É online il numero 15 di ArtOnWorld.com

In questo nuovo numero di ArtOnWorld.com – rivista sfogliabile online in tutto il mondo compresa l’Asia – è possibile leggere tutte le novità dedicate ai Musei americani, Europei e alle gallerie internazionali.

Particolare attenzione è stata data alle numerose attività che si svolgono durante ArteFiera a Bologna. Il grande fermento culturale e artistico che si prepara a vivere l’Italia con Bologna protagonista, grazie alla storica ArteFiera (dal 2 al 4 febbraio 2024) consentirà a numerosi collezionisti di acquistare opere inedite o realizzate dai Grandi Maestri del’900.

Fra le innumerevoli opere d’arte che vedremo sfilare nelle gallerie espositrici provenienti da tutto il mondo, arriveranno anche i lavori di artisti emergenti; ogni opera presente negli stand della fiera lascerà negli occhi del pubblico e dei collezionisti il piacere di scoprire l’arte in tutte le sue forme.

Il nuovo anno porta con sé tante novità in ogni settore: nell’arte proliferano le rassegne, gli eventi dedicati alla IA aumentano, i corsi per capire il mercato dell’arte invadono le università. In molti vogliono capire di più sulle nuove tecnologie e ArtOnWorld.com si occupa di tutti questi argomenti. In questo nuovo numero non mancano gli articoli scientifici e di psicologia del comportamento umano con il professore Roberto Anchisi.

Per quanto riguarda le notizie dedicate alle gallerie d’arte nel mondo troverete un focus dedicato alla Lilienthal Gallery del Tennessee. L’attenzione nel settore del Design è stata rivolta a una grande artista americana, Barbara Stauffacher Solomon, a cui è dedicata la copertina: all’interno di ArtOnWorld.com potete leggere l’intervista fatta al suo curatore. Nelle pagine del nuovo numero il lettore incontrerà libri d’arte, di fotografia internazionale e tante altre curiosità. Siamo sicuri che anche quest’anno cammineremo insieme nei sentieri sconosciuti dell’arte e della cultura. Grazie a tutti per la stima e sostegno.

This year in the magazine that can be browsed online throughout the world including Asia, it is possible to read all the news dedicated to American and European museums and the activities of international galleries.  Particular attention was given to the numerous activities that take place during ArteFiera in Bologna.  The great cultural and artistic ferment that Italy is preparing to experience with Bologna as the protagonist thanks to the historic ArteFiera which opens its doors on 2nd and closes on 4th February 2024 will allow numerous collectors to purchase unpublished works or works by 20th century masters.

Among the countless historical and modern works of art that we will see parading in the galleries arriving from all over the world, there will also be works by emerging artists and each work present in the stands of the fair will leave in the eyes of the public and collectors the pleasure of discovering the art in all its forms.  The new year brings with it many new features in every sector, art exhibitions proliferate in art, events dedicated to AI increase, courses to understand the art market invade universities.  Everyone wants to understand more about new technologies and artonworld.com deals with all these topics.

In this new issue there is no shortage of scientific articles on the psychology of human behavior with professor Roberto Anchisi.

In this issue regarding news dedicated to art galleries in the world you will find an extraordinary gallery, the Lilienthal Gallery in Tennessee.  Attention in the Design sector has been paid to a great American artist Barbara Stauffacher Solomon to whom we have dedicated the cover; inside you will read an important interview with her curator.  In the pages that the reader will leaf through, he will encounter books on art, international photography and many other curiosities.  We are sure that this year too we will walk together on the unknown paths of art and culture. Thank you all for your esteem and support.


Oltre 100 giovani coinvolti nella formazione vitivinicola

In Sicilia è iniziata la formazione per le nuove leve della filiera vitivinicola con il programma di azioni di Vino Connect Sicilia, il progetto nato per mettere in rete cantine, scuole, istituzioni, imprese, associazioni e professionisti del settore. Tra vigne, aziende e laboratori formativi, saranno oltre 100 gli studenti coinvolti grazie al nuovo acceleratore di conoscenza della cultura enologica, per tramandare, innovare e potenziare il know how e gli effetti a lungo termine necessari per il futuro delle terre dei vini.Ai laboratori pratici e didattici, saranno accostati i seminari su enoturismo, accoglienza, enogastronomia, sanità ambientale; le attività di formazione sulla gestione e sull’economia della cantina faranno conoscere i metodi di accesso al credito per fare impresa e le diverse competenze delle figure professionali che ruotano intorno alla filiera vitivinicola. Dall’innesto alla potatura, dalla spollonatura alla legatura, dalla vendemmia all’ospitalità in cantina. Coinvolgere le nuove generazioni nella viticoltura è uno dei più importanti obiettivi di Vino Connect Sicilia: l’intento è creare nuovi stimoli, mappare il territorio e far scoprire i tratti distintivi dei borghi del vino. «È un momento importante e storico per il territorio – spiega Walter Guarrasi, presidente Vino Connect Sicilia e Vivi Vinum Pachino – i giovani impareranno a gestire la vigna e a conoscere a fondo le cantine, le strategie di sviluppo e di accoglienza della filiera, che alimenta l’economia della comunità. Le aziende vitivinicole e le imprese coinvolte potranno attingere nuove risorse con competenze mirate. Facendo network creeremo nuovi scambi enogastronomici ed esperienziali con altri territori regionali, nazionali ed internazionali e costruiremo le condizioni per dare impulso all’enoturismo».Gli studenti che beneficeranno dei laboratori didattici e formativi alla scoperta delle uve, dei tralci e delle pregiate radici saranno accolti dalle cantine già partner e da quelle che stanno manifestando nuovi interessi per svolgere attività formative e informative. Gli alunni fanno parte delle terze, quarte e quinte classi dell’istituto superiore P.Calleri di Pachino (indirizzo agrario e alberghiero). Vino Connect Sicilia vedrà anche il coinvolgimento dell’istituto superiore Michelangelo Bartolo e degli istituti comprensivi Silvio Pellico e Giovanni Verga per l’educazione alle tradizioni, alle arti e mestieri della filiera. I giovani saranno coinvolti in stage presso le aziende e le strutture di servizi.«Stiamo coltivando nuove competenze e investendo sulle nuove generazioni – afferma Maurizio Campo, direttore di progetto per Vivi Vinum Pachino – per dare una svolta culturale, sociale ed economica alla produzione, per favorire nuove condizioni di sviluppo creando opportunità di lavoro, per garantire un futuro alla vocazione vitivinicola siciliana». Vino Connect Sicilia nasce attraverso il progetto “Il Credito Cooperativo acceleratore per lo sviluppo nelle aree dalla Val di Noto alla Val Di Mazara: terre dei vini”, gestito e coordinato dall’associazione Vivi Vinum in sinergia con la Bcc Pachino e la Bcc di San CataldoFedercasseConfocooperative Sicilia, supportato da Azure Consulting e finanziato da Fondo Sviluppo Spa. Grazie all’intesa tra le cantine siciliane già aderenti, Vino Connect Sicilia contribuirà a potenziare nel tempo la performance della Sicilia del vino.


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I francesi “tradiscono” le loro bollicine, ma solo un poco

Dom Pérignon il monaco che inventò lo champagne
LEGGI ALCUNI ANEDDOTI

Fra pochi giorni sicuramente fra i nostri lettori qualcuno festeggerà una ricorrenza. Lo farà stappando una bottiglia di champagne? A leggere le cronache, tuttavia, il vino nato dal talento di Dom Pérignon (1638 – 1715), monaco cantiniere dell’abbazia benedettina di Hautvillers in Francia, sembra perdere terreno proprio sul mercato interno francese.
Secondo i dati diffusi dall’associazione dei produttori di champagne, la Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC), nel 2023 le vendite in Francia sono diminuite del 3,5%, raggiungendo quota 233 milioni di bottiglie. A beneficiare di questa tendenza sono gli altri spumanti, come il prosecco italiano, che ha registrato un aumento delle vendite del 10% nel 2023. Anche gli spumanti francesi, come il crémant d’Alsace, stanno guadagnando un aumento delle vendite del 4%.

Le ragioni di questa tendenza sono molteplici. Innanzitutto, lo champagne è un prodotto molto costoso, con una media di 40 euro a bottiglia. Anzi è spesso un prodotto di lusso, con prezzi che possono superare anche i 100 euro a bottiglia. In secondo luogo, il prosecco è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, grazie al suo gusto fresco e fruttato e al suo prezzo più accessibile.

Il prosecco è diventato sempre più popolare in Francia negli ultimi anni, anche grazie allo spritz, cocktail a base di prosecco, Aperol o Campari e soda. Lo spritz è, infatti, una bevanda molto diffusa, sia nei bar che nelle case, e ha contribuito a diffondere la conoscenza del prosecco tra i francesi.

La situazione è particolarmente preoccupante per i produttori di champagne, che stanno cercando di contrastare la tendenza a favore degli altri spumanti. Il CIVC ha lanciato una campagna di marketing per promuovere lo champagne come un prodotto di qualità, adatto a tutte le occasioni.

“Lo champagne è un prodotto unico, con un sapore e una storia inimitabili”, ha dichiarato Jean-Marie Barillère, presidente del CIVC. “Stiamo lavorando per far conoscere questo prodotto ai consumatori francesi e per convincerli a sceglierlo, anche per occasioni meno formali”. È comprensibile, perché il prodotto riveste grande importanza economica per la Francia, con un fatturato di circa 5 miliardi di euro l’anno.

Ne consegue che i produttori francesi stanno cercando di contrastare questa tendenza, puntando a ridurre i costi di produzione e a promuovere lo champagne come prodotto di grande prerogativa. La sfida per i produttori di champagne è quella di riuscire a mantenere l’appeal del prodotto sul mercato interno, senza rinunciare al suo prestigio e alla sua qualità.

Alla scoperta dei migliori Champagne

Il caffè solubile? Buono sì, chi lo ha inventato?

Metti semplicemente un cucchiaino di Nescafè in una tazza, aggiungi acqua bollente, in un batter d’occhio scoprirai il sapore più raffinato che tu abbia mai assaggiato, deliziosamente diverso dal normale caffè, con tutta la ricchezza e la bontà dei caffè più pregiati al mondo.
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Satori Kato, un chimico giapponese naturalizzato statunitense, che lavorava a Chicago, fino a pochi anni fa è stato considerato il padre del caffè solubile. Tuttavia, come ogni invenzione di rispetto, cercando e ricercando, si scopre sempre qualche precedente. Taluni, infatti, sostengono che il caffè solubile fu inventato e brevettato il 7 marzo 1881 con il numero 141520 dal francese Alphonse Allais. Inoltre, nel 1890, David Strang di Invergill (in Nuova Zelanda) mise in vendita un caffè solubile, anche questo munito di brevetto, con il nome di “Strang’s Coffee”. La lista degli inventori, però, è considerevole e per questo forse è meglio concentrarsi sul caffè solubile di Satori Kato prodotto inizialmente sul territorio statunitense.

Fino ad allora Satori Kato era famoso per avere inventato il tè solubile, prima che Thomas Sullivan proponesse quello in bustina, consumato usualmente. A cavallo del Novecento un importatore americano chiese a Kato di sperimentare una identica soluzione anche per il caffè oltre che per il tè. Nel 1901, Kato brevettò un processo per produrre una polvere di caffè solubile che poteva essere preparata semplicemente aggiungendo acqua calda. Il suo metodo prevedeva la torrefazione del caffè, la macinatura e la solubilizzazione in acqua calda. La soluzione veniva quindi evaporata, lasciando un residuo di polvere solubile.

Frontespizio di una brochure dell’Esposizione Panamericana, pubblicata da Kato Coffee Co., una delle prime aziende a sviluppare il caffè istantaneo.

Kato brevettò il metodo per produrre il caffè solubile in polvere e presentò il suo nuovo prodotto all’Esposizione panamericana di Buffalo del 1901, dove riscosse un grande successo. Tuttavia, la sua invenzione non fu immediatamente commercializzata su larga scala. Kato fondò la Kato Coffee Company, ma l’azienda non ebbe un gran successo.

Il caffè solubile di Kato al contrario fu molto apprezzato soprattutto tra i soldati americani che combattevano nella guerra ispano-americana. Il suo metodo di produzione era, infatti, relativamente semplice e veloce, e il caffè solubile si poteva facilmente preparare rispetto al caffè tradizionale.

Nel 1910, un altro chimico, George Constant Louis Washington, imprenditore olandese, perfezionò il processo di Kato. Washington arrivato a New York nel 1903 da Anversa in cerca di fortuna. Aveva idea di sviluppare una sua intuizione scaturita osservando le incrostazioni che si formavano sul bricco in argento da cui si versava il caffè.

A conclusione delle sue ricerche Washington fondò la Red E Coffee Company e iniziò a commercializzare il suo caffè solubile. Washington utilizzò un metodo di essiccazione a spruzzo che produceva una polvere di caffè più fine e solubile. Il suo caffè, chiamato Red E Coffee, fu un successo commerciale e contribuì a diffondere il caffè solubile in tutto il mondo.

Pubblicità del G. Washington Coffee
apparsa sul New York Tribune del 22 giugno 1919

Il caffè solubile, sia di Kato come di Washington, ha contribuito a diffondere la cultura del caffè nel mondo. La sua praticità e semplicità di preparazione lo hanno reso una bevanda popolare in particolare nei paesi occidentali. Il processo di produzione è rimasto sostanzialmente lo stesso da quando è stato inventato da Kato. I principali cambiamenti riguardano l’utilizzo di tecnologie più moderne ed efficienti.

I due principali metodi di produzione del caffè solubile si possono sintetizzare in poche parole:

  • Il metodo dell’estrazione: il caffè viene tostato, macinato e poi estratto con acqua calda. La soluzione viene quindi evaporata, lasciando un residuo di polvere solubile.
  • Il metodo della liofilizzazione: il caffè viene tostato, macinato e poi congelato. La soluzione viene quindi evaporata sottovuoto, lasciando un residuo di granuli solubili.

Il caffè solubile prodotto con il metodo dell’estrazione è più economico, ma ha un sapore meno intenso rispetto al caffè prodotto con il metodo della liofilizzazione, che costituì la vera e propria svolta del caffè solubile. Nel corso degli anni Trenta, il Brasile, grande produttore di caffè, cercava di risolvere il modo di smaltire le enormi eccedenze di produzione. Il problema fu risolto dalla Nestlé, grazie al gruppo dei suoi ricercatori, guidato da Max Morgenthaler. Sulla base dell’invenzione di Kato, in sette anni di lavoro, fu sviluppato un processo di nebulizzazione ed essiccazione.

Pubblicità anni Cinquanta del Novecento in Italia

Nel 1938, di conseguenza, la Nestlé mise sul mercato il Nescafé, un caffè solubile prodotto col metodo della liofilizzazione. Il nuovo processo di essiccazione consentiva di preservare le proprietà organolettiche del caffè. Il successo del Nescafé contribuì a diffondere definitivamente il caffè solubile in tutto il mondo.

Nonostante tutto, il caffè solubile è una bevanda controversa. Alcuni lo considerano una bevanda artificiale e di scarsa qualità, mentre altri lo apprezzano per la sua praticità e semplicità di preparazione.


Compie 80 anni Massimiliano Fuksas, l’architetto che ha progettato una nuvola

Massimiliano Fuksas (ismolasresort.com)

Oggi, 9 gennaio 2024, Massimiliano Fuksas compie 80 anni. In occasione del suo compleanno, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. «Il mio non sarà un compleanno speciale, semplicemente non voglio festeggiarlo, perché sarebbe come dire “devo iniziare a sistemare le cose” — precisa all’inizio della conversazione —, perché non ho mai fatto un bilancio e perché non posso pensare a quello che potevo fare e non ho fatto, ma piuttosto a quello che ancora farò».

Nato a Roma nel 1944, Massimiliano Fuksas è uno dei più importanti architetti italiani contemporanei. La sua opera, presente in tutto il mondo, è caratterizzata da un linguaggio innovativo indirizzato all’architettura internazionale. Fuksas ha iniziato la sua carriera negli anni ’70, collaborando con molti architetti di grande fama. Apre il suo primo studio nel 1967, il GRANMA e da qui avvierà una considerevole carriera, realizzando importanti progetti in Italia e all’estero.

Site de Pierrefitte-sur-Seine. Architecte Massimiliano Fuksas. Archives nationales (France). (Wikipedia)

L’architetto romano è anche un artista e un designer. Ha ideato numerose installazioni e opere d’arte, e ha collaborato con diversi marchi di moda e design. Ma la sua attività primaria è l’architettura attraverso la quale mette in atto forme fluide e sinuose, che creano un forte impatto visivo e restituiscono un senso di movimento e dinamismo.

Armani Ginza Tower, at Ginza Tokyo Japan, design by Doriana & Massimiliano Fuksas & Kajima Construction in 2007. (Wikipedia)

I suoi progetti sono, infatti, caratterizzati da un linguaggio architettonico originale e innovativo, che combina elementi classici e contemporanei. Ciò che tuttavia lo caratterizza maggiormente è che Fuksas è un architetto che non teme di sperimentare, di utilizzare nuovi materiali e tecnologie, e le sue opere sono spesso fonte di dibattito e di ispirazione, ma anche di contestazione.

Per tale motivo il suo lavoro ha contribuito a rinnovare il linguaggio architettonico e a dare nuova linfa alla cultura architettonica del nostro tempo. Ma pur operando nel clima intellettuale contemporaneo, la sua visione dell’architettura guarda al futuro. Fuksas ha sempre parlato di questa sua visione dell’architettura come forma d’arte, e come tale libera e creativa, ben distante da regole o convenzioni, sicuramente non legata a stantii localismi, bensì aperta al mondo.

Nuovo Centro Congressi a Roma EUR, durante la rassegna editoriale Più libri, più liberi. All’interno è visibile la famosissima “Nuvola”. (Wikipedia)

Anche nell’intervista al Corriere della Sera, alla domanda di Stefano Bucci , “cos’è per Fuksas l’architettura?”, ha risposto: «Curiosità. Io sono sempre affascinato dall’idea di conoscere nuove realtà, per me l’architetto deve avere come primo cliente l’umanità intera».

Per questo ha aggiunto “La mia città ideale è una città surrealista”, ricordando gli anni giovanili, quando iniziò a lavorare nell’atelier di Giorgio de Chirico, pittore surrealista. Forte è stata l’influenza del maestro, anche se all’epoca come apprendista gli toccava semplicemente rassettare il suo studio. Oggi quelle prime esperienze – che sempre costituiscono un imprinting – gli fanno immaginare architetture e città dove tutto è possibile e l’immaginazione regna sovrana. Città dove le persone possono vivere e lavorare in armonia con la natura e con l’ambiente.

Un esempio è il suo prossimo progetto: tre chilometri e mezzo di The Line, una città lineare larga appena 200 metri ma lunga 170 chilometri. Nascerà entro il 2030 all’interno dell’area di Neom (nella provincia di Tabuk, nel Nord dell’Arabia Saudita) e accoglierà oltre 9 milioni di residenti. Non ci saranno auto convenzionali, e i servizi di quartiere saranno raggiungibili a piedi in 5 minuti.

Rendering inediti The Line firmati Studio Fuksas. in alto, la vista di due “pocket park” sviluppati in altezza (Sole24ore)

Naturalmente, una città dall’impronta utopica a misura di una società ideale. Oggi non esiste ancora niente di simile, in altre parole una città che soddisfi perfettamente tutti i suoi cittadini. Tuttavia, è importante lavorarci, come fa Fuksas, per avvicinarsi sempre più a questo ideale.

In conclusione, Fuksas è un architetto che ha contribuito finora a cambiare il volto dell’architettura contemporanea. Tuttavia, come abbiamo ascoltato dalle sue stesse parole, la sua opera è un esempio di creatività e innovazione, e, ne siamo certi, continuerà a ispirare architetti e designer per molti anni a venire.


Il 2024 è un anno pieno di ricorrenze. Elenchiamone alcune fra le più importanti

Il 2024 sarà un anno ricco di anniversari, sia storici che culturali. Proviamo a ricordare, seppure sommariamente, gli avvenimenti più importanti dell’anno sui quali torneremo a parlare prossimamente

  • 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, inventore italiano della radio.
  • 90 anni dalla morte di Marie Curie, scienziata polacca naturalizzata francese premio Nobel per la fisica e per la chimica.
  • 120 anni dalla nascita di J. Robert Oppenheimer, fisico americano esperto di fisica nucleare
  • 80 anni dalla fondazione della RAI, l’emittente radiotelevisiva pubblica italiana.
  • 75 anni dalla fondazione della NATO, organizzazione politico-militare dei paesi dell’Europa occidentale e del Nord America.
  • 35 anni dalla caduta del Muro di Berlino, evento che ha segnato la fine della Guerra Fredda.
  • Ricorrono altresì i 700 anni dalla morte di Marco Polo, esploratore veneziano che viaggiò in Asia e scrisse il libro “Il Milione”.
  • 150 anni dalla nascita di Lucy Maud Montgomery, scrittrice canadese autrice del romanzo “Anna dai capelli rossi”.
  • 100 anni dalla morte di Franz Kafka, scrittore ceco autore di opere come “La metamorfosi” e “Il processo”.
  • 100 anni dalla morte di Joseph Conrad, scrittore polacco-britannico autore di opere come “Cuore di tenebra” e “Lord Jim”.
  • 70 anni dalla pubblicazione di “Il Signore degli Anelli”, romanzo fantasy di J.R.R. Tolkien.
  • 50 anni dalla morte di Aldo Palazzeschi, scrittore e poeta autore di opere come “Il codice di Perelà” e “Il Palio di Siena”.
  • 20 anni di Facebook, il social network più popolare al mondo.

Questi sono solo alcuni dei tanti anniversari che ricorreranno nel 2024. Come si può constatare è un anno ricco di eventi da ricordare e celebrare.


Il caffè e l’arte: dalla letteratura al cinema

Il caffè è una bevanda che ha da sempre affascinato gli artisti, che l’hanno rappresentata nelle loro opere in modi diversi. Dalla letteratura al cinema, il caffè è stato utilizzato per esprimere emozioni, idee e atmosfere.
Nella letteratura, il caffè è spesso associato alla creatività e all’ispirazione. In molti romanzi e racconti, è la bevanda preferita di scrittori, poeti e artisti. Marcel Proust nella Recherche du temps perdu descrive in modo vivido le proprie abitudini. Il romanziere francese era, infatti, un grande appassionato di caffè e lo consumava regolarmente per stimolare memoria e immaginazione.
Un altro esempio letterario è il personaggio di Sherlock Holmes, che nei racconti di Arthur Conan Doyle è sempre accompagnato da una tazza di caffè, elemento essenziale della sua routine quotidiana per rimanere concentrato e lucido durante le sue indagini.

Una scena del film “Sherlock Holmes: A Game of Shadows” di Guy Ritchie

Il caffè è anche un luogo di incontro e di confronto, dove le idee prendono forma e le storie prendono vita. Nel romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, il protagonista, Dorian, è solito trascorrere le giornate nei caffè di Londra, discutendo di arte e letteratura con gli amici. È qui, in un caffè, che Dorian incontra il suo amico Lord Henry Wotton e con lui discute di bellezza e moralità. Il caffè diviene perciò per il protagonista del romanzo un luogo di piacere e di svago, ma anche un luogo dove riflettere sulla propria vita e sulle proprie ambizioni.

Una scena del film I Vitelloni di Federico Fellini

Come spesso abbiamo visto al cinema, il caffè è utilizzato per creare un’atmosfera di rilassamento e convivialità. In molte scene di film, i personaggi si incontrano in un caffè per parlare, per scambiare idee o semplicemente per trascorrere del tempo insieme. Un esempio è il film I Vitelloni di Federico Fellini, in cui i protagonisti si ritrovano quotidianamente al bar per discutere di vita, di amore e di lavoro. Oppure un altro esempio è il film La Dolce Vita, sempre di Federico Fellini, nel quale i personaggi della Roma bene si ritrovano al Caffè Greco per celebrare la vita notturna della città.

Il caffè è anche un simbolo di amore e passione. In molti film i protagonisti si incontrano o si innamorano in un caffè. Accade nella storia descritta in “Casablanca” di Michael Curtiz, in cui Humphrey Bogart e Ingrid Bergman si incrociano in un caffè per la prima volta. In molti altri film, ambientati in vari paesi esotici, il caffè è un elemento importante della cultura locale. Bernardo Bertolucci ambienta alcune scene del film “Il tè nel deserto” in un caffè dove si discute intensamente di filosofia e politica.
Un altro classico è un film come “Colazione da Tiffany” di Blake Edwards, in cui Holly Golightly, interpretata da Audrey Hepburn, è una giovane donna che sogna di diventare un’attrice. Il caffè è per lei un luogo di evasione, dove può sognare ad occhi aperti e immaginare un futuro migliore.

‘Il caffè’ di Edouard Manet

Il caffè, in quanto ambiente di ritrovo, è stato rappresentato anche in opere d’arte visive, come dipinti, fotografie e sculture. In questi casi, il caffè è spesso utilizzato per rappresentare la modernità, l’urbanità e la vita quotidiana. Nel dipinto “Il caffè”, Édouard Manet ritrae un gruppo di persone che bevono caffè all’interno di un locale parigino. Un altro esempio è il dipinto “Caffè Greco” di Giovanni Boldini, in cui l’artista ritrae un gruppo di artisti e intellettuali che si riuniscono in un caffè di Roma: un ritratto della vita sociale e culturale di Roma alla fine del XIX secolo.

Edouard Manet al Café Guerboi

In conclusione, il caffè ha sempre avuto un ruolo importante nell’arte, per questo è considerato come un simbolo di ispirazione, creatività, socialità e cultura.


Ricorrono quest’anno i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo

150 ANNI DI IMPRESSIONISMO – Trailer – FR | Museo d’Orsay

In occasione della mostra “Parigi 1874. Inventare l’impressionismo”, il museo d’Orsay ha voluto fare di questo 150° anniversario una celebrazione nazionale prestando circa 180 opere provenienti dalle sue collezioni in tutta la Francia.
Scopri di più su “150 anni di impressionismo. 1874 – 2024 con il museo d’Orsay”

Il 15 aprile 2024 segna il 150° anniversario della prima mostra impressionista, che si tenne a Parigi nel 1874. L’evento, organizzato da un gruppo di artisti rifiutati dal Salone annuale dell’Accademia di Francia, ebbe un impatto rivoluzionario sull’arte occidentale, esponendo oltre duecento opere che furono viste da circa 4.000 persone.
I pittori impressionisti, tra cui Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro e Alfred Sisley, si opponevano ai canoni dell’arte accademica, che prediligeva soggetti storici o mitologici e una tecnica rigorosa. Questa nuova corrente pittorica, invece, era interessata a catturare la realtà così come la si vedeva, con la sua luce, i suoi colori e le sue atmosfere mutevoli. Per farlo, gli impressionisti utilizzavano pennellate rapide e vibranti, e spesso si concentravano su soggetti quotidiani, come paesaggi, scene di vita urbana e ritratti. Per questo motivo la corrente pittorica ebbe un impatto profondo sull’arte moderna, e influenzò molti movimenti artistici successivi, aprendo la strada al post-impressionismo, al fauvismo, al cubismo e all’espressionismo.

Claude Monet, Impressione, Alba (Impression, soleil levant), 1872; 
il dipinto che ha dato il nome allo stile e al movimento artistico. 
Museo Marmottan Monet , Parigi

L’Impressionismo fu anche un movimento sociale, che rifletteva le idee di cambiamento e modernizzazione che stavano emergendo nella Francia del XIX secolo. Questi artisti erano attratti dalla vita moderna e dalla città di Parigi, che era in rapida trasformazione urbanistica ed espansione. Le loro opere spesso raffiguravano scene di vita quotidiana, come persone che passeggiano per il parco, donne che fanno shopping o lavoratori che svolgono le loro attività. Le opere degli impressionisti sono ancora oggi tra le più famose e ammirate al mondo.

Nel 2024, in tutto il mondo si terranno numerose iniziative per celebrare i 150 anni dell’Impressionismo. In Francia, il Musée d’Orsay di Parigi ospiterà una grande mostra dal titolo “Parigi 1874. L’istante impressionista”. La mostra presenterà oltre 130 opere dei principali artisti preimpressionisti come Manet e Degas e impressionisti, tra cui Monet e Renoir. Altre importanti mostre si terranno in musei importanti di tutto il mondo, basti ricordare il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Londra e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.

Inoltre, sono previste numerose pubblicazioni e conferenze sui grandi temi dell’Impressionismo. A ben considerare, si tratta di un’occasione rilevante per conoscere e celebrare uno dei movimenti artistici fondamentali della storia moderna europea che notevoli influssi ha avuto anche oltre Oceano.


Gennaio il mese dedicato a Giano bifronte

Immagine di Statua di Giano bifronte
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Il nome gennaio deriva dal dio romano Giano (Ianus), divinità preposta alle porte e ai ponti che in generale rappresentava ogni forma di passaggio e mutamento. Gennaio è infatti il mese che apre le porte del nuovo anno; infatti, il sostantivo latino ianua corrisponde al termine italiano “porta”. Inizialmente, l’anno romano iniziava a marzo, il mese dedicato alla dea della guerra, Minerva. Nel 713 a.C., il re Numa Pompilio aggiunse gennaio e febbraio all’inizio dell’anno, per un totale di 12 mesi. Gennaio fu scelto come primo mese, perché era il mese in cui si celebravano i riti di purificazione e di rinnovamento, in preparazione al nuovo anno.

Giano era rappresentato con due volti, uno rivolto al passato e uno al futuro. Questo simboleggiava la sua capacità di vedere e comprendere entrambe le parti di ogni questione. Era anche il protettore dei viaggi e dei commerci, e il suo nome era invocato dai viaggiatori prima di intraprendere un viaggio.
Il nome gennaio è stato adottato da molte altre lingue, tra cui inglese (January), francese (janvier), spagnolo (enero), portoghese (janeiro) e tedesco (Januar).


Le grandi mostre più visitate del 2023 in Italia e nel mondo

La mostra più visitata del 2023 in Italia è stata “Rinascimento a Ferrara, Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa“, allestita a Palazzo dei Diamanti a Ferrara dal 18 febbraio al 19 giugno. La mostra ha registrato un totale di 270.000 visitatori, superando di gran lunga le aspettative degli organizzatori.
L’evento espositivo ha riunito oltre cento opere provenienti da alcuni dei più importanti musei del mondo, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo del Prado di Madrid, il Louvre di Parigi e il Metropolitan Museum of Art di New York. Le opere esposte hanno ripercorso la storia del primo Rinascimento ferrarese, un periodo di grande fermento artistico e culturale che ha visto la città di Ferrara diventare uno dei centri più importanti dell’arte italiana.

Al secondo posto si è classificata la mostra “La Roma della Repubblica. Il racconto dell’Archeologia“, allestita nella Capitale a Palazzo Caffarelli dal 13 gennaio al 24 settembre. La mostra ha registrato un totale di 180.000 visitatori e ha raccontato la storia della Roma repubblicana attraverso una serie di reperti archeologici provenienti da alcuni dei più importanti siti archeologici italiani.

Al terzo posto si è classificata la mostra “Tim Burton. The Exhibition“, allestita al Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 12 marzo al 2 ottobre. La mostra ha registrato un totale di 150.000 visitatori e ha narrato la carriera del celebre regista americano, attraverso una selezione di oltre 700 opere, tra cui costumi, bozzetti, concept art, fotografie e filmati.

Fra le mostre più visitate al mondo nel 2023, al primo posto si può annoverare “The Art of the Brick“, allestita al National Building Museum di Washington, DC, dal 23 marzo al 2 ottobre. Ha registrato un totale di 8 milioni di visitatori, diventando l’esposizione di arte contemporanea più visitata di tutti i tempi. La mostra ha presentato le opere dell’artista Nathan Sawaya, che crea sculture e installazioni utilizzando esclusivamente mattoncini Lego. Le opere presentate hanno espresso una serie di temi, tra cui la storia dell’arte, la cultura popolare e la natura.

Al secondo posto si è classificata la mostra “Van Gogh Alive“, allestita al Museo del Prado di Madrid dal 18 febbraio al 28 agosto. La mostra ha registrato un totale di 7,5 milioni di visitatori e ha utilizzato la tecnologia delle proiezioni per immergere i visitatori nelle opere di Vincent van Gogh.