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COLLEZIONISMO E MUSEI
 

  COLLEZIONI
     

Il collezionismo, un hobby di valore

 

Nascono le prime collezioni

 

IIl florido mercato dell’Arte 

 

Le "Stanze delle Meraviglie" 


La funzione sociale del Museo 

 
  MUSEI ITALIANI
   

Storia di alcuni musei italiani

 

Storia della Pinacoteca di Brera 

 

Storia dei Musei Vaticani 

 

Storia della Galleria degli Uffizi 


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Storia di alcuni musei europei 

 

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Pochi sanno che cosa sono le "Stanze delle Meraviglie", anche se molti studiosi le considerano come le basi dei moderni musei. Il termine esatto che le definisce è il tedesco Wunderkammer, cioè, camera delle meraviglie. In esse si conservavano le collezioni dei nobili, orgogliosi di mostrarle agli ospiti. Le raccolte di oggetti in esse contenuti, infatti, tendevano a mostrare la ricchezza del proprietario nella loro straordinarietà, che, ovviamente, provocava sorpresa, meraviglia e interesse. Le Wunderkammer, mostravano di tutto, dall’arte alle scienze, da oggetti di valore a semplici curiosità.
Le Wunderkammer nacquero nel Cinquecento e si protrassero fino al Settecento, epoca in cui furono aperti i primi musei. Se le arti erano comuni all’inizio, con la scoperta di nuovi paesi e nuove culture, si arricchirono di esemplari naturalistici e nuove conoscenze di tipo scientifico. La cultura illuminista le trasformò in un collezionismo, particolarmente, innovatore, proteso verso le novità scientifiche e culturali.
Il possesso di queste straordinarietà, spinse ad un collezionismo molto sviluppato. I nobili spendevano molto per accaparrarsi pesci o uccelli esotici, piante mai viste (le cosiddette naturalia) o semplici stranezze della natura, come frutta gigantesca o animali a due teste.
Oltre le naturalia, esistevano anche le artificialia, cioè composizioni artigianali o strani prodotti, provenienti da tutte le parti del mondo.

Le Wunderkammer erano attrezzate all’esposizione (che era del tutto casuale), essendo presenti in esse grandi teche e scansie di legno, armadi e piccole vetrine, o numerosi stipetti con cassetti. In grossi barattoli di vetro, pieni di formalina, venivano conservati parti umane o animali, esemplari rari impagliati, oggetti etnici, rocce o pietre sconosciute, piante essicate, coralli o stranezze marine, teste di animali imbalsamati. Nei cassetti, generalmente, erano conservati gli oggetti più piccoli o preziosi. Questi ultimi potevano far bella mostra di sé anche in vetrine con serratura. Sui muri o appesi vi erano animali particolari.
Oggi le considereremmo chincaglierie, ma allora, in una Europa desiderosa e affamata di novità culturali, tecniche e scientifiche, ben si prestavano le Wunderkammer. Il collezionismo, tuttavia, non si restringeva su di essi, comprendendo, anche, tutto il ramo artistico. Così ben conservati, erano esposti libri e stampe rare, numerosissimi quadri, cammei, collane di perle o di coralli, filigrane, vasi e reperti archeologici, monete antiche e raccolte di foglie accuratamente essiccate, anche di alberi o piante d’origine americana o asiatica.
Poiché tutte queste mirabilia, cioè oggetti che suscitavano la meraviglia (da qui il nome), erano molto costosi da acquistare, le Wunderkammer, non era per tutti, ma solo per persone particolarmente abbienti. D’altronde, il mercato era tale da dare vita ai falsi d’autore, anche acquistati per il loro prezzo inferiore.  

Curiosamente, il fenomeno delle stanze delle meraviglie interessò anche conventi e monasteri. Conservata la cultura nel medioevo, essi si spinsero all’acquisto di tesori bibliografici di opere introvabili, antichi manoscritti o qualche papiro egiziano o beni artistici e scientifici. Gli istituti religiosi, d’altra parte, godevano di offerte, donazioni, eredità ed ex voto. Alla fine del Settecento (il secolo dell’enciclopedie di Diderot), abbazie o i collezionisti privati iniziarono un lavoro di catalogazione delle enormi quantità delle mirabilia, aprendo la loro visione al pubblico, anche se inizialmente più ristretto. Tra i conventi-museo, ad esempio, vi fu il Monastero di San Martino delle Scale nei pressi di Palermo, che espose i propri beni già a partire del XVIII secolo, ma le cui collezioni, furono frazionate alla fine dell’Ottocento.
Tra le Wunderkammer più famose quella di Anna Maria Luisa de' Medici, di fine Seicento, e la Camera dell'arte e delle curiosità di proprietà di Ferdinando II d'Asburgo.

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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