L’Istituto Bienal Amazônia e la Galleria Saphira & Ventura sono lieti di annunciare la seconda edizione del progetto culturale “Side by Side: Innovation in Focus”, che si svolgerà dal 21 giugno al 15 luglio 2025, durante la Biennale di Architettura di Venezia. L’evento, omaggia l’architetto Oscar Niemeyer e pone al centro dell’attenzione il ruolo essenziale di arte e architettura come strumenti di comunicazione sociale e educazione ambientale, riunendo architetti e artisti di fama internazionale.
“Side by Side: Innovation in Focus”, architettura, arte e sostenibilità si incontrano a Venezia
Seferin Arquitetura da Saúde
L’inaugurazione ufficiale si terrà sabato 21 giugno al Kunst Depot Campiello Widmann, con un convegno dalle 18:00 alle 21:00, dedicato a un dialogo aperto sulle sfide e le soluzioni per un futuro sostenibile. Oltre a offrire riflessioni e spunti teorici, il progetto esplora anche la dimensione pratica dell’architettura contemporanea, mostrando come l’innovazione possa – e debba – convivere con la responsabilità ambientale. L’iniziativa, infatti, sarà una vetrina per opere eprogetti innovativi nei campi dell’architettura e del design sostenibile.
Ana Oliver and Ricardo Stumn
Curato da Alcinda Saphira e coordinato dall’economista Louis Ventura, PhD, l’evento non si limiterà all’esposizione artistica, ma includerà anche seminari tematici e incontri interdisciplinari. Il programma riunisce un’ampia gamma di voci – architetti, artisti, designer, accademici, ambientalisti e diplomatici – per costruire un dialogo inclusivo e rappresentativo, in grado di dare spazio a prospettive spesso trascurate.
Ester Carro
Questa edizione vede la partecipazione di architetti di rilievo internazionale come Benedito Abbud (SP), Seferin Arquitetura da Saúde (Brasile), Patrícia O’Reilly (SP) ed Ester Carro (SP). Oltre a loro, parteciperanno all’evento anche artisti emergenti e affermati, tra cui Bari Bing (USA), Ju Barros (Brasile), Maycon Nunes (Brasile), Ana Olivier & Ricardo Stumn (Brasile), Barbara Tyler (USA), Saori Kurioka (Giappone/USA), Maria T Ason (USA), Mathilda (Argentina), Ali CXC (Turchia), Dominika Koczot & Greg Hajdarowicz (Lisbona), Renata Ferraz (Brasile), Nashimia, Rose Maiorana (Brasile), Pedro Gui (Brasile) e Liz Carvalho (USA), oltre a Júlia Isabel (Croazia).
Benedito Abbud
Sostenuto da FGV – Europe, ODS Amazônia e New York Contemporary Art Society, il progetto si inserisce in un programma itinerante che culminerà alla COP30 di Belém do Pará, sede dell’Instituto Bienal Amazônia, diretto da Alcinda Saphira e co-fondato dall’architetto Milene Coutinho, responsabile della direzione artistica.
Venezia, con la sua storia artistica e architettonica senza pari, sarà lo scenario perfetto per accogliere questo evento internazionale, capace di coinvolgere la comunità locale e stimolare un dialogo globale. Unitevi a noi in questo viaggio tra innovazione e consapevolezza, dove arte e architettura si intrecciano per promuovere un mondo più equo e sostenibile.
INFORMAZIONI Data: 21 giugno – 15 luglio 2025 (diviso in 2 fasi: 21-30 giugno e 3-15 luglio) Indirizzo: Kunst Depot Campiello Widmann, Rio Terà dei Biri, 5415, Venezia Curatore: Alcinda Saphira Coordinatore: Louis Ventura, PhD Addetto stampa: Paula Ramagem Organizzazione: Instituto Bienal Amazônia e Saphira & Ventura Supporto: Bienal Somos Todos Amazônia, FGV Europe, Camera di commercio Brasile-USA, NYICAS, IDEA Paris, Instituto DS Amazônia e e-DAU
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini. Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.
Un arcipelago intimo e personale prende forma nelle sale Dom Pérignon di Ca’ Pesaro, tra astrazione lirica, indagine pittorica e tensione spirituale. Nelle opere di Antonello Viola il segno dorato di una Venezia mutevole, stratificata e in costante trasformazione.
Antonello Viola L’oro della laguna Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Dom Pèrignon 20 giugno – 28 settembre 2025
A cura di Elisabetta Barisoni
Nella personale veneziana di Antonello Viola le opere su vetro ispirate a terre insulari e all’intera laguna veneziana – come arcipelago diffuso – compongono una geografia astratta e interiore. Il progetto espositivo, pensato appositamente per le sale al secondo piano del museo, vede allestita una speciale selezione di dipinti ad olio su vetro e su carta giapponese realizzati dall’artista negli ultimi quattro anni, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta.
Nel confronto con la città di Venezia, Viola accoglie e continua il vibrante rapporto tra luce, cielo e acqua che caratterizza questa città. L’andirivieni di fluidi scandisce inevitabilmente il tempo e la vita. Proprio questo fluire è ciò che l’artista ha cercato nelle sue opere per Ca’ Pesaro: in ogni vetro la pittura assume una dimensione tridimensionale, grazie a lastre disposte su più livelli e dipinte su entrambi i lati. Una superficie fragile e trasparente su cui il tempo si deposita in forma di velature, cancellature e stratificazioni, riflettendo i mutamenti della luce sull’acqua e suggerendo paesaggi mobili, dai confini incerti.
Accanto ai lavori su vetro, la mostra presenta opere su carta giapponese, nate anch’esse da una pratica lenta e meditativa. Antonello Viola lavora per sovrapposizione e sottrazione, costruendo per strati e poi riducendo all’essenziale. Ne scaturisce una pittura che non descrive, ma suggerisce; che non rappresenta, ma evoca. Le superfici diventano luoghi sospesi e silenziosi, capaci di trattenere e restituire luce, tempo e memoria. Una pratica non oggettiva e spirituale; più che di astrazione, si dovrebbe parlare di “non oggettività”, chiamando in causa Malevič e la sua “trasfigurazione nello zero della forma”. Pigmenti, foglia d’oro, trasparenze e cancellature si intrecciano come tracce in trasformazione, generando immagini interiori, mutevoli, aperte all’interpretazione.
Le tonalità di carne e di terre che emergono in queste carte evocano incarnati e fondamenta, intese non come luoghi di separazione, ma come materia di transito e permeazione tra il fluido marino e il corpo della città. Le fondamenta – elemento architettonico e urbanistico che argina e ridefinisce la dimensione liquida di Venezia – sono richiamate da linee essenziali che affiorano e si immergono tra le velature pittoriche, come strutture sommerse trattenute dalla memoria del colore.
L’oro della laguna
Tra le incursioni nella mostra veneziana, Viola riprende il dialogo con la pittura simbolista di Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860–1932) già avviato in occasione della mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. A Ca’ Pesaro il confronto è con le sale adiacenti che accolgono il ciclo monumentale de Il poema della vita umana.
Benché distanti per epoca e linguaggio, in questo grado di separazione Viola e Sartorio condividono una visione dell’arte come esperienza spirituale, contemplativa e la pittura come uno strumento che guarda oltre il visibile, trasformando la materia in veicolo di trascendenza.
Così la mostra L’oro della laguna è al tempo stesso un omaggio alla città e una riflessione sul tempo, sulla pittura e sulla spiritualità. Come le fondamenta veneziane, anche l’opera di Viola è continuamente ridefinita dalla marea della percezione. Influenzato dall’astrattismo costruttivista e allievo di Enzo Brunori, Viola ha fatto della stratificazione e della sottrazione il proprio metodo distintivo.
L’oro della laguna si configura così come un ritratto intimo della città: poroso, stratificato, luminoso, in perenne trasformazione. Un arcipelago immaginario prende forma nei riflessi di Venezia, tra terre affioranti e profondità sommerse, tra isole della laguna e non, tra luce e memoria, tra storia e visione.
La mostra è realizzata con il supporto e la collaborazione di Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano – Venezia.
Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076 30135 Venezia Tel. +39 041 721127
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Il MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro e la Galleria comunale d’arte di Cagliari, sono lieti di presentare Isole minori. Isole minori. Note sul fotografico dal 1990 ad oggi,grande mostra fotografica che riunisce sedici progetti di autori e autrici internazionali sul tema della rappresentazione dell’isola dall’inizio del nuovo secolo ad oggi.
ISOLE MINORI Note sul fotografico dal 1990 ad oggi
MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro Galleria comunale d’arte di Cagliari
27 giugno – 16 novembre 2025
A cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola Coordinamento di Elisabetta Masala
Con inaugurazione prevista per il 26 giugno a Cagliari e il 27 giugno a Nuoro, il progetto espositivo orienta la sua riflessione non solo alla dimensione geografica, ma anche alla dimensione culturale e sociale dell’idea di isolanità. Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, la mostra presenta le opere fotografiche di Jacopo Benassi, Paola De Pietri, Charles Freger, Ralph Gibson, Mimmo Jodice, Salvatore Ligios, Bernard Plossu, Marinella Senatore, Giovanna Silva, Massimo Vitali, Lorenzo Vitturi, Vanessa Winship e George Georgeou (a Nuoro); Arianna Arcara, Francois Xavier Gbré, Luca Spano, Karla Hiraldo Voleau (a Cagliari).
Fotografata in passato da grandi autori come August Sander, Henri Cartier-Bresson, Lisetta Carmi e tanti altri, nella maggior parte dei casi la Sardegna è stata interpretata e trasmessa secondo una lettura reportagistica del territorio e delle comunità che abitavano le sue aree interne. Tali testimonianze hanno alimentato un immaginario sociale polarizzato tra stato centrale e periferia, che ha prodotto rappresentazioni, miti e ideologie che, nel corso del tempo, hanno condizionato sia il modo di vedersi degli isolani, sia la percezione del contesto da parte di chi alla Sardegna guardava. La percezione stereotipata di luogo al di fuori del tempo, una sorta di Eden, si alternava alla visione incrinata dalla presenza – non meno esotica – dei banditi protagonisti della cronaca nera, della periferia lontana e di altri riferimenti inerenti il tema del sottosviluppo.
Salvatore Ligios da Le notti di Nurai x Man
La mostra mette in rilievo come tale rappresentazione si sia modificata nel corso degli ultimi 25 anni, con un ampliamento dell’indagine visiva a nuove modalità di azione e relazione con territorio e comunità. Le rappresentazioni simboliche e ideologiche dello spazio insulare che ne emergono offrono uno spaccato di tematiche differenti, che vanno dalla storia delle culture alla trasformazione della società contemporanea, lasciando intravedere in trasparenza elementi di persistente subalternità. Guardando le coste ed il mare, nonché l’interno dei contesti urbani più estesi, artisti e artiste restituiscono un vocabolario visivo della Sardegna che ne consente una contestualizzazione culturale nell’area mediterranea allargata prima ancora che in quella italiana.
Apre la mostra un prologo-omaggio a quattro grandi autori attivi da molti anni, che hanno dedicato all’isola alcune fotografie significative sia all’interno del loro percorso che nella rilettura del paesaggio sardo: la metafisica marina legata alla cultura mediterranea di Mimmo Jodice ripresa a Punta Pedrosa (1998) e a Molara (1999), i vagabondaggi poetici di Bernard Plossu tra Carloforte e La Maddalena (2002), l’ironica rivisitazione del tema del nudo di Ralph Gibson (1986) e la spettacolare documentazione della presenza turistica in spiagge come il Poetto (1995) di Massimo Vitali introducono lo spettatore nella mostra e nel nuovo secolo.
WILDER MANN – CHARLES FREGER
Divisi in stanze monografiche, gli autori presenti al MAN di Nuoro leggono la contemporaneità nella persistenza del ruolo della maschera nel racconto di antiche tradizioni e rituali, rivisitate da Salvatore Ligios per mettere in discussione la coscienza identitaria e la perdita degli elementi culturali locali (2007) oppure da Charles Fréger (2010-2011); oppure ancora nell’attesa eterna (e spesso invana) di una rinascita sociale, culturale ed economica come per l’evento di inaugurazione delle architetture per il mancato summit della Maddalena (Giovanna Silva, 2009); o nel rapporto tra passato e presente nel Monumento a Garibaldi e nelle fortificazioni di granito nell’isola di Caprera (Paola De Pietri, 2022). Pratiche di interazione e partecipazione tra arte e comunità si manifestano nel racconto delle diverse idee di cittadinanza nelle opere di Marinella Senatore (2013) e Vanessa Winship e George Georgeou (2014). Jacopo Benassi (2021) e Lorenzo Vitturi (2022) agiscono rispettivamente a Donori e in Valle della Luna, per affrontare concettualmente l’idea di isolamento.
Nella sede di Cagliari sono presenti quattro autori accomunati dal rapporto tra fotografia e letteratura, a fornire un’ulteriore interpretazione e formalizzazione di tematiche come quella dei rapporti interpersonali sui quali si concentrano, a partire dalla lettura dei racconti di Sergio Atzeni, il lavoro inedito di Arianna Arcara (2025) e quello di Karla Hiraldo Voleau che cerca di rileggere la Generazione Z attraverso il lascito pasoliniano di Comizi d’amore (2023), mentre le costruzioni di mondi tra immaginazione e documentazione di Luca Spano (2020-2021) guardano all’esperienza letteraria di DH Lawrence. Il tema del viaggio e della nuova lettura del territorio è riscontrabile nei lavori di Francois Xavier Gbré dove viene mostrata la nuova configurazione sociale ed economica successiva al fenomeno delle migrazioni, con tutte le conseguenze che esso comporta.
La mostra presenta opere di straordinaria qualità visiva e propone visioni nuove di luoghi noti, attraverso le quali si possono aprire riflessioni di diversa natura intorno ai tanti temi sollevati dalle opere esposte. La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue edito da Interlinea, contenente un dialogo fra i due curatori, la riproduzione delle opere esposte e le schede biografiche e critiche degli autori e delle autrici incluse nel progetto espositivo.
Galleria Comunale d’Arte di Cagliari Largo Giuseppe Dessì | Viale San Vincenzo 2 – 09123 Tel. +39.070.6776454 Orario: 10:00 – 20:00 (Lunedì chiuso) museicivici@comune.cagliari.it
MAN_Museo d’arte provincia di Nuoro Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro Tel. +39.0784.252110 Orario: 10:00 – 20:00 (Lunedì chiuso) info@museoman.it
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Nel 2025, la Fondazione Manuel Rivera Ortiz celebra il suo decimo anniversario all’Hôtel Blain con un’affascinante esplorazione del mistero, della magia e dei mondi occulti.
SORTILÈGES 7 luglio – 5 ottobre 2025 July 7th – October 5 th, 2025
Questo programma invita i visitatori a varcare la soglia dell’invisibile, a immergersi nell’ignoto e a mettere in discussione credenze che sfidano la ragione. Ogni mostra diventa un passaggio, un’eco di tradizioni nascoste, un’immersione nell’inafferrabile. Lontano dalle certezze, questo viaggio sensoriale apre le porte dell’immaginazione e rivela l’aura del mistero. Attraverso la figura della Madonna Nera, Santa Sara, il programma esamina credenze popolari che, tra devozione e trasgressione, trascendono culture ed epoche. Fotohaus amplifica questo programma con il tema Controversia e Paradosso, invitando a esplorare le tensioni e le contraddizioni che emergono quando le credenze si scontrano con la realtà. In una società francese ed europea plasmata dal razionalismo, la spiritualità è spesso relegata ai margini del discorso dominante, oscillando tra fascinazione e rifiuto.
Con i lavori di Joan Alvado (1979, Spagna), Ian Cheibub (1999, Brasile), Maja Daniels (1985, Svezia), Alexandre Dupeyron (1983, Francia), Weronika Gęsicka (1984, Polonia), Jann Höfer (1986, Germania), Martin Lamberty (1991, Germania), Laura Lafon Cadilhac (1989, Francia), Silvia Prió (1972, Spagna), Virginie Rebetez (1979, Svizzera), Wlad Simitch (1982, franco-serbo) e Ann-Christine Woehrl (1975, Germania) e dei collettivi: FREELENS, INLAND, Laif e The Reporters con fotografi taiwanesi.
Sotto la direzione artistica di Florent Basiletti e curata da Anne-Marie Beckmann, Christel Boget, Gilles Cargueray, Emmanuelle Hascoët, Klaus Kehrer, David Kern, Gilles Massot, Heike Ollertz, Hildesheim Pirot Ziegler e Cornelia Siebert, Sortilèges fa parte del programma associato dei Rencontres.
In 2025, the Manuel Rivera Ortiz Foundation celebrates its 10th anniversary at Hôtel Blain with a captivating exploration of mystery, magic, and occult worlds.
This program invites visitors to cross the threshold of the invisible, delve into the unknown, and question beliefs that defy reason. Each exhibition becomes a passage, an echo of hidden traditions, an immersion into the elusive.
Far from certainties, this sensory journey opens the doors of imagination and reveals the aura of mystery.
Through the figure of the Black Madonna, Saint Sarah, the program examines popular beliefs that, between devotion and transgression, transcend cultures and eras. Fotohaus amplifies this program with the theme Controversy and Paradox, inviting an exploration of the tensions and contradictions that arise when beliefs collide with reality. In a French and European society shaped by rationalism, spirituality is often relegated to the periphery of dominant discourse, oscillating between fascination and rejection.
With the work of Joan Alvado (1979, Spain), Ian Cheibub (1999, Brazil), Maja Daniels (1985, Sweden), Alexandre Dupeyron (1983, France), Weronika Gęsicka (1984, Poland), Jann Höfer (1986, Germany), Martin Lamberty (1991, Germany), Laura Lafon Cadilhac (1989, France), Silvia Prió (1972, Spain), Virginie Rebetez (1979, Switzerland), Wlad Simitch (1982, Franco-Serbian) et Ann-Christine Woehrl (1975, Germany) and collectives: FREELENS, INLAND, Laif and The Reporters with with Taiwanese photographers.
Under the artistic direction of Florent Basiletti and curated by Anne-Marie Beckmann, Christel Boget, Gilles Cargueray, Emmanuelle Hascoët, Klaus Kehrer, David Kern, Gilles Massot, Heike Ollertz, Hildesheim Pirot Ziegler and Cornelia Siebert, Sortilèges is part of the associated program of the Rencontres.
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini. Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.
Il Rito della Luce pensato e voluto da Antonio Presti ritorna a Motta d’Affermo per l’apertura straordinaria della Piramide 38º Parallelo, opera monumentale simbolo della Fiumara d’arte. L’esperienza, gratuita e immersiva, consentirà ai visitatori di sperimentare il Rito della Luce, attraverso l’unico punto d’accesso alla Piramide. Si attraverserà un lungo cunicolo scuro, illuminato soltanto dalla luce che filtra dall’accesso. Poi il buio, lo stesso che Dante descrive nel mezzo del cammin di nostra vita. Il visitatore procederà così a tentoni, potendo contare soltanto sui propri passi. Fino all’accesso alla Piramide, al solstizio d’estate, alla luce nuova che torna a indicare la strada. Tra canti, danze e musiche, il Rito della Luce quest’anno è dedicato all’Incanto dell’Invisibile, “perché la rigenerazione della bellezza è rigenerazione dell’anima – dice Antonio Presti – Stiamo ripartendo da questo, dall’urgenza di un’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità, dell’impegno e dell’esempio di ognuno di noi”.
Cavallo eretico e Finestra sul mare
Sabato 21 e domenica 22 giugno, dalle 11 sarà possibile assistere alle visite guidate delle nuove opere dell’Atelier sul mare – asteroide 20049 antoniopresti a Villa Margi, frazione marinara di Reitano. Un tour guidato direttamente dal maestro e mecenate alla scoperta del Monumento per un poeta morto (Finestra sul Mare) di Tano Festa, del “Cavallo Eretico: Guardiano di Luce” di Antonello Bonanno Conti, della “Ammonite: Gli scudi ribelli – omaggio a Giusto Sucato” di Pablo Sucato e Giacomo Noyà. Nel corso del tour sarà possibile assistere anche alla visita guidata delle Suite D’Autore – Atelier sul Mare, mentre dalle 16.30 fino al tramonto appuntamento a Motta d’Affermo per il Rito della Luce.
A curare la direzione artistica del Rito sarà Lucina Lanzara, cantautrice e produttrice siciliana, che osserva «La Piramide 38° Parallelo è rinascita a partire dall’utero materno, il posto in cui qualsiasi essere vivente sperimenta il battito, l’energia vitale, ove inizia a vivere, inconsapevole e inebriato, l’Incanto dell’Invisibile». La lettura delle poesie sarà invece a cura di Pietro Russo, mentre i poeti che si alterneranno sono Emiliano Zappalà, Giambattista Rosso, Rosa Maria Di Natale, Rita Ligresti, Giuseppe Condorelli, Salvatore Vecchio, Angelo Santangelo. «Invisibile – spiega Russo – è la parola che genera l’incanto del mondo, un prodigio di immortalità svincolata dalla materia eppure dentro il mondo. Invisibile è il canto che crea e rinnova e trasforma lo spazio e il tempo che abitiamo. La poesia è un fatto creaturale che apre gli occhi di fronte al mistero dell’Essere. Per questo motivo, rispondendo all’appello di Antonio Presti, i poeti alla Piramide di Motta d’Affermo – luogo apicale di bellezza e in-canto – sono chiamati a dare testimonianza del valore di un messaggio che ha radice nell’universo, di un’energia potentissima che lega tutti gli esseri a un comune destino: un respiro che ogni volta riscopre lo stupore e la vertigine di una creazione infinita che la parola svela e ri-vela allo stesso tempo».
Ammonite – Scudi ribelli
«L’arrivo dell’atelier di Antonio Presti a Villa Margi – sottolinea il sindaco di Reitano Salvatore Salvaggio – ha portato una ventata d’aria di futuro all’intera frazione. Le prime opere inaugurate hanno già attirato migliaia di turisti incuriositi dal nuovo progetto, mentre siamo pronti ad approvare una convenzione con la Fiumara d’arte per realizzare opere sul terreno adiacente all’Atelier: saranno 20 opere in tutto, realizzate con la collaborazione di diverse Università. Per noi è motivo d’orgoglio, è una visione destinata a costruire futuro». «Un ringraziamento speciale e affettuoso – conclude Antonio Presti – al presidente della Regione, Renato Schifani, che ha condiviso e contribuito alla nascita della Triennale della Contemporaneità».
Apt. La bocca della verità Mario Ceroli
Sabato 21, ore 11 Villa Margi – Reitano Visita delle sculture: “Monumento per un poeta morto (Finestra sul Mare)” di Tano Festa; “Cavallo Eretico : Guardiano di Luce” di Antonello Bonanno Conti; “Ammonite: Gli scudi ribelli – omaggio a Giusto Sucato” di Pablo Sucato e Giacomo Noya; Ore 16.30 apertura straordinaria della Piramide fino al tramonto. Domenica 22 ore 11 visite guidate a Villa Margi, dalle ore 16:30 al tramonto rito della Luce alla la Piramide 38° Parallelo, scultura di Mauro Staccioli, alla presenza degli artisti coinvolti nelle performance. – c.da Belvedere Motta D’Affermo. Raduno dei partecipanti ore 16:00 nel piazzale antistante la scultura “Energia Mediterranea” di Antonio Di Palma, comune di Motta D’Affermo. Arrivare alla Piramide 38° Parallelo sarà esclusivamente possibile utilizzando il servizio continuo di navette gratuito dal punto di raduno di Motta D’Affermo alla Piramide, o percorrendo la strada a piedi (3km dal punto di raduno). Info 349 2231802 | Atelier sul Mare Suite d’Autore 0921 334295 | Info@ateliersulmare.it
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Un dialogo con gli spazi naturali e quelli creati dalla presenza umana, nel segno dell‘ibridazione tra discipline diverse, tra suono e parola, tra natura e paesaggio, tra Carso e mare
Con l’evento speciale Na pragu (sulla soglia/ all’inizio) pensato per il borgo storico di Contovello / Kontovel e i suoi spazi naturali, si apre sabato 21 giugno – giornata della Festa della Musica – e prosegue domenica 22 giugnoTeatri del suono®, festival transdisciplinare di musica e culture contemporanee. Aperture – questo il titolo della sesta edizione – è concepito come una mappa risonante e pensante che attraversa i labili confini tra spazio, tempo, discipline e culture, iniziando nuove vie, collaborando, accogliendo, sperimentando, affrontando in modo originale e coinvolgente temi e interrogativi del presente. Il festival, inserito negli eventi del programma nazionale della Festa della Musica, è curato da Stefania Amisano e organizzato da cantierezero, un collettivo formato da musicisti, artisti, ricercatori e studiosi nel campo della musica classica, contemporanea, del sound design, delle arti performative, visive e digitali, delle discipline umanistiche e scientifiche, attivo come spazio di ricerca e produzione per la musica del nostro tempo e come ensemble.
TEATRI DEL SUONO® / APERTURE Il programma del Festival di musica e culture contemporanee che animerà il Borgo storico di Contovello / Starodavno naselje Kontovel (Trieste) sabato 21 e domenica 22 giugno 2025
Stefania Amisano e Stefano Bonetti
“Il progetto intende creare un nuovo pubblico per la musica colta e le arti del nostro tempo” – sottolinea Stefania Amisano, presente anche Stefano Bonetti per il Conservatorio Tartini – Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie – “svelando le molteplici relazioni tra arti e pensiero, attraverso proposte originali, di alto profilo artistico, dal format innovativo e inclusivo, aperte al dialogo generazionale. Il festival dialogacon gli spazi naturali e quelli creati dalla presenza umana – continua la curatrice – con contenuti prevalentemente pensati per gli spazi aperti del Park Miru o realizzati in edifici storici normalmente poco accessibili per il pubblico, come la quattrocentesca Chiesetta di S. Maria della Salvia e la Chiesa di S. Gerolamo, raggiungibili tra loro con brevi e piacevoli passeggiate. Nel segno dell‘ibridazione tra discipline diverse, tra suono e parola, tra natura e paesaggio umano, tra Carso e mare, la programmazione” – afferma Stefania Amisano, sottolineando che è stata concepita per essere sperimentata nella sua interezza, seguendo il flusso degli eventi, dal tardo pomeriggio a sera” – offre ai partecipanti non solo una rara occasione di incontro con nuovi, intensi repertori musicali e forme espressive e inconsuete modalità di ascolto, ma conduce a una diversa percezione del luogo, inteso come sistema vivente, scoprendone bellezza e fragilità”.
Teatri suono
La programmazione e gli artisti di sabato 21 e domenica 22 giugno
Ben interpretando gli obiettivi e lo spirito della Festa della Musica, che si diffonde su strade, piazze, cortili, chiostri e anche luoghi solitamente non adibiti allo spettacolo, in una celebrazione di ogni genere musicale – sabato 21 giugno (giorno del solstizio d’estate) e domenica 22 giugno, il borgo sarà animato da installazioni sonore e multimediali site specific (collettivo cantierezero / Stefania Amisano, Giovanni Asquini, Tiziana Bertoncini, Clémence Martel; Punctum collective/Nava Hemyari; Conservatorio Tartini / Katarina Vuletic), incontri con il pubblico e concerti (Punctum collective, collettivo cantierezero/Clémence Martel, Alessandro Ratoci) e live performance (Andrej Kobal) a cura di cantierezero e dei suoi ospiti, tra cui eventi speciali in occasione della Festa della Musica (collettivo cantierezero e Marko Jugovic, 21.06.25) con il coinvolgimento dei residenti e di altre associazioni del territorio. L’ingresso a tutti gli eventi artistici è libero e gratuito.
Tra inumerosi artisti ospiti, il percussionista Marko Jugovic, che aprirà il festival per celebrare la giornata della Festa della Musica sabato 21 giugno dalle 17.30 al Park MIru, con una “conversazione sonora” a cura di collettivo cantierezero, con la partecipazione di Andrea Zanettovich, medico psicoterapeuta. Punctum collective, ensemble austriaco di giovani musicisti internazionali, presenta un concerto che riunisce voci nuove e affermate della musica contemporanea, con prime assolute e nazionali, alternando brani acustici, elettroacustici, elettronica dal vivo e performance, si propone di creare un mosaico sonoro ipnotico per stimolare la curiosità, coinvolgere emotivamente, sfidando le convenzioni (sabato 21 giugno, Chiesa di S. Girolamo, ore 18.00 circa). Il compositore, performer e artista multimediale sloveno Andrej Kobal che ritorna al festival conuna performance di elettronica dal vivo site specific – Odprto / Aperture – al tramonto, immersa nel suggestivo spazio naturale e acustico di Park Miru (sabato 21 giugno, ore 20.45 circa). Domenica 22 giugno saranno presenti Mittelvox ensemble, diretto da Mateja Černic, con la partecipazione di Ester Pavlic (arpa) darà vita con Clémence Martel (voce) e Alessandro Ratoci (live electronics) – componenti del collettivo cantierezero – a un particolare, inconsueto concerto – AN(AMOR)FOSI – che affianca generi, stili ed estetiche differenti, con lo scopo di trasformare la performance musicale in «un esperimento vivente, capace di rimettere in discussione il modo in cui il pubblico pensa, sente e interagisce» (Chiesa di S. Girolamo, ore 18.00 circa).
Parkmiru 2024
L’istallazione sonoraintermediale Quartet
Il 21 giugno dalle 17.00 alle 20.00 e il 22 giugno dalle 11.00 alle 18.00 sarà fruibile, negli spazi di Park Miru, l’installazione sonoraintermediale Quartet,di collettivo cantierezero (Stefania Amisano, Giovanni Asquini, Tiziana Bertoncini, Clémence Martel/ suono, Riccardo Sellan, dispositivi). Opera collettiva site specific per l’ambiente di Park Miru, basata sulla simbologia del numero quattro, l’installazione propone un’esperienza di ascolto profondo in cui suoni ambientali e suoni artificiali, generati, objets trouvées, interagiscono in uno spazio comune condiviso e le cui peculiarità, pur singolari, diventano parte di un tutto. L’ascoltatore muovendosi tra le quattro postazioni sonore, percepisce ogni singola voce e, al tempo stesso, l’interconnessione che le unisce a una presenza invisibile ma risuonante: lo spazio sonoro, spesso inascoltato, di ciò che ci circonda.
L’installazione interattiva multimedialeEchi sonori di KatarinaVuletic.
In collaborazione con il Dipartimento di Musica e Nuovi Linguaggi del Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste, partner dell’evento, il festival presenta opere e progetti di giovani artisti proseguendo il dialogo tra generazioni diverse, come spazio fertile di confronto e creatività, già iniziato nelle precedenti edizioni. Sabato 21 giugno dalle 17.00 alle 18.00 e domenica 22 giugno dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.00, nella suggestiva Chiesetta di S. Maria della salvia (Strada del Friuli) sarà possibile visitare l‘installazione interattiva multimedialeEchi sonori di KatarinaVuletic.
Le conversazioni con il pubblico e gli eventi conviviali
Come di consueto, il festival propone una cornice di conversazioni con il pubblico che accompagneranno gli eventi musicali e artistici durante i quali sarà possibile incontrare i musicisti e gli ospiti del festival, a cura di collettivo cantierezero e Philosophy Kitchen, rivista online di filosofia contemporanea.
Grazie al supporto della comunità slovena, di associazioni e piccole imprese locali, l’evento Na pragu èanche un momento di riflessione sul nostro rapporto con l’ambiente, l’ecosistema, con contenuti specifici per la valorizzazione di una cultura del territorio capace di sviluppare un rapporto virtuoso tra arte, natura, piccola imprenditoria locale e turismo sostenibile. In questo contesto, il festival propone quest’anno due momenti dedicati allaconvivialità, pensaticome occasioni di incontro e condivisione per il pubblico e di valorizzazione di produzioni enogastronomiche legate al pratiche tradizionali del territorio.
Gli appuntamenti, riservati solo ai partecipanti degli eventi pomeridiani e serali del festival sono su prenotazione (info@teatridelsuonofestival.eu) e a pagamento; si terranno sabato 21.6.25, ore 19-20.30 (degustazione e apericena nei pastini con Miloš Škabar) e domenica 22.6.25 ore 19.30 – 22.00 (degustazione e apericena presso Osmica Štoka con i viticultori del territorio).
I partner e le collaborazioni Il festival Teatri del suono / Apertureè realizzato grazie al contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con il sostegno di Le Fondazioni Casali, Forum di cultura austriaco di Milano, ZKB Credito Cooperativo del Carso e Trieste, in collaborazione con Comune di Trieste, I circoscrizione, Casa della Musica – Trieste, in partenariato con Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini Trieste, ETIS – (Information Processing and System Teams) Université Cergy / Paris (F), Philosophy Kitchen rivista online di filosofia contemporanea, La Cappella Underground / TSFF, Kairos Arte e Spettacolo. Un particolare ringraziamento va a Jus Kontovel, Parrocchia di S. Girolamo, Miloš Škabar, Društvo Prosekar / Associazione Prosekar, SŠD Kontovel, Erica Štoka.
Il festival proseguirà dal 17 al 26 ottobre 2025 a Trieste con l’evento – il festival in città – che presenterà un intenso e coinvolgente programma di eventi musicali, artistici e culturali, workshop e altre attività collaterali, con nomi importanti della scena musicale contemporanea internazionale e numerosi ospiti.
Il programma dettagliato del festival, orari e informazioni sono disponibili sul sito del festival www.teatridelsuonofestival.eu o sulle pagine facebook e instagram dell’evento.
In caso di maltempo > l’installazione sonora QUARTETT e i talk si terranno nella chiesa di S. Girolamo / Kontovel prima e dopo i concerti > il concerto di Andrej Kobal verrà rimandato ad altra data > gli eventi conviviali con Miloš Škabar e Osmica Štoka saranno annullati
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini. Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.
La Galleria VINCIARTE celebra la sua lunga e profonda collaborazione con l’artista padovana Sandra Bertocco con un evento speciale che inaugura la nuova sede della galleria e rende omaggio a un percorso condiviso iniziato nel 2018.
Il cuore dell’iniziativa sarà venerdì 20 giugno 2025, un evento aperto al pubblico e agli appassionati, pensato come momento d’incontro, racconto e festa. Per l’occasione, saranno esposte alcune delle opere più rappresentative di Sandra Bertocco, scelte per restituire la forza e l’evoluzione della sua ricerca visiva.
In concomitanza sarà presentata anche un’anteprima del catalogo completo dedicato all’opera di Sandra Bertocco: un volume che raccoglie dipinti, eventi e mostre realizzati insieme a VINCIARTE dal 2018 a oggi. L’anteprima conterrà per l’occasione i testi inediti di Roberta Melasecca, del curatore Matteo Merlin e dalla stessa artista.
SANDRA BERTOCCO SEVEN YEARS TOGETHER
A cura di Matteo Merlin
Opening 20 giugno 2025 ore 18.00
Galleria VINCIARTE Via della Provvidenza 88 – Rubano (Padova) PD
Dalla presentazione di Vito Vinci, titolare della galleria: «Quando, nel novembre del 2017, ho incontrato per la prima volta un’opera dell’artista Sandra Bertocco, stavo esponendo insieme ad una casa editrice di Bologna al Cat di Padova, fiera d’arte contemporanea […] L’incontro con l’opera esposta fu folgorante! “INTERFERENZE” Lo stesso titolo suggeriva sensazioni forti, un subbuglio di emozioni, minuziose percezioni. L’opera era un divenire, flusso di colori, tagli, multi piani prospettici, cattura dello sguardo. Prima l’opera, poi l’artista. Inevitabile che coltivai da subito l’idea di promuovere le sue opere per immaginarmi descriverle e per immaginarle vivere in più ambienti, vite quotidiane, zone di comfort. Apparenti stati confusionali, voglie di evasioni. [… ] Dopo quasi otto anni e un centinaio di opere che sono nate durante la nostra collaborazione, l’ultima realizzata è “PRECIPITANDO”‘: ancora colate di terra e fuoco, la luce del sole, purezza ombre e intrighi. E la voglia di precipitare tra i suoi colori e le forme sorridenti e misteriose.»
Dal testo in catalogo di Roberta Melasecca: «Sandra Bertocco dipinge paesaggi del silenzio e li genera con una ingenuità ancestrale, primigenia. La muove il desiderio dell’immanenza, rifuggendo dalla volontà di creare mondi altri. Il silenzio informa il tutto e solleva l’insondato racchiuso in ognuno. Non c’è premeditazione. È un semplice contatto tra due solitudini silenti che attiva i sensori stanchi, assopiti, adagiati nel ritmo dell’iper-azione.
Le opere di Sandra non sono via di fuga dal contingente. Sono manufatti transizionali che possiedono contemporaneamente il carattere oggettivo e quello soggettivo e concedono la differenziazione tra le diverse conformazioni dell’Io. Nel mentre rilasciano un’area di riposo, attivano gli strati interni, in tensione, labili, fragili, sui quali alberga l’anima, e strutturano il pensiero.»
Sandra Bertocco – Note biografiche
Sandra Bertocco (Padova 1968) dopo essersi diplomata nel 1988 all’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico” di Padova, nella sezione di Decorazione Pittorica, prosegue la sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove consegue il diploma in Pittura nel 1992. Parallelamente alla sua attività artistica, Bertocco svolge da molti anni la professione di docente di Discipline Pittoriche, con particolare attenzione al disegno dal vero, all’educazione visiva e alla progettazione. Attualmente è titolare di cattedra presso il liceo artistico “Pietro Selvatico”, lo stesso istituto dove si era formata negli anni della sua giovinezza. La sua ricerca pittorica si orienta prevalentemente verso l’astrazione, pur mantenendo frequenti riferimenti alla figurazione, attraverso l’inserimento di elementi materici e tecniche di collage. Predilige l’uso dell’acrilico, sperimentando modalità personali e originali di stesura del colore, che conferiscono alle sue tele una cifra stilistica inconfondibile. Dopo numerose mostre personali e collaborazioni con diverse istituzioni, nel 2017 inizia il suo sodalizio con VINCIARTE, segnando una nuova fase creativa caratterizzata da una produzione intensa e coerente, presentata in questa pubblicazione attraverso una selezione significativa del suo percorso recente.
INFO Sandra Bertocco Seven Years Together A cura di Matteo Merlin
Inaugurazione venerdì 20 giugno 2025 ore 18.00 Galleria VINCIARTE Via della Provvidenza, 88 – 35030 Rubano PD Ufficio Comunicazione VINCIARTE www.vinciarte.it
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In questo tempo di incessante produzione di immagini digitali, anche incontrollate, le opere di Matteo Mauro costruiscono una traiettoria originale che attraversa tecnologia, materia e gesto umano. La sua ricerca, iniziata nel 2016 con l’uso di processi generativi e strumenti computazionali, è da sempre fortemente influenzata dalla tecnologia, un interesse nato dalla fascinazione dell’artista nei confronti dei sistemi, sia artificiali sia spontanei.
L’arte al confine tra l’umano e la macchina: il percorso di Matteo Mauro
Un percorso visionario che sfida i confini fra la tradizione e il digitale, raccontando il presente e immaginando il futuro
Fin dagli esordi nel 2016, Matteo Mauro ha indagato i limiti e le potenzialità degli strumenti digitali, considerandoli non solo come mezzi espressivi, ma come veri e propri strumenti che possono arrivare ad estendere la mano dell’artista, diventando coautori del processo creativo che diviene allo stesso tempo caotico e controllato, formando “un linguaggio che permette di esplorare nuovi alfabeti visivi, dal pixel al pigmento, dall’algoritmo al gesto”.
Questa riflessione si intreccia con le sue opere legate alle prime fasi della tokenizzazione artistica su blockchain, in particolare con gli NFT che hanno portato insieme a una messa in discussione e a una riflessione profonda sui concetti cardine dell’arte come l’autenticità, la riproducibilità, il valore e la proprietà dell’opera d’arte, elementi che sono stati ri-indagati a livello artistico, filosofico, estetico, commerciale ed espositivo.
Il digitale non rappresenta però per Mauro l’unico campo in cui indagare e fare ricerca. L’artista di origine siciliana ha infatti sempre scelto di confrontarsi anche con i mezzi più tradizionali della storia dell’arte: l’uso di tela, olio e bronzo che non sono visti come un passatista ritorno a qualcosa ma come un ampliamento, un’espansione della propria ricerca. “Non ho abbandonato la tradizione, né il mondo virtuale. Piuttosto ho sempre cercato di favorire e indagare il dialogo tra i due aspetti. Anche le mie opere digitali fanno riferimento all’incisione barocca o all’ornamentazione rococò. Serie come Bronze on Canvas non sono un atto nostalgico ma una prosecuzione, rappresentano l’integrazione del pensiero digitale in materiali tattili e senza tempo”.
E proprio Bronze on Canvas è una sintesi audace e originale tra pittura e scultura. In queste opere, il bronzo colato sulla tela non è mero materiale, ma diventa linguaggio, forma autonoma e gesto radicale: “Il bronzo si comporta come un colpo di pennello. Si solidifica dove la mano lo lascia cadere. È pittura che ha peso, volume, resistenza”. In queste opere la classicità materica incontra la logica del segno contemporaneo, dando vita a una terza via che è al contempo concettuale e sensoriale.
Il tema del segno attraversa gran parte della produzione di Mauro, in particolare nella serie più giovanili come Micromegalic Insciptions e nelle più recenti Raw Inscriptions, Inscriptions on Canvas. Al di là delle differenze estetiche e quasi ontologiche che caratterizzano ciascuno di questi tre percorsi di ricerca, nelle inscriptions, il segno si fa arcaico, essenziale, originario: è la traccia di un passaggio, l’affermazione della consapevolezza del sé. È memoria preverbale, un gesto che precede il linguaggio e gli sopravvive, perché, come dice l’artista, “la linea è origine ed eco. È il bisogno primitivo di lasciare un’impronta. Le mie iscrizioni non sono decorazioni, ma registrazioni grezze, necessarie che appartengono tanto al passato quanto al presente digitale, rappresentando una linea che inizia in una caverna e finisce nel codice”.
Nel suo impegno con la tecnologia, Mauro riflette anche sul ruolo dell’intelligenza artificiale nell’arte, interrogandosi su cosa significhi creare e cosa costituisca un’opera d’arte in un mondo dove anche le macchine sono in grado di creare contenuti: “La risposta sta nel comprendere la differenza tra contenuto visivo e opera d’arte”. L’IA, per Mauro, non è un nemico né un oracolo, ma un nuovo specchio che obbliga a ripensare l’autorialità e la creatività.
Dopo aver trascorso tanti anni a Londra, città fertile per la sperimentazione digitale e la ricerca accademica in cui l’artista si è formato e ha lavorato, Mauro ha scelto di tornare in Italia e stabilirsi a Milano, attratto dalla capacità del capoluogo lombardo di coniugare avanguardia e profondità storica: “Milano è il luogo in cui posso far dialogare il pensiero digitale con le radici dell’arte. Qui si trovano artigianato, concettualismo e memoria.”
Oggi, a livello artistico, Mauro è impegnato in nuovi progetti, tra cui l’evoluzione delle serie Raw Inscriptions e Inscriptions on Canvas, la realizzazione di sculture tratte dal ciclo Atoms, che rilegge la forma atomica non come minaccia ma come origine. Dal punto di vista espositivo invece, si preannuncia un periodo piuttosto impegnativo tra collaborazioni internazionali con gallerie e istituzioni di tutto il mondo, sulle quali però, mantiene ancora il massimo riserbo.
Nel futuro prossimo, Mauro dice di voler esplorare il silenzio inteso “non solo come assenza di suono, ma come forma: velata, nascosta, frammentata. Voglio esplorare come lo spazio negativo possa essere scolpito emotivamente, e come i segni possano essere vuoti tanto quanto tracciati“. Non solo silenzio ma anche una riflessione sull’entropia, sulla decadenza e sulla disintegrazione, su come il tempo inscriva la propria linea. “E, naturalmente, continuo a coltivare il dialogo tra i gesti antichi e gli strumenti contemporanei“.
Con un linguaggio che unisce gesto arcaico e codice digitale, Matteo Mauro continua a interrogare la natura stessa dell’arte nel nostro tempo. Il suo lavoro è, più che una sintesi, una frizione costante tra mondi. E proprio in questa tensione nasce un’arte radicale, necessaria, profondamente contemporanea.
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Bato, Balena Divina, 2025, tecnica mista su tela, 194 x 94 cm
Von Buren Contemporary è lieta di presentare ANIMAL HOUSE, una mostra collettiva estiva che celebra il mondo animale attraverso lo sguardo giocoso e sorprendente di nove artisti italiani contemporanei.
Von Buren Contemporary presenta
ANIMAL HOUSE
con le opere di Andrea Barzini Bato Giuseppe Gallace Gianlorenzo Gasperini Maiti Moreno Pette Irene Rossetti Beppe Stasi Luca Zarattini Vernissage Giovedì 26 giugno 2025 18:00 – 22:00 Curatrice e organizzazione: Michele von Büren
la mostra resterà aperta fino al 22 luglio 2025 orari: lunedì-sabato 11:00-13:30 e 15:30-19:30
Von Buren Contemporary Via Giulia 13, 00186 Roma
Tra pittura, scultura e disegni, le opere in mostra trasformano la galleria in uno spazio vivace, abitato da creature selvatiche, domestiche, fantastiche o immaginate.
Colori vivaci, forme inaspettate e suggestioni visive guidano il visitatore in un viaggio che mescola l’incanto dell’infanzia con l’ironia dell’età adulta. Gli animali – protagonisti assoluti – diventano simboli, compagni di avventura o semplici presenze da osservare con stupore.
Andrea Barzini presenta un serie di piccoli quadri dove i suoi animali spesso assumano un atteggiamento, e a volte anche un vestito, umano. L’artista romano Bato invece svela le sue ultime sculture in bronzo e un unico dipinto, con la balena che prende il centro della scena.
Il giovane artista calabrese Giuseppe Gallace si concentra sul cane come soggetto, con 5 tele dove l’animale è ritratto in un ambiente selvaggio, mentre lo scultore romano Gianlorenzo Gasperini presenterà la sua nuova scultura in resina che figura un gatto enorme, in piedi, dall’aria altezzosa.
L’artista piacentina Maiti ci immerge in un turbinio divertente di cavalli, cani e topi realizzati con cartapesta o fil di ferro; e il romano Moreno Pette ci trasporta in un mondo primordiale popolato da creature strane, selvatiche e perfino estinte.
Il tocco leggero e umoristico della giovane pittrice e disegnatrice Irene Rossetti ci regala un carnevale di animali fantastici, dove la realtà del disegno si mescola a fantasiose aggiunte di ali e colori brillanti. Il giovane acquarellista Beppe Stasi adopera la sua sorprendente tecnica per creare cavalli, cani e tori di sobria eleganza e potenza, mentre Luca Zarattini, nato a Codigoro (Ferrara), si concentra sulla figura del gatto con due disegni di grandi dimensioni create con carbone e fusaggine, dove il gioco visivo sta nell’individuare il felino.
TITOLO: Animal House ARTISTI: Andrea Barzini | Bato | Giuseppe Gallace | Gianlorenzo Gasperini | Maiti | Moreno Pette | Irene Rossetti | Beppe Stasi | Luca Zarattini A CURA DI: Michele von Büren INAUGURAZIONE: giovedì 26 giugno dalle 18.00 alle 22.00 DATE: dal 26 giugno al 22 luglio 2025 ORARI: lunedì – sabato 11:00 – 13:30 e 15:30 – 19:30 DOVE: Von Buren Contemporary | Via Giulia, 13 – 00186 Roma CONTATTI: info@vonburencontemporary.com https://vonburencontemporary.com
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I passaggi fondamentali dei dodici libri dell’Eneide in forma di affabulazione, in un racconto per il quale non è necessario essere colti e letterati, ma basta lasciarsi trasportare dal fascino di una storia epica, tragica e spesso anche comica. Lo propone la rassegna Let’s Play dei Teatri Contrada, Sloveno e Miela nell’ambito di Trieste Estate con lo spettacolo L’Eneide – Ovvero siamo tutti figli di Troia – in programma venerdì 20 e sabato 21 giugno (alle 21.00, a pagamento) al giardino del Museo Sartorio, di e con Michele Bottini, regia di Massimo Navone, musiche di Roberto Di Bitonto, coro del laboratorio teatrale Gli Eneadi. Una produzione di Bonawentura, capace di trasmettere al pubblico, attraverso le tecniche di narrazione del teatro popolare, l’umanità, la bellezza e l’attualità dell’avventura straordinaria del poema di Virgilio.
PER IL TEATRO, NELLE SUE DIVERSE FORME Gli appuntamenti di Trieste Estate dal 20 al 23 giugno
Anche uno degli eventi di punta del Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador, dedicato a Matteo Caenazzo – la presentazione della Giuria del 16° edizione con l’annuncio dei vincitori della Borsa di formazione Mattador – viene organizzato nell’ambito di Trieste Estate, sabato 21 giugno (alle 11.30) al Circolo della Stampa, a cura dell’Associazione culturale Mattador. La giuria, che sceglie e premia i migliori lavori in concorso, è composta da sceneggiatori, registi e esperti del settore: presidente di giuria Federica Pontemoli, sceneggiatrice e regista; Roland Sejko, regista – Archivio Luce Cinecittà; Graziella Bildesheim, produttrice e presidente EWA European Women’s Audiovisual Network; Marta Maffucci, scenografa e Lorenzo Bagnatori, sceneggiatore – vincitore del Premio Mattador 2017.
Enrico Bertolino
Per trascorrere Una serata di ordinaria ironia, Let’s Play dei Teatri Contrada, Sloveno e Miela propone domenica 22 giugno (alle 21.00 a pagamento) al giardino del Museo Sartorio per il cartellone di Trieste Estate lo spettacolo di e con Enrico Bertolino, scrittore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi tra i più amati della scena nazionale, con la regia di Massimo Navone, collaborazione ai testi a cura di Stefano Dongetti, al pianoforte Tiziano Cannas Aghedu. Una produzione di Bonawentura. Quasi un vademecum su come guardare, con la lente del paradosso e della comicità, un panorama fatto di politicamente corretto, automatizzazione e digitalizzazione sfrenata, azzeramento dei rapporti umani. È un mondo distorto cui non ci si riesce a rassegnare ma che, in un irresistibile one man show, Bertolino ci insegna ad affrontare con gli unici antidoti possibili per sopravvivere: la risata e l’ironia. Un mondo che deve imparare a riflettere anche su altre tematiche: migrare, includere ed escludere sono al centro di Eine posto keine platz, prima drammaturgia di Diego Marani scritta insieme a Elke Burul, in scena al giardino del Museo Sartorio lunedì 23 giugno (alle 21.00, a ingresso libero), a cura dell’Associazione culturale Teatro Immagine Suono, produzione ACTIS Trieste.
I due autori si interrogano su cosa succede quando una persona fortemente radicata nella sua cultura ne incontra una che, obbligata dallo sradicamento, ha dovuto inventare un nuovo linguaggio: l’Europanto, la lingua anarchica ed effimera inventata da Diego Marani. È possibile che questi due mondi trovino la volontà di ascoltarsi e dialogare? Ambientato in un ufficio passaporti di una città italiana, lo spettacolo narra di un poliziotto preposto al rilascio dei visti che si trova di fronte una signora che, nel richiedere un visto di passaggio, si rifiuta di dichiarare la sua provenienza. La donna parla una lingua strana, benché in fondo comprensibile (anche dal pubblico), somma di tutte le lingue che ha conosciuto nel suo viaggiare. Con Valentino Pagliei, Elke Burul e Giovanni Battista Boni e la partecipazione di Pietro Spirito. Regia e scenografia di Giovanni Battista Boni, assistente alla regia Raffaele Tarditi.
La rassegna Trieste Estate è organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia e dell’Assessorato alle Politiche del Territorio, il supporto di PromoTurismoFVG e la collaborazione del Trieste Convention & Visitors Bureau.
“Eine posto keine platz”- credit Nanni Spano Valentino Pagliei, Elke Burul, Giovanni Battista Boni.
Eine posto keine platz – biografie
Diego Marani È nato a Ferrara, interprete di formazione, già Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Parigi. Al servizio dell’Unione Europea fino al 2021, ha ricoperto incarichi prima al Consiglio dei Ministri poi alla Direzione generale “Cultura” della Commissione europea e infine al Servizio europeo di azione esterna. Si è occupato di politica del multilinguismo e di diplomazia culturale. Scrittore eclettico e raffinato, i suoi romanzi sono tradotti in più di 15 lingue. Con Nuova grammatica finlandese (2000) ha vinto il Premio Grinzane Cavour e con L’ultimo dei Vostiachi (2002) il Premio Selezione Campiello. Il romanzo, La città celeste uscito nel 2021 è dedicato a Trieste. È l’inventore della lingua-gioco Europanto, in cui ha tenuto per anni una rubrica in diversi giornali europei, collabora con diverse testate italiane, con il supplemento culturale de Il Sole 24 e tiene un blog sul sito di informazione europea eunews.it.
Elke Burul Triestina, laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Trieste, si diploma alla Scuola di Teatro Galante Garrone dove si forma, tra gli altri, con registi come Nanni Garella, Walter Pagliaro, Vittorio Franceschi, Francesco Macedonio. A Trieste lavora con numerose realtà indipendenti, il Teatro Sloveno di Trieste, il Teatro Lirico G. Verdi, oltre che con il Dramma italiano di Fiume e il Teatro di Capodistria. Da molti anni collabora con il Teatro Stabile la Contrada, partecipando a numerose produzioni, e con le stagioni del Teatro a Leggìo fin dai suoi esordi, rassegna per la quale da diversi anni cura anche regie e riduzioni dei testi. Attrice radiofonica presso la sede Rai del FVG, conduce anche programmi radiofonici di cultura e attualità. È inoltre autrice di numerosi sceneggiati radiofonici e di testi teatrali. Da molti anni si dedica all’insegnamento, ed è attualmente docente presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine.
Giovanni Boni Si diploma alla Civica Scuola del Piccolo Teatro di Milano nel 1974. Dal 1975 è socio de “Il Gruppo della Rocca” ininterrottamente fino al 1990 e partecipa, in qualità di attore e regista, alla creazione degli spettacoli prodotti, tra cui “Notte all’italiana”, “Il mandato”, “Pulcinella capitano del popolo”, “Arden of Feversham”, “A. Beolco detto il Ruzante”, “Josef K., fu Prometeo”, “Il Maestro e Margherita”, “Anfitrione”, “Echi di Babele”, “L’Uomo, la Bestia e la Virtù”. Ha lavorato con E. Marcucci, N. Piovani, R. Guicciardini, G. de Bosio, G. De Monticelli, A. Piccardi. E’ poi in tournée con la “Compagnia della Rancia” nei Musical “West Side Story”, “Cantando sotto la pioggia”, “Tutti insieme appassionatamente”, “Happy Days”, con la regia di S. Marconi. Dal 1994 è protagonista di alcuni spettacoli prodotti da “Assemblea Teatro” tra cui: “Fuochi” di M. Jarre, “Il deserto dei tartari” di D. Buzzati, “L’ultima notte di Giordano Bruno” di R. Sicco, “Suor Transito e gli arcangeli” di L. Pariani, “Il funerale di Neruda” di R. Sicco e Luis Sepulveda con regie curate da R. Sicco e L. Spadaro. Nel 2011 cura la regia de “Viva la vida!” di P. Cacucci. Nello stesso periodo collabora anche con La Contrada e il Centro Servizi e Spettacoli di Udine. Ha presentato spettacoli in Francia, Spagna, Portogallo, Messico, Argentina, Uruguay e Cile.
Valentino Pagliei Attore e musicista, nato a Terracina (LT), dopo la maturità classica e gli studi di Giurisprudenza si diploma in Recitazione presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine formandosi con G. Ferzetti, J. Alschitz, D. Manfredini, G. Battiston. Studia danza classica e contemporanea (M. Abbondanza, V. Sieni), violino e contrabbasso. Dal 2001 collabora con La Contrada di Trieste. In teatro è stato diretto da F. Macedonio, al cinema da Pupi Avati. Si è occupato a lungo di teatro antropologico nel Parco del Gran Sasso. È speaker di Radio Magica, radio inclusiva, con cui sviluppa narrazioni itineranti di “archeo-teatro”. È membro del Playback Theatre FVG gruppo di improvvisazione teatrale di ri-narrazione. Ha danzato con la compagnia Arearèa di Udine. È stato contrabbassista in varie tournèe europee della Maxmaber Orkestar (repertorio klezmer, balkan e gitano), ha fondato il Trio Caterina (crossover fra musica barocca, circense e folk) con cui approda su Radio Rai Tre. Ha all’attivo 3 CD musicali.
Aps comunicazione Snc di Aldo Poduie e Federica Zar viale Miramare, 17 • 34135 Trieste Tel. e Fax +39 040 410.910 zar@apscom.it
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