccello meccanico”, 1917. Il dipinto, che riprende testualmente un acquarello preparatorio dello stesso anno, traspone sulla tela le prime suggestioni meccaniche che poi troveranno ampia applicazione nello spettacolo I Balli Plastici, con il quale Depero codifica la sua visione ludico-robotica dell’universo futurista.

 La Galleria Top Time Musa espone una Pendola francese modello “lira oscillante” dal maestro Orologiaio Mathieu le Jeune. Presenta una cassa in bronzo dorato con base in marmo bianco. Raro modello di lira “au coqs” con teste di gallo (uno dei simboli della Francia) anziché con le più usuali aquile. Quadrante a fascia oraria in smalto bianco con, nel centro, movimento scheletrico a vista. Epoca Luigi XVI, circa 1780.

Tornabuoni Arte presenta un bellissimo ritratto di nobildonna fiorentina, opera del XVI secolo attribuita ad Alessandro Allori. Il dipinto, in ottime condizioni, ritrae una giovane donna elegante, probabilmente una promessa sposa. Lo stile manierista e la maestria tecnica di Allori sono evidenti, come dimostrano anche altri suoi lavori celebri. L’opera, destinata ad adornare palazzi nobiliari, è un esempio di ritratto celebrativo del Rinascimento fiorentino.

La campagna pubblicitaria 2024, ideata dall’agenzia Frova, Castori e Solcia, riprende i caratteri della comunicazione 2023, creando una contrapposizione creativa e impattante tra oggetti di antiquariato e denominazioni moderne, tipiche della vita quotidiana. Partendo dal claim di AMART “Antiquariato. Un piacere contemporaneo.” sono state quindi scelte sei terminologie del gergo corrente (desktop, spoiler, bodyguard, influencer, outfit, social) abbinate ad altrettanti “antesignani” di grande valore antiquario. Ne risultano sei eleganti soggetti di immediata lettura, che il pubblico potrà incontrare in diverse affissioni cittadine, sui media stampa e digitali, social media e su un tram doppio completamente personalizzato AMART.


Partner dell’edizione 2024: Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Promo.ter Unione; Museo Poldi Pezzoli; FAI; Museo Bagatti Valsecchi; MuseoCity.

Sponsor: Pelizzari Studio; Ciaccio Broker; Fratelli Ingegnoli Milano.

Con il Patrocinio di: FIMA, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano.


INFORMAZIONI UTILI
Museo della Permanente
via Filippo Turati 34, Milano
amart-milano.com
 
Mercoledì-sabato: ore 11.00 – 20.30
Domenica: ore 11.00 – 19.30
 
I biglietti sono acquistabili online su Ticket.it
Intero 11,50€
Ridotto 6,50€
 
PER INFORMAZIONI
Email: antiquari@unione.milano.it
Telefono: 02.7750447
Cell. 335.1651150
 
Ufficio stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net
Tel. 049 663499, www.studioesseci.net

Fotografia Europea 2025, “Avere Vent’anni” il tema della XX edizione

Fotografia Europea compie vent’anni e celebra questo importante traguardo dedicando l’edizione 2025 ad una riflessione proprio su quel periodo della vita che più di tutti sembra spalancare le porte a infinite possibilità: “AVERE VENT’ANNI”. Questo è l’affascinante titolo che farà da filo conduttore dei progetti fotografici del festival, promosso da Fondazione Palazzo Magnani e Comune di Reggio Emilia ed inaugurato con quattro giorni di eventi il 24, 25, 26 e 27 aprile, per continuare poi ad animare Reggio Emilia fino all’8 giugno 2025.

FOTOGRAFIA EUROPEA 2025
XX EDIZIONE
AVERE VENT’ANNI
Reggio Emilia
24 aprile – 8 giugno 2025

I progetti esposti sono stati selezionati dalla direzione artistica, composta anche quest’anno da Luce Lebart (storica della fotografia, curatrice di mostre e ricercatrice), Tim Clark (editor 1000 Words) e Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia) per accompagnare il visitatore in una riflessione su cosa significhi oggi avere vent’anni.

Vent’anni nella biografia di una persona segna la linea d’ombra, la fine dell’innocenza e, insieme, il sapore della libertà e dell’indipendenza. Avere vent’anni è come navigare in un oceano di possibilità, senza una mappa precisa. È un’età di contraddizioni: si è adulti, ma spesso si vive ancora a casa dei genitori; si è connessi a tutto il mondo, ma la solitudine può essere schiacciante. Si affrontano aspettative immense, sia personali che sociali: trovare un lavoro soddisfacente, costruire relazioni significative, dare un senso alla propria esistenza, immaginare un mondo migliore, per noi e per gli altri. È un’età di sogni grandi e di immense sfide ideali, dove ogni giorno può essere un’occasione per scoprire chi si è e chi si vuole diventare. In questo complesso e affascinante viaggio, si impara a convivere con la fragilità e con la forza, con la paura e la speranza, con la rabbia e con la gioia, alla costante ricerca, giorno dopo giorno, del proprio posto nel mondo.

“Un tema davvero stimolante – dice il Sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari – per un compleanno speciale: il ventennale di Fotografia Europea si annuncia come un’edizione importante, la prima del mio mandato da sindaco. Ricordo bene il grande impatto che questo Festival ebbe per la nostra città  quando fu lanciato per la prima volta. La grande intuizione di valorizzare l’opera di Ghirri e un’identità artistica contemporanea sono stati i presupposti di un successo che si è consolidato nel tempo. Oggi è arrivato il momento della maturità: i 20 anni sono in questo senso l’età perfetta per porsi nuove domande e nuove sfide, per conoscersi e riconoscersi in un appuntamento centrale del nostro calendario ma ponendosi nuovi obiettivi e guardando al futuro con nuova consapevolezza. Voglio ringraziare ancora una volta la Fondazione Palazzo Magnani, che anche in questa occasione ha dimostrato di saper interpretare uno snodo chiave della vita culturale della nostra città”. 

Maurizio Corradini, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani, aggiunge una riflessione: “Venti anni di Fotografia Europea, tanti o pochi? Certamente, come nella vita di una persona, rappresentano una tappa fondamentale, rappresentano quel momento in cui ci si chiede “cosa vogliamo fare da grandi?”. Allora FE 2025 deve essere non solo una grande Festa, ma soprattutto un’occasione per Reggio Emilia – probabilmente la più grande occasione mai esistita – per confrontarsi e porre la Fondazione Palazzo Magnani in dialogo con le più rilevanti istituzioni mondiali di questa arte visiva, proiettando definitivamente la nostra città in una dimensione internazionale”.   

A partire dal 21 ottobre è stata aperta l’Open Call Internazionale che ogni anno raccoglie l’adesione di centinaia di autori emergenti e professionisti che si misurano, attraverso l’obiettivo, con il tema scelto. Ai lavori più significativi sarà data la possibilità di partecipare al circuito ufficiale e di ricevere un premio di 3.000 euro ciascuno, che servirà a coprire i costi di produzione e di allestimento dei progetti selezionati. I vincitori potranno così lavorare a contatto con lo staff del Festival alla realizzazione dell’installazione finale. La Open Call si conferma un’opportunità concreta di crescita e di visibilità che ha già permesso a molti fotografi emergenti di affermarsi nel panorama fotografico internazionale. La partecipazione è aperta fino al 13 dicembre e sul sito del festival saranno disponibili il regolamento e le modalità di adesione.

Confermato il supporto di Iren alla Open Call internazionale di Fotografia Europea che, già special sponsor del festival, sposa questo progetto particolare per ribadire l’impegno e dunque il sostegno alla ricerca di nuovi talenti e di nuovi sguardi sulla realtà contemporanea.

La macchina organizzativa di Fotografia Europea è già a lavoro per questa XX edizione e saranno come sempre moltissime le novità che chiameranno a partecipare diversi soggetti, accomunati dalla passione per la fotografia. È il caso di FE+SK Book Award, il premio dedicato al libro fotografico ideato da Fotografia Europea insieme a Skinnerboox – casa editrice specializzata in fotografia con- temporanea. Quest’anno sarà possibile inviare il proprio progetto fotografico dal 2 dicembre fino al 31 gennaio 2025, il vincitore sarà decretato in febbraio e il libro sarà presentato a Reggio Emilia durante le giornate inaugurali del Festival.

Come sempre, anche quest’anno la città approfitterà del clima culturale che soffia da Fotografia Europea per fare bella mostra di sé, grazie al circuito OFF, il progetto che nasce dalla partecipazione attiva dei cittadini per allestire mostre, organizzare incontri, proporre eventi in ogni angolo della città e della Provincia. La call per partecipare a questa edizione del circuito OFF partirà il 21 novembre e resterà aperta fino al 28 febbraio 2025. Info su circuitooff25.it

Tutte le info su www.fotografiaeuropea.it


Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it
Elvira Ponzo, tel. 0522.444420; e.ponzo@palazzomagnani.it
 
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Simone Raddi, tel. 049663499; simone@studioesseci.net

Anche i musei della Lombardia diventano “Musei Italiani”

Era stato già annunciato, ora ci siamo. A partire dal 1° di novembre molti dei musei e parchi archeologici statali della Lombardia atterreranno sulla piattaforma di bigliettazione Musei Italiani, promossa dal Ministero della Cultura.

Il nuovo portale consente di pianificare la propria visita e acquistare anticipatamente i biglietti per i musei su tutto il territorio nazionale, navigando su https://www.museiitaliani.it/ oppure scaricando gratuitamente la app su Google Play e Apple Store. Musei Italiani si propone di diventare la vetrina del Sistema Museale Nazionale, una piattaforma articolata e in continuo aggiornamento sulla quale presto saranno implementate nuove funzionalità come ad esempio gli itinerari tematici che intersecano più musei.

Anche i musei della Lombardia diventano “Musei Italiani”:
dal 1° novembre in funzione la nuova biglietteria on-line per i musei statali della Lombardia

I nostri musei” – spiega Rosario Maria Anzalone, a capo della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia – “sono stati visitati nel 2023 da più di un milione e duecentomila persone, con introiti complessivi di quasi 8 milioni di euro: sono numeri importanti, che prevediamo di aumentare ulteriormente per il prossimo anno. Siamo orgogliosi di essere tra i pionieri nell’adozione del nuovo sistema di bigliettazione elettronica, un passo significativo verso la costruzione del Sistema Museale Nazionale, fortemente voluto dalla Direzione Generale Musei del Ministero della CulturaCon questa iniziativa non solo ci adeguiamo agli standard più moderni, ma instauriamo anche un modello di gestione che speriamo possa diventare un esempio per altre realtà museali. In un’ottica di sussidiarietà, infatti, gli introiti provenienti dai musei con maggior affluenza contribuiranno a sostenere progetti e interventi anche nelle strutture meno visitate. Questo circolo virtuoso ci permetterà di migliorare l’esperienza dei visitatori in ogni museo, uniformare gli standard di servizio e contribuire alla conservazione del patrimonio culturale anche nei territori meno frequentati”.

Dal 1° novembre saranno dunque disponibili su Musei Italiani i biglietti per i musei del Garda (Grotte di Catullo e Castello Scaligero a Sirmione e Villa Romana di Desenzano del Garda), i musei e parchi della Valle Camonica (Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, Parco dei Massi di Cemmo e MUPRE a Capo di Ponte e Museo archeologico della Valle Camonica a Cividate Camuno), Palazzo Besta a Teglio, in Valtellina, e il Museo archeologico nazionale della Lomellina a Vigevano.

A seguire, nel corso del 2025, passeranno al nuovo sistema di e-ticketing anche gli altri musei della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia; ultimo – anche in ragione dei suoi molti vincoli e della grande complessità di gestione degli ingenti flussi di visitatori – il Museo del Cenacolo Vinciano.

Il biglietto, naturalmente, potrà anche essere acquistato in loco, utilizzando gli appositi totem collocati presso i musei aderenti, sempre però in modalità cashless, con carte di credito e debito.

Un’altra importante novità riguarda il fatto che alcuni musei, come il Museo archeologico nazionale della Valle Camonica a Cividate Camuno, il MUPRE a Capo di Ponte e il Museo archeologico Nazionale della Lomellina di Vigevano introdurranno la bigliettazione a pagamento. Per questi musei il costo del biglietto intero è fissato a 5 € (con le consuete agevolazioni, quali la riduzione a 2 € per giovani tra i 18 e i 25 anni e le gratuità di legge). Sono previste, per mantenere e rafforzare i legami con il pubblico di prossimità e con i visitatori più affezionati, gratuità per i residenti o forme di abbonamento estremamente convenienti, che permettono, a soli 10 €, ingressi illimitati in museo per un intero anno. 

Musei Italiani è la piattaforma dedicata al Sistema Museale Nazionale, uno strumento indispensabile per pianificare la propria visita e acquistare i biglietti.

Musei Italiani può essere fruita in tre modalità: tramite la app Musei Italiani, scaricabile gratuitamente dagli store Android e IOS, on-line sul sito www.museiitaliani.it e sui totem collocati nei pressi degli ingressi dei musei aderenti.

1) Una volta scaricata la app gratuita Musei Italiani sul proprio smartphone, occorre registrarsi, cliccare sul tasto “acquista” e cercare il museo che si desidera visitare. Seguire quindi le istruzioni selezionando data e fascia oraria e scegliendo quantità e tipologia di biglietti. Infine cliccare su “acquista” per concludere il pagamento tramite PagoPA. Oltre a ricevere una mail di conferma, sarà possibile trovare i propri biglietti nella sezione “i miei biglietti” dell’app.

2) In alternativa, si può procedere con l’acquisto online, collegandosi al sito museiitaliani.it e cliccando su “acquista biglietto”. Una volta selezionato il museo che interessa, si sceglie data, fascia oraria e tipologia di biglietto. Il biglietto è nominativo: è necessario quindi inserire i propri dati, registrarsi e procedere con il pagamento tramite pagoPA. Al termine della transazione si riceverà una mail di conferma all’indirizzo indicato.

3) I biglietti possono essere acquistati anche in museo sui totem di Musei Italiani. Anche in questo caso sarà necessario scegliere tipologia e quantità dei biglietti e procedere con il pagamento tramite carta di credito, debito o bancomat. Attenzione: i totem non accettano contanti. Anche nel caso di acquisto sui totem occorre inserire il proprio nominativo e indirizzo e-mail: nel caso di gruppi numerosi, per evitare tempi di attesa e code all’ingresso, raccomandiamo di procedere all’acquisto on line o in app prima della visita.

Nel caso si acquisti un biglietto gratuito o ridotto, all’ingresso del museo verrà chiesto di esibire un documento che dimostri il diritto all’agevolazione. Poiché i biglietti emessi non potranno essere rimborsati, si raccomanda di verificare attentamente – prima dell’acquisto – se si ha diritto ad agevolazioni o riduzioni sulla pagina dedicata e sulle infografiche presenti in museo.



Ulteriori informazioni sul sito museilombardia.cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI,
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea: L’editoria protagonista

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza una giornata dedicata alle nuove e recenti pubblicazioni del Museo, la cui attività include la realizzazione di libri e cataloghi, sia come editore sia in collaborazione con altre case editrici. Sabato 2 novembre 2024, in occasione della Settimana dell’Arte di Torino, il Castello ospiterà presentazioni di libri, quaderni, cataloghi e dischi, alla presenza degli autori, dei curatori e degli artisti.

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
presenta, in occasione della Settimana dell’Arte di Torino
 
Sabato 2 novembre 2024
L’editoria protagonista al Castello di Rivoli
con una giornata di appuntamenti aperti al pubblico

Tra gli appuntamenti in programma: la presentazione del catalogo Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. La Storia e le Collezioni, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria. Con nuovi testi sugli oltre 250 artisti in collezione, il catalogo di 1200 pagine restituisce per la prima volta l’insieme del patrimonio costruito grazie all’attività del Museo, approfondendo tutte le opere ad oggi in collezione e ulteriori nuclei di collezione, tra cui i video, i multipli, il Cosmo Digitale, i fondi del CRRI – Centro di Ricerca e la Biblioteca.
 
Le altre proposte della giornata comprendono la presentazione del nuovo catalogo della mostra Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo, co-pubblicato dal Castello con Silvana Editoriale, oltre alla presentazione del primo volume della serie Quaderni di Fisica e Metafisica della Collezione Cerruti, esplorazione multidisciplinare tra scienza e filosofia. Conclude il palinsesto il firma copie di ONDINA, un vinile con catalogo dell’artista Renato Leotta.
 
Nel corso della giornata, si terrà inoltre la performance Mare della tranquillità / Superficie con linea di Francesco Arena. Realizzata in due sessioni, dalle 12.00 alle 15.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00, la performance evoca momenti della storia europea, mettendo in relazione la fine della Seconda Guerra Mondiale e la presenza del Muro di Berlino.



Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

Pesaro, Palazzo Mosca: Claudio Di Carlo – Vertigini all’imbrunire

I Musei Civici di Pesaro sono lieti di presentare la mostra personale di Claudio Di Carlo, Vertigini all’imbrunirea cura di Lorenzo Canova e Francesca Pietracci, promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive, in collaborazione con Pesaro Musei, che inaugurerà sabato 2 novembre 2024 alle ore 18.00 nella Project Room di Palazzo Mosca – Musei Civici.

La mostra è inserita nel programma di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024.

Claudio Di Carlo
Vertigini all’imbrunire

A cura di Lorenzo Canova e Francesca Pietracci

Inaugurazione 2 novembre 2024 ore 18.00

Musei Civici – Palazzo Mosca
Piazza Mosca 29 – Pesaro

Fino all’8 dicembre 2024

Vertigini all’imbrunire propone una sintesi del racconto pittorico e della produzione pittorica dal 2007 al 2024 dell’artista – che vive e lavora tra Amburgo, Pescara e Roma – segnato dalla presenza di donne e uomini, corpi e dettagli immersi in un’atmosfera indefinita.
Con questo progetto, Claudio Di Carlo torna a Pesaro dopo aver realizzato e donato, nel 2018, un’opera dedicata a Rossini per la casa natale del compositore: e sarà proprio questo lavoro, intitolato Già la luna è in mezzo al mare, ad aprire il percorso composto da altre 9 opere realizzate ad olio e foglia d’oro su tela dal 2007 al 2024. Si tratta di una panoramica che rappresenta i vari capitoli del suo racconto pittorico, scanditi dalla presenza di donne e di uomini, di corpi, di dettagli e situazioni catturate dai media o provenienti da sue foto, in ogni caso sempre rielaborati e dipinti. Il motivo costante che li lega è l’atmosfera indefinita che si crea all’imbrunire e che procura una sorta di vertigine, stupore e spaesamento, così come le scene improbabili che Di Carlo ricostruisce e che si trovano in bilico tra realtà e finzione.

Ogni opera contiene una metafora, un senso da scoprire a vari livelli. Di Carlo affronta tematiche politiche, sociali, psicologiche ed emotive, tutto ciò che può destare piacere o allarme, con impegno e glamour, con realismo e raffinatezza. In questa mostra, Claudio Di Carlo attraversa dunque i diversi momenti del suo lavoro, in una visione quasi circolare in cui il principio e la fine coincidono in un vero e proprio viaggio nelle fasi e nell’immaginario che danno vita alla sua opera. Si può notare infatti come le figure dipinte nel 2007 si rispecchino in quelle del 2024, in quadri attraversati dal senso misterioso di un eros che si nasconde nei corpi e nelle cose, spesso nel contrasto esplicito con la miseria del mondo e la banalità della vita quotidiana. Grazie a un’intensa qualità di definizione iconica, Di Carlo costruisce così dei meccanismi ambigui che uniscono momenti e luoghi differenti nella sincronicità dello spazio pittorico, incroci iconici e storie silenziose che, nel loro tempo sospeso, ci raccontano di enigmi affascinanti e di narrazioni indecifrabili nascoste nel flusso originario della pittura.

Claudio Di Carlo nasce a Pescara. Pittore, produttore, art director, vive e lavora tra Amburgo, Pescara e Roma. La sua vita d’artista, di natura poliedrica, inizia a Pescara, negli anni ’70, e si dirama fra La comune di Ovada e le strade d’Europa. Arte, politica e poetica sono le sue linee guida. Punto di riferimento artistico, la galleria “Convergenze” a Pescara diretta da Peppino D’Emilio. Ha sempre posto il proprio sguardo sulle forme dello sconfinamento: è un artista proteiforme che ha attraversato la pluralità delle esperienze controculturali e artistiche degli anni Settanta e Ottanta. Cresciuto nell’humus dell’anarchismo etico-politico, si è occupato di musica underground e di teatro di ricerca. Ha progettato spazi culturali, creato gruppi di intervento artistici, spettacoli multimediali, prodotto gruppi rap/rock, inventato e organizzato Festival, happening e performance, si occupa di musica elettronica. Un moto centrifugo che ha assunto la funzione necessaria della propria creatività. Un crescente sentimento di vocazioni plurime – quasi l’immagine di un io che si fa moltitudine – significativamente sconnesse ai vincoli autoritari o mediatori con cui la nostra società regolamenta la propria eccitazione e repressione. Nei suoi risoluti ingressi nell’“altro”, ha varcato soglie date per serrate in una spirale tanto intensa quanto estesa. In questo, Claudio Di Carlo sembra incarnare la personalità multi-identitaria e nomade del mondo post-moderno, quanto mai radicata tra le frontiere sensoriali dei linguaggi somatici ed esperienziali. Un continuo lavoro di “ricombinazione”, il suo, che ha sempre solcato le forme estetiche della vita quotidiana, le culture spettacolari dei consumi diffusi, per approdare alla concentrazione e al contenimento di una forma, all’integrità di una specifica esperienza sensibile. Non banalmente, per esprimere ciò che si è o essere ciò che si esprime, ma, fedele alla propria natura, per “diventare ciò che si è”. La sua è una pittura postmoderna, lui riattualizza nelle tecniche di costruzione delle immagini e nei temi, ma è pur sempre “pittura pittura” realizzata nel lento costruire, fare e disfare delle forme, dei toni, dei timbri e delle luci. Pensata per l’occhio. Dalla fondazione dei gruppi Punk-rock Koma e R.A.F. (Frazione Armata Rock) nel 1977 al suo recente ‘Omaggio a Rossini – Già la luna è in mezzo al mare’, lavoro esposto a Pesaro in Casa Rossin. Si è occupato di esecuzione e produzione, dal punk-rock sperimentale degli inizi, 77/80 ” Rock Armee Fraktion” e “Koma” , alla musica elettronica del suo attuale gruppo “Hypervectorial System”, con il compositore Gabriel Maldonado. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, diversi sono i critici che seguono il suo lavoro. Dopo l’esperienza romana dell’Ice Badile Studio 11 anni condivisi con gli artisti Claire Longo, Daniela Papadia, Emilio Leofreddi, Andrea Orsini, Ivan Barlafante, chiuso nel 2011, torna a sperimentare la sopravvivenza dell’essere senza uno studio, fino al 2020 quando apre il kKstudio per 2 anni. Nel 2023 insieme ai due giovani artisti Andrea Starinieri e Barbara Pinda, apre l’AltomareArtStudios nella vecchia Pescara.


VERTIGINI ALL’IMBRUNIRE – CLAUDIO DI CARLO
Inaugurazione 2 novembre 2024 ore 18.00

Project room di Palazzo Mosca – Musei Civici
Piazza Mosca 29 – Pesaro

2 novembre – 8 dicembre 2024
Orari: martedì-domenica e festivi 10-13 / 15.30-18.30
Ingresso con Card Pesaro Capitale: intero 14€; ridotto 8€ (gruppi min. 15 persone, studenti universitari, possessori di Card Pesaro Cult, gruppi accompagnati da guida turistica con patentino, convenzionati); gratuito fino a 18 anni, soci ICOM, giornalisti muniti di regolare tesserino, disabili e accompagnatore, studenti del Conservatorio Statale di Musica G. Rossini, possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro.

Info
0721 387541
info@pesaromusei.it
www.pesaromusei.it

Ufficio Stampa Promozione Comunicazione Comune di Pesaro
Cristina Lupinelli
tel 0721 387393 | 3355921295
c.lupinelli@comune.pesaro.pu.it
Ufficio stampa per l’artista
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice – blowart
roberta.melasecca@gmail.com

Gipsoteca Mondazzi, Torino: ETNIK fonde classico e contemporaneo

Dall’1 al 3 novembre 2024, la Gipsoteca Mondazzi di Torino sarà teatro di Un/classic, l’ultima innovativa mostra dell’urban artist ETNIK. Questa esposizione, nata dalla collaborazione con Square23 Gallery (galleria con la quale l’artista lavora da anni), si configura come un’operazione espositiva di rottura, un esperimento che decostruisce il concetto stesso di esposizione scultorea, collocandosi al confine tra il classico e il contemporaneo.

Un/classic:
la mostra di ETNIK che fonde classico e contemporaneo
1-3 novembre 2024
Gipsoteca Mondazzi, Torino

Inserita nel contesto di una gipsoteca, simbolo della tradizione scultorea classica, la mostra crea un ponte tra il passato e il presente, mettendo in dialogo le forme e i materiali classici con l’estetica urbana contemporanea di ETNIK. Le sue opere nascono da una sintesi tra texture e geometrie urbane, risultato di oltre 30 anni di carriera pittorica. Negli ultimi 20 anni, ha affiancato a questo percorso un’esplorazione scultorea e installativa, raramente esibita.

Un/classic rappresenta una delle prime mostre di sole sculture nel mondo dell’arte urbana, offrendo una sinergia perfetta tra le opere classiche custodite dalla Gipsoteca e le creazioni innovative di ETNIK.L’artista con questa esposizione, offre una riflessione critica e visivamente potente sul mondo contemporaneo, in cui il classico e l’urbano si fondono in una nuova e originale visione estetica, creando sinergia attraverso l’incontro inedito di due mondi: passato e presente.

L’inaugurazione si terrà il 1 novembre alle ore 18.00 e sarà arricchita dalla performance live del collettivo PSO e dal video mapping di Luca Torakiki, che trasformeranno lo spazio espositivo in un’esperienza immersiva e multisensoriale.

ETNIK è un artista italiano di origini svedesi, noto a livello internazionale per i suoi murales su larga scala. Nasce come writer negli anni ’90 e ha evoluto il suo stile sviluppando un linguaggio personale che combina architetture urbane e geometrie astratte. Il tema del dualismo, centrale nella sua produzione, mette in relazione l’ambiente urbano e gli elementi naturali, riflettendo il precario equilibrio tra questi due mondi. Le sue opere scultoree, così come i suoi murales, si presentano come un’analisi critica della città e dei suoi contrasti, offrendo una doppia chiave di lettura che varia in base all’osservatore.

La sua arte, sia su tela, su scultura, che su larga scala, si distingue per la continua ricerca di nuove forme di espressione, senza mai abbandonare le sue radici urban.


Il collettivo nasce nel 2019 nell’incontro tra Rosy Togaci Gaudiano (curatrice e musicista) e Flavio Ullucci (pittore e musicista), che hanno deciso di sviluppare un progetto multidisciplinare, avvalendosi di collaborazioni e contributi diversi. Il loro obiettivo è mettere al centro un tema o un’idea e svilupparlo in più direzioni esplorandolo, frammentandolo e poi ricomponendolo in un’opera che utilizza molteplici linguaggi. Dal 2023, il progetto si arricchisce della collaborazione di Andrea Ulucci, chitarrista poliedrico che suona con l’ausilio di numerosi effetti e dispositivi elettronici.

La Square23 Gallery, fondata nel 2004, si è affermata come uno spazio dedicato alla ricerca di artisti emergenti con stili innovativi, sotto la guida del direttore Davide Loritano. Nel 2008, la galleria ha abbracciato l’arte urbana e il writing, diventando una delle prime in Italia a rappresentare artisti internazionali di alto livello. Integrando le mostre nel tessuto urbano di Torino, con interventi su facciate di palazzi e teatri, la Square23 si distingue per l’impegno a rendere l’arte accessibile alla comunità. Dal 2015, ha ampliato il suo raggio d’azione con l’organizzazione di festival e collaborazioni museali.

La Gipsoteca Mondazzi, fondata nel 1976 a Torino, conserva una vasta collezione di modelli e calchi in gesso di sculture classiche, che spaziano dall’epoca arcaica all’inizio del XX secolo. La nuova sede in Via Orvieto 20, inaugurata di recente, ospita un laboratorio artigianale e uno showroom. La gipsoteca è un punto di riferimento per appassionati d’arte, architetti, arredatori, studenti delle Belle Arti e artisti contemporanei, offrendo fedeli riproduzioni di opere antiche.


DETTAGLI MOSTRA:
Inaugurazione: 1 novembre 2024, ore 18:00
Luogo: Gipsoteca Mondazzi, Via Orvieto 20A, Torino
Durata: 1-3 novembre 2024
Orari: 1 Novembre dalle 18:00 alle 21. 2 e 3 Novembre dalle 16.00 alle 20.00
 
UFFICIO STAMPA
Giorgia Ciattoni
Addetto Stampa, Social Media Manager, Content Creator
press@giorgiaciattoni.info