Dopo la semina, il tempo è arrivato alla fioritura e alla piena maturazione.
Il vero attore e protagonista è Goldoni che non guarda indietro, verso le
radici, ma sceglie e opera autonomamente. Accetta le lezioni del passato dei
commediografi classici antichi. Accetta la grandezza di autori come
Shakespeare e Molière, rivisti con occhio indipendente e moderno. Valuta
notevolmente i suoi contemporanei: Maffei, riformatore della tragedia,
Metastasio, riformatore del melodramma. La sua vera ambizione è portare a
pari dignità la Commedia con la Tragedia e il Melodramma. Sostanzialmente
bocciato dalla critica letteraria nella valutazione della sua opera, Goldoni
è vicino assai di più alla nostra sensibilità moderna. Al di là dei
personaggi e dei loro difetti, origine del riso, la grandezza del teatro comico
goldoniano sta nella sua osservazione critica della società, che egli
ammorbidisce e attenua col garbo tipico del veneziano dell'epoca. Egli
risulta testimone della sua epoca, dell'evoluzione storica stessa, e si
pone, con i pittori e i musicisti veneziani più moderni, nel moto
progressivo della cultura europea.
Nel disteso riesame del suo teatro, fatto nei Memoires, si rileva tutto
l'amore per la commedia, ma, soprattutto, l'amore per la vita, colore
essenziale di tutte quelle pagine che nell'arco della sua esistenza ha
composto. I Memoires rappresentano il suo congedo, caro alla vecchia
commedia: un semplice, garbato e naturale saluto al pubblico.
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