CYFEST 15 Vulnerability – Festival Internazionale di Media Art” – Venezia

Organizzato da 
CYLAND Foundation Inc. 

Tema: Vulnerabilità
Date: 15 aprile—30 agosto 2024
Sede: CREA – Cantieri del Contemporaneo, Giudecca 211-b, 30133 Venezia

Programma

15-19 aprile — Apertura per la stampa
19 aprile — Serata di apertura con la performance di Nao Nishihara
22 aprile — Vulnerability. Il panel riunirà pensatori e professionisti di fama internazionale di varie discipline (arte, scienza, tecnologia, economia e design) per discutere del valore della vulnerabilità. Maggiori informazioni qui

CYFEST, uno dei maggiori festival internazionali di Media Art dell’Europa orientale, è stato fondato da un gruppo di artisti e curatori indipendenti nel 2007. Fin dalla sua creazione, il suo obiettivo principale è quello di esaminare il dialogo tra i vari linguaggi visivi e le culture tecnologiche, esplorando varie modalità di cooperazione e condivisione tra professionisti dell’arte e comunità scientifiche. CYFEST riunisce artisti, curatori, educatori, ingegneri, programmatori e attivisti dei media di tutto il mondo e crea una piattaforma per la mappatura, la mediazione e la documentazione della new media art a diversi livelli regionali e internazionali.

CYFEST è uno dei pochi eventi culturali nomadi al mondo: durante l’anno, i progetti del festival vengono presentati presso le principali istituzioni culturali di tutto il mondo. Ogni anno il programma del festival comprende diversi progetti espositivi, sound art, video e programmi didattici.

Il primo CYFEST prevedeva un piccolo programma di eventi. La presentazione del festival ha preso avvio con l’installazione Silver Clouds di Andy Warhol, proveniente dal museo dell’artista a Pittsburgh (USA). Il festival ha inoltre proposto la mostra “History of the E.A.T. 1960-2000”, dedicata al laboratorio Experiments in Art and Technology degli ingegneri Billy Klüver e Fred Waldhauer e degli artisti Robert Rauschenberg e Robert Whitman. Negli anni successivi, CYFEST si è costantemente ampliato, diventando via via sempre più articolato. Dal 2007 al 2023 vi hanno partecipato oltre 350 artisti e collettivi. Tra questi, i pionieri della musica elettronica, alcuni dei musicisti sperimentali più influenti della storia degli Stati Uniti: David Rosenboom, Phill Niblock e Al Margolis; l’artista austriaco post-concettuale, curatore e teorico della Media Art, direttore dello Z.K.M. Center for Art and Media di Karlsruhe, Peter Weibel; l’artista, fondatore e caporedattore della rivista “e-flux” Anton Vidokle; l’innovativo videoartista Bjørn Melhus; l’artista concettuale e autrice delle prime installazioni totali Irina Nakhova e altri. I progetti del festival a Venezia e New York, tra il 2019 e il 2023, sono stati organizzati in collaborazione con la Kolodzei Art Foundation e hanno riunito opere di importanti artisti contemporanei del: Erik Bulatov, Ilya Kabakov, Mihail Chemiakin, Ernst Neizvestny, Francisco Arana Infante, Valentina Povarova, Lydia Masterkova, Komar e Melamid, Faith Ringgold, Chakaia Booker e altri.

Dal 2020, il CYFEST collabora con la Società Internazionale per le Arti, le Scienze e la Tecnologia (ISAST) Leonardo, contribuisce al Leonardo Journal e organizza i LASER Talks. L’ultimo numero di Leonardo, pubblicato da M.I.T. Press, contiene testi dell’artista francese di fama mondiale ORLAN, la cui opera mette in atto la più significativa metamorfosi biotecnologica e trans-personale nella storia dell’arte, e del collettivo multidisciplinare di artisti, designer e scrittori Slavs and Tatars, riconosciuto a livello internazionale.

CYFEST 15: Vulnerability comprende una serie di mostre itineranti svoltesi in tutto il mondo in importanti istituzioni culturali e pubbliche. Ha avuto luogo a Yerevan e a Miami, nel 2023, e proseguirà a Venezia e New York, nel 2024.

Nella nuova grande mostra collettiva convergono la (anti)fragilità degli spazi biologici, sociali e cibernetici, i ricordi personali e l’immaginazione scientifica, il facsimile della pioggia e l’indicizzazione, scritture semiotiche, l’esplorazione artistica della co-autorialità non umana e la connessione tra i pattern di maglieria e gli insiemi di Mandelbrot.

Il programma prevede installazioni, performance e contenuti discorsivi. Tra le proposte principali troviamo il progetto multidisciplinare Drop Tracer di Tuula Närhinen, che affronta le azioni non umane e la relazione tra le immagini e il mondo naturale. Le pelli coltivate da batteri di Ann Marie Maes indagano il potenziale scultoreo dei materiali organici e le interfacce tra l’umano e il non umano, il macroscopico e il microscopico. Tra i pionieri della Science Art, il collettivo Where Dogs Run esamina i termini degli insiemi di Mandelbrot espressi attraverso pattern di maglieria in un’installazione performativa dal vivo. Mariateresa Sartori, attraverso la tecnica del frottage, dà valore alla geologia inedita e getta luce sulla storia poco conosciuta della cava di Rosà (Vicenza). L’installazione multimediale di Elena Gubanova e Ivan Govorkov ricrea il concetto di “densità temporale” sviluppato dall’astronomo sovietico Nikolai Kozyrev. La mostra presenta anche i monotipi Re-Pressions, esposti solo in rare occasioni, dell’acclamato artista armeno Samvel Baghdasaryan (1956-2017), le opere di videoarte sperimentale di Fabrizio Plessi, le sculture in tessuto gonfiabile di Irina Korina, gli oggetti architettonici e urbanistici realizzati con LED riciclati da Alexandra Dementieva, la nuova installazione di Anna Frants e molto altro ancora.

Artisti: Samvel Baghdasaryan, Ludmila Belova, Max Blotas, Alexandra Dementieva, Alexey Dymdymarchenko, Yvetta Fedorova, Anna Frants, Elena Gubanova & Ivan Govorkov, Irina Korina, Natalia Lyakh, AnneMarie Maes, Phill Niblock & Katherine Liberovskaya, Tuula Närhinen, Nao Nishihara, Fabrizio Plessi, Mariateresa Sartori, Monica Naranjo Uribe, Where Dogs Run.

CYFEST 15 è organizzato da CYLAND International MediaArtLab. Lo sponsor generale del progetto è One Market Data. La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile dalla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, il Centro Studi sull’Arte Russa – CSAR, LEONARDO ISAST, Samvel Baghdasaryan Art Foundation, e Weave


Contatto stampa
Davide Federici
Studio associato di Davide Federici
Ufficio stampa e comunicazione
info@davidefederici.it

Venezia, TAEX, Scoletta dell’Arte: DIGITAL REFORM – A cura di Antonio Geusa

Esposta alla Scoletta dell’Arte dei Tiraoro e Battioro — la sede della Corporazione degli artigiani del XVIII secolo che producevano fili e foglie d’oro — dal 19 aprile al 15 settembre 2024, in concomitanza con la 60ª Biennale d’Arte di Venezia, la mostra proporrà un viaggio interattivo attraverso l’artigianato digitale, creando un legame diretto con l’arte del passato e coinvolgendo attivamente il pubblico attraverso il gioco. 

In occasione della 60ª Biennale Arte di Venezia TAEX presenta la mostra interattiva dedicata all’arte digitale

19.04 > 15.09.2024

Scoletta dei Tiraoro e Battioro
San Stae, Santa Croce 1980
30135 Venezia

La mostra alla Scoletta dell’Arte dei Tiraoro e Battioro durante la 60ª Biennale d’Arte di Venezia è interattiva e unisce passato e futuro, tradizione e innovazione, un viaggio attaverso le opere di noti Artisti dell’arte digitale unita ai Grandi Maestri dell’Arte classica. 

PUNTI CHIAVE: 

  • Gli Artisti: La mostra presenta opere di artisti di fama internazionale come la pioneiera dell’arte digitale Shu Lea Cheang, vincitrice del Premio LG Guggenheim 2024, MAOTIK, Funa Ye e Andrea Meregalli il filosofo artista Francesco D’Isa e il collettivo Accurat Questi artisti sono riconosciuti per il loro contributo all’intersezione tra arte e tecnologia.
  • Luogo Storico: La mostra si svolgerà presso la Scoletta dell’Arte dei Tiraoro e Battioro, sede della Corporazione degli artigiani del XVIII secolo, che tradizionalmente produceva fili e foglie d’oro. Questo luogo d’arte e storia è strettamente connesso al concept della mostra che propone un percorso interattivo attraverso l’artigianato digitale creando un legame con l’Arte del passato coinvolgendo attivamente il pubblico. 
  • Esperienza Interattiva: Gli spettatori saranno coinvolti attraverso installazioni interattive come “You Are Making Art” di Andrea Meregalli e “Errors” di Francesco D’Isa. Queste opere sfidano le concezioni tradizionali sull’arte e l’intelligenza artificiale, offrendo un’esperienza stimolante.
  • Riflessione Storico-Artistica: La mostra esplora il rapporto tra l’arte digitale e la storia dell’arte, offrendo uno sguardo critico sulle convenzioni estetiche. Opere di grandi maestri del passato saranno esposte insieme a quelle contemporanee, promuovendo una riflessione approfondita sull’evoluzione dell’arte nel tempo.
  • La mostra è un progetto di TAEX è una piattaforma di arte digitale che sta costruendo una nuova comunità di collezionisti che plasmano il futuro dell’arte. Mostrano e co-producono opere di artisti di spicco con il plauso della critica, selezionati da curatori qualificati.
  • Progetti speciali come “Vera (TAEX AI)” e “TAEX Card Game” offrono un’esperienza educativa unica, consentendo ai visitatori di interagire con l’arte digitale in modi assolutamente innovativi

Shu Lea Cheang, UKI , Digital film, 06″18′, 2023, Image courtesy of Shu Lea Cheang

Shu Lea Cheang è un’artista e regista taiwanese-americana, che lavora con net art, performance partecipative multi-player, video e installazione. Avendo un ampio background nell’attivismo artistico, il suo lavoro promuove la libertà di espressione e critica l’oppressione politica, le questioni tecnologiche e ambientali. Come artista multimediale, ha ottenuto il riconoscimento per il suo pezzo di net art BRANDON (1998-1999), la prima commissione di web art del Guggenheim Museum. Una delle commissioni più recenti e straordinarie di Cheang è la mostra personale 3x3x6 per la 58ª Biennale di Venezia (2019), dove l’artista ha rappresentato Taiwan.

MAOTIK, SUPERNATURAL, interactive installation, 2024

MAOTIK (Mathieu Le Sourd) è un artista digitale francese, che crea lavoro all’intersezione tra arte, scienza e tecnologia – ambienti immersivi, installazioni interattive, sculture architettoniche digitali e performance audiovisive. MAOTIK utilizza strumenti generativi per creare una sinergia speculare tra il mondo reale e quello digitale, codificando algoritmi inestricabilmente ispirati alla natura. Crea sculture audiovisive che possono respirare, muoversi e cambiare forma; una miscela di natura, scienza e tecnologia che porta esperienze uniche e irripetibili al pubblico. Le sue opere sono state esposte ad Art Basel, Frieze London, FIAC Paris, British Film Institute e recentemente alla Digital Art Fair di Hong Kong con TAEX. 

Funa Ye, Neo Mastr Portraits, Video, 01″19′, 2023, Image courtesy of Funa Ye

Funa Ye è un’artista cinese che esplora il rapporto tra le realtà della vita quotidiana e la connessione percepita tra autorità e vita sociale. La sua pratica studia le diverse strutture di potere, i gruppi etnici e lo spazio immaginario della propaganda che si sforza per il concetto di ‘perfezione’ all’interno di un sistema ideologico e di un paesaggio utopico. È stata artista residente presso la K11 Foundation (Hong Kong), Pro Helvetia Swiss Council 2018 Studio Residency (Berna) ed ha esposto il suo lavoro a livello internazionale.

Andrea Meregalli, You Are Making Art, People AI software and mixed media, 2024, Image courtesy of Andrea Meregalli

Andrea Meregalli è un artista e architetto italiano. Si occupa di design a diversi livelli. Ha sempre sviluppato progetti di ricerca attraverso la pittura, il disegno, le tecniche di stampa, le tecnologie digitali e la creazione di libri unici. Ha lavorato per anni senza mostrare nulla, poi, quasi per caso, ha elaborato il suo dolore e ha iniziato a rendere pubblico il suo lavoro.

Francesco d’Isa, Pearls 1, Stable Diffusion, 2024, Image courtesy of Francesco d’Isa 

Francesco D’Isa è un filosofo e artista italiano. Ha esposto le sue opere a livello internazionale in gallerie e centri d’arte contemporanea. Ha debuttato con il romanzo grafico “I.” (Nottetempo, 2011) e da allora ha pubblicato saggi e romanzi con rinomati editori come Hoepli, effequ, Tunué eNewton Compton. Tra le sue opere più note figurano il romanzo “La Stanza di Therese” (Tunué, 2017) e il saggio filosofico “L’assurda evidenza” (Edizioni Tlon, 2022). Più di recente, ha pubblicato il romanzo grafico “Sunyata” con Eris Edizioni nel 2023. Francesco è direttore editoriale della rivista culturale “L’Indiscreto” e contribuisce con scritti e illustrazioni a varie riviste, sia in Italia che all’estero.

Accurat, Data Landscapes: Venice, Pen plotter on paper, 2024, Image courtesy of Accurat

ACCURAT è una società di design data-driven con sede a Milano e a New York. Offre una varietà di servizi di design per i suoi clienti, creando visualizzazioni di dati personalizzati di alto livello e scoprendo correlazioni e tendenze nei dati estratti dalla sua piattaforma di analisi visiva geospaziale. 


TAEX è una piattaforma di arte digitale che sta costruendo una nuova comunità di collezionisti che plasmano il futuro dell’arte. Mostrano e co-producono opere di artisti di spicco con il plauso della critica, selezionati da curatori qualificati.

Da oltre 20 anni la sua missione è quella di facilitare la produzione, la circolazione e la ricezione dell’arte contemporanea. Il suo lavoro comprende l’organizzazione di conferenze e seminari, la cura di mostre e lo studio e l’insegnamento della storia dell’arte. Il suo campo di competenza è l’arte e le nuove tecnologie – ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Londra in Media Arts. In particolare, negli ultimi due anni, è stato coinvolto nella realizzazione di progetti di arte digitale. Attualmente è uno dei curatori della piattaforma TAEX, specializzata in arte digitale.  È anche l’iniziatore e curatore del festival di arte ed ecologia “Echoes of Eco” (dal 2011), del relativo “Video Art Laboratory” (dal 2016), di “Art Digital”, il primo festival di arte digitale in Russia (2005-2010), e della piattaforma di arte digitale “Techne” (2016-2020). Inoltre, ha una notevole esperienza nella cura di progetti educativi. Nel recente passato, tra le altre cose, ha lavorato come curatore aggiunto per la Tate Gallery di Londra; è stato membro della giuria e del comitato di esperti per vari premi di arte contemporanea; e ha collaborato con varie università e organizzazioni artistiche in tutto il mondo. Particolarmente noto e frequentemente citato è il suo studio sulla storia della video arte russa. Non meno importante per lui è il suo lavoro come docente e relatore. È titolare della cattedra di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università di Tomsk e collabora con varie istituzioni specializzate nell’insegnamento dell’arte contemporanea. Luoghi in cui è stato invitato a tenere un talk includono: Centre Pompidou, Parigi; Università degli studi di Milano-Bicocca, Milano; Bozar, Bruxelles, Belgio; Photographers’ Gallery, Londra.


Scoletta dell’Arte: Digital Reform
A cura di Antonio Geusa
19.04 > 15.09.2024
Opening 18 Aprile ore 16
ORARI
martedì-domenica ore 10-18
Scoletta dei Tiraoro e Battioro
Santa Croce 1980
30135 Venezia

Responsabile TAEX 
Stefanie De Regel 
stefanie@taex.com

SITO WEB e SOCIAL MEDIA 
taex.com 
instagram.com/taex_com
twitter.com/taex_com

CONTATTI STAMPA 
Cristina GATTI Press & P.R.
press@cristinagatti.it  

Alla Gypsotheca di Possagno Canova interpretato da Luigi Spina.

CANOVA QUATTRO TEMPI
Fotografie di Luigi Spina
Possagno (Tv), Museo Gypsotheca Antonio Canova
20 aprile – 29 settembre 2024

“Canova. Quattro tempi” di Luigi Spina
Aperta dal 20 aprile al Museo Gypsotheca di Possano
Si potrà ammirare sino al 29 settembre.

Dal 20 aprile al 29 settembre, il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno ospita la mostra nata dal progetto di ricerca fotografica “Canova Quattro Tempi” di Luigi Spina. Nessuna preview per la Stampa ma tutti, giornalisti e ospiti, riuniti nella cerimonia inaugurale alle ore 15:30 nel giardino del Museo.
Dopodiché porte spalancate sino al 29 settembre, con un calendario di incontri, che si sta definendo proprio in questi giorni, intorno alla mostra.

Il racconto, frutto di quattro campagne fotografiche realizzate anno dopo anno, è iniziato nel 2019 e ha dato vita ad altrettante pubblicazioni edite da 5 Continents Editions, accompagnate da testi di Vittorio Sgarbi. Il terzo volume ha di recente vinto la medaglia d’oro come miglior libro d’Arte attribuita dall’ICMA – International Editorial-Design & Research Forum. In occasione di questa esposizione esce il quarto e ultimo volume del progetto editoriale.

Per la mostra Luigi Spina ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, tra le più rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nella Gypsotheca di Possagno, proponendoli in dialogo con le opere di Canova esposte nell’Ala Gemin della Gypsotheca stessa.

Le immagini catturano l’attimo creativo dell’Artista, quello in cui l’idea si tramuta in forma e in gesso: il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

Ciascuno dei quattro racconti di Spina conduce lo sguardo attraverso la densità del gesso, fa emergere ogni possibile dettaglio e postura delle sculture, i chiodini di piombo sui gessi, i punti di repère, diventano un codice di lettura delle opere. “Il mio proposito”, afferma Spina, “è di rivendicare la contemporaneità del classico, il suo essere trasversale in ogni epoca”.

Le interpretazioni di Spina accompagnano in mostra i gessi canoviani di riferimento. Ecco le immagini delle danzatrici affiancate alla danzatrice canoviana, ritratti reali e ideali in dialogo con le rispettive fotografie, la Pace e la Maddalena del Maestro a confronto con immagini della contemporaneità.

“Queste opere”, annuncia la direttrice Moira Mascotto, “entrano a far parte del patrimonio del Museo di Possagno con l’ambizione, una volta conclusa la mostra, di dar vita a nuovi progetti espositivi con importanti istituzioni museali nazionali e internazionali con i quali siamo già in dialogo.  Il progetto diverrà così messaggero del Museo e del genio canoviano e, al contempo, farà nascere nuove virtuose collaborazioni”.

“Il progetto Canova. Quattro Tempi mi ha subito entusiasmato per diverse ragioni. In quanto figlio di uno scultore, resto ogni volta incantato dalla magia dell’indagine creativa da cui tutto ha origine, nella forma come nell’emozione che suscita”, afferma l’editore di 5 Continents Editions, Eric Ghysels. “Un processo che riporta alla mia memoria quando, da bambino, vedevo nascere per gradi un’opera plasmata dalla materia grezza. Poter osservare da vicino e contribuire a far conoscere al grande pubblico, attraverso le foto di Luigi Spina, la concretezza e l’espressività dei gessi canoviani, così pieni di vita, mi fa sentire privilegiato. Queste opere recano in sé l’incanto del concepimento, che avviene – proprio come nella vita – attraverso un susseguirsi di fasi. Un processo che paragono alla gestazione di un libro, che mi affascina, in quanto editore, perché mi permette di vivere ciò che accade “dietro le quinte”, in tutte le fasi della sua evoluzione, fino alla stampa. I volumi che pubblico sono opere in divenire, che crescono grazie anche alla competenza e alla passione di altri compagni di viaggio.”

Prosegue il sindaco di Possagno, Valerio Favero: “Voglio ringraziare l’on. Vittorio Sgarbi, 5 Continents Editions e Fondazione Pallavicino per il sostegno e la collaborazione in questo importante progetto, che attraverso la sensibilità di Luigi Spina ci farà cogliere sfumature e particolari affascinanti delle opere del Maestro, contenute all’interno del nostro museo. Sono certo che la qualità del lavoro svolto e il percorso espositivo sapranno restituire ai visitatori un’esperienza nuova e di estremo valore”.

Conclude il Presidente di Fondazione Canova, Massimo Zanetti: “Attraverso le fotografie di Luigi Spina, che valorizza e interpreta il neoclassico con uno sguardo contemporaneo, l’arte di Canova rivive in uno scatto, trasmettendo l’attimo creativo dell’artista mentre plasmava l’idea nel gesso”.

LUIGI SPINA nasce a Santa Maria Capua Vetere nel 1966.

I suoi principali campi di ricerca sono gli anfiteatri, il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, le antiche identità culturali, il confronto con la scultura classica, l’ossessiva ricerca sul mare, le cassette dell’archeologo sognatore (Giorgio Buchner). Ha pubblicato oltre venti libri fotografici di ricerca personale e ha realizzato prestigiose campagne fotografiche per Enti e Musei. Fra i volumi pubblicati, in diverse lingue e distribuiti in tutto il mondo, si citano il progetto sul Foro romano, L’Ora Incerta, Electaphoto (2014); Volti di Roma alla Centrale Montemartini, Silvana Editoriale (2019); e inoltre The Buchner Boxes (2014), Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015), Diario Mitico, Cronache visive sulla collezione Farnese (2017), I Confratelli (2020), Sing Sing, il corpo di Pompei (2020), Bronzi di Riace (2022) e Interno pompeiano (2023) tutti editi da 5 Continents Editions.

La celebre rivista MATADOR, Fabrica Madrid, gli ha dedicato la copertina e il servizio centrale del numero T.

Nel 2020 l’autorevole rivista Artribune l’ha insignito del titolo di miglior fotografo

dell’anno. Nel 2022 è stato tra i finalisti del 73° Premio Michetti per l’Arte Contemporanea e vincitore del Premio Digital Michetti. Nel 2023 gli è stato assegnato il Premio Internazionale Amedeo Maiuri per la Fotografia.


Il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno è il luogo che custodisce l’eredità storica ed artistica di Antonio Canova (Possagno, 1757–Venezia, 1822), il più grande scultore del periodo neoclassico.

Il complesso museale è composto dalla Casa natale e dalla Gyspotheca, collocata nell’originale basilica (1836) e nell’ampliamento progettato da Carlo Scarpa (1957), che raccoglie i modelli originali in gesso dai quali sono stati tradotti i marmi che oggi si trovano nei più importanti musei del mondo. Nella Casa natale sono custodite le opere pittoriche, i disegni, le incisioni e gli effetti personali dell’artista.

Il Museo offre ai visitatori numerose esperienze: dalle visite guidate ai laboratori didattici, fino alle visite notturne a lume di candela.

Dal martedì al venerdì, dalle 9:30 alle 18:00. 
Sabato, domenica e festivi dalle 09:30 alle 19:00. 
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. 
Aperture straordinarie nei giorni festivi (Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 26 dicembre). 

VISITE VIRTUALI: IL MUSEO E LA CASA DI ANTONIO CANOVA


Info e contatti
Museo Gypsotheca Antonio Canova
Via A.Canova 74, Possagno (TV)
www.museocanova.it
 
Ufficio Stampa Museo Gypsotheca Antonio Canova
Laura Casarsa  3465895956 comunicazione@museocanova.it
 
In collaborazione con:
Press and Communications
5 CONTINENTS EDITIONS srl
Erica Prous  T. +39 3471200420  studio@ericaprous.com
 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi 049.663499 simone@studioesseci.net

CEN LONG “SEMINARE SPERANZA” – In occasione della 60° Biennale di Venezia

La mostra, promossa dalla Crux Art Foundation, mette in relazione l’arte di Cen Long con il tema della Speranza e il titolo della mostra, “Seminare speranza”, mette in relazione la Speranza con il potere assoluto dell’amore suscitando narrazioni metafisiche e concettuali.

Dopo la mostra all’Accademia Delle Arti del Disegno di Firenze, la mostra a Venezia rappresenta la seconda tappa dell’Italian Cen Long Tour e la più ampia mostra realizzata in Italia.

“Al centro del mio credo artistico c’è l’imperativo di infondere vita nella tela manifestando l’essenza spirituale dell’umanità con pace e gentilezza.
Aspiro alla mia espressione artistica per rasserenarmi in mezzo alla cacofonia dell’esistenza”
Cen Long

SEMINARE SPERANZA, CEN LONG
Cen Long Italy Exhibition Tour
A cura di Metra Lin e Laura Villani

Opening ufficiale
Sabato 20 aprile, ore 18
 Brindisi a seguire
Palazzo Querini
Calle Lunga San Barnaba 2691, Venezia

Una mostra che genera sentimenti veri, profondi, che fa riflettere e lascia un ricordo. Nel senso più autentico di questa parola, poiché ricordare significa porre nel cuore e i dipinti di Cen Long arrivano al cuore. Il tema dell’esposizione, quello della Speranza, rappresenta un archetipo nelle diverse tradizioni e religioni e, al contempo, è terribilmente di attualità. Oggi più che mai accomuna il pensiero delle persone di buona volontà. Una speranza laica, a fronte del difficile momento globale che stiamo vivendo, che non rappresenta l’estrema utopica possibilità di salvezza bensì il primo indispensabile sentimento condiviso, l’agognato avvio di un cambiamento che poggia le basi sul concetto di umanità.

Il suo approccio artistico consiste in uno stile semplice, pennellate sofisticate, composizione rigorosa, colorazione stratificata e solida. Queste tecniche generano grande forza nei suoi dipinti; ogni pezzo contiene un significato più profondo sotto le sue qualità superficiali. Insieme, questi attributi esprimono valori che possono resistere alla prova del tempo e affascinare l’immaginazione. Le sue opere evocano un senso di chiarezza e serenità incoraggiando a ri-sperimentare l’estetica della tranquillità, per tornare ad uno stato più fondamentale dell’essere. Il risultato è una pittura colma di mistero, che parla ad ogni fede senza essere collegata ad un credo in particolare e ci conduce con invisibili passaggi in una condivisione delle sorti dove la bellezza è connaturata all’esistere.

“Al centro del mio credo artistico c’è l’imperativo di infondere vita nella tela e infondendo vitalità in ogni pennellata – racconta Cen Long che si distingue e mantiene una profonda originalità rispetto all’arte contemporanea cinese, soprattutto nella pittura – Questa vitalità, caratterizzata da una manifestazione sfumata di essenza spirituale e cognitiva, riflette la mia convinzione nell’affinità fondamentale dell’umanità con la pace e la gentilezza. Alla luce di ciò, aspiro alla mia espressione artistica per calmarmi come un flusso serenamente chiaro in mezzo alla cacofonia dell’esistenza”.

La mostra si propone proprio per la profondità dei significati di innescare una serie di importanti considerazioni che daranno luogo a incontri con importanti relatori che si succederanno da aprile a novembre nei mesi di programmazione della mostra.


MASTER CEN LONG
Cen Long rappresenta, secondo gli intellettuali cinesi per le sue implicazioni filosofiche, l’artista più prestigioso della Cina, il regno di mezzo Chung-kuo, e la sua mostra costituisce un’occasione di riflessione sempre protesa alla speranza. 

SPERANZA
La Speranza, il solo bene comune a tutti gli uomini, e anche coloro che non hanno più nulla la possiedono ancora, può trovare nel titolo dato dal papa al Giubileo, Pellegrini di Speranza, un momento di sincretismo e collegamento tra religioni.

DANTE
Nell’opera di Cen Long troviamo molti elementi presenti nel Purgatorio di Dante. Il Purgatorio in terra dei personaggi rappresentati nei dipinti del Maestro cinese, sono persone umili, intente spesso alle proprie dure attività lavorative che affrontano con fierezza. Nei loro volti la forza della speranza come nel cammino dantesco verso una condizione migliore.

OCEANO
Cen Long è particolarmente sensibile al tema della natura che non è una proprietà dell’uomo ma dove esso rappresenta una delle sue meravigliose creature. In questa visione Venezia è la città simbolo poiché rappresenta tutta la fragilità del pianeta e al contempo deve essere un luogo di riferimento per trovare le migliori soluzioni per un rinnovato spirito di cura e sostenibilità. L’oceano e i mari, la porzione più ampia del Pianeta, rappresentano poi la risorsa più importante per tutte le creature del globo, e il luogo dove l’azione per guidare la transizione ambientale del presente e del futuro è indispensabile. Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 non può prescindere dalla tutela degli oceani. In una visione unitaria e sovranazionale di adeguata salvaguardia degli spazi marittimi e della risorsa marina per una effettiva e consapevole transizione ecologica.

MARCO POLO
Marco Polo, contemporaneo di Dante, alla cui opera con particolare riferimento al Purgatorio era collegata tematicamente la mostra di Firenze, nei suoi settecento anni di celebrazione nel 2024, se vede il celebre Veneziano andare nel Catai vede ora Cen Long approdare a Venezia per la quinta volta. Se temporalmente sono molto lontani, entrambe vivono il destino di vivere lontani dalla propria patria o, nel caso di Cen Long, esuli in Patria per la sua decisione di vivere in totale solitudine in uno spazio abitato dalle sue tele, dai suoi libri e dalla sua musica. Accomunati dalla speranza e l’auspicio di un Mondo senza frontiere e conflitti.


INFORMAZIONI
PALAZZO QUERINI – CALLE LUNGA SAN BARNABA 2691, VENEZIA
Dal 20/04 al 24/11/2024 Ingresso libero – Orari 11.00-19.00 – Martedì chiuso
Opening: 20 aprile a partire dalle ore 18.00
Partners: Fondazione Ugo e Olga Levi, Accademia delle Belle Arti di Venezia, Crux Art Foundation, Studio Laura Villani

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Descrizione generata automaticamente

     Ufficio stampa: Davide Federici info@davidefederici.it