Come il Natale cristiano ha
assorbito tra i vari riti pagani anche la festa "della nascita dellinvitto
sole,"anche la celebrazione pasquale coincise con la morte e la resurrezione del dio
frigio Attis che si svolgeva a Roma il 24 e il 25 Marzo, inoltre questa data coincideva
con linizio dellequinozio di primavera, cioè con il periodo più favorevole
per il ritorno in vita del "nume" della vegetazione. D'altra parte la
rappresentazione antropomorfica del ciclo vegetale attraverso la morte e resurrezione di
un dio affonda le sue radici nei complessi rituali propri delle società cerealicole
dell'area mediterranea, vi sono infatti molte analogie tra i riti di Adone e quelli della
Pasqua in Grecia, nell'Italia meridionale e soprattutto in Sicilia, e questo lo vediamo
ancora oggi con i giardini di Adone che si depongono nei sepolcri allestiti in chiesa per
il giovedì santo.
Nei pani tradizionali che si preparano a Pasqua in Sicilia è possibile
dunque rinvenire le antiche radici precristiane della festa, anche se sono dispersi o sono
in gran parte trasformati. Tra i pani che si confezionatolo ancora oggi abbiamo "u
pani ri pasqua", il pane di pasqua tipico di Buscemi, è rotondo e ha al centro una
croccetta rilevata nella stessa pasta, questa forma si richiama al pane tetrablomo,
raffigurante lostia del banchetto eucaristico è fatto con grano duro, pesa circa
due chili e viene, consumato il giorno di pasqua. I "pani ra puòstili" cioè
pani degli apostoli li ritroviamo nella zona del ragusano, questi 'vengono preparati per
il giovedì santo, per sciogliere un voto si portano in chiesa in un grande canestro,
hanno forma elissoidale e una croce incisa
allestremità, la loro quantità varia in base alla promessa fatta. Durante
leucarestia in chiesa, il celebrante lava i piedi a dodici bisognosi del paese, che
rappresentano appunto gli apostoli, e ad essi vengono distribuiti i pani.
Altri nomi e
forme di pane rientrano nella simbologia pasquale come "la cruna du Signuri",
la corona del Signore che ha la forma di una ciambellina lavorata a treccia., e la "tinagghia"
preparato con pasta di farina e uova rappresenta appunto la tenaglia, insieme alle
scalette e alle croci queste forme rimandano agli strumenti della crocifissione, ma questi
pani vengono preparati anche per altre occasioni. Un pane diffuso sia nella Sicilia
occidentale che orientale è il cosiddetto "pani di cena" che dal nome
richiama il pane consumato da Gesù nell'ultima cena, ma c'è una variante tra le due
parti geografiche infatti nella Sicilia occidentale e in particolare a Messina con la
'ciciulena" cioè con il sesamo, questo pane pur essendo sempre legato al rituale
della pasqua lo si trova ormai quotidianamente in ogni panificio.
Al confine tra i pani e
i dolci erano invece "i pupi cu lova", che avevano fattezze non
solo antropomorfe ma anche zoomorfe, o erano semplicemente oggetti in ogni caso comunque
erano di due o più uova sode. Questi pupi però ebbero una tale diffusione che il loro
nome si estese anche a pani e dolci pasquali di forme diverse, il Pitrè infatti afferma
che "i pupi rappresentano le maggior stranezze della fantasia con forme di bambole,
pupattole, mostri, imbottiti di uova sode, lo studioso tra le varie forme si sofferma sul
"russuliddu" "un chierico rosso della cattedrale di Palermo, vestito
di cotta e di sottana con un bell'uovo in ventre.
Molto ampia è dunque la tipologia di
questi speciali pani che prendono nomi diversi a seconda della località in cui sono
preparati, sono infatti chiamati "panaredda" a Favara e a Palazzolo
Acreide, "campanara" a Marsala, Mazara e Trapani "cannatuni"
nei paesi del Belice, "cuffitteddi" (da piccola coffa, sporta) a
Buccheri, "cannilera" a Sciacca, Licata e Avola, "vaccareddi" a
Castelvetrano e partanna, "cicìu cicìuliu" a Lentini e Adrano, "cannateddi"
a Montelepre, "cuddura cu l'ova" Messina, "cavadduzzi" a
Melilli, "purcuspinu" a Giarre e a Noto. Quest'ultimo pane si fa ancora
con uno o due uova ricoperta da una sfoglia di pasta lavorata a punta di forbice in modo
che si rialzino delle cime simili ad aculei, invece la testa ed il resto del corpo vengono
rifiniti a a mano, sempre con la forbice si ottengono la criniera e il mantello dei cavadduzzi, mentre le redini sono riprodotte con due trecce di pasta.
Luovo comunque
campeggia come elemento centrale di moltissimi tipi di pani pasquali, esso fin
dall'antichità è stato considerato come simbolo dell'origine delle cose, ma anche l'uso
di inserire le uova comr motivi decorativi negli impasti di pane sembra remoto, questa
tradizione è assai diffusa in tutti i paesi dell'Europa mediterranea e Balcanica, inoltre
tracce di uova colorate sono state ritrovate in abitazioni lacustri e primitive ed anche
in tombe d'epoca bizantina.
Con l'avvento del cristianesimo luovo esprimerà un
diverso rilievo simbolico, raccogliendo in sè limmagine concreta della resurrezione
e della speranza, sappiamo inoltre che già da prima del IV secolo la benedizione delle
uova pasquali interrompeva il cosiddetto "cannnnaru' cioè il tempo in cui la chiesa
permette di mangiar carne. Inoltre si presume che quando si benedicevano le uova pasquali
si preparavano dei pani speciali per la benedizione o per le offerte che si facevano in
chiesa, tra le varie forme di pani e dolci il simbolismo cristiano predilige la colomba.,
la sua simbologia di uccello apportatore della primavera ha una più remota origine che
per tappe successive il cristianesimo ha associato all'Annunciazione, allEpifania e
in seguito alla pasqua. |
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