Opere importanti del Museo Civico Medievale di Bologna dell’Area Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna sono esposte a Pechino nella mostra Viaggio di conoscenze: “Il Milione” di Marco Polo e la sua eredità fra oriente e occidente per celebrare Marco Polo a 700 anni dalla morte.
Il Museo Civico Medievale di Bologna partecipa alla mostra in Cina “Viaggio di conoscenze: “Il Milione” di Marco Polo e la sua eredità fra oriente e occidente” per celebrare Marco Polo a 700 anni dalla morte |
Grazie a un importante progetto di cooperazione e diplomazia culturale tra Italia e Cina, il Museo Civico Medievale dell‘Area Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna partecipa alla mostra Viaggio di conoscenze: “Il Milione” di Marco Polo e la sua eredità fra oriente e occidente, il principale evento in Cina delle celebrazioni per i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, organizzato e promosso dall’Ambasciata d’Italia a Pechino, dall’Istituto Italiano di Cultura di Pechino e dalla rete diplomatica in Cina e coordinato dall’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, con il diretto sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura italiani e del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica Popolare Cinese.
La mostra celebra inoltre il 20esimo anniversario del Partenariato Strategico Cina-Italia.
Sono sette le opere provenienti dal Museo Civico Medievale di Bologna. Si tratta dei due busti in pietra che raffigurano San Domenico e San Francesco, scolpiti nel 1390 da artisti della bottega di Jacobello (Venezia, ca. 1350 – 1409) e Pier Paolo Delle Masegne (Venezia, 1386 – 1403), che un tempo occupavano gli oculi della facciata del Palazzo della Mercanzia, parte del gruppo scultoreo di sette elementi che rappresentano la Giustizia e i Santi Patroni di Bologna; uno stelo di fontana in marmo realizzata nel XII secolo per la Basilica patriarcale di San Domenico di Bologna, in cui sono custodite le spoglie mortali dell’omonimo santo; due preziosi codici miniati e due piatti di manifattura cinese risalenti al periodo Yuan (XVIII – XIV sec.), provenienti dalla pregiata collezione ceramica raccolta dal marchese Ferdinando Cospi nel XVII secolo.
Curato e coordinato da Giorgia Cestaro, Giovanna Fazzuoli e Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi, con la curatela scientifica di Eugenio Burgio, Antonio Montefusco e Andrea Nanetti, il progetto espositivo si inaugura ufficialmente oggi, 29 luglio 2024, (con apertura al pubblico dal 26 luglio) al China World Art Museum di Pechino, dove resterà visibile fino al 24 novembre 2024, per poi essere allestito in altre sedi museali in Cina.
Conosciuto anche come Millennium Museum, il China World Art Museum rappresenta la prima istituzione culturale cinese senza scopo di lucro con vocazione artistica internazionale, fondata con lo scopo di raccogliere collezioni d’arte internazionali di rilievo e con l’intenzione di fungere da piattaforma espositiva di cooperazione internazionale. Il museo, nel salone d’onore, presenta un bassorilievo circolare che narra la millenaria storia cinese; tra i personaggi rappresentati spiccano come unici caratteri occidentali citati nella storia cinese, due italiani: Marco Polo e Matteo Ricci.
Il viaggiatore e mercante veneziano Marco Polo (Venezia, 1254 – 1324) e la sua straordinaria opera Il Milione sono un esempio universalmente riconosciuto di una fase significativa di contatti globali tra Oriente e Occidente, che si sono sviluppati in ambiti cruciali come il commercio e la cultura. Questa diffusione di merci, idee, informazioni e conoscenze ha portato in Europa a una più profonda comprensione e consapevolezza di regni lontani, in particolare della Cina.
La mostra – articolata in sei sezioni principali, in cui sono presentati 135 pezzitra opere d’arte, cimeli storici e documenti, provenienti da importanti istituzioni italiane e cinesi – intende accompagnare il visitatore in un cammino ideale lungo il tragitto percorso da Marco Polo nel suo viaggio, fondendo in un unico itinerario la dimensione dell’immaginario, che si ispira alle pagine del libro, alla realtà storica e geografica delle rotte commerciali battute dal mercante veneziano.
A conclusione della mostra fisica, un capitolo finale permette ai visitatori di vivere un’esperienza immersiva in realtà aumentata, con una narrazione virtuale e multidisciplinare. Questa esperienza, facilitata da dispositivi indossabili. Questa esperienza, facilitata da dispositivi indossabili, permette al pubblico di intraprendere in prima persona il viaggio de Il Milione lungo la Via della Seta a fianco di Marco Polo, da Venezia fino all’Impero cinese di Kublai Khan. “Marco Polo VR” è un progetto cinematografico in Virtual Reality 3D realizzato da Way Experience.
Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna, commenta: “La mostra è il frutto di un importante progetto di cooperazione e diplomazia culturale tra Italia e Cina. Siamo molto felici che i nostri Musei Civici, ed in particolare il nostro Museo Civico Medievale, siano tra i protagonisti di questo processo di creazione di nuovi ponti tra culture, popoli e paesi, nell’eredità di Marco Polo e Matteo Ricci“.
Aggiunge Silvia Battistini, direttrice Musei Civici d’Arte Antica: “La selezione di sculture e manoscritti miniati raccontano l’importanza di due grandi ordini religiosi nati e affermatisi nel XIII secolo: i Francescani e i Domenicani. Entrambi gli ordini rivestirono una grande importanza nella storia di Bologna, in quanto i primi vi costruirono la seconda chiesa monumentale dedicata al santo, dopo quella di Assisi, e i secondi edificarono un tempio meta di pellegrinaggi, in quanto vi è sepolto san Domenico. i frati mendicanti e i frati predicatori furono strettamente legati anche allo Studio cittadino, formandosi per poter affrontare al meglio una vita di predicazione e evangelizzazione. Proprio per la diffusione del cattolicesimo nel Medio e Estremo oriente furono inviati dai pontefici ad operare lungo la rotta esplorata da Marco Polo. Pertanto non solo i mercanti, ma anche i religiosi divennero veicolo di conoscenze e di cultura, contribuendo anche alla diffusione di oggetti d’uso e di beni preziosi tra i due continenti. Gli oggetti provenienti dalla Cina divennero presto in Europa oggetti molto ambìti dai collezionisti, come i piatti in ceramica rivestiti di vernice traslucida verde chiara”.
Le opere prestate dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna nel dettaglio: Miniatore bolognese, (Bologna, seconda metà del XIII secolo) Antifonario del tempo Manoscritto in pergamena con miniature Provenienza: Bologna, Convento di Sant’Agnese Bologna, Museo Civico Medievale, inv. Ms. 513 Neri da Rimini (ca. 1270 – 1330), miniatore; Fra Bonfantino da Bologna (sec. XIII-XIV), copista Antifonario del tempo, 1314 Manoscritto in pergamena con miniature Provenienza: Rimini, Chiesa di San Francesco Bologna, Museo Civico Medievale, inv. Ms. 540 Anonimo scultore toscano Stelo di fontana con quattro teste di putto, sec. XIII (terzo quarto) Marmo di Carrara, cm 55,5 (a) x 15 (d) Provenienza: Bologna, Basilica Patriarcale di San Domenico Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 1641 Ambito veneziano di Jacobello e Pierpaolo Dalle Masegne (documentati tra 1383 e 1409) San Domenico, 1391 Pietra calcarea, cm 91 x 56 x 31 Provenienza: Bologna, Loggia del Palazzo della Mercanzia, Gruppo della Giustizia con sei Santi protettori di Bologna Proprietà Camera di Commercio di Bologna, in deposito presso Museo Civico Medievale di Bologna Ambito veneziano di Jacobello e Pierpaolo Dalle Masegne (documentati tra 1383 e 1409) San Francesco, 1391 Pietra calcarea, cm 91 x 53 x 28 Provenienza: Bologna, Loggia del Palazzo della Mercanzia, Gruppo della Giustizia con sei Santi protettori di Bologna Proprietà Camera di Commercio di Bologna, in deposito presso Museo Civico Medievale di Bologna Manifattura cinese Bacile, sec. XIV Gres rivestito di celadon verde oliva, cm 8,5 (a) x 35,6 (d) Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 1238 Manifattura cinese Piatto, sec. XIV Gres rivestito di celadon verde oliva, cm 25,4 (d base) x 45,3 (d apertura) Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 1239 |
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