Venezia Blue Gallery: “Venezia è una pausa tra un antro e l’altro” di Paolo Liberati

La Blue Gallery, galleria indipendente di Venezia, è lieta di annunciare Venezia è una pausa tra un antro e l’altro, personale di Paolo Liberati, visitabile fino al 18 novembre 2025.

In mostra una selezione di opere, acquerelli e disegni realizzati con paziente lentezza, restituiscono il dialogo costante dell’artista con il teatro e la pittura, in un intreccio di gesti, memoria e luce. Un percorso intimo e visionario, dove l’antro dello studio diventa scena mentale e Venezia diviene  il luogo ideale per aprirsi a una nuova relazione con lo sguardo del pubblico.

VENEZIA È UNA PAUSA TRA UN ANTRO E L’ALTRO
Personale di Paolo Liberati
a cura di Silvio Pasqualini
testo critico di Lorenzo Mango

18.10 > 18.11.2025 

Inaugurazione 18 ottobre  2025 h.18

Blue Gallery 
Sestiere Dorsoduro 3061, Venezia
Paolo Liberati, Il corpo in voce tra le acque

L’antro è la caverna dello studio, «la stanza dell’alchimista, dove tutto avviene». È il teatro silenzioso dell’artista, il luogo in cui la materia si trasforma in visione. Da qui prende forma il lavoro di Paolo Liberati, che con la mostra Venezia è una pausa tra un antro e l’altro porta nella laguna una riflessione intima e profonda sul rapporto tra pittura e teatro, tra luce e interiorità, tra ciò che si nasconde e ciò che si manifesta.

Per Liberati la pittura è da sempre la parte costitutiva di una “scrittura d’arte” che tiene insieme più linguaggi. «Il teatro, la pittura e il video sono, per me, un’unica scrittura visiva», afferma. Come ha scritto Lorenzo Mango, «la pittura è, di questo linguaggio plurale e aperto all’ibridazione, il fondamento». La sua ricerca affonda le radici nella lezione di Toti Scialoja e nella stagione del Nuovo Teatro Italiano, di cui Liberati fu protagonista con i Tradimenti Incidentali: un gruppo che cercava una moderna “scrittura teatrale d’arte”, fondata su un’intensa qualità visiva.

In Venezia è una pausa tra un antro e l’altro questa visione si rinnova. Il teatro continua a ispirare la pittura, ma è la pittura ora a restituire al teatro la sua dimensione mentale e poetica. «Chiedo aiuto al mio passato», racconta Liberati, «perché il dramma e la commedia mi suggeriscano tempi, soggetti e condizioni per il mio operare».
Nascono così opere che sono veri e propri “teatri della mente”, “teatri dell’occhio”, in cui il disegno e l’acquerello diventano spazi scenici interiori.

Come nota Mango, «le immagini disegnate figurano spazi di teatri impossibili, esito di una visione assoluta, scenicamente motivata ma che non può tradursi in scena materiale». Si tratta di “drammaturgie pittoriche” dove la mano pensa, e la visione si costruisce lentamente, «dal nero più assoluto fino al bianco, ciò che resta della superficie del foglio, che diventa luce».

In questo senso, l’opera di Liberati prosegue idealmente il suo Manifesto per un’Arte Mutante, dove il punto diventa poro, la linea fibra, la superficie gravità: pittura come forma formante, come “immagine immaginante” che si fa corpo. «L’arte deve restare misteriosamente inutile», scriveva, «perché è nell’inutile che il tutto si tocca».

Venezia è una pausa tra un antro e l’altro diventa dunque un attraversamento. L’antro — lo spazio interiore, il buio fertile dello studio — si apre all’altro, alla luce e alla città. «Venezia è il ponte, il luogo dell’incontro tra ciò che rimane nell’ombra e ciò che si apre alla visione».
In questa pausa sospesa, la pittura di Liberati si fa teatro dell’anima, dove forma, materia e memoria coincidono.

Paolo Liberati (Terni, 1957) vive e lavora tra Terni e Roma.

Formatosi all’Istituto d’Arte di Terni, alla Scuola di Design e all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove studia con Toti Scialoja e Alberto Boatto, aderisce alle teorie di Giuseppe Bartolucci sul Teatro della Post-Avanguardia.

Nel 1983 fonda la compagnia Tradimenti Incidentali, con cui sperimenta una “scrittura teatrale d’arte” capace di fondere teatro, poesia e arti visive, partecipando a numerosi festival nazionali e internazionali.

Dal 1992 concentra la sua ricerca sulla pittura, esplorando il rapporto tra luce, materia e spazio in quella che definisce “luce tattile” e “forme formanti”. Parallelamente sviluppa un lavoro con il video, studiando la luce elettronica e realizzando tarsie e mandala digitali.

Nel 1994 fonda Imaginalis Produzioni e partecipa alla creazione dell’associazione Roma Città di Cinema, curando proiezioni e installazioni in diverse capitali europee.

Dal 1973 è attivo ininterrottamente come pittore, mantenendo un costante dialogo tra arti visive, teatro e linguaggi mediali.

INSTAGRAM @paolo.liberati

ALCUNE ESPOSIZIONI  e VIDEO

2016 | “Angeli Pro. Cessati” video film realizzato nel corso di trentatre anni sulla storia artistica di Tradimenti Incidentali Imaginalis Teatro.  

2016 | “Beppe Bartolucci”, video omaggio di Paolo Liberati e Andrea Orsini al critico militante Giuseppe Bartolucci ideatore della post-avanguardia.

2017 |Mostra “ORO PURO”, 60° Festival dei Due Mondi di Spoleto. Cantiere Oberdan, La Mama e. t. c. di New York, sezione Umbria. Mostra dedicata alla Mama dell’Avanguardia Ellen Stewart e al Papa dell’Avanguardie Giuseppe Bartolucci, con cui ha collaborato per oltre 20 anni con video e opere dedicate.

2020 | “Mostra Lampo” di Paolo Liberati e Mark Kostaby, per il Valentin Festival, il 14  febbraio, a cura di Andrea Giuli. 

2024  | “Tradimenti Incidentali versus Beppe Bartolucci”. Video celebrativo dei cento anni dalla nascita di Giuseppe Bartolucci.  


DISAMINA CRITICA DEL PROF. LORENZO MANGO 
SUL LAVORO DI PAOLO LIBERATI

La Pittura è da sempre, per Paolo Liberati, la parte  costitutiva di una pratica di scrittura artistica che ha coinvolto – su uno stesso piano – il Teatro e la sperimentazione mediale del video. 
Di questo linguaggio plurale e aperto all’ibridazione la pittura è, per molti versi, il fondamento.
Quando, fino a poco più di un decennio fa’, Liberati dirigeva uno dei gruppi più stimolanti e radicali del Nuovo Teatro Italiano, i Tradimenti Incidentali, la filosofia che lo muoveva e motivava nella sua ricerca era realizzare una moderna “scrittura teatrale d’arte” che, fondandosi su moduli  linguistici della scrittura scenica, li rielaborasse nella  direzione di una accentuata qualità visiva. 
Vera e propria drammaturgia pittorica che trova negli spettacoli “I cervelli dai petali taglienti” e “Vincent, l’orecchio di Van Gogh” la sua espressione più compiuta.
Il Teatro di Liberati e dei Tradimenti Incidentali si muove lungo la ricca direttrice novecentesca del Teatro dei pittori, forma particolare e specifica del teatro visuale moderno.
La pittura però, non è solo sostegno alla scrittura teatrale, così come il teatro, d’altronde, non è mai solo “pittura scenica“. 
Esiste, infatti un livello specifico e particolare della ricerca visuale che è  progettuale, compositivo, formale ed anche tecnico.
Partendo dall’insegnamento di Toti Scialoja, che è stato fondamentale per una intera  generazione di pittori italiani, la ricerca di Liberati si è disposta nel tempo come una risposta soggettiva e personale alle domande / provocazioni lanciate da alcuni dei grandi maestri del Novecento: da Rothko a De Dominicis da Cucchi a Ceccobelli.
Il risultato è una indagine tesa a penetrare quanto più possibile in profondità dentro le potenzialità linguistiche della pittura. 
Di qui l’interesse per il problema della tecnica.
Vedere è, per Liberati, atto che il pittore compie con la mano.
La visibilità dell’immagine è quanto emerge dal lavoro costante e paziente sulle tecniche, i materiali e le forme.
La grafite, che da qualche anno  è il materiale con cui meglio si esprime, porta in se questa  qualità. 
Il disegno – che è opera compiuta in sé e non solo preparatoria come vuole una certa nostra tradizione – discende dal lavorio di punte finissime di matite che consentono di toccare i neri più assoluti (un nero “colore” saturo e quindi straordinariamente luminoso), una infinita gamma di grigi fino a vibrare nel bianco, “ciò che resta” della superfice del foglio, che diventa luce assoluta.
La materia è il corpo organico dentro cui far vivere la forma.
Le immagini di Liberati sono sempre a metà tra l’astrazione e la figurazione, tra la struttura e il paesaggio, tra il racconto e la visione (con una memoria rivivificata del surrealismo e di certo simbolismo alla Odilon Redon ).
Nella serie di lavori cui appartiene quello che qui presentiamo, il gioco dell’immagine disegnata si presenta come un teatro della mente, teatro dell’occhio.
Teatri della visione a matita si intitolano e il gioco di parole ( che testimonia di  un interesse anche verso la lingua poetica, ancora memore di Scialoja, che si esprime vivacissimo nei titoli ) non è fine a se stesso.
Le immagini disegnate figurano spazi di teatri “impossibili“, esito di una visione assoluta, che non può tradursi immediatamente in una dimensione scenica materiale, ma non di meno è scenicamente e teatralmente motivata. Si tratta, infatti, di teatri-teatri, di drammaturgie pittoriche che portano in sé una ragione teatrale che al di fuori del foglio non può manifestarsi. 
Teatri disegnati, insomma, come metafora pittorica e come scrittura di scene mentali.
E così, come la pittura aiutava Liberati a scrivere il suo teatro, adesso è il teatro che lo aiuta a costruire la sua pittura disegnata .

Lorenzo Mango

Professore Ordinario presso la Facoltà di Napoli L’Orientale,
dove insegna Storia del teatro moderno e contemporaneo. 


BLUE GALLERY

Minuscola e orgogliosamente indipendente è situata tra Campo Santa Margherita e il Ponte dei Pugni a Venezia, si impegna a promuovere artisti basandosi esclusivamente sull’apprezzamento artistico e sul rispetto personale, respingendo le pratiche espositive convenzionali. Il direttore Silvio Pasqualini, Maestro d’arte e pittore, intende creare un cenacolo artistico ideale e reale, dove gli artisti possano esprimersi liberamente. Il  blu avio, colore distintivo di questo spazio, ispira sensazioni di benessere e creatività, come trovarsi tra cielo e mare

INSTAGRAM @bluegalleryvenice 


ORARI DI VISITA
Orari apertura mostra: 10-13 / 15 – 19
Per appuntamento: 347 70 30 568
Blue Gallery, Rio terà Canal –  S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia
OPENING  18 ottobre 2025 ore 18

Contatti Stampa CRISTINA GATTI PRESS & PR | press@cristinagatti.it | mob.338 6950929
Cartella Stampa : Cartella Stampa 
Da Cristina Gatti – Press & P.R. – Venezia <press@cristinagatti.it> 

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