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  ANTONELLO
DA MESSINA
 
   
  VITA E OPERE
   

Antonello da Messina, artista non per caso

 

Antonello e le nuove tecniche fiamminghe

 

Come sfondo dei dipinti, lo Stretto

 

Antonello e la sua ricerca personale

 

I toni cupi della fede dell'artista

 

Il polittico del convento di Santa Maria

 

La capacità raggiunta lo fa conoscere ovunque

 
Ultimi capolavori di un grande Maestro

   
  EXCURSUS DEI DIPINTI
   

Parte prima 1455-1475

 

Parte seconda 1473-1476


Parte terza 1474-1479

 

 
   
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ANTONELLO
 
     
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 A cura di Daniela Daino 
 

Antonio de Antonio nasce a Messina nel 1430. La madre, di nome Garita, diede alla luce altri due figli oltre ad Antonello, Giordano, il fratello minore dell’artista e una sorella, che più avanti vedremo unita in matrimonio ad uno dei più grandi amici e collaboratori di Antonello, Giovanni de Saliba. Il padre, Giovanni Michele de Antonio, è uno scalpellino del marmo, specializzato in scultura, intarsio e intaglio e non è difficile supporre una precoce predisposizione del giovane Antonello all’attività artistica. A soli quindici anni si sposa con Giovanna Cuminella, dalla quale, un anno dopo, avrà l’unico figlio Jacobello.

L’ambiente siciliano, messinese in particolare, tinge l’infanzia del giovane apprendista, affascinando l’occhio ancora inesperto dell’artista, tanto da poter essere considerato un punto fermo e identificativo dell’intero percorso artistico del pittore. I colori caldi della Sicilia, i personaggi e i volti comuni della gente del paese, ritorneranno frequenti nella maggior parte delle sue composizioni artistiche, ma in questo periodo la città non offriva grandi possibilità ad una mente geniale come quella di Antonello, mentre Napoli, capitale del regno, era sicuramente un buon punto di partenza.
“L’artista siciliano.. esprime quel male oscuro che ancora oggi spinge uomini di qualità alla ricerca del proprio spazio.. ad allontanarsi dalla propria gente e dalla propria terra”.

E’ il 1455, Antonello ha soltanto quindici anni quando si trasferisce a Napoli, presso la bottega del grande maestro Colantonio, conosciuto e rinomato copista di opere fiamminghe. La realtà napoletana era completamente diversa da quella dalla quale si era momentaneamente allontanato Antonello.

Napoli è la capitale del Rinascimento mediterraneo, dove si incontrano arte e cultura ligure, provenzale, spagnola e soprattutto fiamminga. La presenza in città di una personalità, come quella di Alfonso d’Aragona il Magnanimo, segna indubbiamente un importante trampolino di lancio per l’arte. Con il ritorno degli aragonesi a Napoli nel 1442, si assiste infatti ad un proficuo scambio culturale e artistico fra pittori di corte, provenzali e spagnoli, e artisti locali. I dettagli minuti e le raffinate composizioni straniere diventano modelli importanti sia per Colantonio che per il suo giovane apprendista Antonello.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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