Bologna: all’Art hotel Commercianti le opere dell’affermato artista Matteo Nannini

La personale pittorica del maestro Matteo Nannini, all’interno delle prestigiose sale medievali dell’Art Hotel Commercianti nel centro storico di Bologna. La mostra è un viaggio itinerante attraverso una serie di dipinti ad olio suddivisi in 2 aree tematiche, provenienti da collezioni prestigiose “Scacchi ed Eden”.

La personale pittorica del maestro Matteo Nannini, all’interno delle prestigiose sale medievali dell’Art Hotel Commercianti nel centro storico di Bologna. 

Nella Sala del Pozzo si individuano scene di scacchi e scacchisti dove ogni mossa rappresenta le scelte e le conseguenze del proprio essere, il destino è nelle mani di noi stessi e delle nostre strategie, siamo noi a decidere sconfitte o vittorie.

La mostra proseguirà con un viaggio nell’Eden, attraverso una visione contemporanea dell’uomo in cui il vero istinto predomina, forza ed eleganza sono un sottoinsieme del regno della natura, un luogo dove l’uomo è elemento intrinseco che lo porta a sentire la natura stessa, perdendo così la sua identità specifica entrando a far parte della realtà immensa della natura, una perfetta fusione tra l’elemento naturale e quello dell’uomo.

Nei dipinti ad olio di Matteo Nannini c’è una ricerca che conduce l’osservatore dentro il regno animale-natura in tutte le sue sfumature.

Dopo il successo della prima personale, Matteo Nannini torna in esposizione negli eleganti e raffinati spazi dell’Art Hotel Commercianti.

Classe ’79, Matteo è un artista eclettico e da sempre vanta tecniche, soggetti e discipline apprezzate da collezionisti e Gallerie prestigiose Nazionali ed Internazionali.
Dal 2012 inoltre è fumettista con varie pubblicazioni e dal 2016 anche Editore (Nannini Editore e Smokeland press).
Laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è insegnante di disegno e pittura da oltre un ventennio.
Ha esposto in varie personali, collettive ed importanti fiere d’arte quali: Biennale, Art Basel, Art Dubai.


Da 8 Gennaio 2025 al 25 Settembre 2025
Orario tutti i giorni, ingresso libero
h. 14.00-18.00
info. 051.7457511
Da . Sentirearte <SentireArte@outlook.it> 

ART CITY Bologna 2025: Le Porte della Città 

La tredicesima edizione di ART CITY Bologna avrà luogo dal 6 al 16 febbraio 2025 attirando, come oramai di consueto, l’attenzione di un pubblico amante dell’arte contemporanea con una ricca proposta di eventi.

Promossa dal Comune di Bologna e BolognaFiere e diretta per l’ottavo anno consecutivo da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, la manifestazione si affiancherà, come da tradizione, al programma di Arte Fiera, che quest’anno si svolgerà dal 7 al 9 febbraio 2025, con preview su invito il 6 febbraio.

Lo Special Program di questa edizione di ART CITY Bologna, Le Porte della Città, è legato alla città e alle sue dieci Porte storiche. Un circuito di opere realizzate da alcuni artisti e artiste dialogherà con la storia, le trasformazioni sociali e le transizioni morfologiche che hanno attraversato la città felsinea nel tempo.

ART CITY Bologna
Le Porte della Città
6 – 16 febbraio 2025 

Il festival di arte contemporanea si inserisce nel percorso che lungo i viali della città per 8 chilometri collega una Porta all’altra dedicando a ciascuna di esse un progetto artistico che il pubblico scoprirà, tappa dopo tappa.
Presenti nel capoluogo emiliano dal 1300, le Porte erano in origine dodici; seguendo l’evoluzione urbanistica, negli anni hanno mutato le loro caratteristiche architettoniche divenendo silenti testimoni di importanti eventi cittadini, quali ingressi trionfali di eserciti, battaglie perse, cortei danzanti e lotte di resistenza antifascista e di conquista dei diritti civili.

In origine poste a difesa della città, le Porte sono diventate nell’immaginario comune dei riferimenti architettonici che, come bussole, forniscono un orientamento nello spazio. “Dentro Porta”, “Fuori Porta” sono solo due delle innumerevoli espressioni che quotidianamente cittadini e cittadine utilizzano per fissare un appuntamento con qualcuno, dare un’indicazione a un turista o semplicemente geolocalizzare uno spazio ancora da esplorare.

Fin dall’antichità le porte rappresentano, inoltre, valichi rituali, luoghi di transizione, zone di confine che collegano uno spazio esterno a uno interno. Sono ancora oggi la metafora di un passaggio geografico, di una migrazione, ma anche di un movimento verso nuove forme di esistenza e di futuri possibili da interpretare nello Special Program di ART CITY Bologna 2025 attraverso la lente dell’arte contemporanea.

Main Sponsor di questa edizione di ART CITY Bologna è Banca di Bologna che dal 2007 al 2009 ha promosso una campagna di restauro delle Porte cittadine.

Banca di Bologna è da sempre impegnata a supporto di iniziative che valorizzano il patrimonio artistico e culturale del territorio e che promuovono l’arte in tutte le sue forme” – afferma Alberto Ferrari, Direttore Generale di Banca di Bologna – “L’impegno che lega la Banca alle Porte monumentali della città di Bologna viene da lontano. Risale al 2007 il primo progetto di intervento per il restauro e la valorizzazione di questi complessi monumentali. Durante il biennio 2007-2009 la Banca sostenne i costi di restauro portando le Porte al loro antico splendore. È quindi con particolare piacere e coinvolgimento che Banca di Bologna si appresta a sostenere un’iniziativa che mira a rendere nuovamente protagoniste le Porte, nel contesto di un progetto pensato per rinnovarne l’immagine e ridefinirne la storia d’uso, continuando la collaborazione con il MAMbo, come negli ultimi anni.”

L’identità visiva di ART CITY Bologna, a cura di Giulio Ferrarella (Al mare.Studio), fa eco alle Porte della città. L’ispirazione grafica, in linea con l’estetica dell’edizione 2024 di ART CITY Bologna, si basa sull’uso di forme essenziali, arricchite da effetti optical che creano un’immagine dinamica e in grado di catturare l’attenzione. La scelta del rosso, in una sua tonalità vibrante, evoca le atmosfere calde di Bologna e la vitalità che la contraddistingue.

Come ogni anno ART CITY Bologna avrà un vasto programma di mostre e iniziative che sarà pubblicato in prossimità della rassegna sul sito www.artcity.bologna.it.

All’interno del sito web della kermesse, i soggetti pubblici e privati che desiderano proporre il proprio progetto per essere inseriti nelle proposte ART CITY Bologna 2025 dovranno manifestare il loro interesse compilando sinteticamente un modulo on-line, già presente nella home del sito web di ART CITY Bologna, entro domenica 15 dicembre 2024.


ART CITY Bologna 2025 è promosso da
Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera
Direzione artistica

Lorenzo Balbi
Con il coordinamento di

Settore Musei Civici Bologna | Area Arte Moderna e Contemporanea
Periodo

6 – 16 febbraio 2025
Sito web

www.artcity.bologna.it
Social media

Facebook Art City Bologna
Instagram @artcitybologna
#artcitybologna
Ufficio stampa ART CITY Bologna 2025

Absolut eventi & comunicazione
E-mail ufficiostampaartcitybologna@comune.bologna.it – Tel. +39 051 272523
Sveva Scazzina
Sara Telaro

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
E-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it

Elisabetta Severino – E-mail elisabetta.severino@comune.bologna.it – Tel. +39 051 6496658
Silvia Tonelli – E-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it – Tel. +39 051 2193469


TEFAF Maastricht annuncia tutte le Gallerie della prossima edizione

Maastricht, Paesi Bassi – Sotto embargo fino al 28 ottobre 2024 – TEFAF (The European Fine Art Foundation) ha annunciato la sua rosa di espositori internazionali, compresi i partecipanti a Showcase Focus, e l’ampliamento della posizione di AXA XL a lead partner globale. AXA XL sosterrà inoltre la seconda edizione del TEFAF Summit in collaborazione con la Commissione olandese per l’UNESCO.

L’edizione 2025 di TEFAF Maastricht torna al Maastricht Exhibition & Conference Centre (MECC) dal 15 al 20 marzo 2025 (13 e 14 marzo solo su invito).

Considerata la più importante fiera al mondo per le belle arti, l’antiquariato e il design, TEFAF Maastricht riunisce 7.000 anni di storia dell’arte, dall’antico al contemporaneo. Quest’anno presenta 266 dei migliori mercanti e gallerie provenienti da 21 Paesi dei 5 continenti. La fiera non ha eguali nel presentare opere rigorosamente controllate di supremo valore storico e di qualità. È una destinazione essenziale per le istituzioni globali, i collezionisti privati e il più ampio mercato internazionale dell’arte.

TEFAF MAASTRICHT 2025
Paesi Bassi , Maastricht Exhibition & Conference Centre (MECC)
15 – 20 marzo 2025

Dal 2008, TEFAF sostiene i giovani talenti emergenti nel mercato dell’arte internazionale attraverso l’iniziativa Showcase. Nel 2025, questa sezione ospiterà dieci gallerie partecipanti la cui ampiezza di competenze rispecchia la portata di TEFAF Maastricht.

Sono state selezionate le seguenti gallerie: Amanita (NY, Stati Uniti e Italia); Desmet Fine Art (Belgio); FENG J Joaillerie d’Art (Cina); Galerie Nicolas Fournery (Francia); Galerie Raphael Durazzo (Francia); Lyndsey Ingram (Londra, Regno Unito); Montagut Gallery (Spagna); Objects With Narratives (Belgio); Poncelin de Raucourt Fine Arts (Francia); e VETA Galeria (Spagna).

Dominique Savelkoul, neo-direttrice generale della TEFAF, commenta: “Come fondazione, TEFAF ha giustamente considerato il sostegno ai giovani mercanti emergenti come un elemento centrale della sua missione. Sono lieta di vedere l’ampiezza e la varietà delle gallerie di quest’anno, dalle arti dell’Africa e dell’Oceania alle porcellane cinesi. Fin dall’inizio, nel 2008, Showcase è stata il punto di partenza per molti importanti mercanti internazionali. Spero che i partecipanti di quest’anno si ispirino alle generazioni di gallerie che li hanno preceduti”.

TEFAF Focus è una nuova iniziativa nata nel 2024 per riunire sotto un’unica bandiera artisti pionieri di diversi mezzi e periodi, allineandosi così alla filosofia collezionistica generale di TEFAF. Questa sezione offre alle gallerie una piattaforma curatoriale unica per approfondire il lavoro di un singolo artista o concetto.

I partecipanti a TEFAF Focus 2025 sono Ketabi Bourdet (Francia), Ceysson & Bénétière (Francia), Galerie Pauline Pavec (Francia), Carolle Thibaut-Pomerantz (Francia) e Maria Wettergren (Francia) con cinque nuove gallerie che espongono quest’anno: Paul Coulon (Regno Unito), Anne Sophie Duval (Francia), Mariane Ibrahim (Francia), Alexis Lartigue Fine Art (Francia), Richard Saltoun Gallery (Regno Unito).

Il TEFAF è orgoglioso di ospitare il secondo TEFAF Summit annuale presso il TEFAF Maastricht il 17 marzo in collaborazione con la Commissione olandese per l’UNESCO.  Questo evento speciale esplorerà le sfide legate alla mancanza di fondi per la cultura negli ultimi anni e il modo in cui la filantropia e l’investimento d’impatto potrebbero favorire le arti. Saranno presenti importanti leader di pensiero, esperti e stakeholder influenti dei settori artistico, finanziario, accademico, dei beni culturali e governativo. 

Il Summit TEFAF funge da piattaforma per discussioni e collaborazioni significative per aumentare la consapevolezza e promuovere soluzioni attuabili. Per maggiori informazioni, iscrivetevi alla newsletter TEFAF su TEFAF.com.

Il TEFAF Summit è gentilmente supportato dal Global Lead Partner del TEFAF Maastricht, AXA XL.

Nel 2024, AXA XL ha festeggiato i suoi 20 anni come partner principale di TEFAF Maastricht. Nel 2025, AXA XL sosterrà il TEFAF a livello globale. Dall’inizio della collaborazione nel 2004, le due organizzazioni si sono unite nella convinzione che l’arte abbia il potere di trasformare e arricchire le nostre vite e di rafforzare le nostre comunità.

Sylvie Gleises, Chief Executive Officer, Singapore ed Executive Sponsor – Fine Art, APAC & Europe, nonché membro del Global Advisory Board di TEFAF, commenta: “La stretta collaborazione tra AXA XL e TEFAF negli ultimi due decenni può essere riassunta in tre semplici parole: competenza, eleganza ed eccellenza. Condividiamo i valori del TEFAF e i suoi sforzi per sostenere i legami storici, consentendo al contempo nuovi percorsi di espressione creativa. TEFAF e AXA XL riconoscono e celebrano l’arte come continuazione del passato, ancorandoci al presente e guidandoci verso il futuro. Siamo entusiasti di espandere il nostro ruolo a livello globale”.

L’IMPEGNO DI AXA XL PER L’ARTE

Oltre alla partnership con il TEFAF, l’impegno di AXA XL per l’arte comprende il finanziamento della ricerca accademica, la protezione del patrimonio culturale, la conservazione e il restauro delle opere d’arte e l’organizzazione di un concorso, l’AXA Art Prize, per gli studenti d’arte negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

PATRIMONIO CULTURALE

Fedele ai suoi valori di protezione e trasmissione del patrimonio culturale, AXA si è impegnata per molti anni nella conservazione di monumenti culturali francesi di portata internazionale, tra cui la Reggia di Versailles, Notre Dame e la ristrutturazione della Salle des États del Museo del Louvre. AXA ha sottoscritto il restauro e la ristrutturazione dell’Arco di Trionfo con il Centro Nazionale dei Monumenti francese (CMN).

ELENCO ESPOSITORI TEFAF MAASTRICHT 2025 – FIERA PRINCIPALE
*Il grassetto indica le gallerie nuove a TEFAF Maastricht 2025.
 
Galleria 19C (Stati Uniti)
A. Aardewerk (Paesi Bassi)
Didier Aaron (Francia)
David Aaron (Regno Unito)
Agnews Londra (Regno Unito)
Agnews Opere su carta (Belgio)
Aicon, New York (Stati Uniti)
Adrian Alan (Regno Unito)
A La Vieille Russie (Stati Uniti)
Kunstgalerij Albricht (Paesi Bassi)
Un faro chiamato Kanata (Giappone)
Altomani & Figli (Italia)
Åmells (Svezia)
Antonacci Lapiccirella Fine Art (Italia)
Applicat-Prazan (Francia)
Aronson Antiquairs (Paesi Bassi)
Bacarelli (Italia)
Emanuel von Baeyer Londra (Regno Unito)
Galleria Bailly Ginevra-Parigi (Svizzera)
Véronique Bamps (Monaco)
Galleria Jacques Barrère (Francia)
Beck & Eggeling International Fine Art (Germania)
Charles Beddington (Regno Unito)
Michele Beiny (Stati Uniti)
bel etage, Wolfgang Bauer, Vienna (Austria)
Benappi Fine Art (Regno Unito)
Galleria d’Arte Berardi (Italia)
Galerie Berès (Francia)
Joost van den Bergh (Regno Unito)
Kunsthandel A.H. Bies (Paesi Bassi)
Bijl-Van Urk Masterpaintings (Paesi Bassi)
Christopher Bishop Fine Art (Stati Uniti)
Kunsthandel P. de Boer B.V. (Paesi Bassi)
Galleria Marianne Boesky (Stati Uniti)
Galleria Borzo (Paesi Bassi)
Bottegantica (Italia)
Galerie Boulakia (Regno Unito)
Galleria Nicolas Bourriaud (Francia)
Patrick Bourne & Co. (Regno Unito)
Scultura Bowman (Regno Unito)
Brimo de Laroussilhe (Francia)
Ben Brown Fine Arts (Regno Unito)
Brun Fine Art (Regno Unito)
Buccellati (Italia)
Burzio. (Regno Unito)
Cahn (Svizzera)
Galerie Canesso (Francia)
CARDI (Italia)
Caretto & Occhinegro (Italia)
Caylus (Spagna)
Galerie Chenel (Francia)
Libri rari di Stéphane Clavreuil (Regno Unito)
Galleria Eric Coatalem (Francia)
Colnaghi (Regno Unito)
Disegni di maestri Colnaghi Elliott (Regno Unito)
Connaught Brown (Regno Unito)
Galleria Continua (Italia)
Thomas Coulborn & Sons (Regno Unito)
Gisèle Croës s.a. (Belgio)
Daniel Crouch Libri rari (Regno Unito)
Day and Faber (Regno Unito)
Galerie Delalande (Francia)
Thomas Deprez Fine Arts (Belgio)
Galleria Michel Descours (Francia)
Alessandra Di Castro (Italia)
Dickinson (Regno Unito)
Didier (Regno Unito)
Charles Ede (Regno Unito)
Xavier Eeckhout (Francia)
Jaime Eguiguren Arte e Antiquariato (Uruguay)
Deborah Elvira (Spagna)
Endlich Antiquairs (Paesi Bassi)
Les Enluminures (Francia)
Epoque Fine Jewels (Belgio)
Yann Ferrandin (Francia)
Peter Finer (Regno Unito)
FLORE Bruxelles (Belgio)
Sam Fogg (Regno Unito)
Fondantico di Tiziana Sassoli (Italia)
Forme Central (Hong Kong SAR Cina)
Friedman Benda (Stati Uniti)
Gana Art (Corea del Sud)
Flavio Gianassi – FG Fine Art (Regno Unito)
Thomas Gibson Fine Art (Regno Unito)
Galleria David Gill (Regno Unito)
Pierre Marie Giraud (Belgio)
Michael Goedhuis (Regno Unito)
Richard Green (Regno Unito)
Galleria Karsten Greve AG (Svizzera)
Bernard de Grunne (Belgio)
Dr. Jörn Günther Libri rari (Svizzera)
Haboldt & Co. (Paesi Bassi)
Nicholas Hall (Stati Uniti)
Peter Harrington (Regno Unito)
Patrick Heide Arte Contemporanea (Regno Unito)
Galleria Marc Heiremans (Belgio)
Hemmerle (Germania)
Galleria Henze & Ketterer (Svizzera)
Anna Hu Haute Joaillerie (Stati Uniti)
Ben Hunter (Regno Unito)
Pascal Izarn (Francia)
Otto Jakob (Germania)
Galleria Jaski (Paesi Bassi)
De Jonckheere (Svizzera)
Galleri K (Norvegia)
Galleria Kallos (Regno Unito)
Galleria Daniel Katz (Regno Unito)
Kent Antiques Limited (Regno Unito)
Galleria Kevorkian (Francia)
Galleria Koetser (Svizzera)
Kollenburg Antiquairs (Paesi Bassi)
Koopman Rare Art (Regno Unito)
Galerie Kugel Parigi (Francia)
Galleria Tim Van Laere (Belgio)
Frides Laméris Vetro e Antiquariato (Paesi Bassi)
D’Lan Contemporary (Australia)
Landau Fine Art (Canada)
Elfriede Langeloh (Germania)
Kunstkammer Georg Laue (Germania)
Galerie Laurentin (Francia)
Galerie Léage (Francia)
Lebreton (Monaco)
Galerie Lefebvre (Stati Uniti)
Galerie Lelong & Co. (Francia)
Camille Leprince (Francia)
David Lévy & Associés (Belgio)
Salomon Lilian (Svizzera)
Scultura di Stuart Lochhead (Regno Unito)
Galleria Louis & Sack (Francia)
Lowell Libson & Jonny Yarker (Regno Unito)
Ludorff (Germania)
Lullo – Pampoulides (Regno Unito)
Galleria Maas (Regno Unito)
Galleria MacConnal-Mason (Regno Unito)
Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. (Italia)
Galerie Malaquais (Francia)
Galerie Marcilhac (Francia)
Helga Matzke (Germania)
Galleria Mayor (Regno Unito)
Mayoral (Spagna)
Kunsthandel Mehringer (Germania)
Van der Meij Fine Arts (Paesi Bassi)
Galerie Mendes (Francia)
Mennour (Francia)
Mentink & Roest (Paesi Bassi)
Patrick & Ondine Mestdagh (Belgio)
Galleria Mitterrand (Francia)
ML Fine Art (Italia)
A Mohtashemi (Regno Unito)
Morentz (Paesi Bassi)
Kunsthandel Peter Mühlbauer (Germania)
Galleria Sarah Myerscough (Regno Unito)
Galerie Neuse (Germania)
Nies Arte Orientale (Belgio)
Maurizio Nobile Fine Art (Italia)
Galleria Nathalie Obadia (Francia)
Stephen Ongpin Fine Art (Regno Unito)
Galleria Osart (Italia)
Osborne Samuel (Regno Unito)
Walter Padovani (Italia)
Galleria Page (Corea del Sud)
Pelgrims de Bigard (Belgio)
Galerie Benjamin Peronnet (Francia)
Galerie Perrin (Francia)
S J Phillips (Regno Unito)
Piano Nobile (Regno Unito)
Piva&C (Italia)
Plektron (Svizzera)
Porcini (Italia)
Prahlad Bubbar (Regno Unito)
Galerie de la Présidence (Francia)
Galleria QG (Belgio)
Artur Ramon Arte (Spagna)
Lucas Ratton (Francia)
M.S. Rau (Stati Uniti)
Galerie Retelet (Monaco)
Robilant+Voena (Regno Unito)
Röbbig München (Germania)
Rolleston (Regno Unito)
Rosenberg & Co. (Stati Uniti)
Rudigier Fine Art (Regno Unito)
Paul Ruitenbeek Arte cinese (Paesi Bassi)
Kunsthandlung Helmut H. Rumbler (Germania)
Matteo Salamon – Milano (Italia)
SANTI (Regno Unito)
São Roque, Lisbona (Portogallo)
Galleria G. Sarti (Francia)
Adrian Sassoon (Regno Unito)
Serge Schoffel – Art Premier (Belgio)
Schönewald Fine Arts GmbH (Germania)
Hidde van Seggelen (Germania)
Senger Bamberg Kunsthandel (Germania)
Libri rari Shapero (Regno Unito)
Shibunkaku (Giappone)
Galleria Edouard Simoens (Belgio)
Galerie Sismann (Francia)
Skarstedt (Stati Uniti)
Galleria Rob Smeets (Svizzera)
Somlo London (Regno Unito)
Librairie Camille Sourget (Francia)
Galleria Stair Sainty (Regno Unito)
Galleria Steinitz (Francia)
Marjan Sterk Gioielli d’arte (Paesi Bassi)
Stoppenbach & Delestre (Regno Unito)
Tafeta London (Regno Unito)
Talabardon & Gautier (Francia)
Galerie Tanakaya (Francia)
Nicolaas Teeuwisse OHG (Germania)
Templon (Francia)
Tenzing Asian Art (Stati Uniti)
Galerie Terrades (Francia)
Tomasso (Regno Unito)
M.F. Toninelli Art Moderne Monaco (Monaco)
Arte Tornabuoni (Italia)
Tóth Ikonen (Paesi Bassi)
Trinity Fine Art (Regno Unito)
David Tunick, Inc. (Stati Uniti)
Utermann (Germania)
Galleria Georges-Philippe & Nathalie Vallois (Francia)
Rafael Valls (Regno Unito)
Van Cleef & Arpels (Francia)
Vanderven Arte Orientale (Paesi Bassi)
Van de Weghe (Stati Uniti)
Galerie von Vertes (Svizzera)
Axel Vervoordt (Belgio)
Galleria Carlo Virgilio & C. (Italia)
Gioielli VKD (Paesi Bassi)
Galleria Florence de Voldère (Francia)
Voyageurs & Curieux (Francia)
Rupert Wace (Regno Unito)
Waddington Custot (Regno Unito)
Wartski (Regno Unito)
Galleria Weiss (Regno Unito)
Jorge Welsh Opere d’arte (Regno Unito)
Galleria William Weston (Regno Unito)
White Cube (Regno Unito)
W&K-Wienerroither & Kohlbacher (Austria)
Wildenstein & Co. Inc. (Stati Uniti)
Adam Williams Fine Art (Stati Uniti)
De Wit Fine Tapestries (Belgio)
Il mondo delle meraviglie: Margot McKinney (Australia)
Yares Art (Stati Uniti)
Alon Zakaim Fine Art Londra (Regno Unito)
Zebregs&Röell Fine Art and Antiques (Paesi Bassi)
Galleria Zlotowski (Francia)
 
PARTECIPANTI ALLA SEZIONE FOCUS:
Ketabi Bourdet (Francia)
Ceysson & Bénétière (Francia)
Galleria Pauline Pavec (Francia)
Carolle Thibaut-Pomerantz (Francia)
Maria Wettergren (Francia)
NUOVE GALLERIE:
Paul Coulon (Regno Unito)
Anne Sophie Duval (Francia)
Mariane Ibrahim (Francia)
Alexis Lartigue Fine Art (Francia)
Galleria Richard Saltoun (Regno Unito)
 
PARTECIPANTI  SHOWCASE:
Amanita (NY, Stati Uniti e Italia)
Desmet Fine Art (Belgio)
FENG J Joaillerie d’Art (Cina)
Gallerie Nicolas Fournery (Francia)
Galerie Raphael Durazzo (Francia)
Lyndsey Ingram (Londra, Regno Unito)
Galleria Montagut (Spagna)
Objects With Narratives (Belgio)
Poncelin de Raucourt Fine Art (Francia)
VETA Galeria (Spagna)

SU TEFAF 
TEFAF è una fondazione senza scopo di lucro che promuove la competenza, l’eccellenza e la diversità nella comunità artistica globale. Lo dimostrano gli espositori selezionati per le sue due fiere, che si tengono ogni anno a Maastricht e a New York. TEFAF è una guida esperta per collezionisti privati e istituzionali, che ispira gli amanti dell’arte e gli acquirenti di tutto il mondo. 

INFORMAZIONI SU TEFAF MAASTRICHT 
TEFAF Maastricht è ampiamente considerata la più importante fiera al mondo per le belle arti, l’antiquariato e il design, che copre 7.000 anni di storia dell’arte, dall’antico al contemporaneo. Con oltre 270 prestigiosi mercanti provenienti da 22 paesi, TEFAF Maastricht è una vetrina per le migliori opere d’arte attualmente sul mercato. Accanto alle tradizionali aree dei dipinti Old Master, dell’antiquariato e delle antichità classiche, che coprono circa la metà della fiera, si possono trovare anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielli, design del XX secolo e opere su carta. 

SU AXA XL
AXA XL Insurance è la divisione P&C (Property & Casualty) e specialty risk di AXA, nota per risolvere anche i rischi più complessi. AXA XL offre soluzioni e servizi assicurativi tradizionali e innovativi in oltre 200 Paesi e territori.

Nell’ambito della sua offerta di rischi speciali, AXA XL protegge una serie di oggetti, tra cui opere d’arte, antichità, gioielli, orologi, auto d’epoca, pietre preziose grezze e lucidate e lingotti, di età compresa tra migliaia di anni e settimane.

Negli ultimi 50 anni e fino al futuro, AXA XL, leader mondiale nell’assicurazione di oggetti d’arte e specie, ha continuato e continuerà a ridefinire il modo in cui serve e assiste i suoi clienti collezionisti, musei, aziende, gallerie, conservatori e artisti in Europa, Regno Unito, Americhe, Asia e Pacifico, con una sincera considerazione per il modo in cui gli oggetti di valore sono assicurati e il patrimonio culturale è protetto.


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Venezia: Ultimi giorni della Personale di Andrea TAGLIAPIETRA

Ultimi giorni per visitare la personale di Andrea Tagliapietra, Christmas Party, una mostra curata da Silvio Pasqualini. L’esposizione si configura come una narrazione visiva che, attraverso opere di grandi e medie dimensioni, esplora le dinamiche della natura umana e il senso di isolamento che spesso emerge nei momenti di celebrazione collettiva.

CHRISTMAS PARTY
Personale dell’Artista Andrea TAGLIAPIETRA
a cura di Silvio Pasqualini
Fino al 12 gennaio  2025
Blue Gallery 
Sestiere Dorsoduro 3061, Venezia

La Blue Gallery di Venezia è lieta di presentare Christmas Party, una mostra personale di Andrea Tagliapietra, curata da Silvio Pasqualini. L’esposizione si configura come una narrazione visiva che, attraverso opere di grandi e medie dimensioni, esplora le dinamiche della natura umana e il senso di isolamento che spesso emerge nei momenti di celebrazione collettiva.

Quando si tratta di parlare dei meccanismi che danno origine al suo lavoro, Tagliapietra cita Joyce: “First we feel, then we fall” — prima percepiamo, poi cadiamo. Le sue opere nascono dall’osservazione e dall’indagine di persone e ambienti circostanti. È un processo che inizia con una percezione fugace, un dettaglio, una situazione o un’idea che accende il suo interesse, per poi immergersi completamente, “cadere” dentro e perdersi nell’atto creativo.

L’immaginario di Christmas Party mette in scena un’eterna dicotomia: l’entusiasmo dei bambini, sorpresi nell’atto ludico e mascherati, contrasta con adulti che, ritratti sulle loro “zattere di salvezza”, sembrano naufragare in una solitudine esistenziale. Questa tensione tra gioia e introspezione trova un simbolo potente ne La Zattera, ispirata alla celebre opera di Géricault, che Tagliapietra reinterpreta come metafora di una deriva emotiva.

Materia, Contrasti e Radici
La ricerca pittorica dell’artista si muove oltre le rigide anatomie del corpo e del consueto, guidata dalla necessità di perdersi nella densità della materia. Attraverso l’uso di olio, spray e materiali naturali, le sue opere rivelano un approccio in cui il gesto pittorico diventa veicolo per scovare il non detto, l’inespresso. Il contrasto e la disarmonia cromatica sono elementi essenziali della sua poetica, forse influenzato dall’isola dove ha scelto di vivere, Burano.

Un tributo a questa terra è reso ne Il Generale, unico volto presente in mostra, ispirato alla figura di un reduce di guerra che percorreva le strade dell’isola, dando ordini immaginari. La sua “follia” trova un posto appropriato in questo party, come simbolo di una ritualità sospesa tra celebrazione e alienazione.

Un Invito alla Riflessione
Attraverso una sapiente fusione di energia terrestre, marina e qualcosa di superiore, Tagliapietra accompagna lo spettatore in un viaggio meditativo. Come le correnti dell’Adriatico decorano la sabbia, così la mano dell’artista guida lo sguardo verso un’esperienza unica: un’esplorazione del contrasto tra autenticità e maschere sociali, tra introspezione e celebrazione.

Christmas Party è un invito a riflettere sulla natura umana, a cogliere ciò che si nasconde dietro le apparenze e a riscoprire il desiderio di autenticità che, silenzioso, accompagna ogni festa.

Andrea Tagliapietra nasce a Venezia nel 1976 e vive e lavora a Burano. L’isola veneziana, eletta a dimora, offre una moltitudine di stimoli e suggestioni utili alla ricerca personale dell’artista a detta del quale “il caos si trova ovunque mentre la poesia di questo luogo è unica”.

Attualmente le forme di espressione convocate dall’artista variano dalla pittura alla scultura, con soventi incursioni nel campo della performance e della video arte.

Ultime esposizioni 

2024
-”Dire, Fare, Baciare…”, a cura di Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion, Villa Farsetti, Santa Maria di Sala.

2023
-“Sciamani, comunicare con l’invisibile”, a cura di Sergio Poggianella e Stefano Beggiora, METS Museo Etnografico di Trento, Trento.

2022
-”Landscape and Vision”, a cura di Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion, Torre civica di Bassano delGrappa (VI).
-20th Festival of Contemporary Art ART STAYS “Post-Production”, a cura di Marika Vicari e Jernej Forbici, Ptuj, Slovenia.
-“Un Bacio Ancora“, a cura di Enricca Feltracco e Massimliano Sabbion, Museo Civico di Asolo (TV).

2021
– “Without Borders“, galleria Art Spot Korin, Giappone.
-“Scout“, galleria Heike Arndt DK, Kettinge, Danimarca.
-“New Word Order“, a cura di Federica Palmarin, galleria Venice Factory, Venezia.
– “Fresh Legs“, galleria Heike Arndt, Berlino, Germania.
-“Without borders“, galleria Elysium, Galles, Inghilterra.


STATEMENT dell’ARTISTA

Quando si tratta di parlare dei meccanismi che scaturiscono il mio lavoro trovo utile appellarmi a Joyce: “First we feel, than we fall”, prima percepiamo, poi cadiamo. 
Le mie opere nascono prevalentemente dall’osservazione –che spesso si fa indagine- delle persone e dell’ambiente che mi circonda. Quando ‘percepisco’ qualcosa che accende il mio interesse, un dettaglio, una situazione, un’idea, mi lascio attraversare completamente fino a ‘caderci’ dentro, ad inabissarmi, soprattutto nel momento della realizzazione. 
Le opere presenti in Christmas Party costituiscono prevalentemente la produzione pittorica dell’ultimo periodo nella quale indago alcuni aspetti della realtà quali la solitudine o l’isolamento 
che rappresentano una forma di naufragio della vita. Gli invitati al party sono persone adulte, ritratte imprigionate nelle loro zattere di salvezza, o bambini sorpresi nell’atto ludico, mascherati, concentrati nel festeggiamento. Gli uni proposti come il probabile esito degli altri. 
La ricerca che caratterizza primariamente le opere presenti in galleria è visibile nel tentativo di andare oltre le categorie della figurazione, oltre le rigide anatomie del corpo -e del consueto- guidato dalla necessità di perdermi nella densità della materia, nell’atto di mettere e togliere, usando il gesto pittorico come veicolo per scovare il non detto, l’inespresso. Il contrasto e la disarmonia cromatica sono parte integrante della mia poetica, forse retaggio del luogo da cui provengo, l’isola di Burano. E un tributo all’isola natia è dato dall’unico volto presente in mostra, Il Generale, che costituisce un ricordo d’infanzia. A metà degli anni Ottanta la figura di un uomo, reduce di guerra colpito dalla scheggia di un ordigno, si aggirava per le vie dell’isola usando una comune radiolina come ricetrasmittente dalla quale provenivano fantomatici ordini. Mi pareva appropriato inserire la sua follia in questo party.

BLUE GALLERY

Situata tra Campo Santa Margherita e il Ponte dei Pugni a Venezia, con la nuova direzione si impegna a promuovere artisti basandosi esclusivamente sull’apprezzamento artistico e sul rispetto personale, respingendo le pratiche espositive convenzionali. Il direttore Silvio Pasqualini, Maestro d’arte e pittore, intende creare un cenacolo artistico ideale e reale, dove gli artisti possano esprimersi liberamente. Il  blu avio, colore distintivo di questo spazio, ispira sensazioni di benessere e creatività, come trovarsi tra cielo e mare


Andrea TAGLIAPIETRA
CHRISTMAS PARTY                                                           
14.12.2024 > 12.01.2025          

ORARI DI VISITA
Orari apertura mostra: 10-13 / 15 – 19
Per appuntamento: 347 70 30 568
Blue Gallery, Rio terà Canal –  S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

INSTAGRAM @bluegalleryvenice @tagliapietra.andrea

In primavera ai Diamanti gli straordinari cantori della bellezza femminile

Nella primavera 2025 a Palazzo dei Diamanti saranno esposti i capolavori di due protagonisti dell’arte europea tra Otto e Novecento: Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, straordinari cantori della bellezza e del fascino femminile.  

Alphonse Mucha / Giovanni Boldini
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
22 marzo – 20 luglio 2025 

Artista di origini ceche, Alphonse Mucha (Ivancice, 1860 – Praga, 1939) raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle. Sebbene sia noto in tutto il mondo per i manifesti degli spettacoli della celebre attrice Sarah Bernhardt, Mucha fu poliedrico e versatile: oltre che pittore, disegnatore e illustratore, fu anche fotografo, scenografo, progettista d’interni creatore di gioielli e packaging designer. Le sue opere divennero presto emblematiche della nascente Art Nouveau, alla cui affermazione contribuì elaborando uno stile inconfondibile e seducente (detto appunto “Le style Mucha”), come dimostrano Gismonda (1894), la serie de Le stagioni (1896), Job (1896), Fantasticheria (1897), Médé(1898). Quando nel 1904 visitò per la prima volta gli Stati Uniti la stampa lo celebrò come «il più grande artista decorativo del mondo».

La grande mostra monografica, organizzata da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Mucha Foundation e curata da Sarah e John Mucha, racconta la biografia, il percorso artistico e i molteplici aspetti della produzione di Mucha, il quale era fermamente convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e garantire la pace e l’unione dei popoli.

Donne aggraziate ed eleganti furono indiscusse protagoniste non solo delle opere di Alphonse Mucha, ma anche di quelle di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) che, come l’artista ceco, risiedette stabilmente a Parigi, dove si affermò come ritrattista mondano, ricercatissimo da una facoltosa clientela internazionale. Le sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti ospiteranno una significativa selezione di dipinti, disegni e incisioni dedicati al tema del ritratto e della figura femminile provenienti dal Museo Giovanni Boldini, la più importante raccolta pubblica di opere del grande maestro ferrarese, che riaprirà nel rinnovato complesso ferrarese di Palazzo Massari nel 2026. Accanto a capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco dartificio (c. 1890) saranno presentati studi di donne a figura intera e di singoli volti femminili che documentano il rapporto iperattivo dell’artista con la realtà circostante, nonché la sua abilità e prontezza nel registrare pose e attitudini che gli sarebbero poi serviti per conferire vitalità e dinamismo alle protagoniste dei suoi dipinti, contraddistinti da quella peculiare scrittura rapidissima e insieme controllata che rende inconfondibile, e unico, il suo stile.


Uffici Stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306
 
Studio Esseci
Simone Raddi | simone@studioesseci.net
+39 049 663499
 
Fondazione Ferrara Arte
comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

Roma, Borgo Pio Art Gallery: Luci nel buio – Save the Peace

“Luci nel buio – Save the Peace” mostra collettiva d’arte contemporanea torna per la IV edizione dal 7 dicembre 2024 al 7 gennaio 2025 e porterà l’arte in tre location straordinarie, tra la suggestiva Capranica Prenestina ed il cuore pulsante di Roma, vicino al Vaticano.

L’edizione 2024, rinnovata nella formula con novità di prestigio, raccoglie 54 opere pittoriche e fotografiche di 18 artisti.  

L’evento culturale di grande rilevanza, organizzato dalla “Borgo Pio Art Gallery”, vanta il patrocinio del Comune di Capranica Prenestina, ed è svolto in collaborazione con il Tempio della Maddalena di Capranica Prenestina, la Fondazione Ixoyc, Artemus.

A sostenere il progetto con sensibilità la Banca Centro Lazio di Palestrina, da sempre partecipe ed attiva rispetto alle iniziative culturali del nostro territorio.

Luci nel buio – Save the Peace”
Mostra collettiva d’arte contemporanea
IV edizione
dal 7 dicembre 2024 al 7 gennaio 2025
Partecipano 18 artisti
Tre le location:
Tempio della Maddalena, Piazza Santa Maria Maddalena 4, Capranica Prenestina
Palazzo Baronale, sede del Comune di Capranica Prenestina, Piazza Aristide Frezza 6, Capranica Prenestina
Borgo Pio Art Gallery, Via degli Ombrellari n.2/4 Roma

Tra i partner del progetto anche lAntico Forno del Borgo di San Vito Romano, l’Azienda Agricola Damigelli di Palestrina, le Cantine Il Moro” di San Vito Romano che proporranno nell’ambito degli eventi assaggi e degustazioni dei loro prodotti tipici, eccellenze del territorio a sud di Roma con lavorazioni artigianali che pongono attenzione alla qualità delle materie prime impiegate.

Sull’onda del successo ottenuto negli scorsi anni, “Luci nel buio” è cresciuta e oggi -con il sottotitolo “Save the Peace”- guarda anche ai temi di scottante attualità, chiedendo agli artisti partecipanti di misurarsi anche su questo terreno complesso e stratificato di emozioni contrastanti.

Se lo sguardo si fa più attuale e vicino al periodo che viviamo, l’obiettivo si potenzia nel portare l’arte contemporanea in luoghi diversi, due a Capranica Prenestina, da poco eletta “Uno dei Borghi più Belli d’Italia”, e uno nella città eterna, Roma, nel suo cuore pulsante, vicino al Vaticano. Ciascun artista esporrà un’opera nel Tempio della Maddalena a Capranica Prenestina, nel Palazzo Baronale, noto anche come Palazzo Barberini oggi sede del Municipio di Capranica Prenestina, e nella Borgo Pio Art Gallery” di Roma.

L’esposizione, nel suo percorso diffuso, raccoglie la cangiante poetica interpretativa di tutti gli artisti partecipanti con una combinazione visiva che accosta elementi narrativi emotivamente molto espressivi e carichi di contenuti ma anche tonalità tenui e soffuse per affrontare il grande ed universale tema del confronto tra la luce ed il buio. Ne scaturisce un viaggio affascinante che coinvolge lo spettatore in un’ampia ricchezza di sfumature artistiche dando vita ad una mostra esteticamente unica e al contempo poliedrica. Ed è proprio percorrendone i vari itinerari e visitando, di volta in volta, i tre luoghi che il visitatore potrà compiere, nel caleidoscopio di stimoli offerti dall’assortimento delle opere esposte, la propria personalissima esperienza, in un tour che diventa immersione in realtà quasi sospese, fonti di stimoli a riflettere sulle “luci” che sanno stagliarsi “nel buio”, interpretando il tratto artistico che interagisce con i vari contesti dove sono fisicamente collocate le opere. Un’occasione unica per ammirare opere che, attraverso diversi registri espressivi e tecniche anche distanti tra loro, riflettono sull’attualità e sull’importanza della bellezza come mezzo per la pace, nel contesto di una delle tradizioni artistiche più antiche e affascinanti ovvero quello evocato dal titolo stesso: quell’eterno scontro tra la luce e l’oscurità che accompagna ogni espressione della vita.

Capranica Prenestina, piccolo borgo medievale arroccato sui Monti Prenestini a 900 metri di altezza, distante circa 50 km dalla capitale, è un luogo dove la natura, larchitettura e la storia si fondono armoniosamente. Il gioiello montano, recentemente insignito del prestigioso riconoscimento che lo ha eletto “Uno dei Borghi più Belli dItalia”, accoglierà il pubblico dei visitatori in un’atmosfera unica, con panorami mozzafiato e la magia del Natale che avvolgerà il paesaggio. Non solo arte, ma anche storia, in questo comune dove sorge il Santuario della Mentorella, nella frazione di Guadagnolo, uno dei più antichi (risale al IV secolo) luoghi di culto mariani di tutta l’Europa, tanto caro a Papa Giovanni Paolo II che amava recarvisi in pellegrinaggio.

A Capranica Prenestina le location selezionate per la mostra sono: il Tempio della Maddalena che, con la sua cupola progettata da Donato Bramante, custodisce anche il Leone porta-stemma attribuito a Michelangelo Buonarroti; il Palazzo Barberini, palazzo baronale che oggi ospita il Municipio e che accoglierà alcune delle opere più emozionanti dellesposizione.

Infine, a Roma, la Borgo Pio Art Gallery”, la galleria d’arte giovane ma già affermata, situata a due passi dal Vaticano, che ha organizzato l’edizione 2024 della Mostra, si farà promotrice di una riflessione sull’attualità con la sua programmazione di eventi culturali che accompagneranno l’esposizione della mostra stessa.

Con il sottotitolo Save the Peace, la mostra ha invitato gli artisti, e dunque anche i visitatori, a riflettere sul valore universale della pace attraverso le loro opere e il gesto artistico stesso. Ogni artista ha aderito con tre opere, una per ciascuna delle location, in un percorso che mira a esplorare la bellezza come strumento di speranza e cambiamento. La frase di Dostoevskij,La bellezza salverà il mondo”, diventa così il faro ispiratore di questa edizione, unendo le diverse espressioni artistiche in un messaggio di speranza e solidarietà.

Le inaugurazioni si svolgeranno secondo il seguente calendario: sabato 7 dicembre 2024, ore 17:00, a Capranica Prenestina, presso il Tempio della Maddalena e a seguire presso il Palazzo Barberini; mercoledì 18 dicembre 2024, ore 17:00, presso la Borgo Pio Art Gallery di Roma, nel cuore del rione Borgo, a pochi passi dal Vaticano.

Alle inaugurazioni, a cui è invitato a partecipare (gratuitamente) tutto il pubblico, interverranno autorità e figure di spicco. A qualificare i vernissage (a Capranica Prenestina e a Roma) interverrà in qualità di relatrice esperta la Dott.ssa Silvia Baroni, Storica dellarte e Assessore alla Cultura del Comune di Cave, gli organizzatori, ovvero i galleristi della Borgo Pio Art Gallery” di Roma, Don Davide Martinelli, parroco del Tempio della Maddalena, e il Sindaco di Capranica Prenestina, Dott. Francesco Colagrossi. A condurre le iniziative interverrà la dott.ssa Alessandra Battaglia, giornalista e Direttore dei giornali Monolite Notizie e Roma Sud. Sarà un’occasione imperdibile per conoscere gli artisti, il loro lavoro e il messaggio che le loro opere intendono trasmettere ma anche una opportunità per far si che i visitatori e tutto il pubblico possano interagire e condividere momenti culturali di incontro autentico, dialogo e confronto.  

Il Catalogo della Mostra (realizzato grazie alla Cippigraphix di Roma) si propone di accompagnare il visitatore attraverso le opere in esposizione. Durante il periodo di “Luci nel buio” (dal 7 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025) nelle tre location espositive si terranno diversi eventi collaterali, tra cui concerti, presentazioni, visite guidate, incontri e conferenze, che permetteranno ai frequentatori di esplorare più a fondo le tematiche della mostra, approfondirne le diverse prospettive ed apprezzare la straordinaria bellezza dei luoghi coinvolti.

Durante l’inaugurazione del giorno 7 dicembre alle ore 17:00 presso il Tempio della Maddalena, come da tradizione, ad accompagnare lapertura del progetto verrà eseguita una performance musicale a cura dellAcoustic Strings Duo, composto da Giulia Lepore e Gabry Rebel. I due giovani maestri di musica, sensibilità affini, lei di Napoli e lui di Roma, realizzeranno un repertorio che spazierà dai classici fino ai brani più moderni creando la giusta cornice musicale per meglio valorizzare l’esposizione d’arte stessa ed intrattenere i presenti in un momento culturale che fonderà musica e arte. Il duo dei talentosi musicisti esprime proprio un abbinamento insolito ma molto gradevole tra il chitarrista rock blues, che padroneggia non solo il genere di sua elezione ma anche il repertorio classico, ed il soprano, che è anche arpista e vanta concerti ed esibizioni in prestigiosi teatri anche all’estero.

A presentare il concerto ci sarà il Maestro Adriano Romano, musicista per anni al seguito del famoso Maestro e compositore Ennio Morricone, è da sempre una presenza costante delle iniziative musicali nel Tempio della Maddalena. Il M° Adriano Romano, con la sua profonda preparazione culturale e il suo inconfondibile ed originale modo di presentare i brani, alternando note biografiche ad aneddoti e episodi interessanti, rende sempre unica ogni iniziativa a cui interviene.

Ancora più che nelle trascorse edizioni, il sottotitolo di quest’anno Save the Peace”-  sottolinea l’attenzione verso le forme espressive che come la pittura e la fotografia, con la forza dell’arte, vuole illuminare le nostre vite, anche nei momenti più bui.


Silvia Renzi sirenzi@libero.it

Opere di Guadagnuolo in occasione del Giubileo della Speranza 2025

Il 1° gennaio 2025 ore 17,00, si è proceduto all’apertura della Porta Santa nella Basilica Papale Santa Maria Maggiore, che cade proprio nel giorno della festa di Maria Santissima Madre di Dio.

Nell’occasione dell’Anno Santo del Giubileo della Speranza, ci piace illustrarlo nel segno dell’estetica dell’arte che ci viene offerto dalle opere dedicate alla Madonna del noto artista Francesco Guadagnuolo con un saggio di Rosario Assunto. Il Maestro Guadagnuolo annovera nella sua lunga carriera rilevanti esposizioni a livello mondiale, non ultima quella permanente alla Sede dell’ONU a New York dell’opera sul “Debito Estero” o quella nella Città del Vaticano 2010, nell’Aula Paolo VI (Sala Nervi), dedicata a San Giovanni Paolo II: “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”. Sono opere complesse, le sue, legate all’immaginario religioso che fa di Maria un personaggio non solo biblico ma familiare, vicinissimo a noi e alle nostre suppliche. Guadagnuolo con questa serie di opere pittoriche, dal forte contenuto teologico, rivolte alla Madonna, Madre del Redentore, fa rivivere la figura della Vergine Madre Santissima e l’alto compito cui è stata destinata. Il richiamo alla protezione della Madonna riprova la necessità per l’uomo di rifarsi alla Madre di tutti, che tutti comprende e che a tutti offre il Suo velo di Speranza di Pace in questo tragico XXI Secolo. Sono passati quasi 25 anni dall’11 Settembre 2001 in America sino alle guerre in corso in Ucraina, in Medio Oriente e in altre parti del mondo.

“La Vita di Maria”: le opere di Guadagnuolo in occasione del Giubileo della Speranza 2025

MARIA, SPERANZA E CONFORTO PER L’UMANITÀ – Papa Francesco ha voluto avviare l’Anno Santo 2025. La Bolla d’Indizione del Giubileo 2025, intitolata “Spes non confundit” (La speranza non delude), sottolinea l’importanza della speranza e della compassione, invoca la Madonna come simbolo di guida e sostegno per tutti i fedeli. Questo riferimento a Maria rappresenta un richiamo alla fede e alla forza spirituale, particolarmente significativo in un periodo di grandi sfide globali. Il Giubileo della Speranza intende promuovere la solidarietà, l’unità e l’amore fraterno, valori fondamentali per affrontare le difficoltà del nostro tempo.

LE OPERE DI GUADAGNUOLO, RECENSITE DA UN NOTEVOLE SAGGIO DI ROSARIO ASSUNTO, il quale scrisse in riferimento alle opere Mariane di Francesco Guadagnuolo, ne condivise l’amicizia frequentandolo nella capitale e bene l’ha conosciuto, perché il filosofo ne ha seguito per tanti anni il percorso delle sue opere valutandolo e storicizzandolo nella storia dell’arte contemporanea. Per l’occasione pubblichiamo alcuni stralci del saggio dell’autorevole filosofo Rosario Assunto dal titolo: “L’Albero dell’umana salvezza”.


L’ALBERO DELL’UMANA SALVEZZA 

«Avventurarsi nella pittura di soggetto sacro è, per un artista di oggi, impresa quant’altre mai difficile: rischiosa, anzi, come di chi volesse percorrere un crinale sottilissimo, a lama di coltello, che da una parte c’è l’abisso di dieci e più secoli, una tematica in cui si cimentarono tutti gli artisti d’Italia e d’Europa, né v’è bisogno di fare nomi, vengon da soli alla mente di ognuno; e a volerli emulare, nelle presenti condizioni di cultura non solo pittorica, davvero uno rischia di rompersi l’osso del collo – e dalla parte opposta, se tanto tanto si mette il piede in fallo, il pericolo è che si scivoli nel declivio senza punti d’arresto del “Kitsch” devozionale, a cui tanto alimento, nell’ultimo secolo e mezzo, ha fornito la produzione e riproduzione meccanica di quelle che adoperando metaforicamente un sostantivo francese, potremmo chiamare le “bondieuseries” figurali, di cui nelle chiese anche antiche ed illustri non v’è davvero penuria. E per affrontare un’impresa siffatta, uscendosene, diciamolo pure, con onore, ci voleva il coraggio sereno, alimentato da un connaturale amore per la pittura e da una religiosità vissuta in termini visuali, destinata ad effondersi in creatività artistica piuttosto o prima che in preghiere e pratiche di culto, con cui Francesco Guadagnuolo sin dalla nascita, possiamo dire, si è votato alla pittura, e, nella pittura, all’interpretazione dell’uomo: al deciframento, diciamo, dell’interiorità umana, quella in cui Agostino disse che “habitat veritas”; e nel raffigurarne l’immagine, render testimonianza, mi si permette di citare un altro filosofo, anzi filosofo con l’iniziale maiuscola, della massima che insegna doversi trattare l’umanità, in noi stessi e negli altri, sempre come fine e giammai come mezzo. Ho parlato di religiosità vissuta in termini visuali, e potrei capovolgere la definizione, dire visualità vissuta a modo di religione. Religione, se così è lecito dire, come pittura, pittura come religione. È l’ipotesi che mi era venuta in mente quando conobbi Guadagnuolo, e presi visione dei risultati del suo lavoro di acquafortista e disegnatore. È ipotesi, da lui confermatami in termini autobiografici, che aiuta a capire come la pittura di soggetto sacro non sia per Guadagnuolo quello che può essere stata per altri artisti moderni, un’incombenza professionale, una commessa da eseguire: perché per lui dipingere, la narrazione evangelica, raccontarla visivamente, facendo centro sulla Protagonista femminile, su Maria, anche senza l’incitamento di quel vero e proprio talent-scout che nel suo campo, quello dell’arte sacra, fu Monsignor Giovanni Fallani (chi ha letto il libro Manzù farà le porte di San Pietro, sa cosa voglio dire), è stato cosa assolutamente naturale: non l’accettazione di un soggetto proposto da altri, ma la continuazione di un’attività che quei soggetti se li portava dentro, per cosi dire da sempre, né aveva bisogno di proposte, suggerimenti, ordinazioni altrui. E se l’itinerario della pittura sacra, quello che ho paragonato a un crinale a lama di coltello, Guadagnuolo è riuscito a percorrerlo dal principio alla fine senza rischiare capitomboli mortali o altrettanto mortali scivolamenti, è stato perché lui è tutt’altro che un “naïf”, anche se il suo modo di guardare al mondo e alle cose del mondo, guardarle, dico, e parlarne, denota una sorta di meraviglia, accompagnata da entusiasmo per il proprio fare, e per gli oggetti del proprio fare».

«Si trattava, dopotutto, di figurare una donna, quella che nella tradizione cristiana è la “Donna”, diciamo così, archetipale: donna che gioisce e che soffre, e nel suo gaudio come nel suo patimento assomma in sé, emblematizzandoli, il gioire e il soffrire di tutta l’umanità, sollevandola in alto come nel finale del Faust “das Ewig-Weibliche/ zieht uns hinan”. È lo Ewig-Weibliche, la femminilità eterna, e se mi è permesso usar questo aggettivo, assoluta, Guadagnuolo ha voluto mostrarla a noi nell’“Annunciata”» sviluppata in un dipinto per il quale, come per tutti gli altri che raccontano la vicenda evangelica prendendo Maria a protagonista, egli ha capito che il solo modo per individualizzare creativamente la trattazione di temi che rischiavano di far cadere nel ripetitivo, se non nel banale, era l’adozione di un punto di vista, quella che in fotografia e in cinematografi a si chiama “angolazione”. Agli avvenimenti del racconto evangelico, quelli che il Cristianesimo colloca al centro della storia umana (al punto che tutto il mondo anche non cristiano numera gli anni dal tempo in cui si suppone essi si siano svolti), Guadagnuolo ha guardato, infatti, evitando quasi sempre la frontalità. E ce li mostra di scorcio, come potrebbero apparire ad un passante che si stesse avvicinando al sito del loro accadere, ma senza prevederlo e senza saperlo: in guisa tale che essi gli appaian d’un sùbito e come impreveduti, senza quella fissità da palcoscenico che dopo tanti secoli di pittura cristiana è il maggior rischio a cui si trova esposto l’artista chiamato a raffigurarli ancora una volta. Da qui, ecco, la trasversalità dell’immagine che si configura per linee incrociate, e appare a volte volutamente confusa, tale da sbigottire il viandante, fargli chiedere a se stesso che mai stia succedendo laggiù, alla sua destra, e chi siano quella donna seduta in groppa ad un asino, con in braccio quel bambino che è un uomo barbuto, con gesti più da nonno che da padre, le sta sistemando bene sul grembo, affinché non abbia a cadere, ora che la bestia si metterà in cammino – e così sbigottita è la faccia della donna, come di chi tema chissà quale pericolo incombente, e sembra dica all’uomo di far presto, di incominciare il viaggio. Una maniera di affrontare il difficilissimo tema della Fuga in Egitto: specialmente per uno della generazione di Guadagnuolo, che di somari, e di donne in groppa a un somaro, è probabile mai ne abbia veduti, cosí come mai ne hanno visto i destinatari delle sue immagini dipinte. Tutto il contrario dei secoli passati, quando l’asino era il mezzo di trasporto dei poveri, come oggi sarebbe una vecchia “cinquecento” arrugginita e ammaccata. Tanto comune, ai tempi del Caravaggio, che questi, per sottolineare la straordinarietà di un avvenimento come ne accadevano tutti i giorni, un vecchio, una donna, un bimbetto lattante, che attraversano la campagna, la donna e il bimbo sul somaro e l’uomo barbuto a piedi con in mano la cavezza, pensò bene di figurarli in un momento di riposo; e far comparire un angelo violinista, che li rallegra col suo concertino. E con simili precedenti nella memoria (ne ho nominato uno solo, ma avrei potuto ricordarne centinaia), davvero c’era da tremare all’idea di dover figurare la Fuga in Egitto, in un tempo, per di più, nel quale l’asino è specie zoologica ormai semiestinta, né si poteva pensare a espedienti simili a quelli del regista che mise in motocicletta la Walchirie: cosa che tra l’altro, non sarebbe stata consentita neppure da istituzioni ecclesiastiche che hanno osato mandare in soffitta il gregoriano, e accettato “cantiunculae” di cui sconcertante è la volgarità. Ma torniamo al nostro Guadagnuolo, che non si è sgomentato di fronte a temi come la Fuga in Egitto, o la Crocifissione – per questa, c’erano anche precedenti di fresca data: quelle cinematografiche di Pasolini e di Zeffirelli, a non parlar del dipinto di Guttuso, che a suo tempo suscitò uno scandalo in fin dei conti immotivato. E anche alla Crocifissione, come alla Deposizione, Guadagnuolo si è avvicinato come uno che arrivi al loro cospetto andando per via – che è poi un modo di ripensare a come quei soggetti li trattarono i “Maîtres d’autrefois”, ma senza piazzarsi in faccia ai loro dipinti, alla maniera dei copisti: percorrendo, piuttosto, una sorta di itinerario della memoria, nel quale essi ci appaiano uno alla volta, come altrettanti accadimenti rituali nei quali si eventizza quello che con tutta la nobiltà della parola, e a dispetto marcio degli smitizzatori, chiamerò il “Grande Mito” dei Quattro Vangeli. Ma non voglio indugiare sui dipinti in cui si articola il ciclo pittorico che Guadagnuolo ha dedicato a Maria, non tocca a me analizzarli uno ad uno, rubando (male) il mestiere ai critici che lo sapranno fare assai meglio di me. Mi si lasci piuttosto tornare a quell’immagine dell’“Annunciata” da cui il mio riepilogo ha preso le mosse. Eccola, di tre quarti – che è stato un modo di tesaurizzare il ricordo inevitabile di Antonello (come quella del Messinese, anche questa del nisseno Guadagnuolo ha le fattezze di una ragazza siciliana). Tesaurizzarlo ma esorcizzandolo, se così mi è permesso di dire: senza, insomma, restare schiacciati da un modello che per il Nostro è stato una sorta di idea platonica: rispetto alla quale la realtà vuol essere non tanto mimesiimitazione, ma piuttosto metessipartecipazione. E poi, questa Madonna ragazza siciliana, con quel suo busto così lungo e sottile, che ne solleva in alto il viso, ci fa pensare alla Madonn-Albero (l’Albero di Jesse padre di David, come albero dell’umana salvezza) delle parole con cui l’Angelo si rivolge a Maria nella notissima Verkündigung, l’Annunciazione, appunto, di Rilke, poeta angelologo, se pure di nessuna ortodossia; ed eterodosso autore, come ognun sa, di un ciclo di poesie che s’intitola, appunto, alla Vita di Maria (Das Marien Leben), e fu scritto in Duino, all’inizio di quel 1912 che fu l’anno delle grandi Elegie aventi l’angelo a protagonista: l’angelo, appunto, che nel poemetto dell’Annunciazione, rivolgendosi a Maria, alla fine di tutte le strofe (meno una), a Lei si confronta, e Le dice che Essa è l’albero:

“…ich bin der Tag, ich bin der Tau,
du aber bist der Baum. (“…io sono il giorno, son la rugiada, ma tu sei l’albero”);
“…Sieh: ich bin das Beginnende,
du aber bist der Baum. (“…Vedi io sono quel che comincia, ma tu sei l’albero”);
“…|..|.. ich bin ein Hauch im Hain,
du aber bist der Baum”. (“… Io son spirar di vento nel cespuglio, ma tu sei l’albero”);
e in ultimo:
“…Gott sah mich an; er blendete…
Du aber bist der Baum”. (“…Dio mi guardò, abbagliava… Ma tu sei l’albero”)»

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Museo del Presente – Rende (CS): Andy Warhol – Pop Art Revolution

Il Museo del Presente di Rende è lieto di presentare Andy Warhol – Pop Art Revolution, una mostra straordinaria che celebra il genio visionario della Pop Art, in programma dal 25 gennaio al 13 aprile 2025

Curata da Gianfranco Rosini della Rosini Gutman Collection – Iconars, l’esposizione, organizzata da Mazinga Eventi – Art Exhibition, co-curatela di Marilena (Maria) Morabito, è patrocinata dal Comune di Rende e finanziata con risorse PAC 2014/ 2020- Az. 6.8.3. erogate ad esito dell’Avviso “Attività Culturali 2023” dalla Regione Calabria – Dipartimento Istruzione e Pari Opportunità Settore Cultura”.

Andy Warhol – Pop Art Revolution

Dal 25 gennaio al 13 aprile 2025 
c/o Museo del Presente – Rende (CS)

Andy Warhol, figura simbolo del Novecento, ha trasformato da oggetti quotidiani a icone della cultura popolare in opere d’arte senza tempo. Dalle celebri lattine di Campbell’s Soup ai ritratti di Marilyn Monroe e Elvis Presley, Warhol ha rivoluzionato il modo di percepire il concetto di arte, abbattendo le barriere tra cultura alta e cultura popolare. Non è stato solo un artista, ma un rivoluzionario che ha saputo anticipare e influenzare i temi della contemporaneità, dall’ossessione per la fama alla società dei consumi, ridefinendo i confini e i canoni artistici.

La mostra propone un percorso che ripercorre le tappe salienti della sua carriera, partendo dagli anni ’50 con la tecnica del blotted line, fino alle grandi opere degli anni ’70 e ’80. Il percorso si snoda dalle primissime opere come Wild Raspberries, passando per le meravigliose serie di soggetti come: Dollar, Marilyn, Candy Box, Vesuvius, fino alle opere degli anni settanta ed ottanta; concludendo infine il percorso della storia artistica di Warhol con l’annuncio della Messa in sua memoria del 1987, raffigurante la sua opera “omaggio” alla Madonna di Raffaello

Oltre alle opere che raccontano il viaggio di Andy Warhol in Italia ed in Europa, la Collezione Rosini Gutman, naturalmente, comprende anche le opere più “Americane”, come ElvisLiz TaylorFlowersCampbell’s SoupDollars ed i ritratti di Liza Minnelli. Accanto ai suoi lavori più celebri, l’esposizione include opere inedite come il ritratto di Regina Schrecker, stilista italiana e amica dell’artista. Queste importanti presenze, uniche e significative, mettono in luce l’intensa relazione di Warhol con l’Italia e le sue radici europee.

Tra le sezioni più affascinanti anche un focus sulla sua attività di graphic designer, con copertine discografiche famose e prototipi di abiti realizzati in cellulosa e cotone. Inoltre, saranno esposti anche i mitici Memorabilia che raccontano il lato più intimo e meno conosciuto del genio della Pop Art.

La Collezione Rosini Gutman offre uno sguardo alternativo alle altre grandi collezioni di Warhol ed una prospettiva unica e intima sull’artista, che pone l’accento non solo sulle sue opere più “americane”, ma anche su quelle che rappresentano il legame con le sue radici europee, svelando aspetti meno noti del suo percorso artistico. 



Lunedì
: Chiuso
Dal martedì al sabato: 09:30 – 13:00 | 16:00 – 20:00
Domenica: 15:00 – 20:00
Nota: La biglietteria e l’ingresso chiudono 30 minuti prima
Biglietti disponibili al botteghino ed online su www.ticket.it
€ 15,00: Ticket Open (acquistabile solo su ticket.it)
€ 13,00: Intero giornaliero (acquistabile sia al botteghino che su ticket.it)
€ 10,00: Ridotto (over 65, under 18, studenti universitari, forze dell’ordine, dipendenti comune di rende, persone con disabilità, insegnanti, guide turistiche, gruppi da almeno 10 persone)
€ 5,00: Scuole (previa prenotazione) – Bambini 6-12 anni
Gratis: Bambini <6 anni – accompagnatore persona con disabilità – insegnante accompagnatore scuole – accompagnatore gruppi da almeno 10 pax
Nota: Biglietti ridotti disponibili solo al botteghino.
Informazioni e prenotazioni gruppi: info@mazingaeventi.it
UFFICIO STAMPA:

Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it
(Ester Apa) / (Marcello Farno)

Tempesta Gallery, Milano: Zhenlin Zhang “Ode to Transience”.

Tempesta Gallery è lieta di presentare Ode to Transience, la prima mostra personale in Italia dell’artista cinese Zhenlin Zhang (1998). Questo progetto espositivo riunisce una selezione di recenti dipinti a olio che esplorano temi universali come la separazione, la memoria e la transitorietà dell’esistenza umana.

Tempesta Gallery presenta: 

Zhenlin Zhang – Ode to Transience
Inaugurazione 16 gennaio 2025 dalle ore 18:00 
17 gennaio – 21 marzo 2025
Martedì – Venerdì | 15:00 – 19:00
Foro Bonaparte 68, Milano 

Questa toccante serie di opere si concentra sui momenti di distacco e sulle emozioni profonde che essi suscitano. Ispirato dalle tradizioni culturali tibetane e dalla loro visione filosofica dell’impermanenza, Zhang utilizza la pittura a olio per investigare la natura effimera della vita, catturando l’equilibrio fragile tra speranza e solitudine. Le opere esposte sono profondamente personali, nate da esperienze recenti dell’artista, come la perdita di familiari e le difficoltà legate alla salute della madre. Tuttavia, queste narrazioni individuali trascendono il personale per offrire una meditazione universale sulla vita, la morte e le connessioni che persistono nel tempo. 

I luoghi più freddi del mondo non sono i ghiacciai, ma la freddezza predestinata della pelle umana. Gli addii non sono solo separazioni: sono incontri con il senso profondo della vita, un’occasione per riflettere sulla bellezza fugace dei momenti più significativi della nostra esistenza. Il mio lavoro mira a onorare queste transizioni, fondendo speranza e solitudine con la saggezza delle tradizioni ancestrali.

 Zhenlin Zhang

Iconografie mitiche. Mala tibetani. Toni cerulei e velature cremisi. Stati transitori, effimeri, fragili come la condizione umana, un’esistenza fluida e mai statica. Così come le onde del mare si susseguono e si infrangono secondo un moto perpetuo, qui il gesto pittorico, le sfumature e la stratificazione del colore contribuiscono alla restituzione di un’atmosfera volubile, rarefatta e in continua trasformazione. Il lavoro di Zhang vive una dimensione evanescente, porosa, quasi onirica, connotata da un carattere spirituale che tenta di fissare nel tempo istanti, attimi fugaci. La figurazione cede il passo a immagini sospese, metamorfiche, che emergono e scompaiono ritmando l’impianto compositivo attraverso un inesauribile processo di decostruzione e ricontestualizzazione. Una riflessione sul concetto di perdita, una danza tra forme e forze, tra scomparsa e presenza. Una tensione oscillatoria al confine tra incontro e separazione, tra astrazione e rappresentazione, tra morte e rinascita.    

Edoardo Durante Zhenlin Zhang si è laureato presso il Royal College of Art di Londra, sviluppando un linguaggio visivo unico che fonde narrazioni personali con profonde riflessioni culturali e filosofiche. Il suo lavoro è stato riconosciuto con premi e partecipazioni a mostre in Europa e Asia, tra cui la selezione curata di Art Maze Mag e progetti espositivi significativi come Tibet: Cultural Assimilation Through a Theatrical Lens e The Future of Belonging. Le sue opere, ispirate anche dalla filosofia tibetana, esplorano le radici culturali e il senso dell’impermanenza.

Fondata a Milano nel 2020 da Elisa Bonzano ed Enrico Angelino, Tempesta Gallery si distingue per la sua missione di promuovere artisti contemporanei che affrontano temi di rilevanza sociale e ambientale. La galleria si propone come un luogo di dialogo, connettendo artisti provenienti sia dall’Italia che dall’estero con il contesto culturale e urbano della città di Milano.

Attraverso un programma espositivo inclusivo e diversificato, Tempesta Gallery offre una piattaforma per artisti che lavorano con una varietà di linguaggi, tra cui pittura, scultura e installazione. Ogni progetto espositivo è concepito per stimolare una riflessione critica sulle dinamiche che influenzano la nostra società e il nostro pianeta, creando connessioni significative tra arte, pubblico e territorio.


Il blu e il rosso. Il freddo sulla pelle, dopo una carezza. 

Ode to Transience è una riflessione sulla fragilità della condizione umana. Abbraccia la consapevolezza di un’esistenza effimera, fugace, destinata a scomparire. Transitoria e impermanente. 

Zhenlin Zhang (1998) – secondo una pratica silenziosamente loquace – restituisce atmosfere evanescenti, al confine tra il reale e l’onirico. Un carattere spirituale che fissa nel tempo attimi impercettibili. Partenze e lontananze assumono una connotazione inedita, un saluto è ora un incontro, la vita è profondamente connessa all’inevitabilità del suo limite. Decostruito e riletto, il dolore di una perdita o di una separazione forzata diviene possibilità di confronto: la realtà è definita da connessioni mutabili che plasmano e definiscono la nostra esistenza. La pittura di Zhang, il gesto immediato, la stratificazione di pigmenti a olio, congelano istanti labili. È una condizione rarefatta, impercettibile e in continuo divenire, proprio come una danza tra forme e forze, tra presenza e scomparsa. Traendo ispirazione dai precetti della filosofia tibetana, l’artista accetta una concezione della vita predestinata e predefinita. Una consapevolezza che determina un approccio quasi poetico alla vita, che prosegue e si sviluppa come un verso senza fine. Un movimento ciclico in cui principio e conclusione trovano il medesimo punto di risoluzione: un rapporto di scambio interdipendente con la dimensione naturale. Un’inclusione reciproca, un’immersione in cui soggetto e ambiente penetrano attivamente l’un l’altro. Quella di Zhang è una natura che supera la contraddizione ontologica che la distanzia dalla cultura, permette a ogni cosa di nascere e evolvere, è la forza responsabile della genesi e della trasformazione di qualsiasi identità, idea e soggetto che esiste, è esistita e che esisterà. Animali, piante, talismani e gioielli costituiscono l’universo figurativo dell’artista, simboli del conflitto tra speranza e solitudine, un viaggio ciclico che si risolve nell’instabilità di una metamorfosi in potenza, di una tensione oscillatoria che separa l’astrazione dalla figurazione. Le immagini di cui Zhang si serve sono tracce di un’esperienza passata, istantanee di una memoria che si fa visibile. Come in un campo di forze, la distorsione della forma e le velature dei colori si intrecciano, rivelando così una dimensione incerta, mai statica, in perenne divenire. Le opere in mostra paiono perciò ambienti in cui l’immagine si dissolve in un alfabeto di segni che suggeriscono la transitorietà, la caducità e l’eterno ritorno. La visione dell’artista è simultaneamente intima e universale, uno spazio di oscillazione tra visibile e invisibile, tra rappresentazione e astrazione. L’individuo e la natura sono interconnessi tramite un abbraccio continuo dove la separazione e la perdita non sono mai definitive, al contrario recano la promessa di una nuova unione. All’interno del processo inesauribile descritto da Zhang, la sofferenza si fa alterazione, il vuoto diviene pieno e ogni fine è ora un nuovo inizio. Attraverso il suo lavoro, tenta di sintetizzare una più profonda comprensione della vita, secondo cui l’impermanenza non è una condanna, al contrario una possibilità. La fine di un ciclo è il preludio di una successiva evoluzione, un movimento reiterato che ci trascina in un flusso ininterrotto di trasformazione e rivelazione. 


Informazioni di Contatto
Email: info@tempestagallery.com

Artra Galleria e Galleria Studio Cenacchi presentano TRAME SILENZIOSE | Mostra personale di Zeno Bertozzi

Artra Galleria di Milano e Galleria Studio Cenacchi di Bologna presentano la mostra personale “Trame Silenziose” dell’artista Zeno Bertozzi, una mostra su due sedi a cura di Raffaele Quattrone.

Basata sull’idea che la collaborazione tra gallerie è possibile ed è più importante della competizione, l’esposizione è un progetto culturale unitario che permette di arricchire ed articolare la conoscenza di Bertozzi, offrendo la possibilità a più persone, anche in aree diverse d’Italia, di accedere alla mostra.

Per questo motivo, l’esposizione verrà allestita in due spazi diversi quali Artra Galleria di Milano e Galleria Studio Cenacchi di Bologna e inaugurerà in due date distinte: il 16 gennaio a Milano e il 18 gennaio a Bologna.

Artra Galleria e Galleria Studio Cenacchi presentano la mostra
 
TRAME SILENZIOSE
una personale di Zeno Bertozzi
 
A cura di Raffaele Quattrone
                                                    
Opening Milano: 16 gennaio 2025
Opening Bologna: 18 gennaio 2025
Artra Galleria – Via Leopoldo Gasparotto 4, Milano
Galleria Studio Cenacchi Via Santo Stefano 63, Bologna

“Trame silenziose” presenta 32 sculture realizzate prevalentemente in gesso e ceramica. Bertozzi opera su una sorta di tatuaggio plastico ottenendo effetti che stanno tra la calcificazione ossea e concrezioni della più diversa natura, dalle quali scaturisce una riflessione su un tempo che può alterare e variare superfici eterne per la loro classica bellezza. Sotto il segno della metamorfosi, questo tipo di intervento, minuziosamente eseguito con la punta fine di un bulino, viene ripetuto su varie superfici sempre di materiale ceramico e gesso. Una ripetizione costante, che include sempre la dimensione del tempo, attraverso una lenta contemplazione che plasma la materia, creando crateri e forme che si trasformano nell’unità di misura dell’invisibile scorrere del tempo.

Queste opere evocano un’armonia nascosta, non immediatamente percepibile, che invita il visitatore a intraprendere un viaggio interiore verso un luogo in cui la mente si calma e ritrova il suo equilibrio. Il colore predominante delle sculture è il bianco, simbolo di purezza e tranquillità, e questo si sposa perfettamente con l’oro, accompagnando il pubblico in un’esperienza visiva e sensoriale di grande intensità.

In merito all’utilizzo del colore oro, Zeno Bertozzi ha spiegato: “Un nido dorato mi porta a pensare all’idea di riposo, di tranquillità e di rifugio dal caos associato all’immagine di casa primordiale in cui le pareti sono appunto di terra, un rifugio che come un vestito si adatta al corpo dell’animale proteggendolo, un qualcosa che si avvicina al corpo della madre. L’oro in questa maniera dà ancora più importanza a questo spazio protettivo, lo raddoppia lo fortifica elevandolo al luogo naturale e primo dell’abitare”.

Le sculture di Bertozzi parlano di una “melodia” silenziosa, cui diversi titoli delle opere rimandano, che diventa qualcosa di intangibile, ma che esiste come una forza che ci guida o ci consola. Un’invisibile danza di suoni e silenzi che raccontano storie senza parole, ma con una forte intensità emotiva dove il silenzio diventa una forma di comunicazione profonda, spesso più potente del suono.

“In questo senso mi ricordano la “Sinfonia del Silenzio” di Giya Kancheli che esplora il concetto di silenzio come una forma di musica” afferma il curatore Raffaele Quattrone. “L’intera composizione è costruita su pause, spazi vuoti e momenti di quiete, creando un’atmosfera riflessiva che evoca solitudine e allo stesso tempo protezione nel silenzio”.

A tal proposito l’artista aggiunge: “Il concetto di trama come quello di sinfonia è legato al concetto di scrittura e segni ma può essere anche inteso come un insieme di linee, spazi e volumi che si combinano per creare una struttura visiva. Quindi una relazione tra forme che nella loro semplicità offrono varie possibilità interpretative”.

Nelle opere di Zeno Bertozzi l’invisibile diventa una melodia segreta, ascoltata solo da chi è pronto ad “ascoltare”, una bellezza nascosta che trova nel silenzio, uno spazio sicuro dove il mondo esterno si attenua e dove l’arte e il pensiero possono fiorire senza distrazioni. Un rifugio che non ha bisogno di essere visto, un “guscio” che come i nidi di vespe vasaie in alcune opere ci preserva dal caos esterno custodendo ricordi e frammenti di un tempo che non è mai del tutto perduto, ma che esiste nell’invisibilità e nel silenzio.

La mostra sarà visitabile da Artra Galleria a Milano fino al 21 febbraio 2025 e da Galleria Studio Cenacchi a Bologna fino al 28 febbraio 2025.

Nato a Castel San Pietro Terme nel 1994. Nel 2015 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove inizia ad elaborare e sperimentare in campo scultoreo, avvicinandosi così alle prime esperienze scultoree, affiancando agli studi, terminati nel 2020, l’attività lavorativa presso lo studio Bertozzi & Casoni, dove tuttora collabora. Tra le occasioni espositive si ricordano: “Index”, Opentour 2018, Labs Gallery Arte Contemporanea, Bologna 2018; “To be going to”, Opentour, P420 Arte Contemporanea, Bologna 2019; “Tassellation”; “Con tatto”, Galleria Claudio Poleschi Atre Contemporanea, Dogana, San Marino, 2021; “Verde brillante. O delle probabilità interpretative del divenire forma”, Galleria Antonio Verolino, Modena, 2022; “Per una nuova scultura. Sperimentazioni e traiettorie lungo la Via Emilia”, Modena, 2022; “M’ARTE”, Zeit Gallery, Porcari (LU), 2022; “Intermezzo”, Galleria di Villa Ferrari, Castelnuovo Rangone, 2023; “Legami fragili” a cura di Raffaele Quattrone, Galleria Studio Cenacchi, Bologna, Studio DBF, Roma, Spazio 21, Lodi, 2024.

Raffaele Quattrone è un sociologo e curatore d’arte contemporanea italiano, noto per il suo approccio critico e interdisciplinare nell’analisi dell’arte e della società. Come curatore, Quattrone ha organizzato numerose mostre, lavorando sia con artisti emergenti che affermati, in spazi pubblici e privati. Dal 2015 collabora con la Real Academia de España en Roma, dove ha curato progetti di rilievo come la mostra Oltre ogni ragionevole dubbio (2017), L’ultimo Espaliù (2019), l’installazione Michelangelo Pistoletto – Pozzo Specchio nel Tempietto di Bramante (2023) e la mostra Michelangelo Pistoletto all’Accademia di Spagna (2024). Tra le sue pubblicazioni si ricorda NewFaustianWorld. 17 pittori per l’arte del XXI secolo, 24ORE Cultura (2018), che analizza le opere di 17 artisti internazionali: Glenn Brown, Maurizio Cannavacciuolo, Andrea Chiesi, Tiffany Chung, Njideka Akunyili Crosby, Alberto Di Fabio, Kepa Garraza, NS Harsha, Songsong Li, Alessandro Moreschini, Mauro Pipani, Imran Qureshi, Terry Rodgers, Raqib Shaw, Philip Taaffe, Josep Tornero, Jan Worst. Questo lavoro ispira due mostre, a Rimini e Venezia, e un docufilm diretto da Piero Passaro, tradotto in diverse lingue e premiato a livello internazionale. Nel 2023 scrive e presenta la docuserie MASTERPIECE. Sulle tracce della meraviglia, un progetto innovativo che combina cinema, televisione e documentario, in cui intervista figure iconiche dell’arte contemporanea, come Shirin Neshat, Jeff Koons, Mona Hatoum, Imran Qureshi e Marinella Senatore. La serie, trasmessa nel 2024 in anteprima su Documentando.org, ha ottenuto grande attenzione mediatica. Da Ottobre 2024 è editor-in-chief di tutte le pubblicazioni del gruppo americano Vincenzo Viva Publisher.


TITOLO MOSTRA: Trame silenziose
 
OPENING:
Artra Galleria – 16 gennaio 2025 ore 18
Galleria Studio Cenacchi – 18 gennaio 2025 ore 17
 
DOVE:
Artra Galleria – Via Leopoldo Gasparotto, 4, 20124, Milano | fino al 21 febbraio 2025
Galleria Studio Cenacchi Via Santo Stefano, 63, 40125, Bologna | fino al 28 febbraio 2025
 
INGRESSO GRATUITO
 
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