Bridget Bishop – A Salem è la prima vittima della follia collettiva

 

 

Salem, il cui territorio ricade oggi, in gran parte, nella città di Danvers, negli Stati Uniti, è all’epoca un villaggio del New England, ultimo avamposto prima di inoltrarsi nei territori indiani. La località è colonizzata nel 1626 da un gruppo di immigrati europei, calvinisti, condotti da Roger Conant, in opposizione alla politica anglicana di re Carlo I° contro le minoranze religiose. La maggior parte degli abitanti della colonia inglese professa il puritanesimo, vive all’insegna della moderazione dei costumi e soprattutto dell’inflessibilità morale. Si richiede che gli abitanti siano molto devoti e rispettosi della fede. Fanno pasti moderati e praticano i digiuni prescritti. Non conoscono il gioco d’azzardo. Non consumano tabacco o alcol, né tantomeno droghe, considerando fra queste anche caffè e tè. Gli abiti non devono essere vistosi, né gli atteggiamenti possono essere provocanti o comunque sconvenienti. I giovani sono obbligati alla castità prematrimoniale. Contratto, poi, il matrimonio, è pretesa la massima fedeltà coniugale. Ad eccezione degli inni liturgici per gli adulti sono proibite musica e danze; per i bimbi giochi e ogni tipo di giocattolo, considerati distrazioni futili. In breve, a Salem, tra i valori comuni spiccano l’onestà, l’integrità, l’obbedienza nei confronti di Dio, della legge e delle regole di vita comunitaria. Dal 1642 già in Inghilterra, patria d’origine, è ufficialmente riconosciuto il reato di stregoneria, punibile con la pena capitale. I religiosi predicano dal loro pulpito le nefandezze del demonio.

La storia delle Streghe di Salem nasce in questo clima di rigida osservanza. I numeri di un processo popolare determinato da una storia d’isteria collettiva, come oggi la definiremmo, sono presto detti. Vengono coinvolti circa 200 abitanti della comunità e ne finiscono sotto processo 144. Sotto tortura ben 54 fra questi confessano di essere devoti a satana. Via via nel corso delle sentenze sommarie sono mandate al patibolo 19 persone. Il 10 giugno 1692 a Salem iniziano le esecuzioni. La prima a salire sul patibolo è Bridget Bishopper condannata all’impiccagione. Il luogo dell’esecuzione è ancora oggi conosciuto come Witches’ Hill (la collina delle streghe). La Bishop, 60 anni d’età, è una proprietaria terriera. Coltiva preferibilmente mele e possiede una taverna. È sospettata di professare la magia nera; ma non solo, perché è anche accusata di aver sedotto molti fra gli uomini del villaggio e di incantare con le sue pratiche di stregoneria le giovani fanciulle di Salem. Questa storia, invero, nasce proprio fra le giovani fanciulle in fiore e si allarga progressivamente agli anziani del villaggio. Prende avvio quando nell’inverno, fra il 1691 e il 1692, Elizabeth Parris, conosciuta col diminutivo di Betty, figlia del reverendo, e sua cugina Abigail Williams, iniziano a manifestare dei disturbi comportamentali: hanno atteggiamenti aggressivi verso familiari e estranei, emettono strani versi vocali, si contorcono oppure si nascondono dietro i mobili, strisciano per terra. In particolare smettono di parlare e di rispondere alle domande dei parenti sulla causa del proprio “malessere”. Nessuno oggi si meraviglierebbe, considerando che hanno circa dieci anni d’età. Il medico interpellato non diagnostica malanni fisici, ma ricordiamo che a Salem, data la rigidezza dei costumi, anche i bambini sono dei piccoli adulti; perciò i loro non possono che essere sintomi derivati da un “malocchio”. La notizia non tarda a diffondersi, tanto che riecheggia un nuovo strano caso. Altre sei  brave ragazze del villaggio sono vittime di un seme follia collettiva. Cosa che è vera, anche ai nostri occhi, ma gli abitanti di Salem hanno tutt’altro metro di giudizio rispetto al nostro. L’ipotesi espressa dal dottor Griggs è che il maligno abbia preso possesso delle giovani. Chi lo ha evocato? se non qualche strega che si occulta fra le donne della comunità? Secondo il reverendo Parris, William Stoughton e William Phips, a Salem alcune donne praticano la stregoneria.

La caccia alle streghe comincia dai popolani e non dalle autorità giudiziarie, anche perché nessun reato civile o penale è ancora dimostrabile. Una donna, Mary Sibley, sa come individuare le colpevoli. Basta far mangiare ad un cane una focaccia di segale impastata con l’urina delle sospettate e si scoverà chi è la vera strega; ma la missione non consegue alcun risultato. È allora che si ritiene giusto istituire un “regolare” tribunale. Tanto regolare che fra le prove addotte è quella dell’evidenza spettrale. Le donne accusate sono chiamate a deporre in tribunale alla presenza delle vittime. Se nell’udire la loro voce o nell’ascoltare l’esposizione dei fatti le ragazze avvertiranno malesseri o manifesteranno qualche stato di crisi isterica, la prova spettrale fornirà i risultati sperati. Questo avviene quando il popolo si fa giustizia da sé ed anni di ordinamento giuridico sembra non siano mai esistiti. Per conoscere l’evoluzione del processo basterà ai nostri lettori seguire la scheda che appare di seguito all’artico, su Wikipedia. Per avere conferma di come, ancora oggi, questi casi non siano per nulla superati, occorrerà leggere l’articolo di Tiziana Della Rocca riflettere.

 

BRIDGET BISHOP (Inghilterra, 1632 circa – Salem, 10 giugno 1692) fu la prima condannata a morte per stregoneria durante i processi alle streghe di Salem nel 1692. Il suo cognome da nubile era probabilmente Playfer, o forse Playford. Si sposò tre volte. Il suo primo matrimonio, intorno al 1660, fu con il capitano Samuel Wasselbe. Il secondo matrimonio, celebrato il 26 luglio 1666, fu con Thomas Oliver, vedovo e importante uomo d’affari, da cui ebbe una figlia, Christian, nata l’8 maggio 1667, che in seguito sposò Thomas Mason. Rimasta vedova, Bridget fu accusata di aver ucciso il marito ricorrendo ad arti magiche, ma fu assolta per insufficienza di prove. Il suo ultimo matrimonio fu celebrato nel 1687: sposò Edward Bishop, un ricco legnaiolo. Nei verbali processuali che la riguardano si legge che era originaria di Salem[1], termine con cui si intendeva Salem Town (oggi Danvers), mentre in altri atti di accusa Salem Village è specificato per esteso. (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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IL FOGLIO

Streghe di ritorno

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