Durante gli anni Sessanta, in Italia si verificano profondi cambiamenti sociali e politici; la città di Torino, in particolare, è teatro di grandi trasformazioni e partecipa alla svolta epocale in un clima animato da forti contraddizioni. Nel 1961, centenario dell’Unità nazionale, la città supera il milione di abitanti, diventando uno dei maggiori poli industriali d’Italia. Il boom economico è tuttavia seguito da tensioni sociali: nelle fabbriche, gli operai si battono per l’adeguamento dei salari, trovando preziosi alleati negli studenti, che reclamano il diritto allo studio per tutti gli strati sociali. Questo desiderio di rinnovamento favorisce un inedito fermento culturale, che porta alla nascita di un nuovo fronte di intellettuali e artisti.
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