Antonio
de Antonio nasce a Messina nel
1430. La madre, di nome Garita,
diede alla luce altri due figli
oltre ad Antonello, Giordano, il
fratello minore dell’artista e una
sorella, che più avanti vedremo
unita in matrimonio ad uno dei più
grandi amici e collaboratori di
Antonello, Giovanni de Saliba. Il
padre, Giovanni Michele de
Antonio, è uno scalpellino del
marmo, specializzato in scultura,
intarsio e intaglio e non è
difficile supporre una precoce
predisposizione del giovane
Antonello all’attività artistica.
A soli quindici anni si sposa con
Giovanna Cuminella, dalla quale,
un anno dopo, avrà l’unico figlio
Jacobello.
L’ambiente
siciliano, messinese in
particolare, tinge l’infanzia del
giovane apprendista, affascinando
l’occhio ancora inesperto
dell’artista, tanto da poter
essere considerato un punto fermo
e identificativo dell’intero
percorso artistico del pittore. I
colori caldi della Sicilia, i
personaggi e i volti comuni della
gente del paese, ritorneranno
frequenti nella maggior parte
delle sue composizioni artistiche,
ma in questo periodo la città non
offriva grandi possibilità ad una
mente geniale come quella di
Antonello, mentre Napoli, capitale
del regno, era sicuramente un buon
punto di partenza. “L’artista
siciliano.. esprime quel male
oscuro che ancora oggi spinge
uomini di qualità alla ricerca del
proprio spazio.. ad allontanarsi
dalla propria gente e dalla
propria terra”.
E’ il 1455,
Antonello ha soltanto quindici
anni quando si trasferisce a
Napoli, presso la bottega del
grande maestro Colantonio,
conosciuto e rinomato copista di
opere fiamminghe. La realtà
napoletana era completamente
diversa da quella dalla quale si
era momentaneamente allontanato
Antonello.
Napoli
è la capitale del Rinascimento
mediterraneo, dove si incontrano
arte e cultura ligure, provenzale,
spagnola e soprattutto fiamminga.
La presenza in città di una
personalità, come quella di
Alfonso d’Aragona il Magnanimo,
segna indubbiamente un importante
trampolino di lancio per l’arte.
Con il ritorno degli aragonesi a
Napoli nel 1442, si assiste
infatti ad un proficuo scambio
culturale e artistico fra pittori
di corte, provenzali e spagnoli, e
artisti locali. I dettagli minuti
e le raffinate composizioni
straniere diventano modelli
importanti sia per Colantonio che
per il suo giovane apprendista
Antonello.
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