Camille Pissarro – Gelata bianca

Gelata bianca, 1873, Museo d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Gelata bianca (Gelée blanche) è un dipinto olio su tela del pittore francese Camille Pissarro, realizzato nel 1873 e conservato al Museo d’Orsay di Parigi. Allontanandosi dai nozionismi aneddotici della pittura di paesaggio, in questo quadro Pissarro raffigura un mattino invernale. Il gelo intirizzisce il contadino, che si avventura per i campi con un fardello sulle spalle, e rende sordo il terreno. Il paesaggio raffigurato è in effetti greve, quasi opprimente, ed aleggia un’atmosfera stagnante, raggelante nella sua immobilità, che intorpidisce la mente e lo spirito: si ha persino la lugubre sensazione che nel paesaggio ritratto l’aria non circoli.

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Autoritratto, 1873, Museo d’Orsay, Parigi

L’ARTISTA

Jacob Abraham Camille Pissarro (Charlotte Amalie, 10 luglio 1830 – Parigi, 13 novembre 1903) è stato un pittore francese, tra i maggiori esponenti dell’Impressionismo. Jacob Abraham Camille Pissarro nacque il 10 luglio 1830 a St. Thomas, nelle isole Antille, all’epoca note come Indie Occidentali: il padre, Frederick Pissarro, era francese con origini ebreo-portoghesi mentre la madre, Rachel Manzano, era una creola nativa dell’isola. Papà Frederick era giunto sull’isola alla ricerca di fortuna per succedere negli affari di uno zio defunto, il quale quand’era in vita era titolare di una piccola bottega. A dodici anni Pissarro, assecondando le volontà del padre, andò a studiare in Francia, nella scuola di un sobborgo parigino, Passy. Fu proprio grazie ai continui stimoli degli insegnanti di quest’istituto che Pissarro maturò una sincera passione per il disegno e la pittura, che ebbe modo di mettere a frutto quando diciassettenne fece ritorno alle Antille. La sua passione per le Belle Arti, tuttavia, fu fortemente ostacolata dal padre, che desiderava piuttosto che si avviasse alla carriera di merciaio, ritenendola meno azzardata sotto il profilo economico. Nonostante queste rilevanti difficoltà Pissarro non abbandonò mai le sue ambizioni pittoriche, che coltivava allorquando ne avesse l’opportunità.

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AA.VV. – Scrivere un libro (che conquista fin dalla prima pagina)

In che modo si cattura l’interesse del lettore fin dalle prime pagine? Questo ebook raccoglie i consigli di alcuni grandi scrittori che hanno conquistato il cuore e la mente dei lettori di tutto il mondo. Questo contenuto nasce e viene diffuso a costo zero gra­zie a IoScrittore, l’unico torneo letterario gratuito promos­so da un grande gruppo editoriale e dai suoi editor.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay 

Édouard Manet – Corse a Longchamp

Corse a Longchamp, 1867, Art Institute of Chicago, Chicago

IL DIPINTO

Corse a Longchamp (Les Courses à Longchamp) è un dipinto a olio su tela del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1867 e conservato all’Art Institute of Chicago. L’opera presenta decise tangenze con l’œuvre di Edgar Degas, altro pittore che si ispirava alla vita quotidiana dei suoi contemporanei mostrando una naturale predilezione per le corse di cavalli, svago divertente eppure caduco nella sua rapidità. I campi da corsa si snodavano lungo il Bois de Boulogne, alla periferia occidentale di Parigi, ed erano un luogo di socializzazione molto alla moda. Non solo il soggetto del dipinto è moderno, bensì anche il suo formato compositivo. Il punto di vista di Manet, infatti, non appartiene alla folla, individuata oltre le staccionate nella sua palpitante festosità, bensì a un personaggio collocato idealmente nel bel mezzo della pista.

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Édouard Manet, ritratto da Henri Fantin-Latour, 1867, Art Institute of Chicago, Chigago, Illinois, Stati Uniti

L’ARTISTA

Édouard Manet (Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883) è stato un pittore francese, considerato il maggiore interprete della pittura pre-impressionista. Édouard Manet nacque il 23 gennaio 1832 in un lussuoso hôtel particulier al n. 5 di rue des Petits Augustins (l’odierna rue Bonaparte), a Parigi, in una famiglia colta e benestante. Il padre, Auguste Manet (1797-1862), era un alto funzionario del ministero della Giustizia, mentre la madre, Eugénie-Desirée Fournier (1811-1895), era la figlia di un diplomatico di stanza a Stoccolma (i due si erano sposati il 18 gennaio 1831, un anno prima della nascita di Édouard, che fu il loro primogenito). Manet, in ogni caso, avrà anche due fratelli minori, Eugène (1833) e Gustave (1835). Pur abitando praticamente di fronte all’École des Beaux-Arts, tempio dell’arte ufficiale, papà Auguste disprezzava la pittura e fece di tutto per ostacolare la vocazione del figlio. Fu così che, dopo aver studiato per qualche anno all’Institut Poiloup di Vaugirard, nel 1844 il giovane Édouard venne accompagnato al prestigioso collegio Rollin, dove conobbe Antonin Proust. Fra i due nacque subito un’amicizia destinata a perdurare profonda e a dar luogo anche a una feconda passione artistica, coltivata da entrambi con assidue visite al museo del Louvre, che scoprirono grazie a Edouard Fournier. Fournier era uno zio materno di Manet che, resosi conto delle attitudini del nipote, fece di tutto per incoraggiarle: fu in questo modo, in effetti, che il giovane Édouard ampliò i propri orizzonti figurativi, coltivando assiduamente il disegno mediante la copia dei grandi maestri del passato, come Goya, Greco e Velázquez, tra gli autori più autorevoli presenti nel museo spagnolo di Luigi Filippo al Louvre.

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Edgar Degas – Cavalli da corsa davanti alle tribune

Cavalli da corsa davanti alle tribune, 1866-1868, Museo d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Cavalli da corsa davanti alle tribune (Le défilé) è un dipinto del pittore francese Edgar Degas, realizzato nel 1866-68 e conservato al Musée d’Orsay di Parigi. Con il proprio pennello Degas si proponeva di cogliere instancabilmente l’autentico significato della vita contemporanea, sulla scia di quanto prescriveva Édouard Manet, vero e proprio catalizzatore del gruppo impressionista. Il tema dell’ippodromo con i cavalli, in effetti, era uno dei preferiti dall’artista, che vi individuava un pretesto ideale per studiare le forme e il movimento. Pur subendo il fascino delle foto di azione di Eadweard Muybridge, tuttavia, Degas non poneva mai l’accento sulla corsa vera e propria, bensì preferiva coglierne i momenti relativamente più tranquilli.

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Autoritratto, museo d’Orsay, Parigi

L’ARTISTA

Hilaire German Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) è stato un pittore e scultore francese. Edgar Degas proveniva, dal lato paterno, da una famiglia nobile e illustre: i De Gas: era questa l’ortografia originale del cognome, che si rintraccia anche in alcuni documenti cinquecenteschi anche come «De Gast» e «De Guast». I De Gas erano una nobile famiglia della Linguadoca i cui membri erano cavalieri del prestigioso ordine degli Orleans, donde l’istrice al centro del loro stemma nobiliare. In virtù di questa affiliazione si stabilirono a Meung, nella provincia dell’Orleans, dove nacque René Hilaire, nonno del pittore.

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Edgar Degas – La famiglia Bellelli

La famiglia Bellelli, 1858-1867, Museo d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

La famiglia Bellelli (La famille Bellelli) è un dipinto a olio su tela (200×250 cm) di Edgar Degas, databile al 1858-1867 e conservato al Musée d’Orsay di Parigi. Una volta compiuti ventidue anni il giovane artista Edgar Degas scelse di coronare la dura attività di studio compiuta in Francia con un viaggio di formazione in Italia. A Firenze Degas fu ospite dalla zia paterna, unita in matrimonio con il barone Gennaro Bellelli. Già dal 1858 il pittore stava meditando sulla composizione di un quadro da realizzare per omaggiare la generosità dei Bellelli. Lo sappiamo grazie alla fitta corrispondenza epistolare che Auguste De Gas intrattiene con il figlio, cui confidò: «Cominci un così grande quadro il 29 dicembre e credi di averlo finito il 28 febbraio. Ne dubitiamo moltissimo: infine se ho un consiglio da darti è di farlo con calma e pazienza, perché altrimenti rischieresti di non portarlo a termine e di dare a tuo zio Bellelli un giusto motivo di scontentezza» (Auguste De Gas).

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Autoritratto, museo d’Orsay, Parigi

L’ARTISTA

Hilaire German Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) è stato un pittore e scultore francese. Edgar Degas proveniva, dal lato paterno, da una famiglia nobile e illustre: i De Gas: era questa l’ortografia originale del cognome, che si rintraccia anche in alcuni documenti cinquecenteschi anche come «De Gast» e «De Guast». I De Gas erano una nobile famiglia della Linguadoca i cui membri erano cavalieri del prestigioso ordine degli Orleans, donde l’istrice al centro del loro stemma nobiliare. In virtù di questa affiliazione si stabilirono a Meung, nella provincia dell’Orleans, dove nacque René Hilaire, nonno del pittore.

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Le Passeggiate del Direttore: Il papiro dello sciopero

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: Il papiro dello sciopero

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

Scrivere un libro (e farselo pubblicare veramente)

Come si sceglie il titolo di un romanzo di successo? In che modo si cattura l’interesse del lettore fin dalle prime pagine? Come si trasforma una bella storia in un bestseller? Sono alcune delle domande a cui vuole rispondere questo libro, nato dall’esperienza di IoScrittore, l’unico torneo letterario gratuito promosso da un grande gruppo editoriale e dai suoi editor. La sua formula, particolarmente originale, prevede che i partecipanti siano investiti del doppio ruolo di scrittore e di critico.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mote Oo Education da Pixabay

Édouard Manet – Olympia

Olympia, 1863, Musée d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Olympia è un dipinto del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1863 e conservato al museo d’Orsay di Parigi. Manet preparò con grande cura e dedizione la stesura del dipinto, con il quale probabilmente ambiva alla celebrità. Pensava all’Olympia già durante il viaggio in Italia del 1857, in occasione del quale copiò la Venere di Urbino di Tiziano, tradizionale simbolo dell’avvenenza femminile e della fedeltà domestica. Il motivo di un corpo femminile nudo, disteso contro cuscini e appoggiato su un fianco, aveva in effetti una lunga tradizione figurativa, elaborata soprattutto nel corso dalla pittura veneziana del Cinquecento. La seconda fonte iconografica del dipinto va rintracciata nella Maja di Francisco Goya, della quale prese ispirazione per la schiettezza del personaggio. Manet ne fece anche in questo caso una copia, non partendo dall’originale (si sarebbe recato in Spagna assai tardivamente) bensì dalle varie stampe che comunque circolavano nella Parigi dell’Ottocento, e la titolò Giovane donna in costume spagnolo. Un’ulteriore referenza va infine colta ne La grande odalisca del venerato Jean-Auguste-Dominique Ingres, che Manet ebbe agio di studiare al Louvre.

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Édouard Manet, ritratto da Henri Fantin-Latour, 1867, Art Institute of Chicago, Chigago, Illinois, Stati Uniti

L’ARTISTA

Édouard Manet (Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883) è stato un pittore francese, considerato il maggiore interprete della pittura pre-impressionista. Édouard Manet nacque il 23 gennaio 1832 in un lussuoso hôtel particulier al n. 5 di rue des Petits Augustins (l’odierna rue Bonaparte), a Parigi, in una famiglia colta e benestante. Il padre, Auguste Manet (1797-1862), era un alto funzionario del ministero della Giustizia, mentre la madre, Eugénie-Desirée Fournier (1811-1895), era la figlia di un diplomatico di stanza a Stoccolma (i due si erano sposati il 18 gennaio 1831, un anno prima della nascita di Édouard, che fu il loro primogenito). Manet, in ogni caso, avrà anche due fratelli minori, Eugène (1833) e Gustave (1835). Pur abitando praticamente di fronte all’École des Beaux-Arts, tempio dell’arte ufficiale, papà Auguste disprezzava la pittura e fece di tutto per ostacolare la vocazione del figlio. Fu così che, dopo aver studiato per qualche anno all’Institut Poiloup di Vaugirard, nel 1844 il giovane Édouard venne accompagnato al prestigioso collegio Rollin, dove conobbe Antonin Proust. Fra i due nacque subito un’amicizia destinata a perdurare profonda e a dar luogo anche a una feconda passione artistica, coltivata da entrambi con assidue visite al museo del Louvre, che scoprirono grazie a Edouard Fournier. Fournier era uno zio materno di Manet che, resosi conto delle attitudini del nipote, fece di tutto per incoraggiarle: fu in questo modo, in effetti, che il giovane Édouard ampliò i propri orizzonti figurativi, coltivando assiduamente il disegno mediante la copia dei grandi maestri del passato, come Goya, Greco e Velázquez, tra gli autori più autorevoli presenti nel museo spagnolo di Luigi Filippo al Louvre.

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Visite virtuali: elezioni a Pompei

Frammento di intonaco con iscrizione dipinta

Seguendo l’onda emotiva suscitata dalle prime sensazionali scoperte a Pompei e ad Ercolano intorno alla metà del XVIII secolo, cresce il numero di viaggiatori che dall’Europa si spostano in Italia per ammirare le vestigia del passato. Grazie alla sensibilità dei sovrani borbonici le città sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. tornano alla luce con le loro splendide pitture, immagini di un mondo che si credeva scomparso per sempre. Il Grand Tour, il viaggio alla scoperta dei siti antichi italiani, fu un vero e proprio movimento culturale, che affiancò l’affermarsi del neoclassicismo nella letteratura e nell’arte. L’antico detta il gusto e diventa un modello imprescindibile di bellezza ed armonia. I rampolli delle nobili famiglie europee completavano il loro percorso di istruzione con questo viaggio, a volte pericoloso e faticoso, che poteva durare anche anni. Un’esperienza certamente ricca di emozioni, compiuta in nome del sapere e della conoscenza, da un lato, e dell’evasione e del diletto, dall’altro. La Sicilia è una delle mete privilegiate, che attrae con il fascino irresistibile delle sue rovine. Il patrimonio monumentale siciliano offriva inoltre la singolare opportunità di incontrare la civiltà greca, senza dovere affrontare un pericoloso viaggio in Grecia, all’epoca sotto la dominazione turca. Molti viaggiatori riempiono i taccuini della loro esperienza a contatto con l’antichità e, talvolta, corredano le loro impressioni di illustrazioni. Studenti di arte, incisori e vedutisti lasciano preziose testimonianze delle loro “visioni di antico” nei luoghi d’arte italiani.

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Édouard Manet – Colazione sull’erba

Colazione sull’erba, 1862-1863, Musée d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Colazione sull’erba (Le petite déjeuner sur l’herbe) è un dipinto del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1863 e conservato al museo d’Orsay di Parigi. Manet preparò la Colazione sull’erba con molta cura e dedizione. Già quando si recò all’Aia per ammirare i capolavori di Rembrandt eseguì alcune varianti del quadro Suzanne al bagno. Le copie dimostrano una maggiore libertà compositiva ed espressiva rispetto alla tela del maestro olandese: in una di queste Manet vi introdusse un vecchio che spia furtivamente la donna, e un’altra fu ritoccata con l’aggiunta di diverse amiche di fiducia. Se l’elaborazione ebbe già inizio nei Paesi Bassi, il progetto del dipinto fu definitivamente formulato nell’agosto 1862 quando, ad Argenteuil, Manet vide alcune fanciulle nuotare nella Senna. «Pare che io debba fare un nudo. Sia, lo farò, in un’atmosfera trasparente e con persone come quelle che vediamo laggiù». Se per l’apparato paesaggistico Manet si ispirò a uno scenario realmente esistente, si pensa l’île Saint-Ouen, per la struttura formale e compositiva fece ricorso all’eredità dei maestri del passato. La Colazione sull’erba, infatti, si propone come una rilettura di due famosi esempi rinascimentali: il Concerto campestre di Tiziano e alcune incisioni di Marcantonio Raimondi tratte dal Giudizio di Paride di Raffaello.

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Édouard Manet, ritratto da Henri Fantin-Latour, 1867, Art Institute of Chicago, Chigago, Illinois, Stati Uniti

L’ARTISTA

Édouard Manet (Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883) è stato un pittore francese, considerato il maggiore interprete della pittura pre-impressionista. Édouard Manet nacque il 23 gennaio 1832 in un lussuoso hôtel particulier al n. 5 di rue des Petits Augustins (l’odierna rue Bonaparte), a Parigi, in una famiglia colta e benestante. Il padre, Auguste Manet (1797-1862), era un alto funzionario del ministero della Giustizia, mentre la madre, Eugénie-Desirée Fournier (1811-1895), era la figlia di un diplomatico di stanza a Stoccolma (i due si erano sposati il 18 gennaio 1831, un anno prima della nascita di Édouard, che fu il loro primogenito). Manet, in ogni caso, avrà anche due fratelli minori, Eugène (1833) e Gustave (1835). Pur abitando praticamente di fronte all’École des Beaux-Arts, tempio dell’arte ufficiale, papà Auguste disprezzava la pittura e fece di tutto per ostacolare la vocazione del figlio. Fu così che, dopo aver studiato per qualche anno all’Institut Poiloup di Vaugirard, nel 1844 il giovane Édouard venne accompagnato al prestigioso collegio Rollin, dove conobbe Antonin Proust. Fra i due nacque subito un’amicizia destinata a perdurare profonda e a dar luogo anche a una feconda passione artistica, coltivata da entrambi con assidue visite al museo del Louvre, che scoprirono grazie a Edouard Fournier. Fournier era uno zio materno di Manet che, resosi conto delle attitudini del nipote, fece di tutto per incoraggiarle: fu in questo modo, in effetti, che il giovane Édouard ampliò i propri orizzonti figurativi, coltivando assiduamente il disegno mediante la copia dei grandi maestri del passato, come Goya, Greco e Velázquez, tra gli autori più autorevoli presenti nel museo spagnolo di Luigi Filippo al Louvre.

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