Danilo Balducci, “Di sali d’argento e pixel” – A cura di Antonio Di Cecco

Venerdì 13 settembre 2024 alle ore 18.00, presso la sede della Fondazione de Marchis, al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre è lieta di ospitare la mostra Di sali d’argento e pixel. Venticinque anni di fotografia di Danilo Balducci, a cura di Antonio Di Cecco

Danilo Balducci

Di sali d’argento e pixel
Venticinque anni di fotografia

A cura di Antonio Di Cecco

Inaugurazione 13 settembre 2024 ore 18.00
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 
Corso Vittorio Emanuele II, 23 – L’Aquila
Fino al 29 settembre 2024

In mostra una selezione degli ultimi lavori di Balducci, i quali conducono lo spettatore a scambiare quasi uno sguardo con i soggetti delle opere: le immagini mostrano non solo quello che è davanti all’obiettivo ma restituiscono la sensibilità e la volontà di cercare un dialogo e diventare parte delle storie che l’artista vuole raccontare. 

Infatti, come scrive il curatore, Antonio Di Cecco: «Di sali d’argento e pixel, di questi elementi sono composte le fotografie. I sali sono microscopici cristalli di argento sensibili alla luce che, mescolati con la gelatina e poi spalmati sulla pellicola – un sottile nastro di materiale trasparente – permettono di registrare le immagini fotografiche. I pixel del sensore della macchina fotografica digitale invece sono elementi in grado di convertire la luce di una immagine ottica in un segnale elettrico. Lo sa bene Danilo Balducci che da 25 anni lascia passare la luce all’interno degli obiettivi delle sue macchine fotografiche, quel che resta nei suoi occhi e nella macchina fotografica sono memorie a volte fatte di un severo bianco e nero, altre di vividi colori. Quello del fotografo è un lavoro paziente, il lavoro di chi è sempre alla ricerca della luce giusta. Forse il fotografo, come i sali d’argento e i pixel, è sensibile alla luce ma altrettanto sensibile alle storie che decide di raccontare. Balducci, attraverso il linguaggio del reportage, dal 1998 continua a raccontare storie e luoghi lontani metaforicamente e materialmente dalla nostra quotidianità. […] Un archivio di fotografie che continua a crescere nel tempo, un insieme di lavori accomunati dal medesimo soggetto: l’essere umano. Balducci è sì dietro l’obiettivo ma sceglie di essere vicino, riesce a scambiare lo sguardo con i soggetti che rappresenta nelle immagini e invita lo spettatore a fare altrettanto, a cercare vicinanza e non distanza. Il suo è un mosaico di vicende, gesti e azioni che documentano e diventano, al contempo, memoria collettiva.»

All’interno del percorso espositivo sarà allestito uno spazio che richiama l’ambiente della camera oscura e che vedrà l’intervento e la presenza di Stefano Schirato di Leica Akademie Italy.

Il progetto è parte del programma degli eventi della 730° Perdonanza Celestiniana e si avvale del patrocinio del Comune de L’Aquila – L’Aquila Capitale della Cultura 2026. 

La Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre viene istituita a L’Aquila nel 2004 allo scopo di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio documentario e librario raccolto dal professor Giorgio de Marchis nel corso della sua carriera di storico dell’arte. Manifesti, locandine, inviti e brossure sono solo alcuni esempi delle tipologie documentarie che caratterizzano l’archivio composto da quasi 200.000 pezzi. Cataloghi di mostre, monografie e saggi, che popolano la biblioteca, contribuiscono a restituire l’immagine di un periodo denso di cambiamenti non solo a livello sociale ma anche storico-artistico, quale gli anni Sessanta e Settanta in Europa. Dal 2018 abita gli spazi del primo piano del Palazzo Cappa Cappelli che apre costantemente per eventi, mostre e collaborazioni con artisti ed enti.

Danilo Balducci, nato a L’Aquila nel 1971, è sempre stato affascinato dalla fotografia e dal potere comunicativo delle immagini. Reportage e fotografia sociale sono i suoi interessi principali. Diplomato presso l’Istituto Superiore di Fotografia e comunicazione integrata di Roma è professionista dal 1998. Docente di fotografia e reportage presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Fornisce regolarmente immagini ad agenzie fotografiche italiane ed estere. Le sue immagini e le sue storie sono state pubblicate su giornali e riviste nazionali ed internazionali: Time, Life, Denver Post, Internazionale, Der Spiegel, Daily News, L’Espresso, Repubblica, Panorama. Vincitore di diversi premi, nel 2002 è vincitore del primo premio Carla Mastropietro per il fotogiornalismo; nel 2005 vincitore del Premio per la pace e per la libertà ad Atri (TE); nel 2008 ha ricevuto 2 Bronze award dall’Orvieto International Photography Awards (sezioni reportage e portraits) e vari premi nazionali e internazionali; nel marzo 2009 vince il B.O.P. 2009 (Best of Photojournalism) indetto dalla NPPA (National Press Photographer Association) negli USA classificandosi terzo nella categoria “Non Traditional Photojournalism Publishing”. Un’immagine del terremoto in Abruzzo è inserita da LIFE Magazine tra le Pictures of the Year 2009. Nel 2015 è Absolute Winner nella categoria “People” al FIIPA (Fiof Italy International Photography Awards) e si classifica secondo nella stessa categoria. Riceve inoltre cinque Honorable Mention nelle categorie “Reportage”, “Portraits” e “People”. Nel 2016 è 1° classificato al MIFA (Moscow International Foto Awards) Categoria Edit e 2° classificato (Merit of Excellence) all’International Color Awards. Nel 2017 è fotografo dell’anno al concorso Spider award.


Danilo Balducci
Di sali d’argento e pixel
Venticinque anni di fotografia
A cura di Antonio Di Cecco

Inaugurazione 13 settembre 2024 ore 18.00
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre – Palazzo Cappa Cappelli

Corso Vittorio Emanuele II, 23 – L’Aquila

Fino al 29 settembre 2024
Orari: giovedì 11.00-13.00 / 16.00 – 19.00; venerdì e sabato 16.00 – 19.00; domenica 11.00-13.00 / 16.00 – 19.00 –  Ingresso libero

Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre
Corso Vittorio Emanuele II, 23 – L’Aquila (AQ)
www.fondazionedemarchis.it

Contatti
Diana Di Berardino
tel. 338458 1985
Barbara Olivieri
tel 3498832591
fondazione.demarchis@gmail.com

Ufficio stampa 
Roberta Melasecca_Melasecca PressOffice – blowart
roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it

CHEAP | In strada i poster della Call For Artists 2024

In strada i poster della Call For Artists 2024 di CHEAP: L’ARTE (del rifiuto) DELLA GUERRA

662 artistə partecipanti. 41 paesi nel mondo coinvolti. 1.120 poster inviati. Questi sono i numeri raccolti dalla Call For Artists 2024 di CHEAP, l’annuale invito lanciato dal progetto di arte pubblica con sede a Bologna e rivolto a chi si occupa di linguaggi visivi contemporanei a misurarsi col formato del poster.

In strada i poster della Call For Artists 2024 di CHEAP: L’ARTE (del rifiuto) DELLA GUERRA

Per il 2024, CHEAP ha deciso di raccogliere letteralmente da mezzo mondo manifesti contro la guerra, un tema che al collettivo bolognese è sembrato inevitabile: negli ultimi 4 anni il numero di conflitti armati in tutto il pianeta è aumentato del 40%, fino ad arrivare a 56 conflitti attivi, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il dato è tratto dall’edizione 2024 del Global Peace Index, pubblicato a giugno 2024 dall’Institute for Economics & Peace, principale indicatore mondiale della pace, che misura lo stato di pace di 163 Stati e territori considerando tre ambiti: il livello di sicurezza e protezione sociale, la portata dei conflitti interni e internazionali, il grado di militarizzazione.

Tempi di guerra, dunque. Mezzo di risoluzione delle controversie internazionali che dovremmo ripudiare, almeno sulla carta. L’invito di CHEAP è stato quello a disertare l’immaginario della guerra, sabotare la retorica che la sostiene, contrabbandare ordini simbolici che la delegittimino. E nei 200 manifesti selezionati e affissi nelle strade di Bologna nei primi giorni di settembre c’è tutto questo: detourment visivo e semiotico, una riappropriazione di spazio pubblico e immaginario, la ricostruzione di una contro narrazione collettiva che individua chiaramente la guerra come diretta conseguenza del capitale, ne riconosce i tratti coloniali, ne denuncia la matrice economica. Tra mitra che sparano dollari, tank rosa fluo resi innocui come pezzi di modernariato e aquile travestite da colombe, spuntano anche dildi, vibratori e plug: è diffusa l’idea che il sesso consensuale rappresenti ancora la miglior alternativa all’ondata di morte che ogni guerra porta con sé. Fotografia, collage, illustrazione, type digitale e non, AI, tanta grafica. E tanta, davvero tanta, Palestina.

Era inevitabile che il massacro che si sta compiendo in Palestina fosse al centro del lavoro di moltə dellə artistə che hanno partecipato alla call. Non è nemmeno una guerra: quello a cui stiamo assistendo è un genocidio che il sistema dell’informazione – soprattutto in Italia – si sta in larga parte rifiutando di indagare e denunciare. Abbiamo voluto tentare di aprire una  una breccia nella conversazione pubblica surreale che sentiamo attorno a noi su quello che sta succedendo in Palestina, sulla narrazione distorta e surreale che ci arriva dai media main stream, che si stanno producendo in quella che il giornalista Raffaele Oriani ha definito una scorta mediatica”.

Prosegue il collettivo: “Chiedere il cessate il fuoco non è una richiesta radicale come viene bollata: davanti a 40mila civili uccisi è il minimo a cui ci si possa appellare. Ma siamo ormai passate dalla criminalizzazione del dissenso a quella del buon senso: lo sa bene chi negli ultimi 11 mesi ha attraversato il movimento enorme di persone che a livello internazionale chiede che questo sterminio venga fermato.”

I manifesti per le strade di Bologna rimandano ad un immaginario non solo di pace ma anche di giustizia sociale, invitano ad azzerare la spesa militare per investire in istruzione e sanità, sono visioni di società senza armi, stati senza eserciti, comunità liberate dal lutto della guerra. I linguaggi visivi possono anche questo: criticare l’esistente ed essere acceleratori trasformativi.

I poster sono in strada a Bologna per tutto il mese e il primo talk di presentazione del progetto sarà significativamente ospitato dal festival di Emergency a Reggio Emilia, sabato 7 settembre: “Ci sentiamo molto vicine al Dottor Strada, che si è sempre dichiarato contro la guerra senza mai dirsi pacifista: un medico che ha sempre pensato che la guerra possa solo essere abolita e che farlo non sia un’utopia ma solo un progetto che non è ancora stato realizzato”.


CONTATTI:
www.cheapfestival.it
www.instagram.com/cheapfestival
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UFFICIO STAMPA:
Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it
(Marcello Farno) / (Ester Apa)

“AttraVerso” di Vincenza Spiridione. Curatela di Simona Spinella

Vernissage lunedì 9 settembre alle 18:30 alla presenza dell’artista Vincenza Spiridione e della curatrice della mostra Simona Spinella.

Organizzata e promossa in collaborazione con Fondazione Sassi, MEWE impresa sociale di comunità e Associazione Volontari Open Culture 2019 la mostra di arte contemporanea AttraVerso ha ottenuto il patrocinio del Consiglio Regionale della Basilicata, della Provincia di Matera, del Comune di Matera, del Comune di Barile, dell’Arcidiocesi di Matera – Irsina e della Fondazione Matera – Basilicata 2019 

AttraVerso
 
Mostra di arte contemporanea di Vincenza Spiridione
A cura di Simona Spinella
 
Scuderie di Palazzo Malvinni – Malvezzi
da lunedì 9 a lunedì 30 settembre 2024
Piazza Duomo n.14 (accesso da via Muro)
Matera
Ingresso libero
 
Inaugurazione 9 settembre, ore 18:30

Indaga l’umanità, intesa come “natura umana” con qualità e limiti inerenti a tale condizione e come “sentimento” – oggi sempre più negletto – di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri uomini. E’ questa la cifra stilistica di Vincenza Spiridione, artista nata a Barile e che vive e lavora a Roma, che – come scrive la curatrice Simona Spinella – “sceglie di raccontare per mezzo della pittura e della scultura e anche attraverso la parola scritta, storie di movimenti, migrazioni, storie che appartengono a questo tempo, a quel che accade qui e ora, nella nostra società. (…) Una scelta artistica forse legata alla sua iniziale formazione giuridica e poi teologica. Vincenza si mette dalla parte degli esseri umani, degli innocenti”.

Da lunedì 9 settembre, giorno del vernissage, e fino a lunedì 30 settembre nelle Scuderie di Palazzo Malvinni – Malvezzi in piazza Duomo (con accesso da via Muro) a Matera si potrà visitare la mostra di arte contemporanea AttraVerso. I Volontari Open Culture 2019 garantiranno l’apertura della mostra tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 20. L’ingresso è libero.

Organizzata e promossa in collaborazione con Fondazione SassiMEWE impresa sociale di comunità e Associazione Volontari Open Culture 2019 la mostra di arte contemporanea AttraVerso ha ottenuto il patrocinio del Consiglio Regionale della Basilicata, della Provincia di Matera, del Comune di Matera, del Comune di Barile, dell’Arcidiocesi di Matera – Irsina e della Fondazione Matera – Basilicata 2019.

In esposizione 32 opere, fra scultura e pittura e una poesia, realizzate nell’arco di 20 anni, dal 2004 al 2024. La mostra AttraVerso è quasi un’antologica del lungo percorso artistico di Spiridione, con rimandi al primitivismo per le opere pittoriche e all’arte africana per le sculture. Spiridione popola le sue tele con figure piccole, allungate, sintetiche e simboliche, caratterizzate da una forte semplificazione delle forme chiaro riferimento all’universo primordiale cui apparteniamo tutti. Di grande forza espressiva i bronzi che sembrano chiederci aiuto attraverso le loro braccia allungate nelle opere “Coglierò una stella” del 2011 e “Migrante” del 2006 o “Loveme“, “Stopthewar” e “UE‘” del 2007.

AttraVerso è una mostra “in itinere” – illustra Vincenza Spiridione – che si arricchisce di nuove occasioni d’incontro con il pubblico e di nuove opere. Le Scuderie del Castello di Melfi nel 2023 e il Museo Diocesano di Melfi fino allo scorso 31 luglio hanno ospitato la mostra AttraVerso che giunge adesso a Matera arricchita di nuove tele e sculture. Questa mostra fa parte del più ampio progetto: Uomo-dove-vai. Un progetto artistico che è un invito alla riflessione sul dramma delle migrazioni dai paesi del sud del mondo, spesso in guerra, affinché prevalga la cultura dell’accoglienza, la protezione degli esseri umani dallo sfruttamento e dalla violenza”.

La vernice della mostra Attraverso si terrà lunedì 9 settembre alle ore 18:30 alla presenza dell’artista Vincenza Spiridione. La mostra sarà aperta dall’intervento della curatrice Simona Spinella e dai saluti istituzionali degli enti che hanno concesso il patrocinio.


Informazioni:
Organizzata e promossa in collaborazione con Fondazione SassiMEWE impresa sociale di comunità e Associazione Volontari Open Culture 2019 la mostra di arte contemporanea AttraVerso ha ottenuto il patrocinio del Consiglio Regionale della Basilicata, della Provincia di Matera, del Comune di Matera, del Comune di Barile, dell’Arcidiocesi di Matera – Irsina e della Fondazione Matera – Basilicata 2019.

Mostra:
AttraVerso – mostra di arte contemporanea di Vincenza Spiridione
Inaugurazione: lunedì 9 settembre 2024 alla presenza dell’artista e della curatrice.
Ore 18:30
Scuderie di Palazzo Malvinni – Malvezzi in piazza Duomo n.14 – accesso da via Muro
La mostra resterà aperta al pubblico dal 9 al 30 settembre 2024.
Ingresso libero.
Orari: dalle 10:00 – alle 12:00 e dalle 18:00 alle 20:00
Aperta tutti i giorni.
Curatore: Simona Spinella
Artista: Vincenza Spiridione

Per contatti e ulteriori informazioni
Sissi Ruggi
addetto stampa
AttraVerso – mostra di arte contemporanea di Vincenza Spiridione
ufficiostampa@sissiruggi.com
addettostampa@fondazionesassi.org

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani: Matisse e la luce del Mediterraneo

Un viaggio nei capolavori e nei luoghi che li hanno ispirati, tra le luminose atmosfere mediterranee, punti geografici e dell’anima, sfondi di vicende artistiche e fondamentali per l’evoluzione dell’arte moderna europea. Il nuovo progetto espositivo pensato per il Centro Culturale Candiani, che nasce dalle collezioni civiche di arte moderna conservate a Ca’ Pesaro, arricchito da prestigiosi prestiti internazionali, è dedicato ad un altro maestro delle avanguardie del ‘900: Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 1869 – Nizza, 1954).

MATISSE e la luce del Mediterraneo
Mestre (Ve),Centro Culturale Candiani
28 settembre 2024 – 4 marzo 2025

A cura di Elisabetta Barisoni

Maestro e capostipite dei Fauves – le belve, i selvaggi –  e perciò posto in mostra e in dialogo con artisti con i quali condivise vicende biografiche e rivoluzioni artistiche; pittore della gioia di vivere, delle emozioni profonde, tradotte in colori forti, vivaci, innaturali. E, soprattutto, interprete della luce: centro della ricerca di Matisse, come di quegli artisti che miravano a catturare l’abbagliante bellezza del Mar Mediterraneo, del Midi, il Mezzogiorno francese, luogo fisico e della creazione artistica, il vero protagonista del colore liberato dall’Espressionismo selvaggio.

Luce e colore sono quindi il fulcro della rassegna, insieme all’importanza, quasi un’ossessione, del disegno per Matisse. In mostra oltre cinquanta opere, partendo dalle preziose raccolte di grafica della Galleria Internazionale d’Arte Moderna – che annoverano tre importanti litografie dell’artista francese datate agli anni Venti e due disegni appartenenti alla sua produzione del 1947 – poste accanto ai capolavori del maestro provenienti dal Philadelphia Museum of Art, dalla Národní Galerie di Praga, dal Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, dal Musée des Beaux-Arts di Nancy, dal Centre Pompidou di Parigi, dal Musée Albert-André di Bagnols-sur-Cèze, dal Museo del Novecento di Milano. Sette le sezioni per indagare La modernità viene dal mare, La Luce del Mediterraneo, L’età dell’oro, Il Mediterraneo, un paradiso unico, a cui si affiancano le riflessioni sul decorativo e l’ornamento, il fascino delle linee moresche, le languide figure femminili in veste di odalische in Arabesco e decorazione fino alla sintesi perfetta di Lusso, calma e voluttà e del “disegno del piacere”, di cui scrive il filosofo Jean-Luc Nancy. Nasce così spontaneamente il dialogo con diversi autori che hanno lavorato sulle qualità interiori della pittura, inseguendo la poetica: Henri Manguin, André Derain, Albert Marquet, Maurice de Vlaminck, Raoul Dufy e Pierre Bonnard. Ricerche e produzioni distinte creano tuttavia un racconto corale: dall’amicizia tra Derain e Matisse, in viaggio sulla costa mediterranea della Francia nell’estate del 1905, alla centralità di alcuni luoghi, come Nizza, Arles, Saint-Tropez, quest’ultima divenuta icona dell’arte e della cultura del Novecento.

L’esposizione si chiude con l’ultima rivoluzionaria fase creativa di Matisse. Dal colore alla forma prende avvio dalla produzione dei papiers découpés, fogli di carta colorata ritagliati e incollati nei quali il Maestro francese porta al massimo la sintesi dell’espressione. Dagli epigoni di area veneziana, come Renato Borsato Saverio Barbaro, alle figurine di Chris Ofili e fino alle composizioni di Marinella Senatore, la dignità del decorativo, dell’ornamento, del disegno e della stilizzazione della figura emerge nell’ultima sezione della mostra come il lascito forse più importante che Matisse fa all’età contemporanea.


CONTATTI PER LA STAMPA
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Il film FLAVIO PAOLUCCI. DA GUELMIM A BIASCA al Salento International Film Festival

Il documentario FLAVIO PAOLUCCI. DA GUELMIM A BIASCA sarà presentato al Salento International Film Festival venerdì 13 settembre 2024, alle ore 20:00, presso la sede di Celacanto in Via Carlo Mirabello, 3 – Marina Serra (LE). Proiezione in lingua originale in italiano con sottotitoli in inglese.

FLAVIO PAOLUCCI. DA GUELMIM A BIASCA è un ritratto dell’artista svizzero, diretto e prodotto da Villi Hermann per Imagofilm Lugano in coproduzione con RSI Radiotelevisione svizzera.

Sito del festival: https://salentofilmfestival.com
Distribuzione in Svizzera: ImagofilmLugano www.imagofilm.ch


Da Stampa – Imagofilm Lugano stampa@imagofilm.ch 

Milano, Galleria Gli Eroici Furori: “A SINGLE MOMENT” di Anna Caterina Masotti

Durante la Milano Fashion Week 2024, la Galleria Gli Eroici Furori presenta la fotografa bolognese Anna Caterina Masotti con la mostra “A Single Moment”, in programma dal 18 settembre al 2 ottobre.

In occasione della Milano Fashion Week 2024
Anna Caterina Masotti presenta la mostra fotografica
 
A SINGLE MOMENT
L’Immortalità dell’Attimo nella Natura e nell’Umanità
Il filo che ricama gli Attimi della Vita
A cura di Alessia Locatelli

Opening: 18 settembre 2024 ore 18.00 – 21.00
Dal 19 settembre al 2 ottobre 2024
 
Galleria Gli Eroici Furori
Via Melzo 30, Milano

La fotografa – nipote di Ada Masotti, fondatrice di una nota casa di moda del bolognese – compie un percorso che partendo dalla sua crescita all’interno della casa di alta moda paterna, la conduce verso un progressivo dialogo che lega creatività ed arte inserendo, all’interno delle sue stampe fotografiche, l’artigianalità di ricami fatti a mano che le rendono opere uniche. Infatti, Anna eredita dalla nonna Ada la passione per il ricamo insieme alla capacità innata della cura dei dettagli e dalla mamma Olga l’amore per la fotografia, combinandoli con estro nelle sue opere. Anna Caterina Masotti afferma: “L’immagine è come una stampa, un ricamo, un fiore cresciuto nella stoffa”.

Da qui prende vita “A Single Moment”, un percorso immersivo, a cura di Alessia Locatelli in collaborazione con l’art manager Laura Frasca, che unisce estetica e poetica, legame che si ritrova nell’allestimento all’interno della Galleria dove il visitatore potrà da subito ammirare due grandi immagini stampate su chiffon ed impreziosite con fili di lurex, insieme ad una ventina di opere fotografiche in copia unica stampate su carta naturale e ricamate a mano

Come scrive, la curatrice della mostra Alessia Locatelli: “Lo stesso connubio tra estetica e poetica delle fotografie si rigenera nell’allestimento che ricrea ambienti intimi, uterini, dentro cui danzano la vita della quotidianità i suoi affetti, i suoi spazi ed i paesaggi a lei cari. Stampe di grande formato si alternano ad altre in dimensione minore, intime nell’approccio visivo oltre che nel soggetto rappresentato.  Un percorso sia materico che visivo, che mira ad aprire un dialogo con l’esperienza del fruitore stesso, condividendo – dal buio verso la luce – il momento dello scambio e dell’intimità che racchiude tutta l’umanità di un sentimento collettivo“.

La luce gioca un ruolo centrale nelle fotografie di Anna Caterina filtrando negli interni e creando pattern e contrasti, riflettendosi nell’acqua e delineando delicati ornamenti floreali sui muri da lei immortalati. Le illusioni visive tipiche delle creazioni della fotografa bolognese vengono intensificate dai ricami, i quali aiutano l’osservatore a focalizzare l’attenzione sul punto di luce dello scatto, rendendo il risultato finale ancor più raffinato e attrattivo.

Attraverso un linguaggio trasversale – stampa su chiffon, fineart e le installazioni – Anna Caterina Masotti offre al visitatore la possibilità di prendere parte ad un viaggio affascinante, intimo ed emozionale immergendosi nella poetica della fotografia e l’estetica della moda. Questi elementi che si amalgamano tra loro sottolineano la versatilità della visione artistica della Masotti e la sua capacità di dialogare con gli spazi della galleria in modo dinamico, non perdendo il concetto del la mostra “A Single Moment”, che immortala il qui e ora rendendolo eterno.

Anna Caterina Masotti nasce negli anni ’70 a Bologna, dove attualmente vive. Dall’età di 10 anni inizia ad appassionarsi di fotografia: passione trasmessa dalla madre Olga, stilista innovativa che amava fotografare, nel tempo libero, fiori e paesaggi. Terminati gli studi a 22 anni entra subito nella house agency di famiglia dove si occupa di comunicazione. Nel 2004 ritira assieme al padre Alberto il premio La Kore, Oscar della Moda. Qualche tempo dopo, riceve un importante riconoscimento per il suo ruolo di giovane dirigente di una azienda italiana di eccellenza e viene invitata al Quirinale dal Presidente della Repubblica per parlare ad una platea di studenti. Successivamente viene nominata Direttore della Comunicazione del Gruppo, gestendo personalmente tutti i servizi fotografici e gli eventi nel mondo. Nel 2010, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale ha dovuto subire diversi interventi chirurgici. Da quel giorno i suoi sensi si modificano e la sua vita ha un inaspettato cambio di percorso. È da questo momento che fotografare diventa una priorità, attraverso una nuova visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.


INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: A Single Moment
DI: Anna Caterina Masotti
A CURA DI: Alessia Locatelli
OPENING: 18 settembre 2024 ore 18,00
DATE: Dal 19 settembre al 2 ottobre 2024
DOVE: Galleria Gli Eroici Furori – Via Melzo 30, Milano
ORARI: Da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19; Sabato e mattina su appuntamento 
INFO: www.furori.itsilvia.agliotti@furori.it
Instagram: gli eroici furori
Facebook: gli eroici furori – Silvia Agliotti
 
IN COLLABORAZIONE CON: Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Alla Galleria Comunale di Monfalcone l’arte nelle Venezie negli anni di Ungaretti sul Carso

Ungaretti è testimonial importante di “GO! 2025. Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura”.

Un ampio progetto, ideato e curato da Marco Goldin, verrà dedicato al grande poeta Giuseppe Ungaretti e al Carso dove egli combatté nel corso della Prima guerra mondiale. Sfocerà nella doppia mostra che introdurrà i programmi pensati per “Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura 2025”. “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia” si svilupperà tra Gorizia (Museo di Santa Chiara) e Monfalcone (Galleria comunale d’arte contemporanea).

Il progetto è promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Gorizia e Monfalcone, con la partecipazione di PromoTurismo FVG e l’organizzazione di Linea d’ombra.

DA BOCCIONI A MARTINI
Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso 
Monfalcone, Galleria comunale d’arte contemporanea
26 ottobre 2024 – 4 maggio 2025

Alla Galleria Comunale di Monfalcone
l’arte nelle Venezie negli anni di Ungaretti sul Carso.
I maestri di Ca’ Pesaro e altri
proposti in dialogo con quelli di oggi.

A Gorizia si svolgerà il racconto della storia di Giuseppe Ungaretti, poeta e soldato, durante la Prima guerra mondiale, tra la fine del 1915 e la fine del 1917, prima del suo trasferimento sul fronte francese. Ciò avverrà anche attraverso la rilettura dei luoghi ungarettiani sul Carso, con decine di quadri realizzati appositamente da dodici pittori contemporanei italiani.

Oltre a questo, le ricerche letterarie – compresa la ripubblicazione in forma anastatica di tutte le poesie de Il porto sepolto – storiche, fotografiche e sulla morfologia carsica porteranno a una mostra con ampio utilizzo di stazioni multimediali, anche con nuovi documentari creati per la circostanza. Da uno, più ampio, di introduzione generale ad altri con approfondimenti sulla storia delle battaglie e sulla stesura delle poesie.

La presenza “fisica” della guerra si mostrerà con le varie vetrine che conterranno oggetti e uniformi di quel tempo, grazie alla collaborazione con il Museo della Grande guerra proprio di Gorizia. A legare in modo compiuto l’esposizione di Gorizia con quella di Monfalcone sarà un libro che ne diventerà il catalogo. Quasi 500 pagine con tanti saggi specifici e un ricchissimo apparato iconografico. Il saggio sulla pittura negli anni dieci nelle Venezie è stato affidato ad Alessandro Del Puppo.

La mostra nella sede di Monfalcone sarà il suggestivo contraltare di quella goriziana, attraverso il racconto dell’arte che nelle Venezie si sviluppò nel secondo decennio del Novecento, dunque negli anni stessi in cui il poeta si trovava sul Carso e scriveva quelle poesie così straordinariamente nuove.

Dire anni dieci nelle Venezie significa dire soprattutto Ca’ Pesaro, il luogo primo dell’avanguardia italiana, palazzo nelle cui mostre, dirette dal mitico Nino Barbantini, confluivano autori veneti, trentini e dell’attuale Friuli Venezia Giulia, oltre a “ospiti” esterni del calibro per esempio di Umberto Boccioni e Felice Casorati.

Non mancheranno nella sede di Monfalcone anche figure importanti per la regione Friuli Venezia Giulia stessa, come per esempio i triestini Gino Parin e Edgardo Sambo Cappelletto, oltre a Guido Marussig, anche lui nato a Trieste, che di Ca’ Pesaro fu una delle iniziali colonne portanti, con le sue sei partecipazioni dalle due mostre del 1908 fino a quella del 1913.

L’esposizione che sarà ospitata nelle sale della Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone, con una cinquantina tra dipinti e le sculture di Arturo Martini, avrà quindi i caratteri di un vero e proprio affresco, a dire di un’epoca con i caratteri dell’eccezionalità per gli autori che vi saranno inseriti, e seguirà quel secondo decennio del secolo.

Il punto di partenza sarà con la figura di Umberto Boccioni, che tra l’altro nella mostra estiva del 1910 a Ca’ Pesaro è presente con 42 opere, in quella che fu una vera e propria personale.

Accanto alla sua, la seconda presenza fondamentale extra vagante rispetto al territorio delle Venezie è quella di Felice Casorati, che soprattutto nella mostra capesarina del 1913 fa la parte del leone, con 41 opere. Boccioni e Casorati saranno quindi il punto di partenza della rassegna a Monfalcone.

A seguire, un panorama fatto di altri artisti che hanno reso in quel decennio la pittura nelle Venezie tra le più avanzate d’Italia. Ovviamente dai due capofila, Gino Rossi con i suoi quadri e Arturo Martini con le sue sculture. E poi altri nomi come quelli di Umberto Moggioli e Pio Semeghini, Aldo Voltolin e Nino Springolo solo per dire di alcuni.

Quello che ne uscirà sarà un panorama alto dell’arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, a dire come anche nel momento delle battaglie e delle tragedie la forza dell’arte continuasse a vivere nei territori circostanti.

Un’area importante della mostra sarà quella, in un’ampia sala al piano superiore della Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone, dedicata ai paesaggi di Gino Rossi e Umberto Moggioli. In questa sala vivrà, attraverso una ventina di opere importanti di entrambi questi artisti, la bellezza del paesaggio buranello e della laguna, ma anche delle affascinanti colline asolane dipinte sia da Rossi sia da Moggioli.

Si tratterà della specificità maggiore e più ricercata all’interno del percorso espositivo. Gino Rossi e Umberto Moggioli come emblemi di quel momento irripetibile per la pittura italiana dell’inizio del secolo, quando Burano e le altre isole diventarono una sorta di Tahiti davanti a San Marco.

La mostra poi continuerà anche con una piccola selezione dei dipinti degli autori contemporanei che si vedranno a Gorizia nel Museo di Santa Chiara, per dare così anche dal punto di vista pittorico il forte senso di una continuità tra le due sedi.

Informazioni www.lineadombra.it

Apertura prenotazioni 9 settembre 2024, call center Linea d’ombra 0422 429999 (biglietto@lineadombra.it)


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Roberta Barbaro tel. 049.663499
Email: roberta@studioesseci.net

Il festival cagliaritano sarà come da tradizione una vetrina dedicata al miglior jazz italiano

“Libere Connessioni” è la parola d’ordine del festival Forma e Poesia nel Jazz, in scena a Cagliari dall’11 al 21 settembre. Libere connessioni sono quelle che il jazz crea tra artisti che si incontrano abitualmente o per la prima volta, tra i musicisti e il pubblico curioso di seguire il gioco della loro creatività, tra linguaggi estetici diversi o anche antitetici che improvvisamente rivelano incredibili punti di contatto. Connessioni per eccellenza sono poi quelle create dalla radio, strumento fondamentale per la diffusione di massa della musica, di cui il festival celebra il centenario allestendo una ricca esposizione di modelli storici.

La ventisettesima edizione del festival cagliaritano sarà come da tradizione una vetrina dedicata al miglior jazz italiano, sia quello affermato su scala internazionale (Tullio De Piscopo, Fabrizio Bosso, Mauro Ottolini, Alessandro Lanzoni e Francesco Cafiso tra gli altri) che quello proposto dai più interessanti talenti emergenti (Eleonora Strino). Un evento speciale porterà sul main stage del festival anche un ospite straniero, l’innovativo batterista svizzero Jojo Mayer, mentre non mancheranno appuntamenti collaterali che sottolineano la vocazione diForma e Poesia nel Jazz verso le tematiche sociali, ambientali e della sostenibilità, soprattutto in rapporto al suo territorio e alla mobilità. Idee che diventano spunti per sviluppare occasioni di ascolto jazz: trekking musicali, concerti in luoghi dall’alto profilo culturale e paesaggistico, spettacoli in movimento.

Forma e Poesia nel Jazz
XXVII Edizione
11-21 settembre 2024
Cagliari

Serate al Lazzaretto

Lo spazio duttile del Lazzaretto sarà il principale punto di connessione per gli eventi del festival. Una sola casa in cui coabitano concerti, incontri con gli autori, occasioni conviviali.

Il Lazzaretto ospiterà i concerti principali del festival a partire dall’evento speciale della serata inaugurale, l’11 settembre, con il batterista svizzero Jojo Mayer, impegnato in un set nel quale la performance umana e la potenza arcaica dei tamburi si confrontano con la più avanzata tecnologia generativa musicale in tempo reale. In “Me/Machine” Mayer esplora nuove possibilità e narrazioni ritmiche, cercando una forma di coesistenza simbiotica tra performer e tecnologia digitale. Esplorando le innovative possibilità dell’AI, Mayer ha sviluppato una sua ‘macchina’ musicale che interagisce mutando, interpretando, seguendo o anticipando il suo drumming.

Le quattro serate dal 12 al 15 saranno una piccola enciclopedia del jazz italiano, da sempre interesse principale del festival. Il 12 riflettori puntati su un simbolo della musica nazionale: Tullio De Piscopo. Con la sua batteria ha dominato qualunque genere musicale, dal pop, alla musica mediterranea, dal jazz al tango di Piazzolla. Il suo concerto cagliaritano vuole essere una sorta di riepilogo della sua romanzesca carriera, una sorta di viaggio musicale che parte da Napoli e arriva sino a New York, ricordando le innumerevoli avventure vissute con Pino Daniele, le canzoni che lo hanno trasformato in un fenomeno popolare (Stop Bajon e Andamento Lento) senza trascurare la sua vena più jazzistica (con brani di Charles Mingus, Elvin Jones, Duke Ellington). Prima del concerto Tullio De Piscopo riceverà il premio alla carriera assegnato dall’Associazione Event’s Partner e finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Destinato a personalità, non solamente musicali, che si sono contraddistinte per il loro percorso artistico, il premio viene consegnato a De Piscopo in riconoscimento dei suoi oltre cinque decenni di carriera da protagonista della musica italiana anche a livello internazionale. La serata sarà introdotta dal trio di Antonio Floris, chitarrista sardo di base a Roma. E proprio dalla scena romana proviene la ritmica che lo accompagnerà in un repertorio che spazia dalla tradizione del jazz afroamericano a brani di sua composizione.

L’introduzione della sera del 13 è affidata ad Alberto Sanna: il rocker, cantautore, polistrumentista, scrittore, protagonista della musica “made in Sardinia” presenta il libro-CD Kalaritana, la cui parte musicale comprende canzoni originali inedite e cover d’autore. La serata prosegue poi con figure di spicco del jazz italiano che ci faranno ascoltare il lato più esotico della loro musica. La pianista Stefania Tallini si presenterà in duo col flautista spagnolo Jorge Pardo, in un set che mescolerà le esperienze di entrambi: jazz, musica classica, musica brasiliana e flamenco. Celebre come trombonista, Mauro Ottolini è in effetti un polistrumentista, come dimostra cimentandosi anche con le conchiglie nel progetto musicale “Nada Màs Fuerte”, creato per mettere in risalto le doti canore di Vanessa Tagliabue Yorke. La sua voce farà divampare tutta la passione e l’intensità​ emotiva di un programma di musiche popolari di diversi continenti, in un’alternanza di rumba, fado, calypso… Un giro attorno al mondo in cui le atmosfere latine si riflettono anche sulla musica di altri paesi e in cui il jazz fa capolino in un originale contesto strumentale.

Gioventù in trio: così potrebbe essere battezzata la sera del 14, con due set che vedranno succedersi sul palco i trii della chitarrista Eleonora Strino e del pianista Alessandro Lanzoni, quest’ultimo con in più lo special guest Francesco Cafiso al sax. Strumentista di notevole musicalità, la Strino bilancia un’evidente passione per la tradizione jazzistica con il piacere di variarne l’espressività accogliendo anche materiali tematici eterogenei. Lanzoni e Cafiso sono tra i jazzisti italiani che godono di maggior prestigio sia in patria che sulla scena internazionale. Li accomuna il fatto di essere stati degli enfants prodiges e di aver poi saputo mantenere le promesse dell’adolescenza una volta entrati nell’età adulta: pur ancora giovanissimi, sono ormai artisti maturi e di indiscutibile spessore, ricchi di esperienza che si riversa nella loro musica.

La serata del 15 è caratterizzata da evidenti connessioni tra i musicisti che prendono parte ai due set che la compongono. Il quartetto del trombettista Fabrizio Bosso è una delle formazioni più rappresentative del jazz italiano in ambito hard-swing-bop: la stabilità di lunga durata ha permesso a questo organico di sviluppare la propria musica in maniera sempre più personale, arrivando all’attuale repertorio che, pur conservando i moduli linguistici del jazz afroamericano, si compone prevalentemente di musiche originali di notevole appeal tematico. La serata prevede anche l’esibizione di un quartetto con il pianista Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, il chitarrista Fabio Zeppetella e il batterista Sasha Mashin: un coerente e gagliardo pendant al gruppo di Bosso.

Gli extra del Lazzaretto

Il Lazzaretto ospiterà anche, nella Sala Archi, attività che aumentano i punti di vista sulla musica jazz.

Dal 12 al 15 settembre si terrà “100 e non sentirli”, esposizione di una quarantina di radio storiche a cura di Ampelio Jose Melin in occasione del centenario di questo mezzo di comunicazione di insostituibile importanza nella diffusione musicale.

Un trittico di presentazioni editoriali: il 14 Andrea Polinelli presenterà il suo libro “Gato Barbieri, una biografia dall’Italia tra jazz, pop e cinema” (Artdigiland, 2023); Enrico Merlin sarà invece protagonista di ben due incontri: “10 dischi per un secolo possono bastare?”, una guida all’ascolto di opere fondamentali del XX secolo (il 14) e “Bitches Brew”, dedicato ai misteri e la bellezza della musica elettrica di Miles Davis (il 15).

Il 13, 14 e 15 un momento di ristoro prima di pranzo con “Aperitivo in Jazz Cin Cin Cannonau”, una degustazione guidata a cura di Botteghe in Piazza.

Musica, movimento, natura, sostenibilità

Forma e Poesia nel Jazz 2024 sarà anche un festival in movimento, letteralmente. Il 13 e 14 settembre il jazz prenderà la metro, con le esibizioni del percussionista Giovanni Alborghetti e del sassofonista Diego Greco a bordo della metropolitana leggera (in collaborazione con ARST).

Un altro classico del festival è il trekking musicale alla Sella del Diavolo, il promontorio che si affaccia sul Golfo di Cagliari: il 13, dopo una passeggiata naturalistica guidata da Stefania Contini con partenza alle ore 9, si ascolterà l’esibizione del Duo Gipsy.

Altrettanto caratteristica è la pedalata jazz della mattina del 15 settembre, con l’amichevole partecipazione della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta: un’anteprima della Settimana Europea della Mobilità in Bicicletta. Gli amanti delle due ruote percorreranno la città attraverso i quartieri periferici da San Michele, transitando sul lungomare Sant’Elia sino al Lazzaretto, dove è prevista una sosta/aperitivo a cura di Cin Cin Cannonau con intrattenimento musicale.

Ad allargare ulteriormente la geografia del festival arriva poi il concerto del 21 settembre a Villa Pollini, con un piano solo di Federico Battista Melis.

Il festival Forma e Poesia nel Jazz 2024 è organizzato dalla Cooperativa FPJ con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport; Assessorato del turismo), del Comune di Cagliari (Assessorato alla cultura), della Fondazione di Sardegna e della Banca di Cagliari, con la collaborazione di FIAB, ARST, ABC Sardegna, Cooperativa Sant’Elia 2003, BFLAT, Associazione Event’s Partners, Associazione Baetorra, Botteghe in Piazza e Tourist Smile e con la media partnership di Tiscali e Nara Comunicazioni. Forma e Poesia nel Jazz aderisce al progetto Jazz Takes the Green, I-Jazz e Sardinia Jazz Network.

PROGRAMMA
 
Mercoledì 11 settembre
Il Lazzaretto
ore 21
Jojo Mayer
“Me/Machine”
Jojo Mayer (batteria, live electronics)
 
Giovedì 12 settembre
Il Lazzaretto
ore 20:15
Antonio Floris trio
Antonio Floris (chitarra),
Gabriele Pagliano (contrabbasso), Cesare Mangiocavallo (batteria)
 
ore 21:30
Tullio de Piscopo quintet
“40 anni di Stop Bajon”
 
Venerdì 13 settembre
Il Lazzaretto
ore 19:45
Alberto Sanna
show case “Kalaritana”
 
ore 20:15
Stefania Tallini & Jorge Pardo
Stefania Tallini (pianoforte), Jorge Pardo (flauto)
 
ore 21:30
Mauro Ottolini & Vanessa Tagliabue Yorke
“Nada Màs Fuerte”
Mauro Ottolini (trombone, conchiglie), Vanessa Tagliabue Yorke (voce),
Thomas Sinigaglia (fisarmonica), Marco Bianchi (chitarra classica),
Giulio Corini (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria)
 
Sabato 14 settembre
Il Lazzaretto
ore 20:15
Eleonora Strino trio
Eleonora Strino (chitarra, voce), Giulio Corini (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria)
 
ore 21:30
Alessandro Lanzoni trio feat. Francesco Cafiso
Francesco Cafiso (sax), Alessandro Lanzoni (pianoforte),
Matteo Bortone (contrabbasso), Enrico Morello (batteria)
 
Domenica 15 settembre
Il Lazzaretto
ore 20:15
Mannutza-Ionata-Zeppetella-Mashin Special quartet
Max Ionata (sax), Luca Mannutza(pianoforte),
Fabio Zeppetella (chitarra), Sasha Mashin (batteria)
 
ore 21:30
Fabrizio Bosso QUARTET
“We4”
Fabrizio Bosso (tromba), Julian Oliver Mazzariello (pianoforte),
Jacopo Ferrazza (contrabbasso), Nicola Angelucci (batteria)
 
ALTRI EVENTI
 
Da giovedì 12 a domenica 15 settembre
Il Lazzaretto, Sala Archi
100 e non sentirli
Esposizione di radio a cura di Ampelio Jose Melin
 
Da venerdì 13 a domenica 15 settembre
Il Lazzaretto, Sala Archi, ore 12:30
Aperitivo in Jazz Cin Cin Cannonau
Degustazione guidata a cura di Botteghe in Piazza
 
Venerdì 13 settembre
Metro Cagliari, ore 11-13
Jazz in metrò
Diego Greco & Giovanni Alborghetti
Diego Greco (sax), Giovanni Alborghetti (cajon)
In collaborazione con ARST
 
Sella del Diavolo, ore 12
Trekking musicale a cura di Stefania Contini
DUO GIPSY
 
Sabato 14 settembre
Metro Cagliari, ore 11-13
Jazz in metrò
Diego Greco & Giovanni Alborghetti
Diego Greco (sax), Giovanni Alborghetti (cajon)
In collaborazione con ARST
 
Il Lazzaretto, Sala Archi, ore 11:30
Presentazione del libro
“Gato Barbieri, una biografia dall’Italia tra jazz, pop e cinema” (Artdigiland, 2023)
di Andrea Polinelli
interviene l’autore Andrea Polinelli
 
Il Lazzaretto, Sala Archi, ore 18:30
Presentazione editoriale
Enrico Merlin “10 dischi per un secolo possono bastare?”
 
Domenica 15 settembre
Pedalata jazz
In collaborazione con FIAB
 
Il Lazzaretto, Sala Archi, ore 11:30
Presentazione editoriale
Enrico Merlin “Bitches Brew”
 
Sabato 21 settembre
Villa Pollini, ore 19
Federico Battista Melis piano solo

Organizzazione:
FPJ – Forma e Poesia nel Jazz soc. coop.
e-mail: formaepoesianeljazz@gmail.com
www.formaepoesianeljazz.com
www.facebook.com/FormaePoesianelJazz

Prevendite online:
www.boxofficesardegna.it
tel.: 070 657428

Biglietti:
concerti al Lazzaretto dall’11 al 15 settembre:
biglietti Jojo Mayer: euro 30 + 3 prevendita
biglietto giornaliero 12 settembre: euro 27 + 3 prevendita
biglietto giornaliero (13/14/15 settembre): euro 23 + 3 euro prevendita
abbonamento 4 serate (12/13/14/15 settembre): euro 80 + 5 prevendita

Tutti gli altri appuntamenti sono a ingresso gratuito


Direttore artistico: Nicola Spiga

Ufficio stampa nazionale: Daniele Cecchini
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Ufficio stampa Sardegna: Riccardo Sgualdini
e-mail: tagomago.1@gmail.com

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A Conversano la mostra “Chagall. Sogno d’amore” distinto dall’inconfondibile stile onirico

Dopo il clamoroso successo della mostra dedicata ad Antonio Ligabue, nel 2023, quest’anno il Comune di Conversano e Arthemisia rilanciano con una mostra dalla portata internazionale: un’intera monografia dedicata ad uno dei più importanti artisti del ‘900, Marc Chagall, con più di 100 opere.

Chagall. Sogno d’amore

20 aprile – 27 ottobre 2024
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona di Conversano

Fino al 27 ottobre 2024, al Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona di Conversano, è aperta al pubblico la grande mostra Chagall. Sogno d’amore: oltre 100 bellissime opere attraverso cui viene raccontata tutta la vita e l’opera di uno degli artisti universalmente più noti e amati: Marc Chagall.

A seguito dell’esperienza maturata lo scorso anno a Conversano con la mostra di Antonio Ligabue, che ha conseguito un grandissimo apprezzamento da parte dei visitatori, il Comune e Arthemisia rilanciano proponendo al pubblico un artista dalla portata internazionale quale Mar Chagall, evidente segno di crescita e progressione nella proposta culturale della Città.

Marc Chagall (Bielorussia, 1887 – Francia 1985) è uno dei più grandi artisti al mondo ed uno dei principali interpreti della pittura del Novecento che – con le sue opere universalmente note, un inconfondibile stile onirico e fantasioso e una vita ricca di tormenti – rappresenta un unicum nella storia dell’arte.

Ebreo ed esule dalla sua patria, proprio per il credo religioso, nel 1910 si trasferisce a Parigi per approfondire gli studi artistici. Attivamente coinvolto nella Rivoluzione Russa, fonda un’accademia d’arte nella sua terra natia, contestata pesantemente dal Governo. Torna in Francia, ma la seconda guerra mondiale lo costringerà a scappare in Spagna, in Portogallo e negli Stati Uniti. Nel 1944 perde la sua amatissima moglie, e questo sarà un ulteriore e tragico trauma nella vita e nell’opera dell’artista. Nel 1948 Chagall torna in Francia e si stabilisce in Provenza, dove abiterà fino alla sua morte nel 1985.

Chagall. Sogno d’amore rappresenta una straordinaria opportunità per ammirare oltre 100 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni dell’artista; un nucleo di opere rare e straordinarie, certificate e autorizzate dalla Fondation Chagall, provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico che consentono di ripercorrere la traiettoria artistica del pittore dal 1925 fino alla morte.

L’Amore è il fil rouge che unisce tutta la produzione di Chagall: amore per la religione, per la patria, per la moglie, per il mondo delle favole, per l’arte.

La mostra, dal forte impatto emotivo, racconta un mondo tutto suo, intriso di stupore e meraviglia. Nelle opere coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista: un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.

Ad arricchire la mostra anche tanti supporti multimediali come video, approfondimenti didattici, elementi immersivi.

Promossa e sostenuta dal Comune di Conversano Città d’Arte e Museco – Musei in Conversano e Regione Puglia, con il patrocinio della Città Metropolitana di Bari e di Puglia Promozione, la mostra Chagall. Sogno d’amore è prodotta e organizzata da Arthemisia ed è a cura di Dolores Durán Úcar, una delle più importanti studiose dell’artista, con la divulgazione scientifica di Francesca Villanti.

La mostra vede come sponsor SIECO Sistemi integrati per l’ecologia e come mobility partner Ferrotramviaria spa, partner plus Magic Shop srl e Casavola Cataldo & C. snc e partner Vetrerie meridionali spa, Tel.net srl e Master Italy srl.

Il catalogo è edito da Skira.


Prima sezione – Opere uniche
Marc Chagall sviluppa una pittura espressiva e coloratissima, traendo ispirazione da un vissuto che si fonde con la fantasia creando universi magici.
In questa sezione è riunito un importante gruppo di opere – oli, gouache e disegni – attraverso il quale è possibile ripercorrere tutte le fasi creative della carriera dell’artista e individuare le sue tematiche chiave. Viaggiamo insieme a lui tra realtà e fantasia, immersi in un’atmosfera onirica in cui il divino e l’umano si intrecciano e si sovrappongono.

Marc Chagall nacque nel 1887 nella città di Vitebsk, nell’allora Impero russo. Questa città per metà ebraica e per metà russa, situata al confine tra Russia e Bielorussia, ha avuto un’influenza decisiva sull’infanzia di Chagall; l’atmosfera e i costumi di Vitebsk gli hanno lasciato ricordi e influenze culturali profondamente radicati. Questo periodo della sua vita è segnato dalla vita familiare, dal lavoro manuale del padre, dalle preghiere e dalle visite alla sinagoga, dalla frequenza scolastica, dai giochi dei bambini, dai sogni, dallo yiddish…; esperienze di un’infanzia che alimentano il suo profondo interesse per la natura, la vita quotidiana, le leggende popolari e le credenze ebraiche.

Fin da giovane fu sedotto dal messaggio dei testi biblici. Nel 1931 viaggia in Egitto, Siria e Palestina. L’eterno esiliato, l’ebreo errante, scopre le sue radici, la sua terra d’origine. L’esperienza significa per l’artista un ritorno alla tradizione del giudaismo, una profonda riflessione sulla propria identità e una comunione con la natura.
I suoi ricordi d’infanzia e la sua amata Vitebsk, così come le tradizioni russe e le scene bibliche, sono un elemento costante nel suo lavoro durante tutta la sua carriera.

Seconda sezione – La storia dell’Esodo
L’esistenza di Marc Chagall è segnata dalla guerra e dallo sradicamento. L’autore raffigura l’esodo biblico come un’allegoria della persecuzione patita dagli ebrei in seguito all’invasione nazista della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale: una minaccia che aveva costretto l’artista a scappare da Parigi per trovare rifugio negli Stati Uniti.
Egli rappresenta attraverso ventiquattro scene l’avventura del popolo ebraico che, con l’aiuto di Dio e la guida di Mosè, fugge dalla schiavitù in Egitto per raggiungere la Terra Promessa.
Gli ebrei, liberi dall’oppressione, si convertono in una comunità dotata di una propria identità, indipendente, rispettosa delle leggi espresse nei Dieci Comandamenti rivelati da Jaweh al profeta sul Monte Sinai.
Buona parte delle incisioni di questa serie riproduce o si ispira direttamente alle gouache realizzate sullo stesso tema da Chagall nel 1931.

Prima sezione – Opere uniche
Marc Chagall sviluppa una pittura espressiva e coloratissima, traendo ispirazione da un vissuto che si fonde con la fantasia creando universi magici.
Il testo biblico aveva sempre attratto il pittore, che attraverso di esso rientrava in contatto con le sue radici più profonde e con l’infanzia trascorsa nella comunità ebraica di Vitebsk.
Riesce ad amalgamare il sentimento dell’amore e della fratellanza con il suo senso di sradicamento. In questa serie di litografie Chagall si rivela una volta di più un vero maestro della composizione e del colore.

Terza sezione – Favole
Nel 1927 il gallerista ed editore Ambroise Vollard commissiona a Chagall l’illustrazione delle Favole di La Fontaine che saranno pubblicate da Tériade nel 1952.
La Fontaine, vissuto nel Seicento, è ritenuto uno dei più importanti autori di questo genere narrativo e le sue Favole sono considerate un capolavoro della letteratura francese.
Nell’illustrare questi racconti moraleggianti Chagall si rifà alla tradizione russa, alle icone e ai lubki, le colorate stampe popolari accompagnate da una semplice didascalia, tradizionalmente usate per istruire e informare il popolino e gli analfabeti.
Gli animali, d’altra parte, lo hanno sempre affascinato. È cresciuto in un villaggio in cui gli animali erano parte integrante della vita di tutti. Nelle acqueforti ispirate alle favole di La Fontaine tratteggia vitelli, mucche, maiali, rane, volpi, galli, formiche…
Un immaginario incantato pienamente all’altezza della fantasia e ironia dello scrittore francese. Nonostante la loro distanza nel tempo, La Fontaine e Chagall hanno aspetti in comune: il gusto per le tradizioni popolari, la capacità di penetrare il comportamento umano e un’immaginazione sconfinata.
In questo libro illustrato si crea una profonda simbiosi tra il tema, il testo e le illustrazioni.

Quarta sezione – Poesie
“Un poeta con le ali di un pittore”, così Henry Miller definì Marc Chagall.
La letteratura era una delle grandi passioni dell’artista. Poco dopo essersi stabilito a Parigi nel 1911, Chagall fece amicizia con alcuni tra i più innovativi poeti d’avanguardia, autori che capivano istintivamente il mondo magico e metaforico dei suoi dipinti e incoraggiavano e sostenevano il giovane pittore.
Nel corso della vita Chagall coltivò sempre i rapporti con i maggiori scrittori del suo tempo e illustrò i testi di molti di essi. Blaise Cendrars, André Breton, Guillaume Apollinaire, André Salmon, Paul Éluard, Max Jacob e André Malraux, per citarne solo alcuni, erano suoi amici e ammiratori ricambiati.
Ma Chagall non si limitò a illustrare le opere altrui e si cimentò con la scrittura traducendo in parole il complesso universo dei suoi dipinti. Pubblicherà due libri, il primo dei quali – Ma vie [La mia vita], scritto in russo e tradotto dalla moglie Bella – sarà presentato a Parigi nel 1931. L’artista vi racconta gli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e quelli della formazione, accompagnando il testo con semplici disegni. Nel 1975 a Ginevra uscirà il suo secondo libro, Poèmes, una raccolta delle liriche composte dal pittore tra il 1909 e il 1965.
L’editore è Gérald Cramer, l’amico che già nel 1968 aveva dato alle stampe una serie d’incisioni dell’artista intitolata anch’essa Poèmes: 24 xilografie raffiguranti un mondo onirico, pervaso dai ricordi e dalle ossessioni di Chagall, il poeta pittore.

Quinta sezione – Derrière le miroir. Parigi
Derrière le miroir è una raccolta di litografie, pubblicata da Aimé Maeght nel 1954, che Marc Chagall dedicò a Parigi, la sua amata città. Tramite immagini coloratissime ne rappresentò gli elementi architettonici più distintivi, come la torre Eiffel, il Pantheon, Notre Dame… e, fluttuanti tra gli edifici, i suoi personaggi fantastici.
Chagall si trasferì per la prima volta a Parigi nel 1910, dove aprì uno studio nel quartiere di Montparnasse.
Non c’è da sorprendersi della sua decisione: la metropoli francese si era convertita nel centro nevralgico del mondo dell’arte, attraendo schiere di giovani appassionati di cultura e trasformandosi nella capitale delle avanguardie, dove erano confluiti tutti gli artisti affascinati dalle realtà bohème, dai caffè cosmopoliti, dalla possibilità di formarsi presso le accademie e i musei e, soprattutto, dai numerosi Saloni che mettevano a disposizione i propri spazi per esibirne le opere.

Parigi, che così tante volte gli diede il benvenuto e lo accolse, fu una delle sue principali fonti d’ispirazione. Le rese frequentemente omaggio nelle sue creazioni, rappresentando la torre Eiffel, quale simbolo della città e della sua storia, Notre Dame, suo monumento culturale insostituibile, Le Pont Neuf, La Ópera, oppure Le Carrousel du Louvre… Attraverso le sue opere grafiche Chagall celebrò questa città che, nelle sue parole, «illuminò il mio mondo oscuro, come se fosse stata il sole».


Date
20 aprile – 27 ottobre 2024

Sede
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona
Piazza Conciliazione (Arco monumentale)
Conversano – Bari

Orario apertura
Dal martedì al venerdì 10.00 – 13.30 | 15.30 – 19.00
Sabato e domenica 10.00 – 13.30 | 15.30 – 20.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Biglietti
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00

Informazioni e prenotazioni
T. +39 080 99 52 31

Sito
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#ChagallConversano

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

CHEAP: make art, not war a Reggio Emilia

Festival di Emergency

Sabato 7 Settembre | H 11.30
Cortile di Palazzo Ancini | Reggio Emilia

talk

CHEAP
in dialogo con 
Vera Gheno

A partire dall’esperienza di CHEAP e dai poster della call for artists 2024 affissi in questi giorni a Bologna, un incontro per approfondire il ruolo dell’arte nella riappropriazione dello spazio pubblico per decostruire la propaganda bellica e promuovere riflessioni collettive su diritti e uguaglianza.

L’ingresso è gratuito ed possibile prenotare un posto a sedere QUI.


Daccapo Comunicazione
PR & Communication in Arts and Culture
www.daccapocomunicazione.it
(Ester Apa) / (Marcello Farno)