Un agricoltore assai smozzicato, tutto sulla vita e l’opera del pittore e scultore Libero Elio Romano.
Il libro, scritto da Vittorio Ugo Vicari, inaugura la nuova impresa editoriale del fotografo messinese Alessandro Mancuso. La collana Circuitus Siciliae interamente dedicata agli studi d’arte nell’Isola
Alessandro Mancuso è un editore e fotografo messinese di consolidata esperienza (nel suo curriculum la casa editrice Magika e la rivista «Karta»). Con il volume Un agricoltore assai smozzicato. Formazione fiorentina e residenza siciliana di Libero Elio Romano egli inaugura una nuova impresa editoriale e una collana (Circuitus Siciliae) interamente dedicata agli studi d’arte nell’Isola.
Il libro, scritto da Vittorio Ugo Vicari, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle arti di Catania, analizza la vita e l’opera del pittore e scultore Libero Elio Romano (1909-1996) autore tra i più significativi del Novecento siciliano, titolare della cattedra di Pittura presso l’Accademia etnea nella sua tarda età.
Si tratta dello spaccato esemplare di una biografia formatasi a cavallo tra le due guerre tra Catania, Roma e Firenze, che durante il ventennio maturò una maniera in bilico tra istanze artistiche internazionali, congiunture italiane e forme compiute di ‘resistenza culturale’ al regime fascista. Una vita apparentemente appartata nell’enclave di Morra, contrada dell’ennese, che invece cela avventure, militanze e passioni molto intense, assumendo a tratti le sembianze di un romanzo neorealista.
Nella stesura del volume l’autore si è avvalso di molte fonti documentarie e della collaborazione diretta dei figli e nipoti dell’artista. Le opere in esso presentate vengono quasi esclusivamente da quell’intima cerchia e sono perlo- più inedite o poco note. La prefazione del testo è stata affidata a Giuseppe Frazzetto che fu tra i suoi amici più cari, recensore della sua opera in molte occasioni e curatore dell’ultima sua mostra antologica, nel 1995 a Castello Ursino di Catania.
Libero Elio Romano emerge dal libro con lo statuto dell’eretico; il suo ritiro nelle campagne dell’entroterra siciliano durante e dopo la guerra, poeticamente corrisponde con la volontà di rifiuto che il suo amico Eugenio Montale ci lascia in pochi versi scarni. Romano vivrà larga parte della sua vita in disparte perché sa ciò che non è, ciò che non vuole e silenziosamente, magistralmente, dipinge ciò che più conta: la terra, i cicli della vita, le nature morte, le donne, le colline, il mare. La sua maniera pittorica ricorda la scultura, una “costruzione quasi geologica” del paesag- gio fatto di forre, sbalanchi, cretti, quando nella Sicilia interna primeggiavano i seminativi da raccolto, i maggesi e il lavoro dei campi era un’impresa titanica. Modellati di creta sembrano anche i corpi delle modelle nude, espressione di sensualità e abbandono alla vita ferace, stagliate su fondi che somigliano agli orizzonti alluvionali d’autunno, quando l’azzurro del cielo è costantemente smentito da venti forti e algidi che rovesciano sulle terre nuvole improv- vise e improvvisi temporali. Modellate nella creta sono, infine, le sue nature morte, che vibrano in un canto come le povere cose di Giorgio Morandi, appena rotte dal cromatismo acceso e carnale di un fiore selvatico o di un frutto campestre.
Per questo insieme di ragioni, Un agricoltore assai smozzicato va considerato un libro necessario. Esso consente il transito di un artista del novecento siciliano dalla dimensione della critica a quella della storia dell’arte, collocando Libero Elio Romano al definitivo posto che gli compete: tra i grandi della sua generazione.
Vittorio Ugo Vicari, Un agricoltore assai smozzicato. Formazione fiorentina e residenza siciliana di Libero Elio Romano, Alessandro Mancuso Editore, Venaria Reale 2021.
IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro