L’Europa, l’Italia e l’Asia Centrale Scenari geopolitici e panorama geoeconomico

COMUNICAZIONE: RIMANDATO IL SEMINARIO DEL 2 MARZO 2020 – Causa cautela diffusione Coronavirus – COVID-19

Si comunica che il Seminario “L’Europa, l’Italia e l’Asia Centrale” previsto per lunedì 2 marzo (15:00 – 19:00) presso la Sala della Lupa della Camera dei Deputati (Piazza del Parlamento 25) è rimandato a data da destinarsi al fine di attenersi alle indicazioni di cautela e precauzione per contenere la diffusione dei casi di Coronavirus (COVID-19).

L’Europa, l’Italia e l’Asia Centrale – Scenari geopolitici e panorama geoeconomico
Lunedì 2 marzo 2020 – Orario: 15:00 – 19:00
Sala della Regina – Camera dei Deputati – Roma
Ingresso a partire dalle 14:30: Piazza del Parlamento
Website: Vision & Global Tren

Seminario

L’Europa, l’Italia e l’Asia Centrale

Scenari geopolitici e panorama geoeconomico


L’odierna Asia centrale spicca nel panorama mondiale per l’ampiezza e la profondità delle trasformazioni che sta vivendo. La regione è divenuta uno snodo fondamentale per le infrastrutture logistiche promosse dalla Cina nel quadro della “Belt and Road Initiative” (BRI o Nuova Via della seta), destinate a farne un ponte da e verso il Mediterraneo ed il Vicino e Medio Oriente. Le grandi prospettive aperte da tali progetti sono tuttavia bilanciate dalla volontà della Russia di non perdere le proprie posizioni nella regione e dalle incertezze derivanti dalla politica statunitense volte a contenere le possibilità delle due potenze rivali in questo scacchiere strategico. Sullo sfondo permane l’indeterminatezza dell’Afghanistan.

All’interno della regione centroasiatica, il nuovo corso di apertura verso i vicini, inaugurato dall’Uzbekistan dal 2017 in poi, continua a dischiudere nuove ed inaspettate prospettive di cooperazione regionale ed internazionale. Al tempo stesso, il Kazakhstan, motore dell’economia centroasiatica con le sue ricchezze energetiche e il suo precipuo approccio multivettoriale alle questioni internazionali e globali, vive una delicata fase di transizione politica interna i cui esiti saranno fondamentali per il futuro dell’intera regione e, di conseguenza, delle relazioni centroasiatiche con il resto del mondo.

Spinta dalle relazioni economiche intessute in particolare da Francia, Germania ed Italia, l’Europa ambisce a giocare un ruolo all’interno di questa estesa e complessa arena in via di definizione.

Questo seminario – organizzato da Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses – si propone di proseguire ed ampliare le iniziative volte a rafforzare la comprensione reciproca fra Centro Asiatici ed Europei.

Per adesioni, registrarsi – entro mercoledì 26 febbraio – scrivendo a: info@vision-gt.eu
Ingresso a partire dalle ore 14:30 – Piazza del Parlamento, 25 – Roma
Per accedere alla Sala è richiesto abbigliamento formale, per gli uomini giacca e cravatta

PU6.02.2020

Una persona viene dimenticata soltanto quando è dimenticato il suo nome

In occasione della preparazione a Napoli dell’evento “pietre di Inciampo” del 30 pv in piazza Bovio alle 10.30, Paolo Pantani ha avuto un lungo colloquio con il presidente della Comunità ebraica di Napoli, Lydia Shapirer, per fare il punto sul problema antisionismo/antisemitismo, molto  dibattuto e molto attuale, specialmente dopo che anche il Governo Italiano ha fatto sue le dichiarazioni sull’antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA).

Lydia Schapirer all’Ordine dei giornalisti della Campania

INTERVISTA A LYDIA SHAPIRER PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ EBRAICA DI NAPOLI

di Paolo Pantani

Dottoressa, che cosa sta succedendo tra la vostra Comunità e il Comune di Napoli, al punto tale che voi state organizzando una seconda cerimonia per le prime pietre di inciampo deposte a Napoli e non avete partecipato a quella organizzata dall’assessore de Majo?

Purtroppo è una questione abbastanza inveterata. Il Sindaco, nel corso degli anni ha fatto molti strappi istituzionali nei confronti della nostra Comunità  e degli Ebrei in generale. Ha dato la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen, e, quando gli abbiamo chiesto, per ovvia simmetria istituzionale, di attribuire la stessa onorificenza anche ad una alta personalità israeliana ( all’epoca noi indicammo Shimon Perez ) non ci ha neanche risposto.  Nella complessa vicenda medio-orientale ha sempre mostrato una pregiudiziale e asimmetrica visione anti-israeliana, avallando persino posizioni estreme di B.D.S. (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni ), proponenti il blocco commerciale dei prodotti israeliani, e, specialmente, ha recentemente  sostituito Nino Daniele, ottimo assessore alla cultura che aveva sempre avuto un’ atteggiamento equilibrato nei confronti della Comunità Ebraica con Eleonora de Majo, esponente dei centri sociali, a tutti nota per le sue ripetute prese di posizione antisioniste e antisemite.

Eleonora de Majo: ma non ritiene, sinceramente, di esagerare un po’ nei suoi confronti, visto che lei, una volta diventata assessore non solo ha subito dichiarato che “ l’antisemitismo non può neanche esistere nel suo DNA..”, ha proposto la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, e, specialmente, ha organizzato la cerimonia della posa in opera delle prime pietre di inciampo a Napoli ? Cerimonia alla quale voi non avete neanche partecipato.

La sig.ra de Majo già nel 2015 dichiarava pubblicamente “abbiamo sempre detto che sionismo è nazismo e che i metodi utilizzati dagli israeliani contro i palestinesi ricordano quelli che negli anni ’40 portarono alla morte di 4 milioni di ebrei (?)…” per poi  finire definendo gli Ebrei “ porci, accecati dall’odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia…”  Capirà che quando si propone così,  una equivalenza fra nazismo e sionismo, immancabilmente si scade in un assurdo antisemitismo pregiudiziale della peggiore specie. Antisemitismo in mala fede di chi non conosce la storia e vuole solo interpretarla ai fini di una propria malata ideologia. Le pietre di inciampo sono simboli di grande significato, che possono stimolare alla riflessione e produrre cultura storica basata su memoria viva, ma la loro plateale strumentalizzazione, risulta unicamente offensiva.

Quindi per voi quale può essere il punto di discriminazione tra delle critiche allo Stato di Israele (ovviamente non della virulenza verbale come quelle della de Majo !) e dei veri e propri  atti di antisemitismo ?

Sappiamo bene che gli atti ostili contro gli ebrei seguono in parallelo gli eventi in Medio Oriente e che una delle tante forme del “nuovo antisemitismo” trae origine dalle accuse ad Israele per la questione palestinese. Ma il problema è che oggi siamo sempre più spesso non più  di fronte a delle legittime critiche alla politica di Israele, ma assistiamo ad un vero e proprio scivolamento verso i cliché antisemiti del passato, con una chiara prevaricazione dei confine del giusto quando viene difesa la causa dei diritti umani solo dei palestinesi,  quando dagli “Ebrei” si passa all’”Ebreo”, quando si rispolverano  miti e menzogne come quello del “capitale ebraico” riproponendoli artatamente come “causa” della politica di Israele. In effetti il perimetro e i confini dell’ antisemitismo sono stati molto specificamente definiti dall’IHRA (Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto) e tali definizioni sono state già adottate da 35 Stati, nonché, pochi giorni fa, anche dal Governo Italiano. Già nel 1988 un Documento del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace dichiarava che “ ..l’antisionismo ..serve talvolta come uno schermo per l’antisemitismo, alimentandolo e portando ad esso “ e Papa Francesco ha recentemente indicato come “l’antisionismo possa diventare una delle più pervicaci cause dell’antisemitismo dei nostri giorni”. Così, accanto all’antisemitismo “classico” di matrice di “destra” razzista si sta diffondendo sempre più quello “terzomondista ed anti-imperialista” ritenuto più “presentabile” rispetto all’antisemitismo che ha portato alla Shoah, e in questo modo, più la memoria del passato impallidisce, più si tenta di separare la continuità storica tra Shoah e Stato di Israele che viene artatamente fatto passare, con un cortocircuito storico, come una entità singola, avulsa dal contesto circostante.

Quindi lei dice che esistono svariate forme di antisemitismo che andrebbero singolarmente analizzate ed affrontate. Quale di queste ritiene che sia la più pervicace e pericolosa ?

L’antisemitismo, con i suoi oltre duemila anni di storia, è diventato un vero e proprio “luogo” dell’inconscio collettivo dell’umanità nel quale però si gioca realmente la nostra possibilità/capacità di apertura all’altro e alle differenze, piuttosto che la chiusura nel pregiudizio e nell’intolleranza. Comprenderà pertanto come non abbia senso definire una forma di antisemitismo “più pericolosa” di un’altra, perché, alla base, rimane sempre l’Ebreo, il “Nemico Innocente” quello che deve subire le conseguenze di quelle zone d’ombra dell’inconscio collettivo nelle quali si annida un coacervo di miti e menzogne. Per combattere l’antisemitismo, si deve innanzitutto combattere ogni forma di odio, tenendo fermamente presente che nessun essere umano può  essere avulso dalla sua specifica “storia” soggettiva e dai suoi tratti di comune umanità, per essere categorizzato e  ridotto a “simbolo” o a “oggetto”.

Che significato hanno per voi le pietre d’inciampo, e come intendete celebrare la loro posa per la prima volta nella nostra città ?

Come già le ho detto le pietre di inciampo sono simboli di grande importanza e, attraverso di esse noi vogliamo onorare la memoria dei nomi delle vittime innocenti che rappresentano, tenendo sempre presente che “ una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome” come dice il Talmud. A noi non interessa che qualcuno cerchi di “compensare” la diffusione dell’antisemitismo di fondo con un filosemitismo di facciata, partecipando alla posa di qualche pietra di inciampo. Non conta l’omaggio una tantum, più o meno sentito, del quale, un attimo dopo ci si è già dimenticati. Ci interessa invece la politica culturale della memoria e del rispetto, e per questo il prossimo 30 gennaio organizzeremo una “nostra” cerimonia nella quale cercheremo di riportare alla luce le figure delle povere vittime, nella loro individuale umanità, così violentemente rapita e annullata, cercando di condividerle con tutta la nostra Comunità, strettamente unita ad ampie porzioni della Società Civile e di Giovani della nostra città, che ci hanno sentitamente chiesto di unirsi a noi.

Alla “vostra” cerimonia chi  pensate di invitare?

Noi non abbiamo specificamente “invitato” nessuno. Abbiamo comunicato il nostro evento, e, con molto piacere, abbiamo constatato la adesione spontanea di moltissime persone.

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Jordan Holiday da Pixabay 

Vision & Global Trends: Flussi dell’informazione e processi decisionali

Convegno
Flussi dell’informazione e processi decisionali
Data: 28 gennaio 2020, martedì
Orario: 9:30 – 14:00
Sala della Regina – Camera dei Deputati – Roma
Website: Vision & Global Tren

Per adesioni, registrarsi scrivendo a: info@vision-gt.eu
Ingresso a partire dalle ore 9.00
Per accedere alla Sala è richiesto abbigliamento formale, per gli uomini giacca e cravatta

Programma

Saluti istituzionali
On. Edmondo Cirielli – Camera dei Deputati, Questore
Dott. Tiberio Graziani –Vision & Global Trends, Presidente

Prof. Fabio Pistella – ENR Consigliere di Amministrazione – già Presidente Cnr e Direttore generale Enea
C. Amm. Fabio Agostini – Capo Dipartimento Pubblica informazione e comunicazione presso Stato Maggiore della Difesa
Dott. Fabrizio Noli – Caposervizio Esteri Radio Rai
Prof. Mario Morcellini – Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e Consigliere alla Comunicazione Sapienza Università di Roma
Dott. Stefano Ricci – Esperto di sicurezza cibernetica, saggista
Prof. Angelo Maria Petroni – Segretario generale, Aspen Institute Italia
Prof. Roberto Guarasci – UNICAL, Direttore del Dipartimento Culture educazione e società
Dott. Giovanni Anzidei – Fondazione Igea Onlus, Vice Presidente – Giornalista scientifico
Dott. Andrea Sonnino – Presidente Fidaf e Coordinatore dell’Osservatorio sul Dialogo nell’Agroalimentare

Conclusioni
Dott. Filippo Romeo, Vision & Global Trends, Analista senior

L’Europarlamento ha eletto Mediatrice europea 2019-2024 l’irlandese Emily O’Reilly

di Paolo Pantani

L’Europarlamento ha eletto come Mediatrice europea per la legislatura 2019-2024 l’irlandese Emily O’Reilly con il voto di 320 deputati in votazione a scrutinio segreto. Ricordiamo che la neoeletta è una ex giornalista ed è stata la prima Ombudsman irlandese donna per dieci anni. L’ organo indipendente del Mediatore Europeo, nominato dal Parlamento Europeo, è adibito ad accogliere le denunce presentate dai cittadini dell’Unione, relative ai casi di mancato rispetto dei principi di buona amministrazione di ogni Autorità Europea ed è sostanzialmente la terza carica europea.Mettendo a confronto il curriculum professionale dei candidati, non può non risaltare il maggiore spessore professionale della candidatura dell’Avv. Giuseppe Fortunato, la cui valutazione è stata vanificata da un voto a scrutinio segreto che, nella sua determinazione, obbedisce più a logiche di rapporti intergovernativi e solo formalmente a logiche meritocratiche.Pur dimostrandosi  in Europa il candidato di maggiore comprovata esperienza e competenza, conseguendo sempre risultati molto concreti in materia di Difesa Civica, il Parlamento Europeo, per ragioni politiche e per il totale disinteresse del governo italiano, ha scelto di rinominare il Mediatore uscente Emily O’Really che, appena eletto, ha voluto “to thank the Irish government”.In questa occasione si è avuta la conferma del periodo di debolezza che il nostro Paese sta storicamente attraversando e ci si chiede quali cambiamenti attendere per riequilibrare i rapporti con i nostri partner europeiL’esperienza che lo ha visto nei contraddittori eccellere in una così rilevante ed impegnativa  competizione, pur non vedendo la nomina dell’Avv. Giuseppe Fortunato,  ha comunque messo in moto un meccanismo che ha dato l’opportunità all’avvocato Fortunato di farsi ulteriormente conoscere alle tante  realtà ed Associazioni  che operano sul territorio, nonché alle parti sociali  a svariati livelli che avevano sempre apprezzato la sua opera.L ‘avvocato Giuseppe Fortunato, ha avuto una brillante affermazione personale nel mondo associativo, culturale e sociale, nell’indifferenza, o peggio, di alcuni Europarlamentari italiani, che non lo hanno sostenuto, pur essendo il più competente, titolato ed esperto per la carica.Molteplici le situazioni risolte in Campania. Dalle grande Associazioni dei malati alle categorie professionali e imprenditoriali, dai tantissimi casi risolti di ricorrenti alle rilevanti situazioni sociali come Almaviva, Navigator, Cmo, dall’accelerazione data al Progetto Macroregionale dell’Unione europea alla consapevolezza concreta dell’identità campana quale ponte di Europa e Mediterraneo è maturato un intenso consenso che lo ha portato a essere considerato il sicuro punto di riferimento di ogni problematica.Si aggiunga a ciò la dimostrata determinazione che lo ha visto mettere a tappeto la classe politica, prima costringendo la Regione Campania a nominarlo, nonostante ogni sotterfugio di De Luca, poi imponendo con metodo meritocratico altre scelte quali il Difensore Civico della Città metropolitana di Napoli e il Garante regionale dei Disabili, impedendo le solite nomine lottizzate di incompetenti. Risulta evidente che nel nostro contesto regionale campano occorre una svolta radicale, non possiamo assistere al solito balletto di vecchi nomi per le elezioni regionali prossime venture, la svolta potrebbe essere di dare voce alle legittime proposte che sono venute in questi anni dalla esperienza civicratica e non solo, anche per le risoluzioni delle spinose  vertenze sindacali occupazionali del Centro Medico Oplonti, dei Navigators e di Almaviva. Pertanto attendiamo da chi ha fatto nascere la speranza di un’amministrazione giusta, gentile e meritocratica una consequenziale entrata in competizione per le elezioni regionali campane perché si avverte da più parti in Campania una crescente domanda di rinnovamento politico amministrativo e soprattutto  é necessario operare una risultante che crei  un salto di paradigma e proporre candidature autorevoli e di portata internazionale,  oltre che di rilevante competenza giuridico-amministrativa oggi indispensabile per uscire dalla crisi terribile che ci attanaglia.

#DifensoreCivicoCampania
#Civicrazia
#MediatoreEuropeo

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

La Battaglia per la elezione del Mediatore Europeo

di Paolo Pantani

L’unico candidato dei Paesi fondatori dell’Unione Europea, dei paesi latini e dei paesi mediterranei, quale Mediatore Europeo, è  l’avvocato Giuseppe Fortunato. Quello che manca a Bruxelles, da sempre, è un coordinamento della delegazione italiana per la difesa dell’interesse nazionale, cosa che invece tutti i paesi ederenti fanno. Non solo, manca una attività di lobby per la tutela degli interessi economici, politici, giuridici e commerciali dello Stato Italiano. Ieri sono stato a cena con un amico , ingegnere dell’E.N.I., in licenza temporanea dalla sua missione in Africa. In Gana, mi diceva, la Cina è penetrata, silenziosamente, economicamente e infrastrutturamente, in tutti i porti del Gana, l’Europa è totalmente assente dallo scenario africano. Non abbiamo una politica estera comune in Europa, come non abbiamo una politica mediterranea, eppure siamo presenti geograficamente, politicamente, commercialmente ed economicamente. Diceva Winston Churchill che uno stato non ha amici, solo interessi nazionali, ma per svolgere al meglio la funzione di Mediatore Europeo è necessaria un’alta competenza giuridica, soprattutto di diritto amministrativo. Bisogna conoscere nel dettaglio le procedure e le dinamiche della Pubblica Amministrazione, senza rischiare di dare inizio a lunghe inchieste che non ottengono esito positivo e creano solo insoddisfazione. Per un Mediatore Europeo le competenze giuridiche devono sempre andare di pari passo a una lunga e concreta attività all’interno della Pubblica Amministrazione, altrimenti non c’è meritocrazia, solo una schermaglia fra lobbies, nella quale vince la più potente. Per le esperienze e le competenze maturate in tanti anni e per l’impegno profuso anche su aspetti internazionali della Difesa Civica, l’avvocato Giuseppe Fortunato è senza dubbio la persona giusta per ricoprire la funzione di Mediatore Europeo. Durante l’audizione del 3 dicembre scorso al Parlamento Europeo, l’avvocato Giuseppe Fortunato, Difensore Civico della Regione Campania, ha concluso il suo discorso affermando che il Mediatore Europeo dovrà aiutare con competenza, esperienza, entusiasmo ed indipendenza, i Cittadini e i Parlamentari europei, loro rappresentanti, per un potere pubblico europeo che aiuti tutti a una vita migliore. In questi giorni sono in corso nel Parlamento Europeo diverse azioni per ottenere la maggioranza alla elezione del Mediatore Europeo, siamo del tutto certi che per la prima volta la componente di un paese fondatore come quella italiana, latina e mediterranea si è attivata, conosceremo a breve i risultati di queste azioni e ne trarremo le conseguenze. E’ la terza volta che l’avvocato Giuseppe Fortunato si candida a Mediatore Europeo, Fortunato ha dedicato tutte le sue energie alla Difesa Civica, non si è mai candidato a nessun incarico politico e non è esponente di nessuna lobby economica che influenzano potentemente tutte le politiche europee, il risultato della votazione  del Parlamento Europeo stabilirà il peso che la meritocrazia ha in Europa.

#DifensoreCivicoCampania
#Civicrazia
#MediatoreEuropeo

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Eurocamera: l’avvocato Giuseppe Fortunato si è candidato a Mediatore UE

3 dicembre 2019
Relazione alla Commissione per le petizioni
Presentazione della candidatura dell’Avv. Giuseppe Fortunato quale Mediatore Europeo

dell’Avv. Giuseppe Fortunato, Ombudsman 

Sono molto lieto di essere in questa audizione della Commissione per le petizioni, aperta per l’occasione a tutti i parlamentari europei, a presentare la mia candidatura quale Mediatore Europeo. È la terza volta che ho questa grande opportunità, nell’ambito di un percorso di vita, di competenze acquisite e di esperienze maturate, incentrato proprio sulla specifica figura di Difensore Civico.
Il mio intervento introduttivo consiste in una brevissima necessaria premessa sulla figura di Difensore Civico alla luce della mia esperienza su tale campo e in tre parti:
a)  in primo luogo, mirando a presentare la mia persona, tramite gli studi specifici, le competenze specifiche e le concrete attività svolte;
b) in secondo luogo, illustrando alcuni risultati concreti della mia azione quale Difensore Civico;
c) in terzo luogo, indicando le prime linee fondamentali dell’azione del nuovo Mediatore Europeo, soprattutto in relazione alle grandi potenzialità, ben poco utilizzate, di questo ruolo fondamentale nel contesto dell’Unione Europea, sapendo che non mancherà occasione di approfondire questi punti nella successiva discussione.

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La brevissima premessa sulla figura del Difensore Civico è necessaria perché orienta ogni considerazione, valutazione, scelta.

Guardando nel cuore della normativa, che cos’è questa figura di Difensore Civico? E’ l’Amico competente del Cittadino, è l’Intermediario istituzionale che favorisce i buoni rapporti fra Cittadino e Pubbliche Amministrazioni, è il Promotore di Giustizia sostanziale nella Pubbliche Amministrazioni.

Tutti i poteri pubblici, ciascuno con la sua specificità, devono essere al servizio del Cittadino e, quindi, ogni atto, così come ogni comportamento, della Pubblica Amministrazione deve essere sempre celere, gentile, efficiente, efficace, giusto e, salvo esigenze specifiche, trasparente. Il Difensore Civico deve essere, quindi, capace di risolvere concretamente il caso di maladministration sottoposto dal Cittadino oppure comunque individuato e spingere la Pubblica Amministrazione al suo miglioramento. Il Difensore Civico, con il suo operato, innanzitutto trasforma, nel caso specifico, il disagio, l’insoddisfazione, il dolore del Cittadino in un sorriso ma deve anche sapere fare di più, andando alle radici del problema nelle pubbliche amministrazioni per evitare che analoga situazione dolorosa si ripresenti e costruendo così una Pubblica Amministrazione più trasparente, più celere, più gentile, più efficiente, più efficace, più giusta.

Il Difensore Civico deve saper fronteggiare vittoriosamente le resistenze burocratiche che spesso si nascondono dietro interpretazioni di norme e saper far maturare effettive soluzioni.

Per svolgere proficuamente tale funzione di Difensore Civico è indispensabile, quindi, un’alta competenza giuridica, specificamente di pubbliche amministrazioni, riconoscendo le patologie di atti amministrativi, di attività non conformi a leggi e comunque non corrette e le soluzioni effettivamente percorribili. Senza competenze giuridiche si rischia, come è avvenuto in più casi, di aprire sulle vicende inchieste lunghe senza un esito positivo, creando frustrazione e senso di impotenza. Inoltre, le competenze giuridiche sono necessarie ma non bastano perché solo l’avere maturato la concreta esperienza all’interno delle Pubbliche Amministrazione può farne capire le dinamiche pratiche e indirizzarle a un benessere duraturo.

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a) Da questa breve necessaria premessa possono essere tratte le chiare ragioni per cui ho deciso di candidarmi, ancora una volta, quale Mediatore Europeo, poiché i Cittadini europei non hanno visto ancora in Europa realizzarsi le grandi e giustificate aspettative per questo ruolo.

Non ho necessità di spiegare perché voglio ricoprire questa funzione di Mediatore dato che la ho svolta e la svolgo in altro Ente mentre il mio desiderio di svolgerlo in Europa è in linea con l’impegno da me sempre profuso per gli specifici aspetti internazionali della Difesa Civica.

Ho maturato, in tanti anni, specifica esperienza e competenza di Difensore Civico: sono stato già Difensore Civico della Campania dal giugno 1999 al novembre 2004 e sono ora nuovamente Difensore Civico della Campania dal luglio 2018. Sono stato Presidente dell’Associazione Nazionale dei Difensori Civici Italiani e ho sempre curato gli aspetti internazionali. Sono stato il Presidente di due reti internazionali di Difensori Civici: lo Sportello Unico Internazionale della Difesa Civica (fra i Difensori Civici dei Paesi del Consiglio d’Europa) e The International Ombudsman (con Ombudsman di tutto il mondo).

Dal 2005 al 2012 sono stato Garante per la protezione dei dati personali e sono stato Coordinatore del Laboratorio Privacy Sviluppo, un organismo internazionale cui hanno preso parte 25 Autorità Garanti per la protezione dei dati personali, occupandosi degli aspetti più innovativi correlati alla dignità, alla libertà e all’identità della persona e al suo sviluppo. 

Sono avvocato, più volte specializzato presso l’Università italiane, ho svolto corsi e stage all’estero, anche presso questo Parlamento Europeo e presso Istituti internazionali di questa città di Bruxelles, ho svolto ricerche e docenze universitarie e presso Istituti pubblici, sempre spinto ad occuparmi del rapporto fra Cittadini e pubblica amministrazione

Nelle mie attività professionali nella Pubblica Amministrazione sono stato Capo dell’Ufficio Legale e Legislativo della Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi, Direttore di Sezioni Giuridizionali della Giurisdizione Amministrativa, Amministratore di strutture sanitarie e ospedaliere.

Sono stato Direttore di Master rivolti a laureati e professionisti; ho selezionato e formato dirigenti della pubblica amministrazione; ho soprattutto approfondito nella mia vita e nei miei libri il tema dei diritti del Cittadino e delle sue garanzie. Ho lanciato il tema della Civicrazia, la democrazia compiuta in cui i diritti sono concretamente garantiti. Il Difensore Civico è un formidabile strumento soprattutto per realizzare pienamente il corretto rapporto e dialogo fra Cittadini e Istituzioni. La mia convinzione è che non basta rispettare la legalità ma bisogna saper combattere quotidianamente per la legalità e un Difensore Civico ha il dovere di far rispettare le leggi e far garantire i diritti, non soltanto contrastando ma dimostrando di sapere sconfiggere effettivamente la maladministration.

 b) Vengo allora ai risultati nei miei ruoli di Difensore Civico. A un Difensore Civico occorre chiedere concreti risultati, non l’elenco di casi trattati né proclami.  Essere un Difensore Civico è un’attività anche ben distinta da quella di un giudice amministrativo che giudica la pubblica amministrazione e dà ragione o torto in sentenza mentre il Difensore Civico cerca le modalità di evitare l’ingiustizia, mirando a ogni possibile positiva soluzione, anche creativa, e procedendo ad estendere il suo intervento anche fuori dal caso specifico, intervenendo alla radice sulla fonte dell’ingiustizia. 

Voglio fare rapidamente venti esempi per fare capire uno stile gentile con tutti ma chiaro e deciso contro i soprusi per garantire i diritti.

  1.  Ho chiaramente dimostrato, anche senza ricoprire il ruolo di Difensore Civico, che so “domare la belva selvaggia” della Pubblica Amministrazione quando essa non rispetta le regole.   Il futuro del funzionamento dei pubblici servizi e di ogni istituto pubblico è molto correlato al fatto che le scelte dei nominati siano affidate ai più competenti nello specifico campo e non ai più raccomandati.

    Non è facile intervenire in questo campo delle nomine perché significa contrastare metodi. Io l’ho fatto, innanzitutto, allorquando la Regione Campania voleva nominare un Difensore Civico regionale fuori dalle procedure legalmente sancite. Non ci è riuscita perché ho saputo difendere l’indipendenza di quest’Autorità indipendente del Difensore Civico e il rispetto della legge, anche avendo ottenuto otto consecutive pronunce giudiziarie.

2. Divenuto Difensore Civico della Regione Campania, non ho esitato a contestare quando il Consiglio regionale ha nominato il Garante dei Disabili e anche qui ho avuto ragione, come hanno poi evidenziato quattro consecutive pronunce giudiziarie. Ciò ha prodotto una maggiore attenzione verso la qualità dei nominati e alla motivazione delle scelte. In ogni parte d’Europa si contrastano le scelte dei più capaci e dei più meritevoli e il Difensore Civico è un baluardo per le buone scelte.

3. Ho trasmesso miei inviti   a tutti i Comuni per la costituzione dei Comitati Unici di Garanzia (un organismo di tutela comunale, anche per la pari opportunità per le donne) e per quanto riguarda l’adeguamento a normative quale quella del regolamento europeo per la protezione dei dati personali.   Con il continuo impegno, con i solleciti e le informazioni, i Comuni si sono adeguati, inviando al Difensore Civico le relative delibere attuative della normativa.

4. Naturalmente ho fatto attuare la normativa della Difesa Civica. Per quanto riguarda la Città metropolitana di Napoli (ove il Difensore Civico metropolitano di Napoli era previsto dalla legge e dallo Statuto ma mancava da quattro anni) il mio invito quale Difensore Civico campano ha prodotto un avviso pubblico per la nomina. Poi la Città metropolitana di Napoli indugiava e rinviava la nomina, cosicché è stato necessario il mio ulteriore intervento per la nomina del Difensore Civico, sulla base di una stretta comparazione dei curricula dei candidati, evitando anche in questo caso scelte sbagliate.

5. La mia continua attività persuasiva del Difensore Civico campano ha prodotto un forte innalzamento della presenza delle donne nelle giunte delle amministrazioni locali (ai fini del rispetto della legge).

6. In moltissimi casi ho fatto cessare un duraturo silenzio di pubbliche amministrazioni. La nuova prospettazione del ricorrente, dopo che l’amministrazione aveva spesso rotto il persistente silenzio, e la sottolineatura specifica di alcuni aspetti hanno sempre arricchito il confronto da cui sono emerse soluzioni, utilizzando fino in fondo i miei poteri. In alcuni casi grovigli burocratici causano danni enormi perché non si riesce ad avere necessarie autorizzazioni e come Difensore Civico ho posto fine a tali vicende.     

7. Manifesti orridamente lesivi della dignità delle donne sono stati affissi da tre Comuni. Essi sono stati subito defissi su intervento pronto del Difensore Civico. Ho costituita anche uno specifico Comitato di Esperte contro la pubblicità offensiva della dignità delle donne. Le pubbliche amministrazioni non possono essere moltiplicatori dell’orrido. La lotta alla violenza sessuale e alle molestie può avvalersi ora anche di queste concrete vittorie.

8. Nell’esercizio di prerogative in materia di accesso agli atti, la dichiarazione di illegittimità di diniego, sovente tacito, ha permesso l’accesso rapido a atti indebitamente negati a tanti Cittadini. La trasparenza è la migliore garanzia che non vi siano interferenze illecite nei procedimenti amministrativi.

9. Un buon risultato è stato quello per i boschi e gli incendi estivi, richiamando precisamente l’attenzione dei Sindaci, indicando precisamente che cosa fare, facendo circolare le migliori pratiche. Ottimo il successo iniziale. Poi l’azione di tutela è proseguita positivamente. Prevenire è meglio che curare. Dare alle pubbliche amministrazioni suggerimenti concreti e precisi avvertimenti impedisce errori.

10. L’abusivismo speculativo in Campania, convivente spesso con le organizzazioni criminali (e in Campania opera la camorra), ha subito con i miei interventi rilevanti sconfitte. Le difese da parte di pubbliche amministrazioni di opere speculative abusive sono censurabili sotto molti profili.

11.  I diritti dei diversamente abili non possono rimanere sulla carta. Ho ottenuto l’abbattimento di decine di barriere architettoniche.

12. Il punto più importante del mio sperimentato metodo di Difensore Civico è: “affrontare il caso specifico, risolvere le situazioni analoghe, costruire modelli duraturi”. Vediamo, come esempio, come sono stati da me affrontati alcuni casi nel mondo della scuola.

Da singoli casi specifici sono nate profonde trasformazioni. Una denuncia al Difensore Civico deve, infatti, portare alla risoluzione del caso concreto ma anche alla necessaria innovativa nuova regola di civiltà. Dalla posizione del Mediatore Europeo tale metodo sarebbe un acceleratore formidabile.

Un importante risultato, ad esempio, è stata la comunicazione preventiva delle bocciature ai genitori dei ragazzi bocciati prima della pubblicazione (mentre, prima che fossi Difensore Civico, si erano verificati anche casi di suicidi di ragazzi che avevano appreso la brutta notizia della bocciatura solo dagli affissi quadri scolastici degli esiti annuali). E’ bastato un ricorso in un caso per cambiare la regola, a favore di tutti.

13. Sempre nel mondo della scuola, un ulteriore risultato è stato il limite di peso per i libri da portare da tutti gli scolari a seguito della giusta lamentela di un solo ragazzo.

14. Ancora nel mondo della scuola, il trasmettere le pagelle anche ai genitori separati non conviventi (pagelle prima date solo ai genitori affidatari conviventi) è stata un’altra mia realizzazione concreta. Ricordo Stefano che era il giovane padre che, tramite la denuncia al Difensore Civico, risolse la sua situazione ma anche la situazione di tutti i padri e tutte le madri nella stessa situazione di genitore separato non convivente.

15. Queste ed altre situazioni specifiche affrontate sono divenute in Italia regole nazionali a seguito dell’azione del Difensore Civico

 La ragazza di nome Antonella che si rivolse a me come Difensore Civico per lamentarsi contro l’uso del cellulare di inservienti per ragioni personali in ospedale dinanzi a suo padre malato oltre a ricevere le scuse della direzione dell’ospedale ha ottenuto che fosse costruito il segnale di divieto di uso cellulare nelle camere di malati gravi per tanti ospedali.

Ora continuamente controllo con esito positivo il nuovo corso con le regole giuste ma prima dei miei interventi come Difensore Civico la situazione era ingiusta e senza regole.

16. La forte intimazione che ho fatto verso gli Enti gestori di Parco di attivare i poteri di scioglimento dei consigli di amministrazione se non approvavano subito i dovuti regolamenti per la partecipazione dei Cittadini li hanno portati a emanare le normative in materia di partecipazione.

17. Anche in alcuni Comuni sono riuscito a ottenere il mancante dovuto regolamento obbligatorio per la partecipazione dei Cittadini.

Legge e statuto lo prescrivono. Le associazioni li richiedono.

18. Enti distinti litigano e i Cittadini spesso non sanno che fare. Li ho convocati subito in esami congiunti allo stesso tavolo e talora in poco tempo si smette un ping pong decennale di carte. Il Difensore Civico deve sapere trovare una soluzione, evitando ritardi.

19. A Somma Vesuviana il mio Commissario ad acta ha fatto con buon senso un ottimo lavoro sull’edilizia e per la giustizia urbanistica. Servirà non solo per Somma Vesuviana ma come esempio. Un’opera deturpante non può restare.

20. Una grave malattia di taluna burocrazia è la sordità. Talvolta una mancanza di ascolto può creare un ritardo in qualcosa che sembra piccola cosa ma che crea gravi problemi. Sconfitta, ad esempio, dal Difensore Civico la sordità nel Comune capoluogo di Benevento. I Cittadini per dovute certificazioni stavano aspettando da mesi e quel semplice certificato non faceva completare una pratica importante, danneggiando le vite, fino all’esito positivo per l’intervento del Difensore Civico campano.

Esposti questi venti punti come esempi di come voglio agire, non posso mancare di evidenziare in questa sede come il Difensore Civico campano ha favorito l’attuazione di iniziative dell’Unione Europea quale la Macroregione Mediterranea. In Europa sono state approvate le strategie di quattro Macroregioni.

L’Assemblea della Macroregione Mediterranea, dopo un ritardo di nove anni per incapacità delle pubbliche amministrazioni locali a cogliere tale rilevante opportunità dell’Unione Europea, si è rivolta unanimemente il 9 novembre 2018 al Difensore Civico campano quale Pubblica Amministrazione procedente. Accogliendo tale legittima e fondata unanime richiesta è stato quindi emanato dal Difensore Civico il decreto n. 9 del 12 novembre 2018, pubblicato sul BURC n. 89 del 29 novembre 2018.

 In questa rilevante azione partecipata e dalle concomitanti esperienze per la partecipazione e per le positive iniziative dell’Unione Europea vedo forte l’impegno di tanti Cittadini ad agire in prima persona per costruire, dal basso, una pubblica amministrazione nuova, pienamente del Cittadino e, quindi, a servizio del Cittadino. L’azione della società civile mi fa ben sperare e certamente il Difensore Civico in ogni parte d’Europa (e in particolare il Mediatore Europeo) è il formidabile alleato in tale percorso di costruzione di un positivo legame fra l’Europa e i Cittadini.

c) Concludo allora con alcune ulteriori linee circa l’auspicato futuro del Mediatore Europeo.

Riconosco ogni impegno di chi ha svolto negli anni questa funzione di Mediatore Europeo  ma, per spirito di chiarezza e verità, pur rispettando il lavoro svolto, cinque punti mi convincono che è oggi opportuno un salto di qualità. Mi limito a questi cinque punti perché è evidente (e non avrei bisogno di aggiungere altro) che il mio programma di attività è soprattutto l’applicazione in chiave europea dei risultati, principi e metodi di lavoro già adottati e indicati. Non avrei bisogno di aggiungere altro

1. Troppo poche sono le denunce al Mediatore Europeo, neppure 2200 all’anno. L’Istituto del Mediatore Europeo non è conosciuto. Probabilmente perché non risultano modifiche strutturali derivanti dall’azione del Mediatore Europeo e il fatto che le tre distinte conosciute principali campagne contro tre distinte persone,

diversamente da quanto da me evidenziato, sono state infruttuose. 

2. Di queste denunce meno di 900 sono nel mandato del Mediatore Europeo. Per la maggior parte delle denunce il Mediatore Europeo, quindi, si limita a trasmettere la denuncia ad altra autorità e spesso al Difensore Civico Nazionale (e spesso inutilmente perché il denunciante si era già contestualmente rivolto).

Appare a questo punto necessario chiedere alle istituzioni europee di indicare in ogni procedimento e in ogni atto la possibilità di rivolgersi al Mediatore Europeo.

3. Non bisogna affermare che gli standard della pubblica amministrazione della Commissione Europea sono buoni. Questo giudizio del Mediatore Europeo nella sua relazione non è fondato su alcun dato. Gli standard della Commissione Europea vanno innalzati in trasparenza, in celerità, in efficacia e in giustizia. Questo frettoloso giudizio non ha motivazioni perché lo scarso numero di denunce non deriva da un’alta qualità della Pubblica Amministrazione della Commissione Europea bensì dalla poco conoscenza della figura del Mediatore Europeo e anche dalla poco fiducia nella sua azione visto il fallimento delle sue tre campagne.

4. Occorre un’azione molto incisiva del Mediatore Europeo circa le Agenzie Europee. Non bastano oggi azioni singole ma il Mediatore Europeo deve energicamente rendere trasparenti le loro procedure.

5. Occorre creare una fattiva quotidiana cooperazione del Mediatore Europeo con i parlamentari europei. Non bisogna limitarsi a documenti e incontri. Bisogna dire forte che spesso i parlamentari europei sono ostacolati nella loro piena funzione di rappresentanti eletti rispetto alle situazioni che evidenziano. Nelle interrogazioni dei parlamentari europei vi sono molti spunti di concreto intervento per il Mediatore Europeo. Se eletto Mediatore Europeo, a fianco alla procedura ordinaria per le denunce, tratterò d’ufficio ogni interrogazione come denuncia, giungendo alla massima trasparenza sui fatti indicati e al concreto risultato del buon andamento della pubblica amministrazione.

Ho la certezza che il Mediatore Europeo dovrà aiutare con competenza, con esperienza, con entusiasmo, con indipendenza i Cittadini e i parlamentari europei, loro rappresentanti, per un potere pubblico europeo che aiuti tutti a una vita migliore. Sono lieto di poter approfondire con Voi questi e altri aspetti e rispondere alla Vostre domande. Grazie.

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di 3D Animation Production Company da Pixabay 

Cesare Alemanni: L’arto fantasma, Berlino trent’anni dopo il muro

di Cesare Alemanni

Più che di magnitudo, la distinzione tra un semplice fatto e un evento storico è questione di prospettiva. Per chi ne ha fatto esperienza da uno schermo, la caduta del muro di Berlino può essere soltanto l’evento storico che ha sancito l’inizio della fine della cortina di ferro, dell’impero sovietico, della guerra fredda. Per i berlinesi, quel che accadde il 9 novembre 1989 fu invece soprattutto un semplice fatto. Un fatto che di colpo sfasciava coercizioni geografiche di movimento, vita e pensiero. Radicate da quando, nel 1961, l’Antifaschistischer Schutzwall (barriera antifascista, come la si chiamava nella DDR) era stata costruita e di continuo perfezionata. 
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IMMAGINE DI APERTURA –  Foto di Caro Sodar da Pixabay

Seminario di Economia – Logistica trasporti e crescita economica 3/3

Nell’ambito delle attività didattiche del corso di Politica Economica e Finanza Internazionale (LM-56) – si è svolto martedì 24 settembre p.v., alle ore 10,35, presso il Dipartimento di Economia (Aula Magna 2) dell’Università degli Studi di Messina, un seminario dal titolo: Logistica, Trasporti e Crescita Economica, tenuto dall’Ing. Giovanni Saccà (Responsabile Settore Studi Trasporti Ferroviari del Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano (C.A.F.I.) e Preside del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI) – Sezione di Verona).
Le riprese audiovisive sono opera di Antonio Previti

IMMAGINE DI APERTURA – Il Prof. Cosimo Inferrera (Presidente dell’Associazione Europea per il Mediterraneo) conduce il dibattito in aula.

Seminario di Economia – Logistica trasporti e crescita economica 2/3

Nell’ambito delle attività didattiche del corso di Politica Economica e Finanza Internazionale (LM-56) – si è svolto martedì 24 settembre p.v., alle ore 10,35, presso il Dipartimento di Economia (Aula Magna 2) dell’Università degli Studi di Messina, un seminario dal titolo: Logistica, Trasporti e Crescita Economica, tenuto dall’Ing. Giovanni Saccà (Responsabile Settore Studi Trasporti Ferroviari del Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano (C.A.F.I.) e Preside del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI) – Sezione di Verona).
Le riprese audiovisive sono opera di Antonio Previti

IMMAGINE DI APERTURA – Il tavolo dei relatori. Da sinistra: Prof. Cosimo Inferrera, Prof. Bruno Sergio Sergi (corso di Politica Economica e Finanza Internazionale), Prof. Michele Limosani (Direttore del Dipartimento di Economia), ing Giovanni Saccà.