Presentazione del libro “L’Arte Di Far Soldi (con L’Arte)” a cura di Gaia Serena Simionati

Il libro dal titolo: THE ART OF MAKING MONEY, (THROUGH ART) (già supportato da Fineco nel 2005, ora dalla Branch Italiana di VanEck Europe GmbH) è a cura del critico d’arte e cinema, curatore indipendente Gaia Serena Simionati.

Esso nasce da una serie di articoli pubblicati su diverse riviste già dal 2005 in cui Simionati analizzava come l’investimento in arte, nei secoli, si sia sempre dimostrato redditizio, anche senza grossi capitali di partenza.

L’Arte Di Far Soldi
(con L’Arte)
da Agostino Chigi agli NFT
 
a cura di
GAIA SERENA SIMIONATI
 
Mercoledì, 25 Giugno 2025, ore 20.00
Palazzo Barbaran,
via Villa 26          
Castelgomberto (VI)
 
L’Arte Di Far Soldi (con L’Arte) da Agostino Chigi agli NFT
 
THE ART OF MAKING MONEY (THROUGH ART)

Da Agostino Chigi, banchiere, mecenate illuminato che sponsorizzò giovani artisti, a grandi patron, regine e singoli investitori, lungimiranti o semplicemente ben consigliati, fino agli odierni NFT, Ai e Robotic Art, si racconta come il buon investimento in arte non tradisca mai.

Le conferenze ad esso legate ci dicono chi c’era dietro ad ogni grandiosa scelta di acquisto raggiungendo negli anni opere e cifre da capogiro. Tutti riusciti nell’intento e nella creazione di scrigni meravigliosi, case museo, fondazioni, emblemi di collezioni entusiasmanti e casi eclatanti: da Londra a Roma, da New York a Basilea, semplicemente le migliori del mondo. Vedremo i vari Frick, Beyeler, Boschi di Stefano. Colti, generosi o semplicemente ben consigliati?

In un viaggio di sei secoli, il libro L’Arte di Far Soldi (con l’Arte) esplora luoghi per contenere idee artistiche, generate dalla visione di grandi uomini. E donne. Coloro che comprarono, valorizzarono contenitori di cultura: simboli di scambio, dialogo, storia e bellezza.

Spesso personaggi fuori dalle righe, tacciati di pazzia, la loro diversità divenne la loro forza! Anche di questo si intende radicalmente affermare: esseri liberi dal giudizio degli altri! E perseguire dritti nelle proprie intuizioni e passioni.

Il libro raccoglie quindi questi esempi ‘folli’ o geniali di collezionismo: imprenditori, re, mecenati papi, banchieri o privati che, grazie alla loro disponibilità finanziaria, sensibilità visiva, eleganza e visionarietà (a volte, buoni consulenti), hanno raccolto capolavori. Poi creato veri propri scrigni per accudirli e viverli.

Da Agostino Chigi a Henry Frick. Da Cristina di Svezia a Giangiacomo Poldi Pezzoli e Samuel Courtauld, innumerevoli sono gli esempi nel mondo di art amateur che hanno reso il poco enorme. Le loro opere acquistate con niente, oggi hanno un valore inestimabile.

Scopriremo perché da Sotheby’s New York, L’urlo di Munch, venduto a $119,922,500, ha raggiunto una cifra mai pagata prima per un’opera d’arte. Oppure perché, sempre a New York Christie’s registrava un record assoluto dell’artista Rothko, con l’eccelsa opera Orange, Red, Yellow, alienata a $86,882,500, raddoppiandone la stima.

Attraverso l’Art Advisory si introdurranno appassionati all’investimento in arte: letture d’opere, visite a musei, gallerie, testi specifici arricchiti da viaggi in fiere internazionali di arte antica o contemporanea (come TEFAF Maastricht, Art Dubai, Art Basel, Miami, Paris Hong Kong FRIEZE London o Parigi).

In breve tempo Simionati fornisce i tools per comprendere da soli l’arte, i meccanismi sotterranei che la regolano. Di questo si parla nel libro e nelle conferenze sprigionate dall’idea.

Nella serata della presentazione del volume si terrà una piccola conferenza, seguita da una più chiara visione artistica.

Credere nell’arte, investire in essa, aiuta l’anima, il cervello, il cuore e, perché no, il portafoglio.

Gaia Serena Simionati, critico d’arte internazionale, curatore e critico cinematografico per Rai 1, accompagnerà il pubblico in un viaggio dedicato alla connessione tra arte e investimenti, tratti dal suo nuovo libro. Numerosi gli esempi dal XVI secolo ad oggi, con Nft e AI Art, esso diviene anche piccolo vademecum per chi vuole girare il mondo visitando le migliori collezioni, tarate su investimento e infinita eleganza.

La parola agli sponsors Ocrev di Pietro Tovo Simone Mangieri Eucaris, Consulente Patrimoniale


Il fattore chiave che determinerà il tuo futuro finanziario non è l’economia; il fattore chiave è la tua filosofia.

Jim Rohn

GSS: Cosa ha trovato di interessante nell’investimento e sponsorizzazione del libro e conferenza “L’Arte di Far Soldi (con l’Arte)” tanto da spendere tempo ed energie nel promuoverlo a Castelgomberto (VI).

Pietro Tovo (Ocrev): Ho deciso innanzitutto perché a me l’arte piace e soprattutto perché è la promozione della parte culturale che in questa valle scarseggia. C’è bisogno di maggior diffusione di contenuti culturali. Il libro e una conferenza che parlano d’arte e cultura in generale, con esempi di cinque secoli di investimenti in bellezza, sono un’ottima occasione per farlo. La nostra cultura, anche se ne avevamo tanta, come dimostrano le ville venete, Tiepolo, Tiziano, Palladio, i nostri grandi nomi, non l’abbiamo diffusa. Oggi purtroppo nessuno investe nel contemporaneo. Prevale solo il denaro, la grande capacità imprenditoriale che abbiamo in zona di farlo, ma altresì il non rispetto della bellezza verso l’ambiente e la natura.

Il veneto è la regione in Italia con il maggior numero di turisti che vengono dall’estero e noi invece non conosciamo bene tutto il nostro patrimonio. E soprattutto qui in provincia di Vicenza c’è molta capacità imprenditoriale e grande abilità di creare denaro assieme a molta propensione a lavorare sodo.

Così ho voluto prendere ‘due piccioni con una fava’. Arte, investimento e denaro vengono capiti meglio in questa formula, soprattutto qui nella Valle dell’Agno.

GSS: la sua azienda “Ocrev” produce trasformatori. Poi lei lavora soprattutto con l’estero e ha investito in artisti tedeschi contemporanei. Pensa che l’assonanza con la “trasformazione” di cui si occupa quotidianamente in azienda possa toccare anche le persone attraverso l’arte?

Pietro Tovo (Ocrev): si certo proprio per questa capacità alchemica di arte, cultura, scambio e dialogo, ho deciso di supportare l’iniziativa di Gaia Simionati che mi ha fatto investire in arte, conoscere giovani artisti e vedere nuove prospettive.

Queste si applicano anche nel mondo del lavoro. Ad esempio ho capito come anche il benessere aziendale, legato al bello, ad un ambiente sano, possa creare maggiore produttività del personale quando sta a contatto con la bellezza o l’arte. Poi le aziende che si migliorano esteticamente rendono anche più bella la zona attorno ad esse.

Oggi qui mancano i mecenati. Questo ruolo deve essere riscoperto, dalla morte di Gian Giorgio Trissino che aiutò e sponsorizzò Palladio, dai novelli imprenditori che, tra l’altro, possono anche trarne un guadagno estetico, emotivo e, perché no finanziario.

GSS: Cosa ha trovato di interessante nell’investimento e sponsorizzazione del libro e conferenza di Gaia Serena Simionati “L’Arte di Far Soldi (con l’Arte)” tanto da spendere tempo ed energie nel promuoverlo?

Simone Mangieri Eucaris: Ciò che ho trovato profondamente interessante nell’investimento e nella sponsorizzazione del progetto “L’Arte di Far Soldi (con l’Arte)” di Gaia Serena Simionati è la sua capacità di unire due mondi che troppo spesso vengono tenuti separati: quello della creazione estetica e quello della gestione patrimoniale. E, al contempo, educare il pubblico a una nuova forma di investimento consapevole. Il libro di Gaia Serena Simionati non è soltanto un manuale o una provocazione: è una visione. Una proposta concreta per trasformare il collezionismo in un atto etico, e l’investimento in arte in uno strumento di rigenerazione culturale e patrimoniale.

Come consulente, sono quotidianamente immerso in numeri, strategie e ottimizzazione del valore. Ma come amante dell’arte, so che il valore più duraturo nasce anche da ciò che non è immediatamente quantificabile: cultura, visione, bellezza. Il libro e la conferenza di Simionati offrono un ponte tra queste dimensioni. Parlano di arte non solo come passione, ma come asset vivo, che può generare ricchezza economica e culturale se accompagnato da una visione consapevole.

Sostenere questo progetto per me è stato un gesto naturale di mecenatismo contemporaneo: un modo per incoraggiare una nuova narrazione sull’arte, dove collezionismo e investimento diventano atti di partecipazione culturale. Promuoverlo non è stato solo un investimento finanziario, ma un investimento in futuro, in bellezza, in intelligenza collettiva.

In fondo, credo che oggi il vero lusso non sia solo possedere un’opera, ma contribuire a un ecosistema in cui l’arte possa fiorire e dialogare con l’economia in modo sostenibile e ispirato.

In un’epoca in cui si cercano rendimenti, questo libro ci ricorda che il vero valore si costruisce anche investendo in bellezza, in pensiero, in eredità simbolica.

Sostenere questa pubblicazione e il suo evento di presentazione significa per me riaffermare l’importanza del mecenatismo come gesto contemporaneo: non più solo filantropia, ma partecipazione attiva a un’economia della cultura che sia sostenibile, intelligente e ispirata.

Vi invito con entusiasmo a partecipare alla presentazione, non solo per scoprire un libro fuori dagli schemi, ma per unirvi a una conversazione sul futuro del patrimonio artistico, dove finanza e creatività possono finalmente parlarsi da pari.

GSS: Conosci l’arte, il patrimonio vicentino o veneto?

Simone Mangieri Eucaris: Nel contesto di Vicenza e della sua provincia, dove l’arte ha radici profonde grazie a maestri come Andrea Palladio, il legame tra bellezza, creatività e finanza è particolarmente significativo. La tradizione architettonica della città, famosa per le ville palladiane, è un esempio perfetto di come un patrimonio artistico e culturale possa avere un impatto durevole e di valore anche nel mondo degli investimenti. Il mecenatismo, da sempre una parte integrante della storia veneta, ha insegnato che sostenere l’arte non solo arricchisce il nostro spirito, ma può anche essere un’opportunità di crescita economica.

Promuovere questo evento e la conferenza di Gaia Serena Simionati è, quindi, un atto che va oltre la semplice sponsorizzazione. È un’opportunità di dialogare con la nostra tradizione artistica, ma anche di guardare al futuro, in cui l’arte non è solo un bene da ammirare, ma anche un veicolo di valore e di crescita economica, che può unire passione, cultura e intelligenza finanziaria. Un’opportunità unica, che merita di essere valorizzata, soprattutto in un contesto come quello veneto, dove l’arte e la cultura sono sempre stati motori di innovazione e progresso.”

GSS: la sua attività di Consulente Patrimoniale produce valore e denaro. Pensa che l’assonanza con la “trasformazione” economica di cui si occupa quotidianamente in azienda possa toccare anche le persone attraverso l’arte?

Simone Mangieri Eucaris: Assolutamente sì, credo che la “trasformazione” economica che quotidianamente perseguo nel mio lavoro possa trovare una sua naturale e potente espressione anche attraverso l’arte, e che il valore che si crea in entrambi i contesti sia, in fondo, simile. Nel mio lavoro la mia missione è aiutare le persone a trasformare e gestire il loro patrimonio in modo strategico, con un occhio sempre attento alla crescita e alla valorizzazione delle risorse, sia finanziaria sia non finanziarie.

Analogamente, l’arte ha la straordinaria capacità di “trasformare” non solo il materiale, ma anche il pensiero e le emozioni delle persone. Quando investiamo in arte, stiamo facendo un investimento in un bene che, oltre a portare valore economico, ha il potere di arricchire l’anima e cambiare la prospettiva di chi lo fruisce. Prendendo esempio dalla tradizione veneta, dove l’arte è sempre stata vista come un mezzo di elevazione e sviluppo, possiamo notare come, da Palladio in poi, la bellezza e la creatività abbiano contribuito a costruire una vera e propria ricchezza collettiva, che va ben oltre l’aspetto finanziario.

Quindi sì, credo che l’arte non solo possa toccare profondamente le persone a livello emotivo e intellettuale, ma possa anche contribuire, proprio come fa un investimento ben fatto, alla trasformazione del loro valore personale ed economico. È un processo di crescita che va oltre il semplice concetto di “denaro” e che, proprio come in ambito finanziario, porta a risultati tangibili e duraturi, sia sul piano emotivo che materiale.

In fondo, come nel mondo degli investimenti, anche l’arte può portare a una valorizzazione del nostro patrimonio, ma in modo che arricchisca non solo il portafoglio, ma anche la nostra vita, la nostra cultura e la nostra capacità di innovare.


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Evento promosso da
PIETRO TOVO di OCREV,
COMUNE DI CASTELGOMBERTO (VI)
SIMONE MANGIERI EUCARIS, Consulenze Patrimoniali
CONSOLATO GENERALE DI POLONIA in Milano
Da Studio ESSECI <segreteria@studioesseci.net>

Crotone: La città pitagorica ha coinvolto artisti internazionali di street-art 

Con la conclusione degli interventi pittorici e degli eventi collaterali, si chiude la seconda edizione di KRIU – KRotone Identità Urbane, il progetto di arte pubblica curato da Gulìa Urbana e promosso dal Comune di Crotone, che dall’8 al 14 maggio ha trasformato i quartieri 300 Alloggi e San Francesco in un laboratorio urbano condiviso.

Quattro grandi murales – firmati da Insane51, Vesod, Tony Gallo e Mandioh – hanno dato vita a una nuova geografia estetica e simbolica, radicata nelle storie e nei desideri della comunità residente. KRIU si è affermato come modello concreto di rigenerazione culturale, capace di unire creatività, territorio e inclusione sociale.

Gulìa Urbana & Comune di Crotone presentano:
KRIU – KRotone Identità Urbane
L’arte urbana riscrive il volto della città pitagorica: nei quartieri di 300 Alloggi e San Francesco presentate quattro nuove opere.

KRIU è un percorso che vuole fare dell’arte pubblica un elemento centrale nella crescita culturale e sociale della nostra comunità”, ha dichiarato Vincenzo Voce, Sindaco di Crotone. “Queste opere rappresentano non solo un importante intervento di riqualificazione urbana, ma anche un simbolo di identità, memoria e partecipazione collettiva”.

Il progetto si conferma come una delle esperienze più significative di arte urbana attiva nel panorama calabrese: un cantiere culturale che mette al centro l’identità dei quartieri, restituendo dignità ai luoghi attraverso la bellezza.

Abbiamo scelto di non calare l’arte dall’alto, ma di farla nascere dentro il quartiere, come grido collettivo di orgoglio e desiderio di bellezza”, ha dichiarato Giacomo Marinaro, curatore del progetto e fondatore di Gulìa Urbana. “KRIU è la dimostrazione che i margini possono diventare centro, se ascoltati e valorizzati”.

Insane51, pioniere della double exposure, ha realizzato un’opera tridimensionale visibile con lenti anaglifiche, in cui la figura umana diventa metafora di armonia e tensione interiore. Una tripla aureola e la Tetraktýs pitagorica richiamano la storia filosofica della città, in un omaggio visivo alla sua eredità. Tony Gallo, con “Super Hero”, ha dedicato il suo murale ai bambini del quartiere. Un ragazzo su una BMX circondato da creature simboliche incarna la forza dell’immaginazione e dell’eroismo quotidiano: la periferia come spazio poetico.

Vesod ha intrecciato geometria sacra e forze naturali, ispirandosi ancora alla Tetraktýs pitagorica. Un faro tra onde e fiamme guida lo sguardo verso un prisma trasparente che riflette la città di Crotone, simbolo di equilibrio tra caos e ordine, memoria e futuro. Mandioh ha affrontato il tema della salute mentale con un’opera delicata e potente. Lo sguardo della figura ritratta invita all’ascolto, alla vulnerabilità condivisa e alla cura. Un gesto artistico di empatia che sollecita un dialogo aperto su fragilità e benessere interiore.

Oltre agli interventi artistici, KRIU ha proposto talk pubblici, momenti musicali e visite guidate aperte a cittadini e scuole. Il coinvolgimento diretto della comunità ha trasformato l’evento in un processo partecipativo, in cui l’arte è diventata linguaggio comune e occasione di dialogo tra generazioni.

KRIU è molto più di un progetto artistico: è un messaggio potente di bellezza e speranza. L’arte, insieme ai tanti interventi che la nostra amministrazione sta portando avanti nel quartiere 300 Alloggi, contribuisce a creare un clima nuovo, quasi magico”, afferma Sandro Cretella, Vicesindaco del Comune di Crotone.

Le opere realizzate entrano ora a far parte di un itinerario permanente, liberamente fruibile, che proietta Crotone tra le nuove destinazioni dell’arte contemporanea nello spazio pubblico.

La mappa dei murales è consultabile online su:


CONTATTI
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UFFICIO STAMPA
Daccapo Comunicazione
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Marcello Farno / Ester Apa
Da Daccapo Comunicazione <info@daccapocomunicazione.it>

Francesco Guadagnuolo e la sua nuova iconografia ritrattistica papale

Il 10 giugno 2025 è stata celebrata la giornata “Made in Italy incontra l’Europa”, curata da Giuseppe Palma. L’evento si è svolto nella prestigiosa Sala David Sassoli, presso la Sede del Parlamento Europeo di Roma, in Piazza Venezia, e ha visto la partecipazione di eminenti personalità quali l’On. Susanna Ceccardi (europarlamentare), l’On. Fabrizio Santori (membro del Comitato Europeo delle Regioni), l’On. Simone Billi (Presidente del Comitato per gli Italiani nel Mondo) e Federico Minghi (Presidente di My Italy Experiences). Durante il convegno, nell’ambito di un dialogo che ha celebrato l’identità italiana e l’innovazione europea, è stata presentata anche l’opera in tecnica mista (collage) del Maestro Francesco Guadagnuolo, intitolata “Leone XIV e l’Alba Digitale”.

Il 10 giugno 2025 è stata celebrata la giornata “Made in Italy incontra l’Europa”, curata da Giuseppe Palma.

L’evento si è svolto nella prestigiosa Sala David Sassoli, presso la Sede del Parlamento Europeo di Roma, in Piazza Venezia

Francesco Guadagnuolo è riconosciuto come uno dei principali esponenti del Made in Italy in Europa e un autentico leader artistico, capace di trasformare il panorama della ritrattistica papale. La sua carriera è costellata di opere che hanno saputo rinnovare il linguaggio iconografico della Chiesa: egli interpreta in chiave moderna e profonda le immagini dei Papi del XX e del XXI secolo, trasformando semplici ritratti in ricche narrazioni visive che fondono tradizione e spiritualità, creando così un dialogo intenso tra epoche e culture.

Dalla carismatica figura di San Giovanni Paolo II, la cui storia è sapientemente condensata in emozioni e colori, fino a Benedetto XVI e Papa Francesco, Guadagnuolo ha dimostrato un’abilità unica nel cogliere l’essenza dei grandi leader spirituali. Ogni sua opera si configura come un inno alla storia, alla fede e alla missione universale della Chiesa, rivisitata attraverso la lente del Transrealismo che dona alle immagini una profondità e una linfa estetica inedite. In questo modo, l’arte di Guadagnuolo diventa un ponte tra il sacro e il contemporaneo, parlando a un pubblico vasto e internazionale.

Il culmine di questo percorso innovativo si manifesta nel recente ritratto di Papa Leone XIV, opera che inaugura una nuova iconografia ritrattistica papale. Con questo lavoro, l’artista ha saputo non solo superare i confini tradizionali della rappresentazione del volto papale, ma anche ideare un linguaggio visivo capace di trasmettere un messaggio di speranza, pace e rinnovamento. Il ritratto, caratterizzato da pennellate ardenti e da una palette che bilancia sapientemente calore e luce, simboleggia sia il presente della Chiesa che il suo futuro, aperto a una continua trasformazione. La figura imponente, posta a destra, non viene semplicemente storicizzata: con la mano sinistra alzata in un gesto deciso, essa richiama la necessità di rinnovamento e simboleggia l’invito a una “primo enciclica dell’era digitale”, in un parallelo che riecheggia lo spirito innovativo di Leone XIII, ricordandoci che, nel fermento della modernità, la tradizione italiana deve rimanere un faro guida per l’Europa.

Al centro della composizione, due mani si incontrano in un abbraccio simbolico, regalando un’immagine potente in cui il Made in Italy si intreccia con il mondo interconnesso dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Questo incontro tra il patrimonio culturale italiano e l’avanguardia europea incarna una visione di sinergia in grado di superare ogni confine e trasformare le sfide in opportunità condivise.

Sullo sfondo, due volti – uno umanoide e uno femminile – dialogano con il futuro, rappresentando la continua ricerca di conoscenza e la capacità di reinventarsi, senza mai abbandonare le proprie radici. È un invito rivolto a tutte le eccellenze italiane a confrontarsi, innovare e partecipare attivamente al circuito europeo, contribuendo con passione e ingegno alla costruzione di un domani luminoso e sostenibile.

Infine, il concetto di PACE, posizionato in modo solenne all’interno di un quadrato in cui riecheggia la figura femminile robotizzata, funge da collante fra tradizione e innovazione. La pace non è soltanto l’assenza di conflitti, ma l’armonioso equilibrio tra l’eredità culturale italiana e la propulsiva energia delle nuove tecnologie. È un valore che ci spinge a guardare oltre, unendo la forza del Made in Italy con una visione europea ampia e lungimirante, per un futuro in cui il progresso non vada mai a scapito della tradizione.

La capacità di Guadagnuolo di reinterpretare le figure papali, oltrepassando la mera rappresentazione iconografica, lo ha posizionato all’avanguardia del rinnovamento culturale italiano in Europa. Le sue opere, espressione di una visione che fonde tradizione e modernità, cultura e spiritualità, offrono un nuovo modello di leadership artistica che parla direttamente al cuore e alla mente dell’osservatore. Innovazione tecnica e carica emotiva si uniscono nel suo percorso, rendendo la sua opera un emblema dell’eccellenza creativa italiana, riconosciuta ben oltre i confini del Bel Paese. Questa rivoluzione nell’arte ritrattistica non solo arricchisce l’immaginario spirituale della Chiesa, ma rappresenta anche un punto di riferimento per le future generazioni di artisti, capaci di parlare il linguaggio universale della bellezza e della fede. In questo contesto, Francesco Guadagnuolo si erge come un audace innovatore e un costruttore di ponti tra il sacro e il moderno, confermando che l’arte, nella sua essenza più pura, è uno strumento potente di unione e di rinnovamento.


Da osservatorioartecont@libero.it 

Trieste: Soffia il vento del divertimento e della cultura – Gli eventi dal 13 al 16 giugno

Soffia il vento del divertimento: a Trieste la decima edizione di Boramata – da venerdì 13 a domenica 15 giugno – ripropone piazza dell’Unità d’Italia quale suggestiva location per le decine di girandole capaci di visualizzare e fotografare il vento (nel BoraBox è possibile fotografarsi tra i refoli come in una giornata di Bora e guardare i video di Bora d’altri tempi concessi dalla sede regionale RAI FVG).

Organizzata dall’Associazione Museo della Bora e PrandiCom nell’ambito della rassegna Trieste Estate 2025, si apre alle venerdì 13 giugno alle 10.00 con l’inaugurazione dell’allestimento del giardino delle girandole insieme ai bambini della scuola per l’infanzia “Istituto Beata Vergine”. A seguire, le girandole spuntano anche a Opicina, in Piazzale Monte Re. Sabato 14 giugno, alle 8.45 appuntamento con lo Yoga in piazza a cura di Sati Studio e  alle ore 11.00 e 16.30, esibizione di Sara Rizzetto, vicecampionessa europea di aquilonismo acrobatico. Domenica 15 giugno, ore 10.00, le girandole possono essere acquistate con offerta libera e il ricavato sarà devoluto alla Fondazione Monticolo&Foti.

SOFFIA IL VENTO DEL DIVERTIMENTO E DELLA CULTURA
Boramata e festival Bloomsday nella programmazione di Trieste Estate 2025
GLI EVENTI DAL 13 AL 16 GIUGNO

Dal divertimento alla cultura, con lo sguardo orientato alla tradizione letteraria della città, Trieste Estate ospita, sabato 14 giugno (dalle ore 18.00), al giardino del Museo Sartorio, alcuni degli appuntamenti della sedicesima edizione del festival BloomsdayEumeo il diritto al vuoto.

Un gruppo di giovani si ritrovano costretti a lavorare sul capitolo “Eumeo” dell’Ulisse di Joyce. Non ne hanno voglia, ma nonostante il tedio, il loro essere costantemente in hangover e la pesantezza del momento, riusciranno a confezionare un elaborato che a parer loro possa convincere l’Adulto, visto ai loro occhi come “il Censore”. L’adulto ne casserà il lavoro e ciò farà scaturire in questi una voglia di rivalsa che li porterà a combattere per poter esercitare il loro Diritto al Vuoto. Appuntamento in collaborazione con ALT associazione cittadini e familiari per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze.
Sempre sabato (alle 21.00), va in scena al giardino del Museo Sartorio lo spettacolo Eumeo: Leopold Bloom torna a casa, drammaturgia e regia di Gioia Battista, con Fulvio Falzarano e Nicola Ciaffoni, Gabriele De Leporini alla chitarra; una produzione Caraboa Teatro per Bloomsday Trieste.

Una compagnia teatrale davanti al capitolo più inutile di tutto l’Ulisse di James Joyce: Eumeo, il primo dei tre episodi che formano il Nostos, la parte finale, il ritorno a casa del protagonista: Leopold Bloom. Allestito in occasione del centenario dalla pubblicazione del capolavoro joyciano e andato in scena nel corso della lunga “maratona” joyciana del Bloomsday triestino 2022, in cui ha incontrato un pronto e caldo successo di pubblico, lo spettacolo cerca di venire a capo di quello che lo stesso Joyce ha definito “un limbo di tedio e inconcludenza” infondendo guittesca energia in questa rappresentazione metateatrale e semiseria: tra scambi di persona – e scambi di personaggi – due attori e due personaggi si avviano verso Itaca, verso casa.

Domenica 15 giugno (sempre al giardino del Sartorio dalle 18.00), Nora and Jim, un potente atto unico in lingua inglese che esplora la relazione appassionata e complessa tra James Joyce e la sua musa Nora Barnacle. Scritto da Nora Connolly, diretto da Ronan Wilmot e prodotto da Kevin Cronin per Dublin Theatre Production, lo spettacolo, della durata di 55 minuti, ripercorre il lungo rapporto fra Joyce e la sua compagna dalla fuga d’amore nel 1904, che li conduce a Trieste, ai lunghi anni, a volte difficili a volte esaltanti, che seguono. Interpretato da Julie Hale nel ruolo di Nora e da Ruaidhri Conroy nel ruolo di Joyce, con l’accompagnamento musicale di Fiachra White, lo spettacolo offre uno sguardo poetico, spiritoso e di grande impatto emotivo, che ha coinvolto e commosso il pubblico da Dublino a Londra a Los Angeles al Fringe Festival di Edimburgo.

Lunedì 16 giugno, al giardino del Museo Sartorio, alle 18.00, viene proposta la rappresentazione Il rifugio di Eumeo, Con Roberto Eramo: Leopold Bloom; Marco Danuzzo: Stephen Dedalus; Roberto Vidach: John Corley; Livio Soldini: il custode; Maurizio Latin: un marinaio; Paolo Prelog: un marinaio; Leonardo Zannier: Murphy; Lucia Gigli, una prostituta; danza irlandese eseguita da Lucia Gigli; Roberto Vidach alla fisarmonica; scene e costumi di Giuliana Artico; testo e regia di Giuliano Zannier.

Organizzato a Trieste fra il 13 e il 16 giugno dal Museo Joyce il festival Bloomsday è gestito dal Comune di Trieste in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, con il sostegno della Promozione turistica regionale e del Convention and Visitors Bureau, per la direzione amministrativa di Gloria Deotto e Paolo Quazzolo, la direzione scientifica di Laura Pelaschiar e la direzione artistica di Riccardo Cepach.

Trieste Estate fuoricentro

Ad aprire il programma di Trieste Estate Fuoricentro gli eventi a cura di Hangar Teatri che animano il campo di San Giacomo nella giornata di sabato 14 giugno. Si inizia alle ore 17.00 con un laboratorio di teatro per bambini condotto da Emiliano Troiano, attore e insegnante dei corsi di Hangar Teatri. Alle ore 18.00, segue una lettura per bambini a cura di LibRibelli, una libreria “libera” dove i libri non si comprano e non si vendono, ma vengono regalati. Accanto alla libreria, il progetto itinerante della biblioteca-furgone Drago Zio Giò-LibRibelli, che porta la passione per la lettura in piazze, fiere e biblioteche di tutta Italia.

Dalle 19.30 alle 21.00, il momento del ballo con il concerto del duo Magma – folk project con Lara Ferrari al violino e Jasper Stewart all’organetto diatonico, evento organizzato in collaborazione con Trieste Folk. A seguire, alle ore 21.00, sul palco Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco, formazione nata a Venezia nel 2018, che mescola sonorità del Sud Italia con funk e world music.

Il programma di Trieste Estate Fuoricentro continua domenica 15 giugno a Basovizza: alle ore 17.00 il laboratorio di pittura su ceramica a cura di Little Beetle, un’attività creativa adatta a tutta la famiglia (massimo 13 partecipanti) e, sempre alle ore 17.00, prende il via anche Body Music Lab, il laboratorio di body percussion condotto da Lorenzo Gileno, musicista, didatta e musicoterapeuta.  Alle ore 19.00 è la volta dell’esibizione della Società Bandistica Viktor Parma di Trebiciano, parte della sezione triestina della rassegna ANBIMA. Alle ore 20.00 conclusione con lo spettacolo di giocoleria e circo contemporaneo Barba Fantasy Show, ideato e interpretato da Edoardo Nardin. Un personaggio eccentrico e poetico, nascosto dietro una lunga barba, guiderà il pubblico in un viaggio immaginifico tra equilibrismi, illustrazione e clownerie.

La rassegna Trieste Estate è organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia e dell’Assessorato alle Politiche del Territorio, il supporto di PromoTurismoFVG e la collaborazione del Trieste Convention & Visitors Bureau.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it
Da Federica Zar <zar@apscom.it> 

Un bando da Fondazione IPDB, Casa degli Artisti, Robilant, Spaghetti Boost 

Dalla collaborazione tra Fondazione Italia Patria della Bellezza, il branding atelier Robilant, Casa degli Artisti e Spaghetti Boost nasce ITALIA PAZZA, un progetto culturale innovativo pensato per sostenere artisti emergenti e promuovere una nuova visione dell’arte: radicata nel quotidiano, capace di farsi simbolo.

Un progetto culturale innovativo pensato per sostenere artisti emergenti e promuovere una nuova visione dell’arte, radicata nel quotidiano e capace di farsi simbolo.

Al centro del progetto, una Artist Open Call che invita alla creazione di un nuovo oggetto di merchandising d’artista. Protagonista: una borsa, trasformata in una “canvas à porter” su cui imprimere ricerca, sperimentazione e visione.

L’obiettivo? Rimettere l’arte al centro del discorso pubblico, esplorando il legame tra estetica e funzione, produzione seriale e unicità. Un percorso ispirato a un principio chiave della Fondazione: l’identità italiana è bellezza, come forza creativa, immaginazione, etica… e anche follia.

ITALIA PAZZA esplora un’idea di bellezza profonda e non convenzionale, che supera l’estetica per abbracciare etica, immaginazione, territorio e cura. Una bellezza fatta di pazzia creativa, di quella scintilla tutta italiana capace di andare “oltre il tracciato”.

Una commissione di esperti ha selezionato tre progetti vincitori, scelti per originalità, coerenza con il tema e potenziale impatto creativo.
I tre artisti parteciperanno a residenze di 40 giorni presso Spaghetti Hub, Robilant e Casa degli Artisti, ricevendo un contributo di 3.000 euro ciascuno.

Le loro creazioni entreranno a far parte di una collezione in edizione limitata: ogni artista realizzerà 50 pezzi unici touchée, seguiti da una tiratura serigrafica (1/300) disponibile in pre-order. Il ricavato sarà destinato a sostenere le attività filantropiche della Fondazione.

Mariangela Bombardieri 

Artista multidisciplinare, Mariangela Bombardieri crea dispositivi futuribili per valorizzare e potenziare le imperfezioni del corpo umano, trasformando i gesti quotidiani in atti consapevoli e gentili.
In questo caso il suo progetto CABALA-BAG, che svilupperà durante la residenza presso il branding atelier Robilant, reinterpreta la tradizione scaramantica italiana trasformando una borsa in un amuleto onirico. Ispirata alle cabale regionali del lotto, da quella genovese alla smorfia napoletana, C-BAG diventa uno strumento magico per leggere sogni e futuro, fondendo folklore e contemporaneità.

“CABALA-bag vuole essere un portafortuna differente”, spiega Mariangela Bombardieri, “una rappresentazione del legame fra culture regionali diverse ma con simboli e desideri simili che hanno portato poi alla nascita della ‘smorfia’ e del lotto, giuoco legato a doppio filo alla Cabala. Creatività e speranza di una vita migliore per sé e per i propri cari creano un credo scaramantico tutto italiano, che ognuno di noi vive a suo modo nella propria quotidianità.” 

Sara Ricciardi 

Designer & Creative Director, Sara Ricciardi è stata selezionata per la residenza da Spaghetti Boost. Il suo approccio è modellato da una profonda esplorazione narrativa: ogni estetica nasce da una storia specifica. In collaborazione con Sara Ricciardi Studio, lo studio multidisciplinare che ha fondato nel 2016, durante la residenza svilupperà il progetto Italia Cosmica, che vuole trasformare gli stereotipi italiani in emoji e icone componendo un ritmo cosmatesco unico.

“Il progetto Italia Cosmica trasforma gli stereotipi dell’Italia in emoji e icone che si compongono in un ritmo cosmatesco”, precisa Sara Ricciardi, “restituendo un’intricata pavimentazione unica che unisce tradizione e contemporaneità, riflettendo la nostra identità fatta di santi, tradizioni e contraddizioni.”

Mattia Sugamiele 

Classe 1984, siciliano, Mattia Sugamiele è un artista multidisciplinare che lavora con installazioni, pittura, scultura, nuove tecnologie e video. La sua ricerca indaga il rapporto tra mondo digitale e reale, ispirandosi alla teoria del filosofo Floridi e all’habitat delle mangrovie, metafora di un equilibrio fluido tra realtà e virtualità. Le sue opere incarnano un paradosso fisico e ibrido, indagando la relazione in continua trasformazione tra umanità e tecnologia.
Durante la residenza a Casa degli Artisti, svilupperà un progetto che reinterpreta il souvenir italiano come simbolo di identità, equilibrio tra tradizione e innovazione.

“Lavoro molto con le memorie e con il riuso di cose che ormai riteniamo di poco valore. Ho pensato che il souvenir italiano potesse essere un oggetto curioso da utilizzare per questo progetto, emblema della nostra identità. La mia opera cerca di restituire questa complessità”, precisa Mattia Sugamiele, “non come nostalgia, ma come slancio creativo. È un invito a riscoprire la bellezza italiana non solo come qualcosa da contemplare, ma da abitare, trasformare e custodire. La bellezza italiana, per me, è un equilibrio sottile tra armonia e imperfezione, tra classicità e sperimentazione.”

A novembre, a conclusione delle residenze, si terrà un evento pop-up per presentare al pubblico le opere realizzate.


Fondazione Italia Patria della Bellezza è la fondazione che promuove e mette al centro il valore della bellezza, vero talento dell’Italia, nella sua accezione più ampia e universale. Nata nel 2014 per sostenere e promuovere realtà e iniziative su tutto il territorio italiano, si avvale di un Advisory Board di esperti provenienti da mondi ed esperienze differenti e da un Comitato per le Relazioni Istituzionali. “Aiutiamo i progetti a comunicare quello che fanno sul territorio: dai musei ai progetti sociali nei quartieri, dagli archivi storici ai piccoli borghi, dai teatri all’arte contemporanea, dalle scuole ai parchi archeologici”, sottolinea Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione. “Lo facciamo attraverso un programma di sostegno rivolto alle attività di comunicazione, con un bando annuale e una serie di iniziative e attività per promuovere la diffusione della consapevolezza del valore competitivo e del ruolo strategico della bellezza.”

Robilant — il branding atelier milanese tra i più autorevoli e riconosciuti a livello internazionale — è ideatore e promotore di Italia Pazza, in partnership con la Fondazione Italia Patria della Bellezza e sotto la curatela di Spaghetti Boost. “Da sempre, Robilant affonda le proprie radici nella matrice più autentica del pensiero italiano: quella capacità unica di intrecciare arte e industria, visione e materia, sogno e progetto”, afferma Roger Botti, AD di Robilant. “Per questo, il coinvolgimento in Italia Pazza non è semplice mecenatismo, ma espressione di una volontà precisa: abitare lo spazio della ‘creazione delle idee’, quel momento fragile e intenso in cui l’intuizione prende forma, ancora libera da vincoli, pronta a trasformarsi in racconto, identità, icona. È qui che Robilant sceglie di stare, aprendo al tempo stesso la propria casa e ospitando uno degli artisti al lavoro, per farne terreno d’incontro tra arte e impresa, tra talento creativo e cultura del prodotto. Perché è da questo dialogo vivo, brillante e potente che nasce l’innovazione capace di disegnare futuro.” 

Casa degli Artisti è un centro di residenza, produzione e fruizione con base a Milano che pone al centro della sua attività la ricerca e il lavoro delle artiste e degli artisti nell’ambito di tutte le arti. “È un luogo a vocazione interdisciplinare e internazionale, con uno sguardo aperto alla città, alla sfera pubblica e allo spazio urbano”, precisa Mariavera Chiari, membro del direttivo di Casa degli Artisti, “per connettere l’arte e la società e mantenere la sua funzione di bene pubblico.”

Spaghetti Boost è una art e media factory che facilita sinergie tra artisti e nuove committenze mediante l’attivazione di collaborazioni valoriali. “Attualizziamo con new media e social network la comunicazione e divulgazione dell’arte attraverso le tecniche narrative attuali fatte da digital content creators. La nostra missione è rendere l’arte accessibile a tutti”, sottolinea Christian Gangitano, direttore artistico di Spaghetti Boost. 


Anna Nosari
info@annanosari.com

Federica Camilla Quaglia
fcquaglia@gmail.com
Da Fondazione Italia Patria della Bellezza – Anna Nosari Ufficio Stampa <info@annanosari.com>

Forlì: atti di memoria, in cui ogni oggetto diventa una testimonianza

Il giorno 13 giugno 2025 alle ore 19.00, la Fondazione Dino Zoli inaugura Limes: frammenti di realtà, mostra personale di Alice Padovani, artista modenese in residenza, vincitrice del “Premio Dino Zoli Textile“, in occasione dell’edizione 2023 di Arteam Cup, il concorso artistico nazionale promosso dall’Associazione Culturale Arteam, con consolidato supporto di Dino Zoli Group.

Alice Padovani
Limes: frammenti di realtà 
A cura di Nadia Stefanel

Inaugurazione 13 giugno 2025 ore 19.00

Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)

Fino al 31 luglio 2025

Nel corso delle prime visite all’azienda tessile, nata nel 1972, è emerso immediatamente l’interesse dell’artista per le collezioni tessili per arredamento, prodotte e commercializzate nel corso di più di 50 anni di attività. Dal generoso archivio aziendale, composto di articoli entrati in collezione, campioni e studi, sono state estrapolate 1900 referenze affidate all’artista come un pezzo prezioso di memoria da elaborare.

Uno degli aspetti più affascinanti e ricorrenti nella poetica di Alice Padovani è la sua profonda esplorazione dell’idea di raccolta e conservazione come mezzi per sondare le memorie individuali e collettive. Questo impulso innato verso l’archiviazione va oltre il semplice accumulo di oggetti: è una manifestazione di un collezionismo ossessivo e metodico che trova la sua espressione nella pratica del recupero, della catalogazione e dell’ordinamento. Tali azioni si trasformano in veri e propri atti di memoria, in cui ogni oggetto diventa una testimonianza di un passato vissuto o di una storia da raccontare.

Nel contesto specifico della Dino Zoli Textile, questo concetto trova una dimensione particolarmente interessante. La sfida è stata quella di interfacciarsi con un vasto insieme di referenze, passate e presenti, che l’azienda ha saputo realizzare, e proporre al mercato, nel corso degli anni, sempre con un occhio di riguardo per l’ambiente, un’inclinazione all’innovazione tecnologica e di stile nel tessile contemporaneo. La DZT, oltre a servire il mercato interno, esporta con successo il suo Made in Italy in oltre 60 paesi fra i quali si distingue il Brasile, presidiato dalla partecipata Dino Zoli Brasil che quest’anno festeggia i 30 anni di attività. L’artista, immersa in questo processo, ha cercato di stabilire un sistema ordinato e rigoroso, conferendo all’opera d’arte la funzione di misura del passato, quasi come se fosse un’ideale bilancia tra ciò che è stato e ciò che si conserva.

Tuttavia, nel processo creativo di Alice Padovani, l’immaginazione ha un ruolo predominante rispetto al rigore scientifico. La sua pratica artistica si arricchisce di una serie di abbinamenti inaspettati e, in questo contesto, di accostamenti materici che sovvertono le aspettative tradizionali. La classificazione diventa così un’esperienza poetica ed emozionale, dove la logica dell’archivio si trasforma in un viaggio sensoriale, capace di evocare emozioni e riflessioni profonde. L’opera d’arte non è più solo un contenitore di memorie, diventa invece una porta aperta verso nuove interpretazioni e significati.

«È un approccio che sentiamo nostro in Dino Zoli Textile» racconta Monica Zoli «dove le performance tecniche, come la resistenza all’uso e la praticità nella manutenzione, si integrano costantemente con l’attenzione per gli aspetti sensoriali. Colore, texture e tocco diventano elementi chiave per generare benessere e appagamento in chi sceglie di vivere un rapporto autentico e personale con i nostri tessuti.»

Nel contesto della sua residenza presso l’azienda tessile, Alice Padovani sviluppa un nucleo inedito di opere site-specific, pensato in dialogo diretto con i materiali forniti dall’azienda. L’intervento artistico si articola in tre progetti distinti, a cura di Nadia Stefanel, ma concettualmente intrecciati, che riflettono, ciascuno secondo una propria grammatica visiva, il tema della classificazione e della raccolta.

La prima opera, un’installazione di grandi dimensioni, si presenta come una struttura composta da gabbie metalliche, che contengono una moltitudine di tessuti, e un tappeto sonoro registrato,  composto dai nomi dei tessuti stessi: un organismo molteplice che evoca insieme l’idea di contenimento e dispersione. Qui, l’atto del raccogliere si materializza come gesto spaziale, quasi performativo, dove ogni elemento diventa frammento di un catalogo immaginario. L’intento è stato quello di rappresentare, all’interno di un unico ambiente, la complessità e la densità della produzione industriale della Dino Zoli Textile, racchiudendo l’essenza stessa della ricerca insieme alla memoria storica che collega materia e tempo, trasformando questa vasta classificazione di idee e tessuti in un’espressione poetica.

Segue un lavoro a parete, simile a un arazzo scomposto, in cui i tessuti si sovrappongono, si disgregano e si riconfigurano in una tessitura discontinua. Quest’opera, più silenziosa, ma non meno perturbante, richiama le tassonomie visive dei campionari industriali o degli erbari, ma ne sovverte la logica ordinatrice attraverso un linguaggio frammentato.

Infine, un’opera composta da ampolle di vetro, contenenti ritagli di stoffa, agisce come un archivio poetico e criptico. Ogni ampolla diventa un microcosmo: oggetto di studio, reliquia e contenitore del tempo. L’atto della raccolta qui si fa intimo e quasi rituale, trasformando il materiale in segno, in traccia, in memoria sedimentata.

Con questo trittico, Padovani restituisce una riflessione stratificata sul concetto di raccolta, mettendo in tensione il rigore dell’archiviazione con l’instabilità della materia e della memoria. Un’indagine che si muove tra ordine e disordine, tra metodo e perdita, tra oggetto e narrazione. A completamento delle installazioni site-specific, sarà presente una selezione di opere dell’artista che esplorano il tema della classificazione nei suoi molteplici aspetti. Saranno incluse teche entomologiche e opere composte da frammenti, offrendo così un ricco panorama delle diverse declinazioni del tema della catalogazione.

Alice Padovani. Laureata in Filosofia e in Arti visive, dopo aver lavorato per diversi anni nell’ambito del teatro contemporaneo, sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive, fiere d’arte e a ricevere numerosi premi e riconoscimenti a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni in Italia e all’estero, private e pubbliche. Attraversando differenti tecniche, materiali e linguaggi espressivi e con uno spirito classificatorio simile a quello neo-settecentesco, Padovani unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo scientifico. Passando attraverso installazioni, scultura, disegni e performance, nelle sue opere propone frammenti di una natura decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce, dove le memorie si fondono.


INFO
Alice Padovani
Limes: frammenti di realtà 
A cura di Nadia Stefanel
Nell’ambito di Arteam Cup
Con il patrocinio del Comune di Forlì
Con il patrocinio di Confindustria Romagna
Nell’ambito del Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa

Inaugurazione 13 giugno 2025 ore 19.00
Fino al 31 luglio 2025

Orari: da martedì a giovedì 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 / 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288 – Forlì (FC)
T. +39 0543 755770 | info@fondazionedinozoli.com | www.fondazionedinozoli.com
https://www.facebook.com/fondazionedinozoli/ –  https://www.instagram.com/fondazionedinozoli/

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca_Melasecca PressOffice – blowart
roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
Da Melasecca PressOffice <info@melaseccapressoffice.it>

Biblioteca Regionale di Messina: esposizione bibliografico-iconografica

Si aprirà sabato 14 giugno 2025, alle ore 17:00, con l’Inaugurazione della Esposizione bibliografico-iconografica nel Salone Eventi d’Istituto, la manifestazione di elevato spessore “Identità musicali siciliane, storia, cultura, società. Dall’età greca alla contemporaneità”.

In sinergia con l’ “Associazione Kiklos” e l’Istituto culturale “Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani”, la Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” ha approntato un ricco palinsesto che include, oltre che alla Esposizione di preziosi volumi estrapolati dai Fondi d’Istituto e di foto tematiche messe a disposizione per l’occasione dall’Artista Dott.ssa Manuela Martines, tre Incontri tematici di grande interesse (14 e 21 giugno) con la partecipazione di Relatori di levatura e, in chiusura, un Momento performativo con esecuzioni di brani in lingua dialettale siciliana da parte di Artisti contemporanei.

La Mostra resterà fruibile fino al 27 giugno 2025, durante gli orari di apertura dell’Istituto.

L’iniziativa si innesta nell’ambito della trentunesima edizione della “Festa della Musica”. L’Assessorato Regionale dei BB.CC. e I.S. ha assicurato supporto anche finanziario alla manifestazione con stanziamento di Fondi su Capitolo dedicato.


Post dell’evento saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte alle iniziative in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori.

Nei giorni a seguire le date degli eventi in programma saranno disponibili i video.

Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel. 090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it.


Da urpbibliome@regione.sicilia.it

Paul Gilbert, il chitarrista fondatore dei Mr. Big

Per chi ama l’hard rock e l’heavy metal il nome di Paul Gilbert è uno di quelli che contano e, a luglio, ecco la ghiotta occasione di vederlo in azione sul suolo italiano con il suo power trio. Martedì 1 Luglio al Bilbao di San Polo d’Enza (RE) e Mercoledì 2 Luglio al Phenomenon a Fontaneto d’Agogna (NO).

PAUL GILBERT: A LUGLIO DUE CONCERTI IN ITALIA PER IL GRANDE GUITAR HERO FONDATORE DEI MR. BIG

Il virtuoso guitar hero – considerato dalle riviste Guitar World e Guitar One tra i 50 chitarristi più veloci di tutti i tempi e uno dei principali shredders – sarà accompagnato per l’occasione dalla sezione ritmica che vede Roberto Porta alla batteria e Marco Galiero al basso.

Virtuoso guitar-hero con un personale sound che fa della plettrata alternata, dei fraseggi barocchi, sweep picking, tapping, dive bombs e molto altro un vero marchio di fabbrica capace di far “parlare” la propria chitarra come pochi al mondo.

La carriera di Paul Gilbert che lo ha visto collaborare con una miriade di artisti, incidendo 18 album solisti senza dimenticare quelli con le band con le quali ha iniziato: Racer X nel 1985 e, soprattutto, Mr. Big due anni dopo, che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.

Dal 2003 inizia una serie di collaborazioni con grandi nomi del panorama rock ed Heavy mondiale, tra cui Mike Portnoy (Dream Theater), Neal Morse (anche lui in Italia al Phenomenon il 15 giugno), Matt Bissonette (Satriani, Lee Roth) tra i più famosi.

I due concerti in Italia saranno quindi imperdibili occasioni per ammirare Paul Gilbert e le sue chitarre Ibanez PGM signature series nell’interpretazione di brani storici alternati a composizioni più recenti che regaleranno al pubblico un evento difficilmente dimenticabile.

Ad aprire il concerto del 1° luglio al Bilbao di San Polo d’Enza (RE) saranno i Mississippi Supercult, un nome che racchiude inequivocabilmente le sonorità di questo rovente ensemble blues’n’roll denso e graffiante, che – come il sole della Louisiana – saprà scaldare a puntino il pubblico.

Ad aprire il concerto del 2 luglio al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna (NO) saranno invece i Never Obey Again autori di un solidissimo ‘modern metal straight outta pizza’, a far tremare le assi del palco, con una setlist ad hoc che preparerà al meglio i fans di Gilbert al secondo round, non senza qualche livido!

COME ARRIVARE E BIGLIETTI

MARTEDI’ 1 LUGLIO
BILBAO | San Polo d’Enza (RE) 
Biglietti a questo link

MERCOLEDI’ 2 LUGLIO
PHENOMENON | Fontaneto d’Agogna (NO) 
Biglietti a questo link


Per informazioni: info@bam-booking.com

Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com
Da A-Z Press <info@a-zpress.com> 

Milano: Lucio Forte – Recent works

Milano, Loreto. Martedì 10 Giugno si inaugura presso iKonica Art Gallery la mostra personale di Lucio Forte dal titolo ‘Recent works’. Sono visibili circa 30 opere, tra oli, acquerelli, disegni a china e tecniche miste. Il tema predominante è il paesaggio urbano con viste di Milano, New York e Boston. Di questa sezione sono in esposizione dipinti ad olio di grande formato, acquerelli ed edizioni in serie limitata. Ampio spazio è lasciato inoltre alla sezione dedicata ai disegni realizzati con pennino a china su carta Fabriano, opere prevalentemente in bianco e nero. Alcuni titoli sono: Segesta temple, Lighthouse, Palladio, Frederick Rihel. Soggetti storici, architettonici e anche fantascientifici. Di questa sezione è presente anche un piccolo Bestiarium.

Didascalie, dall’alto in senso orario: Untitled 70, mista, 17 x 14 cm; Manhattan aerial 4, olio su tela, 100 x150 cm; Velasca 3, stampa digitale, 21 x 30 cm; Villa Godi second view b; Segesta temple, china su carta, 21 x 30 cm

Opening Martedì 10 Giugno ore 18:30 – 21:30, Via Porpora 16A, Milano.
La mostra è visitabile fino al 14 Giugno, tutti i giorni dalle 16:30 alle 19:30.

info@lucioforte.com


Da Arch.LucioLarsForte <jhonnylars@yahoo.it>

Roma, Piano Terra, Francesco Bartoli

Piano Terra presenta un’anteprima della prossima mostra di Francesco Bartoli all’Orto Botanico di Roma

Il 17 giugno, alle ore 19.00, Piano Terra ospita Ascoltare il paesaggio: dialoghi dall’Orto Botanico al Villaggio Olimpico, un intervento inedito di Francesco Bartoli a cura di Marta Blanchietti e dello stessoartista, come anticipazione del progetto espositivo che aprirà il 26 giugno presso la serra espositiva del Museo Orto Botanico di Roma, e che sarà visitabile fino al 31 luglio 2025.

L’anteprima del 17 giugno inaugura il quarto intervento della vetrina di Project Window di Piano Terra. Attraverso lavori di frottage, scultura, fotografia, l’artista esplora la relazione tra l’essere umano e l’albero, trasformando la corteccia in superficie sensibile e viva.

Ascoltare il paesaggio:
dialoghi dall’Orto Botanico al Villaggio Olimpico
Francesco Bartoli
a cura di Marta Blanchietti e Francesco Bartoli
 
Opening: martedì 17 giugno 2025
ore 19.00 – 21.30
18 giugno – 18 luglio 2025
Workshop: lunedì 16 giugno
ore 10.00 – 13.00
Piazza Grecia, 18 – 00196 Roma

Cosa avviene quando un quartiere è invitato a riflettere su un tema comune attraverso il linguaggio dell’arte? Cosa rimane e cosa scompare delle vite arboree che ci circondano? E come ci rapportiamo a qualcosa che finisce?

Piano Terra, in linea con il proprio percorso espositivo attorno al paesaggio urbano e alle sue trasformazioni, si fa spazio di connessione: un luogo dove l’opera si manifesta non solo come oggetto estetico, ma come attivatore di relazione, ascolto e cura.

Questa tappa in anteprima nasce dalla volontà di portare un frammento della ricerca di Bartoli nel cuore del Villaggio Olimpico, in un dialogo diretto con il quartiere e i suoi abitanti. In mostra opere delicate, lavori che uniscono frottage e segni realizzati dall’artista, nati sulla corteccia del Platano Orientale conservato all’Orto Botanico. Da questo processo di impressione fisica su carta guidato dall’albero e dalle sue forme sono nati lavori vibranti, custodi della storia più “esterna” dell’albero, che si ritrova anche nella parte inferiore della vetrina, nella sua più completa materialità.

Accompagnano i lavori su carta, alcune fotografie che mostrano la connessione tra l’artista e l’albero, in un continuo scambio performativo tra interno ed esterno, orizzontale e verticale. Sono dei fotogrammi onirici. La narrazione è circolare, continua, fluida. La scelta del bianco e del nero rende l’atmosfera più ambigua, rarefatta. C’è un continuo rimando a un ipotetico altro.

All’interno dello spazio, in loop, è visibile un video di documentazione del processo creativo del lavoro dell’artista. Il tutto costruisce un ecosistema visivo e sonoro che invita a riconsiderare la relazione con l’ambiente e con il tempo.

Il progetto prevede il giorno prima dell’inaugurazione, lunedì 16 giugno, alle ore 10.00 un workhop condotto dall’artista  aperto alla comunità, un momento di contatto e restituzione con il pubblico. La collaborazione con Piano Terra è in linea con la volontà di Bartoli di entrare in relazione con luoghi differenti della città, in questo caso un contesto metropolitano quale quello del Villaggio Olimpico, con l’obiettivo di realizzare una mappatura visiva e materica delle aree presenti all’interno del quartiere. Il desiderio è quello di attivare un processo virtuoso di osservazione con le tecniche del disegno dal vero e del frottage, per rendere più consapevoli i partecipanti al workshop dello spazio verde che li circonda quotidianamente. Un’occasione per restituire, attraverso lo sguardo artistico, la bellezza e il potenziale di quest’area, nella speranza che questa attenzione possa diffondersi e coinvolgere sempre più persone.

Francesco Bartoli (Velletri, 1978) si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. La sua ricerca fonde disegno, frottage, video, animazione e performance. Bartoli ha esposto in musei nazionali e internazionali. Ha partecipato al progetto della 54. Biennale di Venezia “Padiglione Italia nel Mondo” con una sua personale. Vincitore della X edzione Italian Council e PAC2021 del Ministero della Cultura, del premio Aiuti all’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura spagnolo.Tra i suoi progetti più recenti, la mostra Ecos: la fuerza de los fragmentos al museo EAC – Espacio de Arte Contemporáneo di Montevideo (2024), e Scolpire il vento al mudaC – Museo delle Arti Carrara (2023) a cura di Laura Barreca.


Opening: martedì 17 giugno 2025, ore 19.00 – 21.30
Ascoltare il paesaggio: dialoghi dall’Orto Botanico al Villaggio Olimpico
18 giugno – 18 luglio 2025
Orari di apertura: visibile h24 dall’esterno
Indirizzo: Piano Terra | Piazza Grecia, 18 – Roma
Contatti: info@pianoterrastudio.it
Ufficio stampa: Manuela Ruggeri
Da Piano Terra <info@pianoterrastudio.it>