Bologna, Settore Musei Civici: oggi inaugurazione di “Colors for draw peace”

Colors for draw peace, Museo Patrimonio Industriale

Colori per disegnare la pace

Settore Musei Civici Bologna

Colors for draw peace
Esposizione dei disegni di bambine e bambini ucraini

21 settembre – 21 ottobre 2023

Museo Civico Archeologico | Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

Museo civico del Risorgimento | Piazza Giosue Carducci 5, Bologna
Museo del Patrimonio Industriale | Via della Beverara 123, Bologna

Inaugurazione in occasione della Giornata Internazionale della Pace

Giovedì 21 settembre 2023 ore 17.30
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

Sarà particolarmente gradita la partecipazione della stampa

Il Settore Musei Civici Bologna – con le tre sedi espositive del Museo Civico Archeologico, Museo del Patrimonio Industriale e Museo civico del Risorgimento – partecipa alla mostra-evento diffusa in varie città italiane Colors for draw peacededicata ai bambini ucraini che disegnano il loro desiderio più grande in questo momento: la Pace in un paese libero.

Dopo le aperture di Firenze e Torino, giovedì 21 settembre 2023, in occasione della Giornata Internazionale della Pace, l’esposizione viene inaugurata in quattro momenti distribuiti tra Roma – presso la Camera dei Deputati, il Parco Archeologico del Colosseo e la Parrocchia di Santa Chiara – e Bologna.
Nel capoluogo emiliano alle ore 17.30, presso il Museo Civico Archeologico in via dell’Archiginnasio 2, interverranno: Elena Di Gioia (delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana), Anna Lisa Boni (assessora alle relazioni internazionali Comune di Bologna), Eva Degl’Innocenti (direttrice Settore Musei Civici Bologna), Paola Giovetti (direttrice Museo Civico Archeologico | Settore Musei Civici Bologna), Natalia Siassina (presidente VITAWORLD e VITAUKR), Yulia Slipich (direttrice Scuola d’arte di Kherson), oltre a rappresentanti dell’Associazione Donne Ucraine Insieme (Bologna), del movimento giovani ucraini VECHORNYTSI e di FIDU – Federazione Italiana Diritti Umani.
L’ingresso è libero. Sarà particolarmente gradita la partecipazione della stampa.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un protocollo di intesa sottoscritto dal Settore Musei Civici Bologna e le associazioni ucraine VITAWORLD e VITAUKR con l’obiettivo di promuovere la cultura e l’arte in tutte le loro espressioni, con particolare attenzione al tema della Pace, dei diritti umani e della solidarietà tra i popoli.
La mostra nasce con il proposito di farci riflettere sulla domanda: che cosa possiamo fare per far vivere tutti i bambini in un mondo senza guerre?
Il progetto e il tema scelto hanno origine nel primo giorno di guerra che colpì la città ucraina di Kherson nelle primissime ore della tragica mattinata del 24 febbraio 2022. La direttrice della locale Scuola d’arte, Yulia Slipich, già nel pomeriggio dello stesso giorno avverte la necessità di intervenire per sostenere i propri alunni là dove si trovano: nei rifugi, nelle cantine, in fuga. Per diffondere un messaggio di speranza, lancia l’idea del progetto Draw peace (Colori per disegnare la pace), proponendo ai bambini una sfida: “Disegniamo il mondo di Pace, il mondo che vorremmo, il mondo di domani, per noi, per voi, per i vostri cari, per tutti”. E i bambini hanno risposto, compiendo così un piccolo gesto eroico, un esempio di amore e dedizione, di altruismo e resistenza.

La Scuola d’arte di Kherson, in cui prima della guerra studiavano circa 800 bambini di talento, è riuscita a preservare un sistema unico di formazione creativa di giovani artisti. Allo scoppio della guerra la scuola è stata trasferita in modalità di lavoro online, raggiungendo più di 500 bambini che oggi vivono in diverse città dell’Ucraina e del mondo (dall’Australia al Canada). Durante l’anno scolastico, gli insegnanti della scuola hanno adattato il sistema di insegnamento, sviluppato materiali metodici ad hoc per un lavoro efficace e di alta qualità necessario per la riabilitazione artistica e il sostegno psicologico ai bambini. Durante la guerra, la Scuola d’arte di Kherson ha organizzato e realizzato una serie di progetti artistici internazionali di successo, in particolare il progetto artistico dell’unità dell’Ucraina e del mondo Draw peace, che continua a coinvolgere i bambini ucraini e le loro famiglie.
I tre musei civici bolognesi accolgono circa duecento disegni realizzati da bambine e bambini che vivono a Kharkiv, ricollegandosi idealmente alle iniziative di solidarietà e accoglienza con cui il Comune di Bologna si è prontamente attivato in favore della città situata nell’Ucraina orientale a cui è legata da uno storico patto di amicizia sottoscritto nel 1966.

Colors for draw peace, Museo Civico Archeologico

L’iniziativa intende consolidare la collaborazione tra le due città nell’ambito culturale e socio-educativo e lanciare un appello alle scuole bolognesi per coinvolgere le alunne e gli alunni a visitare le mostra, creando nuove opere sul tema della Pace che potranno partecipare alle prossime esposizioni del progetto.
La mostra rimane visibile nei tre musei civici bolognesi fino al 21 ottobre 2023.
Gli orari di apertura e le modalità di ingresso nelle singole sedi sono disponibili sul sito www.museibologna.it.

La riflessione sui temi drammaticamente attuali della guerra e delle migrazioni proseguirà nel mese di novembre con ciclo di attività promosso dal Museo Civico Archeologico che, a partire da reperti conservati nelle proprie collezioni permanenti, si connetteranno alle grandi storie del mito.


CREDITI
Organizzatori

Settore Musei Civici Bologna, VITAWORLD, VITAUKR, Scuola d’arte di Kherson

Curatori
Natalia Siassina, Yulia Slipich, Giorgio Grasso, Kseniia Konstantynenko

Partner
Terre des Hommes Italia, Colors for peace, Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Lilea Onlus, Let’s do it Ukraine, Let’s do it Italy

Patrocinio

Ambasciata di Ucraina in Italia, Regione di Kherson, FIDU – Federazione Italiana Diritti Umani, Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina, Camere di Commercio Italo Estere ed Estere in Italia – Sezione di Unioncamere

SEDI  
Museo Civico Archeologico

Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
Tel. 051 2757211
www.museibologna.it/archeologico
mca@comune.bologna.it
Facebook: Museo Civico Archeologico di Bologna
YouTube: Museo Civico Archeologico di Bologna

Museo del Patrimonio Industriale
Via della Beverara 123 | 40131 Bologna
Tel. +39 051 6356611 | Fax +39 051 6346053
museopat@comune.bologna.it
www.museibologna.it/patrimonioindustriale
Facebook: Museo del Patrimonio Industriale
Instagram: @museopat
YouTube: Museo del Patrimonio Industriale  

Museo civico del Risorgimento
Piazza Carducci 5 | 40125 Bologna
Tel. + 39 051 2196520
www.museibologna.it/risorgimento
museorisorgimento@comune.bologna.it
Facebook: Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna
YouTube: Storia e Memoria di Bologna

INFORMAZIONI
Settore Musei Civici Bologna

www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei
X: @bolognamusei

VITAWORLD
www.vitaworld.org
vitaworlditaly@gmail.com  
Facebook: Vitaru Italia.Витару Италия
Instagram: @vitaru.italia

VITAUKR
www.vitaukr.org
vitaukritalia@gmail.com
Facebook: Vitaukr
Instagram: @vitaukr.italia

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Roma, Horti Lamiani Bettivò: Valerio De Filippis – Progetto per un feto bionico transumano deforme

La lettura di Naked Lunch, 2009, olio su legno, 100×70 cm, particolare

Valerio De Filippis
Progetto per un feto bionico transumano deforme

A cura di Francesca Perti

Opening 23 settembre 2023 ore 18.00

Horti Lamiani Bettivò
Via Giolitti 163 – Roma

Fino al 23 ottobre 2023

Il giorno 23 settembre 2023 alle ore 18.00 la galleria Horti Lamiani Bettivò presenta la mostra personale Progetto per un feto bionico transumano deforme di Valerio De Filippis a cura di Francesca Perti.
“Valerio De Filippis, con Progetto per un feto bionico transumano deforme, porta al punto più alto la sua riflessione sull’essere: la paura di essere e quella del divenire altro. Lo fa attraverso una serie di autoritratti che diventano il suo amuleto esorcistico personale. L’autoritratto, nel corso del tempo, ha dimostrato di essere molto di più di una semplice rappresentazione fisica dell’artista, è soprattutto un mezzo per esplorare le proprie contraddizioni interiori, un viaggio verso l’autoconoscenza personale e politico.

Per De Filippis, ricercatore dello spirito, uomo di idee al pari di ogni filosofo, l’autoritratto è un modo per indagare, non solo quello che di sé non conosce, ma anche quello che si vorrebbe essere e la paura di diventarlo. […] Progetto per un feto bionico transumano deforme è un’autobiografia onnivora e selvaggia, un’autobiografia virulenta dove l’ottica dello spettatore viene continuamente catapultata entro lenti deformanti.

De Filippis è nudo, ci offre le sue diverse facce e le sue innumerevoli forme, venendo così risucchiati dalla sua chimica nervosa. Opere come Flames/ Darkness, Ibiscus o gli Androidi, caratterizzate da un segno solido come il cemento, rappresentano non solo la rivelazione, la presa di coscienza e l’apertura al futuro, ma anche l’interesse dell’artista per il transumanesimo o post umano, la curiosità di esplorare le possibilità immaginative create dalla nuova tecnologia. L’Androide è una proiezione di quello che De Filippis potrebbe diventare ed è un divenire che incuriosisce emoziona e intimorisce. 

Tutte le opere di De Filippis recano in sé un germe di autodistruzione, proprio per la continua tensione a sperimentare; sono trame elettriche di energia pittorico – corporale: è un Dorian Gray che fagocita il suo mostro, caricandolo di movimento ed energia.”
(dal testo critico di Francesca Perti

Mutante, 2008, cm 66 x 130, tec. mista su legno

Valerio De Filppis 

Valerio De Filppis (Pozzuoli (NA), 5 marzo 1960) inizia la sua ricerca artistica nel campo della pittura nel 1980 a Bari, poco prima prima del conseguimento della maturità scientifica (1982). Compie numerosi viaggi all’estero stabilendosi nel 1992 per due anni a Bruxelles. Dal 1994 vive e lavora a Roma dove nel 2003 fonda lo Studio E.M.P. (Experimental Meeting Point) studio d’arte, luogo di interscambio espositivo e confronto culturale e tecnico tra artisti di qualsiasi linguaggio.  Vincitore di numerosi premi, è stato invitato a diverse rassegne, anche internazionali. Del suo lavoro si sono interessati in più occasioni la stampa e la radiotelevisione italiana. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Attivo dal 1980 nel campo dell’iperrealismo, negli anni Novanta vive la prima fase di distacco dal realismo figurativo verso esperienze tendenti all’astrattismo. Dal 2003 conduce una ricerca pittorica sperimentale attraverso l’uso di colori e materiali non tradizionali. Soggetto delle sue opere è il corpo umano, prevalentemente maschile, ad eccezione del ciclo sulla mitologia delle Sirene. Nel 2001-02 si è avvicinato alla pittura neoespressionista conducendo una ricerca su tematiche legate ai comportamenti umani aberranti, generando, in occasione di una mostra ad Orvieto, controversie che sconfinavano in un’interrogazione parlamentare. Negli anni 2004-’06 ha lavorato ad opere a tecnica mista tra pittura e computer art, con il ciclo denominato “Frammenti”. Nel 2007 realizza la sua prima installazione, un video e alcune opere concettuali. Nel 2010 è autore di alcune performance, due delle quali estreme. Dal 2013 comincia a sperimentare la videoart, il montaggio video e la composizione musicale, quest’ultima avvalendosi sia di software per elaborazione di Musica Concreta, sia studiando pianoforte e chitarra. Nel 2015, dopo aver musicato con voce alcune liriche di William Blake, realizza “Musica per Riccardo III”, con testi originali di William Shakespeare. Nell’aprile 2017 termina il film “The Mirror and the Rascal”, con testo originale del Riccardo III di W. Shakespeare, che si caratterizza per talune trovate surreali e sperimentali, e per la contaminazione fra teatro, cinema e videoart. La prima del film viene proiettata a Roma il 12 giugno 2019 al cinema Azzurro Scipioni. Dal 2018 studia pianoforte classico e teoria musicale, proseguendo comunque l’attività pittorica.


PROGETTO PER UN FETO BIONICO TRANSUMANO DEFORME

di Francesca Perti

Valerio De Filippis, con Progetto per un feto bionico transumano deforme, porta al
punto più alto la sua riflessione sull’essere: la paura di essere e quella del divenire altro.
Lo fa attraverso una serie di autoritratti che diventano il suo amuleto esorcistico personale.
L’autoritratto, nel corso del tempo, ha dimostrato di essere molto di più di una semplice
rappresentazione fisica dell’artista, è soprattutto un mezzo per esplorare le proprie
contraddizioni interiori, un viaggio verso l’autoconoscenza personale e politico.
Per De Filippis, ricercatore dello spirito, uomo di idee al pari di ogni filosofo, l’autoritratto è
un modo per indagare, non solo quello che di sé non conosce, ma anche quello che si
vorrebbe essere e la paura di diventarlo.
Dice De Filippis: “Il significato del quadro Ibiscus, autoritratto in rosso con croce nazista,
mi è finalmente apparso alle 5:36 del mattino e non rappresenta altro che la paura di
perdermi nel mio nuovo cammino e ricadere in atteggiamenti violenti e prevaricatori della
mia gioventù. “
Progetto per un feto bionico transumano deforme è un’autobiografia onnivora e
selvaggia, un’autobiografia virulenta dove l’ottica dello spettatore viene continuamente
catapultata entro lenti deformanti.
De Filippis è nudo, ci offre le sue diverse facce e le sue innumerevoli forme, venendo così
risucchiati dalla sua chimica nervosa.
Opere come Flames/ Darkness, Ibiscus o gli Androidi, caratterizzate da un segno solido
come il cemento, rappresentano non solo la rivelazione, la presa di coscienza e l’apertura
al futuro, ma anche l’interesse dell’artista per il transumanesimo o post umano, la curiosità
di esplorare le possibilità immaginative create dalla nuova tecnologia. L’Androide è una
proiezione di quello che De Filippis potrebbe diventare ed è un divenire che incuriosisce
emoziona e intimorisce.
Tutte le opere di De Filippis recano in sé un germe di autodistruzione, proprio per la
continua tensione a sperimentare; sono trame elettriche di energia pittorico – corporale: è
un Dorian Gray che fagocita il suo mostro, caricandolo di movimento ed energia.


INFO

Valerio De Filippis

Progetto per un feto bionico transumano deforme
A cura di Francesca Perti

Opening 23 settembre 2023 ore 18.00

Horti Lamiani Bettivò
Via Giolitti 163 – Roma

Fino al 23 ottobre 2023
Orari: tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00

Horti Lamiani Bettivò
Via Giolitti 163 – Roma
hortilamiani.art@gmail.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it

Darfo Boario Terme (Brescia): Franca Ghitti, il Museo Diffuso

Franca Ghitti: Bosco, 1989, installazione, legno, terra di fucina e coppelle in ferro,
Museo Diocesano di Milano, 2005, Ph. F. Cattabiani

MUSEO FRANCA GHITTI
Darfo Boario Terme (Brescia)

Dal 23 settembre 2023

Franca Ghitti: le opere pubbliche
in Valle Camonica.
Itinerario di visita

La visita al nuovo Museo Franca Ghitti, il cui primo, notevole nucleo si può ammirare all’ex Monastero di Santa Maria della Visitazione, nel cuore storico di Darfo Boario Terme, offre il punto di partenza ideale per allargarsi alla scoperta del vasto Museo Diffuso di opere dell’artista camuna che connotano il  territorio.

L’itinerario “Frana Ghitti. Opere pubbliche”, segnalato da un preciso depliant informativo, conduce alla scoperta delle molte, e molto rilevanti, opere di committenza pubblica di Franca Ghitti che connotano la media-alta Val Camonica sino al Lago di Iseo. Terre  bellissime, struggentemente intense nella loro parte alta, che si vanno via  via addolcendo nell’avvicinarsi al Lago.

E’ a questa antica, essenziale, terra, alle sue tradizioni e lavorazioni, alle incisioni che   generazioni e generazioni di uomini hanno depositato sulle rocce levigate da remoti ghiacciai,  che Franca Ghitti si è ispirata, meglio connessa, nel dare forma alle sue visioni.

Le opere, in legno, ferro, pietra,  vetro, riconducono a valori, storie, chiusure e sguardi  di queste comunità, danno forma a fatiche e   ritualità, voce al sotterraneo perdurare di un patrimonio comune. Ghitti, in simbiosi con una storia più volte millenaria, la rivive con linguaggi e sensibilità dell’oggi. È un processo potentemente alchemico, simbolico, quello che l’artista officia  nel trasformare remoti segni, materiali eterni, storie  impastate di rocce, acqua e cielo, in opere magnifiche, capaci di risuonare nel profondo dell’uomo di ogni tempo.   

Il percorso di visita alle opere pubbliche di Franca Ghitti inizia dall’alto Lago di Iseo, con il monumento a “I 13 martiri” partigiani innalzato sulle sponde di Lovere. Sempre sul lungolago, ma a di Pisogne, il “Tempo del ferro”, a ricordare una lavorazione che qui aveva uno dei suoi epicentri. A Costa Volpino, una “Installazione” anch’essa collegata alla medesima attività industriale, e nella chiesa di Sant’Antonio Abate, le vetrate della Ghitti ad illustrare la Genesi, l’Apocalisse e le Beatitudini.  A Gianico, l’installazione della Ghitti, nella piazzetta del paese, richiama “I testimoni di Gianico”, ovvero le famiglie fondanti la comunità, e a collaborare con l’arista nella realizzazione dell’opera sono stati gli eredi di quelle famiglie. Nel borgo, altre

opere dell’artista: “La Vicinia di Gianico”,   “Il tondo della legna” e il “Tavolo delle offerte”. Tutte ispirate alla tradizione comunitaria.

All’Hotel San Martino, a Darfo Boario Terme, si ammirano  diverse opere della Ghitti, tra le quali il magico “Tondo” in legno rivestito di ferro. Nella Cappella della Caritas, conosciuta come Cappella Ghitti, le vetrate e gli arredi liturgici sono opera dell’artista Al cimitero di Erbanno, da non perdere i “Tre alberi” collocati nell’antica cappella di San Martino. Nella parrocchiale di San Rocco, Ghitti è intervenuta sul campanile trasformando in opere d’arte il cancello e la finestrella.    Ancora a Darfo Boario Terme, in S. Maria del Restello,  si possono  ammirare  una “Pietà” e le “Storie di Gesù”.

Civitate Camuno, l’ “Albero croce” ricorda, nella piazza loro intitolata, Falcone e Borsellino. Opera potente e fragile, al contempo.

Nella Cappella Maggiore del Cimitero di Melegno, la monumentale “Veglia dei morti”, vetrata di intensità medievale.

Breno vanta, come Darfo Boario, un  ampio nucleo di opere di Franca Ghitti, con la “Vicinia”, in Sala Giunta della Comunità montana, “Il Cancello della Vicinia”, opere che richiamano la solidarietà comunitaria, l’ “Albero fiorito”  in Municipio e altre due opere al CaMus, il Museo della Valle Camonica: il grandioso affresco dei primissimi anni 60 intitolato “Racconti della Valle” e un pannello del ciclo “Memoria del Ferro”.

Il tema della porta, ambivalente simbolo di chiusura a di transito,   torna a Nadro di Ceto e a Cerveno.

Impossibile percorrere questo Itinerario restando   indifferenti. Nelle sue opere Franca Ghitti sa trasmettere il perdurare nell’attualità di linfe che hanno tenuto insieme, nella  quotidiana  difficoltà, queste comunità di montagna. Riuscendo  a farne percepire la forza anche a chi, quassù viene “solo” per una vacanza.

Franca Ghitti. Opere Pubbliche in Valle Camonica


Ufficio Stampa:
Studio ESSSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049.663499
simone@studioesseci.net ref.
Simone Raddi e Luca Masserdotti

Bologna: Comparsi in strada 175 poster per l’annuale Call for Artists al grido di “AGITATEVI!”

Via Irnerio – CHEAP CALL for ARTISTS 2023 Agitatevi –
PH Margherita Caprilli e Max Cavallari

AGITATEVI
Sono comparsi in strada a Bologna 175 manifesti per l’annuale Call for Artists di CHEAP. 156 artistə selezionatə da tutto il mondo per raccogliere l’invito gramsciano: AGITATEVI!

Il collettivo annuncia anche dal
6 ottobre la prima mostra al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: “SABOTATE con grazia un’infestazione di CHEAP al MAMbo“.

Finalmente in strada, per l’undicesimo anno consecutivo, la Call for Artists di CHEAP per il 2023. Sono un migliaio i poster arrivati e quasi cinquecento lə artistə, da 33 Paesi diversi, che hanno colto l’invito ad “agitarsi” per contaminare lo spazio pubblico della città di Bologna. I risultati saranno visibili per il prossimo mese, in 22 zone di Bologna: dal centro alla periferia sono 175 i poster affissi – stampati a colori su grande formato –  e 156 lə artistə internazionali selezionatə.

Raffaella Carrà, Mao, animali marini e mostri terrestri. Biciclette, bandiere e tampax al tritolo. Gioia, rabbia, ecoansia. Zugunruhe, l’irrequietezza degli animali migratori a cui viene impedito di migrare. I manifesti mettono in dialogo mondi: corpi non conformi, danze e proteste, femminismo e sol dell’avvenir, gioia incontenibile ma anche rabbia degna, l’agitazione generata dall’ansia per il futuro e dalla paura per le guerre, così come la potente agitazione che nasce dall’azione collettiva nelle strade, nella manifestazioni per la giustizia ambientale e per i diritti di tuttə.

Viale Ercolani – CHEAP CALL for ARTISTS 2023 Agitatevi –
PH Margherita Caprilli e Max Cavallari

Una vera e propria infestazione visiva dello spazio pubblico che attraverso i linguaggi della grafica, dell’illustrazione, del lettering, della fotografia, del collage e delle tecniche miste, raccoglie l’invito che è anche un augurio fatto da CHEAP a inizio 2023: AGITATEVI!

Un invito, che partendo da Gramsci, diventa un’evocazione di pratiche, di immaginari, di ribellioni quotidiane o resistenze possibili e si moltiplica in centinaia di poster che se da una parte restituiscono una riflessione collettiva sul mondo odierno, dall’altra agiscono una riappropriazione collettiva di spazio e discorso pubblico.

La Call for Artists rimane per CHEAP uno dei cuori del progetto nel suo essere una ricognizione nei linguaggi visivi contemporanei, un percorso di partecipazione che nel tempo conferma il suo potenziale eversivo in grado di accogliere e amplificare altri sguardi e immaginari, stratificati in carta sul paesaggio urbano di Bologna” – dichiarano dal collettivo.   

Tutti i nomi dellə artistə selezionatə e le location dell’installazione in strada sono su: 

Una riappropriazione dello spazio pubblico attraverso il paste up di poster: una pratica che il progetto di arte pubblica porta nelle strada da un decennio e che dal 6 ottobre al 17 dicembre 2023 CHEAP porterà anche al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna con “SABOTATE con grazia un’infestazione di CHEAP al MAMbo.

In occasione dei dieci anni del progetto d’arte pubblica, CHEAP realizzerà all’interno del MAMbo una serie di installazioni: pensato come un’interferenza tra lo spazio pubblico della strada in grado di produrre un riverbero nello spazio pubblico del museo comunale, il gesto di CHEAP infesta le aree espositive, dialoga con le collezioni e abita spazi imprevisti.

Il progetto vede la collaborazione del MAMbo e del suo direttore Lorenzo Balbi, la complicità di Fabiola Naldi e la totale autoproduzione di CHEAP.


CONTATTI:
www.cheapfestival.it
www.instagram.com/cheapfestival
www.facebook.com/CHEAPfestival

UFFICIO STAMPA:
Daccapo Comunicazione

Production & Press Office in Art, Music and Culture
www.daccapocomunicazione.it
info@daccapocomunicazione.it
Ester Apa / Marcello Farno

ARTEVENTO CERVIA presenta One Sky One World per celebrare la giornata mondiale del volo degli aquiloni per la pace

One Sky One World Artevento Cervia 2023

ARTEVENTO CERVIA
presenta
One Sky One World –
Un Cielo Un Mondo 
Festival degli Aquiloni
per la Pace

Dal 6 all’8 ottobre 2023 ARTEVENTO CERVIA celebra la giornata mondiale del volo degli aquiloni per la pace con una mostra degli aquiloni dal mondo, numerosi laboratori e un grande volo collettivo sulla spiaggia. Assoluta novità è la partnership tra ARTEVENTO e l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura

Dopo il successo della sua 43a edizione premiata in primavera del numero record di 600.000 visitatori, ARTEVENTO CERVIA presenta la prima edizione del suo nuovo spin off autunnale, intitolato One Sky One World – Un Cielo Un Mondo – Festival degli Aquiloni per la Pace in programma dal 6 all’8 ottobre 2023 fra il comparto dei Magazzini del Sale e la spiaggia di Cervia.

Il nuovo appuntamento firmato ARTEVENTO CERVIA, con la Media Partnership di RAI Pubblica Utilità, invita il pubblico a diventare protagonista di una mobilitazione creativa e di un’azione collettiva spettacolare intorno al tema dell’aquilone, simbolo di libertà, pace, unione e sostenibilità. L’obiettivo è omaggiare in modo originale lo spirito della giornata mondiale del volo degli aquiloni per la pace, che si svolge contemporaneamente in tutto il mondo nella seconda domenica di ottobre.

Per la prima volta One Sky One World sarà celebrato dunque proprio a Cervia, nella città riconosciuta come la capitale internazionale dell’arte eolica, grazie alla longevità e alla fama di ARTEVENTO.

Sarà una tre giorni ricca di eventi, tutti all’insegna della pace e della cooperazione interculturale: il grande volo collettivo degli aquiloni sulla spiaggia di Cervia; la mostraIl giro del mondo in 80 aquiloni” al Magazzino del Sale Torre e numerosi laboratori per grandi e piccini.

One Sky One World Artevento Cervia 2023

Assoluta novità che conferma il ruolo centrale e l’expertise unica a livello mondiale e nazionale di ARTEVENTO CERVIA è la partnership tra la direttrice artistica Caterina Capelli e l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – ICPI del Ministero della Cultura. Nell’ambito della tutela e della promozione delle culture dell’aquilone dal mondo sostenuta da ARTEVENTO CERVIA, nel corso di One Sky One World sarà infatti presentato il progetto di “Tutela e salvaguardia dei saperi e delle pratiche patrimoniali tradizionali di testimoni viventi a rischio di scomparsa” sviluppato dall’ICPI e dalla Scuola di Specializzazione Dea dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le Università degli Studi della Basilicata, di Firenze, di Siena e di Tosino) proprio intorno alle figura della Capelli, scelta come “testimone” in relazione allo storico festival.

One Sky One World Artevento Cervia 2023
Museo dell’aquilone

Il patrimonio culturale non è fatto di solo monumenti e collezioni ma racchiude anche tutte le tradizioni, le arti dello spettacolo, i riti, le feste, la conoscenza di pratiche secolari. In questo patrimonio immateriale rientra l’arte eolica, un’arte che ha origini antiche risalenti al 800-600 A.C. Dal 1981 ARTEVENTO CERVIA promuove e salvaguarda questa storica forma d’arte, rappresentando il più longevo festival internazionale del mondo dedicato all’aquilone. Ed è proprio per questo che ARTEVENTO è stato scelto dall’ICPI come esempio virtuoso da promuovere e valorizzare attraverso il progetto.

One Sky One World Artevento Cervia 2023

One Sky One World: ieri e oggi in volo per un futuro di pace

Con One Sky One World ARTEVENTO CERVIA celebra l’omonima giornata mondiale di volo per la pace nata nel 1985, quando in occasione del Summit di Denver per il disarmo nucleare tra Reagan e Gorbačëv, l’aquilonista Jane Parker-Ambrose dipinse su un aquilone le bandiere degli Stati Uniti e dell’URSS insieme alla sagoma della cometa di Halley come buon presagio per un futuro di pace. L’anno successivo quello stesso aquilone venne consegnato al Comitato della Pace delle Donne Sovietiche a Mosca, accompagnato da una lettera firmata da 300 aquilonisti americani, canadesi, inglesi e giapponesi. Da allora, ogni seconda domenica di ottobre, gli aquilonisti del mondo celebrano quel gesto volando per la Pace.

Sono trascorsi molti anni da quel gesto e tuttavia il messaggio affidato a quel simbolo storico, l’aquilone, rimane ancora tristemente attuale, così come la necessità di parlare di disarmo, dialogo, fratellanza tra i popoli. ARTEVENTO vuole quindi rendere omaggio al gesto di Jane Parker Ambrose e richiamare l’attenzione sui pericoli dell’escalation militare, non solo facendo riferimento al conflitto in Ucraina, ma anche alle numerose guerre che coinvolgono attualmente più di 70 paesi e oltre 800 gruppi.

One Sky One World Artevento Cervia 2023

Con One Sky One World, ARTEVENTO CERVIA attraverso l’aquilone vuole inoltre porre l’attenzione sull’impatto delle sfide ambientali e dei cambiamenti climatici nei processi di costruzione di Pace, e lo fa partendo dall’edificio simbolo dell’ambito cittadino maggiormente colpito dalle recenti alluvioni in Emilia-Romagna: le Saline di Cervia. Durante la mobilitazione creativa di One Sky One World si parla dunque di Pace ma anche di salvaguardia del pianeta, di biodiversità e di lotta al cambiamento climatico, ponendo l’accento sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.

One Sky One World Artevento Cervia 2023

In programma domenica 8 ottobre dalle 10.00 alle 18.00 ARTEVENTO CERVIA invita il pubblico a partecipare al grande volo collettivo per la pace. Oltre ad alcuni degli artisti più amati ospiti del Festival, sono chiamati a far volare i propri aquiloni nel cielo grandi e piccini. Una vera e propria azione collettiva colorata di tutte le tinte dell’arcobaleno per sottolineare l’importanza del diritto alla vita, alla pace e alla libertà.

One Sky One World Artevento Cervia 2023
Mostra Giro del mondo

La mostra degli aquiloni dal mondo

Ad arricchire il programma di One Sky One World sarà la mostra “Il Giro del Mondo in 80 Aquiloni” ospitata nel Magazzino del Sale Torre di Cervia. L’esposizione ospiterà una ricca selezione di aquiloni provenienti da tutto il mondo appartenenti alla collezione del Museo dell’Aquilone. La mostra proietta il pubblico in un viaggio alla scoperta dell’arte eolica presentando alcuni tra gli aquiloni provenienti dai paesi che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo della sua millenaria storia. Al fianco dei modelli tradizionali, l’esposizione propone inoltre alcuni tra i più significativi artisti eolici contemporanei.

Il Giro del Mondo in 80 Aquiloni” proseguirà fino al 29 ottobre 2023, con ingresso libero.

One Sky One World Artevento Cervia 2023
Mostra George Peters – Ph.Caterina Capelli

I laboratori di aquiloni

In occasione di One Sky One World, il Magazzino del Sale Torre di Cervia ospita una serie di laboratori didattici per bambini ed adulti. Tutti sono chiamati a costruire il proprio aquilone per la pace, per partecipare poi al grande volo collettivo di domenica 8 ottobre.

One Sky One World Artevento Cervia 2023

Per la prima volta ARTEVENTO CERVIA presenta inoltre un laboratorio di costruzione per adulti sotto la guida dell’artista del vento polacca Alicja Szalska, da anni ospite del Festival Internazionale dell’Aquilone. Realizzato in collaborazione con Cervia Social Food “RISVOLTO” Sartoria Sociale, il laboratorio per adulti (su prenotazione – durata 8 ore) consentirà̀ ai partecipanti di costruire in maniera professionale un aquilone Eddy di tessuto nylon e stecche di carbonio. Su ciascun aquilone sarà cucito l’iconico logo ufficiale della giornata mondiale One Sky One World, elaborato dal designer Andreas Grimm, in collaborazione con il tedesco Michael Steltzer, promotore in Europa e nel mondo del movimento pacifista ispirato al gesto di Jane Parker Ambrose.

I posti disponibili per i laboratori sono limitati. Prenotazioni sul sito www.artevento.com

Il programma completo con gli approfondimenti tematici e gli spettacoli realizzati in collaborazione con gli enti pubblici, le organizzazioni di volontariato, le ONLUS, i festival e i programmi di comunità amici di ARTEVENTO saranno pubblicati sul sito www.artevento.com e sui social della manifestazione


INFORMAZIONI UTILI
ARTEVENTO CERVIA presenta
One Sky One World – Un Cielo Un Mondo – Festival degli Aquiloni per la Pace
DOVE: Magazzino del Sale Torre e Spiaggia di Cervia
QUANDO: dal 6 all’8 ottobre 2023

MOSTRA “Il Giro del Mondo in 80 Aquiloni”
DOVE: Magazzino del Sale Torre di Cervia
QUANDO: dal 6 al 29 ottobre 2023
ORARI: dal 6 all’8 ottobre orario continuato dalle 10.00 alle 23.00; dal 10 al 29 ottobre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. 9 ottobre 2023 chiuso.

Per visite guidate e laboratori per le scuole: artevento.kitefestival@gmail.com
 
CONTATTI
SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cerviakitefestival/
YOTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCCQv-5MAJEy-2DTIF57-6Fw/featured
 
UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126                
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia

XIV ed. Festival della Fotografia Etica di Lodi: per scoprire storie e mondi spesso sconosciuti

©Evgeniy Maloletka – The Siege of Mariupol
Un militare ucraino scatta una fotografia di una chiesa danneggiata dopo il bombardamento in un quartiere residenziale a Mariupol, Ucraina, il 10 marzo 2022
A Ukrainian serviceman takes a photograph of a damaged church after shelling in a residential district in Mariupol, Ukraine, March 10, 2022. (AP Photo/Evgeniy Maloletka, File)

FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA DI LODI 2023

XIV EDIZIONE

Lodi, sedi varie
30 settembre – 29 ottobre 2023

Il Festival della Fotografia Etica è diventato ormai, da fine settembre a fine ottobre di ogni anno, un evento atteso da migliaia di persone – appassionati di fotografia ma non solo – che raggiungono Lodi da tutta Italia per immergersi in un concentrato di storie da tutto il mondo, per riflettere e stupirsi. “Storie uniche, emozionanti ma necessarie”, come dichiara Alberto Prina, Direttore del Festival.

20 mostre, quasi 100 fotografi da 40 paesi diversi e 5 continenti, oltre 700 immagini esposte. Questi i numeri della quattordicesima edizione del Festival dal 30 settembre al 29 ottobre.

Cuore espositivo è sempre il World Report Award – Documenting Humanity. A partire dalla categoria MASTER, vinta da Evgeniy Maloletka con il reportage L’assedio di Mariupol, in cui ha raccontato il drammatico assedio russo alla città ucraina, devastata e con decine di migliaia di civili che hanno perso la vita o costretti alla fuga; la categoria SPOTLIGHT va a Bob Miller per il reportage The Last Generation: Zoey’s Dream, in cui i sogni dell’adolescente Zoey Allen si scontrano con la crisi delle medie aziende agricole americane, in cui anche lei vive; menzione speciale nella sezione Spotlight va a Sarah Pabst e al suo Everyone in Me is a Bird, lavoro intimistico in cui il lutto per la perdita e la gioia per una nuova nascita vanno a plasmare la percezione e l’esperienza della quotidianità; la categoria SHORT STORY è stata  vinta da Alessandro Cinque con il reportage Alpaqueros, che racconta la questione della crisi climatica attraverso la situazione che stanno vivendo gli allevatori di alpaca in Perù; menzione speciale nella sezione Short Story va Luisa Lauxen Dörr e alla sua Imilla, che è il nome di un collettivo di skaters boliviane che indossano abiti tradizionali per combattere contro la discriminazione; la categoria STUDENT, vinta da Gerd Waliszewski con Between the Sirens, proporrà la dura realtà dell’Ucraina invasa dalla guerra, in cui i giovani cercano di vivere la loro vita quotidiana che viene regolarmente interrotta dalle sirene d’allarme e dai missili in arrivo; la sezione SINGLE SHOT è stata infine vinta da Mohammad Rakibul Hasan con l’immagine The Blue Fig, una riflessione sul riscaldamento globale che sembra avere un impatto sproporzionato su alcuni Paesi piuttosto che altri, come ad esempio il Bangladesh. Tutte le mostre saranno visitabili presso Palazzo Barni, tranne il percorso del Single Shot esposto alla Banca Centropadana.

Anche quest’anno Lodi, in collaborazione con Bipielle Arte, accoglierà l’unica tappa lombarda della mostra internazionale itinerante del World Press Photo, il grande concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria più famoso al mondo che si svolge da oltre 50 anni e indetto dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam. Quasi 150 immagini che arrivano dai 5 continenti per raccontare storie incredibili. Si tratta di lavori firmati per le maggiori testate internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, The New York Times, Le Monde, El Pais.

Grande attenzione, come sempre, sarà per la sezione Uno Sguardo sul Mondo, visitabile presso il Palazzo della Provincia, che propone un percorso realizzato in collaborazione con Agence France-Press sulla crisi climatica. Siccità, incendi, inondazioni sono sempre più frequenti così come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai e le ondate di caldo, fenomeni che interessano diverse aree del pianeta. Ogni giorno le notizie raccontano di un disastro naturale che accade da qualche parte e di persone colpite da fenomeni improvvisi, potenti e incontrollabili. Il consenso scientifico sul fatto che il cambiamento climatico sia in atto e che sia causato dall’uomo è forte. In ogni angolo della Terra, i fotografi di AFP hanno documentato gli effetti e le conseguenze che stanno minacciando sia la fauna selvatica che gli esseri umani.

Lo Spazio Approfondimento quest’anno proporrà due nuovi progetti dell’organizzazione no-profit Vital Impacts alla cui guida vede Ami Vitale, nota fotografa del National Geographic. La mostra si presenta in una duplice versione, outdoor indoor. La prima sarà allestita presso i giardini pubblici della città e vedrà esposte una cinquantina di immagini di giovani fotografi provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato al Vital Impact Grant, premio nato per supportare coloro che si impegnano nell’ambito della fotografia naturalistica e dell’attivismo a favore del Pianeta. La versione indoor, invece, vedrà protagonisti molti maestri della fotografia naturalistica i cui lavori saranno esposti nell’ex-chiesa dell’Angelo. Queste immagini fanno parte della collezione invernale di scatti che i loro autori hanno concesso per una raccolta fondi, che ha l’obiettivo di sostenere il Reteti Elephant Sanctuary in Kenya, luogo per cui Ami Vitale, fondatrice di Vital Impact, si spende da molto tempo.

© Filippo Venturi per PSCORE

Lo Spazio No Profit nel chiostro del ex-ospedale Gorini quest’anno sarà ricco di ben 4 progetti: il fotografo Filippo Venturi per l’organizzazione PSCORE con Awakenings, progetto che racconta come ogni anno molti nordcoreani, in prevalenza donne, tentano di scappare in cerca di una vita migliore per loro e per le proprie famiglie; la spagnola Maria Clauss per l’ONG Medicos del Mundo con Donde no habite el olvido, sulle vittime delle rappresaglie della guerra civile spagnola;  Davide Torbidi per la Camera del Lavoro Lodi con il progetto Ho visto e non ho più dimenticato, sulla scottante tematica degli elevati numeri di infortuni e morti sul lavoro in Italia; infine il progetto Vivere la bellezza della Società Cooperativa Sociale ONLUS Nuova Assistenza, che ha trasformato alcune opere d’arte fra le più note al mondo in fotografie grazie agli operatori-fotografi ed ai pazienti che si sono prestati a questa collaborazione.

Tocca poi a Le vite degli altri, spazio tematico di Palazzo Modignani che conterrà quattro bellissimi focus fotografici che vogliono indagare la stretta relazione che si crea tra le persone e il luogo in cui vivono, le tradizioni che vengono portate avanti ma anche i cambiamenti che influenzano le società.

Laura Morton ci accompagna in un viaggio per la Silicon Valley dove è la tecnologia a farla da padrone con le sue start-up e il wi-fi veloce: la nuova frontiera del sogno americano; Paul Ratje racconta le province  del Sichuan e del Qinghai, al confine tra Cina e Tibet, e le nuove generazioni non più legate solo ai costumi del passato ma alla ricerca di nuove professioni e un moderno stile di vita; Toby Binber ha trascorso moltissimi anni tra le strade di Belfast insieme ai ragazzi che ora sono diventati quasi adulti in una città che non è cambiata; infine Lukas Kreibig, che racconta il cambiamento climatico in Groenlandia e come questo stia andando ad impattare sulla vita delle comunità Inuit.

Infine, Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi che sarà allestita nella sede della CavallerizzaRaccontare il territorio in cui si vive e si è immersi ogni giorno non è impresa semplice. Essere obbiettivi e sapersi guardare dentro, partendo dalle proprie radici per arrivare al presente fatto di luci e ombre, è una sfida emozionante. Per questo si ha bisogno dello sguardo esterno, meglio se diverso e lontano, che sappia vedere il quotidiano, invisibile a chi lo guarda con gli stessi occhi, e che sappia svelare con la bellezza di uno scatto l’identità di un territorio, con la leggerezza della fotografia quello che non conosci o non vuoi conoscere. Da queste esigenze necessarie e importanti nasce questo progetto finanziato dal bando Strategia Fotografia 2022 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Provincia di Lodi. Sin dai primi mesi di quest’anno il fotografo Gabriele Cecconi, reportagista di fama internazionale con esperienza su tematiche ambientali, è arrivato nel lodigiano per posare il suo sguardo su questo territorio. La scelta di proporre un’indagine fotografica è significativa, oltre che per le caratteristiche antropologiche di quest’area, anche per la crisi idrica che nel 2022 ha investito il nord-Italia, con conseguenze drammatiche sul tessuto economico-sociale dell’area. Generazione dopo generazione, l’acqua ha rappresentato una risorsa che ha consentito il sostentamento e lo sviluppo di un’area economica tra le più produttive e fertili d’Europa. Tutto questo ora è in pericolo e il rischio più grande è la perdita della civiltà contadina. Si ringrazia la Provincia di Lodi, il Consorzio Muzza, SAL azienda idrica lodigiana, FUJIFILM Italia e Concessionarie BMW-MINI del gruppo Carteni per il supporto al progetto.

Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città. Lo scopo di FFE – OFF è quello di valorizzare e diffondere le opere di chiunque voglia proporre le proprie realizzazioni. Per questo motivo non ci sono vincoli tematici o di genere, in quanto FFE – OFF non è un’estensione del programma principale del Festival della Fotografia Etica.

Il team educational del Festival proporrà le consuete visite guidate per le scolaresche su prenotazione dal lunedì al venerdì per studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, accademie e scuole di fotografia. Nelle domeniche di ottobre il team educational offrirà inoltre la possibilità di frequentare i Kids Labs, laboratori fotografici per bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni per avvicinarsi alla fotografia e scoprire il mondo attraverso le immagini.

Un’edizione caratterizzata oltre che per la qualità delle mostre anche per il livello degli incontri, le visite guidate con i fotografi, le letture portfolio, le presentazioni di libri e per le attività educational, che verranno organizzate come di consueto in presenza, ma anche online per le scolaresche che a causa della distanza non potranno recarsi a Lodi.

Questa edizione è resa possibile grazie al supporto del Comune di Lodi e tanti altri sponsor, che a diverso titolo hanno contribuito con il loro supporto.

Epson, Imaging partner del Festival, supporta la stampa delle mostre e continua ad essere al nostro fianco nella sfida tecnologica di portare le immagini all’aperto attraverso la realizzazione di mostre outdoor per una nuova fruizione dell’Immagine fotografica. In una delle sedi espositive l’azienda sostiene inoltre il Festival attraverso la proiezione di immagini in grandi dimensioni.

FUJIFILM Italia, sarà presente al Festival in qualità di Award Sponsor del WRA e a sostegno dello spazio Corporate in quanto partner del progetto Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi attraverso la fornitura di apparecchiature fotografiche, sistema Large Format GFX, utilizzate per la realizzazioneCon il suo supporto, avvalora e incoraggia il grande impegno che il Festival mette ogni anno in campo per celebrare la fotografia. FUJIFILM Italia è da sempre in prima linea per rimarcare il valore della fotografia, per la sua capacità di raccontare la collettività e la realtà che ci circonda.

L’Erbolario, azienda cosmetica lodigiana, al nostro fianco sin dalla prima edizione e molto vicina ai temi legati alla salvaguardia del nostro Pianeta e al rispetto delle risorse, sostiene uno spazio espositivo che racconta la bellezza della nostra Madre Terra e al contempo la sua fragilità: immagini che sono un monito per tutti noi e che devono spronarci ad adottare soluzioni rispettose dell’ambiente.

Concessionarie BMW-MINI del gruppo Carteni impegnate per costruire un nuovo equilibrio, grazie all’impiego di nuove tecnologie per la mobilità e attraverso scelte individuali e imprenditoriali più consapevoli, sostengono uno spazio espositivo che racconta il lodigiano e come il cambiamento climatico abbia un impatto sul territorio.

Tutte le mostre, compresa quella al World Press Photo, saranno accessibili solo se si è in possesso di biglietto giornaliero o abbonamento acquistabili online e  in loco. La mostra ai giardini pubblici della città è invece a libero accesso.


Per tutte le informazioni e dettagli visitate il sito del Festival www.festivaldellafotografiaetica.it
Info: www.festivaldellafotografiaetica.it
 
Ufficio Stampa                                   
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel 049.663499
rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net

Mestre, Centro Culturale Candiani: CHAGALL. Il colore dei sogni

CHAGALL. Il colore dei sogni

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani
30 settembre 2023 – 13 febbraio 2024

Cresce il fermento intorno alla mostra su Chagall che aprirà i battenti il 30 settembre al Candiani di Mestre. Dopo la precedente esposizione intorno al nome di Kandinsky, proposta lo scorso autunno, è la conferma di come il Centro Candiani stia gradualmente trovando una nuova fisionomia come sede espositiva di livello nazionale, riconoscendo così l’efficacia del modello creato da Fondazione MUVE: mostre di qualità, occasioni di approfondimento critico, pensate e gestite attingendo in modo ampio dalle straordinarie collezioni dei Musei Civici Veneziani, che solo in parte sono esposte al pubblico. Così è stato per Kandinsky, così è per Chagall. Il fatto che due esposizioni di questo livello abbiano potuto essere realizzate con opere che appartengono ai Musei Civici conferma la ricchezza delle collezioni d’arte di Ca’ Pesaro.
“La mostra intorno a Chagall – evidenzia la Presidente della Fondazione MUVE, Mariacristina Gribaudi – è costruita con le raccolte della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro cui si aggiungono alcuni puntuali prestiti di opere concesse da importanti musei internazionali. Desidero ringraziare i direttori e lo staff dell’Albertina di Vienna, dell’Israel Museum of Art di Gerusalemme, dello Szépművészeti Múzeum-Museum of Fine Arts di Budapest, del Musée National Chagall di Nizza e del Musée d’art moderne di Céret per aver messo a disposizione le proprie opere contribuendo così alla riuscita del progetto espositivo”.
“Ci auguriamo” – prosegue Gribaudi – che queste iniziative possano continuare a crescere in modo da poter, al contempo, valorizzare il patrimonio della città e far riscoprire i grandi Maestri del ‘900 sotto una luce sempre nuova”.

Il Sindaco Luigi Brugnaro sottolinea come “il successo dell’iniziativa, cominciata con Klimt e poi evoluta con i Maestri del ‘900 fino a Kandinsky e le avanguardie abbia dato nuovo impulso alla volontà dell’Amministrazione e di Fondazione di presentare a Mestre proposte sempre significative, concepite per un pubblico ampio, a partire dalle collezioni civiche di arte moderna e contemporanea. Nel corso del 2023 si proseguirà con questa fase del progetto che mira a renderlo “la casa della contemporaneità” nella doppia forma architettonica e museografica. Alla base di queste considerazioni vi è la volontà di ricostruire un’identità visiva del nostro territorio, a partire dalle esperienze della storia dell’arte del Novecento e dalle significative ricerche originali che nella città si sono sviluppate, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso”.

Ancora una volta è un maestro russo a caratterizzare il nuovo “viaggio” attraverso il ‘900: Marc Chagall. Dallo straordinario Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk, acquistato nel 1928 dal Comune di Venezia per Ca’ Pesaro, l’esposizione intende indagare il portato rivoluzionario dell’arte di Chagall come pittura del sogno e come trionfo della fantasia creatrice.
“Nelle parole di Lionello Venturi che introducono la rassegna monografica dedicata alla Biennale del 1948, la prima edizione dopo la Seconda guerra mondiale, emerge – evidenzia la curatrice Elisabetta Barisoni – quanto Chagall sia stato centrale per tutta l’arte del secolo scorso, fin dalle Avanguardie: «[…] la sua naturale propensione è per la bontà, il piacere, la gioia, la fiducia, la felicità, l’amore per ciò che esiste in terra o nel cielo, e soprattutto gli animali e i fiori. […] La fatalità del ragazzo di Vitebsk fu di ricordare ai pittori di Parigi- tra il 1910 e il 1914, in un momento critico del gusto- che l’umiltà e la familiarità, l’amore e l’odio, la pietà e la paura, e tutta la vita del sentimento facevano tuttavia parte della pittura. Con un tratto di genio egli mostrò come la poesia, e non solo la matematica, fosse una guida della pittura».


Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7
30174 Venezia Mestre
T 041 2386126
muvemestre.visitmuve.it

Contatti per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

Treviso, Museo Luigi Bailo: Ultimi giorni per Martini. In arrivo Ravenna e Selvatico

Arturo Martini: Ofelia

ARTURO MARTINI. I capolavori

Treviso, Museo Luigi Bailo
1 aprile – 24 settembre 2023

Verso una chiusura di successo per Arturo Martini

Prossimi appuntamenti con
Iuti Ravenna e Lino Selvatico

Treviso. Al Bailo già ci si appresta a brindare al successo della grande mostra su Arturo Martini che chiuderà i battenti il 24 settembre.
In questi ultimi giorni di apertura sono attesi i molti ritardatari che, nell’estate, hanno procrastinato la visita. Adesso o mai più.
Certo sarà difficile raggiungere, o meglio ancora superare, il record di visitatori detenuto dal colossale omaggio ad Antonio Canova, mostra che aveva calamitato al Bailo più di 50 mila persone. La notorietà del possagnese è certamente più universale di quella di Arturo Martini e in quel caso, ad alimentare l’interesse furono anche le Celebrazioni che in Italia e nel mondo venivano promosse per il Centenario della morte dello scultore.

Ma in questo confronto tra giganti, va riconosciuto che Martini se l’è cavata alla grande: se non toccherà quota 50 mila certo si avvicinerà molto a quel record, a conferma di quanto il Nuovo Bailo si stia accreditando a livello nazionale come sede di proposte espositive di altissimo livello. “Un risultato raggiunto   non dal solo Museo ma dall’intera Città, che ha creduto in questa formula e da chi, come Generali Valore Cultura, Camera di Commercio e il Consorzio di tutela del Prosecco doc, hanno scelto di darci una concreta mano nell’impresa”, afferma il sindaco Mario Conte.   

 “Il bilancio della mostra di Martini, oltre al successo di pubblico e a quello, molto convinto, della critica nazionale, è arricchito dal dono al museo trevigiano di un’opera fondamentale dell’artista: il grande gesso de “La sposa felice”, che i suoi fortunati donatori – la famiglia veneziana Gallo Fantoni – hanno voluto riservare al nostro Museo. L’opera andrà così ad arricchire ulteriormente la nostra collezione martiniana, già oggi, e di gran lunga, la più rilevante in Italia” chiosa il direttore Fabrizio Malachin.

Mentre si stanno godendo gli ultimi bagliori di questa bellissima esperienza, il Sindaco Mario Conte e il direttore di Civici Musei Fabrizio Malachin stanno già pianificando le inaugurazioni di due prossimi appuntamenti d’arte al Bailo. Il 12 ottobre inaugurerà la retrospettiva dedicata a “Iuti Ravenna (1897 – 1972). Da Annone a Venezia a Treviso” e il mese successivo quella riservata a “Lino Selvato (1872 – 1924). Il pittore delle Gran Dame”.

Entrambe le esposizioni fanno parte del ciclo voluto dai Civici Musei per approfondire la conoscenza degli artisti trevigiani del Novecento attraverso le loro opere conservate, ma solo in parte esposte, nelle raccolte del Bailo.

La retrospettiva del Bailo dedicata a Iuti Ravenna (13 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024) viene promossa nel cinquantenario dalla sua scomparsa. Sottolineerà la sua attività di artista eccellente ma anche di attento critico d’arte. La sua pittura viene avvicinata al cosiddetto post impressionismo veneto che accumunò una generazione di giovani artisti desiderosi di uscire dagli schemi dell’accademismo imperante per avvicinarsi al nuovo. I suoi paesaggi raccontano i luoghi, le luci, le atmosfere attingendo sapientemente al registro poetico.

Lino Selvatico (1872 – 1924), veneziano di origine e trevigiano di adozione, è stato definito l’Annigoni del primo Novecento. Specializzato nel ritratto, come Annigoni venne invitato a ritrarre teste coronate, elaborando in modo originale riferimenti come quelli a Boldini, Sargent, Gainsborough, Reynolds, Rommey. 70 dipinti e 200 disegni sono stati donati dalla famiglia al Bailo, che propone questa retrospettiva nel centenario della scomparsa dell’artista.


Per informazioni: www.museicivicitreviso.it
+39 0422 658951
info@museicivicitreviso.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI,
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net

Roma, Museo Orto Botanico: Laura Federici – Regina Horti | A cura di Alberto Dambruoso

Laura Federici, REGINA HORTI

Laura Federici
REGINA HORTI

A cura di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 21 settembre 2023 ore 17.00

Museo Orto Botanico – Serra Espositiva
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24 – Roma 

Fino al 22 ottobre 2023

Il giorno 21 settembre 2023 alle ore 17.00 il Museo Orto Botanico – Sapienza Università di Roma presenta il progetto Regina Horti di Laura Federici, a cura di Alberto Dambruoso, allestito negli spazi della Serra Espositiva. 
Regina Horti nasce da una serie di progetti che dal 2016 l’artista ha portato avanti all’interno del carcere Regina Coeli e dalle suggestioni del vicino Orto Botanico: il mondo del fuori, ricchezza, abbondanza di immagini, luce, ombra, colore e il mondo del dentro, immobile nel ritmo del tempo, del passare delle ore, del mutare delle stagioni, dello scorrere dei giorni. 

“È un privilegio che generalmente capita a pochi artisti, quello di ritornare da protagonisti in un luogo che si era frequentato in passato, magari senza aver pensato all’opportunità di potervi esporre. È ciò che è successo alla pittrice Laura Federici che, nel 2016, si era recata più volte all’interno dell’Orto Botanico trascorrendovi diverse ore della giornata a meditare, scrivere e disegnare e, oggi, a distanza di sette anni, vi fa ritorno per presentare una mostra personale che parla sia dell’Orto (le opere in mostra sono state realizzate dopo un’immersione totalizzante con il paesaggio dell’Orto Botanico) ma al contempo di un altro luogo vicino, il carcere di Regina Coeli dove l’artista ha realizzato diversi progetti artistico-rieducativi con i detenuti, alcuni dei quali ispiratisi proprio all’Orto Botanico. 

Due luoghi, due storie si fondono qui” scrive l’artista: “uno fuori e l’altro dentro, vicini e irraggiungibili, chiusi uno all’altro e al contempo congiunti. L’edificio della casa circondariale di Regina Coeli viene invaso dai colori dell’Orto, dal vento e dalle nuvole veloci, la luce mobile e il suono dei suoi abitanti leggeri. Natura e architettura, una coppia selvaggia, che fa fatica a restare unita; le foglie degli alberi a volte perdono colore, a volte ingoiano i cancelli, abitando tranquille le volte”. Tutte le opere di Laura Federici sono caratterizzate da un segno rapido che emerge dal fondo dei suoi dipinti, sopra al disegno prende vita il colore, immediato, veloce anch’esso nell’esecuzione. Ciò è da porre in relazione al modus operandi dell’artista che, nel dar vita alle sue opere, si serve contemporaneamente di più media diversi, ognuno dei quali concorre alla definizione finale dell’opera. Le sue ricognizioni nei luoghi che poi verranno riversati nelle sue tele oppure nelle tavole o ancora nelle carte, partono sempre da registrazioni video. Una volta a studio Federici seleziona i frame video e li estrapola per poi procedere con il disegno, la pittura e a volte il collage. 

Scrive l’artista: “Questi lavori sono sempre per me ‘’attimi”, porzioni di tempo, più che dipinti; mi piace si legga questo, lo scorrere dello sguardo, la presenza invisibile del frame del video che li ha generati, la luce che muta, lo sguardo che gira mentre il tempo scorre”.” (dal testo critico di Alberto Dambruoso)

Durante il periodo della mostra si svolgeranno incontri, workshop e presentazioni secondo un calendario che verrà di volta in volta comunicato. 

Laura Federici, REGINA HORTI

L’inaugurazione è su invito; l’apertura al pubblico dal 22 settembre al 22 ottobre 2023 seguirà gli orari del museo.

Laura Federici

Laura Federici, artista e architetto, vive e lavora a Roma. Ha all’attivo numerose personali fra quali: Galleria Andrè (Roma 2011; 2012; 2016; 2019); Gallerie Brieve (Parigi, 2014); Galleria l’Affiche (Milano 2008; 2011); Galleria Il Segno (Roma, 2007); Galleria Beit Ahmad (Aleppo, Siria, 2003; 2005). Molte le collettive in cui ha esposto, in Italia e all’estero, fra cui FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma – XV edizione, Roma, il mondo (MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma 2016), Ambasciata Italiana in Vietnam (Casa Italia Hanoi e Fine Arts Museum HCMC, 2018), Istituto Italiano di Cultura di Varsavia (2019), Istituto Italiano di Cultura di Cracovia (2020), ARTFEM Women Artists 2 “International Biennial of Macau – “Natura”, Macau (2021). All’interno della sua produzione di video, tecnica che spesso riveste un ruolo centrale anche nella sua produzione pittorica, si ricordano in particolare le 12 sequenze animate per Un amore di Gianluca Tavarelli (1999), vincitore del N.I.C.E. Film Festival New York. Il suo lavoro – grandi tavole a olio, video, interventi pittorici su fotografia – è caratterizzato da linguaggi diversi e incentrato sulle declinazioni di una peculiare modalità operativa che, muovendosi in una zona di confine fra pittura e registrazione meccanica della realtà, dà vita, sull’onda di un incessante moto à rebours nei tempi del proprio vissuto, a una costellazione di opere che dialogano fra loro in un continuo gioco di stratificazioni di memoria e visioni.


LA REGINA DELL’ORTO
Luogo del ricordo di un tempo

Testo Critico di Alberto Dambruoso

È un privilegio che generalmente capita a pochi artisti, quello di ritornare da protagonisti in un luogo che si era frequentato in passato, magari senza aver pensato all’opportunità  di potervi esporre. E’ ciò che è successo alla pittrice Laura Federici che, nel 2016, si era recata più volte all’interno dell’Orto Botanico trascorrendovi diverse ore della giornata a meditare, scrivere e disegnare e, oggi, a distanza di sette anni, vi fa ritorno per presentare una mostra personale che parla sia dell’Orto (le opere in mostra sono state realizzate dopo un’immersione totalizzante con il paesaggio dell’Orto Botanico)  ma al contempo di un altro luogo vicino, il carcere di Regina Coeli dove l’artista ha realizzato diversi progetti artistico-rieducativi con i detenuti, alcuni dei quali ispiratisi proprio all’Orto Botanico. 

“Due luoghi, due storie si fondono qui”  scrive l’artista:  “uno fuori e l’altro dentro, vicini e irraggiungibili, chiusi uno all’altro e al contempo congiunti.  L’edificio della casa circondariale di Regina Coeli viene invaso dai colori dell’orto, dal vento e dalle nuvole veloci, la luce mobile e il suono dei suoi abitanti leggeri. Natura e architettura, una coppia selvaggia, che fa fatica a restare unita; le foglie degli alberi a volte perdono colore, a volte ingoiano i cancelli, abitando tranquille le volte”. 

E’ sempre stata la natura, talvolta intrecciata all’architettura, la protagonista assoluta nelle opere di Laura Federici. Quelli di Federici sono paesaggi sempre festanti, carichi di colori vivaci di marca espressionista, che esprimono una natura rigogliosa ed invitante.

Tutte le opere di Laura Federici sono caratterizzate da un segno rapido che emerge dal fondo dei suoi dipinti e che rappresenta di fatto l’abbozzo dei suoi lavori pittorici. Sopra al disegno prende vita il colore, immediato, veloce anch’esso nell’esecuzione. Ciò è da porre in relazione al modus operandi dell’artista che, nel dar vita alle sue opere, si serve contemporaneamente di più media diversi, ognuno dei quali concorre alla definizione finale dell’opera. Le sue ricognizioni nei luoghi che poi verranno riversati nelle sue tele oppure nelle tavole o ancora nelle carte, partono sempre da registrazioni video. Una volta a studio Federici seleziona i frame video e li estrapola per poi procedere con il disegno, la pittura e a volte il collage. 

Scrive l’artista: “Questi lavori sono sempre per me ‘’attimi”, porzioni di tempo, più che dipinti; mi piace si legga questo, lo scorrere dello sguardo, la presenza invisibile del frame del video che li ha generati, la luce che muta, lo sguardo che gira mentre il tempo scorre”.

La mostra, come anticipato all’inizio di questo scritto, si sviluppa nella presentazione dei due progetti pittorici “Orto Botanico” e “Regina Coeli” ( tra loro come detto interconnessi ma che possono essere letti e fruiti anche singolarmente) e di un video, nel quale viene ripreso il volo di una colonia di pappagalli che hanno trovato casa ormai da molti anni nell’Orto Botanico. Migranti del cielo che si sono impossessati di questo angolo nel cuore di Roma, che a sua volta colleziona alberi e piante da tutto il mondo. 

Ma di fatto la mostra è incentrata come detto sul rapporto tra due luoghi così vicini e allo stesso tempo così lontani.

E’ ancora l’artista a precisare in questa sua breve nota il suo stupore nel suo esperire contemporaneamente due mondi agli antipodi: “Mi sono lasciata sorprendere dal contrasto: così tanta luce, ricchezza, bellezza, ‘nutrimento’ fuori, tanta assenza di tutto, anche della luce del sole, dentro.

Quando ho scelto cosa rappresentare su quei muri (all’interno di Regina Coeli) ho scelto di apporre un’icona, una vista Xerox, l’immagine di un’ombra piena di colore e di luce che permettesse allo sguardo di trapassare quel limite e portasse tanta bellezza all’interno, l’immagine delle piante dell’Orto Botanico.

Così ho riportato le immagini tra le mura del carcere, ho dipinto un grande ‘foro’ sulle pareti, insieme ai detenuti ho trapassato con lo sguardo le pareti, abbiamo ‘visto’ quello che era oltre.

L’arte d’altro canto ha nel suo Dna quello di poter far sognare, aprendo l’immaginazione verso i territori dell’ignoto, del possibile e del sensibile. 

Federici ha colto in questi due mondi opposti – uno scandito dal passaggio delle stagioni l’altro dal tempo immobile, uno pieno di colori l’altro in bianco e nero – la possibilità di una contaminazione al fine di restituire un po’ di luce a chi non ce l’ha. Così facendo Laura Federici ha tolto un po’ del colore dall’Orto Botanico per darlo ai detenuti di Regina Coeli che per un attimo sono tornati nuovamente a vedere il mondo la fuori. 


INFO

Laura Federici
REGINA HORTI
A cura di Alberto Dambruoso 
Inaugurazione 21 settembre 2023 ore 17.00 su invito
Degustazione a cura di Casale del Giglio (
www.casaledelgiglio.it)

Apertura al pubblico: dal 22 settembre al 22 ottobre
Orari: dal lunedì alla domenica  9.00 – 18.30 – non è necessaria la prenotazione
Biglietteria: 06 49917107 (10:00 – 17:30)
Tariffe: intero 5,00 € (non è necessaria la prenotazione) – ridotto 4,00 € 6-18 anni; over 65; studenti universitari e scuole; soci enti convenzionati – gratuito 0-5 anni; studenti e personale Sapienza Università di Roma; diversamente abili e relativi accompagnatori; docenti accompagnatori di gruppi scolastici

Museo Orto Botanico
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24 – Roma
info-ortobotanico@uniroma1.it
https://web.uniroma1.it/ortobotanico

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612
roberta.melasecca@gmail.com
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Brescia, Museo Diocesano: EQUILIBRISTI. Cinzia Bevilacqua, Stefano Bombardieri, Alessandro Montanari

Cinzia Bevilacqua, Senza titolo dal ciclo El Fayyum.
Appartenere al quotidiano, 2023

AL MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA

DAL 16 SETTEMBRE ALL’8 DICEMBRE 2023

EQUILIBRISTI

OPERE DI CINZIA BEVILACQUA, STEFANO BOMBARDIERI E ALESSANDRO MONTANARI

Tre artisti, tre medium differenti, tre personali in un unico percorso che ha come filo conduttore la natura precaria dell’essere umano.

A cura di Anna Lisa Ghirardi e Valentina Pedrali

Dal 16 settembre all’8 dicembre 2023, il Museo Diocesano di Brescia ospita la mostra Equilibristi, il cui percorso espositivo si compone di 95 opere, tra le sculture di Stefano Bombardieri, le fotografie di Alessandro Montanari e i dipinti di Cinzia Bevilacqua.
La rassegna, curata da Anna Lisa Ghirardi e Valentina Pedrali, riflette visivamente sulla precarietà dell’uomo, perennemente alla ricerca di una condizione di stabilità forse impossibile da raggiungere. Come un equilibrista chiamato a gestire forze plurime e divergenti, egli procede inesorabile sul filo dell’esistenza in una continua tensione che gli artisti in mostra evocano affidandosi a temi differenti: dal confronto col passato all’allarme ecologico in atto, dalla cronaca personale dell’isolamento causato dal Covid-19 all’eterna dicotomia vita-morte.

“In modi diversi – affermano le curatrici – gli artisti ci riportano a una riflessione sull’esistenza. La precarietà e la difficile ricerca di equilibrio, messo in bilico dai dubbi, dalle difficoltà, dalle debolezze, nonché dall’inevitabile caducità dell’esistenza, costituiscono infatti un filo conduttore”.

Stefano Bombardieri (Brescia, 1968) espone il ciclo scultoreo Balancing on the past, in cui riflette sull’instabile eredità che il passato ha consegnato alle generazioni presenti, attraverso la figura di un bambino in cerca di equilibrio, ora su due teschi di mammut, ora su un cranio umano oppure su una sfera. Quest’ultima, forma geometrica instabile per eccellenza, ricorda inoltre un globo e si allaccia alla tematica dell’allarme ecologico in atto, che l’artista ha già trattato in passato in opere come Pneu vanité e Animal’s Count Down. Anche in questa occasione, Bombardieri prosegue nel suo impegno sociale, denunciando attraverso l’arte le responsabilità dell’uomo nella distruzione dell’equilibrio ambientale, e dunque come artefice delle problematiche che oggi si trova ad affrontare.

Intimista e universale al tempo stesso, il lavoro di Alessandro Montanari (Roma, 1981), dal titolo Il Giro del Palazzo – Covid-19 ISSUE, presentato al Festival del Cinema di Roma nel 2020, è un racconto fotografico di scatti che l’autore ha realizzato nei 200 metri attorno alla sua abitazione, ovvero lo spazio di movimento concesso durante la pandemia. Una testimonianza fatta di sguardi, azioni e dettagli che fa emergere le difficoltà che tutti siamo stati chiamati ad affrontare in un quadro d’indagine psicologica e denuncia sociale. In mostra anche il ciclo La conserva, in cui l’artista ha posto delle fotografie dentro barattoli di vetro, sotto gel disinfettante, evocando la sensazione di confinamento vissuta in periodo di pandemia; inoltre, la fragilità del vetro rimanda ai limiti tangibili su cui si fonda l’esistenza umana e i tentativi di cristallizzarla per mezzo della memoria. Infine, il video Il Giro del Palazzo – Covid-19 ISSUE sovrappone alle fotografie di Montanari i testi scritti da Giuseppe Mascambruno e interpretati dall’attore Francesco Montanari, fratello dell’artista, che riflettono sui comportamenti sociali e politici che l’uomo può assumere.

La pittrice Cinzia Bevilacqua (Brescia, 1963) propone quattro autoritratti e una lunga sequenza di sessanta volti che compongono il ciclo El Fayyum. Appartenere al quotidiano, che s’ispira ai dipinti lignei di ritratti funebri posizionati sui sarcofagi e ritrovati a El Fayyum, in Egitto. Il rimando all’antichità e alla morte, a ciò che rimane e a ciò che scompare, si scontra con i soggetti ritratti dall’artista: giovani studenti che vivono in Italia, simboli della vita fiorente, presenze che animano il quotidiano e sono protese al futuro. Attraverso il ritratto, Cinzia Bevilacqua rievoca una tradizione antica ma sempre attuale, capace di restituire la fisionomia del singolo individuo ma anche di raccontarne frammenti di vita, che a loro volta innescano riflessioni collettive sullo stato della società nei contesti di riferimento. Ne emerge un quadro che rivela un’umanità sensibile e fragile, ben esemplificata dai fiori bianchi di carta che ai piedi dell’installazione, sul pavimento, diventano l’ultima metafora della nostra effimera esistenza.

Accompagnano la mostra le video-interviste agli artisti realizzate dagli studenti del corso di Regia Audiovisiva-base, DAMS, Università Cattolica Brescia, con il supporto dei docenti Graziano Chiscuzzu e Marco Meazzini.

Catalogo Editore La Compagnia della Stampa.

Durante l’evento inaugurale di sabato 16 settembre, alle ore 18.30, si terranno due performance: White di Daniela Visani e ll Giro del Palazzo dell’attore Francesco Montanari.

Per tutta la durata dell’esposizione, il Museo Diocesano di Brescia accoglierà la serie d’iniziative collaterali a ingresso gratuito, come conferenze, presentazioni di libri, spettacoli, concerti e altro, dal titolo Appuntamenti al Museo, tra arte e letteratura, illusionismo e scienza.


APPUNTAMENTI al MUSEO tra arte e letteratura, illusionismo e scienza

Domenica 1° ottobre ore 17:00            
Diego Toscani  
Conferenza
A tavola nei secoli. Una lettura attraverso l’arte

Domenica 8 ottobre ore 20:30
Massimo Polidoro       
Presenta il suo ultimo libro      
La scienza dell’incredibile         
Ospite Alex Rusconi

Sabato 14 ottobre ore 20:30    
Tommaso Avati           
Presenta il suo ultimo libro      
Il silenzio del mondo

Domenica 22 ottobre 17:00     
Alex Rusconi   
Conferenza-spettacolo
I quattro cavalieri

Domenica 19 novembre ore 17:00       
Duo Euridice    
Suggestioni Oniriche    
al pianoforte Daniela Reboldi   
al contrabbasso Laura Costantino

Domenica 3 dicembre ore 17:00          
Claudio Strinati           
Conferenza
La pittura del Caravaggio e le sue origini lombarde


EQUILIBRISTI. Cinzia Bevilacqua, Stefano Bombardieri, Alessandro Montanari
Museo Diocesano di Brescia (via Gasparo da Salò, 13)
16 settembre – 8 dicembre 2023
 
Inaugurazione:
Sabato 16 settembre 2023, ore 18.30
Nel corso della serata si terranno due performance: White di Daniela Visani e ll Giro del Palazzo dell’attore Francesco Montanari.
 
Orari:
tutti i giorni, tranne mercoledì, 10.00 – 12.00; 15.00 – 18.00
 
Ingresso alle collezioni del Museo e alle mostre:         
Intero: €8,00; ridotto: €4,00
 
Informazioni: tel. 030.40233; museo@diocesi.brescia.it; www.museodiocesano.brescia.it
 
Museo Diocesano di Brescia
@museodiocesanobrescia | @MuseoDioc_BS 
MuseoDiocesanoBsOfficial 
#museodiocesanobrescia
 
Museo Diocesano
Eliana Valenti | tel. 333 6864358 | comunicazione.museo@diocesi.brescia.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | T. +39 02 36755700 | M. +39 347 4155017 | marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it