Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi.
Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo. CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA: Museo Egizio di Torino
Le Passeggiate del Direttore: rituali e sepolture nel Predinastico
IMMAGINE DI APERTURA– Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)
In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere.
Il carro da fieno (The Hay Wain) è un dipinto a olio su tela (130,2×185,4 cm) di John Constable, databile al 1821 e conservato nella National Gallery di Londra. Mostrandosi memore della lezione di Pieter Paul Rubens e Thomas Gainsborough, i due pittori dal quale attinse per la ricerca degli effetti di luce e di atmosfera e per il tema del carro, John Constable eseguì Il carro da fieno nel 1821, esponendolo il maggio dello stesso anno alla Royal Academy in Somerset House con il titolo Landscape: Noon (Paesaggio: Mezzogiorno). Il carro da fieno, pur non trovando acquirenti, conobbe uno strepitoso successo. Théodore Géricault vide l’opera alla Royal Academy e, pur non facendone nessun cenno nei propri taccuini da viaggio, ne parlò molto entusiasticamente con l’amico Eugène Delacroix una volta ritornato in Francia. Amedée Pichot ammirò impetuosamente «la dolce magia dei pennelli di Constable» e l’«umida freschezza che si crede di respirare vicini ai suoi paesaggi».
John Constable ritratto da Daniel Gardner nel 1796
L’ARTISTA
John Constable (East Bergholt, 11 giugno 1776 – Londra, 31 marzo 1837) è stato un pittore inglese, considerato insieme a William Turner uno dei massimi paesaggisti del Romanticismo. Nato nel Suffolk, Constable è principalmente noto per i suoi dipinti ritraenti Dedham Vale, area di campagna collocata nelle immediate vicinanze del suo villaggio natio. Tra le sue opere più celebri si ricordano in particolare Il carro da fieno e La cattedrale di Salisbury vista dai terreni del vescovo. John Constable nacque l’11 giugno 1776 a East Bergholt, un villaggio nel Suffolk, figlio di Golding e Ann Constable. Suo padre era un facoltoso mercante di cereali, proprietario di due mulini ad acqua, uno a Flaftford e l’altro a Dedham, lungo il corso del fiume Stour, e gestiva un’attività di trasporti con chiatte trainate da cavalli; essendo suo fratello maggiore mentalmente ritardato, John, come secondogenito, era destinato a divenire il naturale successore nell’azienda del padre. Dopo un breve periodo al collegio di Lavenham, proseguì gli studi a Dedham, per poi lasciare la scuola e iniziare a lavorare nell’impresa agricola paterna; ben presto, tuttavia, egli iniziò a palesare una sincera vocazione artistica, sollecitata anche dall’amicizia con John Dunthorne, pittore dilettante con il quale dipinse quadri en plein air.
Che ci sia la neve o il sole non importa: il #ParcoColosseo riesce sempre a incantarci, a qualsiasi età. Un video regalo per chi in questo momento non può visitarlo.
Newton è un monotipo di William Blake risalente al 1795, anche se venne riprodotto e ristampato nel 1805. È attualmente custodito alla Tate Gallery di Londra. L’opera è un monotipo, ovvero un’incisione stampata con successiva applicazione del colore; fa parte di una serie di 12 opere prodotte con la medesima tecnica tra il 1795 ed il 1805, tra le quali si trovano le rappresentazioni su Nabucodonosor II. L’uomo rappresentato nella raffigurazione è Isaac Newton, il celeberrimo fisico e matematico inglese; egli è ritratto seduto su una roccia che si sviluppa dal lato sinistro del dipinto, ricoperta di alghe e altri residui che richiamano l’ambiente marino. Newton è nudo, ripiegato su sé stesso completando idealmente la forma del masso che lo sostiene; il suo sguardo è rivolto verso il basso, su disegni e diagrammi che sta analizzando con un compasso.
William Blake (Londra, 28 novembre 1757 – Londra, 12 agosto 1827) è stato un poeta, pittore e incisore inglese. Largamente sottovalutata mentre egli era in vita, oggi l’opera di Blake è considerata estremamente significativa e fonte di ispirazione sia nell’ambito della poesia che in quello delle arti visive. Secondo Northrop Frye, che si dedicò allo studio dell’intero corpus poetico di Blake, i suoi versi simili a profezie costituiscono “Quello che, in rapporto ai reali meriti, è il corpus poetico in lingua inglese meno letto”. Altri hanno invece lodato l’arte pittorica di Blake e un critico nostro contemporaneo lo ha proclamato “Di gran lunga il più grande artista che la Gran Bretagna abbia mai prodotto.” Considerato un tempo pazzo per le sue idee stravaganti, attualmente è invece molto apprezzato per la sua espressività, la sua creatività e per la visione filosofica che sta alla base del suo lavoro.
Il video presenta, in anteprima, una selezione delle 150 opere in mostra: una ricca antologia di 100 tra sculture, dipinti e disegni, suddivisi nelle sezioni tematiche che animeranno il percorso espositivo.
Museo nazionale di Capodimonte Il Museo nazionale di Capodimonte è un museo di Napoli, ubicato all’interno della reggia omonima, nella località di Capodimonte: ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico. È stato ufficialmente inaugurato nel 1957, anche se le sale della reggia hanno ospitato opere d’arte già a partire dal 1758. Conserva prevalentemente pitture, distribuite largamente nelle due collezioni principali, ossia quella Farnese, di cui fanno parte alcuni grandi nomi della pittura italiana e internazionale (tra cui Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni), e quella della Galleria Napoletana, che raccoglie opere provenienti da chiese della città e dei suoi dintorni, trasportate a Capodimonte a scopo cautelativo dalle soppressioni in poi (Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena). Importante anche la collezione di arte contemporanea, unica nel suo genere in Italia, in cui spicca Vesuvius di Andy Warhol. CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA: Museo nazionale di Capodimonte
IMMAGINE DI APERTURA– La sala 2 del Museo di Capodimonte (Fonte Wikipedia)
Pescatori in mare (Fishermen at sea) è un dipinto a olio su tela (91,5×122,4 cm) del pittore inglese William Turner, realizzato nel 1796 e conservato al Tate Britain di Londra. L’opera raffigura una barca che, in balia di un vento tempestoso, cerca di farsi strada tra le acque inquiete; la scena, ambientata al largo dei Faraglioni dell’isola di Wight, è rischiarata dai raggi della Luna che, riflettendosi sui flutti, creano un’atmosfera sospesa e silenziosa. L’opera fu realizzata nel 1796, anno in cui – nonostante la giovane età – Turner poteva già vantare una discreta notorietà e un notevole numero di ammiratori, tutti appartenenti alla classe aristocratica ed intellettuale più in voga a Londra. Il dipinto fu presentato nello stesso anno alla Royal Academy, come possiamo dedurre dalla testimonianza di Walter Thornbury, il quale nel 1792 affermò che il primo olio di Turner era di una certa «dimensione o rilevanza» e raffigurava «una scena di pescherecci che, sospinti da una raffica di vento, scivolavano scompigliati e veloci al largo dei Faraglioni», osservando anche che «il generale Steward» acquistò il quadro «per dieci sterline».
William Turner, Autoritratto (1799 circa), Tate Gallery, Londra
L’ARTISTA
Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851) è stato un pittore e incisore inglese. Appartenente al movimento romantico, il suo stile pose le basi per la nascita dell’Impressionismo. Benché ai suoi tempi fosse visto come una figura controversa, Turner è oggi considerato l’artista che elevò la pittura paesaggistica ad un livello tale da poter competere con la più blasonata pittura storica. Famoso per le sue opere ad olio, Turner fu anche uno dei più grandi maestri britannici nella realizzazione di paesaggi all’acquerello, e meritò il soprannome di «pittore della luce». Joseph Mallord William Turner nacque il 23 aprile 1775 a Londra, al n. 21 di Maiden Lane. Il padre, William Gayone Turner (27 gennaio 1738 – 7 agosto 1829), era un barbiere e fabbricante di parrucche quieto ed operoso; la madre, Mary Marshall, era invece una donna eccentrica e volubile e, in seguito alla morte prematura della figlioletta Helen (avvenuta nel 1786), cominciò a dare i primi segni di quello squilibrio mentale che la travaglierà fino alla morte. Nel 1800 i suoi disturbi psichici divennero talmente gravi da comportarle il ricovero presso il Bethlehem Hospital di Londra, manicomio dove visse negli stenti sino alla morte, avvenuta nell’aprile 1804.
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Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo. CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA: Museo Egizio di Torino
Le Passeggiate del Direttore: Ernesto Schiaparelli, la M.A.I e il Partage
IMMAGINE DI APERTURA– Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)
Partendo dal racconto delle memorabili morti di quindici grandi filosofi, Saudino ci svela lo stretto legame che intreccia vita e pensiero: ecco quindi che nella loro fine ritroviamo l’essenza del loro sistema filosofico che, così raccontato, ci appare inaspettatamente chiaro, logico, lineare e, soprattutto, indimenticabile. Una prospettiva originale e intrigante per comprendere a fondo il pensiero dei grandi filosofi e arricchire la nostra conoscenza.
Viandante sul mare di nebbia, Hamburger Kunsthalle, Amburgo
IL DIPINTO
Il Viandante sul mare di nebbia (in tedesco Der Wanderer über dem Nebelmeer) è un dipinto a olio su tela del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich, realizzato nel 1818 e conservato alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo. Al centro della composizione, in primo piano, un viandante solitario si staglia in controluce su un precipizio roccioso, dando la schiena all’osservatore: ha i capelli rossi e scompigliati al vento, è avvolto in un soprabito verde scuro e nella mano destra, appoggiata al fianco, impugna un bastone da passeggio. È lui il vero centro focale e spirituale del dipinto: ciò malgrado, ben poco si sa su quest’uomo, a parte la sua natura errabonda e introversa. Secondo alcune testimonianze, sotto le vesti del pellegrino vi sarebbe il colonnello della fanteria sassone Friedrich Gotthard von den Brinken, defunto amico del Friedrich che con questa tela ne volle conservare vivo il ricordo.
Ritratto di Caspar David Friedrich, Gerhard von Kügelgen, circa 1810–20
L’ARTISTA
Caspar David Friedrich (Greifswald, 5 settembre 1774 – Dresda, 7 maggio 1840) è stato un pittore tedesco, esponente dell’arte romantica. L’artista, uno dei più importanti rappresentanti del «paesaggio simbolico», basava la sua pittura su un’attenta osservazione dei paesaggi della Germania e soprattutto dei loro effetti di luce, permeandoli di umori romantici. Egli considerava il paesaggio naturale come opera divina e le sue raffigurazioni ritraevano sempre momenti particolari come l’alba, il tramonto o frangenti di una tempesta. Caspar David Friedrich nacque il 5 settembre 1774 a Greifswald, cittadina della Pomerania svedese affacciata sulla costa baltica. Friedrich era il sesto dei dieci figli di Adolf Gottlieb Friedrich, un fabbricante di sapone e di candele che abbracciava il luteranesimo, e di Sophie Dorothea Bechly, che morì il 7 marzo 1781, quando il figlio aveva solo sei anni. L’anno successivo Friedrich perse la sorella Elisabeth, mentre una seconda sorella, Maria, soccombé al tifo nel 1791. In ogni caso, la tragedia più grande della sua infanzia avvenne nel 1787, quando si ruppe la lastra di ghiaccio su cui stava pattinando, cadde nelle acque gelide. Il fratello, Johann Christoffer, si buttò per aiutare Friedrich; riuscì a salvarlo, ma egli morì, sprofondando nell’acqua, come suggeriscono alcune fonti.
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