Art City Bologna 2022: tra i main projects Orecchie d’Asino alla Fondazione Carlo Gajani con “DueDuo”

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022 in occasione di ARTEFIERA, la Fondazione Carlo Gajani presenta DueDuo, installazione site- specific e performance del duo Orecchie D’Asino (OD’A), composto dalle giovani artiste Ornella De Carlo e Federica Porro e curato da Luca Monaco e Giuseppe Virelli. OD’A dialogherà attraverso il tempo con un altro duo d’artisti: Carlo Gajani e Gianni Celati. Le fonti testuali e progettuali del duo maschile attivo negli anni Settanta verranno ripresi dalla pratica artistica e dalle opere del duo femminile a distanza di cinquant’anni. Casa Gajani si animerà mediante un processo di ‘disseminazione artistica’ in cui installazioni sonore, proiezioni video e performance daranno vita a un dialogo a distanza in cui le diverse opere potranno confrontarsi in una serie di rimandi e rapporti fra immagini e voci, oggetti e azioni, spazio e tempo.

Il risultato sarà un inseguimento site-specific all’interno dell’appartamento bolognese che è stato teatro di ripresa per numerose sperimentazioni e dimora dell’artista Gajani. Oggi quell’appartamento è sede della Fondazione Carlo Gajani ed è anche spazio espositivo.

ORECCHIE D’ASINO
NELL’AMBITO DI ART CITY BOLOGNA 2022
PRESENTA “DUEDUO”
ALLA FONDAZIONE GAJANI

NOTE SUL DUO ARTISTICO

Orecchie D’Asino è un duo artistico formato da Ornella De Carlo (Taranto 1991), laureata in Arti Visive, e Federica Porro (Como 1994), laureata in lettere moderne, attivo dal 2018. Dal 2019 prendono parte a festival quali Sifest OFF e Paratissima; nel 2021 vincono la menzione per fotografia contemporanea del Premio Francesco Fabbri e espongono presso la galleria Baco di Bergamo durante la mostra Metafotografia. La pratica di Orecchie D’Asino inizia con degli esercizi di improvvisazione teatrale e si espande verso la ricerca del quotidiano e l’attività onirica, attraverso diversi linguaggi e metodologie artistiche. Da un testo improvvisato si passa alla sua messa in scena all’interno di un’installazione effimera che comprende immagini, video e oggetti di diversa natura. Gli avanzi talvolta vengono ulteriormente rielaborati negli angoli e negli spazi anonimi della casa, prendendo la forma del totem, o proseguono all’interno di un videologue, termine coniato dalle artiste per indicare uno o più video che simulano un dialogo in cui gli elementi precedenti si uniscono con nuove suggestioni. In altri casi, dopo aver attraversato le parole, l’oggetto e le loro immagini, OD’A passa alla creazione di esperienze ed eventi per mezzo di azioni performative o pratiche partecipative pensati come piccoli gesti, giochi di società e spettacoli.


INFORMAZIONI UTILI

TITOLO: DueDuo

A CURA DI: Luca Monaco e Giuseppe Virelli

INAUGURAZIONE: Venerdì 6 maggio 2022, dalle ore 18:30 alle ore 21:00; preview per la stampa ore 17:30

DOVE: Fondazione Carlo Gajani, Via de’ Castagnoli, 14, 40126 Bologna

QUANDO: Dal 7 al 15 maggio 2022

ORARI: sabato 7 e domenica 8, da martedì 10 a venerdì 13 maggio 2022 ore 17:30 – 21:00
Sabato 14 maggio 2022 ore 17.30-24.00
Domenica 15 maggio 2022 ore 17.30-21.00

ACCESSO LIBERO PREVIO RISPETTO DELLE NORMATIVE ANTI-COVID
PER INFO E CONTATTI: info@fondazionecarlogajani.it

FONDAZIONE CARLO GAJANI:
SITO: http://www.fondazionecarlogajani.it/it/
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ORECCHIE D’ASINO:
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UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Milano, Leica Gallerie: BRYAN ADAMS. Exposed

L’esposizione documenta il talento da ritrattista del rocker canadese.

La mostra presenta ventotto fotografie di grande formato di protagonisti del mondo dello spettacolo, della moda e dell’arte, da Amy Winehouse a Ben Kingsley, da Kate Moss a Mick Jagger, ad altri ancora.

LEICA GALERIE MILANO
DAL 21 APRILE AL 9 LUGLIO 2022

BRYAN ADAMS
Exposed

Bryan Adams, Kate Moss, White coat, London 2013, © Bryan Adams

Dal 21 aprile al 9 luglio 2022, da Leica Galerie Milano, in via Giuseppe Mengoni 4 (angolo piazza Duomo), una mostra celebra il talento di Bryan Adams, rocker tra i più acclamati a livello globale, che negli ultimi vent’anni si è costruito una solida fama come fotografo che lo ha portato a firmare l’edizione 2022 del Calendario Pirelli e a ritrarre personalità quali la Regina Elisabetta II d’Inghilterra.

La mostra, curata da Anke Dagenhard e Denis Curti, presenta ventotto opere di grande formato che approfondiscono proprio la sua carriera da ritrattista.

Per l’appuntamento milanese, gli scatti di Bryan Adams si concentrano su protagonisti del mondo dello spettacolo, della musica, della moda e dell’arte, da Amy Winehouse a Ben Kingsley, da Kate Moss a Mick Jagger, da Pink a Lindsay Lohan, da Morrissey a Michael Jackson a molti altri ancora.

Ai tradizionali ritratti in studio si contrappongono quelli meno convenzionali che testimoniano il rapporto di grande complicità che Adams è riuscito a instaurare con i suoi modelli – sono spesso amici di lunga data – e a scavare nella natura più intima delle celebrità.

In ogni immagine si percepisce la forte presenza del fotografo; l’obiettivo della macchina fotografica di Bryan Adams non crea una barriera tra sé e la persona ritratta; la sua grande capacità è proprio quella di superare la distanza e abbracciare idealmente il soggetto.

Bryan Adams, Autoritratto, © Bryan Adams

Note biografiche

Bryan Adams (Kingston, Canada, 1959) ha raggiunto uno straordinario successo musicale globale, fin dagli anni ottanta.

Dopo un inizio da autodidatta, è diventato fotografo professionista verso la fine degli anni ’90, specializzandosi in ritratto e foto di moda. Gioco facile per lui incontrare le star, suoi colleghi. E così ha fotografato attori, modelle, cantanti, celebrità di tutto il mondo, da Mickey Rourke a Kate Moss, da Amy Winehouse a Mick Jagger, da Sir Ben Kingsley a Lana Del Rey, firmando anche un celebre ritratto della Regina Elisabetta II, finito su un francobollo canadese.

Bryan Adams ha pubblicato cinque libri di fotografia: American Women (2004) che propone i ritratti di alcune influenti donne americane vestite Calvin Klein, Exposed (2012), Untitled (2015), dedicato ai suoi scatti astratti.

Nelle sue foto, Adams riesce ad abbinare la dimensione estetica a quella etica, come testimoniano i volumi Wounded – The Legacy of War (2013) con le immagini di giovani soldati inglesi pesantemente feriti e mutilati durante la guerra in Iraq, e Homeless (2019) dove le sue fotografie dirette, compassionevoli e ricche di dignità, raccontano la storia di alcuni senzatetto.

Le sue campagne pubblicitarie sono state utilizzate da Hugo Boss, Guess Jeans, Sand, Converse, Montblanc, Omega, John Richmond, Fred Perry, Escada, Windsor, Kaldewei, Jaguar e OPEL.

Il suo lavoro è stato pubblicato anche su British Vogue, L’uomo Vogue, American Vanity Fair, Harper’s Bazaar, British GQ, Esquire, Interview Magazine e i-D.

È uno dei fondatori della rivista Zoo Magazine, con sede a Berlino, per la quale pubblica regolarmente le sue fotografie.


BRYAN ADAMS. Exposed
Leica Galerie Milano, (via Giuseppe Mengoni 4, ang. piazza Duomo)
21 aprile – 9 luglio 2022

Orari: da martedì a sabato: 10.00 -14.00; 15.00 – 19.00

Ingresso libero

Informazioni:
T: +39 02 89095156 | info@leicastore-milano.com | www.leicastore-milano.com

CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T. +39 02 36755700 | M. +39 349 6107625 | anna@clp1968.it | www.clp1968.it

Arthemisia da record: oltre 20mila visitatori in un solo weekend

Grandissimo successo di pubblico per le mostre firmate Arthemisia che, nei soli tre giorni del weekend appena trascorso e in occasione dei festeggiamenti per l’anniversario della Liberazione, hanno attirato un numerosissimo pubblico nei poli culturali tra i più attivi sul territorio nazionale. Sono stati infatti oltre 20mila gli ingressi che hanno caratterizzato le giornate del 23, 24 e 25 aprile e lunghissime le file a Palazzo Bonaparte di Roma, alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, a Palazzo Ducale di Genova e al Museo Revoltella di Trieste.

A primeggiare rimane la mostra Monet che a Genova è stata visitata da 6.870 appassionati dell’artista più rappresentativo dell’Impressionismo francese. Seguono quelle dedicate al Maestro della Secessione viennese Gustav Klimt che all’XNL di Piacenza è stata visitata da 4.486 persone e “Jago. The exhibition” col giovanissimo e amatissimo social-artist che a Roma ha richiamato a sé un pubblico di 4.840 presenze. Un dato, quest’ultimo, che si va a sommare ai 2.126 ingressi di Palazzo Bonaparte per i masterpiece del genio della videoarte Bill Viola.

Segno di grande fermento culturale e voglia di imporsi nel panorama delle città italiane in termini di proposte espositive di grande livello è il pubblico che si è messo in fila al Museo Revoltella di Trieste dove, per i paesaggi degli “Impressionisti in Normandia”, sono stati emessi 2.420 biglietti.
A Bologna, invece, a far da padrona con due mostre è la grande fotografia internazionale (Photos! della Collezione spagnola Julián Castilla e la mostra-tributo agli 80 anni di Oliviero Toscani) e Palazzo Albergati primeggia coi suoi 1.333 ingressi.

Artefice di questo grande successo è Arthemisia, la società italiana che da 20 anni progetta, organizza e distribuisce mostre d’arte ed eventi artistici in tutto il mondo.
A confermarne il ruolo di leader del settore sono i numeri impressionanti: 700 mostre organizzate, 53.000 opere d’arte che hanno attraversato il mondo per essere fruite ad ogni latitudine da oltre 60 milioni di visitatori.

Numeri che, come attestato dall’ultima classifica stilata da Il Giornale dell’Arte sulle mostre più visitate nel 2021, ha visto Arthemisia al primo posto a livello nazionale e al quinto nella classifica mondiale con la mostra “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi” a Palazzo Reale di Milano (promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, curata da Marianne Mathieu e realizzata in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi e l’Académie Des Beaux – Arts – Institut de France) che ha chiuso i battenti a 203.721 visitatori.

A generare questa magnitudine culturale c’è un gruppo di donne, guidate dalla Presidente Iole Siena, che non solo eccelle in creatività ma si è data come scopo quello di aprire al turismo culturale territori solitamente più marginali.
In accordo e sintonia con le Amministrazioni locali, le municipalità e i vari responsabili pubblici, si è creato un circuito che genera molti benefici. Non si tratta di organizzare mostre “un tanto al chilo” ma di adempiere a una vera e propria mission che Arthemisia si è data fino dagli esordi.

Un modo di fare cultura che non solo offre alla cittadinanza l’opportunità di accrescere il proprio sapere o soddisfare una curiosità, ma di dar vita a un circuito virtuoso che spande il proprio effetto benefico su molti settori cittadini.
Aprire al turismo culturale aree spesso ignorate porta gente nel territorio e genera benefici effetti economici su tutto l’indotto.

Un modus operandi che col tempo è diventato un metodo per cui i responsabili delle attività culturali cittadine finiscono per stabilire un rapporto solido con Arthemisia destinato a durare nel tempo con i conseguenti benefici sulla popolazione ed i turisti attratti.
Qualche esempio recente? A Piacenza per mostra di Klimt alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi la città è stata letteralmente invasa da un flusso di visitatori mai visto in precedenza con un aumento dell’indotto economico che la Municipalità ha valutato in oltre 4,2 milioni di euro, ad oggi. La stessa cosa si è verificata a Trieste, al museo Rivoltella per “Gli impressionisti e la Normandia”, ad Asti per “I macchiaioli”, a Bologna per Oliviero Toscani, al Palazzo Ducale di Genova per Monet, e così via.

Ma non ci si è limitati all’Italia. Arthemisia è diventato il brand italiano più apprezzato nel mondo nel campo delle Grandi Mostre: Escher a Barcellona e New York, Rubens a Siiviglia, Brueghel a Fukuscima, The Age of Rembrandt e Vermeer a San Pietroburgo giusto per citarne alcune tra le più significative e recenti.


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Roma, Piazza di Pietra – Fine Art Gallery presenta la mostra di Verena D’Alessandro “Sulle mutanti luci”

Il giorno 4 maggio 2022 alle ore 17.00, 28 Piazza di Pietra – Fine Art Gallery presenta la nuova mostra personale di Verena D’Alessandro dal titolo Sulle mutanti luci, accompagnata da un testo critico di Alberto Dambruoso.

Verena D’Alessandro
Sulle mutanti luci

Testo critico di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 4 maggio 2022 ore 17.00 – 21.00

28 Piazza di Pietra – Fine Art Gallery
Piazza di Pietra 28 – Roma

Fino al 26 giugno 2022

Verena D’Alessandro, La strana sosta nel parco, olio su tela, cm 60×100, 2021

Artista che da più di quindici anni ha indirizzato la sua ricerca pittorica sul paesaggio, Verena D’Alessandro espone in questa mostra 17 dipinti ad olio per lo più di medio e grande formato -16 dei quali inediti- che documentano la sua ultima ricerca nella quale è protagonista il gioco fuggevole della luce e i suoi mutevoli effetti.

Vetrate illuminate e cabine telefoniche con all’interno un’enigmatica silhouette di persona, pick-up in sosta sotto lampioni che illuminano circoscritte  aree di un parco immerso nel buio, fari abbaglianti di un’automobile fuori campo che fendono l’oscurità di una strada senza fine, parchi-gioco e giostre sfavillanti in una città improbabile dall’aspetto pop immersa in una suggestiva twin-light, e poi strade all’americana avvolte in uno scenario surreale che avanzano verso l’orizzonte e oltre, cieli boreali che suscitano meraviglia e stupore nella loro silenziosa immensità.

Sono rappresentazioni di un mondo stratificato nel quale si sovrappongono impressioni, ricordi, fantasie che danno vita a immagini in bilico tra realtà e immaginazione dove le atmosfere dei luoghi, spesso velate di arcano, diventano più importanti di qualsiasi riferimento topografico e geografico. Immagini che inducono spesso uno stato di sospensione e di attesa e che lasciano allo spettatore spazio all’emergere dei propri ricordi e all’attivazione della sua personale fantasia.

Pur non mancando rimandi alla pittura nord-europea ed americana, l’indagine sulla rappresentazione del paesaggio svolta da Verena D’Alessandro è decisamente personale per il taglio peculiare dell’inquadratura, per il tratto sintetico ed essenziale della rappresentazione, per la scelta dei colori, spesso insolitamente accesi, per le ambientazioni che si rifanno al nostro habitat quotidiano permeato dalla fiction cinematografica e letteraria.

‘Una realtà immaginata’ il cui risultato finale, come scrive il critico d’arte Alberto Dambruoso nel testo di presentazione dell’esposizione: “è quello di una mostra di grande qualità formale sia per il tipo di pittura, la quale anche se eseguita tutta di getto senza l’ausilio di alcun disegno preparatorio, risulta essere di grande definizione e con una giustezza oltreché gradevolezza degli impasti cromatici, sia per la varietà dei differenti paesaggi proposti, ognuno diverso dall’altro, e non credo di sbagliare affermando anche, uno più bello dell’altro”.


INFO

Verena D’Alessandro
Sulle mutanti luci
Testo critico di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 4 maggio 2022 ore 17.00 – 21.00

Fino al 26 giugno 2022
Orari: dal lunedì pomeriggio al sabato nell’orario 11-13 / 16.30-20.00.

28 Piazza di Pietra – Fine Art Gallery
Piazza di Pietra 28 – Roma
info@28piazzadipietra.com
+39 06 94539281
www.28piazzadipietra.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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La costruzione della spinapesce nella copertura della sala ottagonale di Simon Mago nella fabbrica di San Pietro

La ‘lisca di pesce’ è un procedimento costruttivo, già noto al Brunelleschi e al Sangallo, che permette di voltare la cupola senza l’ausilio di rinforzi. Questa tecnica è stata adottata per rivestire le stanze ottagonali che circondano la cupola di San Pietro. Coadiuvati dalle tecniche analitiche fotogrammetriche e dalla simulazione al computer del processo costruttivo, gli Autori mostrano che la costruzione a “spina di pesce” in queste cupole si ottiene con il semplice ausilio di un supporto principale (vale a dire un longherone o un cavo fissato al centro della cupola ) e senza altri tracciati di guida. La curva così descritta dai mattoni della ‘spina di pesce’ sull’intradosso della cupola è una spirale ad angoli uguali (o lossodromica) simile alle spirali che si trovano in natura nelle conchiglie dei molluschi.

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IMMAGINE DI APERTURA tratta dall’interno del volume

Mario Docci – Riccardo Migliari
La costruzione della spinapesce

Palazzo Mazzetti di Asti – I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna prorogata fino al 5 giugno

Silvestro Lega
Mamma col bambino, 1866-67
Olio su tavola, 38×29,5 cm Collezione privata

Prorogata fino al 5 giugno 2002 la mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna“, inaugurata lo scorso 18 novembre.

Visti la grande richiesta e il crescente numero sia delle prenotazioni che dell’afflusso dei visitatori nelle sale di Palazzo Mazzetti di Asti, la proroga è voluta dalla Fondazione Asti Musei per dare a tutti la possibilità di visitare la mostra e prender parte a una narrazione visiva dalla nascita all’evolversi e al concludersi dell’esperienza artistica dei Macchiaioli e del loro entourage, dal 1856 fino al ‘900 inoltrato.

Palazzo Mazzetti potrà quindi accogliere ancora i bambini e i ragazzi delle scuole che, a causa delle restrizioni dovute al Covid, non hanno potuto accedere alla mostra.

Il percorso di visita mette in scena il movimento pittorico più importante dell’avanguardia italiana risorgimentale. Quello macchiaiolo è, infatti, il primo linguaggio nazionale ottocentesco: i suoi protagonisti volevano dar vita a un linguaggio estetico che fosse condiviso in tutta la nazione, in un momento in cui l’Italia non era ancora unita.

La mostra curata da Tiziano Panconi, offre al pubblico più di 80 dipinti e, tra i capolavori esposti, si possono ammirare Mamma con bambino (1866-67) di Silvestro LegaTramonto in Maremma (1900-05) di Giovanni FattoriBambino al sole (1869) di Giuseppe De Nittis, accanto a Alaide Banti sulla panchina (1870-75) di Cristiano BantiUna visita al mio studio (1872) di Odoardo Borrani e Signore al pianoforte (1869) di Giovanni Boldini.

La rassegna si snoda tra il piano terreno e nei suggestivi ambienti del piano interrato, dove una video installazione omaggia figure e paesaggi della mostra accompagnati da musiche dell’epoca.

La mostra è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la Regione Piemonte e il Comune di Asti, gode del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, è organizzata da Arthemisia, con la collaborazione del Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia e vede come sponsor Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.


SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
14100 Asti

INFORMAZIONI
FONDAZIONE ASTI MUSEI
www.museidiasti.com
prenotazioni@fondazioneastimusei.it
info@fondazioneastimusei.it
T. +39 0141 530403
M. +39 388 1640915

ORARI
Martedì – domenica 10.00 – 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Ufficio Stampa Arthemisia
press@artemisia.it | T. +39 06 69380306

Roma, Von Buren Contemporary: prorogata MIRABILIA mostra personale di Bato

Von Buren Contemporary 
presenta 

Mirabilia

mostra personale di
BATO

Bato, Sciapode, tecnica mista su tela, cm 100×80, 2022

Vernissage 
giovedì 21 e venerdì 22 aprile 2022
dalle 18:00 alle 21:30

Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

La mostra resterà aperta fino a mercoledì 25 maggio 2022

Von Buren Contemporary 
Via Giulia 13, 00186 Roma 

Mirabilia è un viaggio nell’immaginario medioevale, costellato da figure mitologiche, popolazioni leggendarie e animali fantastici. Bato ci conduce con le sue opere in un mondo ispirato da diverse fonti letterarie; dalla Genesi della Bibbia alle avventure di Alessandro Magno, fino alla misteriosa Lettera del prete Gianni, un’epistola del dodicesimo secolo, dove sono descritti i regni immaginari di un oriente abitato da creature misteriose, popolazioni cannibali, fonti e pietre miracolose.

Un mondo idilliaco e, allo stesso tempo, lontano e temibile è dunque il luogo in cui si muovono le sculture e i dipinti della mostra Mirabilia, un terreno in cui sperimentare forme e colori diversi, dove poter esprimere liberamente visioni e idee, eludendo il freno della razionalità.

Bato nasce nel 1977 a Roma, dove vive e lavora. Conseguita la laurea in Lettere e Filosofia decide di seguire la sua vocazione di sempre, dedicandosi completamente alla pittura. Tra le ultime mostre segnaliamo Giungla, ospitata nel 2019-2020 dal Museo Tonino Guerra di Santarcangelo di Romagna, dove Bato ha tracciato il suo personale bestiario: un immaginario surreale che trae ispirazione dalla lettura di numerose fonti scientifiche e dalle opere di alcuni scrittori d’avventura, tra cui Rudyard Kipling, Emilio Salgari e Herman Melville.

Lo stile di Bato si caratterizza per la sua capacità di non rinunciare alla forma ma trasformarla in segno, un segno rapido, incisivo ed elegante, steso su vaste campiture bianche. Animali, paesaggi, avvenimenti e ricordi di viaggio sono le fonti d’ispirazione a cui attinge per creare le sue composizioni. Nonostante il senso di apparente immediatezza che le tele comunicano, il processo creativo di Bato prevede elaborati studi, schizzi e bozze, che gli permettono di creare una composizione equilibrata e armonica nella sua essenzialità, come se si trattasse di un’improvvisazione calcolata che non lascia spazio a ripensamenti.

Se le opere su tela vanno nella direzione della semplificazione e dello svuotamento della forma, fino a ridurla al suo contorno, le sculture ne rappresentano invece la controparte volumetrica, con evidenti richiami tra i due. Dalle sculture presenti in mostra sono nate le maschere utilizzate per la recente performance Mask, ideata da Bato, il regista teatrale Emiliano Pellisari e la ballerina Mariana P e messa in scena presso lo studio NoGravity di Roma.

Questa mostra è stata appositamente pensata per il nuovo spazio della galleria in Via Giulia 13 e il suo cambio di nome, passando da RvB Arts a Von Buren Contemporary, in quanto Bato fa parte del gruppo storico della galleria.


INFO

Mirabilia
Bato 
A cura di Michele von Büren

Vernissage 
giovedì 21 e venerdì 22 aprile 2022 dalle 18.00 alle 21.30 

Von Buren Contemporary 
Via Giulia 13 – Roma 

Fino a mercoledì 25 maggio 2022

Orari: 11:00-13:30 e 15:30-19:30; 
domenica e lunedì chiuso 

Von Buren Contemporary 
Via Giulia 13 – Roma
+39 335.1633518
www.vonburencontemporary.com

info@vonburencontemporary.com
@vonburen.contemporary

Ufficio stampa
Alessandra Lenzi
+39 320.5621416
alessandralenzi.press@gmail.com

Venezia, Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue: MIANI 150. Viaggio alla scoperta di un esploratore

Il Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue celebra i 150 anni dalla morte dell’esploratore Giovanni Miani (1810/1872) con un ampio progetto di studio che parte dalla raccolta custodita, di eccezionale valore storico e scientifico. Il progetto multidisciplinare si svolge nell’intero anno 2022 con incontri, conferenze e attività educative e il coinvolgimento di studiosi e ricercatori e di altre istituzioni culturali. Comprende inoltre la digitalizzazione della sua ampia produzione cartacea, testimonianza degli eclettici interessi dell’esploratore, collezionista, musicologo, geografo, etnografo Giovanni Miani.

Sala Miani, ph Francesca Saccani

Tra le sale espositive più suggestive del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue c’è quella dedicata alla collezione etnografica dell’ esploratore Giovanni Miani, che in due distinte spedizioni andò alla ricerca delle sorgenti del Nilo, le cui origini erano a quel tempo avvolte nel mistero. E’ una delle collezioni etnografiche africane più antiche e variegate d’Europa, con 1800 reperti raccolti a metà Ottocento nell’attuale territorio sudanese, che furono donati dallo stesso esploratore alla città di Venezia. La collezione è stata restaurata e offerta al pubblico alla riapertura del Museo di Storia Naturale nel 2010, con un allestimento disegnato dallo stesso Miani, primo esempio di installazione museografica in campo etnografico che si conosca in Europa. Oggi diventa il nucleo principale del progetto di censimento e studio multidisciplinare, avviato per i 150 anni dalla morte dell’esploratore, che coinvolge altre istituzioni italiane ed europee che conservano materiali e documenti relativi alla collezione Miani (Museo Pigorini di Roma, Welt Museum di Vienna, Società Geografica Italiana a Roma) e diversi studiosi e ricercatori di diverse discipline, data l’ecletticità della figura e della raccolta. Il valore della collezione trascende infatti il dato etnografico e si presta a diverse chiavi di lettura in ambito naturalistico, archeologico e antropologico.

Giovanni Miani è stato esploratore, collezionista, musicologo, geografo, etnografo, patriota. Nato nel 1810 a Rovigo, a 14 anni cresce veneziano nella dimora del nobile Pier Alvise Bragadin, tenta per tutta la vita di comporre una enciclopedia universale della musica del mondo, partecipa ai moti rivoluzionari del 1848, diviene noto come Leone bianco nell’Africa che esplorava alla ricerca delle origini del Nilo. Le cercò con due spedizioni, tra il 1859 e 1861, toccò il punto più a sud mai raggiunto da un europeo e ritornò con un patrimonio di eccezionale valore scientifico.
Nella Sala Miani, oltre alla celebre mummia della Sacerdotessa dei coccodrilli, si ammirano armi, strumenti musicali, pezzi di abbigliamento, oggetti di uso quotidiano che Miani acquistava nei suoi transiti dalle stesse persone che le possedevano e che accompagnava da dettagliate descrizioni del loro aspetto e utilizzo. I suoi diari descrivono gli strumenti musicali, il suono che producono, il modo in cui venivano usati e in quali occasioni, e così accade per altri manufatti.
La collezione veneziana è resa ancora più preziosa dal fondo archivistico e dalle carte geografiche conservati nella Biblioteca del Museo.

Il progetto di studio, censimento e valorizzazione della Collezione avviato per i 150 anni dalla morte di Miani comprende l’importante lavoro di digitalizzazione del patrimonio cartaceo, con una estesa attività di ricerca e ricognizione di materiali raccolti da Giovanni Miani custoditi da altre istituzioni museali e la creazione di un gruppo di studio dedicato, coordinato dal Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue, con esperti di diverse discipline, dalla musicologia alla storia, dalle esplorazioni all’etnografia africana.

Nella Sala Miani sono ora esposti anche i suoi diari con disegni, di norma consultabili solo dagli studiosi nella Biblioteca del Museo. Per Miani 150. Viaggio alla scoperta di un esploratore sono stati prodotti materiali divulgativi e di approfondimento (e gioco, per i più piccoli) reperibili on- line e al Museo, è stato avviato un ciclo di conferenze (in sede e in streaming), sono state programmate visite guidate esclusive e laboratori educativi gratuiti per famiglie. La vita e la collezione di Giovanni Miani sono raccontate in dieci brevi video con protagonista narratore Alberto Toso Fei, a questi si aggiungono altri quattro video per docenti, famiglie, studenti delle secondarie di primo grado. Altre iniziative prenderanno vita nel corso del 2022, anno interamente dedicato a Miani anche per riconoscerne il meritato valore e costituire il doveroso riconoscimento di Venezia a questa leggendaria figura, protagonista di una delle pagine più avventurose della scoperta delle sorgenti del Nilo.


Contatti stampa
Fondazione Musei Civici Venezia
Valentina Avon
M +39 348 2331098
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
Studio Esseci
di Sergio Campagnolo tel. 049.663499
rif. Roberta Barbaro roberta@studioesseci.net

IMMAGINE DI APERTURA Locandina e Sala Miani (ph Matteo De Fina)

Pisa, Museo della Grafica: UN POMERIGGIO DI PRIMAVERA AL MUSEO tra limoni, miti e colori

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) organizza: 
UN POMERIGGIO DI PRIMAVERA AL MUSEO tra limoni, miti e colori


Attività per famiglie

Sabato 30 aprile 2022, ore 16:00

Età consigliata: 6 – 11 anni

Lasciandoci ispirare dalla mostra “Agrumi. Gli Acquarelli botanici di Simonetta Occhipinti”, scopriamo le storie che vedono protagonisti questi deliziosi frutti e creiamo delle originali e coloratissime opere d’arte. 

Costo: 4 € – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibiliPrenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Scadenza prenotazioni
Venerdì 29 aprile, ore 13:00 
È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività

Clicca l’icona per maggiori informazioni


Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it – Telefono: 050 2216059/070  

Per accedere al Museo è necessaria la certificazione verde COVID-19 per gli adulti accompagnatori

Al Palazzo delle Arti di Napoli la mostra “Andy is back” – Presentazione del curatore Edoardo Falcioni

Al Palazzo delle Arti di Napoli oltre 130 opere e memorabilia, di collezioni private, per raccontare i mille volti dell’eclettico artista americano più quotato del 20° secolo

16 APRILE – 31 LUGLIO 2022
PAN – Palazzo della Arti di Napoli  
Via dei Mille, 60 – Napoli

ANDY IS BACK

A cura di Edoardo Falcioni

«Su Andy Warhol al giorno d’oggi è stato detto tutto o quasi; sono stati approfonditi e interpretati molteplici aspetti psicologici in relazione alla sua produzione artistica. Conosciuto dai più come uno dei padri fondatori della Pop Art, Warhol è stato molto di più: in circa quarant’anni di carriera artistica egli ha saputo innovare con la sua rivoluzionaria semplicità comunicativa, figlia del marketing del secondo ‘900, non soltanto la storia dell’arte, ma anche tutti i campi adiacenti ad essa: dalla moda alla musica, dall’editoria al mondo dello star-system, dalla cinematografia al mondo dell’intrattenimento». Con queste parole Edoardo Falcioni introduce la sua nota critica sulla mostra da lui curata.

Oltre 130 opere mai o raramente esposte al pubblico, tutte provenienti da collezioni private, compongono l’ampio repertorio di Andy is back, la mostra antologica dedicata al rivoluzionario artista Andy Warhol, al PAN Palazzo delle Arti di Napoli dal 16 aprile al 31 luglio 2022. La mostra, prodotta da Navigare srl, curata da Edoardo Falcioni per Art Motors e patrocinata dal Comune di Napoli, mira a ripercorrere la storia artistica e personale del maestro della Pop Art.

Andy is back si svolge in collaborazione con: Il Mattino, Radio Kiss Kiss, Trenitalia e Napolitoday.it

Il testo critico del curatore della mostra


Titolo: Andy is back

Apertura: 16/04/2022

Conclusione: 31/07/2022

Organizzazione: PAN – Palazzo delle Arti di Napoli

Curatore: Edoardo Falcioni per Art Motors

Luogo: PAN – Palazzo delle Arti di Napoli

Indirizzo: Via dei Mille, 60 – Napoli (NA)

I biglietti si possono acquistare alla mostra o online: www.etes.it

Sito web per approfondire: https://www.navigaresrl.com/

UFFICIO STAMPA: 
FABRIZIO KÜHNE & PARTNERS – E-mail:  comunicazione@fabriziokuhne.com
Rif. Fabrizio Kühne – Mob. (+39) 339 83 83 413 – Brunella Bianchi – Mob. (+39) 331 26 30 029