Cervia (Ravenna): al via Artevento Cervia – Il programma del Ponte di Pasqua



Al via domani la 45° edizione di Artevento, che quest’anno apre in bellezza in concomitanza con il ponte di Pasqua organizzando una preview all’insegna dell’arte e della creatività.

Il Festival Internazionale dell’Aquilone si prepara a tornare a Cervia per ben 14 giorni, per celebrare numerosi anniversari – primo fra tutti gli 80 anni dalla Liberazione  offrendo a grandi e piccini l’opportunità di prendere parte gratuitamente ad un ricco calendario di mostre, laboratori, voli diurni e 2 voli notturni, musica dal vivo, spettacoli di circo contemporaneo, teatro danza, parate e attività alla presenza di oltre 200 ospiti provenienti da 50 Paesi e 5 continenti, che si prolungheranno fino al 4 Maggio.

Il programma completo di ARTEVENTO CERVIA è consultabile sul sito della manifestazione: https://artevento.com/



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A Castelbello, Margareth Dorigatti, Chroma

“Chroma”, ovvero colore e intensità, è il titolo dell’ampia personale che il Castello di Castelbello – Ciardes, in Val Venosta, dedica a Margareth Dorigatti. Dell’artista romano di origini bolzanine vengono proposte ben 64 opere rappresentative della sua cinquantennale produzione, dove si confrontano diversi potenti cicli tematici, tra cui “Salomè”, “Diari romani”, “Charlotte-Goethe”, “Rubra”, “Heroes”, “Erlkönig”, “Luna-Mond” e “Epistolarium”.

MARGARETH DORIGATTI. Chroma
Castello di Castelbello (Val Venosta)
27 aprile – 22 giugno 2015

Allestimento a cura di Alessandro Casciaro
 
Vernice della Mostra: sabato 26 aprile 2025, ore 17

Nella sua presentazione, Karin Dalla Torre, sovrintendente ai Beni Culturali e del Paesaggio della Provincia di Bolzano, descrive come la pittrice usa il colore per distillare i concentrati del vasto flusso dell’esistenza umana, evidenziando  una profonda familiarità con la teoria dei colori di Goethe.

«Il profilo inconfondibile di quest’arte è stato ritagliato come un antico gioiello dagli innumerevoli strati culturali della città di Roma, che costituisce la più importante fonte di ispirazione per Margareth Dorigatti. Archetipi, figure mitologiche, bibliche e letterarie, negli ultimi anni i pianeti e la materia stessa hanno funzionato come nuclei di cristallizzazione. Con precisione alchemica, compone il suo intenso mondo fatto di colori, che riflette anche la realtà lacerata e pericolosa.

La pittrice ci invita innanzitutto ad incontrare le donne, le maestre dell’esistenza femminile oggi: le donne della mitologia, le sante, le madri e le figlie che rappresentano l’inconscio, il notturno e il femminile. Elettra, Antigone e Ismene, Teresa d’Avila, Santa Margherita e, soprattutto, Salomè, che danza disperata per l’amore di sua madre.»

Ma lo sguardo cade anche sugli uomini, sugli eroi, che sembrano intrappolati nel loro esibizionismo e nell’autocommiserazione, senza via d’uscita. Nella luce fredda sono in balia della loro fisicità e dei topoi maschili. Con le immagini del ciclo “Erlkönig”, invece, che trae ispirazione dalla ballata spaventosa di Goethe, dobbiamo confrontarci con l’inimmaginabile, l’indicibile, in un’astrazione che risuona e commuove profondamente.

Dagli incontri osmotici e altamente produttivi tra arte, musica e letteratura emergono  interconnessioni, emozioni ribollenti e stati aggregati mutevoli. Di grande impatto, per citarne uno, è il ciclo dedicato alla corrispondenza di Charlotte von Stein con Goethe. L’artista dà voce a Charlotte, le cui lettere sono andate perdute, attraverso le immagini di buste sigillate che respirano e pulsano di amore e sofferenza. 

Nel  ciclo di opere più recente, “Epistolarium”,  Dorigatti ritorna alla natura potente dei messaggi scritti,  utilizzando tecniche miste per evocare l’intimità di una forma di comunicazione durata per secoli e ormai relegata al passato. Come nelle altre serie presenti nella mostra, la potenza dei colori e delle forme crea immagini che si fissano nella memoria, dando gioia e facendo riflettere in un sorprendente dialogo interiore.

Margareth Dorigatti nasce a Bolzano nel 1954, vive e lavora a Roma e a Berlino. Dopo gli studi di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e la laurea in Comunicazione Visiva all’Università delle Arti a Berlino, studia a New York e inizia l’attività di pittrice prima a Berlino, poi a Roma, dove si trasferisce e vince la cattedra di Decorazione all’Accademia di Belle Arti.

Mostre personali in Italia e all’estero (Parigi, Colonia, Berlino e.a.), tra le quali la collaborazione stabile con la Galleria Goethe Bolzano, la Galleria AC Bolzano e la Galleria MAC Roma.

Ha partecipato alle maggiori Mostre Collettive degli ultimi venti anni, tra le quali Biennale Internazionale di Arte Sacra Pescara, Triennale Internazionale Arte Sacra Celano, “L’Ombelico del Mondo” Galleria Studio Mazzoli Modena, Biennale Venezia.


Info:
Curatorio Castello di Castelbello – Ciardes 
info@schloss-kastelbell.com
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499

A Roma, per la Pasqua, esposizione del dipinto nella cappella della Famiglia Floridi Doria Pamphilj 

In occasione della Santa Pasqua, da mercoledì 16 aprile e fino al 22 aprile, la CHIESA SANTA MARIA IN CAPPELLA della Famiglia Floridi Doria Pamphilj, in Vicolo di S. Maria in Cappella 6 a Roma, ospita l’esposizione del dipinto “Dall’impronta di Gesù” di Veronica PIRACCINI, nato per contatto dalla Sindone di Torino. Nella Chiesa, fondata nel 1090 da Papa Urbano II, sono tuttora presenti i giacigli dove Santa Francesca Romana accudiva i malati. L’esposizione è stata fortemente voluta e promossa da Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj e dal consorte Don Massimiliano Floridi.

Tra Arte e Sacro: esposizione del dipinto “Dall’impronta di Gesù” 
di Veronica Piraccini
Nato per contatto dalla Sindone di Torino
 
In occasione della Santa Pasqua 2025

Icona reinterpretata, tra reliquia e opera d’arte, dipinto impercettibile, visibile/invisibile, nasce per contatto dalla Sindone di Torino, il sudario sul quale si sarebbe posata l’impronta del corpo di Gesù. In qualche modo ne costituisce una rivisitazione, resa possibile da una tecnica innovativa basata sull’uso di colori solo apparentemente impercettibili. Il quadro sembra bianco, ma in realtà è dipinto con Pittura Impercettibile. Metafora della luce che illumina la vita del credente, la luce che colpisce l’opera di Veronica Piraccini, apparentemente solo un grande telo di lino bianco tessuto a mano, antico di più di 150 anni, consente come per miracolo l’apparizione del corpo di Cristo a grandezza naturale, speculare all’immagine sindonica come tradizione vuole sull’idea antica, realizzato con il metodo del ricalco e a occhio nudo e con l’uso di pigmenti invisibili. I pigmenti appaiono e scompaiono sul corpo a seconda della luce che colpisce il telo – una grande opera di 4,47 X 1,13 metri –, l’oro bronzeo per il corpo, come emittente di luce,  l’azzurro ad evidenziare i colpi di flagello, le escoriazioni e le trafitture del martirio, il rosso per il sangue colato dalle ferite provocate al costato dalla lancia, sulle mani dai chiodi e sulla testa dalla corona di spine: un impatto cromatico molto forte per sottolineare tutta la sofferenza del Cristo e nello stesso tempo lanciare il suo messaggio di misericordia senza tempo.

Esempio della tecnica della “Pittura impercettibile” inventata da Veronica Piraccini, esposto in innumerevoli sedi, nazionali e internazionali, un’opera in costante pellegrinaggio, ogni volta “Dall’impronta di Gesù”, il dipinto che appare e scompare, già definito “un miracolo tra arte e alchimia”, ha un grande impatto emotivo sui visitatori, credenti o meno. L’artista lo ha realizzato nel 2013. L’anno prima, di Giovedì Santo, dei frati cappuccini le avevano fatto avere una riproduzione a grandezza naturale della Sindone e un anno dopo il dipinto era stato realizzato. Dodici mesi a contatto con l’immagine del Cristo che, per sua stessa ammissione, hanno profondamente cambiato la donna e l’artista. Attraverso l’opera che mostra e cela al tempo stesso, Veronica Piraccini offre così il suo personale contributo artistico al disvelamento della Verità, coniugando – come ha avuto modo di scrivere Mariano Apa – “l’arte al tema della conversione e al riconoscimento dell’evangelizzazione, per il tramite di svolgimenti artistici di una nuova immagine nella specificità della Santa Sindone. L’opera abita quel pneumatico spazio-tempo dell’Annuncio, dove l’immagine della Sindone si offre come icona della Salvezza, e viene artisticamente riletta e reinterpretata come ‘impronta ‘da Veronica Piraccini e attraversa il tempo”. “La pittura così intesa – scriveva invece Gabriele Simongini – porta allo svelamento di mondi e dimensioni inediti, nascosti, generando stupore e meraviglia. L’invisibile, per manifestarsi, ha bisogno del visibile ed entrambi si ricompongono in una unità feconda e rivelatrice”.

Ritengo che il problema dell’arte oggi consista nel vedere nuovamente e profondamente che cos’è l’uomo, il quale forse è un’identità varia in suo flusso illimitato, senza confine o distinzione netta tra interno ed esterno”. Così Veronica Piraccini, bolognese, ma romana d’adozione, è Artista, Performer, Maestro in Pittura e Docente di Pittura e Fenomenologia del Sacro. Vince a soli 23 anni la cattedra di pittura all’Accademia di Brera (Milano), per poi passare a Palermo. Frosinone e infine a Roma, dove è titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti e Coordinatore del Dipartimento di Arti Visive. Esperta di pigmenti, dai più tradizionali e antichi come la Porpora ai più tecnologici, nel 1989 dà vita alla Pittura Impercettibile, tecnica unica per essere Invisibile/Visibile. Le sue opere sono presenti in Collezioni private, Musei e Istituzioni dello Stato. Tiene conferenze e promuove esposizioni e ha fondato a Milano la rivista “Tutto da capo” con F. Leonetti, E. Fiorani, A. Pomodoro e Dadamaino dando inizio ad un movimento artistico dove si argomenta un nuovo immaginario definito “Anti-rappresentazione”. Teorizza anche l’Antisistema nel Sistema stesso come una nuova consapevolezza del fare e del pensare che si determina come “Teopratica”, un suo neologismo a designare un modo diverso di essere nella Ricerca Artistica che sarà anche il titolo del suo libro pubblicato nel 2023 da “L’ERMA” di BRETSCHNEIDER. Tra i numerosi riconoscimenti, ha vinto nel 2016 il premio internazionale “Spoleto Art Festival,” per le importanti attività svolte nel campo dell’arte, anche in favore dei più giovani per i quali cura mostre e seminari.


“Dall’impronta di Gesù“di Veronica Piraccini
Chiesa Santa Maria in Cappella – Vicolo di S. Maria in Cappella 6
Orari: giovedì – Venerdì Santo ore 19.00-22.00.
Domenica di Pasqua Messa ore 18.00.
Gli altri giorni su appuntamento
e in orario museo: 9.00-19.00 – T. 06-5803737
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Ufficio stampa
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

‘THE MULE’, il singolo dei Sacromud anticipa il nuovo album registrato negli studi Sun di Memphis

‘THE MULE’,
IL NUOVO SINGOLO DEI SACROMUD
ANTICIPA IL NUOVO ALBUM REGISTRATO NEGLI STUDI SUN DI MEMPHIS

Non ci sono dubbi: un sogno va protetto.

Il sogno Sacromud era quello di registrare al Sun Recording Studio: primo ed unico gruppo italiano, dopo Elvis, dopo Johnny Cash, dopo Jerry Lee Lewis, dopo Roy Orbison, dopo gli U2.

Quel sogno è diventato un nuovo disco: ‘The Sun Experience‘, anticipato dal brano ‘The Mule‘, disponibile nelle radio e in tutti i digital stores a partire da venerdì 11 aprile.

‘The Mule’ è stata registrata analogicamente nel leggendario Sun Studio di Memphis, dove i Sacromud usano gli strumenti dell’epoca, come il pianoforte originale con cui Jerry Lee Lewis ha immortalato ‘Great Balls Of Fire‘ nell’ottobre del 1957.

The Mule è una metafora che prende spunto dall’omonimo film di Clint Eastwood: lo spaccio e la doppia vita del ‘vecchio’ qui hanno una natura ancor più ‘stupefacente’: il vecchio fa il corriere di musica ‘suonata’ diventata clandestina e fuorilegge.

Per l’arrangiamento Maurizio Pugno si avvale della sezione fiati dei Cape Horns, facendosi aiutare dallo scorrere del Mississippi e dal sound che rese Wayne Jackson e Andrew Love i Memphis Horns.

«Questo è il brano che più di ogni altro ci proietta orizzontalmente nel nostro sogno; un sogno che è diventato realmente un viaggio fisico in Tennessee.» annunciano i Sacromud, «The Mule è un’ipotetica passeggiata di 2 miglia che ci ha visto camminare lentamente durante un’eccezionale nevicata a Memphis, dal 706 di Union Avenue, sede della Sun al 926 East di McLemore Avenue, sede della Stax Records».

Il videoclip è una sintesi emotiva di questa sessione di registrazione alla Sun: lo stupore di essere l’unica band italiana a registrare non un brano, ma un intero album, in un luogo unico, suonando insieme alle note attaccate alle pareti di Junior ParkerB.B. KingHowlin’ WolfRufus ThomasJames CottonLittle WalterIke TurnerDr. Ross e Little Milton.

Sacromud non è una band che pesca solo dentro al blues di Maurizio Pugno ma è una produzione che prova a farsi interprete del ‘sacro fango‘ dell’oggi. 

Un unico movimento musicale dentro al quale si muove una narrazione che è frutto dell’impazienza civile oltre il soul, il blues, il rock, il funk e l’R&B mescolati assieme ai suoni delle contraddizioni contemporanee.

La formazione è composta da Raffo Barbi (voce), Maurizio Pugno (chitarra e direzione musicale), Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere), Riccardo Fiorucci (batteria).

Quattro i dischi all’attivo: ‘Resized‘ (2021), ‘Sacromud‘ (2023), il doppio live ‘Gubbio To Memphis, The Overground Suite’ (2024) e di prossima pubblicazione, ‘The Sun Experience‘ (2025), registrato a Memphis, nel leggendario Sun Studio.


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Kazimierz Pichlak: medico, fotografo, artista 

Anna Caterina Stryjecka Ariano, mecenate delle arti da tutta la vita, ha dedicato il proprio impegno alla promozione della cultura e della bellezza, sempre affiancata dal suo oggi scomparso marito, Paolo Ariano. Le sue radici affondano profondamente in Italia e Polonia, due terre e culture con un legame indissolubile. La sua visione è alla base di questo progetto, che celebra la connessione tra popoli e tradizioni.

Kazimierz Pichlak: Africa e montagne, 
viste attraverso gli occhi 
 di un grande artista 
e di un grande uomo

Il progetto nasce da una visione cross-culturale, con respiro globale, ed è pensato con un taglio di antropologia visuale, come raccolta etnografica di fotografie, antropologia medica, grazie alla musicoterapia, di diplomazia culturale e soft power, volto a rafforzare il dialogo tra diverse culture.

I protagonisti di questa iniziativa sono intelligenze interdisciplinari e trasversali dotate di grande curiosità, uniti dalla passione per la natura, il viaggio, la scoperta, la bellezza e la cultura, valori universali che vanno oltre ogni confine. 

Ideatrice del progetto: Anna Caterina Stryjecka Ariano

Co-curatori: Antonio Lo Pinto, Cecilia Sandroni

A Firenze, città simbolo di arte e cultura, prende vita la prima visione pubblica di questo straordinario progetto di cui le opere cinematografiche e fotografiche dell’autore Kazimierz Pichlak e del compositore e musicoterapeuta Jacek Szreniawa, sono protagoniste. In questo percorso immagini e musica si uniscono in un’esperienza unica e coinvolgente, aperta a tutti. 

L’evento di inaugurazione si svolgerà durante la giornata del 23 aprile, in due momenti e luoghi distinti. Ma anche su due scenari tematici distinti: la montagna e l’Africa. 

Alle ore 16:30, presso GIUNTI ODEON Libreria e Cinema, centro culturale pulsante della città, con la proiezione del film “La Musica della Grande Montagna”.

La giornata proseguirà poi, alle 18:30 in un altro spazio dinamico e artistico della città, C2 CONTEMPORANEA/Spazio Arte di Antonio Lo Pinto, con l’inaugurazione della mostra fotografica “I Volti dell’Africa“. 

Un inno alla fratellanza, all’amicizia e alla pace tra i popoli, celebrando la bellezza della vita e il potere unificante della cultura e l’amore infinito per la montagna. 

La proiezione cinematografica “La Musica della Grande Montagna”, dell’autore Kazimierz Pichlak con la musica originale composta da Jacek Szreniawa avrà luogo a Firenze il 23 Aprile 2025 alle ore 16:30 presso GIUNTI ODEON Libreria e Cinema. La proiezione del film sarà preceduta da un’introduzione da parte dell’autore Kazimierz Pichlak e dell’ideatrice del progetto Anna Caterina Stryjecka Ariano

Il film è un affascinante racconto fotografico e musicale sulle montagne, da diversi angoli del mondo.

Vernissage mercoledì 23 Aprile ore 16.30, presso: 

GIUNTI ODEON Libreria e Cinema, Piazza degli Strozzi – Firenze

Durata del Film: 01:13:10

La Mostra fotografica “I Volti dell’Africa” del polacco Kazimierz Pichlak apre a Firenze il 23 Aprile 2025 presso lo Spazio Espositivo C2 Contemporanea, con autore e curatori. 

Ideatrice del progetto: Anna Caterina Stryjecka Ariano

Curatori: Antonio Lo Pinto e Cecilia Sandroni

Vernissage: mercoledì 23 Aprile 2025 ore 18 – 20 

C2 CONTEMPORANEA/Spazio di Arte di Antonio Lo Pinto, Via Ugo Foscolo, 6 – Firenze 

Chiusura mostra: 17 maggio 2025 

Numero delle opere: 20. Formato foto: 70×100. Catalogo in italiano, polacco ed inglese

I Volti dell’Africa” di Kazimierz Pichlak sono ritratti di penetrante presenza. 

Non ci sono pose da studio fotografico, ma frammenti di vita catturati là dove si incontrano il fotografo viaggiatore e le persone ritratte. Queste ultime, immerse nel proprio ambiente e chi fotografa, invece, lontano dalla propria terra e ospite dell’Africa. 

Le fotografie in esposizione alla mostra sono un tentativo di catturare lo speciale ritmo di quel continente.

Al termine, Anna Lord, nata in Finlandia, figlia di una profuga finlandese e di un professore e scrittore inglese, autrice del libro “La Divina Artemisia”, offrirà agli ospiti una tisana di artemisia, pianta sacra anche in Africa.

Kazimierz Pichlak , chirurgo di professione, ma anche viaggiatore, poeta e fotografo. Vive sulle pendici dei Monti dei Giganti in Bassa Slesia. È un poeta, con 12 volumi pubblicati e numerosi premi ricevuti.

È autore di più di una dozzina di mostre fotografiche individuali. Scatta fotografie per ricordare l’emozione di scoprire i frammenti belli e brutti del mondo. Fondamentalmente è un fotografo occasionale. 

Viaggia molto e cattura ciò che incontra lungo il cammino, dai primi raggi di sole sui giganti dell’Himalaya al volto pensieroso di un monaco etiope. 

Ogni tanto, si ritrova nel posto giusto al momento giusto e riesce a scattare una foto degna di nota. 

È Membro onorario dell’Associazione Nazionale Chirurghi Polacchi, ed è stato nominato cittadino onorario della propria grande regione polacca, la Bassa Slesia, per meriti nel campo della medicina, del settore sociale e della cultura. 

È padre orgoglioso di due figli e nonno di sette nipoti. 

Non nascondere il fatto di considerarsi un uomo realizzato e felice.


Situato in una ex area industriale nel cuore della città di Firenze, nello storico quartiere di Porta Romana, lo spazio espositivo  C2  sta diventando un punto di riferimento per artisti, galleristi e amanti delle arti. È un luogo di incontro, con un’ampia proposta di mostre d’arte ed eventi culturali.

C2  è lo spazio espositivo e creativo dell’artista  Antonio Lo Pinto , nato da una felice intuizione ed un sogno nel giugno del 2011.
Lo studio dell’artista ha ospitato giovani talenti emergenti e grandi maestri, cui è stata riservata la stessa attenzione ed accoglienza. 
La visione  C2  è una realtà ibrida ed alternativa ai tradizionali circuiti di promozione artistica: organizza, cura e presenta progetti di arte contemporanea, ospitando gli artisti fuori sede dentro lo spazio espositivo, che diventa anche casa transitoria dell’artista.

C2  ha al suo più di 145 esposizioni, progetti curati e realizzati attivi con grandi fotografi quali George Tatge, Lucien Hervé, Donata Wenders, Carlo Fei. 
Con artisti quali Riccardo Guarneri, Marco Bagnoli, Lucio Pozzi. 
Con curatori come Pier Luigi Tazzi, Ivan Quaroni, Sergio Risaliti. 

L’artista  Antonio Lo Pinto  collabora con gallerie, Enti pubblici e privati, Istituzioni culturali nazionali ed internazionali. 
Oggi è lieto di ospitare il polacco  Kazimierz Pichlak : medico, fotografo, esploratore, poeta, appassionato della montagna, della fotografia e del mondo.

Dal lunedì al sabato, dalle ore 17.30 alle ore 19.00. 
Visita su appuntamento per i giorni successivi all’apertura.
Tel. 334 7970531


Cecilia Sandroni
Global Press & sInternational PR & journalist
www.italienspr.com
Berlin – Sophia – Rome – Florence
Email: sandroni@italienspr.com  

Alessandro Artese, scelto dalla giuria per la sua straordinaria interpretazione artistica

Si è conclusa con grande partecipazione e entusiasmo la finale del 14° Concorso Pianistico Nazionale – Premio Lamberto Brunelli, che ha avuto luogo domenica 13 aprile nella splendida cornice del Teatro Olimpico di Vicenza. Ad aggiudicarsi il primo premio, dopo l’ultima prova con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e con la cerimonia di assegnazione dei premi è stato Alessandro Artese, scelto a maggioranza dalla giuria per la sua straordinaria interpretazione e maturità artistica.

34° Settimane Musicali al Teatro Olimpico
I canti della Terra
 
14° Concorso Pianistico Nazionale – Premio Lamberto Brunelli
Vicenza 11 – 13 aprile 2025

Alessandro Artese vince una borsa di studio di euro 1.500 messa a disposizione dalla famiglia Brunelli insieme a un tour di concerti presso prestigiose istituzioni musicali in Italia: le Settimane Musicali al Teatro Olimpico 2025 nell’ambito del Progetto Giovani; Asolo Musica nell’ambito della rassegna Musica nei musei al chiostro Santa Caterina a Treviso; Amici della Musica di Firenze nell’ambito del progetto Fortissimissimo; Amici della Musica di Padova nell’ambito della rassegna Domenica in Musica alla Sala dei Giganti di Padova e per la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo e a Cremona Musica 2025.

Accanto al vincitore, hanno preso parte alla finale i talentuosi pianisti Stefano Campanini (Parma, 1999) e Alessio Masi (Firenze, 2000), selezionati tra numerosi candidati provenienti da tutta Italia.

La giuria di grande prestigio, composta da Filippo Gamba, Alessandro Solbiati, Alessandro Taverna, Alberto Miodini, Stefano Lorenzetti, ha premiato l’eccellenza esecutiva, la sensibilità musicale e la solidità tecnica dei concorrenti, riconoscendo nel vincitore Alessandro Artese un artista di grande potenziale, destinato a un brillante futuro concertistico.

Il premio della Fondazione Musicale Omizzolo Peruzzi, riservato alla miglior interpretazione del brano di Silvio Omizzolo Ein Altes Albumblatt, obbligatorio nel programma da presentare all’eliminatoria, è andato a Stefano Campanini.

Il premio del pubblico e la menzione speciale per miglior brano contemporaneo è andato a Alessio Masi.

Il Concorso Pianistico Nazionale – Premio Lamberto Brunelli giunto alla sua XIV edizione, organizzato in co-produzione con il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, si conferma un importante trampolino di lancio per i giovani pianisti e un appuntamento imperdibile per il pubblico appassionato nonché un appuntamento culturale di rilievo per la città di Vicenza, capace di coniugare tradizione musicale e nuove promesse artistiche.

Istituito nel 2011 e intitolato alla figura di Lamberto Brunelli, socio e sostenitore del Festival scomparso nel 2010, il Premio richiama ogni anno giovani pianisti da tutta Italia attratti dalla grande opportunità rappresentata dal concorso che unisce crescita artistica e professionale.

“Anche quest’anno, il Premio Brunelli ci ha regalato talenti straordinari racconta Sonig Tchakerian. La giuria di questa XIV edizione del concorso, composta da artisti tra i più prestigiosi del panorama internazionale, ha contribuito a dare ancora più valore al talento, alla musica, al pubblico che con passione segue il Concorso e le Settimane Musicali al Teatro Olimpico. Un festival, il nostro, in cui la qualità artistica è una identità imprescindibile, come del resto la valorizzazione dei talenti emergenti”.

Le Settimane Musicali al Teatro Olimpico si avvalgono della collaborazione di enti istituzionali quali l’Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza.

Anche quest’anno le Settimane Musicali al Teatro Olimpico confermano la plurale vocazione del Festival e le molteplici collaborazioni con realtà istituzionali e associative. Proficue collaborazioni a livello artistico sono in atto con il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, in particolare per la coproduzione del concorso pianistico nazionale intitolato alla figura di Lamberto Brunelli; con gli Amici della Musica di Firenze, gli Amici della Musica di Padova, la  Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo e con Asolo Musica per l’inserimento del vincitore del Premio Brunelli nella loro programmazione artistica; con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per un concerto   dedicato a turno al miglior allievo dei corsi di violino, violoncello e pianoforte; con la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo  per i vincitori dell’ ICM e con diverse realtà territoriali tra cui il Liceo Don Giuseppe Fogazzaro, i Musei Civici e Palazzo Leoni Montanari. Un evento da non perdere per chi ama la musica e vuole scoprire il futuro del pianismo internazionale.

Alessandro Artese, 23 anni, ha iniziato presto gli studi pianistici con Valentina Berman. Ammesso al Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna nella classe di Mauro Landi, ha qui conseguito il Diploma Accademico di II livello con massimo dei voti, lode e menzione d’onore sotto la guida di Federico Nicoletta. Attualmente studia con Federico Nicoletta al Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo, dove è iscritto al Corso Singolo, e frequenta il Light Course di Benedetto Lupo presso l’Accademia Musicale di Pinerolo. Ha vinto numerosi concorsi pianistici internazionali. Tra questi, si distinguono il _Concorso Pianistico Internazionale di Massarosa_ (1° premio, premio come miglior concorrente italiano e Medaglia della Camera dei Deputati, 2024), il _Rosario Marciano International Piano Competition_ di Vienna (Grand Prix e Premio Paderewski, 2024) e il _Roma International Piano Competition_ (1° premio e – all’unanimità della giuria – il premio speciale “National Fryderyk Chopin Institute”). Tiene regolarmente concerti in Italia e all’estero. Tra gli impegni di maggior rilievo, si ricordano due recitals presso la casa natale di Fryderyk Chopin a Żelazowa Wola in Polonia, il debutto al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna, due esecuzioni del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di L. v. Beethoven con l’Orchestra Sinfonica del Molise diretto da Michele Campanella, recitals solistici a Bydgoszcz per il prestigioso Paderewski Festival e – prossimamente – a Londra e Vienna.


Info
premiobrunelli@settimanemusicali.eu
info@settimanemusicali.eu
http://www.settimanemusicali.eu
 
Ufficio Stampa:
Studio Pierrepi – Padova
Alessandra Canella
Federica Bressan
http://www.studiopierrepi.it

Florence Biennale annuncia il tema della XV edizione e premia Tim Burton alla Carriera

La Florence Biennale annuncia l’attesa XV Edizione, che si svolgerà presso la Fortezza da Basso a Firenze dal 18 al 26 ottobre 2025. Questa prestigiosa mostra internazionale d’arte contemporanea e design della città medicea è un’esposizione culturale che si distingue dalle altre biennali per il suo format. Infatti, ad essere il fulcro, in qualità di espositori e pertanto protagonisti, sono gli artisti e designer in prima persona, selezionati dopo un’accurata valutazione dal Comitato Curatoriale. L’obiettivo di questa formula innovativa è quello di voler costituire una preziosa ed efficace occasione per tutti gli artisti di presentare il proprio lavoro direttamente agli operatori culturali e al grande pubblico, in un contesto indipendente e multanime che crea spontaneamente l’opportunità e le condizioni per un dialogo diretto

Attraverso un ricco programma di appuntamenti collaterali quali conferenze, mostre, performance, proiezioni e iniziative didattiche, la biennale offre diverse opportunità di incontro tra artisti e visitatori, che possono confrontarsi su vari aspetti dell’arte e della cultura, con una particolare attenzione al tema centrale dell’edizione in corso.

Quello scelto per l’edizione 2025 è “The Sublime Essence of Light and Darkness. Concepts of Dualism and Unity in Contemporary Art and Design”, dedicato al primordiale ed eterno connubio tra luce e oscurità, da sempre al centro della ricerca artistica, scientifica, filosofica e letteraria. La XV Florence Biennale annovera in concorso le seguenti categorie artistiche: Arte ceramica, Arte digitale, Arte e Design del gioiello, Arte Tessile e Fiber Art, Disegno, Grafica d’arte e Calligrafia, Fotografia, Installazione d’arte, Mixed Media, Performance Art, Pittura, Scultura, Video Art con la partecipazione di centinaia di artisti provenienti da oltre 80 Paesi e 5 continenti. D’altra parte, le categorie annoverate per il settore design sono: Architecture and Town Design, Industrial and Product Design, Fashion and Jewellery Design, Interior Design, Communication and Graphic Design, Technology and Game Design.

La Florence Biennale, fondata nel 1997 da Pasquale e Piero Celona insieme a un comitato di artisti, curatori e critici d’arte, viene diretta da Jacopo Celona, affiancato dall’event manager e curatore Giovanni Cordoni.

Ogni edizione si svolge su 11.000 metri quadrati di terreno e si avvale della partecipazione di circa 600 artisti provenienti da oltre 80 Paesi con più di 1.500 opere, selezionati con cura per garantire una straordinaria varietà di stili. Tra questi, diversi special guests vengono invitati a partecipare per la loro rilevanza nel panorama artistico internazionale. Oltre ad offrire un ampio calendario di mostre tematiche, progetti speciali, ospiti d’onore e prestigiose anteprime nazionali, la Florence Biennale consegna 2 premi alla carriera dedicati alle categorie di arte e design.

Gli artisti espositori che si distinguono per le opere in concorso nelle categorie artistiche di riferimento ricevono il Premio Internazionale “Lorenzo il Magnifico”, assegnato da una Giuria Internazionale costituita da personalità di rilievo del mondo dell’arte e della cultura. Questo riconoscimento è intitolato così al fine di ricordare e omaggiare Lorenzo de’ Medici, detto “il Magnifico”, per sottolineare la fiorentinità della manifestazione e per connetterla idealmente alla sua importante storia artistica nella figura emblematica del grande mecenate e promotore delle Arti del Rinascimento.

Questo premio è affiancato dal Premio “Lorenzo il Magnifico” alla Carriera – destinato a interpreti e istituzioni di cui siano emersi particolari meriti artistici o contributi al mondo della cultura – e dal Premio “Lorenzo il Magnifico” del Presidente, che viene conferito agli artisti a cui viene riconosciuto un particolare merito nello sviluppo e diffusione dell’arte contemporanea odierna, a discrezione e giudizio del Presidente della Florence Biennale Pasquale Celona.

Fra i premiati alla Carriera per l’arte delle passate edizioni ricordiamo Marina Abramović (2009), Gustavo Aceves (2019), Refik Anadol (2019), Sauro Cavallini (in memoriam, 2017), David Hockney (2003), Christo & Jeanne-Claude (2005), Ferrari & Pininfarina (2003), Gilbert & George (2007), Arata Isozaki (2017), Anish Kapoor (2013), Michelangelo Pistoletto (2021), Oliviero Toscani (2021), Franco Zeffirelli (2019) e David LaChapelle (2023).

Per la 4° volta consecutiva, una sezione sarà dedicata anche al mondo del design. Questa recente introduzione ha assunto un valore particolarmente significativo nell’anno in cui si è celebrato il 500esimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci, il cui genio è da sempre associato alla progettualità tecnico-scientifica, oltre che artistica. È proprio a questa grande personalità che sono intitolati i premi della sezione design.

Ai migliori designer espositori nelle 6 categorie, viene conferito il Premio Internazionale “Leonardo da Vinci” per il Design, assegnatocome per la sezione arte da una Giuria Internazionale composta da eminenti personalità del settore.

Il Premio Internazionale “Leonardo da Vinci” alla Carriera viene conferito a persone e/o organizzazioni che si siano distinte con i loro lavori dando un importante contributo alla creatività e all’innovazione.

Infine, ai Designers cui viene riconosciuto un particolare merito nello sviluppo e diffusione del Design è destinato il Premio “Leonardo da Vinci” del Presidente, a discrezione e giudizio del Presidente della Florence Biennale Pasquale Celona. Nel corso delle passate edizioni, alcuni dei premiati alla Carriera per la sezione Design sono stati Salvatore e Wanda Ferragamo (2019)Elsa Peretti di Tiffany & Co. (2019), Paula Scher (2019), Vivienne Westwood (2021) e Santiago Calatrava (2023).


In occasione della XV edizione, la Florence Biennale assegna il Premio internazionale “Lorenzo il Magnifico” alla Carriera al regista e artista americano Tim Burton, che verrà premiato in presenza martedì 21 ottobre 2025 presso l’area teatro di Florence Biennale, alla Fortezza da Basso di Firenze. Il celebre autore cinematografico e artista statunitense ha così accolto la notizia del premio: “Sono molto onorato di essere il nuovo destinatario del premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera, unendomi alla lista di artisti straordinari premiati in passato. Questo riconoscimento mi dà anche la possibilità di creare una mostra a Firenze per la Biennale e non vedo l’ora di esplorare il tema di quest’anno su dualismo e unità attraverso la mia arte e riflettere su quegli opposti che non esistono l’uno senza l’altro: luce e oscurità, bene e male, ordine e caos.


Per maggiori informazioni sul programma della XV edizione della Florence Biennale visita il sito https://www.florencebiennale.org/
 
INFORMAZIONI UTILI
EVENTO: XV FLORENCE BIENNALE
QUANDO: Dal 18 al 26 ottobre 2025
ORARI: sabato 18 dalle 14.00 alle 20.00, domenica 26 dalle 10.00 alle 19.00, tutti gli altri giorni dalle 10.00 alle 20.00. Lunedì 20 chiuso.
DOVE: Fortezza da Basso – Firenze
INGRESSO: biglietto intero € 14, ridotto € 9 (altre opzioni sul sito)
 
Catalogo realizzato in collaborazione con Editoriale Giorgio Mondadori

CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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A Roma trentatré artisti internazionali provenienti da sedici diversi paesi

Verrà inaugurata sabato 19 aprile alle ore 17:30 la mostra collettiva di arte contemporanea “Through Time and Space” presso la Galleria della Biblioteca Angelica – via di Sant’Agostino 11 – Roma.
L’evento è curato dal critico d’arte Monica Ferrarini con la collaborazione di Alice Di Piero. Il giorno dell’inaugurazione ci sarà una performance musicale dell’artista-musicista Sirio Black.

La mostra “Through Time and Space” è stata pensata come una variegata e articolata panoramica sul mondo dell’arte contemporanea al fine di valorizzare e promuovere le esperienze artistiche di una generazione a noi vicina che ha saputo coniugare tradizione e innovazione e che opera con competenza tecnica e fervore creativo puntando sulle proprie potenzialità inventive e sulle proprie specifiche vocazioni.

L’espressione artistica si mostra nel suo aspetto di rivelazione sensibile e soggettiva di un vissuto, manifestazione di infinito attraverso forme finite: dietro ogni opera si nasconde infatti una storia, un’esperienza di vita, un’emozione sentita, un ricordo recondito, che ci consentono di scoprire aspetti sorprendenti, visuali inaspettate, che trasudano di umanità.

La capacità dell’artista di esprimere la propria singolarità attraverso le infinite potenzialità artistico espressive, gli consente di realizzare creazioni che si prestano a svariate letture, frutto di molteplici declinazioni interpretative: la fruizione dell’opera d’arte consente, dunque, al suo spettatore di attivare meccanismi percettivi e dinamiche cognitive capaci di generare un livello di comprensione e valutazione prettamente soggettivo. Grazie all’atto creativo il pensiero prende forma e apre un dialogo che si dipana lungo una rete di pensieri immaginari, immaginati, concreti, aleatori ma comunque volti a stimolare la nostra sensibilità conoscitiva.

La mostra vede coinvolti trentatré artisti internazionali provenienti da sedici diversi paesi.
Artisti partecipanti: Hans Adam, Aseum, Ebru Akkamis, Laura Alescio, John Bacon, Charlotte Baqai, Annelise Bekkar, Dariusz Biegaj, Cecilia Carrera, Lode Coen, Martha Cotes, Ana de Cova, Teresa Decinti, Stefania del Papa, Valaria Galasso, Marussa Giovinazzo, Kora Gogh, Anna Irmanovová, Michael Karshøj Owino, Nad’a Kelemenová, Magdalena Lenartowicz, Gloria Leonardi, Matthew Mark, Jurgen Marke, Stefania Nicolini, Eva Okrslar, Katerina Parpa, Luisa Pereira da Fonseca, Ana Pinho Vargas, Sandra Thaler, Anna Tonelli, Howard Arthur Tweedie, Madlena Vardiashvili.

Da Monica Ferrarini <monica.mfeventi@gmail.com> 

Ad Alberobello oltre 50 opere tra le più irriverenti e controcorrente

Casa Alberobello ospita oltre 50 opere tra le più irriverenti e controcorrente della scena artistica contemporanea. Un percorso visivo in cui l’arte disturba, interroga e racconta il presente attraverso Banksy e altri protagonisti della ribellione creativa.

Dal 15 aprile e fino al 30 settembre 2025, le sale di Casa Alberobello accolgono una mostra unica nel suo genere: “Banksy e altre storie di artisti ribelli”, che racconta il mondo attraverso gli occhi di alcuni tra i più influenti artisti viventi.

«Questa mostra ci ricorda che l’arte non è solo bellezza, ma anche coraggio, visione e responsabilità», dichiarano il Sindaco Francesco De Carlo e l’Assessora alla Cultura Valeria Sabatelli.
«Banksy e gli altri artisti ribelli ci parlano con forza, ci pongono domande scomode e ci aiutano a guardare il mondo con occhi più attenti. È questo lo spirito con cui lavoriamo ogni giorno: mettere al centro la cultura come strumento di crescita e partecipazione per tutta la comunità».

La mostra rappresenta una summa di quella che è l’arte contemporanea oggi, presentando al pubblico i lavori di artisti amatissimi come Banksy, TvBoy, Schifano, ma anche di altri nomi celebri e conosciuti a livello internazionale: da Warhol a Damien Hirst, da Mr Brainwash a Obey, da Takashi Murakami a Liu Bolin, e poi Kaws, Accardi, Petrucci, Rizek. Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà che ci appartiene.

“Alberobello, con i suoi trulli patrimonio UNESCO, accoglie oggi espressioni artistiche contemporanee nate negli spazi urbani” – afferma il curatore Piernicola Maria Di Iorio. “Un dialogo che può apparire inaspettato, ma che rivela connessioni profonde. I trulli sono un esempio di architettura vernacolare, sviluppatasi per rispondere a esigenze pratiche della comunità e non come imposizione accademica. Secondo una diffusa, seppur mai storicamente confermata, leggenda locale, queste strutture sarebbero state progettate in modo da poter essere smontate con rapidità durante il periodo borbonico, per evitare l’imposizione di tributi sui nuovi edifici. Questa narrazione, al di là della sua veridicità, racconta comunque un ingegno popolare che trova un’eco nelle forme d’arte contemporanea nate in contesti marginali e spontanei, spesso in aperto dialogo critico con le istituzioni prima di essere accolte nei circuiti ufficiali delle gallerie”.

Curata da Piernicola Maria Di Iorio, la mostra racconta storie “controcorrente”, ci parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Quello che è sicuro è che il messaggio non è mai banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove. Hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei e centri d’arte contemporanea.

La mostra, in esclusiva per il Locus Festival 2025, è prodotta e organizzata da Bass Culture e Piuma, con il patrocinio del Comune di Alberobello.

“Ogni artista in mostra interpreta la realtà con uno sguardo personale e inconfondibile, in un linguaggio diretto, capace di parlare a chiunque”. Conclude Vincenzo Bellini, amministratore di Bass Culture srl. L’esposizione non è solo un’esperienza estetica, ma un invito a interrogarsi sul presente: un’occasione per scoprire come l’arte possa scuotere le coscienze, stimolare il pensiero e generare trasformazioni profonde nella società. Con opere audaci e provocatorie, gli artisti ci spingono a rompere gli schemi, aprendo nuove prospettive sul mondo che ci circonda”.


Nel panorama dell’arte contemporanea, la ribellione ha assunto forme diverse: dalla contestazione politica alla sovversione del mercato, dall’occupazione degli spazi urbani al rifiuto delle convenzioni espositive. Al centro di questa galassia di insorti creativi, Banksy emerge come figura paradigmatica di un’arte che ha trasformato la disobbedienza in linguaggio estetico e l’anonimato in manifesto. La scelta di Banksy di nascondersi dietro uno pseudonimo non è mero espediente pubblicitario, ma posizione ideologica che ribalta il narcisismo tipico del sistema artistico contemporaneo. Mentre il suo volto rimane ignoto, le sue opere appaiono improvvisamente sui muri di Belfast, Londra, New York o Gaza, trasformando il tessuto urbano in una galleria democratica e accessibile. I suoi stencil – dalla “Flying copper” a “Bomb Love” – condensano critiche complesse in immagini immediate che parlano tanto all’intellettuale quanto al passante distratto. Il suo antagonismo si estende al mercato stesso dell’arte, con gesti clamorosi come l’autodistruzione di un’opera appena battuta all’asta o l’installazione non autorizzata di suoi lavori nelle sale dei più prestigiosi musei. Queste azioni mettono a nudo i paradossi di un sistema che trasforma anche la contestazione più radicale in merce di lusso, costringendoci a interrogarci sulla possibilità stessa di un’arte autenticamente sovversiva nell’epoca della sua riproducibilità economica.

L’onda lunga della street art ha generato una comunità di artisti che, pur con approcci diversi, condividono la vocazione a sottrarre l’arte ai circuiti tradizionali. OBEY (Shepard Fairey) ha trasformato la sua campagna “André the Giant Has a Posse” in un impero visivo che spazia dai

manifesti politici al design commerciale, mantenendo però una coerenza tematica centrata sulla critica al potere. La sua immagine “HOPE” per la campagna di Obama rappresenta forse il momento in cui la street art ha definitivamente valicato il confine tra controcultura e mainstream. TVBOY traduce questa attitudine nel contesto mediterraneo, con interventi che trasformano l’attualità politica italiana ed europea in icone pop immediatamente riconoscibili. Le sue rappresentazioni di leader politici che si baciano o in pose provocatorie generano dibattito pubblico, dimostrando come l’azione artistica non autorizzata possa ancora innescare discussioni collettive. Mr. Brainwash, la cui storia è inestricabilmente legata a quella di Banksy attraverso il documentario “Exit Through the Gift Shop”, rappresenta un caso studio sulla mercificazione della ribellione. La sua rapida ascesa nel mercato dell’arte solleva interrogativi sulla facilità con cui l’estetica della contestazione può essere assimilata dal sistema che pretendeva di criticare; mentre Rizek esplora nuove frontiere espressive attraverso una ricerca materica che trascende i confini tra pittura e oggetto

La denuncia assume forme più sottili e sofisticate nell’opera di artisti che operano all’interno del sistema istituzionale. Damien Hirst ha fatto della provocazione la sua cifra distintiva, dalla famosa serie di animali in formaldeide alle pill cabinets, opere che sfidano tanto i tabù culturali quanto i limiti del mercato. La sua decisione di bypassare le gallerie vendendo direttamente all’asta un’intera mostra rappresenta una forma diversa di rivolta contro le convenzioni del mondo dell’arte. Takashi Murakami sovverte le gerarchie tra cultura alta e bassa, tra Oriente e Occidente, fondendo la tradizione pittorica giapponese con l’estetica manga e anime. Il suo “superflat” non è solo uno stile ma una teoria critica che legge la società contemporanea come appiattimento dei valori, dove l’arte si confonde con il merchandise e viceversa. La sua collaborazione con marchi di lusso come Louis Vuitton rappresenta non una resa al commercio, ma un’infiltrazione sovversiva nei circuiti del consumo globale.

Liu Bolin, l’artista cinese noto come “l’uomo invisibile”, ha sviluppato una forma di protesta unica: dipingendo il proprio corpo per mimetizzarsi completamente con lo sfondo, scompare fisicamente dentro le sue opere. Iniziata come reazione alla demolizione del suo studio da parte del governo cinese, questa pratica è evoluta in una critica globale ai meccanismi di cancellazione dell’individualità nella società contemporanea e la sua sparizione visiva rappresenta paradossalmente la massima forma di presenza. Anche KAWS (Brian Donnelly) ha iniziato la sua carriera con atti di ribellione visiva, intervenendo illegalmente su manifesti pubblicitari per sostituire i volti dei modelli con il suo iconico personaggio dai teschi incrociati. La sua traiettoria, dai graffiti illegali alle sculture monumentali, dalle collaborazioni con Dior alle quotazioni milionarie, racconta come la ribellione possa evolversi senza necessariamente tradire se stessa.

Questa generazione di artisti dissidenti si inserisce in una tradizione che ha in Andy Warhol uno dei suoi capostipiti. La sua Factory, le sue serigrafie e la sua elevazione di oggetti banali a icone d’arte rappresentavano negli anni ‘60 una sfida radicale alle convenzioni estetiche. La sua famosa affermazione “Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti” prefigurava con inquietante precisione l’epoca dei social media e della celebrità istantanea in cui operano gli artisti contemporanei. In Italia, Mario Schifano ha incarnato una forma di dissenso più esistenziale e meno programmatica. La sua vita febbrile, il suo approccio sperimentale ai media e la sua capacità di assorbire e reinterpretare tanto la cultura alta quanto quella popolare lo hanno reso una figura di riferimento per generazioni di artisti. Le sue opere – dai “monocromi” agli “schermi” – rappresentano un’appropriazione critica del linguaggio televisivo e pubblicitario che anticipa molte delle strategie degli artisti contemporanei.

Nello Petrucci e Angelo Accardi, infine, rappresentano evoluzioni più recenti di questa attitudine ribelle nel contesto italiano. Il primo, con i suoi collage stratificati che fondono immaginari pop e riferimenti alla storia dell’arte, crea cortocircuiti visivi che invitano a una lettura critica dell’overdose di immagini contemporanea. Il secondo, con le sue composizioni surreali popolate da struzzi e personaggi incongrui, sovverte le aspettative narrative creando scenari che sfidano le logiche lineari del racconto visivo.

La mostra Banksy e altre storie di artisti ribelli ci insegna che la contestazione artistica è un equilibrio delicato tra compromesso e radicalità e la sfida principale è mantenere l’integrità della loro critica mentre navigano un sistema che tende ad assorbire e neutralizzare ogni forma di dissenso trasformandola in prodotto commerciale. L’indipendenza nell’arte contemporanea non si misura forse nella capacità di restare completamente fuori dal sistema – obiettivo probabilmente impossibile – ma di mantenersi in una posizione liminale, di confine, dove l’operazione artistica conserva la sua capacità di disturbare, interrogare e sovvertire anche mentre partecipa, inevitabilmente, ai meccanismi che intende criticare. In un’epoca in cui l’autenticità è diventata essa stessa un valore di mercato, questi artisti ci ricordano che la ribellione più profonda non sta nei gesti clamorosi, ma nella coerenza con cui si persegue una visione, nel coraggio di mettere in discussione continuamente anche le proprie posizioni, e nella capacità di trasformare la contestazione in un linguaggio visivo che possa effettivamente raggiungere e influenzare un pubblico più ampio possibile.


Titolo
Banksy e altre storie di artisti ribelli
 
Sede espositiva
Alberobello
Casa Alberobello
Largo Martellotta, Alberobello (BA)
 
Date
15 aprile – 30 settembre 2025
 
Con il patrocinio
Comune di Alberobello
 
Mostra prodotta e organizzata
Bass Culture e Piuma
 
In esclusiva per
Locus Festival 2025
 
Orari
Martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 20
Sabato, domenica, festivi e 2 maggio ore 10 – 20
Lunedì chiuso
 
Biglietti
Biglietti in vendita presso la biglietteria all’ingresso della mostra e sulla piattaforma online Ticket.it.
Il ticket di ingresso è da intendersi “giornaliero”, si potrà accedere alla mostra, solo il giorno indicato sul ticket e in qualsiasi fascia oraria conformemente agli orari di apertura della mostra.
 
Tariffe ufficiali
Intero € 14,00 in cassa – € 15,50 online
 
Ridotto € 12,00 in cassa – € 13,50 online
Per gli under 12 anni (ovvero i minori da 7 a 12 anni), gli studenti universitari entro l’età di 26 anni e per gruppi di minimo 15 persone previa prenotazione.
 
Ridotto speciale € 10,00 per le suole con un minimo di 15 alunni previa prenotazione
 
Biglietto open € 16,50

Omaggio
Gli omaggi sono previsti per bambini fino ai 6 anni compiuti, per l’accompagnatore di persona con disabilità, per l’insegnante accompagnatore della scuola ogni 15 alunni (previa prenotazione) e l’accompagnatore di gruppi di almeno 15 persone (previa prenotazione)
 
Info
M. +39 393 9639 865
mostrabanksy@bassculture.it
 
Ufficio stampa
Comune di Alberobello
ufficiostampa@comune.alberobello.ba.it
 
Bass Culture
ufficiostampa@bassculture.it

Venezia, Spazio THETIS: IEROFANIE di Giuliana NATALI

Spazio Thetis di Venezia, dal 17 aprile fino al 6 maggio 2025, ospita IEROFANIE, la nuova mostra personale di Giuliana Natali, un viaggio pittorico che esplora il sacro nella natura. Ispirata alle riflessioni di Mircea Eliade, storico delle religioni e filosofo, l’artista indaga le manifestazioni del mistero che trasformano la percezione del mondo, rivelando significati nascosti nel paesaggio.

I miei dipinti, che ho definito Ierofanie, vogliono esprimere questa sensazione del sacro presente nelle piccole cose, che all’occhio distratto appaiono insignificanti” afferma Natali. “Nel bosco ho sentito la presenza del divino, del magico, del soprannaturale. Qui la vita e la morte convivono silenziosamente con estrema naturalezza, ed io mi sento parte di questo mondo.

Attraverso una serie di dipinti evocativi, l’artista cattura la forza primordiale del bosco: “nei suoi infiniti particolari, nella maestosità dei suoi alberi secolari”, che sembrano rivelare segreti custoditi dalla natura. Il tempo, scandito dal ritmo ciclico delle stagioni, diventa elemento centrale della sua ricerca artistica.

Il concetto di ierofania, elaborato da Mircea Eliade (1907-1986), diventa il fulcro della mostra. Per Eliade, il sacro si manifesta nel mondo materiale attraverso segni e simboli, trasformando la realtà ordinaria in esperienza spirituale. È il senso di stupore e rivelazione che si prova di fronte alla natura quando, come scrive Natali, “qualcosa che conosciamo ci colpisce all’improvviso per il suo essere misterioso, per quel qualcosa che va oltre l’aspetto fisico. Sembra volerci rivelare un segreto, una verità a noi sconosciuta.

Un’esposizione che invita a riscoprire il legame profondo tra uomo e natura, in un dialogo silenzioso con l’invisibile.

“Tu che sei terra… ritorna alla Madre Terra.”

In occasione dell’inaugurazione della mostra, Giuliana Natali donerà alla collezione permanente di Thetis S.p.A. l’opera ASTRALE, realizzata nel 2016. Si tratta di un’opera multipla composta da una serie di cerchi di carta bianca intagliata, sospesi tra due lastre di plexiglass. I cerchi – otto in totale, di cui quattro esposti nello Spazio Thetis – evocano costellazioni impalpabili, intrecciate tra la luce diafana della carta e la luminosità filtrante delle parti traforate. L’opera affonda le sue radici nella simbologia delle stelle presenti nel fregio centrale della facciata di Santa Maria Novella a Firenze, progettata da Leon Battista Alberti. L’architetto, ispirato da un codice astrologico miniato, tradusse queste immagini in eleganti tarsie geometriche in marmo e pietra serena.“Astrale sublima negli archetipi il sodalizio che accomuna ogni essere esistente, animato o inanimato, all’universale”, spiega Natali. “Ci aiuta a porci là dove ogni cosa ha avuto inizio, nel punto più remoto del cosmo da dove tutto è cominciato e dove desideriamo ritornare.” L’opera richiama anche la Ruota di Shiva, simbolo della ciclicità cosmica e della continua trasformazione dell’universo, esprimendo un dialogo profondo tra la tradizione occidentale e quella orientale.

Giuliana Natali (1951, Castel d’Ario) è un’artista attiva tra pittura, scultura, installazione e performance. Dopo l’esordio nel 1986, ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, collaborando con artisti come Enrico Baj e il movimento Fluxus.

La sua ricerca si evolve dalla pittura all’intaglio della carta, creando opere leggere ma concettualmente profonde, fino a sculture in lana e tulle che esplorano memoria, identità e fragilità. Vincitrice nel 2011 del concorso per una scultura a Mantova Nord, ha esposto nel 2019 a Palazzo Ducale di Mantova.

Nei suoi lavori più recenti, tra oro e nero, riflette sul rapporto tra uomo e natura, mentre le sue Korai, sculture di abiti senza corpo, denunciano la violenza di genere. Una di queste fa parte della collezione della CGIL Nazionale.


SPAZIO THETIS 

Spazio Thetis rappresenta la parte culturale e artistica di Thetis spa una società di ingegneria che ha sviluppato negli anni specifiche esperienze nel campo dello sviluppo sostenibile e della ingegneria ambientale. www.thetis.it


Giuliana NATALI
IEROFANIE 
a cura di Roberto Dal Maso 
testo critico di Renata Casarin 

Inaugurazione e cerimonia di donazione dell’opera ASTRALE 
17 aprile ore 17.00Spazio Thetis
Edificio Modelli
Arsenale Novissimo – Bacini, Venezia

INFO
17 aprile – 06 maggio 2025  (visite su prenotazione chiamando 348 96 91 764)
Inaugurazione e cerimonia di donazione 17 aprile ore 17.00
Spazio Thetis, edificio Modelli  Arsenale Novissimo – Venezia 
Vaporetto linea 4.1- 4.2 – 5.1- 5.2 Fermata: Bacini

WEB e SOCIAL
www.giuliananatali.com/
Instagram:  https://www.instagram.com/spaziothetis

CONTATTI STAMPA 
CRISTINA GATTI Press & P.R.
press@cristinagatti.it