Ferpi a Napoli: comunità e linee guida

Assemblea Generale FERPI – Napoli 12.072025 – foto Gerry Fezza
FERPI a Napoli abbraccia la comunità dei soci e lancia linee guida 
per il lavoro quotidiano di tutti i relatori pubblici e comunicatori

All’indomani dell’Assemblea generale ordinaria della Ferpi, si può dire che quello che si è svolto alla Fondazione Banco di Napoli sabato scorso non sia stato solo un atto previsto dallo Statuto di una associazione, ma l’occasione per rinsaldare legami e senso di appartenenza e soprattutto per offrire un contributo di senso e una direzione pratica alla professione. «La responsabilità di chi comunica è oggi centrale – ha detto Filippo Nani, presidente della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – tanto nella società quanto nei contesti professionali. Come FERPI, sentiamo il dovere di guidare il cambiamento attraverso strumenti concreti, momenti di confronto e il rafforzamento della cultura etica nella nostra comunità». 

Per una nuova “pratica” professionale”

Nel seminario pubblico che ha preceduto l’assemblea, “Comunicazione responsabile? Noi ci siamo”, introdotto da Assia Viola, Delegata FERPI Campania e Communication Director di SMA Road Safety e moderato da Elena Salzano, Consigliere Nazionale FERPI e CEO di Incoerenze, si è provato attraverso il contributo di tre professionisti, tutti soci Ferpi, a indicare una strada da percorrere per affrontare l’oggi ma soprattutto il domani della professione: etica, reputazione, intelligenza artificiale e sostenibilità.

Sergio Vazzoler, Co-Founder e Direttore Strategie e Relazioni Istituzionali di Amapola, ha ribadito l’importanza di recuperare autenticità nel modo di comunicare. Oggi, più che formalismi e certificazioni, serve trasmettere vicinanza e concretezza: solo una comunicazione autentica può dare nuovo valore alla sostenibilità e renderla davvero trasformativa. Luca Poma, Professore in Reputation Management all’Università LUMSA e all’Università della Repubblica di San Marino, ha evidenziato i nuovi rischi reputazionali nell’era digitale. Tra tecnologie pervasive e manipolazioni sempre più sofisticate, la comunicazione affronta sfide inedite per le quali servono non solo nuove regole, ma anche un’etica professionale più forte. In occasione dell’Assemblea è stato quindi presentato il nuovo Codice di autoregolamentazione per la reputazione, un documento redatto da un gruppo di lavoro composto dai soci con la preziosa collaborazione esterna della professoressa Giovanna Cosenza, del professore Alberto Pirni e dell’avvocato Nicola MenardoBiagio Oppi, External Communications Director di Pfizer Italia e Consigliere Nazionale FERPI, ha presentato il “VENICE PLEDGE”, iniziativa promossa dalla Global Alliance (l’associazione che a livello mondiale rappresenta le più importanti associazioni della comunicazione e oltre 350mila professionisti) che ha visto la luce in occasione dell’ultima edizione di InspiringPR a Venezia, per un uso etico dell’intelligenza artificiale nella comunicazione.  

Il punto sul mandato

I lavori assembleari di FERPI hanno visto l’approvazione all’unanimità di tutti i punti all’ordine del giorno, incluso – non da ultimo – un bilancio in attivo, illustrato con orgoglio e nel dettaglio dal Tesoriere Alberto Bergianti. Nella sua relazione, il Presidente Filippo Nani ha espresso soddisfazione per un mandato che prosegue spedito lungo le direttrici fissate, segnato da un riposizionamento centrale della Federazione nei tavoli pubblici sui principali temi dell’agenda politica e sociale: dal dibattito sulla lobby, al riconoscimento e ai confini della professione, fino all’intelligenza artificiale.

Tra i risultati evidenziati, anche una crescente visibilità mediatica dell’attività della Federazione; un’offerta formativa sempre più qualificata e diversificata, che attinge alla ricchezza delle competenze interne di FERPI, rivolta non solo a socie e soci, ma anche all’esterno grazie al supporto di FERPI Servizi; il rafforzamento delle relazioni e delle collaborazioni tra gli associati, anche su progetti concreti; e, soprattutto, un crescente senso di appartenenza e di comunità che si è manifestato in modo tangibile anche in occasione dell’appuntamento partenopeo.

L’impegno per l’equità passa per la comunicazione

FERPI ne è convinta: ogni contenuto rappresenta un’opportunità per ridurre le distanze tra le persone e promuovere equità. È da questa consapevolezza che nasce, grazie al lavoro del gruppo Relazioni di Genereguidato dalla socia Santina Giannone, il manifesto “Le Parole CHE CONTANO”, presentato a Napoli, che raccoglie dieci principi fondamentali per una comunicazione equa. Principi che, pur potendo apparire scontati, rispondono a un bisogno reale e avvertito, tanto che si è reso necessario formalizzarli in un documento condiviso. Tutti i documenti presentati nel corso dell’assemblea saranno presto disponibili online sul sito della Ferpi: www.ferpi.it


FERPI | Dal 1970 è l’associazione che, con la Presidenza affidata a Filippo Nani, rappresenta in Italia i professionisti delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione. I soci FERPI operano come liberi professionisti, dirigenti, funzionari, dipendenti e collaboratori di aziende, enti pubblici, Enti del Terzo Settore, docenti universitari. Partecipano alla vita di FERPI anche studenti e neolaureati.


Media Relations FERPI
Diana Daneluz
Mail: mediarelationferpi@gmail.com
Da Diana Daneluz <dianadaneluz410@gmail.com>

Una riflessione visiva, sociale e poetica sull’identità delle città d’arte sotto pressione

Personale di B.ZARRO

ARCHITEXTURE. Architetture Umane e disumane
a cura di Matilde De GIOVANNI e Denise MARTINUZZI

25 luglio – 12 agosto 2025 

Inaugurazione 25 luglio  ore 19 

Kunst Depot,Campiello Widmann, 
Rio terà dei biri, 5415 Venezia

Con ARCHITEXTURE. Architetture umane e disumane, l’artista romano B.ZARRO torna a Venezia con un progetto espositivo, che si terrà dal 25 luglio al 12 agosto 2025 presso lo spazio Kunst Depot a Cannaregio, sul tema delle trasformazioni urbane legate all’overtourism e al cambiamento del tessuto sociale delle città storiche, affrontato in chiave artistica e critica.  

L’artista prosegue così una ricerca avviata già nel 2022 con la prima mostra della rassegna SURVIVAL – Art For Renaissance, con il titolo “Venezia. Architetture e visioni surreali”, continuando ora in modo provocatorio ad esplorare i limiti e le possibilità dell’abitare urbano, tra tensioni estetiche e interrogativi etici,  realizzando una rappresentazione artistica multimediale che si sviluppa nel campo della Texture Architettonica.

La mostra  esplora il profondo legame tra architettura e l’anima umana, trascendendo il mero rifugio per elevarsi a custode della memoria e ponte tra la fisicità del presente e le radici profonde dell’esistenza. La rassegna si concentra principalmente sull’architettura, ma mantiene una prospettiva artistico-sociale riguardo agli sviluppi della società contemporanea e alle problematiche legate all’eccessivo afflusso di turisti/viaggiatori nelle Città d’Arte.

Capriccio Architettonico – Ferdinando Galli Bibbiena. Tempera e olio su Tela(1721) B.ZARRO. Tecnica Mista su Opera Originale (2005) Cm. 200×150

Il titolo “Architexture. Architetture Umane disumane” riflette come le presenze sbilanciate di visitatori possano modificare gli equilibri sociali interni alle città e ai loro apparati architettonici, urbanistici ed economici. Partendo dalla riflessione shakespeariana secondo cui “Le Città le fanno i Cittadini”, la mostra evidenzia il rischio che l’influenza passi dai residenti ai visitatori occasionali, smembrando e ricomponendo il tessuto urbano secondo nuove esigenze economico-commerciali.

Il neologismo “Architexture” fonde “architettura” e “texture”, intesa non solo come percezione tattile delle superfici, ma come l’ordito invisibile eppure palpabile di ogni struttura. Ogni edificio possiede una sua “pelle”, una texture che dialoga incessantemente con l’ambiente circostante, riflettendo la memoria delle presenze, dei fenomeni atmosferici, delle luci e delle ombre. Una visione dell’architettura non statica ma come organismo vivo: un corpo urbano che respira, riflette, soffre e muta insieme alla comunità che lo abita – o che lo consuma,  le cui superfici riflettono le dinamiche umane e le “disumane” – i flussi, le energie collettive e le pulsazioni anonime della città.

Le vetrate, in particolare, diventano specchi vibranti che catturano e riflettono il flusso incessante delle vite che si muovono all’esterno e all’interno. Le diverse tonalità e i riflessi cangianti non sono casuali, ma rappresentano visivamente le energie, le provenienze e le storie che si incrociano davanti all’edificio. Ispirate alla tradizione muranese, non sono citazioni nostalgiche, ma trasformano la struttura in un’opera d’arte in continua evoluzione, un quadro dinamico che interpreta il passaggio, rendendolo parte integrante di un dialogo visivo tra architettura, arte e la vita pulsante della città.

Il percorso si articola anche in altri nuclei espositivi: ciascuno  affronta un aspetto diverso dell’abitare urbano e delle sue fragilità, combinando materiali, tecniche e registri espressivi.

VIE CRUCIS – Nuove passioni contemporanee
Curve e ombre tracciano itinerari silenziosi; il carboncino dà voce all’invisibile, dove le figure emergono e scompaiono, alternando presenza e assenza come tappe di una personale via crucis contemporanea.

MURA(NO) METROPOLITANE
Le facciate urbane si trasformano in  pelle viva, vibrante. Le superfici, ispirate alla tradizione del vetro di Murano, si caricano di sfumature e significati, diventando testimoni dell’identità in continuo mutamento delle metropoli.

ETERNO INCONTRO. Il barocco di Bibiena incontra la contemporaneità di B.ZARRO
Un dialogo a distanza tra due epoche. La maestosa scenografia prospettica realizzata da Ferdinando Bibiena nel 1721 rivive oggi grazie a un intervento artistico che ne integra le mancanze con nuove visioni. Non si tratta di restauro, ma di una reinvenzione poetica che connette la teatralità barocca alla sensibilità contemporanea.

DANZA CROMATICA – Il ritmo svelato del gesto
Pennellate in rosso, nero, bianco e verde si rincorrono come emozioni in movimento, creando una sinfonia gestuale che invita l’occhio a danzare con la materia.

B&B: EQUILIBRIO IN BILICO
Le opere in gelatina di carta esplorano la tensione tra trasparenza e solidità, tra stabilità e precarietà. La materia stessa diventa protagonista di una riflessione sull’esistenza, dove ogni luce e ogni ombra raccontano la nostra ricerca costante di armonia in un mondo fragile.

ARCHITEXTURE. Architetture umane e disumane è un progetto espositivo e una dichiarazione critica.  Non una mostra da osservare, ma una città da ascoltare.

Attivo dal 1999, B.ZARRO ha attraversato differenti linguaggi artistici: informale, astratto, gestuale, concettuale, figurativo, simbolista. Ha lavorato tra pittura, scultura, fotografia, letteratura e installazione, con un approccio sempre interdisciplinare. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche in Europa e negli Stati Uniti, e ha esposto in musei e fiere internazionali tra cui il Museo del Vittoriano a Roma e l’Open International Exhibition of Sculpture and Installations a Venezia, dove ha ricevuto il premio per la miglior opera tra oltre 47 artisti internazionali.

B.ZARRO è un artista poliedrico e visionario, attivo sulla scena internazionale dal 1999. Il suo percorso attraversa linguaggi e discipline – dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla performance, fino all’architettura e all’antropologia – sempre interpretati in chiave simbolista e profetica. Ha esplorato con coraggio le molteplici espressioni dell’arte, dall’informale al concettuale, dal dadaismo all’arte di appropriazione, con uno stile che rifiuta il compromesso e ricerca una verità profonda, anche scomoda.Con una produzione vastissima e un’attitudine radicalmente indipendente, B.ZARRO ha esposto in sedi prestigiose come il Museo del Vittoriano a Roma, la City Hall di Flissingen, il Centro Culturale Italiano di Istanbul e l’Istituto Culturale di Atlanta, partecipando a fiere internazionali tra cui la New York Art Show, Cow Parade e OPEN a Venezia, dove ha vinto il premio per la miglior opera nel 2007. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche in tutta Europa e negli Stati Uniti. È l’unico artista al mondo ad aver realizzato interventi diretti su opere classiche originali di grande valore, come la pala d’altare di Polidoro da Caravaggio (1515) e una tela di Ferdinando Galli Bibiena (1700). Tra il 2011 e il 2013 ha ricoperto incarichi ufficiali presso la Sovrintendenza Capitolina di Roma, con delega all’Arte e all’Architettura contemporanea.

La sua ricerca più recente si concentra sull’Architettura Sensibile e sull’Appropriation Art, con applicazioni anche nel campo del design. È stato definito “il massimo talento internazionale” in questo ambito dall’architetto Helio Piñon, docente alla Facoltà di Architettura di Barcellona.

KUNST DEPOT è uno spazio espositivo e di progetto dedicato all’arte contemporanea e alla ricerca visiva. Accoglie iniziative di diversa scala, collaborando con artisti, curatori, gallerie e organizzatori di eventi. La sua posizione strategica, nel cuore della Venezia storica, lo rende anche un punto di riferimento per la logistica cinematografica.

Il nome trae ispirazione dal Depot Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, primo deposito museale aperto al pubblico, e richiama l’idea di un luogo di conservazione, elaborazione e condivisione di idee artistiche. Un laboratorio aperto, in continua trasformazione.


Personale di B.ZARRO
ARCHITEXTURE. Architetture Umane e disumane
a cura di Matilde De GIOVANNI e Denise MARTINUZZI
25 luglio – 12 agosto 2025 
Inaugurazione 25 luglio  ore 19 

Kunst Depot,Campiello Widmann, 
Rio terà dei biri, 5415 Venezia

Orari Di Visita
Tutti i giorni
11.00-19.00

INSTAGRAM    
@b.zarroofficial        

CRISTINA GATTI PRESS & PR | press@cristinagatti.it
E7E7E7

Pisa, Museo della Grafica Inaugurazione della mostra

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra: 

16 luglio – 7 settembre 2025
Mercoledì 16 luglio 2025, ore 11:00
Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi (Lungarno G. Galilei, 9 – Pisa)

Evento gratuito, ingresso libero

Maggiori informazioni: https://museodellagrafica.sma.unipi.it/2025/07/raccolti-e-racconti/

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-67-59-70)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it
www.facebook.com/museodellagrafica
www.instagram.com/museodellagrafica


Si invita a prendere visione dell’informativa segnalando che durante l’evento saranno effettuate riprese foto e video. Con la partecipazione all’evento si intende prestato il consenso al trattamento della propria immagine che potrà essere pubblicata su siti web, canali social media e altre piattaforme pubbliche del Sistema Museale di Ateneo e dell’Università di Pisa.


Da museodellagrafica1@listgateway.unipi.it

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Inaugurata la mostra “FLAGS – siamo semi” di Roberta Guarnera

Domenica 6 luglio si è ufficialmente inaugurato il Summer Fest 2025 della Tenuta Rasocolmo aprendo le porte della stagione estiva con la mostra “Flags, siamo semi” di Roberta Guarnera, a cura di Mariateresa Zagone. Il titolo fortemente voluto dalla Zagone sintetizza il concept delle opere, ossia tre bandiere e tre fotografie, i cui soggetti/simbolo sono i semi. L’allestimento si alterna di fotografie poggiate per terra, che ricordano la tecnica della pacciamatura e delle tre bandiere, con la tecnica della cianotipia, sospese. La bandiera è associata all’idea di nazione, ma le opere di Roberta Guarnera sono un inno al non confine e all’idea che l’attraversare è la base della vita. Solo le politiche in malafede raccontano di confini e di migrazione come invasione, quanto al contrario la migrazione fa parte della nostra genetica, esistenza, della nostra resistenza e la natura ce lo insegna. Flags, siamo semi sarà ancora fruibile in Tenuta Rasocolmo fino a Settembre.

L’installazione è temporanea e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 17,00 alle ore 21,00 con una comunicazione telefonica al 393 3343760


Da Roberta Guarnera <robertagartwork@gmail.com> 

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Storia e propaganda: non sono cose diverse per Fratelli d’Italia di Messina

Siccome gli sta andando male l’operazione propagandistica – e stanno pure facendo cattiva figura coi loro dirigenti nazionali – i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia di Messina si danno ad escandescenze contro la Commissione Toponomastica per aver rinviato la decisione di intitolare una via a Norma Cossetto. E in particolare se la sono presa con il prof. Giuseppe Restifo, componente della stessa Commissione, attaccandolo personalmente in vetero-stile squadrista. Il “neofita” per eccellenza è il consigliere Libero Gioveni, che per la verità non è un “fascista” della prima ora, essendo partito da “la Margherita”, passando per il Pd e l’Udc, per approdare infine a Fratelli d’Italia.

La sua intemperanza giovanile, espressa in Consiglio comunale, lo porta a uno dei più grossi errori che si possano commettere in storia: la decontestualizzazione. Chiunque operi la necessaria contestualizzazione di quanto successo con le foibe del confine orientale sa che gli italiani furono perseguitati o in quanto fascisti, o perché identificati con le classi egemoni, o in quanto si opponevano alla costruzione dello Stato comunista jugoslavo, e non in quanto italiani. Per la verità il componente della Commissione Toponomastica – nominato nel 2021 dal sindaco Cateno De Luca sulla base di selezione pubblica per titoli culturali e professionali – non è il solo storico italiano ad aver ricevuto attacchi e accuse di negazionismo solo per il rifiuto di cedere alla nuova vulgata nazionalista e propagandistica. È allora essenziale ribadire che la ricerca storiografica non può essere condizionata da verità ufficiali diffuse o imposte dallo Stato e dalle istituzioni; che la libertà di ricerca va fondata sull’onestà intellettuale, sulla contestualizzazione ampia degli eventi, sull’utilizzo critico di fonti verificabili; che da parte degli storici non è mai stato negato che le foibe rappresentino un crimine, che si inquadra non soltanto in una reazione alle politiche di oppressione messe in atto dal fascismo nei confronti delle minoranze slovene e croate, ma anche nei meccanismi violenti di costruzione dello Stato jugoslavo da parte di un regime che perseguitava tutti coloro che si opponevano ai suoi progetti.

In realtà dietro a questi attacchi si nascondono la totale ignoranza degli eventi storici e l’utilizzazione di parole d’ordine scioviniste e nazionaliste.

L’Anpi di Messina si oppone con forza a questa deriva antidemocratica e ribadisce il suo impegno per la libertà di ricerca storica al di fuori di vincoli e polemiche di carattere ideologico. Esprime solidarietà ai ricercatori che in questi giorni e in questi anni hanno ricevuto attacchi scomposti per il loro impegno per la verità e la correttezza storica.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provinciale di Messina
comunicato stampa – 12 luglio 2025
Da Salvatore Drago <redazione.soldo@gmail.com>

Fino al 31 luglio Alice Padovani alla Fondazione Dino Zoli – Forlì

Dal 13 giugno al 31 luglio 2025, la Fondazione Dino Zoli presenta Limes: frammenti di realtà, mostra personale di Alice Padovani, artista modenese in residenza, vincitrice del “Premio Dino Zoli Textile“, in occasione dell’edizione 2023 di Arteam Cup, il concorso artistico nazionale promosso dall’Associazione Culturale Arteam, con consolidato supporto di Dino Zoli Group.

Nel corso delle prime visite all’azienda tessile, nata nel 1972, è emerso immediatamente l’interesse dell’artista per le collezioni tessili per arredamento, prodotte e commercializzate nel corso di più di 50 anni di attività. Dal generoso archivio aziendale, composto di articoli entrati in collezione, campioni e studi, sono state estrapolate 1900 referenze affidate all’artista come un pezzo prezioso di memoria da elaborare.

Uno degli aspetti più affascinanti e ricorrenti nella poetica di Alice Padovani è la sua profonda esplorazione dell’idea di raccolta e conservazione come mezzi per sondare le memorie individuali e collettive. Questo impulso innato verso l’archiviazione va oltre il semplice accumulo di oggetti: è una manifestazione di un collezionismo ossessivo e metodico che trova la sua espressione nella pratica del recupero, della catalogazione e dell’ordinamento. Tali azioni si trasformano in veri e propri atti di memoria, in cui ogni oggetto diventa una testimonianza di un passato vissuto o di una storia da raccontare.

Nel contesto specifico della Dino Zoli Textile, questo concetto trova una dimensione particolarmente interessante. La sfida è stata quella di interfacciarsi con un vasto insieme di referenze, passate e presenti, che l’azienda ha saputo realizzare, e proporre al mercato, nel corso degli anni, sempre con un occhio di riguardo per l’ambiente, un’inclinazione all’innovazione tecnologica e di stile nel tessile contemporaneo. La DZT, oltre a servire il mercato interno, esporta con successo il suo Made in Italy in oltre 60 paesi fra i quali si distingue il Brasile, presidiato dalla partecipata Dino Zoli Brasil che quest’anno festeggia i 30 anni di attività. L’artista, immersa in questo processo, ha cercato di stabilire un sistema ordinato e rigoroso, conferendo all’opera d’arte la funzione di misura del passato, quasi come se fosse un’ideale bilancia tra ciò che è stato e ciò che si conserva.

Tuttavia, nel processo creativo di Alice Padovani, l’immaginazione ha un ruolo predominante rispetto al rigore scientifico. La sua pratica artistica si arricchisce di una serie di abbinamenti inaspettati e, in questo contesto, di accostamenti materici che sovvertono le aspettative tradizionali. La classificazione diventa così un’esperienza poetica ed emozionale, dove la logica dell’archivio si trasforma in un viaggio sensoriale, capace di evocare emozioni e riflessioni profonde. L’opera d’arte non è più solo un contenitore di memorie, diventa invece una porta aperta verso nuove interpretazioni e significati.

«È un approccio che sentiamo nostro in Dino Zoli Textile» racconta Monica Zoli «dove le performance tecniche, come la resistenza all’uso e la praticità nella manutenzione, si integrano costantemente con l’attenzione per gli aspetti sensoriali. Colore, texture e tocco diventano elementi chiave per generare benessere e appagamento in chi sceglie di vivere un rapporto autentico e personale con i nostri tessuti.»

Nel contesto della sua residenza presso l’azienda tessile, Alice Padovani sviluppa un nucleo inedito di opere site-specific, pensato in dialogo diretto con i materiali forniti dall’azienda. L’intervento artistico si articola in tre progetti distinti, a cura di Nadia Stefanel, ma concettualmente intrecciati, che riflettono, ciascuno secondo una propria grammatica visiva, il tema della classificazione e della raccolta.

La prima opera, un’installazione di grandi dimensioni, si presenta come una struttura composta da gabbie metalliche, che contengono una moltitudine di tessuti, e un tappeto sonoro registrato,  composto dai nomi dei tessuti stessi: un organismo molteplice che evoca insieme l’idea di contenimento e dispersione. Qui, l’atto del raccogliere si materializza come gesto spaziale, quasi performativo, dove ogni elemento diventa frammento di un catalogo immaginario. L’intento è stato quello di rappresentare, all’interno di un unico ambiente, la complessità e la densità della produzione industriale della Dino Zoli Textile, racchiudendo l’essenza stessa della ricerca insieme alla memoria storica che collega materia e tempo, trasformando questa vasta classificazione di idee e tessuti in un’espressione poetica.

Segue un lavoro a parete, simile a un arazzo scomposto, in cui i tessuti si sovrappongono, si disgregano e si riconfigurano in una tessitura discontinua. Quest’opera, più silenziosa, ma non meno perturbante, richiama le tassonomie visive dei campionari industriali o degli erbari, ma ne sovverte la logica ordinatrice attraverso un linguaggio frammentato.

Infine, un’opera composta da ampolle di vetro, contenenti ritagli di stoffa, agisce come un archivio poetico e criptico. Ogni ampolla diventa un microcosmo: oggetto di studio, reliquia e contenitore del tempo. L’atto della raccolta qui si fa intimo e quasi rituale, trasformando il materiale in segno, in traccia, in memoria sedimentata.

Con questo trittico, Padovani restituisce una riflessione stratificata sul concetto di raccolta, mettendo in tensione il rigore dell’archiviazione con l’instabilità della materia e della memoria. Un’indagine che si muove tra ordine e disordine, tra metodo e perdita, tra oggetto e narrazione. A completamento delle installazioni site-specific, sarà presente una selezione di opere dell’artista che esplorano il tema della classificazione nei suoi molteplici aspetti. Saranno incluse teche entomologiche e opere composte da frammenti, offrendo così un ricco panorama delle diverse declinazioni del tema della catalogazione.

Alice Padovani – Profilo

Alice Padovani. Laureata in Filosofia e in Arti visive, dopo aver lavorato per diversi anni nell’ambito del teatro contemporaneo, sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive, fiere d’arte e a ricevere numerosi premi e riconoscimenti a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni in Italia e all’estero, private e pubbliche. Attraversando differenti tecniche, materiali e linguaggi espressivi e con uno spirito classificatorio simile a quello neo-settecentesco, Padovani unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo scientifico. Passando attraverso installazioni, scultura, disegni e performance, nelle sue opere propone frammenti di una natura decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce, dove le memorie si fondono.


Alice Padovani
Limes: frammenti di realtà
A cura di Nadia Stefanel
Nell’ambito di Arteam Cup
Con il patrocinio del Comune di Forlì
Con il patrocinio di Confindustria Romagna
Nell’ambito del Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa
 
Fino al 31 luglio 2025
Orari: da martedì a giovedì 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 / 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)
T. +39 0543 755770 | info@fondazionedinozoli.com | www.fondazionedinozoli.com
https://www.facebook.com/fondazionedinozoli/ –  https://www.instagram.com/fondazionedinozoli/
 
Ufficio Stampa
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Da Melasecca PressOffice <info@melaseccapressoffice.it>

Bolsena – VT: Località Golfo del Grancaro Cozza Caposavi

In copertina: Carmine Leta
GRANCARO 2025: sculture e installazioni sul lago di Bolsena
| Località Golfo del Grancaro Cozza Caposavi | Bolsena – VT

Grancaro welcome on board è un progetto di Lorenzo e Francesco Cozza Caposavi, realizzato con la direzione artistica di Francesca Perti e Mara Van Wees, in collaborazione con Asp Tra le Volte di Francesco Pezzini. Inaugurazione 12 luglio 2025 ore 17.00. Presentazione catalogo ore 18.00. 

Il progetto Grancaro ha come intento quello di dare ospitalità agli artisti per confrontarsi e riflettere sull’eccezionalità del luogo, un sito di rigorosa bellezza e di lunga storia sulle sponde di uno dei laghi più affascinanti d’Italia, il lago di Bolsena. Il golfo del Grancaro è un tratto di costa rimasto miracolosamente intatto, un paesaggio agricolo ed arcaico che rappresenta un raro esempio di difesa e rispetto del territorio – sito archeologico palafitticolo, di età villanoviana ( X sec a.C) ma anche quartiere generale delle truppe alleate durante la seconda guerra mondiale, come dimostra il limitrofo cimitero di guerra del Commonwealth di Bolsena.

Per questa quarta edizione, sulla prateria dell’azienda agricola Cozza Caposavi, è stato realizzato il Terzo Paradiso, un simbolo dell’infinito ideato da Michelangelo Pistoletto. Il termine paradiso proviene dall’antico persiano e significa giardino protetto , come lo è la terra che lo ospitaun secret garden nascosto e incastonato tra una spiaggia di sabbia nera e una parete verticale di bosco. Nel 2003, l’artista contemporaneo Pistoletto scrive il manifesto del Terzo Paradiso e ne disegna il simbolo, un Nuovo Segno di Infinito. Una reinterpretazione del simbolo matematico con un terzo intreccio aggiunto. Gli intrecci rappresentano i tre paradisi: il primo quello naturale, il secondo quello artificiale e industriale che mette in pericolo il primo e il terzo che supera il conflitto tra i primi due. Scrive Michelangelo Pistoletto nel suo manifesto: Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale. Il simbolo è stato realizzato con rotoballe, legni e pietre originate e trovate in loco.

Inoltre saranno presentate le sculture ed installazioni di

Fabio Maria Alecci, con le opere GARDE-ROBE e CUCIRE IL TEMPO, e Gianluca Esposito, con PERISCOPIO e DOLCE DORMIRE, s’immedesimano nella vita degli uomini e animali del lontano passato nelle grotte preistoriche che si affacciano dall’alto sul lago. Franco Alessandrini propone NUREYEV, una figura esile danzante. Patrick ALO’ presenta il suo NERONE, una ventata di contemporaneo in una delle iconografie classiche più sedimentate nell’immaginario occidentale. Lidia Bachis fa svettare sul lago una bandiera con immagini che si rifanno ai miti antichi, le Sirene, la Circe. Ernesto Lamagna espone MINOR TAURUS, un nano che si maschera da toro, portato in spalla da una donna. Carmine Leta, con GRANDE MOEBIUS, un nastro in fil di ferro che gioca all’infinito, cambia orizzonte e crea miraggi. Susanne Kessler fa serpeggiare la sua LINEA BIANCA tra alberi e prato, un bianco che assume man mano significati diversi per poi reimmergersi nelle acque del lago. Alessio Paternesi propone IL BACIO, un incontro ravvicinato. Leonardo Perosillo costruisce Caos, una torre | albero, una struttura precaria che s’immagina di sopravvivenza in tempi sempre più incerti. Enrico Pulsoni installa RESPIRO, una meridiana che cerca di espandersi mentre avvinghia a sé un flottante respiro ellettico. Gian Marco Sanna appende tra gli alberi un’immagine che rispecchia il lago e Paul Wiedmer collega sul lungo viale alberato le sue sculture in ferro colorate, OSPITI, che si stringono in un abbraccio agli ontani.

Che andranno aggiungersi alle opere di

Carlo Birotti | Tommaso Cascella | Ettore Consolazione | Umberto Corsucci | Ugo Cordasco | Stefania Fabrizi | Paola Romoli Venturi | Samuele Vesuvio | | David Fagioli | Ettore Marinelli | Giovanna Martinelli | Maria Pizzi | Eliana Prosperi | Oliviero Rainaldi | Massimo Saverio Ruiu | Silvia Stucky | TITO | Alessandro Twombly | Mara van Wees | Samuele Vesuvio già installate in un percorso “open air”, che si snoda in uno dei luoghi più misteriosi, energetici e suggestivi del lago di Bolsena

Il Grancaro è da una parte un contenitore di storia, dall’altra diventa un laboratorio di idee dove l’arte contemporanea si confronta e si fonde con il patrimonio storico archeologico e naturalistico. Questo dialogo tra epoche diverse non solo arricchisce il panorama artistico, ma offre anche nuove prospettive per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. L’incontro tra arte e archeologia, tra contemporaneità e tradizione, si configura come un’esperienza trasformativa, capace di risvegliare la coscienza collettiva e di rinnovare il legame tra l’individuo e il territorio.


PROMOSSO DA: GRANCARO Welcome on Board con la collaborazione di APS TRAleVOLTE
UN PROGETTO DI: Lorenzo e Francesco Cozza Caposavi.
DIREZIONE ARTISTICA DI: Francesca Perti, Mara van Wees con la collaborazione di Francesco Pezzini
OPERE DI: Fabio Maria Alecci – Franco Alessandrini – Patrick Alò – Tito Amodei – Lidia Bachis – Carlo Birotti – Tommaso Cascella – Ettore Consolazione – Ugo Cordasco – Umberto Corsucci – Gianluca Esposito – Stefania Fabrizi – David Fagioli – Marco Fioramanti – Susanne Kessler – Ernesto Lamagna – Carmine Leta – Ettore Marinelli – Giovanna Martinelli – Alessio Paternesi – Leonardo Perosillo – Maria Pizzi – Eliana Prosperi – Enrico Pulsoni – Olivieri Rainaldi – Paola Romoli Venturi – Massimo Saverio Ruiu – Gian Marco Sanna – Silvia Stucky – Alberto Timossi – Alessandro Twombly – Mara van Wees – Samuele Vesuvio – Paul Wiedmer 
OPENING: sabato 12 luglio 2025 ore 17.00, presentazione catalogo ore 18.00
DOVE: Località Golfo del Grancaro Cozza Caposavi | Bolsena – VT
ORARI:  Aperto la domenica dal 13 luglio fino al 18 agosto; Il sabato e giorni feriali su appuntamento cell. 349 568 6189 | e-mail grancaro@libero.it
MAIN SPONSOR: Residenza d’epoca VESCONTE – www.vesconteresidenza.com

UFFICIO STAMPA
Roberta Melasecca – blowart
tel. +39 3494945612  |  roberta.melasecca@gmail.com
Da Melasecca PressOffice <info@melaseccapressoffice.it>

Trieste Estate 2025: Gli eventi in programma da venerdì 11 a lunedì 14 luglio

TRIESTE ESTATE 2025 PROSEGUE CON TRIESTELOVESFESTIVAL E ALTRI EVENTI MUSICALI E TEATRALI.
GRANDE ATTESA PER CARMINA BURANA AL CASTELLO DI SAN GIUSTO

Gli eventi in programma da venerdì 11 a lunedì 14 luglio
La Morte di Babbo Natale (Cr. Federica Borgato)

Una Nina Simone ancora poco nota, raccontata con parole, musica e immagini, è la protagonista dello spettacolo “My name is Nina – a portrait of Nina Simone“, organizzato dal Festival TriesteLovesJazz, in collaborazione con Udin&Jazz, nell’ambito della rassegna Trieste Estate 2025, promossa dal Comune di Trieste. Venerdì 11 luglio, alle ore 21.00 (ingresso libero), al Giardino del Museo Sartorio va in scena il ritratto di una donna, artista, combattente per i diritti civili, tra brani originali e pezzi scritti da altri autori che Nina interpretava nei suoi innumerevoli concerti in tutto il mondo, durante una vita forsennata, difficile, piena di sfruttamento, solitudine e disagio interiore. Una voce che narra la sua storia straordinaria e che, con un quartetto jazz, propone i brani più significativi del suo intenso repertorio. Sul palco, Graziella Vendramin alla voce e percussioni, Francesco de Luisa al piano, tastiere, Romano Todesco al basso, Emanuel Donadelli alla batteria. Nelle vesti di narratore l’autore Valerio Marchi, scrittore che ha già realizzato numerosi spettacoli teatrali e pubblicazioni dedicati a grandi personaggi della storia.

Nella cornice di piazza Verdi, alle 21.00 (ingresso libero), la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi offre il concerto “La musica sussurra e ci svela la vita“, dedicato all’indimenticato Maestro Ezio Bosso, con la partecipazione di musicisti dell’orchestra e ospiti che condividono la gioia di ricordare con la musica e con le parole del Maestro la presenza di una personalità unica in campo musicale, Direttore ospite residente del Teatro Verdi che ha lasciato un segno indelebile nella città di Trieste.
Al Giardino Pubblico Muzio de Tommasini, alle 21.00 (ingresso libero), la Casa del Cinema propone il film prodotto da VideoEst, con il supporto di Fondo Audiovisivo FVG e Film Commission FVG, “C’era un comico di nome Cecchelin“, un comico popolarissimo, geniale e instancabile inventore di battute esilaranti. Caustico, cinico, popolare nel suo modo di sbeffeggiare sempre il potere. Irredentista all’epoca dell’Impero austro-ungarico, irriverente antifascista nel Ventennio, non si tirò indietro dal prendere in giro i “rossi” e gli jugoslavi nei “40 giorni”, tantomeno a usare la sua tagliente ironia sugli alleati quando governavano la città. Ne pagò il prezzo con sospensioni, diffide, denunce, arresti, lunghi periodi dietro le sbarre o costretto a un forzato ritiro dalle scene.

La musica è la grande protagonista sabato 12 luglio, con due eventi di Trieste Estate. Al Giardino del Museo Sartorio, alle 21.00 (a pagamento), TriesteLovesJazz chiude la seconda settimana del Festival con un doppio concerto, in collaborazione con il Circolo del Jazz Thelonious. Il trio di Luca Dell’Anna – noto pianista, tastierista e compositore – e Alessandro Fedrigo e Luca Colussi. Nato a Ferrara nel 1975 e trasferitosi a Milano, Dell’Anna ha all’attivo quattro album come leader e numerose e importanti collaborazioni in diversi progetti come sideman. Con il trio, nel 2024 esce il cd “Tactile”, prodotto da Stefano Amerio per l’etichetta Artesuono Records, che contiene composizioni originali e alcuni riarrangiamenti dalle fonti più diverse: Claudio Monteverdi, Frantz Casseus, Peter Gabriel.

Segue l’esibizione del duo HD2 composto da Viola Hammer e Patrick Dunst, due affermati musicisti della scena austriaca che amano Trieste, città che ha spesso ispirato il loro lavoro. La pianista stiriana e il polistrumentista viennese, che suona vari strumenti a fiato, accostano brani di un minuto liberamente improvvisati a brani completamente scritti e strutturati, dando vita a un sofisticato gioco tra libertà calcolata, interplay e affiatamento interpretativo.

Al Castello di San Giusto, alle 21.15 (a pagamento), imperdibile appuntamento con “Carmina Burana” cantata scenica composta da Carl Orff tra il 1935 e il 1936, basata su 24 componimenti poetici tra quelli trovati nella raccolta medievale omonima. Con l’Orchestra e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, diretti rispettivamente da Beatrice Venezi Paolo Longo. Soprano Yerang Park, controtenore Gustavo Argandona, baritono Vincenzo Nizzardo.

Domenica 13 luglio, alle ore 21.00 (ingresso libero), in Piazza Verdi, l’Associazione Musica Libera ricorda “De André – La Buona Novella“, con una trascrizione nel format di un oratorio per soli, coro ed ensemble strumentale da camera del concept album “La Buona Novella” (1970) di Fabrizio De André. La scelta di trascrivere, anziché realizzare un vero e proprio arrangiamento che reinterpreti la composizione, risponde alla precisa esigenza di conservare quanto più possibile l’impianto originario dell’opera, restituendo un lavoro in un format totalmente aderente alla primigenia idea del suo autore, ovvero di oratorio classico/barocco, ma che superasse i limiti di un’orchestrazione figlia del suo tempo. Diversi gli interventi operati tra i quali la sostituzione dell’unica voce solista (la pur meravigliosa voce di De André) con cantanti che daranno voce ai diversi personaggi dell’album (i narratori, Maria, i ladroni e le loro madri, ecc.). Trascrizione e arrangiamento per soli, coro ed ensemble strumentale da camera di Andrea Mistaro.

La morte di Babbo Natale. Eutanasia di un mito sovrappeso” è invece il titolo di uno spettacolo teatrale proposto dalla rassegna Approdi per Trieste Estate, al Giardino del Museo Sartorio, alle 21.15 (a pagamento), a cura dell’Associazione Vitamina T, una produzione Tony Clifton Circus. Probabilmente nessuno lo riconosce fuori stagione… probabilmente una vita come tante altre: Babbo Natale però esiste… ma ha deciso di suicidarsi. Tony Clifton Circus si presenta con toni catastrofici, esplosivi, corrosivi, cattivissimi, senza limiti o decenza, né pietà né pudore. Con Nicola Danesi, Iacopo Fulgi, Enzo Palazzoni, Werner Waas. Musiche originali di Enzo Palazzoni.

La Società dei Concerti propone al Giardino del Museo Sartoriolunedì 14 luglio, alle ore 21.00 (a pagamento), “Musica con Vista“, un concerto del Trio Kobalt composto da Irene Fiorito – violino, Lorenzo Guida – violoncello, Riccardo Ronda – pianoforte. In caso di maltempo il concerto si terrà alla Scuola di Musica 55.

Importante novità invece dall’Università degli Studi di Trieste con il contributo della Fondazione CRTrieste: in piazza Verdi, alle ore 21.00 (aperto al pubblico), si terrà per la prima volta il Graduation day, la cerimonia in cui l’Università proclama i suoi nuovi Dottori di ricerca e che si conclude con il tradizionale lancio del “tocco”. Evento rinnovato nella formula che non solo celebra la formazione di 150 nuovi ricercatori provenienti da tutto il mondo, ma racconta anche alla cittadinanza il futuro della scienza e le prospettive aperte dai risultati della ricerca. Il programma prevede infatti la lectio magistralis di Rosario Rizzuto, Professore Ordinario di Patologia Generale dell’Università degli Studi di Padova sul tema: RNA e terapia genica: nuove tecnologie per la medicina personalizzata. Conduce la serata la giornalista Marinella Chirico.

Un formato nuovo, ma in continuità con i tanti momenti di incontro tra Università e cittadinanza vissuti nel recente passato, in occasione degli eventi che hanno celebrato il Centenario dell’Ateneo triestino.

Trieste Estate Fuoricentro

Numerosi gli appuntamenti nell’ambito di Trieste Estate Fuoricentro, la rassegna a cura di Hangar Teatri nei rioni della città e della periferia, tutti a ingresso libero.
Venerdì 11 luglio in Piazza Puecher si esibiscono “Gli ottoni scintillanti delle Serenade Ensamble” (ore 20.00), a seguire lo spettacolo circense “Tomate, puro Tomate” (ore 21.00).
Sabato 12 luglio nel Piazzale Biblioteca Gambini, il concerto “Piano Days – Fragments of our World” (ore 20.00) e lo spettacolo teatrale “JMB – Il beat che rivoluzionò il mondo” (ore 21.00). Domenica 13 luglio a Borgo San Sergio, appuntamento per i bambini già alle 17.00
con “Dal Sole alle stelle. Viaggio nel Cosmo per piccoli esploratori” e alle 18.30 con “Podrecca on the Road”; per gli sportivi alle 18.00, con “La via dello Yoga“; per tutti gli appassionati di musica con “Haram!” alle 20.00 e “Caspio” alle 21.00.

In caso di maltempo o di allerta meteo dichiarata, gli eventi saranno annullati, spostati o posticipati: si consiglia di verificare le informazioni, sempre aggiornate, sui canali social e digitali del Comune di Trieste.

La rassegna Trieste Estate è organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia e dell’Assessorato alle Politiche del Territorio, il supporto di PromoTurismoFVG e la collaborazione del Trieste Convention & Visitors Bureau.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it
Da Federica Zar <zar@apscom.it>

FLOW, un percorso artistico dedicato alla fotografia e alle arti visive

Nel 2025, The Eyes, produttore e editore culturale, lancia con orgoglio l’edizione inaugurale di FLOW, un innovativo percorso artistico dedicato alla fotografia e alle arti visive, ospitato in emblematici siti del patrimonio culturale dell’Occitania, nella Francia meridionale.

Il tema di questa prima edizione, “Ciò che è fragile è prezioso”, invita a esplorare la fragilità insita nella vita, la memoria radicata nei luoghi, le realtà dell’esilio e della migrazione e il delicato equilibrio dei nostri ecosistemi. Artisti internazionali condivideranno le loro prospettive, offrendo approfondimenti profondi su questi argomenti urgenti e delicati.
A rendere speciale questa edizione è una collaborazione speciale con la Tara Ocean Foundation, in commemorazione del 20° anniversario delle spedizioni di Tara.

In 2025, The Eyes, cultural producer and publisher, proudly launches the inaugural edition of FLOW, an innovative artistic journey dedicated to photography and visual arts, hosted within emblematic heritage sites in the Occitanie region in Southern France.

The theme of this first edition, “What’s Fragile is Precious,” invites exploration of the fragility inherent in life, the memory embedded in places, the realities of exile and migration, and the delicate balance of our ecosystems. International artists will share their perspectives, offering profound insights into these urgent and sensitive topics.
Highlighting this edition is a special collaboration with the Tara Ocean Foundation, commemorating the 20th anniversary of the Tara expeditions.


Press contact: Nathalie Dran 
+ 33 (0)6 99 41 52 49
nathalie.dran@wanadoo.fr
Da Nathalie Dran RP <nathalierp@nathalierp.com>

Sarà inaugurato l’11 luglio 2025

Venerdì 11 luglio 2025 alle ore 18:00, in anticipazione dell’evento di apertura della biennale SMACH, inaugura l’opera

“Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto in località Plans, a Colfosco (BZ), alla presenza dei rappresentanti della Fondazione Pistoletto e degli organizzatori. Il progetto, a cura di Sandro Orlandi Stagl e Phil Mer, è stato coordinato e realizzato grazie al Cultural Hub dell’associazione culturale SMACH con il sostegno della Fondazione Pistoletto – Cittadellarte e di Paolo Mozzo di ARTantide Gallery. Indispensabili per la realizzazione dell’opera sono stati: gli Impianti Colfosco, come partner tecnico; lo sponsor Stiftung Südtiroler Sparkasse – Fondazione Cassa di Risparmio; i volontari di SMACH, associazione culturale sostenuta in questa attività, come in tutte quelle degli anni precedenti, dagli enti Provincia Autonoma di Bolzano e dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige.

Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto approda a Colfosco

grazie all’impegno di SMACH

Dopo le installazioni, tra le altre, al Louvre di Parigi, alle Nazioni Unite di New York, ai Fori Imperiali di Roma, al Castello di Rivoli di Torino e al sito archeologico di Karkemish

in Turchia, “Il Terzo Paradiso” arriva a Colfosco (BZ) in un’area di 52×24 metri. L’installazione permanente, realizzata con il legno degli abeti abbattuti dalla

tempesta Vaia, trova dimora in un prato messo a disposizione dalla famiglia Mersa, nella località Plans – ai piedi del Passo Gardena e in prossimità del massiccio del Sella. Il “Terzo Paradiso” si integra armonicamente nel paesaggio dolomitico,

risultando visibile anche dalla rete sciistica invernale della Val Badia. L’installazione è raggiungibile tramite un percorso pedonale e ciclabile ed è visibile dall’alto da chi attraversa il Passo, dagli scalatori della Ferrata Tridentina e dai frequentatori della seggiovia Plans Frara.

Il “giardino” di cui tutti sono invitati a farsi giardinieri.

Dal punto di vista concettuale, il Terzo Paradiso rappresenta una sintesi tra due condizioni opposte: il Primo Paradiso, simbolo dell’originaria armonia tra essere umano e natura, e il Secondo Paradiso, esito del mondo artificiale generato dall’ingegno umano –

fonte di progresso, ma anche di squilibri ecologici e sociali. Il Terzo Paradiso si

propone come una “terza via”, uno spazio di coesistenza attiva e rigenerazione, in cui queste polarità possano interagire generando sostenibilità.
Al cuore del progetto vi è l’idea che l’arte, oltre alla sua dimensione estetica, possa

essere strumento di consapevolezza e trasformazione. In questo senso, il “Terzo Paradiso” si configura come un mito contemporaneo: una narrazione simbolica che stimola responsabilità individuale e collettiva, orientando l’agire quotidiano verso una rinnovata coscienza ecologica e sociale. Il termine “paradiso” – dal persiano pairidaeza, “giardino recintato” – rievoca un’etica della cura: ogni

persona è chiamata a farsi “giardiniere del pianeta”, custode attivo della Terra e delle comunità che la abitano.
Il simbolo dell’opera, una reinterpretazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi: i due estremi rappresentano l’uno la natura, l’altro l’artificio; quello centrale ne incarna l’interconnessione generativa, configurandosi come il grembo di una nuova umanità. Questa forma, essenziale e densa di significato, diviene emblema di un possibile equilibrio tra i sistemi viventi e quelli costruiti.

In tale prospettiva, Il “Terzo Paradiso” non è solo un’installazione artistica, ma un’infrastruttura culturale e pedagogica: un’opera capace di generare senso, attivare pratiche di rigenerazione e promuovere una visione sistemica, etica e sostenibile dell’abitare il mondo contemporaneo.

Sandro Orlandi Stagl è un architetto e curatore italiano con una profonda esperienza nel mondo dell’arte e dell’architettura. Laureato in architettura, ha collaborato con studi e istituzioni internazionali, sviluppando progetti innovativi e multidisciplinari. La sua visione creativa si concentra sulla fusione tra estetica, funzionalità e sostenibilità, con un approccio sempre orientato alla valorizzazione del contesto culturale e naturale.

Phil Mer, all’anagrafe Philipp Mersa, è musicista, compositore, storico dell’arte, curatore e collezionista originario di Colfosco.



SMACH. Constellation of art, culture & history in the Dolomites è la biennale internazionale di arte pubblica ideata nel 2012 da Michael Moling e coadiuvata dal consiglio direttivo e comitato scientifico. Per ogni edizione vengono selezionate, da una giuria di professionisti di settore, 10 opere tramite un concorso internazionale. La mostra open air di arte contemporanea si svolge in Val Badia, nel contesto paesaggistico e culturale delle Dolomiti, patrimonio Unesco dal 2009.

Dal 2018 SMACH è anche un’omonima associazione culturale che, in sinergia con attori locali ed istituzionali, lavora per la promozione dell’arte, del territorio e della cultura, in chiave di turismo culturale, ed attiva un canale di incontro tra amanti dell’arte, appassionati di natura, turisti e professionisti di settore.
SMACH. Val dl’Ert (www.smach.it/art-park) è la collezione permanente della SMACH biennale, composta attualmente da 27 opere acquisite dalle passate edizioni che si arricchisce, per ogni edizione della biennale, di nuove opere selezionate dai progetti vincitori. Il parco, di 25 ettari, è situato in una valle incontaminata nella località di San Martino in Badia, in provincia di Bolzano. Il suo accesso è a 150 m dal Museum Ladin e crea con esso un interessante polo di attrazione turistico-culturale per tutta la Val Badia.

SMACH. Cultural Hub è il progetto dedicato al valore sociale del patrimonio culturale materiale e immateriale della Val Badia in linea con la Convenzione FARO del 2020 e promuove una vasta offerta di progetti finalizzati all’attivazione e allo scambio culturale.

Tutti i dettagli sono sul sito SMACH


Artista: Michelangelo Pistoletto
Opera: Terzo Paradiso
Curatori: Sandro Orlandi Stagl e Phil Mer Inaugurazione: venerdì 11 luglio 2025; ore 18:00 Durata: installazione permanente
Località: Plans, Colfosco (BZ), Accesso libero
Promotore del Progetto: SMACH – Constellation of art, culture & heritage Partner: Fondazione Pistoletto – Cittadellarte; Paolo Mozzo – ARTantide Gallery, Verona
Partner tecnico: Impianti Colfosco
Sponsor: Stiftung Südtiroler Sparkasse – Fondazione Cassa di Risparmio
Si ringraziano tutti i volontari dell’associazione SMACH, sostenuti dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige
Da Paolo Mozzo <paolo.mozzo@artantide.com>