Lungo i giardini del Palais-Royal 1/3

 

Esattamente di fronte all’ala Nord del Louvre, si aprono i cancelli dell’ampia piazza del Palais-Royal, che ospita oggi il Consiglio di Stato. Chi conosce la sua storia sa bene che il Palazzo è nato come residenza privata del cardinale Richelieu; ma alla sua morte passò in proprietà alla famiglia reale. Di qui il suo nome, anche se, tra Parigi e dintorni, di Palazzi Reali ne possiamo contare più d’uno, a cominciare dal Louvre stesso o dal Palazzo delle Tuileries, suo prolungamento, demolito in seguito a un incendio. Raccontano le cronache che per qualche tempo i rivoltosi Frondeurs costrinsero il giovane Luigi XIV a lasciare proprio le insicure Tuileries per soggiornare in quello che, un tempo, era stato il Palais Cardinal, con la regina Madre reggente e il cardinale Mazzarino, primo ministro, vero gestore del potere fino alla maggiore età del Re.

Tutti sanno, però, che la residenza amata dal futuro Re Sole era il favoloso Château de Versailles, ad una ventina di chilometri dalla capitale, dove il 6 maggio 1682 il sovrano trasferì definitivamente ed ufficialmente la propria Corte, benché la Reggia non fosse ancora del tutto completata. Fu per questo motivo che nel febbraio del 1692 Luigi XIV offrì il Palais-Royal a Monsieur (titolo nobiliare riservato esclusivamente al fratello minore del Re) Filippo I d’Orléans. Con questo atto il Palazzo divenne residenza dei Duchi di Orleans e del proprio casato.

“Noblesse oblige”, una responsabilità di sangue che dovrebbe sottintendere agiatezza, potere, prestigio. Fatto sta che nel 1781, il discendente Filippo d’Orleans, Duca di Chartres, noto come Philippe Egalité, si trovava sull’orlo della rovina.  Intraprese, pertanto, un articolato piano di speculazione immobiliare.  Dal momento che i giardini prospicienti il Palazzo erano aperti alla città, perché non lottizzarne i margini, per farne costruzioni fruibili dal pubblico? Ciò avrebbe permesso di accrescere il consenso popolare e, nel contempo, pareggiare il bilancio familiare. Il progetto, naturalmente, suscitò il disappunto dei proprietari limitrofi, che perdevano la vista sull’ampio spazio verde. Nonostante ciò fu incaricato della lottizzazione l’architetto Louis Victor, che il Duca aveva conosciuto a Bordeaux nel 1776, durante i lavori di costruzione del Grand Théâtre, accolto come il più bel teatro francese dell’epoca.

Galeries del Palais Royal
Galeries del Palais Royal

Le nuove edificazioni si eressero per setti livelli: un seminterrato, un pianoterra per attività commerciali, sormontato da un ammezzato, un piano nobile, un attico, un piano mansardato ed infine un sottotetto destinato alla servitù. Il prospetto, uniforme per tutto perimetro del giardino, fu terminato nel 1786 con le alte arcate in pietra del portico. Il quarto lato a sud, quello della “cour d’honneur” del Palazzo, doveva essere completato con un maestoso colonnato, sormontato da una terrazza. Furono gettate le fondamenta, ma per mancanza di finanziamenti il cantiere fu interrotto. Sembrava per poco tanto che, momentaneamente, si provvide a riparare dalle intemperie i lavori sospesi; ma questi lavori non furono più ripresi.

Quel doppio colonnato che oggi conclude la corte – ed apre sull’istallazione concettuale “Les Deux Plateaux” di Daniel Buren – non è, a ogni buon conto, progetto di Louis Victor. In qualche modo ne è la diretta conseguenza; ma questa è un’altra storia e troverò modo di raccontarla la prossima volta.

 

Per saperne di più sull’immagine consulta la scheda del musée Carnavalet di Parigi

Leggi anche: Béatrice MÉON-VINGTRINIER, « Les galeries du Palais-Royal, ancêtre des passages couverts », Histoire par l’image [en ligne].

 

logo4

 

 

About the author: Sergio Bertolami