Il concetto di
“anello mancante” nacque all’interno del
dibattito evoluzionista già nel XIX
secolo. L’evoluzione allora veniva
concepita come una catena. Si aspettava
quindi il ritrovamento di fossili che
comprovassero la linea evolutiva tra gli
umani e i cosiddetti animali "inferiori",
cioè di un anello mancante.
Attualmente, tuttavia, gli scienziati
hanno abbandonato il concetto di”catena”,
quindi lineare, in favore di diagrammi "a
cespuglio", in cui tutte le specie e tutte
le popolazioni viventi sono considerate
“forme transizionali”. La locuzione
"anello mancante", comunque, è rimasta
nella cultura divulgativa e nel dibattito
parascientifico, come critica
antievoluzionistica.
Il termine
“anello mancante” fu coniato da William
Hopkins, che, all’indomani della
pubblicazione darwiniana, nel 1860, nel
testo The Geological Evidences of the
Antiquity of Man, osservava: “…dove
sono gli anelli mancanti e a quale punto
del suo progressivo miglioramento l'uomo
acquista la parte spirituale del suo
essere e diventa dotato del tremendo
attributo dell'immortalità?". In
effetti Darwin non parlò mai di anelli, ma
di forme transizionali, che rimanevano,
comunque difficili da provare sulla base
dei ritrovamenti paleontologici (passaggi
filogenetici che rimangono ignoti). In
effetti, la carenza di prove materiali era
considerata dallo stesso Darwin all’epoca
come: "l’obiezione più ovvia e seria che
può essere fatta contro la mia teoria".
Dalle poche prove paleontologiche
disponibili, egli rimaneva convinto della
sua teoria dell'evoluzione attraverso la
selezione naturale.
Uccelli e dinosauri
Appena nel 1860, un anno dopo la
pubblicazione, si ebbe il rinvenimento del
fossile di Archaeopteryx, la forma
transizionale tra dinosauri e uccelli.
Questo reperto spostò molto all’indietro
l’epoca della transizione (si parla del
Triassico) e della biforcazione dei due
rami di sviluppo genetico, uccelli da un
lato e dinosauri dall’altro, che non si
sarebbero più biforcati nel tempo (non
erano state scoperte altre forme fossili
in tal senso). Da ritrovamenti recenti,
quali quello del Confuciusornis, il
rapporto tra uccelli e rettili è stato
dimostrato, con l’unica mancanza del
rettile generatore e dell'eventuale
confine tassonomico.
La tassonomia
La tassonomia è la disciplina della
classificazione, il cui nome infatti, è
l’unione dei due termini greci
“ordinamento” e “regola”. E’ molto
utilizzato per designare la tassonomia
biologica, ossia le norme con cui vengono
ordinati gli organismi in un sistema di
classificazione scientifica formato da una
gerarchia di taxa. Un taxon (al
singolare), è un’unità tassonomica, un
nodo in una classificazione che utilizza
un dendrogramma (uno schema ad albero),
che raggruppa, in una gerarchia di
inclusione, organismi reali, distinguibili
sia morfologicamente sia geneticamente da
altri organismi, la cui unione definisce
una unità sistemica. . L'attuale
orientamento tassonomico, infatti,
considera gli uccelli come dinosauri
teropodi, cioè, un gruppo di essi molto
specializzato, che evitò l'estinzione di
massa, avvenuta tra Cretaceo e Terziario.
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