Pop-Tarts, la storia di uno snack americano di successo ispirato ad Andy Warhol

Unfrosted è un divertente film americano uscito in questo nostro 2024, diretto dal comico Jerry Seinfelde (che ricopre anche il ruolo di interprete principale). Questo suo primo lungometraggio è sbarcato su Netflix. Il soggetto è presto detto: nel Michigan del 1963, le società Kellogg’s e Post – specializzate in cereali da colazione – avevano intrapreso una “guerra commerciale” per lanciare un nuovissimo prodotto in grado di rivoluzionare la prima colazione degli americani. Soprattutto quella dei bambini, sempre alla ricerca di gusti nuovi.

La “Storia di uno snack americano” (raccontata scherzosamente nel film ironicamente ispirato alla vera vicenda) è incentrata sulle famosissime e iconiche Pop-Tarts, crostatine farcite da scaldare nel tostapane o nel forno a microonde. Le Pop-Tarts, non commercializzate in Italia, sono un dolcetto da pasticceria dell’azienda Kellogg’s, che in realtà prendono spunto da un prodotto similare della diretta concorrente Post. Infatti, negli anni ’60 il produttore Post Cereals, aveva sviluppato un processo per mantenere freschi alcuni cibi avvolgendoli in un involucro di alluminio, oggi di Mylar. Post ha pertanto avuto l’idea di utilizzare questo processo anche per un nuovo prodotto indirizzato alla prima colazione, da riscaldare nel tostapane.

Questo prodotto era inteso come scelta rispetto ai cereali per la colazione dell’azienda, consumati non riscaldati. Furono presentati per la prima volta al grande pubblico nel 1964 con il nome Country Squares. Questo fu il grande errore della Post Cereals, perché la Kellogg’s, uno dei principali concorrenti, si è imposta sul mercato, pur avendo lanciato sul mercato la propria versione alternativa ben sei mesi dopo il grande successo delle Country Squares.

Una pop-tart ai mirtilli non glassata spezzata

Questo perché la Post aveva rivelato le Country Squares prima che fossero pronte per essere immesse sul mercato. Di conseguenza Kellogg’s si affrettò a sviluppare la propria alternativa commerciale. Assunse Bill Post, un ex dipendente della Keebler, e sotto la sua guida fu realizzato un nuovo dolce per la colazione in soli quattro mesi. Inizialmente chiamato Fruit Scones, il nome fu presto cambiato in Pop-Tarts come gioco di parole. Il nome fu scelto ispirandosi, infatti, alla Pop Art di Andy Warhol, movimento artistico estremamente popolare all’epoca. Ricordiamo che in inglese “Pop out” significa anche “saltare fuori”, alludendo in questo caso al saltare fuori dal tostapane.

Pop tart glassata colorata di blu

Il prodotto divenne così popolare che l’azienda non riuscì a tenere il passo con la domanda. La prima spedizione di Pop-Tarts ai negozi andò esaurita in due settimane e Kellogg’s si vide costretta a pubblicare annunci pubblicitari, chiedendo scusa per gli scaffali vuoti. Ciò ha solo aumentato le richieste.

Le prime Pop-Tarts erano disponibili in quattro gusti: fragola, mirtillo, zucchero di canna, cannella e mela ribes, presto ribattezzata mela-bacca. Originariamente non glassato – quando fu introdotto per la prima volta nel 1964 – Kellogg’s sviluppò presto una glassa che poteva resistere al tostapane e le prime Pop-Tarts glassate furono lanciate nel 1967. Oggi si possono scegliere oltre 24 gusti standard, tra i quali gelato al cioccolato caldo, s’mores (marshmallow e cioccolato), lampone e uva. In Europa sono disponibili solo tre gusti: frosted Apple Blast, frosted Chocotastic, frosted Strawberry Sensation, in altre parole al gusto di mela, di cioccolato, di fragola.

È possibile acquistare questi biscotti anche in Canada, Gran Bretagna e Irlanda. Le vendite iniziarono in Gran Bretagna negli anni ’90, anche se con molto meno successo che negli Stati Uniti e si diffusero. Meno che in Italia, evidentemente. Kellogg’s vende ancora oggi con grande successo negli Stati Uniti le Pop-Tarts producendo, secondo le informazioni aziendali, oltre due miliardi di pezzi all’anno.

Immagine d’apertura tratta dal sito Cakespy alla pagina Pop Tarts


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