Questi sono i migliori auguri ricevuti per le Feste. Li ha inviati Roberta Melasecca ad amici e colleghi. Certi che faccia piacere anche a lei, vorremmo condividerli con i lettori di Experiences, perché, come dice Roberta, “nell’Arte, come nel mondo dei bambini, ogni sguardo è una conquista, ogni caduta precede il nuovo tentativo”. E qui, nella redazione di Experiences ci sentiamo tutti “adulti bambini”. Auguri per un fiducioso inizio del 2025.
Cari amici e colleghi
di Roberta Melasecca
Cari amici e colleghi questo anno trascorso, vissuto nell’arte, nella poesia e nella scrittura così profondamente, ha cambiato ogni punto di vista, ha fatto decadere ogni certezza e ogni cosa è stata rifondata, appare rigenerata, come germogli appena nati.
L’arte e la poesia hanno prodotto questo in me, donandomi la possibilità di osservare in modo rinnovato tutte le persone che amo, tutti quelli con cui ho lavorato e con cui ho vissuto e condiviso, nell’incontro sincero e veritiero, incardinato nella realtà della vita.
Ed è questo che auguro e continuo ad augurare a me e a tutti Voi: ritrovare la bellezza e la sorpresa, così come scrissero quel giorno su di un quaderno di firme – “Un adulto serio non sa fare cose che fa un adulto bambino” – spostando il centro: da noi agli altri con noi, riscoprendo un sistema collettivo di tanti uno e di tanti molti.
E nel condividere con Voi i progetti che mi hanno più emozionata, di seguito un testo che per me è diventato un manifesto.
Roberta Melasecca Presidente Associazione culturale blowart Melasecca PressOffice – Interno 14 next – Festival del Tempo Ambasciatrice Rebirth Terzo Paradiso Cittadellarte Fondazione Pistoletto Responsabile Progetti Speciali e Comunicazione Movimento VulnerarTe APS |
Crescendo, a volte, perdiamo il potere immaginifico delle immagini e delle parole, quella capacità di plasmare mondi altri, diversi paesaggi, nuove frontiere, limiti inesistenti tra luoghi dello spirito e luoghi del presente. Crescendo perdiamo quella possibilità intrinseca di errare, di trovare nel fallimento la risorsa necessaria per realizzare visioni e istanze.
Quegli universi, che nell’infanzia era semplice far apparire anche in modo improvviso, sembrano non fare più parte della realtà della nostra vita. Eppure sono loro che ci consentono, in età adulta, di resistere agli accadimenti delle giornate, sono loro che aprono uno spazio di protezione nel quale possiamo sostare sereni, senza che nessuno ci spinga verso un baratro annunciato.
Solo l’Arte, nelle sue disparate forme, ridona queste possibilità, concede un luogo decantato da ogni remora e da ogni barriera, ci riporta ad un tempo ancestrale dove, perse le configurazioni infantili, con queste nuove sembianze da donna e da uomo, realizziamo quanto negli oscuri e limpidi desideri troviamo di più aderente alla nostra intima essenza.
Solo l’Arte, se corrisponde alla veritarietà del proprio esistere coincidente con la purezza del suo fautore, se è disposta a farsi vedere scarnificata da ogni orpello, se concede a sé di assorbire l’assolutezza del sublime che su di essa scende, se è inerme, senza difese, senza pretese, senza obiettivi, senza reciprocità, solo a tali condizioni diventa meccanismo di elaborazione del mondo, diventa materia che fonde le menti, diventa strumento che sconvolge e avvolge le genti; contemporaneamente riporta su di sé tutte le piaghe dell’umano restituendone i tremori e le fragilità, le fortezze e le esigenze. E si tramuta in “corpo” necessario, indispensabile, immancabile.
Senza l’Arte il mondo cadrebbe nel buio di un non-limite, in un deserto senza sole e senza dune, in una foresta senza linfe e senza voci, in una città senza il proprio senso specifico, e vivremo in non-città, in non foreste, in non-deserti, estranei e lontani. Irraggiungibili.
L’Arte, scevra da ogni condizione e condizionamento, è carne viva, “corpo” vero, transito che collega ogni essere esistente: da lei procede ogni comune, ogni spirito di comunità e collettività. Attraverso un processo di reiterazione delle istanze, ci trasla a quei momenti rimembrati, quando erano attimi di sorpresa, attimi di attesa, attimi di azioni dove nulla era pericoloso o attento, nulla era comodo e astratto, nulla di non immaginato non era effettiva realtà.
Nell’Arte, come nel mondo dei bambini, tutto è vivido ed essenziale; tutto scorre in pelle senza epidermide col rosso sangue mescolato a pigmenti e fluidi, a lacrime e sassi.
Nell’Arte, come nel mondo dei bambini, ogni sguardo è una conquista, ogni caduta precede il nuovo tentativo, ogni percorso non arriva mai alla fine ma solo all’inizio di una nuova giornata.
Già pubblicato il 24 Dicembre 13:44
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