EMIR & HIS BAND: ‘Honky Tonk Fever’, il primo videoclip dall’album ‘Electric Honky Tonk’

EMIR & HIS BAND:
‘HONKY TONK FEVER’,  IL PRIMO VIDEOCLIP DALL’ALBUM ‘ELECTRIC HONKY TONK’ 

Da venerdì 19 aprile è disponibile nelle radio e in tutti i digital stores il nuovo singolo con videoclip di ‘Honky Tonk Fever‘, il primo estratto dall’album ‘Electric Honky Tonk‘. Emir & His Band è una realtà italiana consolidata nell’ambito dell’american music che si muove tra honky tonk, swing e country, elementi fondanti delle sonorità americane degli anni ’50. La genuinità di Emir Trerè e la sua band si manifesta già al primo ascolto, dove emerge la padronanza del tipico linguaggio della musica statunitense, propria del profondo Sud dove country music e blues hanno avuto la loro fusione per dar vita al rock’n’roll. Un sound maturo che ha preso forma nei tanti viaggi che Emir ha fatto negli USA, tra Tennessee, Texas e California, dove ha potuto carpire i “trucchi del mestiere” dai grandi guitar pickers incontrati e con i quali, spesso, ha avuto l’onore di condividere il palco.

‘Honky Tonk Fever’ è una composizione originale che rappresenta pienamente l’anima della band bolognese Emir & His Band, che annuncia: «Honky Tonk Fever racconta una tipica serata americana che quando inizia sei già triste, perché sai che finirà» e «l’ispirazione arriva dall’atmosfera che si respira all’American Legion Post 82 di Nashville, tra cordialità, lustrini, balli e fiumi di birra.».

Il brano è estratto dal recente album ‘Electric Honky Tonk’, compendio di una serie di passioni iniziate con l’ascolto giovanile della colonna sonora del film “Un pugno di dollari”, composta da Ennio Morricone.

Lo swing e la Country music degli anni ’50 e ’60, il boogie e il rock’n’roll sono l’anima di questo album che suona vintage come fosse stato registrato nei celebri studi della RCA di Nashville, e non in quelli di Roberto Villa a Forlì.

Electric Honky Tonk’ si compone di dieci tracce, tre delle quali uscite dalla penna di Emir, mentre le restanti cover si possono definire “out of the box”, ovvero canzoni per nulla celebri e da classifica ma molto rappresentative di un suono che il terzetto ha voluto far suo.

Emir & His Band

Emir Trerè (chitarra e voce), bolognese, classe 1992, è nato con la passione per il mondo americano, grazie al padre.

All’età di 12 anni imbraccia la sua prima chitarra e da lì fino ad arrivare a fare il primo di tanti voli negli USA per restare folgorato dal suono degli anni ’50 è un attimo, e le iniziali contaminazioni vintage delle canzoni di Johnny Cash e Hank Williams verranno arricchite grazie al confronto con esponenti di spicco della scena r’n’r, country e blues locale.

Al suo fianco la sezione ritmica composta da Manuel Cucaro alla batteria, e Luca Pasotti al basso e seconda voce. Entrambi sono provenienti da differenti ambiti musicali, ma contagiati dall’energia e dal sound di Emir Trerè.

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Ufficio Stampa A-Z Press
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Alla Gypsotheca di Possagno Canova interpretato da Luigi Spina.

CANOVA QUATTRO TEMPI
Fotografie di Luigi Spina
Possagno (Tv), Museo Gypsotheca Antonio Canova
20 aprile – 29 settembre 2024

“Canova. Quattro tempi” di Luigi Spina
Aperta dal 20 aprile al Museo Gypsotheca di Possano
Si potrà ammirare sino al 29 settembre.

Dal 20 aprile al 29 settembre, il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno ospita la mostra nata dal progetto di ricerca fotografica “Canova Quattro Tempi” di Luigi Spina. Nessuna preview per la Stampa ma tutti, giornalisti e ospiti, riuniti nella cerimonia inaugurale alle ore 15:30 nel giardino del Museo.
Dopodiché porte spalancate sino al 29 settembre, con un calendario di incontri, che si sta definendo proprio in questi giorni, intorno alla mostra.

Il racconto, frutto di quattro campagne fotografiche realizzate anno dopo anno, è iniziato nel 2019 e ha dato vita ad altrettante pubblicazioni edite da 5 Continents Editions, accompagnate da testi di Vittorio Sgarbi. Il terzo volume ha di recente vinto la medaglia d’oro come miglior libro d’Arte attribuita dall’ICMA – International Editorial-Design & Research Forum. In occasione di questa esposizione esce il quarto e ultimo volume del progetto editoriale.

Per la mostra Luigi Spina ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, tra le più rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nella Gypsotheca di Possagno, proponendoli in dialogo con le opere di Canova esposte nell’Ala Gemin della Gypsotheca stessa.

Le immagini catturano l’attimo creativo dell’Artista, quello in cui l’idea si tramuta in forma e in gesso: il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

Ciascuno dei quattro racconti di Spina conduce lo sguardo attraverso la densità del gesso, fa emergere ogni possibile dettaglio e postura delle sculture, i chiodini di piombo sui gessi, i punti di repère, diventano un codice di lettura delle opere. “Il mio proposito”, afferma Spina, “è di rivendicare la contemporaneità del classico, il suo essere trasversale in ogni epoca”.

Le interpretazioni di Spina accompagnano in mostra i gessi canoviani di riferimento. Ecco le immagini delle danzatrici affiancate alla danzatrice canoviana, ritratti reali e ideali in dialogo con le rispettive fotografie, la Pace e la Maddalena del Maestro a confronto con immagini della contemporaneità.

“Queste opere”, annuncia la direttrice Moira Mascotto, “entrano a far parte del patrimonio del Museo di Possagno con l’ambizione, una volta conclusa la mostra, di dar vita a nuovi progetti espositivi con importanti istituzioni museali nazionali e internazionali con i quali siamo già in dialogo.  Il progetto diverrà così messaggero del Museo e del genio canoviano e, al contempo, farà nascere nuove virtuose collaborazioni”.

“Il progetto Canova. Quattro Tempi mi ha subito entusiasmato per diverse ragioni. In quanto figlio di uno scultore, resto ogni volta incantato dalla magia dell’indagine creativa da cui tutto ha origine, nella forma come nell’emozione che suscita”, afferma l’editore di 5 Continents Editions, Eric Ghysels. “Un processo che riporta alla mia memoria quando, da bambino, vedevo nascere per gradi un’opera plasmata dalla materia grezza. Poter osservare da vicino e contribuire a far conoscere al grande pubblico, attraverso le foto di Luigi Spina, la concretezza e l’espressività dei gessi canoviani, così pieni di vita, mi fa sentire privilegiato. Queste opere recano in sé l’incanto del concepimento, che avviene – proprio come nella vita – attraverso un susseguirsi di fasi. Un processo che paragono alla gestazione di un libro, che mi affascina, in quanto editore, perché mi permette di vivere ciò che accade “dietro le quinte”, in tutte le fasi della sua evoluzione, fino alla stampa. I volumi che pubblico sono opere in divenire, che crescono grazie anche alla competenza e alla passione di altri compagni di viaggio.”

Prosegue il sindaco di Possagno, Valerio Favero: “Voglio ringraziare l’on. Vittorio Sgarbi, 5 Continents Editions e Fondazione Pallavicino per il sostegno e la collaborazione in questo importante progetto, che attraverso la sensibilità di Luigi Spina ci farà cogliere sfumature e particolari affascinanti delle opere del Maestro, contenute all’interno del nostro museo. Sono certo che la qualità del lavoro svolto e il percorso espositivo sapranno restituire ai visitatori un’esperienza nuova e di estremo valore”.

Conclude il Presidente di Fondazione Canova, Massimo Zanetti: “Attraverso le fotografie di Luigi Spina, che valorizza e interpreta il neoclassico con uno sguardo contemporaneo, l’arte di Canova rivive in uno scatto, trasmettendo l’attimo creativo dell’artista mentre plasmava l’idea nel gesso”.

LUIGI SPINA nasce a Santa Maria Capua Vetere nel 1966.

I suoi principali campi di ricerca sono gli anfiteatri, il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, le antiche identità culturali, il confronto con la scultura classica, l’ossessiva ricerca sul mare, le cassette dell’archeologo sognatore (Giorgio Buchner). Ha pubblicato oltre venti libri fotografici di ricerca personale e ha realizzato prestigiose campagne fotografiche per Enti e Musei. Fra i volumi pubblicati, in diverse lingue e distribuiti in tutto il mondo, si citano il progetto sul Foro romano, L’Ora Incerta, Electaphoto (2014); Volti di Roma alla Centrale Montemartini, Silvana Editoriale (2019); e inoltre The Buchner Boxes (2014), Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015), Diario Mitico, Cronache visive sulla collezione Farnese (2017), I Confratelli (2020), Sing Sing, il corpo di Pompei (2020), Bronzi di Riace (2022) e Interno pompeiano (2023) tutti editi da 5 Continents Editions.

La celebre rivista MATADOR, Fabrica Madrid, gli ha dedicato la copertina e il servizio centrale del numero T.

Nel 2020 l’autorevole rivista Artribune l’ha insignito del titolo di miglior fotografo

dell’anno. Nel 2022 è stato tra i finalisti del 73° Premio Michetti per l’Arte Contemporanea e vincitore del Premio Digital Michetti. Nel 2023 gli è stato assegnato il Premio Internazionale Amedeo Maiuri per la Fotografia.


Il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno è il luogo che custodisce l’eredità storica ed artistica di Antonio Canova (Possagno, 1757–Venezia, 1822), il più grande scultore del periodo neoclassico.

Il complesso museale è composto dalla Casa natale e dalla Gyspotheca, collocata nell’originale basilica (1836) e nell’ampliamento progettato da Carlo Scarpa (1957), che raccoglie i modelli originali in gesso dai quali sono stati tradotti i marmi che oggi si trovano nei più importanti musei del mondo. Nella Casa natale sono custodite le opere pittoriche, i disegni, le incisioni e gli effetti personali dell’artista.

Il Museo offre ai visitatori numerose esperienze: dalle visite guidate ai laboratori didattici, fino alle visite notturne a lume di candela.

Dal martedì al venerdì, dalle 9:30 alle 18:00. 
Sabato, domenica e festivi dalle 09:30 alle 19:00. 
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. 
Aperture straordinarie nei giorni festivi (Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 26 dicembre). 

VISITE VIRTUALI: IL MUSEO E LA CASA DI ANTONIO CANOVA


Info e contatti
Museo Gypsotheca Antonio Canova
Via A.Canova 74, Possagno (TV)
www.museocanova.it
 
Ufficio Stampa Museo Gypsotheca Antonio Canova
Laura Casarsa  3465895956 comunicazione@museocanova.it
 
In collaborazione con:
Press and Communications
5 CONTINENTS EDITIONS srl
Erica Prous  T. +39 3471200420  studio@ericaprous.com
 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi 049.663499 simone@studioesseci.net

CEN LONG “SEMINARE SPERANZA” – In occasione della 60° Biennale di Venezia

La mostra, promossa dalla Crux Art Foundation, mette in relazione l’arte di Cen Long con il tema della Speranza e il titolo della mostra, “Seminare speranza”, mette in relazione la Speranza con il potere assoluto dell’amore suscitando narrazioni metafisiche e concettuali.

Dopo la mostra all’Accademia Delle Arti del Disegno di Firenze, la mostra a Venezia rappresenta la seconda tappa dell’Italian Cen Long Tour e la più ampia mostra realizzata in Italia.

“Al centro del mio credo artistico c’è l’imperativo di infondere vita nella tela manifestando l’essenza spirituale dell’umanità con pace e gentilezza.
Aspiro alla mia espressione artistica per rasserenarmi in mezzo alla cacofonia dell’esistenza”
Cen Long

SEMINARE SPERANZA, CEN LONG
Cen Long Italy Exhibition Tour
A cura di Metra Lin e Laura Villani

Opening ufficiale
Sabato 20 aprile, ore 18
 Brindisi a seguire
Palazzo Querini
Calle Lunga San Barnaba 2691, Venezia

Una mostra che genera sentimenti veri, profondi, che fa riflettere e lascia un ricordo. Nel senso più autentico di questa parola, poiché ricordare significa porre nel cuore e i dipinti di Cen Long arrivano al cuore. Il tema dell’esposizione, quello della Speranza, rappresenta un archetipo nelle diverse tradizioni e religioni e, al contempo, è terribilmente di attualità. Oggi più che mai accomuna il pensiero delle persone di buona volontà. Una speranza laica, a fronte del difficile momento globale che stiamo vivendo, che non rappresenta l’estrema utopica possibilità di salvezza bensì il primo indispensabile sentimento condiviso, l’agognato avvio di un cambiamento che poggia le basi sul concetto di umanità.

Il suo approccio artistico consiste in uno stile semplice, pennellate sofisticate, composizione rigorosa, colorazione stratificata e solida. Queste tecniche generano grande forza nei suoi dipinti; ogni pezzo contiene un significato più profondo sotto le sue qualità superficiali. Insieme, questi attributi esprimono valori che possono resistere alla prova del tempo e affascinare l’immaginazione. Le sue opere evocano un senso di chiarezza e serenità incoraggiando a ri-sperimentare l’estetica della tranquillità, per tornare ad uno stato più fondamentale dell’essere. Il risultato è una pittura colma di mistero, che parla ad ogni fede senza essere collegata ad un credo in particolare e ci conduce con invisibili passaggi in una condivisione delle sorti dove la bellezza è connaturata all’esistere.

“Al centro del mio credo artistico c’è l’imperativo di infondere vita nella tela e infondendo vitalità in ogni pennellata – racconta Cen Long che si distingue e mantiene una profonda originalità rispetto all’arte contemporanea cinese, soprattutto nella pittura – Questa vitalità, caratterizzata da una manifestazione sfumata di essenza spirituale e cognitiva, riflette la mia convinzione nell’affinità fondamentale dell’umanità con la pace e la gentilezza. Alla luce di ciò, aspiro alla mia espressione artistica per calmarmi come un flusso serenamente chiaro in mezzo alla cacofonia dell’esistenza”.

La mostra si propone proprio per la profondità dei significati di innescare una serie di importanti considerazioni che daranno luogo a incontri con importanti relatori che si succederanno da aprile a novembre nei mesi di programmazione della mostra.


MASTER CEN LONG
Cen Long rappresenta, secondo gli intellettuali cinesi per le sue implicazioni filosofiche, l’artista più prestigioso della Cina, il regno di mezzo Chung-kuo, e la sua mostra costituisce un’occasione di riflessione sempre protesa alla speranza. 

SPERANZA
La Speranza, il solo bene comune a tutti gli uomini, e anche coloro che non hanno più nulla la possiedono ancora, può trovare nel titolo dato dal papa al Giubileo, Pellegrini di Speranza, un momento di sincretismo e collegamento tra religioni.

DANTE
Nell’opera di Cen Long troviamo molti elementi presenti nel Purgatorio di Dante. Il Purgatorio in terra dei personaggi rappresentati nei dipinti del Maestro cinese, sono persone umili, intente spesso alle proprie dure attività lavorative che affrontano con fierezza. Nei loro volti la forza della speranza come nel cammino dantesco verso una condizione migliore.

OCEANO
Cen Long è particolarmente sensibile al tema della natura che non è una proprietà dell’uomo ma dove esso rappresenta una delle sue meravigliose creature. In questa visione Venezia è la città simbolo poiché rappresenta tutta la fragilità del pianeta e al contempo deve essere un luogo di riferimento per trovare le migliori soluzioni per un rinnovato spirito di cura e sostenibilità. L’oceano e i mari, la porzione più ampia del Pianeta, rappresentano poi la risorsa più importante per tutte le creature del globo, e il luogo dove l’azione per guidare la transizione ambientale del presente e del futuro è indispensabile. Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 non può prescindere dalla tutela degli oceani. In una visione unitaria e sovranazionale di adeguata salvaguardia degli spazi marittimi e della risorsa marina per una effettiva e consapevole transizione ecologica.

MARCO POLO
Marco Polo, contemporaneo di Dante, alla cui opera con particolare riferimento al Purgatorio era collegata tematicamente la mostra di Firenze, nei suoi settecento anni di celebrazione nel 2024, se vede il celebre Veneziano andare nel Catai vede ora Cen Long approdare a Venezia per la quinta volta. Se temporalmente sono molto lontani, entrambe vivono il destino di vivere lontani dalla propria patria o, nel caso di Cen Long, esuli in Patria per la sua decisione di vivere in totale solitudine in uno spazio abitato dalle sue tele, dai suoi libri e dalla sua musica. Accomunati dalla speranza e l’auspicio di un Mondo senza frontiere e conflitti.


INFORMAZIONI
PALAZZO QUERINI – CALLE LUNGA SAN BARNABA 2691, VENEZIA
Dal 20/04 al 24/11/2024 Ingresso libero – Orari 11.00-19.00 – Martedì chiuso
Opening: 20 aprile a partire dalle ore 18.00
Partners: Fondazione Ugo e Olga Levi, Accademia delle Belle Arti di Venezia, Crux Art Foundation, Studio Laura Villani

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     Ufficio stampa: Davide Federici info@davidefederici.it

Southlands, nelle radio ‘You Are The Sun’, fuori anche il videoclip

SOUTHLANDS, NELLE RADIO IL NUOVO SINGOLO
‘YOU ARE THE SUN’,
FUORI ANCHE IL VIDEOCLIP

Da venerdì 12 aprile è disponibile nelle radio e in tutti i digital stores ‘You Are The Sun’, il nuovo singolo dei Southlands, che anticipa l’uscita del nuovo album di inediti di prossima uscita, prodotto da Appaloosa Records, distribuito da IRD e supportato dall’ufficio stampa A-Z Press.

‘You Are The Sun’, è una canzone che racconta una storia d’amore tra due persone fragili che non riescono sopravvivere al mondo attuale, così effimero. 

Un mondo “oscuro”, sempre più virtuale e privo di ogni certezza a sfavore dei rapporti sociali più veri. Ma quando esistono, come succede alla coppia protagonista del brano, cala ogni ombra e su di loro torna a splendere il Sole.

Southlands dichiarano «Tra tutte le canzoni che compongono l’album di prossima uscita, abbiamo scelto ‘You Are The Sun’ perché musicalmente rappresenta una sintesi di Roots Rock e Americana, di ciò che proponiamo anche nei nostri concerti dal vivo. 

Gli strumenti musicali veri, in presa diretta, privi di effettistica e di elettronica, con le loro dinamiche accompagnano un testo semplice ma profondo. In questo brano si legge la voglia di tornare ad una società fatta di legami semplici e reali, capaci di far provare forti emozioni. 

Un mondo che ancora qualcuno vuole ma sempre più difficile da avere.»

Le riprese del videoclip sono state realizzate nel bosco di Vaccarizza, Pavia, a lato del fiume Ticino con la regia di Lu’ Magarò.  I protagonisti, due ballerini professionisti, interpretano le luci e le ombre di una relazione d’amore importante, perdendosi e ritrovandosi tra giochi e momenti di angoscia fino alla soluzione definitiva di perdersi insieme nella luce accecante del sole.  L’autore del testo e delle musiche, Roberto Semini, viene ripreso all’interno del bosco mentre suona gli assoli di chitarra del brano ‘You Are The Sun‘. 

I Southlands

Southlands nascono nel 2001 come cover band di autori del genere rock americano (Bruce Springsteen, Creedence Clearwater Revival, John Mellencamp). 
Nel 2009 pubblicano il loro primo album di inediti ‘The Morning Sky’ (etichetta Studiottanta Fortuna Records). 
La lineup è composta da Dario Savini (voce), Michele Romani (batteria), Roberto Semini (chitarra), Riccardo Caldin (basso) e Fabrizio Sgorbini (chitarra).

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Big River: fuori ‘Mustang Hood’, il nuovo album electro-country della band bolognese

BIG RIVER, NELLE RADIO ‘WHEN WE DANCE’, IL SINGOLO CHE ANTICIPA IL NUOVO ALBUM

Da venerdì 5 aprile 2024 è disponibile in formato fisico e in tutti i digital stores ‘Mustang Hood‘, il nuovo atteso album dei Big River. È il terzo capitolo discografico per l’apprezzato duo electro-country, formato da Federico Martinelli e Pierluigi PG Punzo, prodotto da Fabio ‘Bronski’ Ferraboschi e supportato dall’ufficio stampa A-Z Press.

Mustang Hood è il risultato di un sound maturato attraverso un’intensa attività live che li ha portati ad esibirsi in tutta Italia, giungendo fino in Germania, Svizzera, Slovenia e Croazia, evolvendo il loro stile di matrice classic e southern rock in un electro-country / alt country dai tratti sperimentali.

Anticipato dai singoli ‘Beers In The Garage‘ e ‘When We Dance‘, il nuovo album si compone di nove brani, di cui otto originali, dove la componente elettronica, già presente nel precedente album ‘Girl With Nails Painted Black, assume un ruolo centrale negli arrangiamenti fino a creare un sound sperimentale fortemente innovativo per questo genere.

Big River dichiarano: «Mustang Hood è stato interamente composto lo scorso agosto approfittando del periodo di intensa attività live perché ci interessava portare nelle registrazioni l’energia della dimensione ‘on the road’. Il disco segna una svolta anche a livello compositivo perché ogni brano è stato scritto a quattro mani fin dall’inizio. Si può quindi dire che questo sia il primo vero disco a firma Big River.”».

Big River

Big River è una band attiva dal 2016 che costruisce il proprio sound attraverso un’intensa attività live attraversando l’Italia, giungendo fino in Germania, Svizzera, Slovenia e Croazia. 

Di chiara matrice classic rock e southern rock il duo evolve la propria visione della musica americana arricchendola con una dose di elettronica aggiungendo synth, loopstation e batterie elettroniche dando vita ad un sound innovativo tra il classico e lo sperimentale. 

La discografia dei Big River si compone di ‘Live Experience’ (2017), ‘Girl With Nails Painted Black’ (2021) e ‘Mustang Hood’ (2024).

Sito Web: www.bigriverband.com
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YouTube: www.youtube.com/bigriverbandofficial
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Venezia, Palazzo Ducale: I MONDI DI MARCO POLO

Courtesy Fondazione Musei Civici Venezia
I MONDI DI MARCO POLO
Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento

Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

6 aprile – 29 settembre 2024

a cura di Giovanni Curatola e Chiara Squarcina 

Una mostra per celebrare, ripensare e raccontare Marco Polo: il suo tempo, la sua vita, la sua opera, il viaggio, l’esempio e la sua eredità

Un uomo, cittadino del mondo in quanto veneziano, grazie al quale l’Oriente è diventato meno lontano e sconosciuto. Questo il tema della mostra in programma dal 6 aprile al 29 settembre 2024 a Palazzo Ducale, organizzata nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Marco Polo. Un omaggio all’uomo ma, soprattutto, la volontà di condividere le suggestioni da lui stesso raccontate nell’opera letteraria Il Milione: una fonte inesauribile di ispirazione per studiosi, esploratori, viaggiatori di ogni epoca. 

Una vita, quella di Marco Polo, che si riverbera nel racconto di una straordinaria geografia storica, culturale, politica e umana dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia del Duecento che contribuì a far conoscere. Un patrimonio incredibile di abitudini, usi, costumi e idee che grazie al nostro circolò nella Venezia del XIII secolo quale inestimabile fonte di strategiche informazioni che altri mercanti, dopo di lui, concorsero ad arricchire.

Photo Irene Fanizza

Un viaggio nel viaggio, per ricordare gli incontri, reali, inventati, talvolta omessi, con un excursus nei Paesi visitati dall’illustre veneziano e dalla famiglia in oltre vent’anni, attraverso oltre 300 opere provenienti dalle collezioni civiche, dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar, per condividere, nel modo più esaustivo possibile, i mondi di Marco Polo.

Un percorso che non può che partire da Venezia e dalla sua casa, nell’area di san Giovanni Crisostomo, dal sotoportego, corte seconda, ponte del Milion, con la restituzione degli inediti reperti, frutto di scavi e studi condotti nell’area del Teatro Malibran che permettono oggi di avere un’idea più precisa della loro casa-fondaco dei Polo. Protagonisti sono, perciò, anche una Venezia cosmopolita e i suoi cittadini, che al viaggio dovevano la propria esistenza e sopravvivenza; come testimoniato dalle diverse incursioni nella cartografia e dalle maestose decorazioni della Sala dello Scudo negli Appartamenti del Doge che riproducono, oltre ai possedimenti della Repubblica nel Cinquecento, le regioni lontane esplorate da veneziani e dalla stessa famiglia Polo e che il pubblico, in occasione della mostra, potrà nuovamente ammirare.

Un’incursione nella vita e nelle parole di Polo, con l’esposizione del suo testamento, un lascito materiale e morale, tra gli oggetti, le monete del tempo che il mercante avrà maneggiato, i tessuti, le ceramiche e le spezie che non manca mai di nominare; un salto nel mito e nell’opera letteraria, nel racconto preciso e verosimile di un viaggio di vent’anni, nato dall’incontro con Rustichello da Pisa nelle prigioni genovesi, scaturito dalla memoria precisa e prodigiosa di Marco Polo unito alla ricchezza della scrittura del letterato. 

Cardine di una delle sezioni è proprio Il Milione, che consegna la vita di un comune mercante veneziano alla storia, alla fama, all’immortalità. Un testo che attraversa i secoli, proliferando in traduzioni e diverse versioni; una guida di viaggio con consigli e curiosità ante litteram e modello per celebri opere letterarie, dal Viaggio al centro della terra di Jules Verne a Le città invisibili di Italo Calvino. Sono solo alcuni dei tributi, omaggi ed esempi di fortuna critica che seguì Il Milione e Marco Polo per tutto l’Ottocento e il Novecento, una fama che prosegue nei decenni con rivisitazioni in chiave pop, fonte di ispirazione per artisti moderni e contemporanei, esposti in mostra.

Photo Irene Fanizz

Non ultimo, il progetto espositivo dei Musei Civici intende ricordare, una volta di più, il valore di inclusività culturale del viaggio, l’apertura, la curiosità verso ciò che è altro da noi, partendo dall’insegnamento di un giovane veneziano e della sua volontà di conoscenza, rispettosa verso il mondodelle persone, delle culture, delle diverse fedi e culti religiosi si rende conto, raccontando di popolazioni cristiane nelle varie declinazioni, compresa quella nestoriana, del culto e dei misticismi dell’Islam, dei Cinesi Confuciani, Buddhisti, Taoisti, dell’Induismo in India.  

Celebrare Marco Polo e il suo itinerario a 700 anni dalla morte è l’occasione per raccontare la sua ineguagliabile vita, la sua sete di conoscenza, la spinta verso il confronto, la volontà di scoprire nuove prospettive e altri modi di vivere e, soprattutto, di condividere poi tutto questo. Per dirla con le sue stesse parole acciocché si potessero sapere le cose che sono per lo mondo di quelle terre e popolazioni lontane. 

Una ricchezza culturale dal grande valore educativo e divulgativo, che sarà protagonista per tutto il 2024 con esposizioni, momenti d’incontro e approfondimenti per tutti, con particolare attenzione alle nuove generazioni; con momenti dedicati alle scuole, alle famiglie, con la collaborazione di Geronimo Stilton come compagno di viaggio di Marco Polo nell’Activity Book.

I mondi di Marco Polo è organizzata nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune di Venezia e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni della morte di Marco Polo, presieduto dal Sindaco Luigi Brugnaro e realizzata con la collaborazione speciale dell’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai

Il progetto espositivo ha ricevuto la Medaglia d’Oro dal Presidente della Repubblica.

La mostra è resa possibile dal supporto di Apice srl, Magonza editore, Mavive Venezia. Media Partner: Rai Cultura e Rai Storia.



Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto
con Alessandra Abbate
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net

Editoria: “Février e gli orfanelli”, il nuovo romanzo giallo di Simonetta Ronco

“Février e gli orfanelli” è il quinto romanzo di Simonetta Ronco in cui vede protagonista il pianista investigatore francese Audemars Février.
Il lettore si ritrova nuovamente a Blessy, il paese dove l’autrice aveva ambientato il primo episodio della “Saga di Février”, “Ritorno a Blessy”, ma questa volta l’atmosfera è meno bucolica, più cupa e inquietante, quasi gotica.

La trama cattura l’attenzione sin dalle prime pagine, trascinandoci in una rete di suspense e mistero che avvince fino alla conclusione.

La scrittura fluida e impressionista di Ronco rende la lettura di questo romanzo un’esperienza davvero coinvolgente e appagante.

Nell’ottobre del 1925 il Maestro torna a Blessy, perché richiamato da padre Benjamin.
Costui gli rivela che dalle ricerche risulta che nel periodo in cui all’orfanotrofio di Pomarie fu lasciato il figlio di Adèle Robinot, furono accolti due neonati: lui e Gaston Roblet.
Chi è dunque il duca di Saint Alary? E chi ha ucciso la moglie del Dottor Brouillard?
E che fine ha fatto Lara Fiodorova, evasa dal carcere, sulle cui tracce è tutta la polizia di Parigi?
Février si muove in un ambiente conosciuto ma minaccioso, tra leggende gotiche e indagini serrate, bersaglio di una caccia spietata che porta necessariamente alla morte.

Simonetta Ronco

Simonetta Ronco, nata a Genova, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Il padre, Antonino Ronco, giornalista e storico e la madre scrittrice di racconti per bambini premiata anche all’Andersen, le inculcano la passione per la cultura in generale e per la storia e la letteratura in particolare.

Dal 2002 al 2008 collabora con la Terza Pagina del Secolo XIX e successivamente con alcuni periodici culturali come Satura, Resine, Xenia, Il Porticciolo, sempre più impegnata su temi femminili, soprattutto biografie e romanzi storici.

Nel 2005 esce la prima biografia da lei scritta, sulla vita di Cristina di Borbone, prima Madama Reale, che viene anche premiata con l’Anguillarino d’Argento. Seguono altre biografie di notevole rilievo sociale, come quella di Giulia Colbert di Barolo che viene anche presentata presso l’Ateneo Genovese. Successivamente pubblica le biografie di Giuditta Bellerio Sidoli, Antonietta Costa Galera, Giuseppe Mazzini, Costantino Nigra, Ilaria del Carretto. La Ronco pubblica, inoltre numerosi romanzi e racconti storici, che vedono sempre donne come protagoniste.

Nel 2018 la Ronco ha dato vita a una collana editoriale, Mnemosine – Donne nell’ombra che si propone di pubblicare biografie di donne poco conosciute o dimenticate e saggi su tematiche femminili. L’ultimo volume della Collana, edito con De Ferrari editore (dal titolo “Protagoniste Genovesi”) è dedicato alle 14 donne rappresentate nella Sala delle Donne a Palazzo Ducale.

Ha creato i personaggi di Audémars Février, Dario Barresi e Luca Traverso, protagonisti di gialli seriali.

I precedenti titoli della saga di Février:

  • Ritorno a Blessy
  • Février e l’enigma degli uccelli
  • Février e un caso di coscienza
  • Février e la villa dei misteri

Février e gli orfanelli è il nuovo romanzo dell’autrice Simonetta Ronco ed è pubblicato da La Bussola Edizioni.

Sara Servizi Editoriali – Simonetta Ronco – La Bussola Edizioni

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Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

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