Torna a risplendere il Cavallo Colossale di Canova

IL CAVALLO COLOSSALE DI ANTONIO CANOVA TORNA A RISPLENDERE DOPO OLTRE CINQUANT’ANNI: COMPLETATO L’IMPONENTE PROGETTO DI RESTAURO

Il Cavallo colossale di Antonio Canova, opera simbolo delle collezioni bassanesi, risorge dalle ceneri: o per meglio dire, dai frammenti che per oltre cinquant’anni hanno atteso nei depositi dei Musei Civici di Bassano del Grappa di essere ricomposti e restituiti al pubblico nella loro straordinaria interezza. 

Tra le ultime opere realizzate in vita dal genio di Possagno, il Cavallo colossale è una monumentale statua in gesso dipinto a finto bronzo nata come modello per la scultura equestre del Re di Napoli Ferdinando I di Borbone. Per volere del fratello Giambattista Sartori Canova l’opera giunse al Museo di Bassano nel 1849 insieme all’imponente collezione di gessi, monocromi, bozzetti e documenti canoviani, e qui rimase esposta fino alla fine degli anni Sessanta quando, in occasione di importanti lavori di riallestimento, fu smontata e trasportata nei depositi al fine di trovarle una nuova e più adeguata collocazione. Questa collocazione non fu mai trovata, e per oltre cinquant’anni i suoi numerosi frammenti sono stati condannati all’oblio in grave stato di deterioramento. 

A lungo la ricomposizione del grande gesso è stata ritenuta impossibile, ma la messa a punto di nuove tecnologie applicate al restauro e il fondamentale contributo di partner e sostenitori privati hanno permesso al colosso di tornare a risplendere. A ridargli vita è stato l’innovativo progetto promosso e organizzato dal Comune e i Musei Civici di Bassano del Grappa, in collaborazione con l’Alta Sorveglianza ai lavori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza e il supporto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia, con il Main partner Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “Restituzioni” e il Main sponsor Venice in Peril Fund.  

“L’Amministrazione di Bassano del Grappa esprime profonda soddisfazione per la conclusione dell’intervento di restauro del Cavallo colossale di Antonio Canova. Un progetto ambizioso che restituisce nuova vita ad uno dei capolavori simbolo di Bassano del Grappa, da sempre impegnata nella tutela e nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico, e riconsegna al pubblico un tesoro di inestimabile valore che si credeva definitivamente perduto.” dichiara l’Amministrazione comunale di Bassano del Grappa. “Questo traguardo rappresenta un momento di grande orgoglio per la città e testimonia l’importanza della fruttuosa sinergia tra pubblico e privato che, grazie al contributo di Intesa Sanpaolo e di Venice in Peril Fund e all’attenzione riposta dal Ministero della Cultura e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, pone la città di Bassano del Grappa quale centro culturale di rilevanza nazionale e internazionale”. 

L’ambizioso progetto di restauro, condotto dalla ditta Passarella Restauri, è iniziato da un’attenta fase di catalogazione e di studio dei frammenti che ha permesso di scoprire informazioni inedite sull’opera e sugli interventi successivi alla sua realizzazione. Durante l’analisi è infatti emersa la presenza di materiali aggiunti in epoca ottocentesca, risalenti al primo riassemblaggio della scultura, cioè a quando questa fu trasportata dal laboratorio romano di Antonio Canova a Possagno e, da qui, al Museo di Bassano del Grappa nel 1849.

Tali aggiunte postume – composte da gesso, cocci di mattone, vasellame e fasciame metallico – avevano causato un notevole inspessimento della parte interiore del Cavallo e aumentato di oltre 400 kg il peso della scultura, rendendo necessario un delicato lavoro di rimozione: un’operazione, eseguita manualmente e con strumenti di precisione, che ha consentito di risalire alla superficie originale del gesso canoviano, come comprovato dal ritrovamento di un frammento di un libro di tardo Settecento che casualmente era capitato in mezzo all’impasto. 

Una volta alleggeriti i frammenti, si è passati alla lunga e onerosa fase di riassemblaggio: la ricerca dei vari punti di contatto degli oltre duecento frammenti dell’opera, la creazione di nove macro-sezioni e infine l’accostamento graduale dei grandi e pesanti pezzi, ripetuto più volte affinché non si presentassero dislivelli. 

Contestualmente, con la collaborazione dello studio R.S. Ingegneria di Padova, è stata progettata e realizzata la nuova struttura portante interna al corpo del Cavallo colossale, che permette di sostenere l’intero peso dell’opera senza gravare sulle zampe, rifacendosi all’originaria struttura canoviana. Il nuovo telaio metallico sorregge le varie parti dell’opera e ne scarica i pesi su un basamento tecnologico rinforzato, garantendone la protezione anche in caso di elevate sollecitazioni sismiche. 

Le operazioni si sono concluse, infine, con il restauro estetico della superficie, ovvero la rifinitura degli stucchi e l’integrazione pittorica delle lacune, eseguita ad acquerello e a tempera in un tono leggermente più chiaro rispetto all’originale, per distinguere visivamente gli interventi di restauro pur garantendo una lettura armonica dell’opera. 

“La Soprintendenza di Verona ha seguito costantemente i lavori, che si sono caratterizzati per un costruttivo e competente dialogo tra la committenza, i funzionari responsabili della tutela, i restauratori, gli ingegneri e la direzione dei lavori” afferma il Soprintendente arch. Andrea Rosignoli. “Solo il confronto tra le varie professionalità coinvolte ha permesso di trovare le soluzioni più adatte nell’estrema complessità di un restauro che non ha precedenti per dimensioni dell’opera e criticità del suo materiale costitutivo. Il Ministero della Cultura ha garantito il suo sostegno a questa impresa fin dall’inizio, con un contributo in conto capitale che sarà erogato grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia”.

Questo importante traguardo si inserisce nell’ambito del progetto “Restituzioni”, il programma biennale di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico del Paese curato e promosso da Intesa Sanpaolo. 

La prima tappa in cui la scultura sarà visibile nella sua interezza è infatti la prestigiosa cornice delle Gallerie d’Italia di Milano che, dal 28 novembre 2025, ospiterà la mostra Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo e che vedrà proprio il colosso essere l’opera simbolo attorno a cui si sviluppa idealmente il percorso di mostra.  

“Pochi giorni fa abbiamo inaugurato a Roma la ventesima edizione di Restituzioni, confermando un impegno che da quasi quarant’anni la nostra Banca porta avanti con cura e dedizione al fianco degli enti territoriali del Ministero della Cultura” dichiara Silvia Foschi, Responsabile Patrimonio Storico Artistico e Attività Culturali della Direzione Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. “Il programma ha permesso di restaurare più di 2.200 opere del patrimonio italiano, testimonianze della nostra storia e della nostra identità, grazie alla competenza dei migliori restauratori e studiosi. Oggi condividiamo il lavoro fatto sul monumentale Cavallo colossale di Antonio Canova dei Musei Civici di Bassano del Grappa, un intervento conservativo che si impone per la complessità e per la qualità del risultato raggiunto. Una vera restituzione, alla comunità, al territorio, al Paese. Creando un ponte ideale tra Roma e Milano, la magnifica scultura, con la sua potenza e armonia, sarà protagonista della mostra dedicata all’età napoleonica che apriremo nelle prossime settimane alle Gallerie d’Italia di Milano. Il recupero di questa straordinaria opera è ulteriore testimonianza di una responsabilità concreta verso il patrimonio artistico nazionale”. 

A seguito della mostra milanese, il capolavoro restaurato potrà finalmente tornare a Bassano del Grappa e ritrovare il proprio posto tra le sale del Museo Civico. Un’opera monumentale per dimensioni e per rilevanza culturale, straordinario arricchimento del patrimonio veneto e dell’identità del Paese, che ritorna alla luce dopo essere stata celata agli occhi del pubblico per oltre mezzo secolo, e che potrà essere nuovamente fruita da tutti i visitatori.  “La complessità progettuale ed esecutiva dell’intervento è stata ricca di stimoli e una sfida professionale unica nel suo genere” afferma il restauratore Giordano Passarella di Passarella Restauri Srl.

“La conclusione di questo intervento rappresenta un momento importante di valorizzazione e conoscenza, frutto di un lavoro condiviso che ha permesso di restituire pienamente la qualità e la forza espressiva dell’opera”. 

La documentazione dei lavori è stata raccontata in una serie di video reportage realizzati grazie al sostegno di Venice in Peril Fund, che ha così supportato il suo primo progetto di restauro sulla terraferma veneta, in virtù dell’importante patrimonio storico e artistico di cui Bassano del Grappa è custode. Le preziose testimonianze dei protagonisti coinvolti nell’intervento, veicolati tramite i canali di comunicazione digitale del Comune e dei Musei Civici di Bassano del Grappa, si chiuderanno con un video conclusivo che presenta al pubblico il ripristino di questo impareggiabile capolavoro riportato al suo originale splendore.

“Siamo orgogliosi di essere il Main sponsor del restauro del Cavallo Colossale di Antonio Canova e di aver contributo a far tornare a splendere questo capolavoro nella sua piena magnificenza” dichiara Anthony Roberts, Vice Presidente Venice in Peril Fund. “Il progetto si inserisce nella lunga tradizione di Venice in Peril Fund nel supportare interventi conservativi a Venezia e, più recentemente, nel Veneto. In quanto residente a Bassano del Grappa sono particolarmente lieto di aver collaborato, non solo con il team di restauro che ha riporato l’opera al suo aspetto originale, ma anche con le istituzioni coinvolte e il Main partner Intesa Sanpaolo, e attendo con grande interesse il ritorno del capolavoro canoviano nella sua casa: al Museo Civico di Bassano del Grappa”. 

“Il restauro del Cavallo colossale è stato un percorso di eccezionale complessità e fascino, sia per le dimensioni e le condizioni dell’opera, sia, soprattutto, per l’uso di tecnologie e metodologie innovative che lo annoverano tra gli interventi di recupero del patrimonio italiano più spettacolari e rilevanti degli ultimi anni; un restauro che rappresenta anche un momento unico di studio e conoscenza del metodo canoviano. Un traguardo che non esito a definire storico l’aver consentito, dopo 56 anni dal suo danneggiamento, il recupero di un’opera d’arte di tale rilevanza grazie a un progetto pioneristico che consentirà, dapprima nella mostra milanese e infine a Bassano del Grappa, di ammirare nuovamente uno dei massimi capolavori di Antonio Canova e di tutta la storia della scultura neoclassica” conclude Barbara GuidiDirettrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa.


Ufficio stampa

Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Simone Raddi
simone@studioesseci.net

Ufficio Stampa Comune di Bassano del Grappa
Chiara Padovan
ufficiostampa@comune.bassano.vi.it

Intesa Sanpaolo
Silvana Scannicchio
silvana.scannicchio@intesasanpaolo.com

Venice in Peril Fund
Lavinia Filippi
info@veniceinperil.org
Da Studio ESSECI <segreteria@studioesseci.net>

Il sangue nella pietra – Nel decimo anniversario del Bataclan

L’opera transrealista di Francesco Guadagnuolo è un altare laico del Terzo Millennio: memoria, gesto, dolore e resistenza si fondono in una tela che attraversa il tempo, la storia e il luogo

Nel cuore ferito di Parigi, là dove la musica si è fatta silenzio, Francesco Guadagnuolo, in un suo recente viaggio ha posato il suo sguardo. Dieci anni dopo l’attentato al Bataclan, l’artista italiano ha dato forma ad un dolore che non si dissolve, ad una memoria che non si spegne. La sua grande tela non è commemorazione ma carne viva. Non è rappresentazione ma resistenza. È un’opera pittorica che parla il linguaggio del Terzo Millennio: stratificata, cosmica, gestuale, viscerale.

Questa creazione s’inserisce nel solco del Transrealismo, corrente che Guadagnuolo ha contribuito a definire e che qui si manifesta con forza. L’opera è attraversata da significati multipli: il tempo che si stratifica, la memoria che si sedimenta, la storia che s’incarna nel luogo. Il Bataclan non è solo un teatro, ma un simbolo, un nodo emotivo, un punto di convergenza tra realtà e trascendenza. Il Transrealismo, cifra poetica e filosofica dell’artista, emerge nella tensione tra visibile e invisibile, tra gesto pittorico e pensiero.

Lo sfondo è spaziale, come a dire che il lutto non ha confini. Le prospettive convergono verso il basso, là dove si apre il Bataclan, piccolo squarcio urbano incastonato tra alberi parigini che sembrano piegarsi al peso della storia. A sinistra, una Croce di luce compassionevole. È il ricordo delle 90 anime strappate alla notte, un faro che non smette di brillare.

Sopra, il cielo è tempesta. Nuvole bianche, dorate, argentee si accalcano come pensieri inquieti. È un cielo che non consola, ma interroga. E poi il sangue, ovunque. Il rosso s’impasta con l’asfalto, si mescola alla materia urbana, s’insinua tra le crepe della strada. È il dolore che si fa colore, è la tragedia che si sedimenta nel paesaggio parigino.

La pittura di Guadagnuolo è gesto, è urlo, è corpo. La pennellata è dirompente, urgente, necessaria. Ogni colpo di pennello e spatola è un “basta”: basta alla violenza, basta al terrore, basta all’oblio.

La tela diventa altare laico, veglia perenne, grido collettivo. Non c’è armonia, c’è tensione. Non c’è pacificazione, c’è memoria attiva.

In un’epoca che anestetizza, che consuma il dolore in fretta, quest’opera impone uno sguardo lungo, profondo, scomodo. Guadagnuolo non cerca di chiudere il cerchio, ma di tenerlo aperto. La sua pittura è un atto etico, un gesto civile, una presa di posizione. È Parigi che non dimentica. È l’Europa che s’interroga. È l’arte che si fa testimone.

Nel Terzo Millennio, dove l’immagine rischia di diventare superficie, Francesco Guadagnuolo restituisce alla pittura la sua profondità. La sua tela è un cosmo di dolore, una croce di luce tra le stelle, un sangue che pulsa ancora. È un’opera transrealista che non si guarda: si attraversa.


Da critica.artecontemp@libero.it

Un cortometraggio inedito per la grande mostra alla Collezione Peggy Guggenheim

Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana
11 ottobre 2025 – 2 marzo 2026

Le ceramiche di Lucio Fontana a Milano:
un cortometraggio inedito accompagna la grande mostra alla Collezione Peggy Guggenheim

Ad accompagnare la grande mostra che la Collezione Peggy Guggenheim dedica alla produzione ceramica di Lucio Fontana c’è Le ceramiche di Lucio Fontana a Milano, cortometraggio inedito diretto dal regista argentino Felipe Sanguinetti, concepito come parte integrante dell’esposizione Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana e proiettato, integralmente, negli spazi adiacenti alla mostra.

Il film di Sanguinetti offre un contributo essenziale, volto a colmare il divario tra le opere esposte in mostra e quelle site-specific presenti nel tessuto urbano milanese realizzate da Fontana nel corso del secondo dopoguerra. Concepito come parte integrante del percorso espositivo, il film conduce gli spettatori in un viaggio cinematografico fatto di immagini potenti e suggestive, che si muove attraverso alcuni luoghi simbolici di Milano, alla scoperta delle opere ceramiche che Fontana ha realizzato tra gli anni trenta e cinquanta del Novecento. Un itinerario affascinante che si muove tra il Cimitero MonumentalelIstituto Gonzaga, la Fondazione PradaVilla Borsani, la Chiesa di San Fedele, il Museo Diocesano, nonché edifici privati. In ognuno di questi luoghi Fontana intervenne con opere in ceramica – fregi, pannelli decorativi, elementi scultorei – in dialogo con l’architettura circostante, e grazie alla collaborazione con architetti quali Osvaldo Borsani, Roberto Menghi, Mario Righini e Marco Zanuso. Le riprese valorizzano la fusione tra arte e spazio urbano, mostrando il legame profondo tra le ceramiche di Fontana e la Milano del dopoguerra, periodo in cui l’artista contribuì ad arricchire edifici pubblici e privati con elementi plastici di straordinaria modernità.

La narrazione del film è affidata a cinque voci d’eccezione: Sharon Hecker, storica dell’arte e curatrice della mostra, Federico Borsani, rappresentante dell’Archivio Osvaldo Borsani, Paolo Campiglio, storico dell’arte contemporanea, Università di Pavia, Elena Dellapiana, storica del design, Politecnico di Torino e Paolo Scrivano, storico dell’architettura, Politecnico di Milano. Ciascuno offre un contributo unico nel contestualizzare le opere: le spiegazioni storico-artistiche, le testimonianze dirette e le analisi architettoniche arricchiscono il racconto visivo, fornendo chiavi di lettura preziose per comprendere il significato delle ceramiche di Fontana nei luoghi per cui furono create. Tali testimonianze contribuiscono a intrecciare la dimensione estetica con quella storico-culturale, permettendo al pubblico di cogliere appieno la portata innovativa delle collaborazioni tra Fontana e gli architetti milanesi del suo tempo.

Attraverso Le ceramiche di Lucio Fontana a Milano, la Collezione Peggy Guggenheim offre ai visitatori un’esperienza che unisce arte, architettura e memoria storica. Questa sinergia tra esposizione museale e racconto cinematografico conferma l’impegno del museo nel proporre approcci innovativi alla fruizione dell’arte. Il cortometraggio di Sanguinetti, prodotto da Melissa Ulfane, non solo documenta opere altrimenti inaccessibili, ma amplifica il messaggio della mostra, invitando il pubblico a riscoprire una pagina fondamentale della ricerca di Fontana in un modo coinvolgente e suggestivo. Il cortometraggio Le ceramiche di Lucio Fontana a Milano costituisce un tassello imprescindibile di questo progetto espositivo, permettendo di esplorare – anche a distanza – l’eredità materiale lasciata da Fontana nella città di Milano e di apprezzarne la straordinaria attualità nel contesto odierno.

Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana è sostenuta da Bottega Veneta.


Peggy Guggenheim Collection
Dorsoduro 701, 30123 Venezia
+39 041 2405411
guggenheim-venice.it
 
Per maggiori informazioni
Maria Rita Cerilli
press@guggenheim-venice.it
 
In collaborazione con
Studio ESSECI
Ref. Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net
Da Studio ESSECI <segreteria@studioesseci.net>

Al Museo dell’Etna giornata-evento tra cultura del cibo, salute e territori

Dieta Mediterranea, 25 anni dal riconoscimento Unesco Patrimonio vivo da valorizzare: al Museo dell’Etna giornata-evento tra cultura del cibo, salute e territori.

Domenica 16 novembre, Viagrande (dalle 10 alle 17)

Il Museo dell’Etna (via Dietro Serra 6, Viagrande) apre al pubblico la mostra didattica dedicata alla Dieta Mediterranea con una giornata di sensibilizzazione inserita nel progetto Educazione alimentare e Dieta Mediterranea sostenuto dalla Regione Siciliana – Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali.

Domenica 16 novembre dalle 10 alle 17 in programma: visita guidata, filmato nella nuova stanza immersiva multisensoriale, degustazioni di olio e miele e un laboratorio creativo con in omaggio una piramide in cartoncino che riassume i principi della Dieta Mediterranea.

«La Dieta Mediterranea non è solo un regime alimentare ma uno stile di vita fondato su salute, benessere, socialità e rispetto dell’ambiente – sottolinea Ettore Barbagallo, presidente regionale Amici della Terra ed assaggiatore di olio EVO – Nel Sud, dove è nata, assistiamo però a un paradosso: osserviamo un progressivo allontanamento dai suoi principi, complice la pressione dei consumi veloci, l’aumento dei costi dei prodotti genuini e stili di vita sedentari. Da qui l’urgenza di un percorso di educazione e prevenzione».

Il 16 novembre 2010 a Nairobi l’UNESCO ha iscritto la Dieta Mediterranea tra i Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità: un riconoscimento alla qualità dei prodotti, alla convivialità e alla sostenibilità che definiscono l’Italian lifestyle. In questi giorni procede anche l’iter per il riconoscimento UNESCO della Cucina Italiana – la cui definizione è attesa per il 10 dicembre – un passaggio che rafforza il legame con la Dieta Mediterranea e apre opportunità di promozione e tutela contro imitazioni e contraffazioni.

Obesità, malattie cardiovascolari e diabete parlano chiaro: la prevenzione passa da scelte quotidiane. La Dieta Mediterranea offre un decalogo concreto: prevalenza di alimenti vegetali, stagionalità, olio EVO, acqua, attività fisica, socialità, rispetto dei luoghi. L’evento al Museo dell’Etna restituisce questa visione in modo esperienziale: conoscenza, gusto e relazione.


I PRESS, Sala Stampa e Comunicazione
CATANIA – Via Perugia 1, 95129
tel/fax 095 505133
www.i-press.it | www.i-pressnews.it 
staff@i-press.it 
Fb | Tw | Ln | Inst | Yt
Da I Press <ipress@onclusivenews.com>

“GRAPHIC JAPAN. Da Hokusai al Manga” al Museo Civico Archeologico, Bologna

GRAPHIC JAPAN
Da Hokusai al Manga
A cura di Rossella Menegazzo con Eleonora Lanza

20 novembre 2025 – 6 aprile 2026

Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

www.graphicjapanbologna.it 
Cartella stampa

Graphic Japan. Da Hokusai al Manga porta a Bologna, per la prima volta in Italia, una grande mostra che racconta visivamente le tappe fondamentali della grafica giapponese in un viaggio che dal periodo Edo (1603-1868) conduce fino ai nostri giorni. Questa la proposta culturale di MondoMostre che presenterà in collaborazione con il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici del Comune di Bologna, un nuovo capitolo sulla creatività grafica nipponica, dopo il grande successo di HOKUSAI HIROSHIGE. Oltre l’onda. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston dell’autunno 2018.


La mostra, che si avvale del patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Consolato Generale del Giappone a Milano, si pone in continuità rispetto ai rapporti tra Italia e Giappone approfonditi nel contesto dell’Expo di Osaka 2025, concluso il 13 ottobre 2025 e di cui Rossella Menegazzo è stata Responsabile Cultura del Commissariato generale di sezione per la partecipazione italiana. Come sua simbolica prosecuzione in Italia, il progetto espositivo ne prende il testimone: Graphic Japan estende a Bologna il focus sulla cultura giapponese, da giovedì 20 novembre 2025 a lunedì 6 aprile 2026, con un approfondimento sulla grafica e le arti visive.

Il progetto di mostra, a cura di Rossella Menegazzo con Eleonora Lanza, nasce da un’esigenza critica coniugata alla curiosità culturale di indagare le ragioni del successo globale della grafica giapponese, connotata da un nesso indissolubile tra segno e disegno che, a partire dalle stampe ukiyoe – le cosiddette “immagini del Mondo Fluttuante” -, ha condotto fino ai poster d’artista e ai manga contemporanei.

Il percorso espositivo si articola in quattro grandi sezioni tematicheMotivi di NaturaVolti e Maschere,Calligrafia e tipografiae Giapponismo contemporaneo con oltre 250 opere stampate in silografia, libri, album, manifesti e mascherine per tessuti (katagami) oltre a oggetti di alto artigianato, offrendo una narrazione stratificata dell’evoluzione della grafica giapponese che incrocia le arti, dalla calligrafia alla tipografia, dal disegno al design, dalle arti applicate fino alla moda, al cinema, al teatro e al fumettoGraphic Japan. Da Hokusai al Manga presenta i temi e gli artisti più rilevanti delle diverse epoche chiave del percorso evidenziando l’evoluzione del tratto, delle tecniche, dei materiali, dei soggetti, così come il cambiamento d’uso e la capacità di innovare nel solco della tradizione, mantenendo l’essenza visiva riconoscibile propria della cultura del Sol Levante.

Le opere in prestito provengono da importanti istituzioni italiane e giapponesi pubbliche e private, tra cui Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di Genova, Museo d’Arte Orientale di VeneziaBiblioteche civiche e nazionali e da collezioni giapponesi tra cui Dai Nippon Foundation for Cultural Promotion e Adachi Foundation.

Il progetto espositivo si rivolge a un pubblico molto ampio: grazie alla collaborazione con Senza titolo, verrà presentato un ricco calendario di attività didattiche, percorsi per le scuole, visite guidate e contenuti multimediali, non solo per bambine e bambini e ragazze e ragazzi, ma anche per il pubblico adulto.

Bologna si prepara ad accogliere con grande attesa Graphic Japan. Da Hokusai al Mangaun appuntamento che promette di trasformare la città in un punto d’incontro tra tradizione e innovazione visiva, tra i più attesi della stagione culturale, capace di attrarre pubblico e critica con un percorso espositivo unico nel suo genere.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Moebius.


INFORMAZIONI AL PUBBLICO

Graphic Japan. Da Hokusai al Manga
A cura di Rossella Menegazzo con Eleonora Lanza
20 novembre 2025 – 6 aprile 2026
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio, 2 – 40124 Bologna

SITO WEB
www.graphicjapanbologna.it

BIGLIETTI
 (esclusa prevendita)
In vendita su vivaticket.com  
Open: € 17,00
Ridotto Open: € 13,00 (promo Early Bird)
Intero: € 16,00
Ridotto: € 14,00
Ridotto over 65 (solo il mercoledì): € 14,00
Ridotto speciale studenti universitari: € 10,00 (lunedì, mercoledì e giovedì)
Ridotto scuole: € 7,00
Ridotto bambini (6-10 anni): € 7,00
Ridotto famiglia

ORARI DI APERTURA
Dal lunedì al venerdì ore 10-18
Sabato e domenica ore 10-19
Martedì non festivi chiuso

ORARI FESTIVITÀ NATALIZIE
Mercoledì 24 dicembre 2025 – ore 10-14
Venerdì 26 dicembre 2025 – ore 10-19
Mercoledì 31 dicembre 2025 – ore 10-14
Giovedì 1° gennaio 2026 – ore 10-19
Martedì 6 gennaio 2026 – ore 10-19
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

Uffici stampa 
PCM Studio di Paola C. Manfredi

Via Farini 71, 20159 Milano
www.paolamanfredi.com
Francesca Ceriani | Tel. +39 340 9182004 | francesca@paolamanfredi.com 

Settore Musei Civici Bologna 
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
Silvia Tonelli | Tel. +39 051 2193469 | silvia.tonelli@comune.bologna.it
Elisabetta Severino | Tel. +39 051 6496658 | elisabetta.severino@comune.bologna.it 
Da Ufficiostampabolognamusei Ufficiostampabolognamusei <ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it> 

CASTELLO DI RIVOLI | Artissima: acquisite 10 opere d’arte di 6 artisti

LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA
FONDAZIONE ARTE CRT
AD ARTISSIMA 2025

 
Acquisite 10 opere d’arte di 6 artisti a favore del
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Con il budget più alto degli ultimi tredici anni, anche quest’anno la Fondazione Arte CRT, ente art oriented di Fondazione CRT che quest’anno celebra il suo 25simo anniversario, ha confermato di credere alle proposte delle gallerie presenti ad Artissima acquisendo, nel corso dell’edizione 2025, 26 nuove opere realizzate da 11 artiste e artisti, destinandole come sempre alla fruizione pubblica; importanti lavori di John Giorno, Cian Dayrit, Majd Abdel Hamid, John Menick, Felix Shumba Valentina Furian confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, mentre le opere di David Schutter, Simon Callery, Alessandro Pessoli, Marco Cingolani e Franciszka and Stefan Themerson saranno rese disponibili per le sale della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Da venticinque anni la Fondazione Arte CRT è tra i partner principali di Artissima, la fiera internazionale d’arte contemporanea di Torino, che sostiene attraverso diversi contributi, in particolare con la campagna di acquisizioni. Una collaborazione che nasce dalla convinzione che Artissima rappresenti per la città un’occasione unica per consolidare e proiettare il proprio ruolo sulla scena artistica internazionale.

In occasione del suo 25° anniversario, la Fondazione Arte CRT rinnova e rafforza questo impegno, aumentando ulteriormente lo storico fondo destinato alle acquisizioni da 280.000 euro dello scorso anno a 300.000 euro. Si tratta del budget più alto degli ultimi tredici anni, a conferma della volontà della Fondazione di continuare a investire nella valorizzazione dell’arte contemporanea e nel patrimonio culturale condiviso di Torino e del suo territorio.

“La Fondazione Arte CRT, che opera per conto della Fondazione CRT, rinnova con convinzione il proprio impegno nei confronti di Artissima, la principale fiera d’arte contemporanea in Italia e una delle più riconosciute a livello internazionale” commenta Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione Arte CRT. “In occasione del nostro 25° anniversario, abbiamo voluto rafforzare ulteriormente questo legame, incrementando il fondo acquisizioni a 300.000 euro — lo stanziamento più consistente degli ultimi anni — per sostenere in modo concreto il lavoro delle gallerie e degli artisti presenti in fiera. Attraverso le acquisizioni effettuate anche grazie al prezioso supporto del nostro Comitato scientifico, le opere entreranno a far parte delle collezioni della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, andando ad arricchire due patrimoni pubblici di straordinario valore e contribuendo a rafforzare il ruolo di Torino come capitale dell’arte contemporanea.”

La Fondazione sostiene le gallerie e le artiste e gli artisti presenti in fiera attraverso l’acquisizione di opere, alimentando così una estesa collezione di lavori di arte contemporanea, oggi tra le più prestigiose: oltre 950 opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, dalle grandi installazioni agli NFT, realizzate da circa 380 artisti – per un investimento complessivo di oltre 42 milioni di euro. A conferma della mission della Fondazione, le opere che entrano a far parte della propria collezione vengono immediatamente rese disponibili alla collettività e ai due Musei per le rispettive attività espositive e per i prestiti ad altre istituzioni, consentendo a Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e a GAM  Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea un continuo aggiornamento delle proprie esposizioni e un dialogo costante con i principali attori della scena artistica internazionale.

Come consuetudine degli ultimi anni, era presente ad Artissima per il secondo anno il Comitato Scientifico della Fondazione Arte CRT, rappresentato quest’anno da Hans Ulrich Obrist (Direttore artistico Serpentine Galleries, Londra), Susanne Pfeffer (Direttrice Museum MMK für Moderne Kunst, Francoforte), e Vicente Todolì (Direttore artistico Fondazione Pirelli HangarBicocca, Milano); Manuel Segade Lodeiro (Direttore Museo Nacional de Arte Reina Sofía, Madrid) e Suhanya Raffel (Direttrice Museum M Plus, Hong Kong) hanno contributo da remoto.

Da sempre organo consultivo della Fondazione in materia di acquisizioni, il Comitato ha partecipato alla scelta delle acquisizioni in fiera, in sinergia con i Direttori e i Capo curatori del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, e selezionando opere che valorizzeranno ulteriormente il patrimonio artistico di entrambi i musei, centri di eccellenza piemontese e punti cardine nell’avvicinare all’arte un pubblico esteso ed eterogeneo, a livello locale, nazionale e internazionale. 

In merito alle acquisizioni il Comitato Scientifico della Fondazione Arte CRT ha dichiarato:
Un momento molto speciale a Torino, città d’arte che Artissima anima insieme alle mostre delle diverse istituzioni culturali del territorio. Quest’anno molte di esse festeggiano anniversari importanti — tra cui la Fondazione Arte CRT, che celebra i suoi 25 anni. 
Un momento dinamico, perché – per parafrasare Italo Calvino – a Torino si riesce a scrivere, perché qui passato e futuro convivono nel presente con una forza che altrove è più rara. Questo si percepisce ancor di più ad Artissima, attraverso le sezioni curate, dove artisti e gallerie pionieri ribadiscono questa attitudine: in un’epoca in cui circola molta informazione ma anche molta amnesia, è necessario ‘protestare contro l’ovvio’.

Per questa ragione Artissima presenta opere di artisti pionieri, talvolta dimenticati, che meritano di essere riscoperti e riletti. Come affermava Erwin Panofsky, ‘il futuro si inventa talvolta con frammenti del passato’. Da qui nasce l’esigenza di custodire la memoria e, al tempo stesso, sostenere gli artisti emergenti: perché la storia passata è anche l’anticipazione del futuro.
È impressionante vedere a Torino il numero di direttori, curatori e professionisti del mondo dell’arte che si incontrano in questi giorni.
Torino vale sempre un viaggio. E come diceva Alighiero Boetti, ‘l’arte porta il sole e la luce a Torino’.”

Le opere acquisite a favore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

“La poesia come spazio di continua elaborazione creativa (John Giorno); l’utopia della iper-tecnologia e il suo fallimento (John Menick); la tensione tra visione, controllo e vulnerabilità (Valentina Furian); la linea e il colore come strumenti per elaborare la perdita e il lutto (Majd Abdel Hamid); il riferimento alla cartografia per affrontare il trauma dell’eredità coloniale (Cian Dayrit); l’invenzione di tecniche come forma di resistenza alle politiche estrattiviste (Felix Shumba).
Questa selezione per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea raccoglie artiste e artisti le cui opere affrontano la complessità del presente e la fragilità della condizione umana. Sono lavori dai forti connotati politici e sociali ma capaci di mantenere una dimensione poetica, con pratiche che sanno accogliere gesti lenti dove la creatività individuale diventa spazio di libertà e resistenza” ha dichiarato il Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea Francesco Manacorda.

Majd Abdel Hamid
Muscle Memory III, 2022
Video HD a singolo canale, colore
18′ 47”
Ed. 3/3 + 2 PA
P420
 
Majd Abdel Hamid
Muscle Memory Composition, 2022
Filo di cotone su tessuto
40.5 x 38.5 cm
P420
 
Majd Abdel Hamid
Muscle Memory Composition 6, 2022
Filo di cotone su tessuto
28.5 x 26.5 cm
P420 
 
Cian Dayrit
Natural Histories of Struggle: For Land, 2021
Oggetti, ricami, immagini e stampe digitali su tessuto (collaborazione con RJ Fernandez ed Henricus)
125 x 185 cm
Nome
 
Cian Dayrit
Valley of Dispossession, 2021
Oggetti e ricami su tessuto (collaborazione con Henry Caceres)
198 x 165 cm
Nome
 
John Giorno
DIAL-A-POEM Push Button Edition, 1968-2019
Telefono e computer con 282 poesie registrate di 132 poeti
12.7 x 27.9 x 27.3 cm
Ed. 9/20 + 5 PA
Thomas Brambilla
 
Valentina Furian
Eclissi, 2024
Video due canali, muto, colore
1′
Ed. 2 di 3 + 1 PA
Courtesy UNA e l’artista
 
John Menick
Telharmonium, 2025
Video 4K generativo, partitura audio generativa, software personalizzato, algoritmo economico, computer hardware
Ed. di 5 + 2 PA
Matta
 
Felix Shumba
Oracle 1-5, 2024
Carboncino su carta
72 x 70 cm ciascuno
Galleria Fonti
 
Felix Shumba
Familiar Fruit A third of dawn Along, a certain line come a 4th of a teeth length of light and with a lemon, 2024
Carboncino su carta
72 x 70 cm circa
Galleria Fonti

Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
Facebook | Twitter | Instagram

Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Farini, 71 | 20159 Milano | www.paolamanfredi.com
Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | T. +39 340 9182004
Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | T. +39 342 0515787


Da Press Office <press@castellodirivoli.org>

Cento (Ferrara): annunciati i 6 libri finalisti del Premio Letteratura Ragazzi

Annunciati i libri finalisti della 47° edizione
del Premio Letteratura Ragazzi di Cento
e le date del prossimo Festival

Arrivano puntuali come ogni anno le terzine finaliste della 47° edizione del Premio Letteratura Ragazzi di Cento.
Dopo tre mesi di lettura, si è riunita nei giorni scorsi la Giuria Tecnica presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento. Giuria che ha avuto il compito di valutare ben 198 libri di 66 case editrici e, dopo un lungo confronto, ha selezionato due terne finaliste: una destinata agli alunni delle classi III, IV e V della scuola primaria e l’altra agli studenti delle scuole secondarie di I grado, oltre al Premio Poesia “Gianni Cerioli“, sei Libri Segnalati e due Menzioni speciali.

I numeri della 47° edizione confermano la tendenza degli ultimi anni: sempre più case editrici partecipano al Bando con più titoli, presentando le loro migliori produzioni e una partecipazione in costante crescita rispetto delle scuole che si iscrivono alla Giuria Popolare. Tutto ciò non fa che confermare la stima e la fiducia delle case editrici e degli insegnanti nei confronti dell’impegno e del lavoro svolto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento – unico Ente promotore del Premio.

La Giuria Tecnica, formata da educatori, autori, giornalisti, pedagogisti, librai e professionisti di grande prestigio nel campo della letteratura per ragazzi, ha valutato con grande professionalità tutti i libri, senza filtri o esclusioni, garantendo così una selezione autentica e di grande qualità. Di seguito i componenti della Giuria Tecnica:

  • Severino Colombo, scrittore e giornalista del Corriere della Sera;
  • Nicoletta Gramantieri, scrittrice e responsabile della Biblioteca Salaborsa ragazzi di Bologna;
  • Sabrina Maria Fava, Professoressa di storia della pedagogia e di letteratura per l’infanzia all’Università Cattolica di Milano;
  • Luigi Dal Cin, scrittore, attore e docente a contratto all’Università di Ferrara;
  • Silvana Sola, Giannino Stoppani-Accademia Drosselmeier, docente all’Università di Urbino;
  • Cosimo di Bari, Professore Associato di pedagogia all’Università di Firenze;
  • Anita Gramigna, Professoressa di letteratura per l’infanzia all’Università di Ferrara.

Di seguito i libri selezionati per le due terne finaliste, la menzione speciale della casa editrice e le opere segnalate:

Lo scheletro nell’armadio di LILIJA BERZINSKA, Traduzione di Rita Tura e Margherita CarbonaroIllustrazioni di Anna VaivareIperborea edizioni;

Lo spacciatore di noci di VALENTINA MISGUR Bompiani edizioni;

Io, me e le mie avventure. Diario di una fuga di CHARLY DELWART traduzione di Francesca Novajra illustrazioni di Ronan Badel, La Nuova Frontiera Junior edizioni.

Felice abbastanza di KARI STAI traduzione di Maria Valeria D’Avino illustrazioni di Kari Stai, Camelozampa edizioni;

Brock. La paura del tasso di ANTHONY MCGOWAN traduzione di Mara Pace Rizzoli edizioni;

Il leggendario tesoro di Hell Gate di DAVIDE MOROSINOTTO illustrazioni di Arianna Operamolla Mondadori edizioni.

Come d’estate il temporale di CARLO MARCONI illustrazioni di Serena ViolaLapis edizioni

Colla e io di MATHIS illustrazioni di Tiziana Romanin traduzione di Livia RocchiPension Lepic edizioni; 

Stella di GERDA DENDOOVEN traduzione di Olga AmaglianiCamelozampa edizioni;

Tessa presidente di SUSANNA MATTIANGELI illustrazioni di KanjanoIl Castoro edizioni;

GESSO di ANNA WOLTZ traduzione di Anna Patrucco Becchi, Beisler edizioni;

Oceano di GIONATA BERNASCONI illustrazioni di Marco SomàEinaudi Ragazzi edizioni;

La prima volta di ogni cosa di DAN SANTAT traduzione di Laura TenoriniIl Castoro edizioni;

Cromosomi di FABIAN NEGRIN illustrazioni di Kalina Muhovaedizionicorsare; 

Punto e a capo di OLIVER JEFFERS, Zoolibri edizioni;

Entro Natale, le classi selezionate per la Giuria Popolare – numero che quest’anno in poco più di un mese ha visto il superamento di 12.040 ragazzi iscritti di oltre 612 classi provenienti da tutte le regioni di Italia, e da alcune scuole all’estero (Svizzera, Parigi e Croazia) spingendo gli organizzatori a chiudere le iscrizioni con largo anticipo – riceveranno gratuitamente e direttamente a scuola i libri finalisti, inviati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.

I ragazzi avranno quattro mesi di tempo per leggere i libri in classe, guidati dai loro insegnanti; al termine, ogni ragazzo potrà esprimere la propria preferenza. I voti raccolti saranno inviati on-line da ogni classe, tramite il portale web dedicato al Premio, e andranno a decretare così la classifica finale, che verrà svelata durante la giornata della cerimonia di premiazione che si svolgerà al termine del FESTIVAL del Premio Letteratura Ragazzile cui date sono state rese note proprio oggi: dal 5 al 9 maggio 2026 a Cento FE.

Maggiori informazioni su www.premioletteraturaragazzi.it.


Maggiori informazioni su www.premioletteraturaragazzi.it.
INFORMAZIONI UTILI
TITOLO: Annunciati i libri finalisti della 47° edizione del Premio Letteratura Ragazzi di CentoDOVE: Cento (FE)
CONTATTI
sito: https://www.premioletteraturaragazzi.it/
mail: info@premioletteraturaragazzi.it
facebook: https://www.facebook.com/premioletteraturaragazzicento/
instagram: https://www.instagram.com/premioletteraturaragazzi/
twitter: https://x.com/PremioDi

UFFICIO STAMPA: CULTURALIA DI NORMA WALTMANN
051 6569105 – 392 2527126
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Da CULTURALIA <info@culturaliart.com>

“L’Europa che vorremmo”: se ne ragiona all’Università insieme all’Anpi di Messina

L’Europa ha preso una brutta piega: si è messa sulla strada del riarmo, delle tormentate diseguaglianze, traviata da crescenti nazionalismi. Eppure i giovani mostrano di avere le idee chiare su come dovrebbe essere l’Unione europea: istruzione, protezione dell’ambiente, uguaglianza di diritti e opportunità per tutti i cittadiniinclusioneprogresso esalute delle persone. Eppure il Manifesto di Ventotene, che al confino nel 1941 scrissero gli antifascisti Spinelli, Rossi e Colorni, immaginando una unitaria federazione europea, parlava di pace e libertà.

Riprendendo le ispirazioni dei lontani fondatori e cercando di rispondere alle aspirazioni delle presenti generazioni, l’Anpi di Messina propone una Giornata di studi sulla storia e i destini dell’Europa Unita nell’Ottantesimo della Liberazione, dal titolo “L’Europa che vorremmo”. Il 14 novembre 2025, l’Associazione messinese dei partigiani lo dedica alla discussione sui temi europei, con la collaborazione dell’Ateneo cittadino, dell’Associazione culturale ARB e della Regione siciliana.


Il 14 novembre, nell’Aula magna dell’Università (piazza Pugliatti) si comincia alle 9.

Dopo i saluti istituzionali della Rettrice Giovanna Spatari e del presidente provinciale dell’Anpi Giuseppe Martino, assumerà la presidenza dei lavori il prof. Antonio Saitta.

Seguiranno gli interventi del prof. Umberto Gentiloni, storico, Dal Manifesto di Ventotene al Trattato di Roma; del prof. Santi Fedele, storico, La Conferenza di Messina; della prof.ssa Giulia Vassallo, storica, Il Manifesto di Ventotene: nuove fonti dʹarchivio. Concluderà la sessione mattutina il prof. Gaetano Silvestri, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, con la relazione Dall’Europa dell’autorità all’Europa dei Valori: rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza.

Sempre nella stessa Aula magna universitaria, alle ore 16, riprenderanno gli interventi nella sessione presieduta dalla prof.ssa Lidia Lo Schiavo, sociologa. Il primo a prendere la parola sarà Raniero La Valle, saggista e politico, il quale si occuperà di Riparare l’Europa, salvare il mondo. Seguiranno il prof. Enzo Mingione, sociologo, Lavoro: la grande trasformazione. L’impatto sociale del cambiamento del lavoro; la prof.ssa Lina Panella, giurista, Diritti umani e legalità internazionale; la dott.ssa Giordana Restifo, operatrice culturale, Generazione Erasmus; il prof. Michele Sabatino, Movimento Federalista Europeo, L’Europa al bivio: unità o disgregazione?.

Ultimo intervento della Giornata di studi sarà quello di Vincenzo Calò, dell’Anpi nazionale, su L’Europa che vorremmo, una visione per il futuro.

Al termine dell’incontro l’Anpi di Messina sottoporrà all’attenzione dei partecipanti un documento su “L’Europa a cui aspiriamo: una prospettiva per il domani”.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provinciale di Messina
comunicato stampa – 11 novembre 2025
Da Salvatore Drago <redazione.soldo@gmail.com>

Max Ferrigno. BadGirls – Dal 28 novembre, Feat. House Torino

Da sinistra in alto in senso orario: JULIA 2024 acrylic on canvas 35×45
BELLONA -2022, acrylic on canvas, 125×180
FUCK, BABY! #02-2023, acrylic on canvas -118×41
ROSALIA – 2024, acrylic on canvas, 200X140 ph sinatra
ROSALIA -2024-25 – acrilico su tel 190X240
SINIBALDI #02 – 2024, acrylic on canvas, 60×80 ph di giugno

MAX FERRIGNO
 
BadGirls
 
Una mostra non curata da Laura Milani
 
Opening 27 novembre, 2025 dalle 19.30 alle 21:00
La mostra sarà aperta dal 28 novembre 2025
al 3 febbraio 2026
 
Feat.House
Via Giacosa, 15
10125 – Torino
28 novembre, 2025 – 3 febbraio, 2026

Ferrigno porta in scena un universo popolato da donne ribelli e potenti, eroine contemporanee che incarnano libertà, resistenza e autodeterminazione.

Lo spazio Feat. House in via Giacosa, 15 a Torino ospita la nuova mostra personale di Max Ferrigno(Casale Monferrato, 1977) BadGirls, non curata da Laura Milani. 

L’immaginario dell’artista piemontese, che vive da anni a Palermo, mette al centro della scena (e visivamente della tela) la figura femminile: l’omaggio totalizzante della sua pittura è nei confronti di un archetipo di donna contemporaneo che va ben oltre i confini del consentito. Ferrigno porta in scena un universo popolato da donne tatuate, ribelli, armate: sono guerriere contemporanee, donne che scelgono di difendersi autonomamente, di andare oltre le difficoltà, affermando il proprio valore.

I loro corpi, segnati dal tatuaggio, raccontano storie di libertà, resistenza e indipendenza, mentre le pose e le espressioni evocano una femminilità che è andata oltre la paura a favore dell’azione e del cambiamento, in un’esplosione di colori violenti, acidi, saturi, talvolta discordi e discrepanti, in grado di ipnotizzare e destabilizzare lo spettatore.

Laura Milani (torinese) visionaria imprenditrice e manager culturale, è la non curatrice della mostra di Max Ferrigno, con il fine di affermare che la cura non ha bisogno di un titolo, perché è un gesto silenzioso, un atto continuo di attenzione, responsabilità e vulnerabilità. È un modo di stare nel mondo, non una funzione nel sistema.

Delle BadGirls Milani racconta: “Max Ferrigno mette al centro della scena la figura femminile – rappresentandola attraverso un archetipo della donna contemporanea il cui corpo racconta storie di coraggio, libertà e indipendenza. Le sue opere fissano sulla tela gli istanti in cui le donne prendono decisioni importanti, gli attimi precisi in cui cambiano il corso della propria esistenza attraverso una scelta”.

L’immaginario cinematografico di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez attraversa le tele di Ferrigno: le sue eroine sembrano uscire direttamente da un film pulp, sospese tra ironia e dramma, tra gioco e sfida, tra realtà e sogno. Le reminiscenze di viaggio sudamericane prendono vita nel ciclo di ritratti Sinibaldi, dove l’iconografia è un ribaltamento dell’immagine religiosa convenzionale, in un sincretismo che ricorda la figura della Santa Muerte e la donna botticelliana.

Attraverso questa mostra personale, Max Ferrigno invita il pubblico a immergersi in un mondo dove il fumetto incontra il cinema, e dove la pittura restituisce alle donne il ruolo di protagoniste assolute, forti e inarrestabili.Feat House è la casa del Venture Building, un Social Business Club, un luogo in cui la cultura si apre al mondo e dove persone di valore, da ogni contesto, si incontrano per costruire qualcosa di nuovo e audace. Al loro fianco, come cofounding partner, la Fondazione Compagnia di San Paolo.


Informazioni mostra
Max Ferrigno – BadGirls
Opening 27 novembre, 2025 6-9 PM
28 novembre, 2025 – 3 febbraio, 2026
Feat. House – Via Giacosa, 15 – 10125 – Torino
Orari: 19:30 – 21:00
Ingresso: gratuito su invito o accredito www.feat.house

Per informazioni:
Raffaella De Chirico Arte Contemporanea e Art Advisoring
Via Monte di Pietà, 1A – 20121 – Milano
pressoffice.raffaelladechirico@gmail.com
info@dechiricogalleriadarte.it
Da Alessio Morganti <alessio.mrg@hotmail.it> 

“La Quinta Stagione – IV Edizione” | Collettiva d’arte contemporanea a Genova

LA QUINTA STAGIONE – IV Edizione
Collettiva d’Arte Contemporanea
a cura di Benedetta Spagnuolo

16 – 21 Novembre 2025
Opening: Sabato 15 Novembre ore 17:30
Live sound performance: ore 18:00 – Marco Nocentini, “Eteria, una stagione dove il tempo è suono

Complesso Monumentale di Santa Maria di CastelloSala Espositiva La Cisterna
Via Santa Maria di Castello, 27 – Genova (IT)

Orari di apertura:
Tutti i giorni ore 17:00 – 19:30
Mattina su appuntamento – Ingresso libero

Sabato 15 novembre alle ore 17:30 inaugura la quarta edizione della collettiva d’arte contemporanea La Quinta Stagione, ospitata nella suggestiva sala espositiva La Cisterna, situata sotto il terzo chiostro del Complesso monumentale di Santa Maria di Castello a Genova— un luogo di straordinario fascino storico risalente al IX secolo.

La sala, insieme al sottoporticato, si trasforma per l’occasione in un contenitore di arte e linguaggi contemporanei, dove il dialogo tra passato e presente si rinnova attraverso le diverse forme espressive dell’arte multimediale.

L’evento è curato da Benedetta Spagnuolo e organizzato da ARTISTI ITALIANI – arti visive e promozione, con il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Genova.

La mostra internazionale, aperta al pubblico tutti i giorni dalle 17:00 alle 19:30 fino al 21 novembre, presenta opere di artisti contemporanei provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi — tra cui Austria, Lituania, Spagna, Taiwan e Olanda — molti dei quali espongono per la prima volta a Genova.

In occasione del vernissage è prevista una live sound performance di Marco Nocentini, dal titolo “Eteria, una stagione dove il tempo è suono”, un intervento sonoro pensato per dialogare con l’atmosfera della mostra, dove fotografie, pitture, installazioni, illustrazioni, grafiche e video offrono una visione ampia e stimolante della creatività artistica contemporanea internazionale.

Un dialogo tra epoche e linguaggi che si alimenta della tensione tra memoria e contemporaneità, dove l’arte diventa strumento di rilettura critica del presente.

L’arte non si arrende all’emergenza mondiale (guerra e cambiamento climatico), anzi scatena in realtà nuove idee e suggestioni. Per questo cambiamento bisogna pensare anche a una nuova rinascita e così la curatrice Benedetta Spagnuolo ha ideato per il suo progetto espositivo una tematica e un titolo che emanano esattamente il senso di ripresa e di rifioritura: La Quinta Stagione.

La Quinta Stagione nasce dall’esigenza, prima del curatore e poi dell’artista, di creare un mondo utopico “non fatto” di stagioni, “non composto” da tempo, “non gestito” dallo spazio; un mondo personale, un periodo ipotetico nel quale non esiste né il freddo né il caldo, dove non c’è temperatura né tempo.

Questa Quinta Stagione cancella le stagioni dell’anno e della vita e i periodi che non ci fanno sentire parte integrante del mondo; nasce come desiderio di creare dentro di noi una presunta vita sospesa da giudizi e fatta solo d’istinto e gioia di vivere.

In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, la nostra urgenza è proprio di fuggire al di là di questo lasso di tempo per poterci rifugiare “oltre” e avvicinarci sempre di più a una dimensione personale e utopica. Si crea così un nuovo assetto politico, sociale o religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come modello ideale; ecco perché nasce La Quinta Stagione, per un sano ed intimo benessere individuale.

L’artista espone dunque una vera e propria rinascita di se stesso, circondato da elementi non solo naturali ma anche surreali; ciò che conta è che sia parte integrante di questo mondo ipotizzato, che esso sia fatto di elementi reali o immaginari.

Siamo abituati a considerare le stagioni secondo la loro classica suddivisione astronomica, cioè come l’intervallo di tempo che passa tra un equinozio e un solstizio, e si distinguono quindi quattro stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Dobbiamo pensare invece alla Quinta Stagione come a un periodo in fase a-temporale, la cui durata è del tutto soggettiva.

Molti hanno citato il concetto di quinta stagione: lo ha fatto, per esempio, la cantautrice Cristina Donà nel suo quinto album del 2007; e lo hanno fatto i registi Peter Brosens e Jessica Woodworth nel 2012, con il loro omonimo film in lingua originale, La Cinquième Saison.

Nel caso di Cristina Donà, l’idea dell’album viene dalla medicina tradizionale cinese, secondo la quale la quinta stagione è il periodo intermedio tra le stagioni: un momento di passaggio durante il quale corpo e spirito si preparano al cambiamento. È intorno al concetto di “preparazione” all’eventualità di dover affrontare un momento duro che ruotano i brani della cantautrice.

Il film La Cinquième Saison, invece, tratta di una misteriosa calamità che colpisce un remoto villaggio belga nelle Ardenne: è sempre inverno, la primavera si rifiuta di arrivare, gli alberi cominciano a cadere, la terra diventa arida e le provviste scarseggiano. Il ciclo della natura è sconvolto, la natura prende il sopravvento provocando l’implosione della piccola comunità.

In questo film si percepisce il lato oscuro e oscurato della relazione dell’uomo con la natura durante le quattro stagioni e la quinta stagione è rappresentata in questo caso dal periodo in cui la natura, se pur immobile, riprende il comando.  In entrambi i casi, la quinta stagione è intesa come intervallo volto a finire, nel quale il tempo e lo spazio esistono concretamente; esattamente il contrario rispetto al nostro caso.

La “nostra” Quinta Stagione è soltanto nostra e singolare, percepita solo attraverso gli occhi e ingoiata in un vortice interiore; in questo caso l’artista ha il coraggio di mostrare e rappresentare il “non concreto”.

È una sfida tra il mondo tangibile e il mondo interiore, dal quale ciò che emerge è solamente la nostra…. Quinta Stagione.
Benedetta Spagnuolo

Artisti:
Ivana Babic, Biagio Battaglia, Monica Biamonte, Calabrese/Smeraldo, Patrizia Cavagnaro, Clag!, Raffaele Costosi, Pietro Michele D’Aietti, Elisa Vittoria Ferrati, Flobi, Ella Gabi, Duccio Guarneri, Kanter Eginhartz, Lottevont, Tommaso Maestrini, Stefania Moretti, Monica Mura, Valerio Murri, Ramutė Paulikaitė, Claudi Piripippi, Polyni, Monica Rapetti, Raz, Safu, Silvia Sasso.
 
Fotografie e riprese video: © Francesco Arena, 2025
Cover photo: © instagram.com/ellie_laverne_
Ufficio stampa: ARTISTI ITALIANI – arti visive e promozione
 
Approfondimenti: artistiitaliani.wixsite.com/artistiitaliani/laquintastagione4

ORGANIZZAZIONE:
ARTISTI ITALIANI – ARTI VISIVE E PROMOZIONE

Fondata nel 2016 da Benedetta Spagnuolo, l’associazione culturale no-profit ARTISTI ITALIANI – arti visive e promozione nasce dall’esperienza di una pagina social del 2010. Oggi l’associazione promuove le arti visive contemporanee, gestendo comunicazione digitale, eventi e progetti curatoriali, e supporta artisti italiani e internazionali con un servizio integrato di gestione e promozione, accompagnandoli in ogni fase della carriera e offrendo visibilità, networking e strumenti professionali per inserirsi nel mercato globale dell’arte.

artistiitaliani.official@gmail.com
artistiitaliani.eu
facebook.com/artisti.italiani
instagram.com/artistiitaliani.avp
x.com/artisti_ita

CURATORE:
BENEDETTA SPAGNUOLO | CRITIC – ART CURATOR

Benedetta Spagnuolo, laureata all’Accademia di Belle Arti di Catania, lavora come curatrice e critica indipendente, collaborando con artisti italiani e internazionali e con Juliet Art Magazine, dove firma testi critici e recensioni su mostre e progetti contemporanei. Intende la curatela come un atto di mediazione tra artista e pubblico, volto a creare spazi di riflessione e dialogo. Con l’associazione culturale ARTISTI ITALIANI – arti visive e promozione promuove nuove voci del contemporaneo, valorizzando la contaminazione tra linguaggi e discipline. Il suo lavoro sostiene la crescita degli artisti e rafforza il dialogo con il pubblico, rendendo l’arte un’esperienza condivisa e attuale.

benedettaspagnuolo.official@gmail.com
benedettaspagnuolo.com
facebook.com/benedettaspagnuolo.officialpage
instagram.com/benedettaspagnuolo.official
linkedin.com/in/benedettaspagnuolo


Benedetta Spagnuolo
Critic – Art Curator 
E. benedettaspagnuolo.official@gmail.com
www.benedettaspagnuolo.com
Facebook  |  Instagram |  LinkedIn 
Da Benedetta Spagnuolo | Critic – Art Curator <benedettaspagnuolo.official@gmail.com>