

Stima circa 300 mila euro
Un’asta straordinaria accende i riflettori sulla figura di Napoleone Bonaparte: il 25 giugno, Sotheby’s Parigi presenta la collezione di Pierre-Jean Chalençon, una delle più vaste raccolte napoleoniche mai apparse sul mercato. Oltre cento oggetti raccontano l’Imperatore tra mito, potere e intimità, restituendo un ritratto sfaccettato attraverso arte, storia e memoria.
Pierre-Jean Chalençon è considerato uno dei massimi esperti e collezionisti al mondo nel campo delle arti legate a Napoleone Bonaparte. Ha curato importanti mostre internazionali ed è stato ospite d’onore alla Biennale di Parigi del 2018, tenutasi al Grand Palais. Figura nota anche al grande pubblico, partecipa regolarmente a trasmissioni radiofoniche e televisive, tra cui il programma Affaire conclue su France 2. Dirige il Souvenir napoléonien, il Cercle France Napoléon e sovrintende alla gestione del Palais Vivienne, storica dimora parigina. Autore prolifico, ha firmato articoli e volumi di riferimento sull’arte dell’epoca imperiale, tra cui Napoleone, l’Imperatore Immortale (2002) e L’Incoronazione di Napoleone (2004).
Napoleone all’asta
Il prossimo 25 giugno, Sotheby’s Parigi aprirà le porte della sua storica sede di rue du Faubourg-Saint-Honoré a un evento che unisce storia, arte e collezionismo in una delle vendite più imponenti mai dedicate alla figura di Napoleone Bonaparte. Protagonista assoluta, la collezione privata di Pierre-Jean Chalençon: oltre cento oggetti tra arredi, cimeli, dipinti, documenti e reliquie personali che restituiscono la parabola straordinaria di un uomo diventato mito, dall’ascesa imperiale alla malinconia dell’esilio.
Frutto di oltre quarant’anni di ricerca appassionata e meticoloso studio, la collezione Chalençon è considerata una delle più vaste e autorevoli raccolte napoleoniche mai apparse sul mercato. Prima dell’asta parigina, due esposizioni internazionali ne hanno anticipato il prestigio: una a Hong Kong (23–27 maggio), l’altra a New York (5–11 giugno), tappe simboliche di un itinerario globale che conferma la rilevanza culturale del progetto. Ogni pezzo in asta è testimone della grandezza storica e della dimensione più intima dell’Imperatore: l’uomo stratega, il condottiero carismatico, ma anche il marito, il padre, il prigioniero.
A guidare la narrazione, oggetti di straordinario valore simbolico. In apertura, il leggendario bicorno indossato “en bataille”, uno degli emblemi più riconoscibili di Napoleone. Donato al generale Mouton dopo la battaglia di Essling, oggi è stimato tra i 500 e gli 800 mila euro. Seguono la spada cerimoniale usata per l’incoronazione a Notre-Dame (realizzata dall’armaiolo Boutet di Versailles), e il sigillo personale in oro ed ebano, sottratto a Waterloo e successivamente donato al maresciallo prussiano Blücher — entrambi icone di un potere costruito anche attraverso la cura dell’immagine e della rappresentazione.
Ma è forse nel dettaglio degli oggetti più minuti e privati che si coglie il senso profondo della raccolta: il codicillo autografo redatto a Sant’Elena, in cui Napoleone dispone gli ultimi beni a favore dei fedelissimi; la manica macchiata di salsa di un abito consolare, custodita per un secolo dal sarto Chevallier; o ancora il letto da campo pieghevole, compagno di viaggi e battaglie, progettato per accompagnarlo ovunque. Ogni oggetto è una scheggia di romanzo, un frammento autentico che collega l’epopea storica alla fragilità quotidiana.
Il percorso dell’asta tocca anche l’arte visiva e la pittura ufficiale, documentando l’impatto del linguaggio napoleonico sull’immaginario figurativo dell’epoca. Tra le opere in catalogo, lo studio per il ritratto d’incoronazione attribuito a François Gérard (stimato intorno ai 300 mila euro) e la struggente tela di Paul Delaroche, Napoleone a Fontainebleau (1848), in cui l’Imperatore è raffigurato nell’istante in cui prende atto della sconfitta, seduto e silenzioso in una stanza vuota: icona perfetta della transizione dal potere alla memoria.
Anche gli arredi parlano la lingua del potere e dell’intimità. Dal trono da parata proveniente dal palazzo di Stupinigi, espressione del gusto torinese sotto l’Impero, alla toeletta personale di Giuseppina, proveniente dal castello di Saint-Cloud, ogni oggetto è specchio di un’epoca che ha saputo coniugare la monumentalità della forma con l’eleganza della vita quotidiana. Non manca nemmeno un’intera sezione dedicata al giovane Re di Roma, figlio tanto atteso da Napoleone e Maria Luisa d’Austria: piccoli abiti, oggetti d’infanzia, testimonianze familiari che completano la narrazione con un registro più affettuoso e privato.
Il valore della collezione, però, non si misura soltanto nel pregio materiale o nell’unicità dei pezzi. Come sottolinea Marine de Cenival, responsabile della vendita per Sotheby’s, essa offre “una visione completa e complessa dell’eredità napoleonica, mescolando emblemi del potere e memorie personali”. Un punto di vista condiviso anche da Louis-Xavier Joseph, responsabile del dipartimento mobili europei, che evidenzia come questa raccolta rappresenti una sintesi insuperata di studio, passione e competenza istintiva, capace di raccontare tanto il mito pubblico quanto la vita privata dell’Imperatore.
Pierre-Jean Chalençon, “l’imperatore dei collezionisti”, è una figura nota agli appassionati di storia e al grande pubblico. Esperto di fama internazionale, volto televisivo e animatore culturale, ha costruito negli anni un vero e proprio cabinet de curiosités all’interno del Palais Vivienne di Parigi, tempio laico della memoria napoleonica. Direttore del Souvenir Napoléonien e del Cercle France Napoléon, ha anche pubblicato opere di riferimento come Napoleone, l’Imperatore Immortale (2002) e L’Incoronazione di Napoleone (2004), contribuendo alla diffusione e alla valorizzazione del patrimonio artistico dell’epoca imperiale.
Con questa asta, Sotheby’s non si limita a vendere oggetti: mette in scena un’intera visione del mondo, un universo culturale che ha saputo imporsi nella storia attraverso simboli forti e gesti teatrali. La collezione Chalençon non è un archivio di reliquie, ma un racconto continuo, un’opera aperta che rinnova la fascinazione per una delle figure più complesse e ambigue della modernità. E lo fa con la precisione del catalogo, la suggestione del museo e l’emozione di una biografia che continua a interrogarci.
In un’epoca segnata da revisionismi e semplificazioni, l’eredità di Napoleone si mostra qui in tutta la sua ambivalenza: genio politico e autoritario, eroe e carnefice, riformatore e despota. Ogni oggetto in asta è una lente d’ingrandimento sulla storia europea e sulle sue contraddizioni. Una storia che, come questa collezione, non smette mai di parlare al presente.
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