l’Asia Centrale rappresenta per l’Italia una prospettiva di crescita condivisa e sostenibile

Vision & Global Trends – International Institute for Global Analyses, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), organizza mercoledì 14 maggio 2025, dalle ore 15:00 alle 18:00, presso la sede della Farnesina, la tavola rotonda “Italia e Asia Centrale”.

“Italia e Asia Centrale”
 
Vision & Global Trends – International Institute for Global Analyses, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)

Farnesina
Mercoledì 14 maggio 2025, dalle ore 15:00 alle 18:00,
 

L’evento si inserisce in un contesto geopolitico di grande trasformazione, in cui l’Asia Centrale rappresenta un’area strategica per comprendere il passaggio verso un ordine mondiale multipolare. Situata all’incrocio fra Cina, Iran e Afghanistan, la regione centroasiatica si caratterizza per una politica estera multi-vettoriale e un ruolo crescente nei corridoi infrastrutturali euro-asiatici, segnati dalle dinamiche della “Belt and Road Initiative” cinese e dagli effetti della guerra in Ucraina.
Negli ultimi anni, l’Italia ha intensificato il proprio impegno diplomatico verso l’Asia Centrale, distinguendosi come primo Paese dell’Unione Europea a lanciare nel 2019 il formato di consultazioni “1+5” con i cinque Stati della regione. Forte di un riconosciuto capitale di soft power, l’Italia punta a rafforzare la cooperazione politica, economica, culturale e scientifica con i partner centroasiatici, in una prospettiva di crescita condivisa e sostenibile.

Il programma della tavola rotonda prevede:

•⁠ ⁠Saluti istituzionali e introduzione a cura di Tiberio Graziani (Vision & Global Trends), con interventi di Edmondo Cirielli (Vice Ministro MAECI), Riccardo Sessa (Presidente SIOI) e degli Ambasciatori Toyly Komekov (Turkmenistan), Yerbolat Sembayev (Kazakhstan), Taalai Bazarbaev (Kirghizistan) e Abat Fayzullaev (Uzbekistan).

•⁠ ⁠Panel I – Cooperazione regionale, moderato da Fabrizio Vielmini, con la partecipazione di rappresentanti istituzionali italiani e centroasiatici, esperti e operatori nel campo dello sviluppo internazionale, tra cui rappresentanti di Cassa Depositi e Prestiti, Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo-AICS, Società di Gestione di impianti idrici-Sogesid.

•⁠ ⁠Panel II – Cooperazione accademica e scientifica, moderato da Marco Centaro, con interventi di accademici italiani e centroasiatici e rappresentanti del settore aerospaziale.

L’iniziativa si svolgerà in lingua italiana e inglese e mira a consolidare il dialogo strategico con i Paesi dell’Asia Centrale, raccogliendo spunti operativi per orientare le politiche di cooperazione futura, sempre nel rispetto della sovranità e delle esigenze locali.

Per partecipare registrarsi entro e non oltre lunedì 12 maggio scrivendo a Vision & Global Trends : info@vision-gt.eu


Da Vision & Global Trends – International Institute for Global Analyses
https://www.vision-gt.eu/
https://www.vision-gt.eu/contatti/

Due installazioni realizzate per gli spazi della Fondazione Dino Zoli a Forlì

Sabato 3 maggio 2025 alle ore 19.00 la Fondazione Dino Zoli presenta L’Acqua del Duemila di Cosimo Veneziano a cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli, in collaborazione con il Museo Carlo Zauli

Cosimo Veneziano
L’Acqua del Duemila 
A cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli

Inaugurazione 3 maggio 2025 ore 19.00

Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)

Fino al 7 giugno 2025

La Fondazione Dino Zoli, in seguito all’alluvione che il 16 maggio 2023 ha colpito le città di Forlì e Faenza, le zone circostanti e gran parte della Romagna, ha realizzato diversi progetti, proponendo ricerche artistiche capaci di sollecitare confronti e dibattiti con la cittadinanza sulla prevenzione e cura del territorio. L’artista torinese Cosimo Veneziano, scelto per il progetto, si occupa dal 2022 di riflettere sulla morfologia del paesaggio e di indagare, a livello artistico, lo stato dei fiumi italiani, mostrando come gli eventi estremi abbiano messo in difficoltà il bacino idrografico, diventando lo specchio di un disastro ambientale generalizzato.

L’Acqua del Duemila si materializza in due installazioni realizzate appositamente per gli spazi della Fondazione, utilizzando anche tessuti prodotti dalla Dino Zoli Textile. L’artista ha lavorato sulla raccolta dei ricordi degli alluvionati, del maggio 2023, trasformando le memorie intime di chi ha vissuto quei giorni in “narrazioni per immagini”, costruendo, attraverso il media del disegno, una mappatura tangibile per raccontare un immaginario collettivo fatto di presenze perdute.

La prima installazione, Senza Titolo 2, è composta da stampe serigrafiche con soggetti animali e porzioni di paesaggi travolti dall’alluvione, con un pattern di piante fluviali. Le fotografie sono state decorate con un intervento pittorico dell’artista, una colorazione con le terre prelevate dall’alluvione dal Museo Zauli del 2023. Come scrive la curatrice Nadia Stefanel: «L’acqua possiede una forza innata e straordinaria, capace di imprimere il suo passaggio, in caso di alluvione, nel nostro mondo tangibile. Le pareti delle abitazioni sono testimoni mute di queste storie; raccontano di oggetti sospinti contro di esse dalla forza impetuosa di acque in piena. La traccia lasciata non è solo un segno fisico ma un ricordo di tempi passati che invita a riflettere sulla sottile ma vigorosa potenza della natura. […] L’ombra bianca disegnata da Cosimo Veneziano lascia spazio alla memoria degli oggetti nelle case prima dell’alluvione e racconta una parte di vissuto, rendendo visibile ciò che non c’è più, una continua transizione tra materialità e immaterialità. I disegni non sono solo opere d’arte ma anche un metodo di narrazione che intreccia il concetto di permanenza con quello di trasformazione, perché conservano la memoria di ciò che è stato, attivando un dialogo silenzioso tra il visibile e l’invisibile.»

La seconda installazione, Non è cosa, è un accumulo di circa 300 disegni di oggetti persi durante l’alluvione ed emersi dagli incontri con i cittadini. Continua Nadia Stefanel: «Mentre l’acqua cancella le tracce tangibili delle vite vissute, ci incita però a guardare oltre il visibile e a conservare i ricordi in modo più resistente. In questo processo di ristrutturazione interiore, apprendiamo che i veri tesori non risiedono solo in oggetti materiali, ma piuttosto nei legami invisibili che essi coltivano tra passato e futuro, tra le persone e le loro storie condivise. L’installazione di Cosimo Veneziano è un insieme di memorabilia perduti nell’alluvione, quando la forza devastante della natura trasforma, in un istante, l’ordinario in straordinario, l’intero in frammento. L’insieme dei disegni appesi, gli uni vicini agli altri, racconta questo, che in un mondo in cui i disastri naturali sono una triste realtà, le alluvioni ci spingono a riflettere sulla transitorietà della vita e sul valore intrinseco dei nostri ricordi.»

Il progetto L’Acqua del Duemila si compone di altre due fasi precedenti, presentate presso il Museo della Montagna di Torino e presso il Museo Carlo Zauli di Faenza, che saranno, per l’occasione, in esposizione anche in questo appuntamento conclusivo: una scultura che si ispira all’iconografia della Fontana del Po in Piazza CLN a Torino e cinque vasi realizzati in collaborazione con la bottega Gino Geminiani e con il tornitore Roberto Reali, che omaggiano l’opera ceramica di Lucio Fontana. 

In mostra anche altre due opere, realizzate in occasione dell’alluvione del maggio 2023: un lavoro fotografico di Silvia Camporesi dal progetto Fragile Sublime a cura di Nadia Stefanel, stampato su tessuto Dino Zoli Textile; e l’opera We are not alone di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, acquisita dalla Fondazione Dino Zoli per sostenere la raccolta fondi per le famiglie alluvionate. 

Cosimo Veneziano (1983) vive e lavora a Torino. Caratterizzata da un’ampia attività di ricerca e workshop, la sua pratica si focalizza sullo sviluppo della scultura e del disegno in stretta correlazione con i luoghi che li hanno ispirati, nonché opere d’arte in spazi pubblici, tra le quali il monumento a Pinot Gallizio e Constant ad Alba, e il progetto per Nuovi Committenti a Rovigo. Tra le mostre personali: Patrimonio Dissidente, MAC di Lissone – Strategia Fotografia 2023; L’acqua del 2000, Museo della Montagna di Torino – Art Site Festival; Biomega Multiverso, CAMERA, Torino e MUFUOCO Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo – Italian Council 2019 e Bando Ora Fondazione Compagnia di San Paolo. Tra le collettive: L’Italia è un Desiderio, Scuderie del Quirinale, Roma, 2023; REFOCUS Archivio visivo della pandemia, Triennale di Milano, 2021; nel 2018 viene selezionato per il premio Talent Prize per la fotografia ed esposto al MACRO di Roma.


INFO
Cosimo Veneziano
L’Acqua del Duemila 
A cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli

Inaugurazione 3 maggio 2025 ore 19.00
Fino al 7 giugno 2025
Orari
: da martedì a giovedì 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 / 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero

Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)
T. +39 0543 755770 | info@fondazionedinozoli.com | www.fondazionedinozoli.com
https://www.facebook.com/fondazionedinozoli/ –  https://www.instagram.com/fondazionedinozoli/

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca_Melasecca PressOffice – blowart
roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it 

Prosegue ARTEVENTO CERVIA: il programma di Giovedì 1 Maggio

Dopo aver offerto un ricco calendario di spettacoli strabilianti attività per tutta la famiglia, la 45° edizione di Artevento si avvia verso l’ultimo weekend di festeggiamenti che coinvolgono il ponte del 1° maggio.

La giornata di giovedì 1° maggio sarà dedicata alla celebrazione del Kodomo no Hi, la festività nazionale giapponese dei bambini che segna la fine del lungo ponte chiamato Golden Week.In vista di questa preziosa celebrazione, il Festival dedica la mattina del 1° maggio ad un focus sui laboratori. Si comincia alle ore 10.00 con l’apertura delle iscrizioni ai laboratori di aquiloni presso la Fiera del Vento Nord, nella reception di ARTEVENTO. Sempre qui, a partire dalle 10.30 fino alle 18.30, sarà possibile procurarsi l’Annullo postale dedicato a Kintaro realizzato dal servizio postale temporaneo di Filatelia Poste Italiane, il bambino d’oro della tradizione giapponese, ispiratore del poster della 45esima edizione a firma dell’Art Director del Festival Caterina Capelli.

Rimanendo in tema laboratori, alle ore 12.00, presso la Fiera del Vento Sud sarà possibile iscriversi ai corsi di circomotricità a cura dell’Associazione Sottosopra di Arezzo, che avranno poi luogo a partire dalle 14.00. Per quanto concerne i concetti di migrazione, accoglienza, sensibilità e riuso, dalle 11.00 non perderti “Mutate or die” ARTEVENTO 4 MUTONIA, l’appuntamento con l’autrice Rote Zora che presenterà il suo libro “Mutate or die. In viaggio con la Mutoid Waste Company“. Circondata dal suggestivo contesto offerto dagli aquiloni del laboratorio dedicato alla resistenza culturale di Mutonia che volano nell’Area centrale insieme ad una Sky Gallery a cura del Drachensyndikat, la scrittrice offrirà ai presenti un approfondimento sulla storia del gruppo Mutoid Waste Company, con dettagli della loro storia alla ricerca di un immaginario ribelle ed ecosostenibile. Il festival prosegue nel pomeriggio con lo Speciale Festa del lavoro, un momento volto a commemorare la ricorrenza del 1° maggio in compagnia della sindacalista CGIL Corinna Armuzzi. Alle ore 14.00 non perderti il Pijama Party con gli aquiloni dell’artista austriaca Steffi Rauchwarter e la presentazione dell’opera dell’aquilonista novantenne Marten Bondestam, presenza fissa al festival dagli anni ’80 in arrivo dalla Finlandia seguito alle 14.30 dalla presentazione del risultato dello speciale laboratorio per adulti della 45° edizione a cura dell’artista polacca Alicja Szalska. L’incontro sul palco e il volo collettivo 1000 papaveri rossi di cui sono protagonisti i partecipanti all’attività, siano essi aquilonisti ospiti della manifestazione oppure visitatori del festival alle prese con il primo aquilone costruito, ribadisce gli obiettivi di ARTEVENTO nel promuovere esperienze creative collettive e inclusive ed è accompagnato da un’esibizione del Team Maori dedicata al papavero, fiore simbolo del remembrance day. Per chi se lo fosse perso nei giorni precedenti, alle 16.00 torna a Cervia il Dott. Marco Del Bene, Professore associato di Storia del Giappone all’Università La Sapienza di Roma, che offrirà una replica dell’approfondimento sul tema del poster, intitolato “Tra fiaba e folklore: Kintaro il bambino d’oro del Giappone”, con un’aggiunta in riferimento all’annullo della giornata e la spiegazione del significato della festa dei bambini Kodomo no Hi cui la giornata è dedicata. Alle 16.30, sulla spiaggia di Pinarella torna il Maestro indonesiano Kadek Armika con la sua opera eolica Il drago e la fenice, accompagnata dalle performance di teatro danza della tradizione eseguite del team in arrivo da Bali con un assaggio di Condong Dance, Topoeng Monyer e Joget dance.Non mancherà East meets West One Sky One World, il display collettivo che presenta l’opera delle delegazioni orientali grazie alla collaborazione di tutti gli altri ospiti, quali Bali, Cambogia, Cina, Corea, Giappone, Indonesia, Malesia, Pakistan, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia. L’appuntamento dedicato all’Oriente sarà seguito alle 17.30 dalla performance “The Wall” dell’artista olandese Dick Toonen e dalla consueta rassegna di esibizioni di volo acrobatico Sport Kite Show, in programma come sempre alle 18.00 e chiuderà i festeggiamenti del 1° maggio. Vi ricordiamo che fino al 4 maggio, al Magazzino del Sale è possibile visitare gratuitamente la mostra “Balance and Harmony” del Maestro Indonesiano Kadek Armika. Inoltre, presso la Fiera del Vento Nord è possibile gustare i sapori tipici della tradizione romagnola grazie alla presenza di un ristorante di pesce in riva al mare che Artevento ha voluto includere tra le novità di quest’anno, al fine di promuovere e valorizzare la pesca locale dell’alto Adriatico. 


45° ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
Cervia – Magazzino del Sale Torre & Spiaggia di Pinarella

CALENDARIO:
1° Maggio
3° Annullo Postale dedicato alla figura leggendaria di Kintaro eroe giapponese dei bambini, simbolo di Artevento 2025

Dal 2 al 4 Maggio
Cervia’s Cup Campionato Italiano di Volo Acrobatico STACK Italia

3 Maggio
La Notte dei Miracoli – Spettacolo multidisciplinare
Spiaggia di Pinarella
Per iscriversi ai laboratori è necessario presentarsi fisicamente al Desk Artevento presso la Fiera Nord dove sarà possibile pianificare la propria iscrizione e orari di apertura delle tende laboratorio nord e sud.

Il programma completo di ARTEVENTO CERVIA è consultabile su https://artevento.com/.
La scaletta degli appuntamenti è soggetta a variabili a causa delle condizioni del vento.



CONTATTI

SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cervia_kite_festival/
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCCQv-5MAJEy-2DTIF57-6Fw/featured

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126                
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia


Vivian Maier ci conduce nel cuore vivo e pulsante delle strade americane

Dal 25 aprile il Centro Alinate San Gaetano ospita la più ampia retrospettiva mai dedicata a Vivian Maier. La celebre fotografa americana, amatissima dal pubblico di tutto il mondo, commuove ed emoziona con la sua storia e la sua visione del mondo.
Con oltre 200 fotografie, scatti iconici, oggetti personali, documenti inediti, sale esperienziali e immersive, la mostra “Vivian Maier. The Exhibition” ripercorre tutta la vita dell’artista e ci conduce nel cuore vivo e pulsante delle strade americane.
Dopo il grande successo della mostra dedicata a Monet, che ha segnato un record, il Comune di Padova e Arthemisia propongono una nuova straordinaria iniziativa.

Vivian Maier. The exhibition
Centro Culturale Altinate | San Gaetano, Padova
25 aprile – 28 settembre 2025

Dal 25 aprile al 28 settembre 2025 arriva a Padova, al Centro Culturale Altinate | San GaetanoVIVIAN MAIER. The exhibition, la più grande mostra mai dedicata alla celebre fotografa americana, con più di 200 fotografie a colori e in bianco e nero, scatti iconici, oggetti personali, documenti inediti, sale esperienziali e immersive, registrazioni audio e filmati Super 8, esposti in via eccezionale soltanto per questa retrospettiva.

Dopo il grande successo conseguito con la mostra di Monet, che ha segnato un nuovo record, il Comune di Padova e Arthemisia tornano a proporre insieme una straordinaria iniziativa.

Vivian Maier (1926 – 2009) è una delle artiste più amate al mondo. La sua incredibile storia ha commosso e continua a commuovere milioni di visitatori.
La Maier faceva la tata di mestiere, si è occupata per tutta la vita di accudire i bambini, coltivando segretamente una grande passione per la fotografia.
Dopo la sua morte sono stati ritrovati per caso, in un magazzino venduto ad un’asta fallimentare, migliaia di rullini accumulati durante l’intera vita, che hanno svelato al mondo un’artista intelligente, acuta, ironica e sensibile, che ha documentato per decenni la vita quotidiana americana tra Chicago e New York, osservando con incredibile sensibilità le persone, i bambini, le donne, gli anziani, fermando nel tempo attimi eterni.

Curata da Anne Morin – la più grande esperta e studiosa della vita dell’artista – l’esposizione è suddivisa in sezioni tematiche che esplorano i soggetti e gli aspetti distintivi del suo stile: dagli intensi autoritratti alle scene di vita urbana, dai ritratti di bambini alle immagini di persone ai margini della società.

Da un progetto di Vertigo Syndrome e in collaborazione con diChroma photography, la mostra è realizzata con il contributo di AcegasApsAmga e vede come mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.
Il catalogo è realizzato da 
Moebius in collaborazione con Réunion des musées nationaux (RMN) – Grand Palais Musée du Luxembourg, Paris.

“Questa non è solo una grande mostra di fotografia è anche l’occasione per conoscere, per quanto possibile, la figura di una donna, certamente straordinaria, che solo dopo la sua scomparsa, ha visto riconosciuto il grande valore documentaristico, storico e soprattutto artistico della propria attività di fotografa. Vivian Maier, rimarrà per sempre un personaggio misterioso, e forse il fascino attorno a lei si deve anche alla storia quasi incredibile della sua vita e delle sue fotografie. Era certamente una donna colta che si mimetizzava col suo umile lavoro di babysitter, un’osservatrice raffinata e attentissima che ci ricorda il personaggio della portinaia intellettuale creato da Muriel Barbery nello straordinario romanzo “L’eleganza del riccio”. Per tutte queste ragioni la mostra che dedichiamo a Vivian Maier, splendidamente curata da Anne Morin e prodotta da Arthemisia arte e cultura con la collaborazione fondamentale di Vivian Maier’s Estate e della John Maloof’s Collection si inserisce fra i principali eventi culturali dell’estate padovana confermando il ruolo centrale della nostra città come meta di un turismo culturale di qualità, che spazia dagli affreschi del ‘300 dell’Urbs picta, all’arte contemporanea, fino alla fotografia, alla musica e al teatro” – dichiara l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio.

“Per il 25esimo anniversario di Arthemisia – dice Iole Siena, Presidente di Arthemisia – non potevamo per nessuna ragione mancare l’appuntamento con quella che considero una delle artiste più appassionanti del Novecento. Vivian Maier emoziona, commuove, fa al contempo sorridere e riflettere sulla natura umana; tengo molto a questa mostra, e tanto più mi fa piacere che sia proprio a Padova, città che ci ha già regalato grandi soddisfazioni con la mostra di Monet.”

“È nel cuore della società americana, a New York dal 1951 e poi a Chicago dal 1956, che Vivian, osserva meticolosamente il tessuto urbano che riflette i grandi cambiamenti sociali e politici della sua storia. È il tempo del sogno americano e della modernità sovraesposta, il cui dietro le quinte costituisce l’essenza stessa del lavoro di Vivian Maier”, spiega la curatrice Anne Morin“Vivian Maier, il mistero, la scoperta e il lavoro: queste tre parti insieme sono difficili da separare”“La mostra”, aggiunge Morin, “vuole concentrarsi sull’opera dell’artista piuttosto che sul suo mistero, evitando di cavalcare la curiosità sulla sua particolare vicenda umana e professionale, ma contribuendo invece ad elevare il nome della Maier. La sua storia è la storia di una donna che ha fatto della fotografia la sua ragione di vita, senza mai esporsi, ma nascondendosi dietro l’obbiettivo, con il quale catturava immagini indimenticabili, spaccati di vita quotidiana che ha reso eterni”.

Circondata da un alone di mistero che ha contribuito ad accrescerne il fascino, quella di Vivian Maier (1° febbraio 1926 – 21 aprile 2009) è la storia di una donna che ha fatto della fotografia la sua ragione di vita, senza mai esporsi, ma nascondendosi dietro l’obbiettivo, con il quale catturava immagini indimenticabili, spaccati di vita quotidiana che ha reso eterni.

Tata di mestiere, fotografa per vocazione
, non abbandonava mai la macchina fotografica, scattando compulsivamente con la sua Rolleiflex: la sua strategia era l’anonimato, rubare scatti senza mettere in posa i soggetti, senza costruire messe in scena. Catturando, semplicemente, la vita che aveva intorno, forse senza stare a pensarci troppo. Senza orpelli, né artifici di alcun genere. Ecco allora i suoi scatti che raffigurano bambini – quelli di cui si prendeva cura, ma anche quelli che, per caso, incontrava per la strada, e di cui sapeva catturare e rendere immortali i loro sguardi. Come un selfie ante litteram, come a voler dire “ci sono anche io” in mezzo a tutta questa vita che scorre tra le strade della Grande Mela o in altre grandi città.

Con la scatto silenzioso della sua Rolleiflex Vivian Maier ha immortalato per quasi cinque decenni il mondo che la circondava. Dai banchieri di Midtown ai senzatetto addormentati sulle panchine dei parchi, alle coppie che si abbracciavano o, molto spesso, riprendendo se stessa: Gli oltre 150.000 negativi scattati nel corso della sua vita coprono una immensa gamma di soggetti. Dai primi anni Cinquanta fino agli anni Novanta, Vivian Maier si è occupata di documentare meticolosamente ogni aspetto della vita che la circondava, ovunque andasse. Eppure, il suo lavoro è rimasto sconosciuto a chiunque, conservato chiuso dentro centinaia di scatole, quasi fino alla sua morte.

È il 2007 quando John Maloof, all’epoca agente immobiliare, acquista durante un’asta parte dell’archivio della Maier confiscato per un mancato pagamento. Capisce subito di aver trovato un tesoro prezioso e da quel momento non smetterà di cercare materiale riguardante questa misteriosa fotografa, arrivando ad archiviare oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe.
Maloof ha co-diretto un documentario candidatoall’Oscar, “Finding Vivian Maier” (2014) che ha dato alla fotografa fama mondiale.


Sede
Centro Culturale Altinate | San Gaetano
Via Altinate, 71 – 35121 – Padova

Date al pubblico
25 aprile – 28 settembre 2025
(la mostra aprirà il giorno 24 aprile alle ore 15.00)

Orario apertura
Dal martedì alla domenica 10.00 – 19.30
Chiuso il lunedì
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
Intero € 16,00
Ridotto € 14,00

Info e prenotazioni
T. +39 049 748521
info@arthemisia.it

Info e prenotazioni gruppi e scuole
T. +39 049 748521
didattica@arthemisia.it

Sito
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
#VivianMaierPadova
@arthemisiaarte

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Per festeggiare i due compleanni, sono previste iniziative speciali e aperture straordinarie

Nel 2025 i Musei Civici di Bologna festeggiano due importanti ricorrenze: il 1° maggio il cinquantesimo anniversario dell’inaugurazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, antesignana del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e il 5 maggio il quarantesimo anniversario del Museo Civico Medievale.

Per festeggiare i due compleanni insieme al pubblico, sono previste iniziative speciali e aperture straordinarie dalle h 10.00 alle 19.00 con ingresso gratuito sia alle collezioni permanenti che alle mostre temporanee: giovedì 1° maggio 2025 al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e al Museo Morandi e lunedì 5 maggio 2025 al Museo Civico Medievale

In occasione della Festa del Lavoro, giovedì 1° maggio le restanti sedi dei Musei Civici di Bologna osservano un giorno di chiusura.

Settore Musei Civici Bologna

1 maggio 2025 | 50 anni dall’inaugurazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna

5 maggio 2025 | 40 anni dall’inaugurazione del Museo Civico Medievale
Iniziative e aperture straordinarie con ingresso gratuito
Giovedì 1° maggio 2025 
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Giovanni Minzoni 14

La storia del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, aperto il 5 maggio 2007 nell’edificio dell’ex Forno del Pane, è indissolubilmente legata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, istituzione che ha dato le origini all’attuale museo e sulla quale poggiano le basi della ricerca, del progetto e del dibattito culturale tuttora in evoluzione.
Il 1° maggio del 1975 vengono inaugurati in Piazza della Costituzione gli spazi del museo disegnati appositamente dall’artista e architetto Leone Pancaldi (Bologna, 1915 – ivi 1995).
La GAM nasce nel clima di fervida vivacità intellettuale che pervade la città di quegli anni, dopo aver visto precedere alla sua apertura ufficiale un decennio di eventi, esposizioni e concorsi realizzati in auspicio della sua costruzione riuniti sotto il titolo di “Un Museo Oggi”.
La trentennale attività della GAM si è basata su una progettualità binaria divisa tra la presentazione dell’avanguardia culturale e la rilettura della storia dell’arte italiana e internazionale: dalla Settimana Internazionale della Performance alle esposizioni antologiche dedicate ai protagonisti del Novecento, dalla parallela e complementare attività della sede di Villa delle Rose al costante monitoraggio della giovane arte italiana rappresentato dall’esperienza di Spazio Aperto.

A distanza di cinquant’anni dall’apertura dello spazio espositivo antesignano del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, si celebra questa ricorrenza con la mostra Antonio Masotti. Nascita di un museo, curata da Uliana Zanetti e fruibile liberamente nel Foyer del museo fino al 18 maggio 2025.
L’esposizione raccoglie una selezione delle stampe fotografiche originali di Antonio Masotti (Calderara di Reno, 1918 – Bologna, 2003), accompagnate dalla proiezione su schermo di tutte le immagini, acquisite in formato digitale per quest’occasione.
Il fotografo documentò i lavori di inventariazione delle collezioni e di allestimento delle mostre inaugurali della GAM, Avanguardie e cultura popolare, curata da Giovanni Maria Accame, e tre delle personali in programma dedicate rispettivamente a Luciano Minguzzi (a cura di Marco Valsecchi), Xanti Schawinsky (a cura di Franco Solmi) e Luciano De Vita (a cura di Andrea Emiliani). Il servizio fotografico divenne oggetto di un’ulteriore esposizione, Nascita di un museo, inserita tra quelle con cui la Galleria d’Arte Moderna prendeva avvio. 
La mostra è inclusa tra le iniziative della 24° edizione dell’appuntamento annuale Quante storie nella Storia. Settimana della didattica e dell’educazione al patrimonio in archivio, promosso da Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna, Regione Emilia-Romagna – Settore Patrimonio culturale e Associazione Nazionale Archivistica Italiana – Sezione Emilia Romagna, che si svolgerà dal 5 all’11 maggio 2025.

In occasione dei festeggiamenti legati ai 50 anni dalla nascita della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, sono inoltre visitabili al MAMbo le mostre temporanee Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, grande progetto espositivo pensato per gli spazi della Sala delle Ciminiere che, con più di 100 opere e documenti d’archivio di oltre 70 artisti, si propone di ripercorrere la storia dell’arte italiana tra XX e XXI secolo attraverso il tema dell’ironia, e Valeria Magli. MORBID, curata da Caterina Molteni nella Project Room, che ripercorre attraverso documenti d’archivio, abiti di scena, fotografie e opere d’arte la carriera della danzatrice e coreografa nota per aver indagato il linguaggio del corpo e del suo movimento stringendo un dialogo innovativo con il testo poetico.

Il Dipartimento educativo MAMbo propone, inoltre, dalle h 15.00 alle 18.00 Ridiamoci su!, un’attività laboratoriale ad accesso libero, aperta alle persone di tutte le età, che prende ispirazione da The great wall of memes di Valentina Tanni, opera parte della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo. Durante il laboratorio ogni partecipante potrà guardare le opere della collezione permanente del MAMbo con ironia e farle diventare protagoniste di originali e irriverenti meme. 

Gruppo Hera è il main sponsor della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo e della giornata che celebra i 50 anni della Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Lunedì 5 maggio 2025
Museo Civico Medievale | Via Alessandro Manzoni 4

Con l’apertura del Museo Civico Medievale nella sede del quattrocentesco palazzo Ghisilardi-Fava (oggi palazzo Ghisilardi) il 5 maggio 1985, l’Amministrazione Civica di Bologna assolse l’impegno, già assunto da diversi anni, di riorganizzare il patrimonio museografico bolognese realizzando l’indispensabile scorporo dal Museo Civico Archeologico delle vaste sezioni dedicate alla cultura artistica medievale e rinascimentale.
Il progetto di trasferimento in una sede autonoma rispondeva a una duplice esigenza. La prima era quella di liberare le sale in cui erano conservati i materiali archeologici per consentire l’assetto del museo secondo più moderni e funzionali criteri, e il suo sviluppo legato ai continui apporti provenienti dagli scavi nel territorio bolognese; la seconda, di restituire le collezioni medievali e rinascimentali alla loro originaria realtà di opere e documenti che valgono non solo in quanto testimonianze d’arte, ma componenti di quel tessuto civile che costituisce la trama e il volto stesso dell’antica cultura della città felsinea.
L’intervento di progettazione museografica curato dall’architetto Cesare Mari (PANSTUDIO architetti associati) ha ordinato un percorso di visita distinto in due parti, che oggi coincidono rispettivamente con il piano terra assieme all’interrato e con il primo piano: da un lato testimonianze di grande rilevanza della vita e della cultura cittadina, risalenti prevalentemente all’epoca medievale; dall’altro oggetti di età moderna, di natura varia e provenienze diverse, frutto del raffinato ed eclettico collezionismo bolognese. Pur eterogenei per tipologie e provenienze geografiche, i due nuclei risultano integrati in un insieme coerente, rappresentativo della storia culturale e sociale della città di Bologna, mantenendo quel forte legame con il territorio che già informava il precedente Museo Civico inaugurato nel 1881 a Palazzo Galvani.

In occasione del quarantesimo compleanno, il Museo Civico Medievale amplia il percorso espositivo con una nuova sezione dedicata alle ceramiche rinascimentali, allestita nella sala 24 al primo piano di palazzo Ghisilardi.
L’inaugurazione di presentazione ufficiale al pubblico si svolge alle h 17.30.
La selezione di manufatti che viene restituita alla fruizione permanente consente di ripercorrere lo sviluppo della ceramica figurata, vale a dire “istoriata” con soggetti tratti dalla mitologia antica, dalla storia sacra e dai repertori dell’ornato a grottesche.

La collezione di ceramiche del Museo Civico Medievale di Bologna è unanimemente ritenuta una delle più rilevanti d’Italia per consistenza e per qualità, è considerata importante anche per il prestigio delle provenienze dei suoi quasi trecento pezzi. Formatasi grazie alla confluenza di raccolte storiche, si è ulteriormente accresciuta grazie a donazioni e lasciti di privati (famiglie Rusconi e Pepoli), pervenute dopo la fondazione del Museo Civico nel 1881.
Destinati in gran parte ab origine ad un collezionismo illustre, alcuni indiscussi capolavori presenti in museo sono riferibili ai maggiori centri di produzione italiana: Faenza, Casteldurante, Urbino.
All’interno della raccolta, un capitolo a parte è riservato alle ceramiche ispano-moresche a lustro metallico, realizzate da maestranze di area valenzana, che operavano soprattutto nel centro maggiore di Manises, recuperando tecniche e stili ornamentali derivati dalla produzione ceramistica dell’Oriente islamico.
La selezione di esemplari esposti è databile fra la seconda metà del XV e il XVI secolo ed è decorata con motivi stilizzati per lo più di ispirazione vegetale o faunistica, ottenendo effetti di stupefacente cangiantismo cromatico nel rosso rubino dell’oro, talvolta associato al blu.

Nel corso degli anni il patrimonio del Museo Civico Medievale si è arricchito grazie a importanti donazioni che, non solo per la loro entità, ma anche per la qualità artistica dei pezzi, hanno contribuito ad incrementare in modo significativo le raccolte già esistenti, colmandone talvolta le lacune o integrandosi perfettamente. Si tratta di eventi rilevanti non solo per il testimoniare in modo tangibile la fiducia verso i Musei Civici di Bologna come luogo elettivo di eccellenza per garantire ai posteri lo conservazione, la valorizzazione e la fruibilità pubblica di beni collezionati per gusto privato, ma anche per lo stimolare inaspettati incontri e intrecci, forieri di nuovi interessi e studi volti ad approfondire la ricerca e a valorizzare le stesse collezioni museali.
Il caso più recente è quello della raccolta di arte orientale appartenuta al collezionista inglese Norman Jones (1903-1985), pervenuta al Comune di Bologna nel 2023 grazie al generoso atto di donazione voluto dalla figlia Ruth, residente nella città da molti anni.
L’eclettico nucleo collezionistico donato si compone di 146 oggetti e opere che comprendono tessuti, sculture, stampe, disegni e acquerelli, provenienti dall’estremo Oriente e dal continente africano, alcuni dei quali risalenti all’epoca dell’antico Egitto, oltre a libri e fotografie.
Prima occasione pubblica di presentazione e valorizzazione è la mostra Prospettive d’Oriente. La donazione Norman Jones al Museo Civico Medievale di Bologna, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Giovanni Gamberi, Massimo Medica e Luca Villa, che espone una selezione di 47 pezzi, tra miniature indo-islamiche di Murshidaba, statue e oggetti di ispirazione induista, xilografie giapponesi, netsuke e oggetti di uso privato. 
Inaugurata lo scorso 23 novembre nel Lapidario del museo, la mostra – promossa dai Musei Civici d’Arte Antica in collaborazione con il Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale (CSAEO) di Bologna – è aperta fino a lunedì 5 maggio 2025.

Informazioni 

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna 
Tel. +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
YouTube: MAMbo channel

Museo Civico Medievale
Via Alessandro Manzoni 4 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 2193916 / 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/medievale
Facebook: Musei Civici d’Arte Antica
Instagram: @museiarteanticabologna
TiKTok: @museiarteanticabologna
X: @MuseiCiviciBolo

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna 
Instagram: @bolognamusei
YouTube: @museicivicibologna

Ufficio Stampa Settore Musei Civici Bologna
Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496658 / +39 051 2193469
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it 
silvia.tonelli@comune.bologna.it
elisabetta.severino@comune.bologna.it 

Kou Gallery – Roma – Presentazione della silloge di poesie di Roberta Melasecca



Martedì 29 aprile 2025 alle ore 19.00 Kou Gallery ospita la presentazione dell’ultima silloge di poesie di Roberta MelaseccaSe amare di meno, per Impremix Edizioni

Interverranno, oltre all’autrice, la curatrice e critica d’arte Michela Becchis, la quale ha curato la prefazione della pubblicazione, Alessandra Di Francesco, artista che ha realizzato la copertina e Silvia Di Tosti del Festival letterario Librinfestival. Le letture dei testi saranno a cura di Niccolò Muccio e Francesca Perti

Presentazione silloge di poesie
Roberta Melasecca – Se amare di meno

29 aprile 2025 ore 19.00

Kou Gallery Roma

Se amare di meno è una raccolta di testi poetici che appaiono permeati da una malinconia lieve, da una desolazione chiara e sottile, uniti dalla musicalità dolente dell’amore, nelle diverse espressioni dell’anima, e dall’abbandono inevitabile alla vita, sia essa benigna o crudele. Il linguaggio utilizzato, con la ricorrenza di alcune precise e determinate parole, asseconda le narrazioni e le sonorità insite nelle liriche, le quali, come afferma il filosofo Andrea Emo, per quanto tristi, per quanto rassegnate, rimangono sempre un atto di fede. 

La presentazione è anche occasione per confrontarsi sul ruolo della poesia, della letteratura, e più in generale dell’arte, nella vita contemporanea, come la parola possa ancora meccanismo di indagine della realtà in cui siamo immersi, strumento di coesione civile e sociale, costruttrice di comunità. 

Il libro sarà presente all’interno alla XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino dal 15 al 19 maggio, nello stand della casa editrice Impremix (Padiglione PAD 2 Stand H28), e verrà presentato a Genova durante l’edizione speciale del Festival del Tempo-Librinfestival all’interno della Genova Design Week dal 21 al 25 maggio. 

Roberta Melasecca. Architetta, curatrice indipendente, progettista culturale ed esperta in comunicazione per l’arte e l’architettura. Segue il lavoro e le ricerche di numerosi artisti, scrivendo testi critici e promuovendo progetti curatoriali in Italia e all’estero, collaborando con diverse realtà culturali. È attivamente coinvolta nell’editoria d’arte, contribuendo a pubblicazioni e cataloghi, e si dedica allo sviluppo di pratiche performative innovative. Per cinque anni ha diretto lo spazio indipendente Interno 14 a Roma. Con il suo studio di mecenatismo interdisciplinare Interno 14 next è stata selezionata dalla Fondazione MAXXI per il progetto The Indipendent che raccoglie i principali spazi indipendenti in Italia. È ambasciatrice di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto ONLUS e presidente dell’associazione culturale blowart. Da cinque anni promuove il progetto del Festival del Tempo con il quale lavora su alcuni degli Obiettivi dell’Agenda 2030. Collabora con la rivista Art a part of culture ed è responsabile della Sezione arte di VulnerarTe Magazine. Scrive testi poetici, racconti e saggi. Ultime pubblicazioni: il volume Attraversamenti. Un racconto in prosa e in poesia, Eretica Edizioni, gennaio 2023; Se amare di meno, Impremix Edizioni, aprile 2025. 



Impremix Edizioni Visual Grafika, fondata nel 2010, nasce dall’evoluzione di una precedente realtà editoriale, con l’obiettivo di dar voce a una crescente creatività e di affrontare nuove sfide. Si distingue per l’attenzione verso l’evoluzione della società, l’interesse per la tecnologia e la valorizzazione dell’arte e della storia, con un forte legame con il territorio piemontese. Impremix Edizioni Visual Grafika aderisce al Comitato Editori Piemonte, ne adotta il codice etico e partecipa con i propri titoli alle manifestazioni organizzate per la diffusione dei libri prodotti dagli editori piemontesi. I titoli pubblicati sono suddivisi in tre collane principali: narrativa, saggistica e poesia. impremix.it


Contatti
Impremix Edizioni srl
Via Postumia 55 – Torino (TO)
tel. 011.723069 – impremix.it
Ufficio stampa Impremix
Rosanna Caraci

edizioni@impremix.it – rosanna.caraci@impremix.it – tel. 3403508632
Distribuito in Italia da
Diest distribuzioni
Via S. Cognetti de Martiis 39/A Torino (TO)
tel. 0118981164 – posta@diestlibri.it
Per info e presentazioni
Roberta Melasecca

roberta.melasecca@gmail.com – tel. 3494945612
dryapple.wordpress.com – micropoetiche.it

Silvia Di Tosti – Librinfestival
silviaditosti@libero.it – tel. 3382333224 – librinfestival.it

NOUMENO, un percorso sull’arte di sei artisti contemporanei

Il “Noumeno” kantiano diventa il segno di un percorso sull’arte di sei artisti contemporanei.

Inaugura a Formello, sabato 3 maggio 2025 alle ore 18:00 nella Sala Orsini di Palazzo Chigi (Piazza San Lorenzo,1), la mostra “NOUMENO. Il segno oltre l’esperienza”, visibile fino a domenica 18 maggio.

Sono esposte le opere di Ennio Calabria, il grande artista scomparso il primo marzo dello scorso anno, Carlo Frisardi, Danilo Maestosi, Nino Pollini, Stefano Piali, Vinicio Prizia.

L’iniziativa, organizzata dal Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte del Comune di Formello, Direttore Vinicio Prizia, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Formello, Assessorato alla Cultura.

NOUMENO
Il segno oltre l’esperienza

In mostra opere di:
ENNIO CALABRIA, CARLO FRISARDI, DANILO MAESTOSI, NINO POLLINI, STEFANO PIALI, VINICIO PRIZIA
dal 3 al 18 maggio 2025
Sala Orsini di Palazzo Chigi
Piazza San Lorenzo, 1
Formello (RM)
Inaugurazionesabato 3 maggio ore 18:00

Nel catalogo, curato dallo stesso Prizia, il saggio critico di Claudio Crescentini spiega il nesso con la filosofia di Kant, in qualche modo padre del pensiero contemporaneo. Kant si pone volutamente nel mezzo di due correnti, quella razionalista e quella empirica, creando una situazione di equilibrio fra ragione ed esperienza o meglio, come lo stesso filosofo le definisce, fra Fenomeno e Noumeno. Il primo si concentra sull’oggetto della conoscenza, ciò che appare, mentre il Noumeno è l’essenza stessa delle cose, la cosa così com’è. Kant quindi stabilisce una distinzione tra mondo sensibile, empirista e un mondo intellegibile, razionalista.

Partendo da queste riflessioni gli artisti, tramite una trasgressione culturale e di pensiero, descrivono il Noumeno, l’essenza propria delle cose, come un elemento di bilanciamento fra pensare e agire e lo sviluppano in una pluralità di linguaggi e teorie estetiche che la peculiarità del loro registro artistico sa ben rappresentare.

E non è un caso che gli autori delle opere esposte abbiano ruotato, per via di pensiero e/o per via amicale, attorno all’arte e alle stesse idee di un artista come Ennio Calabria che sin dagli anni giovanili si interrogava proprio su questi temi e di come influenzassero il gesto e il segno dell’arte o meglio “del fare arte” per usare una sua espressione. I visitatori potranno ammirare alcune delle sue opere che danno il senso della sua grandezza, quel tratto distintivo che si è evoluto nei decenni, dagli anni Novanta fino al XXI secolo. Ne sono un esempio alcuni preziosi pastelli: partendo da Senza titolo del 1995 che rimanda all’urgenza della seria Ambiguità dell’intravisto degli anni Novanta, fino allo studio tra Natura e Uomo in Studio per “La luce della sera” e Studio per “Io sono la risposta”, ambedue del 2022, opere in un certo senso preparatorie del suo ultimo periodo artistico.

Sempre nel grande mondo della contemporaneità, una narrazione post impressionista che non rinuncia al figurale la ritroviamo nelle opere di Carlo Frisardi, un artista che da qualche anno esprime la propria soggettività attraverso la creazione di corpi amalgamati a uno spazio luminoso ed empirico. Corpi “fatti di luce” come in Entropia (2018) e Mare Nostrum (2020). Figure archetipali in bilico fra passato e presente, forme e corpi simbolici contratte proprio nel rapporto/non rapporto con la realtà naturale, un percorso visivo di forte impatto emotivo grazie anche all’utilizzo di tele di grande formato e nell’indagine di una prospettiva visiva dove l’esterno entra sempre più in contatto – e paragone? – con l’interno del quadro stesso, come evidenziato nell’impatto strutturale e mentale di Io sono perché noi siamo (2023).

Danilo Maestosi, la cui categoria stilistica viene definita: un “diverso” linguaggio interpretativo non- figurale, è uno degli artisti “in qualche modo” in maggiore sintonia, per pensiero e azione, con Ennio Calabria. Di Maestosi Calabria ha scritto: «(…) è dotato di una complessa forma di soggettività – e sulla sua pittura – (…) si fa avanguardia intuitiva, nuova, proprio per la sua vitale necessità di identificare l’inedito significante di sé stessa». In questa rilevata complessità, infatti, Maestosi costruisce un proprio universo segnico e cromatico, dalla tessitura accurata di Città che brucia (2019), Città che crolla (2019) alla recente La Città e i naufragi (2025). Riprendendo ancora le parole di Calabria: «Maestosi è un pittore dell’”Aura” e non ha mai escluso nel proprio operare il determinante sostegno dell’intelligenza della mano, senza la quale non può esistere la stessa “aura”» e senza la quale non può sopravvivere, riprendiamo dal testo critico di Crescentini, l’«intelligenza della mano» di Maestosi. In questa esposizione, l’artista omaggia il Maestro Calabria con un emozionale opera dal titolo Addio, Ennio.

Nella contaminazione fra pensiero e azione, segno e realtà, un caso interessante è quello dell’opera multi-linguistica e iper-moderna di Nino Pollini, un artista la cui drastica connessione col pluralismo dei linguaggi contemporanei supera il concetto stesso di mutamento e contaminazione. Proprio come nelle opere presentate in questa mostra: Smarrimento (2011), l’enigmatica Adamo selfie mentre il suo presente vola (2016), in cui l’artista sperimenta pigmenti e oli senza rinunciare al ragionamento e all’interconnessione, in un certo qual modo contestataria, col presente. L’arte di Pollini quindi, nell’ambito del rapporto ermeneutico con il Noumeno è da (ri)leggere proprio nella sua libertà illimitata di scelta dei repertori stilistici del passato da utilizzare nel più vasto campo di azione artistica e intellettuale del nostro un po’ stitico contemporaneo come emerge da quello che viene definito un manifesto programmatico del suo ultimo periodo creativo: Homo Humus (2023).

In questo senso, con l’arte di Stefano Piali, ci troviamo esattamente agli antipodi.
Scultore e pittore, Piali destreggia con sapienza una metodologia creativa completamente immersa nei valori della storia dell’arte pre-moderna, in estraneità con quella post-moderna. Le influenze specifiche di Michelangelo, Caravaggio, Tiepolo emergono nelle opere di Piali con funzionalità strutturale e con un chiaro gusto post-citazionistico, sintomo di un’immersione totale in un passato mitico, per l’artista, dell’arte, vissuto con suggestione, da vero “artifex”, artigiano dell’arte. Pensiamo in particolare a Grande ala (2018), possente scultura in terracotta, ferro e ottone, oppure al trittico Fuga dalla storia, olio su tela del 2008, simbolo definitivo della semiotica diacronica dell’arte di Piali, oppure a  L’Angelo della speranza (2020), senza dimenticare il riferimento ad Ascensione (1998), un vigoroso bronzo selezionato per l’esposizione associata al Ciclo Internazionale d’incontri Imagini Christiane nel biennio 1998-99 e ospitato in esclusiva presso la suggestiva Chiesa della Natività di Gesù dell’Arciconfraternita della Compagnia della Natività (detta degli Agonizzanti) a Roma e, ancora, La porta del dolore (2002) opera presente nella Chiesa del Santo Giovanni di Ciampino (RM). Piali riesce a dialogare con l’ambiente sacro, senza rinunciare alla sua passione segnica per il passato storico-artistico, reinventato dall’artista mediante una concezione che diventa quasi affine alle antropologie dell’arte molto di moda in questi tempi.

Stessa abilità tecnica e iconografia storica che ritroviamo, con tutte le dovute differenze e da un altro punto di vista semantico, nell’arte di Vinicio Prizia, curatore di questa interessante mostra.
La sua fonte ideologica, che viene definita “della forma deviata” crea qualcosa, a prima vista, leggibile a tutti seppur nella tensione destrutturata dei corpi stessi, come nel caso di Concetto anatomico (1985) o nel più recente Giano africano – Giano veientano (2024-25) che conferma una coerenza e unitarietà visiva dell’artista. In questo senso Prizia sembra voler elaborare, con il suo personale Bestiarium che guarda al post umanesimo, uno specifico fondamento etico, sociale e antropologico riferibile anche all’umano. Un’azione di pensiero che indaga molteplici settori del sapere e del conoscere, a partire dalla filosofia, dell’informatica fino alla genetica, alle biotecnologie e all’arte. Tutti questi aspetti Prizia è in grado di assemblare, modificare fisicamente e mentalmente trasformando l’idea di uomo in qualcosa di nuovo, un essere ibrido, umano e non umano, “post human”, dove il corpo umano diventa “oltre”. Quindi, la visione post-umanista delle opere di Prizia, congiunta alla colta abilità tecnica del suo disegno, come nel caso di Presagio (2020) oppure di Origine 2 (2022), prevede una rivisitazione degli schemi interpretativi di stampo umanistico spingendo con forza espressiva verso il raggiungimento di nuove dimensioni strutturali, oltre i confini naturali dell’umanità, per Prizia, in corso di mutazione. La sua opera va letta, senza ombra di dubbio, al di là dello stesso concetto di mostruoso, di orribile per una suggestiva analisi antropica che fonde corpo umano/animale ed elementi ibridi mediante una tecnica disegnativa estremamente raffinata e precisa che, in ultima battuta, finisce per impegnare Prizia in una costante critica serrata, quasi demolitoria, dell’utopia del presente, in vista di un futuro di sicuro meno radioso di quello che pensiamo, speriamo, come si legge nel testo critico di Crescentini.


Evento: Noumeno. Il segno oltre l’esperienza
Mostra di arte contemporanea
Opere degli artisti:
Ennio Calabria, Carlo Frisardi, Danilo Maestosi, Nino Pollini, Stefano Piali, Vinicio Prizia
Curatore mostra e catalogo: Vinicio Prizia
Saggio critico in catalogo: Claudio Crescentini
Ufficio Stampa: Loredana Gelli

Quando: da sabato 3 a domenica 18 maggio 2025
Giorno di chiusura: mercoledì
Inaugurazione: sabato 3 maggio ore 18:00
Dove: Sala Orsini di Palazzo Chigi di Formello – Piazza San Lorenzo, 1 – Formello (RM)
Orario: 10:30 -13:00; 15:30 – 18:00
Per info: 06.90194602 – 06.90194270 – 06.90194240
E7E7E7

Cento (Ferrara): date e protagonisti della 46° edizione del Festival

Arriva puntuale anche quest’anno, il FESTIVAL DEL PREMIO LETTERATURA RAGAZZI 46° edizione – ideato, organizzato, promosso e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Cento, IBBY e CEPEL – che si terrà dal 6 al 10 maggio 2025 a Cento (FE).

FESTIVAL del
PREMIO LETTERATURA RAGAZZI di Cento
46° edizione
“Premia chi scrive, vince chi legge!”

Noto come il più longevo e ininterrotto tra i premi letterari italiani, anche per questa edizione il PLR ha in serbo un calendario di 5 giorni ricco di eventi dedicati ad un pubblico di ogni età, con spettacoli e incontri con ospiti illustri cheanimeranno il centro storico della città, facendo confluire a Cento tantissimi ragazzi. Si susseguiranno: Lectio Magistralis, incontri con importanti e noti ospiti, firmacopie con autori di libri, spettacoli, laboratori per ragazzi, gruppi di lettura, proiezioni di film, mostre, letture per bambini, e tanto altro.

Durante la conferenza stampa, Raffaella Cavicchi, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, ha affermato: “Il Premio Letteratura Ragazzi rappresenta il fiore all’occhiello della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento –– il sostegno e la promozione della lettura tra i più giovani sono tra le priorità del Consiglio di Amministrazione. Crediamo molto nel valore aggiunto della continuità di un Premio tanto importante come questo, e ci impegneremo per non deludere le migliaia di ragazzi che ogni anno leggono i libri finalisti. Vogliamo dare la possibilità a sempre più ragazzi di incontrare libri di buona qualità, come compagni quotidiani, per farli innamorare della lettura.”

Elena Melloni, Coordinatrice del Premio Letteratura Ragazzi, ha inoltre sottolineato: “Un’edizione importante che conferma la vocazione internazionale del nostro premio, ma allo stesso tempo felici di avere due autori italiani in finale: Flavio Soriga e Simona Baldelli. Per la prima volta nei libri finalisti compaiono temi di grande attualità come il cambiamento climatico e il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Gli altri temi trattati vanno da esperienze di bullismo alla scoperta del coraggio di essere unici e diversi, all’amore; dall’amicizia tra una bambina e una signora anziana al viaggio, l’empatia verso gli animali, la storia riscoperta attraverso la memoria, la malattia e la morte. Un esercito di 14.000 ragazzi sta leggendo i libri finalisti, e saranno loro a decretare la classifica finale. Questo succede solo al Premio Letteratura Ragazzi di Cento.”

Il Premio Letteratura Ragazzi di Cento vanta una Giuria Popolare di oltre 14.000 ragazzi delle scuole di tutta Italia, da Palermo a Bolzano, con alcune classi di scuole italiane estere. Cinque giorni per rinnovare la gioia della lettura, trovare nuove motivazioni, confrontarsi con autori di fama internazionale, aprire lo sguardo e la mente verso un mondo ricco di stimoli culturali e ludici. Un coinvolgimento di ragazzi, insegnanti e famiglie, in uno scambio di idee, progetti e crescita personale.

Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati il format del Premio e le anticipazioni sul ricco e originale programma del Festival. Inoltre, sono stati annunciati il vincitore del Premio Narrativa Illustrata, i 3 finalisti del XXI Concorso per Illustratori del PLR e i 15 illustratori selezionati per la mostra degli Illustratori.

Davide Bonazzi, Presidente del XXI Concorso per Illustratori del PLR, ha commentato: “La qualità delle opere in concorso era molto alta e la selezione finale ha premiato quelle che si sono distinte per originalità e freschezza del linguaggio, cercando di dare conto della grande varietà degli stili presenti. Poter scegliere tra tanta bellezza è stata un’esperienza stimolante e gratificante.”



CONTATTI
SITO: https://www.premioletteraturaragazzi.it/
MAIL: info@premioletteraturaragazzi.it
FACEBOOK: https://www.facebook.com/premioletteraturaragazzicento/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/premioletteraturaragazzi/
TWITTER: https://x.com/PremioDi
 
UFFICIO STAMPA: CULTURALIA DI NORMA WALTMANN
Tel +39 051 6569105 – Mob +39 392 2527126
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia 
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann  
Youtube: Culturalia
TikTok: Culturaliart
Culturalia

Il Museo del Vino richiamerà l’attenzione degli appassionati

Il Palmento Di Rudinì diventerà Museo del Vino. Il rilancio, la gestione e la riqualificazione è stata affidata dal Comune di Pachino all’Associazione Vivi Vinum Pachino e alla Cooperativa Le Terre di Ebe, unite in ATS. La convenzione è già stata siglata, seguirà l’evolvere di un impegno economico e di servizio che determinerà la rigenerazione di una risorsa del territorio finalizzata a custodire e diffondere conoscenza sulla storia della produzione vitivinicola.

Nuovo obiettivo raggiunto da Vivi Vinum Pachino e Cooperativa Le Terre di Ebe

Hanno partecipato alla sigla il sindaco del Comune di Pachino Giuseppe Gambuzza, il dirigente dell’Ufficio Turismo e Cultura Mariano Tusa, l’assessore all’Agricoltura e Viticoltura Salvatore Lentinello, il presidente di Vivi Vinum Pachino Walter Guarrasi, il presidente della Cooperativa Terre di Ebe Maurizio Campo.

Il Palmento, che risale al 1800, fu costruito in Sicilia dal Marchese Antonio Di Rudinì, purtroppo versa in stato di abbandono. Per il suo recupero il Comune di Pachino ha bandito l’affidamento: farne un Museo del Vino potrà tutelarne l’identità, saranno avviati i lavori di riqualificazione che ne valorizzeranno il pregio storico e NE garantiranno la fruizione in futuro. Continuano a concretizzarsi a Pachino, in provincia di Siracusa, gli ambiziosi orizzonti di Vino Connect Sicilia e del progetto “Il Credito Cooperativo acceleratore per lo sviluppo nelle aree dalla Val di Noto alla Val Di Mazara: terre dei vini“, gestito e coordinato dall’associazione Vivi Vinum in sinergia con la Bcc Pachino e la Bcc di San CataldoFedercasseConfocooperative Sicilia, supportato da Azure Consulting e finanziato da Fondo Sviluppo Spa.

L’Associazione Vivi Vinum Pachino e la Cooperativa Le Terre di Ebe, già impegnate per creare sinergia tra le cantine del territorio per potenziare nel tempo la performance della Sicilia del vino, raggiungono un nuovo obiettivo. Il Museo del Vino che nascerà al Palmento Di Rudinì richiamerà l’attenzione di turisti e appassionati, produttori e cultori del vino, imprenditori e sommelier, università e scuole.


I PRESS, Sala Stampa e Comunicazione
CATANIA – Via Perugia 1, 95129
tel/fax 095 505133
www.i-press.it | www.i-pressnews.it 
staff@i-press.it 
Fb | Tw | Ln | Inst | Yt

“In giro per Trieste” 45 eventi che vedono protagonisti 42 autrici e autori

X edizione del Triestebookfest
L’isola che non c’è – storie, persone e altri luoghi immaginari
In programma 45 eventi con 42 autrici e autori nazionali e internazionali
 in dialogo con 30 ambasciatori della cultura, in 13 diversi luoghi della città

“L’isola che non c’è” è il titolo scelto per la X edizione del Triestebookfest, un omaggio all’immaginario di Peter Pan, ma anche una dichiarazione d’intenti: a Trieste esiste davvero un luogo dove fantasia, parole e creatività prendono vita. Per una settimana, da lunedì 28 aprile a domenica 4 maggio (e una continuazione dal 14 al 18 maggio), la città si trasforma in un arcipelago di storie e pensieri, con 45 eventi che vedono protagonisti 42 autrici e autori, italiani e internazionali, in dialogo con quasi 30 ambasciatori della cultura locale, ospitati in 13 diversi luoghi “in giro per Trieste”.

L’apertura ufficiale del Festival venerdì 2 maggio (dalle 17.30) al Teatro Miela – come sempre preceduta da una serie di eventi già da lunedì 28 aprile – è affidata a una voce autorevole: l’autrice Loretta Napoleoni, in dialogo con Cristiano Degano, Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, presenta in anteprima nazionale il suo ultimo libro “Tecnocapitalismo. L’ascesa dei nuovi oligopoli e la lotta per il bene comune”, un viaggio lucido e necessario nei meccanismi del potere contemporaneo, dove l’intelligenza artificiale, uno dei temi del Festival, occupa uno spazio sempre più preponderante.

Ideato e organizzato dall’Associazione culturale Triestebookfest, con la direzione artistica della Presidente Loriana Ursich, in coorganizzazione con il Comune di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, il sostegno de Le Fondazioni Casali ETS e della Fondazione CRTrieste, la media partnership de Il Piccolo e il patrocinio di FERPI-Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, il Festival letterario festeggia il decennale riprendendo il tema della prima edizione con la celebrazione del talento, raccontando il potere della creatività e dell’immaginazione.

Il programma della X edizione del Festival è stato illustrato con una conferenza stampa dalla Presidente del Triestebookfest, Loriana Ursich, e per il Comune di Trieste dall’Assessore alle politiche della cultura e del turismo Giorgio Rossi e dall’Assessore alle politiche dell’educazione e della famiglia Maurizio De Blasio.

“Un traguardo importante” – ha sottolineato la Presidente dell’Associazione Culturale Triestebookfest, Loriana Ursich – “per una realtà nata dalla passione di quattro donne che, nel 2015, hanno pensato di mettere insieme le loro competenze per realizzare il progetto di una manifestazione organica che parlasse di libri e di lettura in una città dalla grande tradizione letteraria come Trieste, che ne era priva. Ed è stata sin da subito pensata non come una mera carrellata di libri ed editori, ma che avesse un tema su cui dibattere e confrontarsi: creando un’isola che non c’era, uno spazio che mancava”.

L’isola che non c’è – storie, persone e altri luoghi immaginari” – questo il titolo completo della X edizione – riprende i modi e i linguaggi tipici di questi dieci anni di Festival, allargando la visione con punti di vista diversi, capaci di coinvolgere un pubblico sempre più vario, attento e preparato. “Tre i filoni previstidedicati a creatività, talento e immaginazione” – ha anticipato Loriana Ursich – “con il ritorno, negli incontri con gli autori, delle scrittrici e degli scrittori che hanno fatto grande la storia del Triestebookfest insieme a nuove importanti proposte, con un confronto tra immaginario umano e artificiale (in collaborazione con il Festival Scienza&Virgola) e un focus dedicato alla lingua tedesca, slovena e croata (e non solo) e al ruolo importante della traduzione”.

“Stiamo vivendo tempi bui e dobbiamo combattere insieme una battaglia per un futuro migliore, anche sfruttando l’isola che è dentro di noi per riuscire a cambiare le cose” – ha affermato l’Assessore Giorgio Rossi, citando il titolo del Festival. “Un percorso che Triestebookfest porta avanti da tanti anni con l’obiettivo di promuovere la conoscenza, la comprensione della società, le aspettative culturali dei cittadini”. “La lettura di libri è un segnale di crescita indispensabile” – ha aggiunto l’Assessore Maurizio De Blasio – “e con il gioco, la fantasia, la curiosità e il piacere della scoperta, rappresenta un dono enorme che possiamo fare alla cittadinanza”.

Alcuni degli eventi in programma
 
Tra i 45 eventi, tutti a ingresso libero (salvo dove, nel programma completo visibile sul sito al link www.triestebookfest.com, è espressamente indicata la prenotazione da fare al  +39 3314373087, anche e preferibilmente via WhatsApp), si segnalano alcuni appuntamenti.

Lunedì 28 aprile, al Museo LETS alle 18.00, l’autore Miran Košuta dialoga con Elvio Guagnini su “Altronauti, scrittori di frontiera italiani e sloveni”, una raccolta di saggi e studi che partono dal padre della cultura slovena Primož Trubar e dalla ricezione di Dante tra gli sloveni, passando per autori come Svevo, Saba, Slataper, per arrivare, ad esempio, a Boris Pahor, Tomizza, Prenz.
Martedì 29 aprilealla Libreria Minerva alle 18.00, l’autrice Anna Traini e i partecipanti al laboratorio di creatività autobiografica propongono “Narratori di sé. Creatività e consapevolezza nella scrittura autobiografica”, mentre al CXTrieste | Giulia Campus Hostel & Hotel alle 18.30 la Booktoker Magdalena Rosa (Magsbook con 270,000 follower) dialoga con Enrico Marchetto su “Lettura e Social Media, il fenomeno dei booktoker”.
Mercoledì 30 aprile, all’Antico Caffè San Marco alle 18.00, presentazione della mostra “L’isola che non c’è, ancora”, curata da Peter Iancovich e Federica Luser che si tiene presso Trart e Passageartecontemporanea con opere di Carlo Alberto Andreasi, Alessandra Calò da Bo, Roberto Chessa, Maria Josè d’Aprile, David Dalla Venezia, Alda Failoni, Marina Pohl, Pietro Porro, Banfsheh Rahmani, Michele Rigoni, Alessandra Spigai.
La giornata inaugurale della X edizione del vero e proprio Festivalvenerdì 2 maggio, offre numerosi appuntamenti che si concludono al Teatro Miela alle 17.30 con la presentazione in prima nazionale del volume “Tecnocapitalismo. L’ascesa dei nuovi oligopoli e la lotta per il bene comune” a cura dell’autrice Loretta Napoleoni in dialogo con Cristiano Degano.
Fra i tanti incontri del fine settimana, sabato 3 maggio alle ore 12.00 al Civico Museo Sartorio l’autrice Emma Braslavsky dialoga con Simone Weißkopf su “Era pallida la notte, brillavano le luci”, romanzo dedicato a Berlino, in un futuro prossimo.
Alle 16.00 alla Sala Xenia
, l’editore Giuseppe Russo e l’autore francese Mokhtar Amoudi dialogando con Daniela Picoi presentano il romanzo Gramma Feltrinelli “Le condizioni locali”, accolto con grande successo in Francia.
Alla Sala Teatro Piccola Fenicealle 16.30, l’autore Paolo Di Paolo propone il reading “Certi romanzi di un secolo fa. Dal Grande Gatsby a Mrs Dalloway, la rivoluzione letteraria degli anni Venti”. Alle 17.30, l’autore Riccardo Falcinelli dialoga con Annalisa Metus su “Virus. Storie del volto dall’antichità ai selfie” e alle 18.30 l’autore Sandrone Dazieri dialoga con Sarah Del Sal su “Uccidi i ricchi”, che segna il ritorno di Colomba Caselli e Dante Torre, protagonisti della serie iniziata con il bestseller “Uccidi il padre”. Tutti questi appuntamenti sono supportati dalla presenza di un interprete della lingua dei segni.
Il programma di domenica 4 maggio si apre alle 11.00 alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevic con “Io & Ia. Mente, Cervello e GPT”, un evento in collaborazione con il Festival “Scienza & Virgola” e la partecipazione degli autori Simone Rossi e Riccardo Manzotti, in dialogo con Alessandro Tavecchio. Alla stessa ora, al Civico Museo Sartorio, la scrittrice Martina Del Romano dialoga con Agnese Baini su “Storie di un certo genere. Tradurre l’adolescenza, fra ricerca di sè e relazioni interpersonali“.
Alla Sala Xenia alle ore 16.00, le autrici Ludovica Billi e Chiara Bucello dialogano con Michela de Faveri sulla piattaforma “The Deaf Soul – Facciamo rumore. Per chi vive nell’ombra della sordità e per chi non vuol sentire”, evento in collaborazione con ENS FVG – Ente Nazionale Sordi.
Alla Sala Teatro Piccola Fenice alle 17.00, lo scrittore e traduttore Giuseppe Culicchia propone il reading “Una storia americana” con una serie di letture attraverso la letteratura d’oltre oceano.
A coronamento della X edizione del Triestebookfest, gran finale domenica 18 maggio, alle 17.30 alla Sala Teatro Piccola Fenice, l’autore Lino Guanciale e il regista Davide Sacco presentano la loro ultima collaborazione (“Napoleone. La morte di Dio”) grazie alla quale “la parola diventa sguardo, su noi stessi e sul mondo che ci circonda”.

Le iniziative collaterali
– 10 anni, tutte le Lulù di Fabrizio Masi, mostra delle dieci locandine del Triestebookfest, al Museo LETS – Letteratura Trieste, visitabile dal 28 aprile al 14 maggio (dalle 10.00 alle 17.00), organizzata grazie al sostegno di IES Magazine.
– Facce da Triestebookfest di Lara Perentin, con le più belle fotografie del Festival alla Sala Xenia, dal 2-4 maggio (dalle 10.00 alle 20.00).
– L’isola che non c’è, ancora, con le opere di Carlo Alberto Andreasi, Alessandra Calò da Bo, Roberto Chessa, Maria Josè d’Aprile, David Dalla Venezia, Alda Failoni, Marina Pohl, Pietro Porro, Banfsheh Rahmani, Michele Rigoni, Alessandra Spigai. A cura di Peter Iancovich e Federica Luser, a Spaziotrat e Passage Arte Contemporanea, visitabile dal 18 aprile al 10 maggio (da martedì a sabato dalle 17.00 alle 19.30).
– La Lettrice e il Paesaggio Umano, una passeggiata speciale ideata con Giorgio Cescutti (Libribelli), domenica 4 maggio, ore 11.00.
 
In giro per Trieste
Molteplici i luoghi “In giro per Trieste”: dalle sedi messe a disposizione dal Comune di Trieste (Civico Museo Sartorio, Palazzo Gopcevich, Museo LETS Letteratura Trieste) alle Sale del Teatro Miela e del Teatro Piccola Fenice, Xenia, CXTrieste Giulia Campus, Spazio Trart e Passage Arte Contemporanea, alle immancabili librerie (Antico Caffè San Marco, Libreria Minerva, Libreria Antiquaria Saba, Libreria Lovat).
Le realtà partner
Numerose le realtà partner del Triestebookfest coinvolte, in molte anche negli anni passati, nella realizzazione degli eventi: Alpe Adria Cinema, Associazione Vitale Onlus, Casa Cave Contemporary Art, Fondazione Luchetta, IES Magazine, CX Trieste, Trart, Parole Controvento, ENS Ente Nazionale Sordi FVG, Natiperleggere, SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, CulturArteffetto, Alea Aps.
Tra le novità, la collaborazione con il Centro di formazione professionale CIOFS: per la prima volta, studentesse e studenti affiancheranno l’organizzazione nelle attività più affini ai loro percorsi di studio: un’occasione concreta di learning by doing, che permette ai ragazzi di conoscere da vicino il mondo dell’editoria, il dietro le quinte di un festival culturale e di fare esperienza sul campo.
Triestebookfest continua…

Mercoledì 14 maggio, ore 18.00, LETS

Ore                        “Biblionauti” Mappa del Tesoro di Trieste
Ideato, curato e interpretato da Lorenzo Zuffi, in collaborazione con Vitale Aps
Un viaggio urbano tra letteratura contemporanea e geografia sentimentale. Attraverso le parole di scrittrici e scrittori legati a Trieste, il pubblico è invitato a scoprire una mappa invisibile: quella dei luoghi raccontati, vissuti, sognati. Ogni tappa è una lettura, ogni testo un indizio, ogni storia un tesoro nascosto nella città.

Venerdì 16 maggio, ore 19.00, Parole Controvento aps
“Creatività e Social tra Realtà e Altrove” 
L’autore Enrico Marchetto dialoga con Fosca Pozzar Colinassi per addentrarsi nella mente di chi fa marketing con immaginazione e spirito critico.

Domenica 18 maggio, ore 18.00, Sala Teatro Piccola Fenice
Lino Guanciale e Davide Sacco: la parola diventa sguardo, su noi stessi e sul mondo che ci circonda. Lino Guanciale e l’autore e regista Davide Sacco parlano della loro ultima collaborazione: “Napoleone. La morte di Dio”. Un’occasione per raccontare la magia della parola che sul palco diventa gesto e voce.
 
Triestebookfest 2025

Direzione artistica e organizzativa 
Loriana Ursich, Angela Del Prete, Alessandra Janousek, Anna De Marco
 
Grafica: Fabrizio Masi – Fotografia: Lara Perentin – Video: Zunami Studio

Ufficio Stampa: Aps comunicazione 040 410910 | Federica Zar 348 2337014
Cartella stampa digitale al linkhttps://shorturl.at/NheDA
 
Trieste info@triestebookfest.com
www.triestebookfest.com

E7E7E7