I trentotto protagonisti di questo libro sono personaggi familiari, che abbiamo imparato a conoscere grazie al successo delle loro invenzioni ed eroi meno noti, che con il loro talento hanno reso la nostra vita più semplice… e divertente! I giornalisti di Wired, la più importante rivista italiana nel campo della tecnologia e dell’innovazione, raccontano ai giovani la storia delle invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo , in una nuova serie illustrata da Andrea Cavallini.
All’indomani della Seconda guerra mondiale la società europea è profondamente segnata dai drammatici eventi dell’esperienza bellica. Si afferma tra gli intellettuali e gli artisti la consapevolezza della natura effimera e priva di certezze del tempo presente, che i filosofi esistenzialisti pongono al centro della propria riflessione. A Parigi fa il suo esordio l’arte informale. I suoi esponenti non fanno riferimento a una particolare forma stilistica: per questo motivo il critico Michel Tapiè definisce il loro lavoro informel. È la nascita di un linguaggio nuovo, che tende a infrangere gli schemi formali per dare libero sfogo all’espressività individuale, e che si concentra sulla ricerca materica, gestuale e segnica.
I Mercati di Traiano costituiscono un esteso complesso di edifici di epoca romana nella città di Roma, sulle pendici del colle Quirinale. Dal 2007 ospitano il “Museo dei Fori Imperiali”. Il complesso, che in origine si estendeva anche oltre i limiti dell’attuale area archeologica, in zone oggi occupate da palazzi moderni, era destinato principalmente a sede delle attività amministrative collegate ai Fori Imperiali, e solo in misura limitata a attività commerciali, che forse si svolgevano negli ambienti aperti ai lati delle vie interne. Il complesso sorse contemporaneamente al Foro di Traiano, agli inizi del II secolo, per occupare e sostenere il taglio delle pendici del colle Quirinale, ed è separato dal Foro per mezzo di una strada basolata. Riprende la forma semicircolare dell’esedra del foro traianeo e si articola su ben sei livelli. Le date dei bolli laterizi sembrano indicare che la costruzione risalga in massima parte al regno di Traiano e forse è da attribuire al suo architetto, Apollodoro di Damasco, sebbene sia possibile che il progetto fosse già stato concepito sotto Domiziano, alla cui epoca potrebbe essere attribuito almeno l’inizio dei lavori di sbancamento. CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA
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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Serge Jové da Pixabay
Giorgio Scianca è un architetto. Negli anni si è imbattuto in numerose storie cinematografiche che mettevano al centro della scena la figura di un architetto. Ha cominciato quasi per gioco a inserirle in una banca dati. Grazie alla rete, la madre di tutte le liste, come la definisce Umberto Eco, ha implementato generosamente la sua conoscenza e ha potuto soprattutto mettere mano ai materiali iconografici, ai testi, ai sottotitoli, alle critiche. Il libro che ne è uscito si può leggere, sfogliare, centellinare, tenere a portata di mano vicino al televisore, in bagno, a piacimento. Naturalmente il numero delle pellicole è indicativo,Essendo in continua crescita. Un’opera del genere è destinata ad aggiornarsi, grazie ai nuovi film, ma grazie anche alle nuove scoperte d’archivio che gli interlocutori internazionali non mancano di suggerire all’autore di questa preziosa raccolta. Pertanto, ogni consiglio, suggerimento, segnalazione da questo momento in poi è benvenuta.
IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Momentmal da Pixabay
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Come un’abile direttrice d’orchestra, Chris Cander ci conduce dal gelo della Russia di Stalin alle strade assolate della California, raccontando la storia di due donne lontane eppure molto simili, e del pianoforte che ha segnato la loro vita, legando i loro destini come note sul pentagramma.
A partire gli anni Trenta, gli Stati Uniti cominciano ad assumere un ruolo di primo piano nel panorama culturale mondiale. La drammatica situazione europea, segnata dall’insorgere dei fascismi, spinge molti intellettuali e artisti a emigrare in America. Sono gli esponenti della Scuola di New York che, pur non avendo un programma ben definito, sono accomunati dall’interesse per l’atto creativo, espressione intima dell’artista. La loro ricerca si sviluppa in due direzioni: quello meditato e contemplativo di Rothko, e quello gestuale dell’action painting di Pollock, De Kooning e Kline. L’affermazione internazionale di questi pittori e del loro linguaggio innovativo segna il definitivo passaggio del primato artistico dal vecchio continente agli Stati Uniti.
Fu Carlo Biscaretti di Ruffia (figlio di Roberto), aristocratico torinese nato nel 1879, a legare indissolubilmente il proprio nome al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino: in quanto fu lui ad idearlo, radunarne la collezione iniziale, battersi per farlo nascere e adoperarsi tutta la vita per dargli una sede dignitosa. Carlo Biscaretti ne fu anche il primo Presidente e alla sua scomparsa, avvenuta nel settembre del 1959, il Consiglio di Amministrazione deliberava di intitolare a suo nome il Museo che veniva poi solennemente inaugurato il 3 novembre 1960. Questo è l’unico Museo Nazionale del genere in Italia, ospitato nella sede progettata dall’Architetto Amedeo Albertini, sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto; rappresenta uno dei pochi edifici costruiti appositamente per ospitarvi la collezione di un Museo e costituisce anche un raro esempio di architettura moderna. Questo Museo vanta una delle collezioni più rare ed interessanti nel suo genere, quasi 200 automobili originali, dalla metà dell’800 ai giorni nostri, di oltre ottanta marche diverse, provenienti dall’Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e Stati Uniti. Nel 2002 i vertici del Museo iniziano a pensare ad un’opera di rinnovamento dell’Ente, sono trascorsi quarant’anni ed il Museo è ormai datato ed obsoleto, è necessario un cambiamento che lo renda più appetibile.
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IMMAGINE DI APERTURA – Tour su rotaia a bordo di un vagoncino a 4 posti per vedere a 360 gradi la linea di assemblaggio di una Fiat 500 (2007) dallo stampaggio alla verniciatura all’assemblaggio e alla finitura. in questa foto: visione complessiva del tour (Fonte: Wikipedia).
Un libro affascinante che passa in rassegna l’evoluzione dell’universo dal Big Bang fino a oggi per poi andare oltre, facendoci immaginare cosa ne sarà degli astri e delle costellazioni nei millenni futuri, in una continua evoluzione che presenta la Terra e l’umanità come piccoli tasselli di un affresco di proporzioni inimmaginabili.
È il Novecento il tema affrontato in queste Videochat di Storia dell’Arte sulla “Distruzione dell’oggetto artistico da Duchamp a Pollock ai contemporanei” a cura di Valerio Terraroli, critico d’arte e docente di storia dell’arte contemporanea dell’Università di Torino.
Il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart) è un centro museale del Trentino. La sede principale si trova a Rovereto in corso Bettini 43 dove si espongono principalmente opere d’arte moderna e contemporanea. La sezione di Trento del museo è ospitata, a partire dal 19 ottobre 2013 presso la Galleria civica di Trento, in via Belenzani 44. Il Mart è nato nel 1987 come ente autonomo della Provincia autonoma di Trento. Fino al 2002 la sua sede è stata il Palazzo delle Albere a Trento. L’idea di ampliare il museo per raccogliere da un lato l’arte del grande futurista trentino Fortunato Depero e dall’altro l’eredità del Museo Provinciale d’Arte di Trento risale al 1991, e si deve soprattutto a Gabriella Belli. Fa parte del Mart anche la Casa d’arte futurista Depero, a Rovereto in via Portici 38, che ospita molte tra le opere più importanti dell’artista futurista Fortunato Depero. Presso il Mart ha sede anche l’Archivio del ‘900, il centro di ricerca del museo. Il 15 dicembre del 2002 il Mart inaugurato la nuova sede di Rovereto. CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA
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