Alla fine degli anni Settanta, i conflitti socio-politici mondiali e le crisi petrolifere portano al graduale esaurimento dell’ottimismo che aveva caratterizzato il decennio del boom economico e dell’idea di progresso come bene collettivo. Per descrivere questa nuova condizione di spaesamento e incertezza, il filosofo francese Jean-François Lyotard propone nel 1979 la categoria interpretativa di “società postmoderna”, la cui caratteristica peculiare è il venir meno delle “grandi narrazioni” di illuminismo, idealismo e marxismo, che erano state garanti della coesione sociale e delle utopie rivoluzionarie.
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