Registrati My Account HOME Chi siamo  Prodotti

Carrello

Contatti Faq  Privacy Condizioni Area partner Biblioteche
 
   
   
   
      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

  

Brossure

 
La storia di Messina
 
L'Illuminismo
 
Il teatro di Goldoni
 
Ragazzi
 
Il Melodramma di Metastasio
 
"Viaggiare"
 
Il Teatro di...
 
I protagonisti
dell'Antichità
 
I padri della Scienza
 
Il Risorgimento italiano
 
Scapigliatura e Verismo
 
La filosofia in italiano
 
Il Settecento
 
Miscellanea
 
Miscellanea E-book
 
Free

  

  

 
 
 
 

 

 

 
 
   
  12/14

COLLEZIONISMO E MUSEI
 

  COLLEZIONI
     

Il collezionismo, un hobby di valore

 

Nascono le prime collezioni

 

IIl florido mercato dell’Arte 

 

Le "Stanze delle Meraviglie" 


La funzione sociale del Museo 

 
  MUSEI ITALIANI
   

Storia di alcuni musei italiani

 

Storia della Pinacoteca di Brera 

 

Storia dei Musei Vaticani 

 

Storia della Galleria degli Uffizi 


MUSEI EUROPEI'
   

Storia di alcuni musei europei 

 

Storia del Deutsches Museum


Storia del British Museum

 

Storia del museo del Louvre 

 
  IL FUTURO DEI MUSEI
   

Musei virtuali 

 
 
 
 BOOKSHOP
   
VIDEO
     
HOME
MUSEI
 
     
HOME PRIMOPIANO
 
 
   
 
 
   
 

   
PICCOLA VETRINA    
     
L'ILLUMINISMO - 1 - VOLTAIRE- BECCARIA - GIANNONE -AMIDEI L'ILLUMINISMO - 2 -  PARINI - VERRI
   
L'Illuminismo  -  
AUTORI VARI -
Raccolta - Vol. 1
L'Illuminismo  -  
AUTORI VARI -
Raccolta - Vol. 2
Volume 1 di 2
Versione E-book
 
VOLTAIRE- BECCARIA -
GIANNONE -AMIDEI
Volume 2 di 2
Versione E-book
 
PARINI - VERRI
   
Costo My book:
Euro 5,28
Costo My book:
Euro
4,96
   
 
 

 
   
 
 

Tra i musei più famosi ed antichi vi è il British Museum di Londra (in Great Russell Street). La sua storia inizia nel 1753, quando sir Hans Sloane, noto medico e scienziato inglese, con il suo patrimonio letterario ed artistico, dà vita alla biblioteca di Montague House a Londra. La collezione, acquistata dal governo britannico, fu messa in esposizione nel 1759. Oggi il British Museum possiede ben 30 milioni di oggetti, così tanti da rimanere in magazzino, data l’enorme superfice necessaria per esporli tutti. In dettaglio si contano: 30 milioni di oggetti solo al British Museum, altri 70 al Natural History Museum e 150 alla British Library. Il Natural History Museum (che contiene collezioni di storia naturale) e la British Library (la biblioteca) sono filiazioni del British Museum.
Il museo ha attualmente un carattere universalistico. Esso, infatti, si occupa del la storia e la cultura materiale di tutta l’umanità, a partire dalla preistoria sino ad oggi.
Il il cortile centrale del museo è stato nel 1997 (a meseo chiuso) oggetto di lavori edili. Nello spazio è stata realizzata, su progetto di Lord Foster, la Queen Elizabeth Great court, la più grande piazza coperta europea.
Il British Museum, già nel 1923,  contava più di un milione di visitatori.

Il British Museum, nato grazir ad una legge apposita di Giorgio II, poggiava inizialmente su quattro collezioni. Oltre quella di sir Hans Sloane, ne facevano parte la Cottonian Library, raccolta da Sir Robert Bruce Cotton (d’epoca età elisabettiana), e la biblioteca di Harleiana, composta dai conti di Oxford. A queste tre si aggiunse, nel 1757, la Royal Library, composta fa testi acquisiti dai re britannici nel corso del tempo. Per la grande quantità di volumi conservati, il museo fungeva anche da “biblioteca nazionale” (la prima in assolito. Inoltre, con la cessione della Old Royal Library, il re trasferì anche al museo il diritto ad ottenere una copia di qualsiasi libro che veniva pubblicato nel regno britannico. Questo diritto permetteva alla biblioteca una crescita continua e perpetua. Tale diritto è posseduto oggi da tutte le biblioteche nazionali. Successivamente, una parte dei libri fu trasferita nella British Library, dove si trovano scritti di una rarità eccezionale.

Il British Museum fu il primo museo nazionale, aperto gratuitamente al pubblico, che non fosse di proprietà ecclesiastica o reale, e concentrato su ogni produzione umana, in generale. Un vero museo illuminista.
Se, tuttavia, in principio l’attività del museo era concentrata, soprattutto, sulla tematica naturalistica e libraria, nel 1772, ricevette la collezione di ceramica greca di proprietà di William Hamilton, che rappresentò il primo nucleo artistico e storico, su cui si sarebbe sviluppato in seguito. Ebbe donazioni pure di materiali di “stanze delle meraviglie” e altre donazioni, come la Collezione Thomason e la biblioteca di David Garrick (circa 1.000 opere).
L’Inghilterra di fine Settecento era protesa verso il mondo. Numerosi erano gli esploratori che viaffuavano nei Mari del Sud, tra cui James Cook. Dal mondo intero, giunsero al museo oggetti di culture etniche sconosciute. Da Clayton Mordaunt Cracherode ebbero in donazione tutti i suoi libri, gemme intagliate, monete, stampe e disegni.
La Royal Society era già in contatto co esploratori, viaggiatori e lontani ambasciatori britannici. Tra questi ultimi, quello di Napoli fece giungere reperti archeologici da Pompei ed Ercolano, riproduzioni di questi e disegni del Vesuvio.

Le antichità archeologiche
Dopo la sconfitta dell’esercito napoleonico nella battaglia del Nilo, l’Egitto e l’intero Medioriente entrarono a far parte della sfera politica britannica. Questo comportò l’arrivo a Londra di pezzi archeologici egiziani. Tra questi, nel 1802, apparve la famosa stele di Rosetta, che fu presentata agli studiosi dallo stesso re Giorgio III, da cui scaturì l’interpretazione dell’antica scrittura geroglifica egiziana, mentre nel 1818, fu esposta la colossale statua di Ramesse II, recuperata, in loco (tra i numerosi reperti), dal console generale Henry Salt. Grazie a lui, il museo inaugurò la sala della collezione di scultura egiziana. Nel 1805, invece fu donata da Charles Townley, la sua raccolta di sculture romane. Thomas Bruce, ambasciatore in Turchia (l’allora Impero ottomano), nel 1806, sull'Acropoli di Atene, arrivò a rimuovere dal Partenone le sue sculture marmoree. Uguale sorte ebbero i fregi del Tempio di Apollo Epicurio di Phigalia, antica città greca. Inoltre, dal Medioriente, arrivarono in Inghilterra, nel 1825, reperti archeologici di antichità Assire e Babilonesi, stavolta tramite acquisto, da parte della vedova di Claudius James Rich.
Il tutto (sancito da una legge), fu acquisito dal British Museum, che aprì, così, numerose sale archeologiche.
La crescita esponenziale degli oggetti reperiti e raccolti, che aumentava ogni giorno, compreso il numero di visitatori in costante aumento, creò la necessità di una nuova sede istituzionale più ampia. Con l’ulteriore donazione, nel 1802, della King's Library, appartenente al re Giorgio III, i problemi balzarono agli occhi. La collezione, infatti, si componeva di 65.000 libri, 19.000 Pamphlet, oltre a diverse mappe, carte e disegni topografici.
Per accogliere, in particolar modo, la Royal Library, fu deciso di dare il via alla costruzione di una nuova sede attraverso un ampliamento nella zona ad est. L'architetto neoclassico Robert Smirke venne incaricato del  progetto.
Quando, nel 1823, la Montagu House, sede  del British Museum fino ad allora, fu demolita, si iniziò la costruzione per la King's Library. Tuttavia, l’anno seguente, si ebbe la nascita della National Gallery, che tolse un po’ di fretta a tutti.
Il museo rimase chiuso, fatta eccezione èer aperture straordinarie, come quella per l’Esposizione Universale del 1851.
L’edificio venne ultimato e riaprì i battenti nel 1852. Successivamente, furono realizzate le Infill galleries, per le sculture assire. La sala di lettura circolare con volta in ferro, progettata da Smirke per ospitarvi un milione di volumi, venne aperta alla cittadinanza, come la King's Library, nel 1857.
Durante gli anni di chiusura, nel museo operò l'italiano Antonio Panizzi. Egli rese ben organizzata e strutturata la sezione della biblioteca, quintuplicandola per numero di volumi, e portandola ad essere la seconda biblioteca, dopo la Bibliothèque nationale de France di Parigi. Da molti è ritenuto il "secondo fondatore" del British Museum.
La collezione libraria di Sir Thomas Grenville, che contava 20.240 volumi, venne devoluta nel 1847 al museo inglese. Non venne esèpsta fino alla nascita della British Library a St Pancras, nel 1998. Proprio per la costante necessità di spazio, si decise di trasferire, nel 1887, la collezione di storia naturale a South Kensington, in un edificio che sarebbe divenuto poi il Natural History Museum. Con questa suddivisione il museo ritrovò lo spazio necessario. Verso la fine del XIX secolo, vennero introdotte innovazioni, come l’illuminazione elettrica degli ambienti, come nella Reading Room e nelle gallerie.

Nel 1840, durante gli anni di chiusura, il museo realizzò la sua prima spedizione archeologica, al comando di Charles Fellows. Il sito degli scavi era a Xanthos, nell'antica Licia, in Asia minore. Furono scoperte le tombe dei notabili della città, poste tra il Monumento delle Nereidi e la tomba di Payava. Successivamente il museo sovvenzionò altri scavi in Assiria, come a Nimrud e Ninive. Il rinvenimento delle tavolette cuneiformi di Sardanapalo, trasformò il British Museum in un centro mondiale si studi sulla cultura assira. Nel 1857 l’archeologo Charles Thomas Newton scoprì il mausoleo di Alicarnasso, considerato una delle Sette meraviglie del mondo antico. Successivamente, nel 1892, venne effettuata una campagna di scavi nell’isola di  Cipro.
Le ricerche archeologiche non si fermarono a questo punto, ma proseguirono anche nel secolo successivo. Diversi archeologi britannici operarono in vari paesi del globo. Aurel Stein lavorò nell'Asia centrale, David George Hogarth, Leonard Woolley e Thomas Edward Lawrence aprirono un sito di scavi a Karkemiš, e Emily Torday, operante in Africa, ampliò le collezioni etniche centrafricane del museo.
Tra le acquisizioni più eclatanti vi furono, in seguito, il tesoro di Ur, (risalente al 2600 a.C.), rinvenuto da Leonard Woolley nei suoi scavi svoltisi dal 1922 al 1934. Dai cimiteri anglosassoni di Sutton Hoo si scoprirono corredi funebri in materiali preziosi e in granato una nave funeraria mentre da Mildenhall giunsero oggetti d'arredamento Romani.

Con l’affermarsi dell’istituzione del British Museum, molti collezionisti, a fine Ottocento, effettuarono donazioni ad essa. In questo periodo se ne distinguono due, per la grandezza e la varietà dei pezzi, quella di A.W. Franks, grande collezionista e curatore, avvenuta nel 1897, e quella del barone Ferdinand James von Rothschild, del 1898.

Con l’incremento continuo delle collezioni, il British Museum non poteva fermare la sua espansione edilizia. Nel 1895, venne acquistata una vasta area confinante, situata ad est, nord e ovest dell’edificio principale. Nel 1906, si iniziò a costruire l’ala nord.
durante la prima guerra mondiale, a causa del pericolo di bombardamenti, alcune collezioni vennero spostate altrove per sicurezza. Alla fine della guerra. Le collezioni ritornarono alla sede centrale. Fu constatato su alcuni pezzi un loro deterioramento. Venne allestito un piccolo laboratorio di restauro, nel maggio 1920. Da temporaneo esso divenne permanente nel 1931. Quello del British fu il primo laboratorio di conservazione in assoluto al mondo.
Nella ricerca continua di spazio furono ricostrui gli archivi e realizzati nuovi piani a mezzanino. Nel 1931 fu costruita una galleria apposita per le Sculture del Partenone, finanziata dal commerciante d'arte Sir Joseph Duveen e progettata dall'architetto americano John Russell Pope. Su suggerimento di questo venne modificata la tinteggiatura delle gallerie, passando dal rosso cupo, d'epoca vittoriana, a tinte pastello, più chiare e moderne.
A partire dall'agosto del 1939, con la guerra alle porte, iniziò una grande operazione di traslazione delle opere più preziose del museo. Furono utilizzate case di campagna, la stazione della metropolitana di Aldwych e la National Library of Wales. I
l British Museum, come tutta Londra, venne pesantemente bombardata. Ebbe i suoi danni maggiori proprio nella galleria Duveen, costruita da poco.
Dopo la seconda guerra mondiale, gli edifici furono ristrutturati e  le collezioni ritornarono al proprio posto nel museo. Venne ricostruita, nel 1959, la danneggiata Sala delle monete e delle medaglie. Nel 1962, nella Galleria Duveen, ristrutturata, ritornarono i fregi del Partenone, spostati durante la guerra.

A partire dlla fine degli anni sessanta, vennero introdotte innovazioni rivolte soprattutto verso il pubblico. Tra le quali: la fondazione dell'associazione "Amici del British Museum" (nel 1968); l’attivazione di un Servizio educativo (Education Service), nel 1970; la creazione di una casa editrice (nel 1973). Inoltre, con una nuova legge (del 1963) si resero più semplici, amministrativamente, le donazioni al museo. Nel 1972 fu stabilita la costruzione della British Library, con l’edificazione di una nuova ala ad essa dedicata o di una nuova sede ex novo. Il governo suggerì la zona di St. Pancras. Al museo, vero e proprio, sarebbero rimaste le sezioni riguardanti i reperti storici, i dipinti, le etnografiele, le monete e le banconote antiche, e le collezioni di medaglie.
Tuttavia, si completò lo spostamento della British Library a St. Pancras solo nel 1998. Nel 2000, fu presentata al pubblico la Queen Elizabeth Great court, la più grande piazza coperta europea. Nel 1997 era stata inaugurata la Weston Gallery of Roman Britain, sui reperti britannici d’epoca romana, una sezione, quindi, esclusiva.
Nel 1953, il museo ha celebrato il proprio bicentenario
Tra le più visitate mostre temporanee (1,694,117 visitatori), vi fu quella sui "Tesori di Tutankhamun", del 1972, la più visitata d’Inghilterra.

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
      
 
 

   
 
  HOME  
 

 

Copyright © 2004-2013 Experiences S.r.l. 
È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini,
la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 
   
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2013. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768