Milano: retrospettiva dell’artista italo-francese Jean-Marie Barotte

La Fabbrica del Vapore di Milano accoglie, dal 5 al 31 ottobre prossimo, la prima importante retrospettiva dedicata all’opera di Jean-Marie Barotte (1954-2021), organizzata e promossa dal Fonds Barotte Madau e Fabbrica del Vapore con l’associazione T.Art a cura di Chiara Gatti, Marco Bazzini e la direzione artistica di Maria Cristina Madau.

Il mondo espressivo dell’artista prende spunto e ispirazione dalla letteratura e dalla filosofia e da corso ad un viaggio interiore. Le opere di Jean-Marie Barotte sono soglie che si affacciano verso visioni di altri, possibili mondi, che l’artista svela allo spettatore. Crea le condizioni formali per condurci davanti all’abisso per contemplarlo senza paura.

La mostra traccia la riflessione dell’artista dal 1987 con Au commencement était le signe, l’inizio del suo percorso pittorico durante le tournée internazionali con il teatro, fino a Tout se tient en équilibre précaire, realizzato nel dicembre 2020, un mese prima della sua morte. La mostra sarà accompagnata da un catalogo monografico edito da Silvana Editoriale con testi critici di Marco Bazzini, Chiara Gatti, Sara Chiappori, Federico Crimi, direzione artistica Maria Cristina Madau.

Da sinistra: Macchina dell’Amore e della morte di Tadeusz Kantor. (Tadeusz Kantor) Teatro Litta, Milano 1987.
“Non accadde a San Silvestro”. Regia di Luigi Arpini, con Marzia Loriga,  Giovanni Battista Storti, Jean Marie Barotte,  Alessandra Magliani, Ariel Genovese.
“Parata senza coccodrillo”, regia di Luigi Arpini, con Jean Marie Barotte, Marzia Loriga, Alessandra Magliani, Moni Ovadia, Giovanni Battista Storti. Teatro Alkaest con CRT Centro di Ricerca per il Teatro, Milano, 1° giugno 1984.

Jean Marie BAROTTE
Milano, Fabbrica del Vapore
4 – 31 ottobre 2024
inaugurazione: 4 ottobre 2024

A cura di Chiara Gatti e Marco Bazzini
direzione artistica di Maria Cristina Madau
 
Una retrospettiva dell’artista italo-francese Jean-Marie Barotte

Nato nel 1954, da padre francese e madre italiana, dopo diverse attività negli ambienti della scena culturale milanese, in particolare con la compagnia milanese Teatro AlKaest, Jean Marie Barotte abbraccia il mondo del teatro di ricerca, che lo porta a vivere l’esperienza di attore, diretto dal grande regista e pittore Tadeusz Kantor. A partire dalla fine degli Ottanta, forte degli anni di sperimentazione trascorsi al fianco del grande regista, in Barotte nasce l’esigenza di sviluppare un proprio linguaggio, realizzando i suoi primi disegni, durante le tournée, nelle camere d’albergo in giro per il mondo. Da qui inizia il suo percorso come artista, per dare una nuova forma al proprio pensiero, giungendo così alla pittura.

Il mondo espressivo dell’artista ha la fisionomia del viaggio interiore, viaggio che prende spunto e ispirazione dalla letteratura e dalla filosofia: i legami con l’opera letteraria di Edmond Jabès, l’opera poetica di Paul Celan, il percorso spirituale di San Juan de la Cruz, l’opera filosofica di Jacques Derrida, ispirano l’artista in una continua narrazione filosofico-pittorica. Le sue opere testimoniano una profonda riflessione, formale e concettuale, maturata di pari passo col suo cammino intimo; quel cammino che nella serie ispirata alla Noche oscura del alma di San Juan de la Cruz conduce dall’oscurità alla luce. I neri vellutati fanno affiorare un lontano barlume e rivelano una via alternativa all’oscurità, dando forma a quel continuo dialogo dell’esistenza con l’orizzonte fragile della finitudine.

Le opere di Jean-Marie Barotte sono soglie che si affacciano verso visioni di mondi, che l’artista svela allo spettatore, rendendolo partecipe. Ognuna di queste soglie ci esorta alla meditazione e ci invita ad abbandonare il flusso dei nostri pensieri; crea le condizioni formali per condurci davanti all’abisso per contemplarlo senza paura.

L’allestimento trasformerà per la prima volta gli spazi della Fabbrica del Vapore in un labirinto di stanze, come studioli claustrali o piccole wunderkammer, connesse fra loro a evocare la linea del tempo, il flusso dei pensieri e quel margine di demarcazione fra ambienti e mondi diversi, ma allo stesso tempo comunicanti.

La mostra traccia la riflessione dell’artista dal 1987 con Au commencement était le signe, l’inizio del suo percorso pittorico durante le tournée internazionali con il teatro, fino a Tout se tient en équilibre précaire, realizzato nel dicembre 2020, un mese prima della sua morte.

L’iter della mostra si configura come un cammino iniziatico costituito da nove stanze tematiche: La Stanza del teatro, Au commencement était le signe e Il giardino segreto, Méditations érotiques, La noche oscura, Voyage de l’âme, NEROCENERE, Cosmografie, l’Installazione Ultima Suite,  e Tout se tient en équilibre précaire.

Il metodo di lavoro di Barotte procede per sottrazione: togliere quanto più è superfluo e soggettivo per avvicinarsi all’essenza dell’oggetto di studio.

Il senso profondo dei suoi silenzi e delle sue assenze è da considerarsi una lunga meditazione che si manifesta attraverso la sua ricerca, le materie impalpabili, le forme, i segni, i neri alchemici dai quali emerge la luce e il colore. La sua pittura si esprime come una poesia muovendosi tra continui rimandi filosofici. Jean-Marie Barotte, nel corso della sua inesausta ricerca sui mezzi e sul linguaggio della pittura, ha creato il suo proprio nero fumo attraverso una tecnica personale, sedimentando con ritualità la cenere, “ciò che resta del fuoco”. Jean-Marie Barotte ha usato la scrittura poetica e filosofica come detonatore pittorico, affidando all’immagine ciò che il fuoco lasciava.

“L’eredità ideale dei classici ha portato Barotte a riflettere – sottolinea la curatrice Chiara Gatti – sul linguaggio stesso della pittura contemporanea come frutto di una rilettura del passato e della sua interpretazione in chiave attuale. Segno, tono, velo, nero e luce fanno infatti parte di un lessico che deve le sue origini all’insegnamento di autori del XVII secolo che hanno studiato l’ombra come luogo delle possibilità. Il modello caravaggesco, gli splendori del Siglo de Oro spagnolo o l’identità indelebile della cultura olandese, da Gerrit van Honthorst a Rembrandt van Rijn, hanno alimentato lo studio di Barotte e la sua vocazione a una poetica del buio. La sua vasta formazione letteraria, i testi di Edmond Jabes o di Jacques Derrida, attorno ai quali ha forgiato una narrazione intima tradotta in gesti e colori, ha attinto anche a fonti visive radicate nell’eredità dei grandi pittori fiamminghi, in quell’acuto senso del sacro che sposa il profano all’interno dei dipinti a olio di un’epoca dedita ai temi eterni e giganteschi della vanitas e del memento mori. L’analisi dell’opera ancora inedita di Jean-Marie Barotte rivelerà così aspetti inesplorati del suo legame con una tradizione iconografica che ha attraversato l’Europa del Seicento e vede la sua pittura odierna come il risultato di una profonda assimilazione di tali premesse mescolate, però, al vocabolario informale del Novecento e, soprattutto, a quel lato filosofico dell’epicentro parigino, erede degli studi di Georges Bataille.” Chiara Gatti

“Il piccolo formato utilizzato da JMB è il desiderio di trasportare su tela il gesto minimo, sussurrato più che tracciato dall’azione del pittore. Si tratta di un’approssimazione al silenzio che squarcia il campo del vedere per aggiornare lo sguardo oltre l’immediatezza del nostro reale. Riporta a uno spazio della cura che significa inclinazione verso l’altro, anche quando l’altro è la minuta superficie che accoglie i colori.” Marco Bazzini

La mostra sarà accompagnata da un catalogo monografico edito da Silvana Editoriale con testi critici di Marco Bazzini, Chiara Gatti, Sara Chiappori, Federico Crimi. Direzione artistica Maria Cristina Madau.


Orari di apertura mostra:
dal lunedì al venerdì apertura dalle 12 fino alle 20
giovedì dalle 12 fino alle 22
sabato e la domenica apertura continuata dalle 10 alle 20.

Ufficio Stampa:
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
www.studioesseci.net
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

WeWorld e CHEAP insieme per combattere tabù e pregiudizi sul ciclo mestruale

Ogni mese 1,9 miliardi di persone nel mondo, in media, hanno le mestruazioni e sono tante le discriminazioni che possono subire: perdere giorni di scuola o lavoro, sentire sminuito il dolore mestruale o non vedere riconosciuti i sintomi della perimenopausa, battute sull’umore ma anche difficoltà di accesso a bagni sicuri, acqua e prodotti mestruali.

Nasce la campagna di Arte Pubblica “Legalize Mestruazioni”
WeWorld e CHEAP insieme per combattere tabù e pregiudizi sul ciclo mestruale

È per questo che WeWorld, organizzazione italiana indipendente impegnata da oltre 50 anni con progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario per garantire i diritti di tutte le persone a partire dalle comunità più vulnerabili, che da anni si impegna per promuovere la giustizia mestruale in Italia e nel mondo, ha chiesto a CHEAP, collettivo di arte pubblica, di realizzare la campagna “Legalize Mestruazioni” proprio per rompere con un tabù ormai logoro e aprire una conversazione pubblica sui temi della giustizia mestruale.

CHEAP, progetto di arte pubblica tra i più riconosciuti e apprezzati in Italia, e che attraverso l’uso della carta come supporto espressivo dal 2013 esplora il legame profondo tra arte, attivismo e spazio pubblico, ha ideato una campagna di manifesti con lo scopo di nominare l’innominabile: la parola MESTRUAZIONI campeggia a lettere cubitali sui poster, aprendo un dialogo nello spazio pubblico della città di Bologna, su oltre 25 bacheche. “Legalize Mestruazioni” mette al centro i diritti mestruali come diritti umani, parla di tampon tax, interpreta come forma equa di welfare il congedo mestruale, promuove il superamento della povertà mestruale chiedendo una cosa davvero molto semplice: giustizia per le persone che hanno le mestruazioni.

Non se ne deve parlare, non vanno nominate. Quando le abbiamo, le dobbiamo nascondere. Se stiamo male, non possiamo dirlo. Sembra un romanzo di Chuck Palahniuk e invece sono le nostre mestruazioni di cui molto semplicemente non dovremmo parlare. E ancora, non sono professionali, non sono sexy, non sono pulite, non sono interessanti. Non riguardano tutti, sono una “cosa da donne”. A questo punto, ci è venuto il dubbio che non fossero nemmeno legali: da qui il titolo della campagna, Legalize Mestruazioni”, così spiegano da CHEAP.

Dall’abbattimento di stigma e tabù su mestruazioni e menopausa, all’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole e del congedo mestruale (anche al lavoro), l’impegno di WeWorld nasce con l’obiettivo di portare al centro le persone che hanno le mestruazioni, creando consapevolezza su tutti i diritti connessi alla salute mestruale e dando vita a un movimento che possa creare dei cambiamenti concreti, per garantire i diritti mestruali a tutte le persone.  

Quello che serve è adottare un’ottica di giustizia mestruale. Quando c’è giustizia mestruale, tutte le persone che hanno le mestruazioni possono accedere ai prodotti mestruali che desiderano, sono libere di decidere per il proprio corpo, ricevono adeguate informazioni, possono vivere il proprio ciclo libere da stigma e da disagio psicologico e non sono limitate nella partecipazione alla vita sociale,” spiega Martina Albini, responsabile del Centro Studi di WeWorld. “Il nostro Paese deve dotarsi di un’agenda per la giustizia mestruale, perché le mestruazioni non sono solo una questione personale, ma una questione di diritti umani e salute pubblica. Organizzazioni come la nostra possono fare la differenza, promuovendo una narrazione non stereotipata delle mestruazioni e facendo pressioni, non solo in Italia, ma anche nei Paesi in cui interveniamo, affinché vengano adottate politiche consapevoli perché la giustizia mestruale diventi realtà. La campagna Legalize Mestruazioni vuole aprire un dibattito pubblico per portare al centro le persone che hanno le mestruazioni“.

I poster della campagna “Legalize Mestruazioni” di CHEAP sono stati affissi sulle 25 bacheche della centralissima Via dell’Indipendenza a Bologna, dove rimarranno per un mese nel tentativo di stimolare una conversazione non giudicante sulle mestruazioni, sui temi sociali e politici che in maniera intersezionale sono stati oggetto della ricerca e del lavoro di WeWorld, in Italia e all’estero.


SCOPRI TUTTO IL PROGRAMMA.


L’impegno di WeWorld nella promozione della giustizia mestruale, un tema fondamentale per l’uguaglianza di genere e la salute di milioni di persone nel mondo, si misura attraverso una serie di azioni concrete e iniziative, di cui Legalize Mestruazioni fa parte, con cui l’organizzazione si impegna a scardinare i tabù e le discriminazioni legate al ciclo mestruale, sensibilizzando l’opinione pubblica e contribuendo al cambiamento culturale.

Tra le iniziative chiave, spicca il Manifesto per la Giustizia Mestruale, articolato in sei passi essenziali per promuovere la giustizia mestruale in Italia. Inoltre, WeWorld ha realizzato, in collaborazione con Ipsos, EnCICLOpedia, la prima indagine sulla povertà mestruale condotta in Italia. Questo studio innovativo ha l’obiettivo di evidenziare la portata di un fenomeno spesso sottovalutato e di fornire dati cruciali per indirizzare interventi concreti.

L’impegno di WeWorld, però, non si limita all’Italia. Da oltre un decennio, l’organizzazione lavora in tutto il mondo per contrastare la povertà mestruale, con progetti attivi in Paesi come Kenya, Nicaragua, Tanzania e Palestina. Questi interventi hanno migliorato l’accesso a prodotti mestruali, sensibilizzato comunità e istituzioni, e promosso il diritto alla salute e all’educazione di donne e ragazze.


Per informazioni: 
Ufficio Stampa WeWorld  
Greta Nicolini – Responsabile Ufficio Stampa – Mob: 347.52.79.744 – greta.nicolini@weworld.it

Ufficio Stampa CHEAP
Daccapo Comunicazione – Mob: 339 7050840 (Marcello Farno) – info@daccapocomunicazione.it 

A-Head di Angelo Azzurro Onlus dona un’opera dell’artista EDSON LULI 

Venerdì 11 ottobre alle ore 17.00 in occasione del diciottesimo compleanno del MUSMA e della  Giornata del Contemporaneo, il Musma arricchisce la propria collezione di una nuova opera d’arte donata dalla Famiglia Calapai attraverso la Onlus Angelo Azzurro.
L’opera in questione che verrà installata venerdì 11 ottobre è “The divided brain”  di Edson Luli, artista albanese che vive e lavora a Milano .

A-Head di Angelo Azzurro Olus in occasione del diciottesimo compleanno del MUSMA dona un’opera dell’artista EDSON LULI
 
Installazione Venerdì 11 ottobre alle ore 17.00.
MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea via San Giacomo
(Sasso Caveoso) Matera

Edson Luli è vincitore del premio internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”, titolato a “Piero Gagliardi” curatore sino al 2022 del progetto A-Head, promosso dalla Onlus Angelo Azzurro. L’opera di Luli parla di libertà come lo stesso artista afferma: “La vera libertà sorge quando la mente è libera dal condizionamento, dall’attaccamento e dai vincoli del passato. Quando la mente è veramente libera, non è vincolata dalle limitazioni imposte dalla scelta”. Nelle insegne LED Luli scrive “WHEN YOU ARE FREE, THERE IS NO CHOICE”, una frase di Krishnamurti. Le prossime opere vincitrici del Premio Calapai titolate a Piero Gagliardi, arricchiranno la collezione permanente del MUSMA.

Sabato 12 ottobre in occasione della Giornata del Contemporaneo verrà pubblicato sul sito web e sul canale Youtube del Museo, un primo video che anticiperà una serie più ampia di visite guidate attraverso realtà virtuale e verrà presentata l’installazione site-specific dal titolo Linfa Grezza. Promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, la Giornata del Contemporaneo che dal 2005 porta l’arte contemporanea al grande pubblico, ha scelto come tema l’accessibilità, nella sua accezione piùampia. Il MUSMA ha molto a cuore il tema dell’accessibilità dei luoghi della cultura, specialmente in una città come Matera. Situato in un palazzo del XVI secolo nel cuore dei Sassi di Matera è una peculiarità che rende il MUSMA unico che rappresenta anche una delle maggiori criticità del museo. I Sassi sono inaccessibili per chi ha una disabilità motoria e di conseguenza è impossibile per molte persone raggiungere il museo. Per questo motivo Synchronos, l’impresa di gestione del MUSMA insieme al videomaker argentino Pablo Monton, sta realizzando un progetto di digitalizzazione di tutti gli spazi del museo che saranno presto visitabili attraverso video a 360° e visori VR Cardboard, accompagnati da una visita guidata ad hoc, per permettere ad un pubblico più vasto di fruire degli spazi suggestivi di Palazzo Pomarici e della collezione permanente di sculture del MUSMA.

Sempre nella serata del 12 Ottobre, verrà presentata l’installazione permanente Linfa Grezza, realizzata da Saul Saguatti, Luca Centola e Antonio Colangelo, a cura di Simona Spinella che entra a far parte della collezione permanente del Musma e nel primo ipogeo del MUSMA dalle 19.30 alle 23.00 avrà luogo la performance Linfa Grezza, con Saguatti per le immagini e Colangelo per le musiche.

Programma: Venerdì 11 ottobre alle ore 17.00 Installazione opera “The divided brain”  di Edson Luli

DOVE: Palazzo Pomarici – Via San Giacomo (Sasso Caveoso) Matera Inaugurazione ad INGRESSO GRATUITO
Orari apertura: Lun/Dom 10 – 1


Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti di respiro internazionale, per produrre eventi artistici a Roma ed in altre città europee contro lo stigma della malattia mentale. Con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro mira a sviluppare un percorso informativo e conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’Associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative. Dal 2022, la Onlus romana ha inoltre istituito con il Progetto A-HEAD la Prima Edizione del Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” promosso da A-HEAD Project – Angelo Azzurro ONLUS, e dedicato alla memoria di Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti, due figure centrali che hanno contribuito in modo determinante alla connessione tra la ONLUS dedicata alla lotta contro lo stigma dei disturbi mentali e il settore dell’arte, con la successiva nascita del progetto A-HEAD. Da circa due anni è nato un progetto Editoriale, inizialmente AHEAD Edizioni Diari D’Arte curato e fondato dal Dott Piero Gagliardi e quest’anno Angelo Azzurro Edizioni – linea editoriale specializzata in pubblicazioni letterarie sull’approfondimento di tematiche sociali connesse al teatro, alla letteratura, alla poesia, alla psichiatria e alla psicanalisi diretta dal Dott Giuseppe Capparelli.


Ufficio Stampa Angelo Azzurro Onlus
Alessio Morganti, giornalista
alessio.mrg@hotmail.it

JAZZINSIEME FACTORY: Sir Waldo Weathers & Henry Carpaneto Organ Trio

Dopo il successo della prima serata lo scorso venerdì, Jazzinsieme Factory sta per approdare con un nuovo concerto in un’altra realtà produttiva del pordenonese: Rimorchi Bertoja, storica azienda del territorio produttrice di rimorchi per trasporti speciali, che venerdì 4 ottobre alle 20:30 aprirà le proprie porte al pubblico per il concerto del mitico sassofonista e cantante Sir Waldo Weathers con l’Henry Carpaneto Organ TrioL’ambiziosa idea di Jazzinsieme Factory, nuovo progetto dell’Associazione Culturale Blues In Villa APS, è di portare la musica all’interno delle aziende del territorio, espandendo le attività culturali all’interno degli stabilimenti produttivi e coinvolgendo le aziende partner non solo come sponsor ma anche come palcoscenico e luoghi di formazione, trasformando l’intrattenimento musicale in una preziosa risorsa di apprendimento. 

JAZZINSIEME FACTORY  SIR WALDO WEATHERS & HENRY CARPANETO TRIO

Il leggendario sassofonista di James Brown e l’Organ Trio di Henry Carpaneto per una serata di funk scoppiettante alla Rimorchi Bertoja di Pordenone 

L’appuntamento è per venerdì 4 ottobre alle ore 20:30 presso la sede di Rimorchi Bertoja, a Pordenone in Via Malignani 6. Sul palco un artista funk riconosciuto in tutto il mondo: Sir Waldo Weathers & Henry Carpaneto Organ Trio. Cantante, sassofonista e vero entertainer, Sir Waldo Weathers ha militato nella storica band di James Brown per più di 15 anni, vanta esperienze con The Nite-Liters 1968-70, Charley Pride, Johnny Taylor, Phil Collins e ora sta promuovendo i propri lavori discografici. In questo tour è accompagnato dalla formazione di uno dei migliori pianisti blues d’Europa, l’Henry Carpaneto Organ Trio completato da Livio Marconi alla chitarra e Lorenzo Bergamino alla batteria.  Il concerto è a ingresso libero, con prenotazione obbligatoria dal sito: https://www.jazzinsieme.com/jazzinsieme-factory-2024/.

Il concerto è garantito anche in caso di pioggia. 

La storia di Jazzinsieme inizia negli anni ’80, quando il sassofonista Gaspare Pasini fondò il Festival jazz che ha portato il gotha del jazz mondiale a Pordenone in una manciata di edizioni: basti pensare che tra iprotagonisti di questa prima fase del festival ci sono stati Woody Shaw, Joe Farrell, Tony Scott, Elvin Jones, Michael Brecker, Phil Woods, Chet Baker e Woody Herman e molti altri.

Nel 2019 l’Associazione Culturale Blues In Villa APS ha deciso di ri-fondare il Festival, mantenendo il logo e la linfa vitale originali e donando un nuovo jazz festival a Pordenone. Le 6 edizioni già trascorse di Jazzinsieme hanno ospitato nomi del calibro di John Scofield, Billy Cobham, Richard Bona, Avishai Cohen, RYMDEN, Kurt Elling, Charlie Hunter, Fabrizio Bosso, Enrico Merlin, Gegè Telesforo, Gianpaolo Rinaldi Trio, Gianluca Petrella, Izo Fitzroy, Calderazzo-Patitucci-Weckl.

Jazzinsieme Factory è realizzato dall’Associazione Culturale Blues In Villa APS con la collaborazione ed il supporto di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Confindustria Alto Adriatico, Cooperativa Sociale ItacaBaker Tilly Hidra Sb e importanti partner privati quali OESSERimorchi BertojaKristaliaArteRitmi.it.

Informazioni

Sito: www.jazzinsieme.com
E-mail: info@jazzinsieme.com
FB: www.facebook.com/jazzinsieme
IG: www.instagram.com/jazzinsiemefestival/
LinkedIn: www.linkedin.com/company/associazione-culturale-blues-in-villa/
Youtube: www.youtube.com/@Jazzinsiemefestival


Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

Museo della Musica, Bologna: #novecento musiche da un altro millennio

Da sinistra: Luigi Nono principale compositore delle espressioni musicali contemporanee italiane; la romantica compositrice francese Mel Bonis; il compositore jazz Duke Ellington; il gruppo musicale punk rock britannico The Clash; tutti sintonizzati col mondo di Marconi; Antônio Carlos Jobim musicista brasiliano

Dal 5 ottobre al 7 dicembre 2024 il Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna presenta l’undicesima edizione di #novecento musiche da un altro millennio, la rassegna di narrazioni musicali, incontri e concerti in cui storici, accademici ma soprattutto musicisti raccontano in parole e musica i personaggi gli stili, gli anniversari, i capolavori della loro arte durante il lungo secolo breve.

Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica

#novecento musiche da un altro millennio

XI edizione
5 ottobre – 7 dicembre 2024

Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34, Bologna
www.museibologna.it/musica 

Il programma si apre con Good Vibrations, le buone vibrazioni tra musica e letteratura in cui quattro scrittori contemporanei raccontano la mitologia dell’Olimpo della popular music attraverso le proprie interconnessioni e ossessioni con un artista da loro amato, in dialogo con i brani entrati nell’immaginario collettivo, reinterpretati dai musicisti più interessanti della scena rock, folk, popular e punk odierna. E la reverse vibration finale sarà dedicata quest’anno a Franz Kafka in occasione del centenario della morte.

Il 18 ottobre prenderà il via ultimamusica, le narrazioni musicali e le inedite performance dedicate ai linguaggi, ai protagonisti, alle idee, alle curiosità della contemporanea di un altro millennio.

Ci immergeremo in un’epoca fremente, impetuosa, a tratti problematica e troppo spesso avvolta in luoghi comuni da sfatare, sulle tracce dei grandi anniversari di quest’anno: da Arnold Schönberg a Luigi Nono a Fausto Romitelli, fino a Guglielmo Marconi, a cui -nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita – sarà dedicata anche All’ascolto del mondo, mostra-dossier nelle sale del museo in cui, attraverso documenti, vinili, radio e jukebox d’epoca, vengono indagati i sorprendenti legami tra le sue rivoluzionarie invenzioni e la frenetica attività imprenditoriale legata alla musica.

Novembre è il mese dei Jazz Insight sulla musica africano-americana, i suoi protagonisti e le vicende che ne hanno caratterizzato la storia. Legate ai più importanti anniversari dell’anno, le narrazioni musicali saranno condotte dal pianista jazz Emiliano Pintori attraverso una selezione di materiale audiovisivo di rara fruizione e soprattutto alle interpretazioni dal vivo dei suoi speciali ospiti: cinque imperdibili incontri per entrare nelle dinamiche e nei meccanismi della musica dei grandi autori, imparando ad apprezzarla e ad evitare i falsi miti che spesso ne ostacolano la comprensione.

Infine, novità di quest’anno è il ciclo Audio/Visivo, tre appuntamenti dedicati alle complesse relazioni tra suono, musica, immagine e cinema.
Il primo appuntamento inaugura la collaborazione con il Cinema Galliera per S.O.S. Sons of Sound, storica rassegna underground (e underchurch) sul documentario musicale, con l’opera prima del frontman dei Foo Fighters Dave Grohl sul rocambolesco salvataggio di uno dei più leggendari studi di registrazione della storia. A seguire la narrazione (per nervi d’acciaio…) di Francesco Locane dedicata al tempestoso rapporto tra Ennio Morricone e Dario Argento per la creazione delle colonne sonore dei suoi primi tre film, per concludere con gli esperimenti del sound-designer Diego Schiavo, che, con i suoi incredibili campionamenti dal vivo, ci farà sperimentare qual è il vero suono di un film e come i suoni comunicano subliminalmente (con) le emozioni di noi spettatori.

Programma

Sabato 5 ottobre 2024 ore 17.30
Good Vibrations: The Clash e noi
Narrazione di Carlo Lucarelli
Live> Jack Belly

Mercoledì 9 ottobre 2024 ore 10.30 – 18.30 – ingresso gratuito
Il fior fiore dei libri di musica
Rassegna dell’editoria musicologica promossa da Associazione «Il 
Saggiatore musicale» e Museo internazionale e biblioteca della musica

Sabato 12 ottobre 2024 ore 17.30
Good Vibrations: Nine Inch Nails. Come sopravvivere alla rabbia
Narrazione di Vera Gheno
Live> Nebhos

Venerdì 18 ottobre 2024 ore 18.00
ultimamusica: Sintonizzati sull’universo. Come le scoperte di Marconi (e quello che non sapeva) hanno cambiato la scienza e la musica
Narrazione di In.Nova Fert
Con Giovanni Gandolfi astrofisico, Rebecca Roda oboe, Marco Bonato clarinetto, Elisabeth Reolid Felipe viola, Marco Pedrazzi pianoforte
Nell’ambito di All’ascolto del mondo, progetto espositivo dedicato ai 150 anni della nascita di Guglielmo Marconi

Sabato 19 ottobre 2024 ore 17.30
Good Vibrations: Visioni a 33 giri. Pink Floyd: The Dark Side of the Moon
Narrazione di Fabio Zuffanti
Live> Marble House

Dal 24 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025
All’ascolto del mondo
Mostra-dossier nelle sale espositive del museo dedicata a Guglielmo Marconi a 150 anni dalla nascita in collaborazione con Musicalia museo di musica meccanica, Cesena

Sabato 26 ottobre 2024 ore 17.30
Good Vibrations: Al di là del bianco e del nero. L’epopea di Johnny Cash
Narrazione di Emiliano Visconti
Live> Acousting Plays

Mercoledì 30 ottobre 2024 ore 18.00
Jazz Insight: Piano Reflections dedicato a Duke Ellington (1899-1974)
Con Emiliano Pintori pianoforte & special guests> Gabriele Evangelista contrabbasso, Marco Frattini batteria

Mercoledì 6 novembre 2024 ore 18.00
Jazz Insight: Miss Jazz dedicato a Carmen McRae (1920-1994)
Con Emiliano Pintori pianoforte & special guest> Laura Avanzolini voce

Venerdì 8 novembre 2024 ore 18.00
Good Vibrations: Kafka fragmente dedicato a Franz Kafka (1883-1924)
Narrazione di In.Nova Fert
Con Elena Tereshchenko voce, Beatrice Martelli violino, Giacomo Tamburini voce recitante

Sabato 9 novembre 2024 ore 17.30
Audio/Visivo: Sound City. The untold story of the most legendary recording studio
Proiezione del documentario di Dave Grohl (USA, 2013, 107′)
Nell’ambito della rassegna S.O.S. Sons of Sound in collaborazione con Cinema Galliera

Mercoledì 13 novembre 2024 ore 18.00
Jazz Insight: Rambling Boy dedicato a Charlie Haden (1937-2014)
Con Emiliano Pintori pianoforte & special guest> Stefano Senni contrabbasso

Venerdì 15 novembre 2024 ore 18.00
ultimamusica: Musica illuminata dedicato ad Arnold Schönberg (1874-1951) e Luigi Nono (1924-1990)
Narrazione di In.Nova Fert
Con Alessio Romeo narrazione, Clara La Licata voce, Marco Pedrazzi e Diego Tripodi pianoforte

Sabato 16 novembre 2024 ore 17.30
Audio/Visivo: Il suono del terrore. Le colonne sonore di Morricone dei film di Dario Argento
Narrazione musicale di Francesco Locane

Mercoledì 20 novembre 2024 ore 18.00
Jazz Insight: The Amazing Bud Powell dedicato a Bud Powell (1924-1966)
Con Emiliano Pintori pianoforte & special guests> Paolo Benedettini contrabbasso, Adam Pache batteria

Sabato 23 novembre 2024 ore 17.30
Audio/Visivo: Vedo dunque suono. Come il lato invisibile del cinema guida le nostre emozioni
con Diego Schiavo sound-designer, Marco Pedrazzi pianoforte e narrazione

Domenica 24 novembre 2024 ore 17.30 – ingresso gratuito
Femminile musicale. The soul of woman
Reading-concerto di Maggie S. Lorelli pianoforte
Introducono Rosanna Poluzzi psicoterapeuta, Rossella Mariuz vicepresidente UDI Bologna e Coordinamento Centri Anti Violenza
Un progetto di Unione Donne in Italia – Bologna in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Mercoledì 27 novembre 2024 ore 18.00
Jazz Insight: Antônio Brasileiro dedicato ad Antônio Carlos Jobim (1927-1994)
Con Emiliano Pintori pianoforte & special guest> Cristina Renzetti voce e chitarra

Venerdì 29 novembre 2024 ore 17.30 . ingresso gratuito
La biblioteca di Athena: l’industria della persuasione musica e mass media nella politica culturale del fascismo
A cura di Francesco Finocchiaro
Con Alessandro Faccioli Giovanni Chiriacò (Università di Padova)
In collaborazione con Athena Musica

Venerdì 6 dicembre 2024 ore 17.30 – ingresso gratuito
La biblioteca di Athena: Vladimir Jankélévitch La musica e l’ineffabile
Edizione italiana a cura di Enrica Lisciani-Petrini
Con Silvia Vizzardelli (Università della Calabria)
In collaborazione con Athena Musica

Sabato 7 dicembre 2024 ore 17.30
ultimamusica: Have your trip dedicato a Fausto Romitelli (1963-2004)
Narrazione di In.Nova Fert
Con Bernardo Lo Sterzo narrazione e con Camerata degli Ammutinati
Michela Marchiana
 violino, Andrea Sernesi violoncello, Federico Martino flauto, Michele Fontana clarinetto


Biglietti

€ 6 intero | € 5 ridotto (studenti universitari con tesserino, minori di 18 anni, possessori Card Cultura) | gratuito (9 ottobre | 24/29 novembre | 6 dicembre)

È possibile acquistare i biglietti in prevendita:
– presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
– online (con una maggiorazione di € 1) dal sito www.museibologna.it/musica o direttamente sulla piattaforma www.midaticket.it/eventi/novecento-musiche-da-un-altro-millennio/
I biglietti non sono rimborsabili.

Informazioni
Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/musica
Facebook: Museo internazionale e biblioteca della musica
Instagram: @museomusica
YouTube: MuseoMusicaBologna

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei
X: @bolognamusei

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Tel. +39 051 6496658 / +39 051 2193469
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
elisabetta.severino@comune.bologna.it – silvia.tonelli@comune.bologna.it

FORO G gallery di Ganzirri (Me) ospita la mostra “ARCANA” di Michela Magazzù

Sabato 12 Ottobre alle 17.30 presso la FORO G gallery di Ganzirri (Me) in Via Lago Grande 43B si inaugurerà la mostra personale di pittura dell’artista emergente Michela Magazzù “ARCANA” a cura di Roberta Guarnera.

Come suggerisce il titolo la mostra volge lo sguardo su una ricerca che si muove sulla consistenza del nostro corpo, sull’atto magico di esistere e sulla possibilità che questo possa svanire e sviscera tematiche legate alla carne, a ciò che è malato e viscido. All’interno della ricerca sono entrate, poco per volta, tematiche legate alla filosofia della mente, agli atti della coscienza e agli atti inconsci collettivi, magici, presenti in diversi studi antropologici sulle varie civiltà.

I riferimenti principali della ricerca di Michela Magazzù sono L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty, Strani Strumenti di Alva Noe, Psicoma- gia di Alejandro Jodorowsky e Invito al reincantamento di Marco Mattei Michela ha la capacità di recuperare le credenze popolari per trasferirle in visione contemporanea attraverso il suo segno deciso sia nei pastelli ad olio in fomato A4 che in quelli quadrati. Presente in mostra, ci sarà anche un trittico in carboncino e fuliggine che ricorda intensamente i graffiti paleolitici delle grotte francesi e spagnole.


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)
Instagram: @forog.gallery

AMART Milano annuncia le gallerie dell’edizione di novembre

AMART 2024, che si svolgerà dal 6 al 10 novembre presso il Museo della Permanente di Milano, è la mostra dell’antiquariato nella città della Moda e del Design. Una ragionevole provocazione giunta con successo alla sesta edizione. Organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi e Promo.Ter Unione, ospiterà 63 gallerie provenienti da tutta Italia ed estero, in un nuovo percorso espositivo pensato per rendere la visita più dinamica e aperta alla contaminazione tra differenti ambiti collezionistici.

AMART 2024 si rivolge non solo al pubblico ormai consolidato delle precedenti edizioni, ma di anno in anno a una platea sempre più variegata, giovane, colta e curiosa, attratta dalla bellezza, dalla storia e dalla seduzione dell’antico di qualità.

“L’antiquariato, un piacere contemporaneo” è infatti il claim che ispira la nuova campagna, sviluppata dall’agenzia Frova, Castori e Solcia che, proseguendo il percorso fortunato di quella dell’anno scorso, mira ad intercettare le aspirazioni di un pubblico capace di apprezzare il prestigio, la cultura e le storie che gli oggetti d’epoca possono narrare e portare nelle case e nelle collezioni.

Anche quest’anno al Museo della Permanente tornano molti espositori eccellenti. Mercanti colti ed esperti, impazienti di esibire il meglio delle proprie ricerche e di raccontarlo ai visitatori. La vernice per la stampa e l’inaugurazione (su invito) sono fissate per il 5 novembre.

800/900 ARTSTUDIO
AJASSA
ALICE FINE ART
ALLEMANDI FINE ART
ALTOMANI & SONS
ANTICHITA’ ALL’ORATORIO
ANTICHITA’ G.N. DI LUCIANO GUAGENTI
ANTICHITA’ GIGLIO
ANTICHITA’ LA PIEVE
ARCUTI FINE ART
ARS ANTIQUA
ART STUDIO PEDRAZZINI
CAIATI OLD MASTERS
CAPOZZI ANTICHITA’
COPETTI ANTIQUARI
DALTON SOMARE’
DARIO GHIO
DENISE E BEPPE BERNA
DYS44 LAMPRONTI GALLERY
E.L.A. ANTICHITA’
ED GALLERY
ENRICO GALLERIE D’ARTE
FINEART BY DI MANO IN MANO
GALLERIA “LE DUE TORRI”
GALLERIA D’ ARTE CESARO
GALLERIA D’ARTE MAINETTI – MILANO 1955
GALLERIA D’ARTE SAN BARNABA
GALLERIA D’ORLANE
GALLERIA FRANCESCO CANNUCCIARI
GALLERIA GIAMBLANCO
GALLERIA NOBILI – DIPINTI ANTICHI
GALLERIA ROBERTO DUCCI
GALLERIA SILVA
GEMS AND ANTIQUES
GIOIELLERIA PICCOLO
INOPERA ITALIAN ARTS
LA PENDULERIE
LES GALERIES DU LUXEMBOURG
LORENZA SALAMON
LUCAS
F. TONINELLI ART MODERNE
 
MATTARTE
MAYFAIR RARE BOOKS AND MANUSCRIPTS
MEARINI FINE ART
MIRCO CATTAI
ORO INCENSO E MIRRA
PAOLO ANTONACCI
PHIDIAS ANTIQUES
PIVA & C.
R.V. ART GALLERY STUDIO 
RAFFAELLO PERNICI – BEST CERAMICS
RENZO FRESCHI ASIAN ART
REVE ART
ROMIGIOLI
SECOL – ART DI MASOERO
SINE TEMPORE STUDIO
SOCIETA’ DI BELLE ARTI
STUDIOLO
SUBERT
TOP TIME MUSA
TORNABUONI ARTE – ARTE ANTICA
UMBRIA ARTIS
APOLLONI & LAOCOON GALLERY


INFORMAZIONI UTILI
Museo della Permanente
Mercoledì-sabato: ore 11.00 – 20.30
Domenica: ore 11.00 – 19.30
 
Museo della Permanente
via Filippo Turati 34, Milano
amart-milano.com
 
PER INFORMAZIONI
Email: antiquari@unione.milano.it
Telefono: 02.7750447
 
Ufficio stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net
Tel. 049 663499, www.studioesseci.net

Chieti, Museo Costantino Barbella: Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolico

Sabato 5 ottobre 2024 dalle ore 10.30, GArt Gallery Modern & Contemporary Art presenta, negli spazi del Museo Costantino Barbella di Chieti, la mostra Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolico con le opere di Mauro Di Berardino, Fabrizio Molinario Pasquale Ricci e accompagnata dai testi critici di Nello Catinello

Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolico
Mauro Di Berardino, Fabrizio Molinario, Pasquale Ricci

Inaugurazione 5 ottobre 2024 ore 10.30
Museo Costantino Barbella
Via Cesare De Lollis, 10 – Chieti 
Fino al 25 ottobre 2024

L’esposizione si snoda attraverso un percorso che lega i richiami alla classicità delle opere scultoree di Pasquale Ricci ai campionari di miti, storia passata e attuale dei lavori pittorici di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario. Come scrive Catinello, «Non c’è arte senza anima, non si può dipingere o scolpire senza un moto interiore che con forza più o meno esplosiva spinga l’artista ad esteriorizzare il suo sentire, il suo rapporto con se stesso, con quanto lo circonda e con quanti si relaziona, volente o nolente. Spinto da questa esigenza, l’artista trova, coscientemente o spesso in modo inconscio, una cifra personale con la quale esprimere tutto quello che dal suo intimo non chiede altro che di erompere.»

«Pasquale Ricci ha scelto il bronzo per le sue opere e naturalmente si tratta di una scelta decisamente impegnativa in quanto richiede una sicura preveggenza dell’opera finale, che molto difficilmente potrà essere manipolata e corretta. […] Nei suoi lavori Ricci si appropria inoltre di una peculiarità, che è quella di non scolpire a tutto tondo, come se questo fosse per lui troppo riduttivo ad un’apparenza, mentre il vuoto lasciato dietro al volto scolpito fa pensare a un mondo che si è liberato, che potrebbe esserci oppure no o che potrebbe essere riempito dal pensiero di chi guarda. […] i volti potrebbero apparire come maschere del teatro arcaico, ma a differenza di quelle non vogliono esprimere i vari stati dell’animo, i volti sono muti, sono fissati in un silenzio che non cerca risposte e non vogliono neanche porre domande, non anelano a un dialogo con chi e quanto li circonda, non nascondono una indifferenza che, assolutamente tipica dei tempi che viviamo, ci riporta quasi brutalmente alla contemporaneità.»

«Il ricorrente turbinio di immagini coltivate nel tempo ha trovato via libera e Mauro Di Berardino, che non poteva non trovare che in Basquiat il suo mentore, ha proiettato sulle superfici usate una sequenza caleidoscopica di immagini, pittogrammi, assunti linguistici, riferimenti letterari, sociali, storici, mitologici, che potrebbe essere infinita se non fosse costretta dal limite spaziale del supporto utilizzato. Detto che il colore, acceso, squillante, sparso nelle più varie gamme tonali e negli accostamenti più arditi, la fa da padrone in tutte le composizioni, una riflessione meditata meritano le frasi, le iscrizioni, le parole, riversate a piene mani nelle opere. […] Siamo al ritorno della simbologia comunicativa dei graffiti rupestri preistorici, che Mauro Di Berardino, arricchendo di un codice linguistico la forza espressionistica delle immagini, fa propria come esigenza primaria e irrinunciabile e riporta inevitabilmente al contemporaneo.»

«Guardiamo i lavori di Fabrizio Molinario e una volta tanto evitiamo la consueta opera di recupero delle origini, della ricerca di riferimenti, degli accostamenti, degli inquadramenti, lasciamo da parte Dubuffet, l’arte “brut” e similari. [..] Dopo essersi guardato accuratamente attorno, dopo avere assimilato tutte le componenti della realtà nella quale si è trovato immerso, ha sentito qualcosa erompergli dentro, qualcosa che non poteva rimanere stratificato sotto l’accettazione rassegnata dello stato di fatto, per cui ha preso colori e tavolozza e ha cominciato a dipingere. Colori, certo, soprattutto colori, il colore è gioia, il colore è allegria, il colore è vita, ma soprattutto il colore è libertà, per Molinario il colore è il simbolo di quella libertà che poi trabocca dai suoi lavori.»

PASQUALE RICCI nasce nel 1981 a Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo, dove vive e lavora. Ha frequentato l’Istituto d’Arte “Mario Dé Fiori” di Penne (PE), appassionandosi e approfondendo poi tecniche e metodi innovativi e creativi. Le sue opere di maggiore spessore sono realizzate interamente in bronzo, altre opere, seppur di dimensioni maggiori e imponenti, sono create e lavorate con argilla, gesso, cemento e resina. Le sue opere nascono dalla ricerca continua che caratterizzano gli eventi di una vita umana ai suoi frammenti o pezzi di vita che si sgretolano. I tatuaggi incisi sulle opere rappresentano in forma indelebile punti di forza e debolezze che ciascun essere umano può avere.

MAURO DI BERARDINO. Inizia la carriera artistica nel 2012, dopo un’esperienza di premorte che sblocca l’interesse per la pittura, senza alcuna formazione accademica. Il suo approccio è istintivo: riesce a percepire gli squilibri nelle opere e correggerli, creando un’armonia visiva ed emotiva. La sua esperienza nella radiologia ha influenzato profondamente il suo lavoro: le radiografie, strumento scientifico per rivelare ciò che è nascosto nel corpo, si fondono nei dipinti, creando un dialogo tra il visibile e l’invisibile. Con pennellate decise, segni graffiati e simboli, esplora il confine tra corpo e anima, rendendo l’arte un ponte tra scienza e introspezione. Le opere, cariche di simbolismo, invitano lo spettatore a riflettere sul dualismo dell’esistenza, esplorando la tensione tra luce e ombra, realtà e mistero. 

FABRIZIO MOLINARIO nasce a Novara nel 1968, dove vive e lavora.Inizia la sua attività pittorica nel 2003. Il fratello, poeta e fotografo, lo introduce negli ambienti e nei salotti artistici della città; comincia così ad esporre le proprie opere nel territorio novarese e, in contemporanea, inizia la sua sperimentazione artistica rifacendosi a diverse correnti. Ha collaborato con Gallerie di Copenaghen e Vienna e attualmente lavora, tra le altre, con la Galleria “Gliacrobati” di Torino, punto di riferimento in Italia per l’arte irregolare, e con la “GArt Gallery” di Pescara. Ha esposto in musei, spazi pubblici e fiere, sia in Italia che all’estero. È un esponente dell’arte irregolare/outsider.


INFO
Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolico
Mauro Di Berardino, Fabrizio Molinario, Pasquale Ricci
Inaugurazione 5 ottobre 2024 ore 10.30
Fino al 25 ottobre 2024
Orari: martedì 9-13 / 15-18; mercoledì 9-13; giovedì 9-13 / 15-20; venerdì e sabato 9-13
 
Museo Costantino Barbella
Via Cesare De Lollis, 10 – Chieti
info@museobarbella.it
www.museobarbella.it/

GArt Gallery Modern & Contemporary Art
Via Piero Gobetti 114 – Pescara
Tel. +39 349 7913885
info@gartgallery.it
www.gartgallery.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com – tel. 3494945612
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Castello di Vigevano – I Rossi di Gianni Mantovani

Sabato 5 ottobre 2024 alle ore 17 presso la PINACOTECA COMUNALE – Castello Sforzesco di Vigevano (Pavia), si inaugura “ROSSO Giorno e Notte”, una personale di Gianni Mantovani che rimarrà allestita fino al 27 ottobre e sarà aperta al pubblico nei seguenti orari: martedi, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 17,30 mentre il sabato e domenica dalle ore 10 alle 18.

La mostra è patrocinata dal Comune di Vigevano, e dalle Associazioni LEGAMBIENTE, FAI, WWF.

All’inaugurazione interverranno il Sindaco Andrea Ceffa, l’Assessore alla Cultura Riccardo Ghia, l’Assessore all’Ambiente Daniele Semplici ed i Presidenti delle Associazioni.



La mostra di Gianni Mantovani, con note critiche di Edoardo Maffeo “Gianni Mantovani: la poesia delle emozioni”, vede esposte opere pittoriche ispirate ai temi ambientali a testimonianza della sensibilità verso la Natura dell’artista modenese. Paesaggi, fiori e natura vengono rappresentati attraverso forme primarie ed essenziali che si nutrono di memorie e di una visione sognante.

Il motivo caratterizzante delle opere in mostra è il paesaggio dal colore rosso, che testimonia la sensibilità dell’artista verso il surriscaldamento globale del pianeta ed i preoccupanti e sempre più accelerati cambiamenti climatici.

I titoli scelti da Gianni Mantovani per alcune delle opere in mostra (Anche le stelle si amano, Il credere ci fa vivere meglio, Siamo luce dell’alba, Meravigliato dalla bellezza del creato, Giocare fra le nuvole, Orizzonti sospesi, Guardo il creato e vedo il sorriso di Dio, La grande bellezza della natura, Il sole ci parla in silenzio) riguardano i sentimenti della vita, i sogni e una visione fiduciosa e speranzosa del creato.

Gianni Mantovani nasce a Concordia (Mo), dove tuttora risiede.
Studia all’Istituto d’Arte di Modena e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Bologna. A diciassette anni vince il concorso indetto tra gli studenti delle Accademie d’Arte Italiane tenuto presso il Palazzo dei Musei di Modena e successivamente partecipa, in rappresentanza dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, alla “Terza Mostra di Incisione” presso il Gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma.
Nel 1974 inizia a insegnare Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Bologna.
Verso la metà degli anni ’80 la sua ricerca artistica si orienta sul versante astratto in sintonia con il critico Giorgio Cortenova che teorizza l’”Astrazione arcaica”, presentandolo alla Pinacoteca di Macerata e alla Galleria Civica di Vicenza.
In quel periodo espone le sue opere improntate ad un’ astrazione che diventa sempre più lirica, a Modena, Firenze, Verona, Roma, Pavia, Sofia (Bulgaria).
Nel 1991 è vincitore del concorso nazionale per l’insegnamento di “Pittura” nelle Accademie d’Arte italiane in cui i titoli artistici sono fondamentali per l’assegnazione del punteggio.
Dal 1994 è docente di ruolo di “Pittura” e in seguito di “Disegno” presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e per vari anni è segretario dell’Istituto di Pittura.
L’Università di Bologna gli offre contratti per tenere lezioni ai corsi di specializzazione SISS dei futuri insegnanti di Educazione Artistica e Discipline Pittoriche.

Gli anni ’90 vedono Mantovani appassionarsi all’Arte Tribale, ed in modo particolare a quella africana. Opere di Arte Africana della sua collezione sono state esposte a Parigi, Genova e Milano, e pubblicate su libri e riviste in Francia, Inghilterra, Belgio e Usa.
Questo interesse contribuisce in modo significativo ad accelerare una svolta creativa che era già nell’aria in cui le nuove opere pittoriche si caricano di immagini semplici e fantastiche. Paesaggi, fiori e natura vengono rappresentati attraverso forme primarie ed essenziali nutrendosi di memorie e di una visione sognante.
Vengono realizzate mostre in spazi pubblici e privati: Galleria Romberg di Latina, Fiera d’arte di Roma “Riparte”, Galleria Mazzocchi di Parma, Istituto di Cultura “Casa Cini” di Ferrara, Istituto di Cultura Italiano di Berlino, Galleria Comunale di Angoulême (Francia), Galleria dell’Università di Parenzo (Croazia), Castello dei Pico di Mirandola, Museo Civico di Castelfranco Emilia, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Galleria Unimediamodern di Genova. Mantovani sempre di più affronta le tematiche ambientali e sente l’urgenza di affrontare tutti assieme i problemi legati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento del pianeta.

Tra gli altri hanno dedicato scritti e note critiche:
Renato Barilli, Mario Bertoni, Luigina Bortolatto, Maria Campitelli, Toti Carpentieri, Renata Casarin, Giorgio Celli, Claudio Cerritelli, Vittoria Coen, Diego Collovini, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Roberto Daolio, Gianfranco Ferlisi, Michele Fuoco, Armando Ginesi, Antonio E. M. Giordano, Walter Guadagnini, Massimo Mussini, Filiberto Menna, Nicola Micieli, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Sandro Parmiggiani, Marilena Pasquali, Concetto Pozzati, Giuliano Serafini, Sandro Ricaldone, Matteo Vanzan.


GIANNI MANTOVANI: La poesia delle emozioni

L’arte è espressione dei tempi. Forse non è la catalizzatrice totalizzante delle nostre vite e del nostro modo di pensare ma di sicuro influenza il nostro sguardo e gusto, possiede il potenziale per mutare plasticamente la prospettiva da cui osserviamo un problema, di cambiare rapidamente gli stereotipi e i modi con cui pensiamo. L’arte può suggerire riflessioni profonde e concrete, non trascurando le sfere emozionali a cui esse sono connesse ma, soprattutto, l’arte ha la straordinaria capacità di evocare e trasmettere quelle che ormai tutti chiamano “urgenze”.

Sebbene per anni il senso comune non sia riuscito a metterne a fuoco l’entità e l’imminenza, argomenti attuali e preoccupanti come il cambiamento climatico e il riscaldamento globale non possono quindi che offrire ad un artista spunti in abbondanza per un racconto funzionale a una rilettura critica del sistema uomo-natura. L’obiettivo resta quello di sensibilizzare e spiegare i tanti perché questi cambiamenti stanno avvenendo, quali sono le evidenze e gli impatti anche da un punto di vista culturale e sociale, come tutti noi si possa agire per frenare i tanti, troppi, comportamenti autodistruttivi dell’uomo ed evitare che questo processo degeneri in una tragica ed irreversibile crisi sistemica. La Natura, non è cosa esterna a noi, ma fa parte di noi – anzi noi siamo parte di lei – per cui non è possibile raccontarla senza far ricorso alle emozioni e solo l’arte può riuscire a coinvolgere le sfere emozionali e toccare a fondo determinate corde.

Poi, come sempre, è un problema di “toni”: come nella vita di tutti i giorni anche nel mondo dell’arte c’è chi strilla, chi provoca, chi graffia e chi batte la grancassa.
Per fortuna c’è anche chi, pur preoccupato ed indignato per la mancanza di una consapevolezza collettiva sui temi ambientali, riesce ancora a porgere allo spettatore il suo messaggio, forte e chiaro, con l’estrema eleganza del segno e la delicata poesia del colore.

Ho sotto gli occhi decine di immagini delle opere di Gianni Mantovani, sono sopraffatto dall’essenzialità e sobrietà, ma credetemi tutt’altro che ingenua, semplicità delle sue composizioni. Orizzonti alti e tesi punteggianti da monti rigorosamente triangolari e rilievi tondeggianti, il profilo di qualche piccolo edificio bianco, delle barchette con le vele spiegate, ciuffi d’erba, arbusti e alberi, a volte solitari, a volte maestosi ma rinsecchiti. Tutto qui, quasi all’infinito. Nessun essere vivente, nessuna presenza umana? Un vuoto solo apparente poiché la rada dissemina di casette bianche, sulla scorta della lezione di Carl Gustav Jung, non ci narra di solidi edifici, di spazi reali ma di allegorici spazi dell’Io, anzi, di una costante coscienza individuale che si pone al centro della scena. Ad accendere questi panorami desolati, senza tempo e senza luogo, provvedono quei rossi laccati, a volte brillanti a volte ombrosi, che si sciolgono nello spazio del cielo e della terra, i neri, profondi, delle occasionali pozze d’acqua, quei gialli e bianchi che, freddi, segnano i confini tra il tutto ed i pochi elementi formali presenti nella composizione.

Se i colori sono un non velato omaggio alla sua tanto ammirata arte tribale africana, il sapiente uso narrativo, emozionale e simbolico che ne fa è tutto suo: la terra arde, il caldo ci soffoca, il pericolo è

imminente e l’allarme è da tempo scattato. Nell’opera di Mantovani c’è una realtà che è la realtà intellettuale e c’è lo spazio, ma è lo spazio che vive dentro di noi, egualmente reale come lo spazio misurabile del nostro mondo esterno. Siamo in piena metafora, con un atto di lucida semplicità, di completo abbandono alle immagini interiori, cercando di tornare all’essenza, come hanno fatto i popoli primitivi, e come fanno i bambini, cercando di ritrovare il segreto perduto dell’innocenza. L’artista abbandona la loquacità espressiva che purtroppo caratterizza tanta figurazione contemporanea per lasciar posto all’espressione delle trame essenziali. Ed è proprio questa narrazione del mezzo, questa concentrazione sulla maggior forza espressiva possibile di ogni segno che dona una efficacia poetica dirompente alla sua pittura e potenza al suo messaggio sulla gravità dell’ora.


Mantovani – Principali esposizioni

PRICIPALI ESPOSIZIONI

Mantovani – Bibliografia

BIBLIOGRAFIA


Da Gianni Mantovani gianni_mantovani@alice.it 

“Whispers of Inspiration”: Arte e Spiritualità a Venezia

A Venezia il 4 ottobre alle ore 19:00, presso la Galleria Leblon in Fondamenta Zorzi – 368, proprio di fronte alla Peggy Guggenheim Collection, si terrà l’Opening di Whispers of Inspiration: Exploring Inner Light Realms. Si tratta della mostra personale di Sibylle Monica Wirth Zubler, conosciuta come SMWZ. L’esibizione è al contempo l’espressione del viaggio interiore, così forte e sentito dall’artista svizzera, e la condivisione empatica e autentica del “sentire” di Sibylle che si apre e si confronta con il pubblico.

Oltre all’esposizione delle sue opere di pittura, scultura e poesia, SMWZ invita tutti coloro che sono interessati a partecipare a una meditazione guidata, condotta dall’artista, che avrà luogo domenica 6 ottobre alle ore 17:30 presso Fondamenta Zorzi 368, Venezia.

A VENEZIA L’ARTISTA SMWZ ESPRIME 
LA PROPRIA RICERCA SPIRITUALE 
CON EMPATIA ED ENERGIA VIBRANTE

L’artista svizzera esplora con grande profondità la propria ricerca spirituale attraverso pittura, scultura e poesia. La mostra sarà un’occasione per scoprire opere impregnate di empatia e sensibilità.

Come scrivono nel testo curatoriale, Nicolas Fiedler e Giulia Mastrangelo «L’ispirazione è il sottile e silenzioso sussurro dell’universo che ci guida a vedere oltre l’ordinario e ad abbracciare l’infinito potenziale che abbiamo dentro. 
Apre alle verità più intime o universali e ci conduce attraverso un’intuizione brillante.
Questo potenziale di creatività artistica o ascolto artistico che noi umani possediamo ci permette, se assecondato, di creare un ponte tra terreno e divino.
Per coloro che scelgono d’impegnarsi profondamente con questa energia, essa diventa non solo una conseguenza, ma un principio guida, un motto che dà forma al loro percorso di realizzazione».

Sibylle presenta i propri lavori per entrare in una connessione più profonda, le sue opere sono come dei sistemi interconnessi, la pittura e la poesia sono in un rapporto di ut pittura poesis, mentre le sue sculture sono delle traduzione tridimensionali dei suoi dipinti.

La sua personale veneziana vuole cercare di esprimere appieno la sua scelta di usare l’arte per esplorare ed esprimere le molteplici strade offerte dalla creatività e dall’esistenza.

Rispetto ad altri artisti, la proposta di Sibylle invita una buona propensione a rapportarsi con gli altri con empatia, oltre al coraggio di mostrare la propria sensibilità attraverso un percorso creativo. Continuano Fiedler e Mastrangelo «insegnare non solo a vedere ma anche a sentire». 

Fortunati coloro che conoscono meglio sé stessi, trovando la luce dentro di loro e lasciandola risplendere all’esterno. Con questa mostra scegliamo di parlare di un processo e di una visione unica, invitandovi a immergervi nell’arte e nella possibilità di conoscere meglio, una personalità di straordinaria spiritualità come SMWZ.


INFORMAZIONI
L’inaugurazione si terrà presso la Galleria Leblon – Fondamenta Zorzi, 368 Venezia.
La mostra resterà aperta dal 4 ottobre al 1° novembre con orario dalle 11:00 alle 18:00.
L’esposizione è curata da Nicolas Fiedler e Giulia Mastrangelo.
Ingresso libero.

L’artista guiderà una speciale meditazione all’interno della galleria domenica 6 ottobre alle 17:30, tutti sono invitati e l’ingresso sarà gratuito fino a esaurimento posti.

Immagine che contiene testo, Carattere, logo, design

Descrizione generata automaticamente

Ufficio Stampa e Comunicazione 
Davide Federici
info@davidefederici.it | https://www.davidefederici.it/