Lawrence Alma Tadema – Le rose di Eliogabalo

Le rose di Eliogabalo, 1888, collezione privata

IL DIPINTO

Le rose di Eliogabalo (inglese: The Roses of Heliogabalus) è un dipinto del 1888 del pittore anglo-olandese Lawrence Alma-Tadema, oggi parte di una collezione privata. Le sue dimensioni sono 213,4 cm per 131,8 cm (84″ per 51.9″), un rapporto molto prossimo alla sezione aurea. Il dipinto è ispirato da un episodio della vita dell’imperatore romano Eliogabalo (218-222) e raccontato nella Historia Augusta (Vita di Eliogabalo, XXI.5). Eliogabalo, che l’opera del IV secolo descrive come un debosciato, invitò alcuni suoi conoscenti a cena, dopo aver fatto preparare un finto soffitto che reggeva una gran quantità di petali di rosa; durante la cena lo fece aprire sopra i propri convitati, inondandoli di petali, tanto che alcuni di questi morirono soffocati.

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Ritratto fotografico di Alma-Tadema

L’ARTISTA

Sir Lawrence Alma-Tadema, nato Lourens Alma Tadema (Dronrijp, 8 gennaio 1836 – Wiesbaden, 25 giugno 1912), è stato un pittore olandese. Formatosi in Belgio alla Reale Accademia di Belle Arti di Anversa (Koninklijke Academie voor Schone Kunsten van Antwerpen), dal 1870 e sino alla morte si stabilì in Inghilterra, dove ottenne una speciale cittadinanza. Fu un pittore celebrato e conosciuto per i suoi soggetti ispirati all’antichità classica, nei quali raffigurò il lusso e la decadenza dell’Impero Romano. Sebbene ammirato in vita per la sua abilità, il suo lavoro fu disistimato dopo la sua morte, e solo a partire dagli anni ’60 è stato rivalutato per l’importanza che ebbe nell’arte del diciannovesimo secolo.

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Le Passeggiate del Direttore: Il corredo di Kha e Merit

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: Il corredo di Kha e Merit

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

La Sicilia, un territorio che cambia. Profili demografici e contesto sociale

L’ebook “La Sicilia, un territorio che cambia” offre la descrizione puntuale delle caratteristiche della popolazione residente nelle province siciliane, esaminando i mutamenti nel corso degli ultimi cinquanta anni in termini di consistenza e di dinamica, di natalità e di mortalità, di flussi migratori. I dati demografici tratti dalle anagrafi dei comuni della Sicilia e pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica rappresentano il nucleo centrale della pubblicazione, arricchito con analisi basate sull’uso di altre fonti statistiche, tese a individuare alcuni fattori socioeconomici rilevanti per spiegare o contestualizzare le dinamiche demografiche. Per ogni variabile considerata, le informazioni statistiche sono presentate facendo emergere le specificità proprie del territorio di riferimento. Il dettaglio informativo è su base provinciale; introduce il volume un’ampia analisi delle variabili condotta su base regionale.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Peter H da Pixabay

Berthe Morisot – Giovane donna in tenuta da ballo

Giovane donna in tenuta da ballo, 1879, Musée d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Giovane donna in tenuta da ballo (Jeune femme en toilette de bal) è un dipinto della pittrice francese Berthe Morisot, realizzato nel 1879 e conservato al Museo d’Orsay di Parigi. In quest’opera la Morisot rifugge dai canoni della ritrattistica ufficiale per cercare soluzioni nuove e diverse, più vicine alla sensibilità che si stava affermando in quegli anni. L’opera, infatti, ritrae una giovane e avvenente fanciulla vestita con un elegante abito da ballo dalla consistenza serica. Mentre i ritratti accademici esaltavano o valorizzavano lo status sociale della persona effigiata, la Morisot preferisce cogliere lo sguardo, attento e curioso, della ballerina, rivolto verso qualcosa che si svolge al di là dello spazio pittorico, alla sua destra. L’opera, in questo modo, si distingue per la sua vivacità e per la sua fluida libertà, e l’impressione che ne consegue è quella di una grande immediatezza, quasi da istantanea fotografica.

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Berthe Morisot con un mazzo di violette ritratta da Édouard Manet, 1872, Museo d’Orsay, Parigi

L’ARTISTA

Berthe Marie Pauline Morisot (Bourges, 14 gennaio 1841 – Parigi, 2 marzo 1895) è stata una pittrice impressionista francese. Berthe Morisot nacque il 14 gennaio 1841 a Bourges, in Francia, in un’agiata famiglia borghese: il padre, Edme Tiburce Morisot (1806-1874), era un funzionario statale d’alto rango, impiegato alla Corte dei Conti, mentre la madre Marie-Joséphine-Cornélie Thomas (1819-1876) era la pronipote del celebre pittore Jean-Honoré Fragonard («l’arte scorreva già nelle sue vene», come ha osservato Laura Corchia). A completare il quadretto familiare vi erano altre due ragazze, Yves e Edma, ed il maschio Tiburce. Nel 1851 la famiglia Morisot si trasferì a Passy, nei pressi di Parigi, città che in quel momento era veramente un grande centro artistico e l’atmosfera satura di cultura, di arte e di lusso costituivano un ambiente quasi unico in Europa, che certamente contribuì ad accendere nella giovane Berthe un grande interesse per la pittura. Importante fu anche l’influenza dei genitori, i quali avevano aperto la propria casa parigina ad artisti, intellettuali e amici di famiglia, facendo crescere così la figliola in un ambiente colto e stimolante. Per la Morisot, tuttavia, l’Accademia era inaccessibile, siccome era nata donna, e l’École des beaux-arts avrebbe aperto le proprie porte al gentilsesso solo nel 1897. Per questo motivo, dopo aver appreso i rudimenti della pittura dai genitori, la Morisot ebbe modo di coltivare il suo talento sotto la guida prima del neoclassicista Geoffrey-Alphonse Chócarne, e poi di Joseph Guichard, un ex allievo di Ingres poi convertitosi alla maniera romantica di Eugène Delacroix. La sua passione per le belle arti in questo modo crebbe costantemente, anche grazie al Guichard, il quale introdusse la giovane allieva all’esercizio della pittura soprattutto attraverso la copia dei dipinti dei grandi maestri. Nel corso del discepolato con il Guichard, in effetti, la Morisot visitò il Louvre innumerevoli volte, e attraverso lo studio delle tele di Raffaello Sanzio e Rubens coltivò orgogliosa il suo talento artistico.

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Mary Cassatt – Bambina che si sistema i capelli

Bambina che si sistema i capelli, 1886, National Gallery, Washington

IL DIPINTO

Bambina che si sistema i capelli è un dipinto a olio su tela (75×62,5 cm) realizzato nel 1886 dalla pittrice Mary Cassatt. È conservato nel National Gallery di Washington. Il dipinto ritrae una giovane in sottoveste, dal volto non propriamente attraente, mentre si sistema i capelli in una treccia. I colori vividi e lo stile pittorico avvicinano molto l’opera a quella degli impressionisti: il quadro fu effettivamente esposto all’ottava mostra degli impressionisti (1886), e Degas chiese alla pittrice di poterlo avere, colpito dalla bellezza dell’opera. Alla morte di Degas (1917) le sue opere vennero messe in vendita. Poiché tra le altre figurava anche la “Bambina che si sistema i capelli”, l’opera fu inizialmente attribuita a lui anziché alla Cassatt.

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Autoritratto, 1878, Metropolitan Museum of Art, New York City

L’ARTISTA

Mary Stevenson Cassatt (Pittsburgh, 22 maggio 1844 – Château de Beaufresne, 14 giugno 1926) è stata una pittrice statunitense. Visse molto tempo in Francia dove diventò amica e allieva di Degas, esponendo poi le proprie opere insieme a quelle degli artisti del movimento impressionista. Cassatt realizzò molti dipinti che ritraggono la vita sociale e privata delle donne della sua epoca, ponendo una particolare attenzione all’intimo legame che si realizza tra le madri e i loro bambini. Nonostante la famiglia si opponga alla sua decisione di diventare un’artista professionista, Mary Cassatt inizia a studiare pittura presso la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia quando ha solo quindici anni. Parte delle preoccupazioni dei suoi genitori probabilmente sono dovute al timore della possibilità che Mary finisca in contatto con idee di tipo femminista, nonché con lo stile di vita bohémien di alcuni degli studenti maschi. Anche se almeno un quinto degli allievi è composto da ragazze, la maggior parte di loro intende l’arte solo come una conoscenza in più che può arricchire la loro vita sociale: solo poche, come Mary, sono determinate a farne la propria professione. Cassatt continua gli studi durante il periodo della guerra di secessione. Tra i suoi compagni di corso c’è Thomas Eakins, che in seguito diventerà un direttore dell’Accademia piuttosto discusso.

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Le Passeggiate del Direttore: Il papiro di Kha

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: Il papiro di Kha

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

Sul patrimonio culturale. Storie di ordinaria malagestione italiana

Il 2015 è stato uno degli anni più bui per le sorti del patrimonio culturale italiano. Dinanzi all’ordinaria malagestione pubblica, alle decisioni politiche più scellerate, ai diffusi comportamenti incivili e ai tanti abusi perpetrati ai sui danni non è più possibile chiudere gli occhi, ma è necessario far valere il proprio sacrosanto diritto di critica. Il dissenso è l’unica via per sperare che l’inestimabile patrimonio storico-artistico degli Italiani venga meglio tutelato, conservato, fruito e trasmesso alle generazioni future. Il pamphlet, in distribuzione gratuita, raccoglie una rassegna degli episodi noti e meno noti che hanno caratterizzato il 2015.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Pierre-Auguste Renoir – Ballo al moulin de la Galette

Ballo al moulin de la Galette, 1876, Museo d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

Il Bal au moulin de la Galette (Ballo al moulin de la Galette) è un dipinto del pittore francese Pierre-Auguste Renoir, realizzato nel 1876 e conservato al museo d’Orsay di Parigi. Il Bal au moulin de la Galette è una delle opere più note di Renoir ed è unanimemente considerato uno dei più alti capolavori del primo Impressionismo. Il dipinto, nonostante consegua risultati di grande freschezza e intensità, conobbe una gestazione molto elaborata, attentamente descritta dall’amico Georges Rivière nelle sue memorie Renoir et ses amis. Renoir pensava di dipingere uno spaccato di vita mondana parigina all’epoca della Belle Époque sin dal maggio 1876, e trovò nel Moulin de la Galette un soggetto che si prestava perfettamente alle sue esigenze. Il Moulin de la Galette era un locale molto amato dalla gioventù parigina, ottenuto dalla ristrutturazione di due mulini a vento abbandonati, e ubicato sulla sommità della collina di Montmartre. Il nome del locale, in particolare, si riferisce alle frittelle rustiche offerte come consumazione e comprese nel prezzo d’ingresso, che all’epoca era pari a venticinque centesimi di franco. Quando Renoir attendeva al dipinto il luogo brulicava di gente: erano moltissimi i giovani, artisti e non, che decidevano di trascorrere le loro domeniche pomeriggio al Moulin, per ballare, bere, discutere, o comunque trascorrere del tempo in compagnia e divertirsi.

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Autoritratto, 1876, Fogg Art Museum, Cambridge, Massachusetts

L’ARTISTA

Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è stato un pittore francese, considerato uno tra i massimi esponenti dell’Impressionismo. Pierre-Auguste Renoir nacque il 25 febbraio 1841 a Limoges, nella regione francese dell’Alta Vienne, quarto di cinque figli. La madre, Marguerite Merlet, era un’umile operaia tessile, mentre il padre, Léonard, era un sarto. Si trattava dunque di una famiglia di modestissime condizioni, e l’ipotesi secondo la quale i Renoir fossero di origini nobili – promossa dal nonno François, un orfanello allevato illo tempore da una zoccolaia – non godeva di grande popolarità in famiglia. Non a caso, quando François morì nel 1845, papà Léonard – allettato dalla speranza di un salario sicuro – si trasferì con la famiglia a Parigi, stabilendosi al n. 16 di rue de la Bibliothèque, a poca distanza dal museo del Louvre. Pierre-Auguste non aveva che tre anni. All’epoca l’assetto urbano di Parigi non era stato ancora stravolto dalle trasformazioni operate dal barone Haussmann, che alle strette viuzze della città storica sovrappose a partire dal 1853 una moderna maglia di scenografici boulevard e di grandi piazze a forma stellare. La viabilità parigina era dunque quella, minuta e frammentata, di origine medioevale, e nelle strette viuzze che si irraggiavano dal palazzo delle Tuileries (distrutto durante la Comune) i bambini si riunivano per giocare insieme all’aria aperta. Pierre-Auguste – «Auguste» per la mamma, che odiava l’impronunciabilità di «Pierre Renoir», nome con certamente troppe erre – in effetti trascorse un’infanzia lieta e spensierata, e quando iniziò a frequentare le elementari presso i Fratelli delle scuole cristiane rivelò due inaspettati talenti. Innanzitutto possedeva una voce dolce e melodiosa, tanto che i suoi insegnanti premevano affinché passasse nel coro della chiesa di Saint-Sulpice, sotto la guida del maestro di cappella Charles Gounod. Il Gounod credeva fermamente nelle potenzialità canore del ragazzo e, oltre ad offrirgli lezioni gratuite di canto, arrivò persino a prodigarsi affinché entrasse nel coro dell’Opéra, uno dei maggiori enti lirici del mondo.

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Jean-Frédéric Bazille – L’atelier di Bazille

L’atelier di Bazille, 1870, Museo d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

L’atelier di Bazille (L’atelier de Bazille) è un dipinto del pittore francese Jean-Frédéric Bazille, realizzato nel 1870 e conservato al museo d’Orsay di Parigi. L’opera, realizzata pochissimo tempo prima la prematura scomparsa di Bazille alla battaglia franco-prussiana di Beaune-la-Rolande, costituisce «il commovente testamento dell’artista» (museo d’Orsay). Siamo davanti alla vibrante testimonianza pittorica dell’affettuosa intimità che intercorreva tra i vari «pittori di Batignolles», denominazione che si riferisce al quartiere di Parigi in cui vivevano Bazille e gran parte dei futuri impressionisti. La scena, come si può facilmente dedurre dal titolo dell’opera, è ambientata nell’atelier di Bazille, a rue de La Condamine. Al centro della composizione, con l’amata tavolozza in mano, troviamo proprio Bazille: come spiega lo stesso pittore al padre, tuttavia, «Manet ha dipinto la mia persona».

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Autoritratto, 1865-1866, Art Institute of Chicago

L’ARTISTA

Jean Frédéric Bazille (Montpellier, 6 dicembre 1841 – Beaune-la-Rolande, 28 novembre 1870) è stato un pittore francese. Jean-Frédéric Bazille nacque il 6 dicembre 1841 a Montpellier, in Francia, primogenito di Camille Vialars, ricca ereditiera di vasti domini agricoli a Lattes, e di Gaston Bazille, benestante vicesindaco di Montpellier, noto anche per essere stato senatore repubblicano dell’Hérault, presidente della Società di agricoltura e viticoltore di tutto rispetto. Dopo il diploma di maturità si trasferì a Parigi per intraprendere gli studi di medicina. Lui, tuttavia, aveva già maturato un’esplosiva passione per la pittura, frequentando assiduamente il museo Fabre di Montpellier, dove scoprì i capolavori di Veronese, e attraverso la conoscenza del vicino Alfred Bruyas, collezionista con un gusto contagioso per l’arte contemporanea, in special modo Delacroix e Courbet. Già da adolescente decise di coltivare la sua passione seguendo le lezioni di disegno e modellato di Auguste Baussan, sempre a Montpellier.

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Le Passeggiate del Direttore: La tomba di Kha e Merit

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: La tomba di Kha e Merit

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)