Venezia: Milena ZeVu. Silent Supper

In concomitanza con la 60esima Biennale d’Arte di Venezia, l’artista Milena ZeVu presenta per la prima volta al pubblico il progetto Silent Supper, in una retrospettiva ospitata nell’antico quartiere veneziano di Castello. La mostra, curata da Nina Vagic, sarò inaugurata il 17 aprile, presso lo spazio espositivo di Venice Art Projects al 994 di Fondamenta S. Anna, e resterà aperta fino a Novembre 2024.

Milena ZeVu. Silent Supper
A cura di Nina Vagic
In collaborazione con Dot in Circle


Inaugurazione mercoledì 17 Aprile 2024, ore 18,30
Preview martedì 16 Aprile 2024, ore 18,00

Ambientato 60 anni nel futuro, Silent Supper si sviluppa come un suggestivo lavoro video della durata di 10 minuti. Nato come registrazione dal vivo di una performance realizzata dall’artista nel 2023, il progetto esplora le implicazioni dell’Intelligenza Artificiale avanzata sull’esistenza umana. L’anno rappresentato è il 2084, e il video si concentra sulla rappresentazione di una mensa. L’artista si presenta in un’azione corale circondata da 11 performer, che insieme a lei partecipano ad una cena restando completamente in silenzio per tutto il tempo.

Al centro della sua indagine ZeVu colloca una riflessione sulla tecnologia avanzata e il suo ruolo nei rapporti umani. Nonostante l’artista sostenga lo sviluppo di tecnologie come l’IA e ne colga i valori positivi, è ugualmente preoccupata per la sua implementazione non regolamentata e il potenziale impatto sulla creatività umana, sui valori, sul benessere economico e spirituale, e sul nostro senso complessivo di scopo.

La curatrice e critica d’arte Nina Vagic ha dichiarato: “Ciò che colpisce particolarmente in questo lavoro è l’assenza di comunicazione verbale, poiché gli attori sono incoraggiati a connettersi nel silenzio. Questa interazione silenziosa esemplifica splendidamente la socialità innata degli esseri umani e la natura spontanea del legame umano che urge essere preservato. L’artista ci invita a interrogarci sul prezzo che paghiamo adattandoci al paesaggio tecnologico in continua evoluzione. ‘Silent Supper’ ci spinge a riflettere sulla possibilità di trovare un equilibrio armonioso tra l’abbracciare il progresso tecnologico e la preservazione del nucleo della nostra umanità”.

ZeVu ha condiviso la sua visione sull’opera: “Scollegati dalla natura nelle nostre vite frenetiche e rumorose, bombardati di informazioni, abbiamo perso il nostro scopo e una percezione più profonda di noi stessi. Le nostre voci si assopiscono nella folla e diventano irrilevanti… diventiamo una massa disciplinata, lontana da individui illuminati. Il silenzio è il primo passo nel nostro viaggio verso noi stessi.”

La mostra Silent Supper rimarrà aperta al pubblico da aprile a novembre 2024 presso lo spazio Venice Art Projects al 994 di Fondamenta S. Anna, Castello (Venezia).

Milena ZeVu è un’artista concettuale multimediale, nata a Belgrado, dove si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti. Come artista è attiva dal 2001. Il suo lavoro creativo include performance, opere video, nonché dipinti e sculture.
Milena è la creatrice del concetto di ArtWalks, in cui sperimenta con varie tecniche e forme d’arte, tramite body art, installazioni, opere video, fino alle performance pubbliche e all’uso delle ultime tecnologie. L’espressione creativa di Milena va oltre i confini convenzionali, assumendo anche il ruolo di libero pensatore e attivista. Attraverso l’esplorazione di temi fondamentali e interrogativi intriganti, affronta le domande e i temi essenziali che plasmano la nostra vita quotidiana. Utilizzando la sua arte come strumento, ridirige la nostra attenzione verso gli aspetti cruciali dell’esistenza umana.

www.milenazevu.com | IG: @milena.zevu


Milena ZeVu. Silent Supper
A cura di Nina Vagic
17 Aprile – 24 Novembre
Venice Art Projects, 994 Fondamenta S. Anna, Castello, Venezia
Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 12.00 alle 19.00
www.silentsupper.com

Contatti per la stampa:
Carlotta Mazzoli – info@bwcontemporary.it

4^ Biennale Disegno Rimini – Rimini sommersa al Grand Hotel

Il fascino del Grand Hotel offre la cornice ideale per l’esposizione “Rimini sommersa” con le opere fantascientifiche di Samuele Grassi, illustratore riminese tra i protagonisti della quarta edizione della Biennale del Disegno di Rimini dal 4 maggio al 28 luglio, diretta da Massimo Pulini.

4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
RIMINI SOMMERSA
I disegni subacquei di Samuele Grassi
Rimini, Grand Hotel di Rimini
4 maggio – 28 luglio 2024

A cura di Sabrina Foschini

La “Rimini sommersa” di Samuele Grassi è una città allagata, un’Atlantide a metà, dove parte delle costruzioni ancora affiorano in superficie, mentre la base dei monumenti e delle strade è abitata da creature preistoriche o mostruose, per effetto di un disgelo globale, un futuro distopico dove la catastrofe è resa nella leggerezza divertente del fumetto. Sopra e sotto la superficie dell’acqua si possono intravedere le costruzioni identitarie della città, come il Tempio Malatestiano, il ponte di Tiberio o elementi della nostra storia balneare e contemporanea quali il Rock Island o il centro Flaminio. Dal suo luogo natale, che sarà oggetto della mostra, l’artista riminese ha recentemente avviato un itinerario italiano di città sommerse, in un ideale viaggio fantastico tra passato e futuro, tra storia e immaginazione.

Questo viaggio a disegni, di Samuele che nei suoi ultimi incarichi ha anche realizzato la mappa della città per il libro “80 Rimini” di Maurizio Maria Taormina, ed. Bookstones e le copertine della rivista di architettura “The Book” di A+Studio, non poteva che partire dal Grand Hotel, un edificio mitico della vacanza, catalizzatore di sogni e di memorie illustri.


Samuele Grassi: Jurassic Rimini, 2022

12 mostre, presenze internazionali, mostre storiche e il Cantiere Disegno

Dai taccuini di Felice Giani a quelli di Mattotti, dagli acquerelli settecenteschi al Novecento di Thayaht, dalle incisioni di Piranesi ai disegni di Morandi, Fontana, Fautrier per giungere agli artisti contemporanei – Torna a Rimini la Biennale del Disegno con la quarta edizione dal titolo: “Ritorno al Viaggio, dal Grand Tour alla fantascienza” che, dal 20 aprile al 28 luglio, apre 12 mostre in contemporanea – Protagonisti i luoghi simbolo della città: dal Museo della città a Castel Sismondo, dalla Biblioteca Gambalunga al Palazzo del Fulgor, al Grand Hotel.

Dopo la parentesi causata dal Covid-19, torna a Rimini la Biennale del Disegno, organizzata dal Comune di Rimini.

Questa quarta edizione, dal titolo “Ritorno al Viaggio, dal Grand Tour alla fantascienza”, si terrà dal 20 aprile al 28 luglio, con il suo format di mostre dislocate nelle diverse sedi istituzionali: Museo della Città, Biblioteca Gambalunga, Palazzo del Fulgor e Castel Sismondo. Inoltre il Circuito Open, espressione del dialogo diretto e interagente con la città e il suo territorio, che comprende altre esposizioni in spazi privati e pubblici (gallerie, studi d’artisti e d’architettura, librerie).

12 mostre in contemporanea espongono 1.000 disegni che provengono dall’Accademia Reale di San Fernando di Madrid e dai Fonds Regionale d’Art Contemporain de Picardie, da importanti collezioni private come i disegni di Morandi, Fontana e Fautrier, che spaziano dai taccuini di viaggio di Felice Giani a quelli di Lorenzo Mattotti dalle incisioni di Piranesi al Novecento di Thayaht. E ancora dai Carteles del cinema cubano ai disegni del primo film d’animazione italiano “La Rosa di Bagdad” per giungere agli artisti contemporanei che espongono nel Cantiere Disegno.

Il tema di questa edizione, curata da Massimo Pulini, è il Ritorno al viaggio come esito e ispirazione, ma anche come registrazione e contaminazione dal presente al passato. Quel che hanno prodotto gli artisti in questo tempo epocale, ma anche quello che, nei secoli passati, hanno espresso grazie ai viaggi, come durante la stagione del Grand Tour (il lungo viaggio nell’Europa continentale intrapreso dai ricchi dell’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere) preso a stella polare di questa ripartenza della Biennale.

La formula dell’evento è quella già sperimentata nelle precedenti edizioni, composta da un corollario di esposizioni parallele e congiunte, incontri con specialisti, studiosi e giornalisti, reading, conferenze, performance, lezioni, art talk, atelier didattici attorno al disegno in tutte le sue accezioni.


Info: www.biennaledisegnorimini.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 | Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
Ufficio Stampa Comune di Rimini
Tel. 0541 704262 | ufficio.stampa@comune.rimini.it
 
Ufficio stampa Apt Servizi Emilia-Romagna
Tatiana Tomasetta, cultura@aptservizi.com

Roma, Palazzo Bonaparte: dal 16 maggio la mostra “Vincent Peters. Timeless Time”

Dopo il grande successo riscosso a Palazzo Reale di Milano e a Palazzo Albergati di Bologna, il prossimo 16 maggio arriva a Palazzo Bonaparte di Roma una delle mostre fotografiche più visitate dell’anno: “Timeless Time” è un viaggio tra gli scatti iconici e senza tempo del fotografo Vincent Peters che, fino al 25 agosto 2024, presenta una selezione di lavori in bianco e nero in cui la luce è protagonista nel definire le emozioni e raccontare le storie dei soggetti ritratti e della loro intima capacità di riflettere la bellezza.

Dal 16 Maggio TIMELESS TIME di VINCENT PETERS a Palazzo Bonaparte.

Arriva a Roma la mostra con gli scatti del fotografo di fama internazionale
che ha reso immortali celebrities, brand e campagne pubblicitarie in tutto il mondo.

Christian Bale, Monica Bellucci, Vincent Cassel, Laetitia Casta, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, David Beckham, Scarlett Johansson, Milla Jovovich, John Malkovich, Charlize Theron, Emma Watson e Greta Ferro sono solo alcuni dei personaggi famosi i cui ritratti sono esposti a Palazzo Albergati.
Scatti realizzati tra il 2001 e il 2021 da Vincent Peters che, usando un’illuminazione impeccabile, eleva i suoi soggetti a una posizione che spesso trascende il loro status di celebrità.

Se è vero che la moda deve parte del suo fascino alla fugacità, al suo passare di moda, Vincent Peters cerca di forzare questo automatismo creando fotografie che escono dal tempo.
La mostra a Palazzo Bonaparte cerca di raccontare questo filo rosso, lo sguardo umanistico di un fotografo che ha fatto sua tutta la nostra tradizione occidentale ed italiana. Ritratti di donne e uomini, personaggi noti, frammenti di una storia che dura oltre lo scatto fotografico, come fosse un film. Classici e moderni, angelici e torbidi come le madonne ed i signori ritratti dai pittori. Visioni iconiche, in bianco e nero, senza tempo. Fotografie che, come le opere d’arte della città eterna, non esauriscono ciò che hanno da dirci e durano per sempre.

La mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Nobile Agency ed è curata da Maria Vittoria Baravelli.
La mostra vede come main sponsor Credem Euromobiliare Private Banking, come sponsorMercedes-Benz Italia e Cantine Ferrari Trentomobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale e hospitality partner Hotel Eden – Dorchester Collection.

Vincent Peters nasce a Brema, in Germania, nel 1969 e all’età di vent’anni si trasferisce a New York per lavorare come assistente fotografo. Tornato in Europa nel 1995, ha lavorato per diverse gallerie d’arte e su progetti personali e nel 1999 ha iniziato la sua carriera presso l’agenzia di Giovanni Testino come fotografo di moda.
Negli anni Vincent Peters si specializza nei ritratti di celebrità, scattando campagne leggendarie per riviste di tutto il mondo, distinguendosi con il suo stile cinematografico.
Il suo portfolio comprende lavori per brand come Armani, Celine, Hugo Boss, Adidas, Bottega Veneta, Diesel, Dunhill, Guess, Hermes, Lancome, Louis Vuitton, Miu Miu, Netflix, solo per citarne alcuni. Le sue opere sono state esposte in gallerie d’arte internazionali tra cui, ad esempio, Camera Work a Berlino, Fotografiska a Stoccolma e il prestigioso Art Basel in Svizzera.


Date al pubblico
16 maggio – 25 agosto 2024

Orario apertura
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00
La biglietteria chiude alle ore 19.00

Biglietti
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 06 87 15 111
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Il PADIGLIONE DELLA REPUBBLICA DEL CAMERUN alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Dopo l’esordio del 2022, la Repubblica del Camerun torna protagonista alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, con il progetto “Nemo propheta in patria”, che vede invitati 5 artisti camerunesi e 8 artisti internazionali, provenienti da Italia, Germania, Olanda, Francia, Colombia e Cina.
Gli artisti di casa sono Jean Michel Dissake, Hako Hankson, Kendji & Ollo Arts, Patrick-Joël Tatcheda Yonkeu, Guy Wouete mentre la compagine internazionale vede esporre Angelo Accardi, Julia Bornefeld, Cesare Catania, Adélaïde Laurent-Bellue, Franco Mazzucchelli, Rex and Edna Volcan, Giorgio Tentolini e Liu Youju.

Padiglione della Repubblica del Camerun
alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
 
Venezia, Palazzo Donà dalle Rose
Fondamente Nove, 5038
 
20 aprile – 24 novembre 2024
 
Titolo
NEMO PROPHETA IN PATRIA
 
Artisti
Jean Michel DISSAKE, Hako HANKSON, KENDJI & OLLO ARTS, Patrick-Joël TATCHEDA YONKEU,
Guy WOUETE, Angelo ACCARDI, Julia BORNEFELD, Cesare CATANIA, Adélaïde LAURENT-BELLUE, Franco MAZZUCCHELLI, Rex and Edna VOLCAN, Giorgio TENTOLINI, Liu YOUJU
Commissario
Serge Achille Ndouma
 
Curatori
Sandro Orlandi Stagl, Paul Emmanuel Loga Mahop
 
Apertura per la Stampa: 17-18-19 aprile, orario 10 – 19
Cerimonia di inaugurazione: giovedì 18 aprile, ore 17 fino alle ore 21

Il Padiglione è ospitato presso Palazzo Donà dalle Rose, da anni ormai sede di Padiglioni Nazionali di Biennale dai coniugi Francesco e Chiara Donà dalle Rose e dalla loro omonima fondazione privata.
Dopo aver portato alla Biennale nel 2022 la prima mostra ufficiale di NFT, il Padiglione della Repubblica del Camerun è il primo a realizzare un’esposizione Carbon Net Zero,agendo in due direzioni complementari: si applicheranno delle politiche di riduzione delle emissioni e di riutilizzo dei materiali e, alla fine dell’esposizione, misurando ogni aspetto relativo alla mostra e utilizzando gli standard GHG, si calcoleranno le emissioni di CO2 comunque emesse e si compenseranno con piantumazione certificata facendo nascere una nuova foresta in Camerun.

Il progetto espositivo, ispirato al titolo della Biennale “Stranieri ovunque” ha spinto il commissario Serge Achille Ndouma e i curatori Paul Emmanuel Loga Mahop e Sandro Orlandi Stagl, ad approfondire un tema che trova diffusione ovunque e caratterizza ogni epoca. Il detto latino “Nemo propheta in patria” (Nessuno è profeta in patria) infatti evidenzia la circostanza per cui raramente una persona gode di prestigio e riconoscimento nel luogo in cui è nata e dove tutti la conoscono. Al contrario, è più probabile che ciò accada altrove, tra estranei. In questo contesto, un profeta è semplicemente una persona incompresa dai suoi contemporanei e connazionali a causa della sua natura dissonante. Questa figura si distingue per qualcosa, non necessariamente a livelli estremi o di genialità, ma per la sua capacità di guardare oltre, di vedere ciò che gli altri non vedono, di anticipare i tempi e di pensare in modo divergente dalla massa. È per questo motivo che viene spesso frainteso, specialmente nella sua comunità d’origine, dove c’è una maggiore aspettativa di conformità alle “norme” del gruppo.

Ci sono numerosi casi storici in cui individui illuminati hanno dovuto cambiare paese a causa dell’opposizione alle proprie idee o convinzioni, oppure hanno ottenuto riconoscimento solo dopo la morte. L’arte è stata sempre all’avanguardia nel superare le discriminazioni e nel diffondere idee in ogni ambito sociale e geografico.

In sintesi, il detto latino riflette una verità universale sulla difficoltà che molti innovatori incontrano nel farsi apprezzare e comprendere nel proprio ambiente nativo, dove spesso dominano le aspettative di conformità.

Nell’ambito di una Biennale dedicata agli stranieri e alle loro diaspore, il Padiglione Nazionale della Repubblica del Camerun porta all’attenzione internazionale alcuni artisti camerunesi e internazionali, fuori dal loro contesto nativo, ma coinvolti in un progetto di ampie vedute. Il progetto celebra in generale coloro che hanno dovuto lasciare la propria comunità alla ricerca di lavoro, attenzione e forse successo altrove. Milioni di migranti hanno affrontato questa situazione in tutte le epoche, e si può affermare che nessuna nazione sia stata risparmiata, sia per aver alimentato questo fenomeno sia per averlo subìto.

Il Padiglione della Repubblica del Camerun si presenta come il “padiglione delle meraviglie”, dove i progetti di artisti locali e internazionali si mescolano per celebrare il coraggio di chi non ha mai abbandonato le proprie idee, indipendentemente dal riconoscimento ottenuto a livello locale, guardando con ambizione verso un orizzonte internazionale meritato.

Un Padiglione in cui le differenze sono considerate una ricchezza e dove nessuno si sente uno “straniero”.

Durante il periodo di apertura, Il Padiglione della Repubblica del Camerun, insieme alla Fondazione Donà dalle Rose, organizzerà numerosi eventi che vedranno la partecipazione di artisti internazionali tra cui il cipriota Alexandros Yorkadjis, la scandinava Sonia Cristoph, l’inglese Tony d’Amico e l’americano David Sirota, oltre alle voci tutte italianissime di Alice Valenti, Marzia Ratti, David Berkovitz e Gianluca Balocco. Un programma di eventi ad alto impatto culturale, che si preannuncia denso di sorprese ed emozioni.

Il Padiglione è realizzato grazie al supporto della Fondazione Donà dalle Rose, BIAS Institute, The Doge Venice Red Carpet, Cometh, in collaborazione con Massimo Scaringella.


Info labiennale.org
 
Ufficio stampa Padiglione
StudioBegnini – Ufficio stampa
Roberto Begnini con Chiara Celsi | Federica Artusi | Maurizio Curtarelli
Tel. +39 348 4105409 (Whatsapp) | +39 328 6975261 | info@studiobegnini.it |studiobegnini.it
 
Ufficio stampa Fondazione Donà dalle Rose
Giordana Sapienza | tel. +39 342 8538791 | press@fondazionedonadallerose.org

Dal 16 al 21 Aprile a Venezia, Ghost Over Banksy “ALIVE”

Ghost over Banksy è un progetto nato dalla visione di Anderson Tegon, founder di Pepper’s Ghost, che ha creato alcune delle più dirompen8 realizzazioni di arte immersiva del momento e che nel 2020 ha per la prima volta animato digitalmente il celebre stencil veneziano di Banksy.

GHOST OVER BANKSY
“ALIVE”

Dal 16 al 21 Aprile, in occasione della 60° Biennale Arte di Venezia,
Anderson Tegon e Pepper’s Ghost x Banca Ifis fanno vivere l’opera
Ghost Over Banksy “ALIVE”.

Ghost over Banksy ha esplorato la possibilità di animare le opere d’arte esistenti dando loro una vita nuova e una profondità di lettura terza, immersiva e visionaria. Uscendo di notte, invisibile a tutti e fruibile solo online con un famoso video diventato virale (link video) Ghost over Banksy ha di fatto creato la digital street art combinando la forza delle tecnologie, l’arte dei graffiti e potenziando l’opera materiale con un intervento immateriale. Scegliendo come tela uno dei capolavori di arte di strada più celebri al mondo, il “Migrant Child” di Banksy a Venezia, Anderson ha vinto il premio il BEST EVENT AWARD come miglior evento per la sensibilizzazione sulle tematiche sociali dell’anno e diventando uno dei video di digital art più visti al mondo.

Il tema è la salvezza, ma anche la salvaguardia. Successivamente Pepper’s Ghost, notato lo stato di degrado in cui versa lo stencil originale, ha creato una seconda versione: Ghost Saves Banksy, portando l’anima della Migrant child in cerca di salvezza a Milano, proiettata fuori scala sulla facciata della Stazione Centrale. Qui l’obiettivo era denunciare il degrado e sollecitare una qualsiasi azione di salvaguardia dell’opera.

Banca Ifis, da sempre molto sensibile all’arte per visione e iden8tà, ha quindi deciso di prendersi cura dell’opera acquistando l’immobile e finanziandone il restauro. Si tratta di un progetto visionario che non solo garantisce la salvaguardia della Migrant Child, ma che regala a tutti i visitatori della Biennale Arte 2024 un’esperienza immersiva da vivere nella prima visione mondiale di Ghost Over Banksy ALIVE.

How crazy is it

To bring

Ghost Over Bansky “ALIVE”

PEPPER’S GHOST

Pepper’s Ghost è un Immersive Mutlimedia Studio a Milano e Dubai, cos8tuito da un collettivo di digital artist, graphics engineer e project manager. Alla guida, Anderson Tegon, fondatore e Art Director, che persegue lo scopo di usare la creatività utilizzando le più innovative tecnologie esistenti per realizzare mostre immersive, performance di digital art e creare esperienze totalizzanti senza alcun limite di luogo, spazio o dimensione. Con Aura | The Immersive Light Experience alla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2021 e con ANIMA nel 2022 ospite dell’MOTN Festival di Abu Dhabi, ha cambiato il conce*o di mostra e di immersività. Dopo il successo di Ar8ssima a Torino in collaborazione con Jaguar Italia con l’opera An Alchemic Experience by Jaguar, ecco ARIA | The Breath Immersive Experience per il Balloon Museum.

ANDERSON TEGON

Anderson Tegon è fondatore e art director di Pepper’s Ghost. Nato in Brasile nel 1985, è cresciuto a Peseggia, tipico paese della provincia di Venezia. Dopo una vita nel basket, ha poi viaggiato tra Cina, Stati Uniti, Londra e Parigi, luoghi che lo hanno contaminato e formato creativamente. Ha trovato nell’arte digitale la sua naturale espressione per creare esperienze ed emozioni. 


GHOST OVER BANKSY “ALIVE”
Campo Santa Margherita – Campo Sant’Aponal, Venezia 
Show 8me: dal 16 al 21 aprile 2024 | h 21.00 – 23.30
Per maggiori informazioni: Sara Vangelista sara@peppersghost.it

Ufficio stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, tel. 049663499; simone@studioesseci.net

Messina, FORO G gallery: grande successo del vernissage della mostra “MAVARE il potere del femminile” 

È stata inaugurata il 12 Aprile la nuova mostra della FORO G gallery “MAVARE il potere del femminile” a cura di Roberta Guarnera e Mariateresa Zagone.

22 Opere che riflettono sulla tematica ( suggerita dall’omonima open call) delle Mavare: del loro potere femminile, del loro sapere, del loro profondo senso di guarigione e la cui opera vincitrice è stata Elisa Zadi. Una visione quella degli artisti territoriale, popolare/antropologica, mitololgica, del femminile.

In mostra fino al 20 Aprile: Giulia Bartoccelli, Laura Bruno, Miriana Cantarella, Amalia Caratozzolo, Carmen Cardillo, Angelo Carmisciano, Marisa Casaburi, Anna Di Leo, Chiara Fronterrè, Pupi Fuschi, Federica Gonnelli, Roberta Guarnera, Adelisa Lo Conte, Sara Lovari, Michela Magazzù, Tiziana Menegazzo, Marina Pace, Rita Palla, Veronica Ratselli, Graziella Romeo, Vittoria Spina, Elisa Zadi.


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)
Instagram: @forog.gallery

Jesolo, JMuseo: dal 24 aprile la mostra “Banksy&Friends: l’arte della ribellione”

Dal 24 aprile la città di Jesolo accoglierà nelle sale del JMuseo una mostra unica nel suo genere: Banksy&Friends: l’arte della ribellione, la mostra che racconta la contemporaneità attraverso gli occhi di alcuni tra i più influenti artisti viventi.

Dal prossimo 24 aprile il nuovissimo JMuseo di Jesolo accoglierà oltre 90 opere tra le più irriverenti e controcorrente dell’arte contemporanea.

Banksy, ma anche Jago, TvBoy, Takashi Murakami, Liu Bolin, David LaChapelle e molti altri: artisti celebri e celebrati in tutto il mondo riuniti in una mostra straordinaria e dedicata all’arte del nostro presente, con opere iconiche e linguaggi compositivi in grado di giungere dritto al cuore di tutti.

Con le sue oltre 90 opere, la mostra rappresenta una summa di quella che è l’arte contemporanea oggi, presentando al pubblico i lavori di artisti amatissimi come Banksy, Jago, TvBoy ma anche di altri nomi celebri e conosciuti a livello internazionale: da Liu BolinDavid LaChapelle, Takashi MurakamiMr BrainwashObey fino ai noti italiani Angelo AccardiLAIKAMaPoLaurina PaperinaPAUNello PetrucciAndrea Ravo MattoniRizek e Giuseppe Veneziano.

Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà contemporanea che ci appartiene.

Curata da Piernicola Maria Di Iorio e con 90 opere, la mostra racconta storie “controcorrente”, ci parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Quello che è sicuro è che il messaggio non è mai banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove. Hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti ribelli con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei e centri d’arte contemporanea.

La mostra è prodotta dal Comune di Jesolo e organizzata da Piuma e Arthemisia.


Sede
J MUSEO
Via Aldo Policek
30016 – Jesolo (VE)
Date al pubblico
24 aprile – 15 settembre 2024
Biglietti
Intero 12,00 €
Ridotto 10,00 €

Info su orari, eventi e biglietti e prenorazioni
www.comune.jesolo.ve.it
www.jmuseo.it
info@jmuseo.it | T. +39 0418 627167

Social e Hashtag ufficiale
BanksyJesolo
@jmuseojesolo
@arthemisiaarte

Ufficio stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 6938030

Inaugurazione della mostra LA PRIMAVERA dal Castello di Duino alla Portopiccolo Art Gallery

Da due giornate d’immersione nell’atmosfera magica e senza tempo del Castello di Duino, tenutesi in occasione della quindicesima edizione di Primavera al Castello – artisti en plein airnasce la mostra di dipinti “La Primavera” / dal Castello di Duino alla Portopiccolo Art Gallery, che si inaugura sabato 13 aprile, alle ore 19.00.

PORTOPICCOLO ART GALLERY – SISTIANA (TS)
SABATO 13 APRILE 2024 alle ore 19.00
Inaugurazione Mostra dipinti / Sezione Territorio

LA PRIMAVERA
dal Castello di Duino alla Portopiccolo Art Gallery
in collaborazione con Casa C.A.V.E., Circolo Duinate / Primavera al Castello, Comune Duino Aurisina – Devin Nabrezina

Organizzata dall’Associazione Casa C.A.V.E.in collaborazione con il Circolo Duinate / Primavera al Castello e il Comune Duino Aurisina – Devin Nabrezina, la mostra è il secondo appuntamento d’arte, inserito nella Sezione Territorio della Gallery, dopo la fortunata esposizione “SobivanjeConvivenza”, collettiva di giovanissimi artisti del Centro per la fotografia e l’arte iManaLAB di Nova Gorica.

L’esposizione – visitabile a ingresso libero fino al 5 maggio, dal venerdì alla domenica (dalle 17 alle 20 venerdì e sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 la domenica) e su appuntamento chiamando il n. 3386045489 o via email a portopiccoloartgallery@gmail.com – è il risultato della gioiosa creatività e del lavoro di numerosi artisti: 16 le opere che il comitato artistico, formato da Fabiola Faidiga, Massimo Premuda e Jasna Simoneta, ha selezionato, in linea con la ricerca contemporanea e che formano il cuore della nuova esposizione.  Le opere in mostra sono di Nadia Bencic, Luisia Comelli Luìs, Ornella Dobetti, Marisa Ferluga, Lorenza Fonda, Helena Kenda, Helena PetrovČiČ, Monica Porro, Loredana Riavini, Angela Romita, Nicola Santini, Mima Semec, Elisabetta Ziani. Per il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, opere di Adele Paganotto, Inva Tafa e Teodora Tautkutè.

Oltre ai dipinti selezionati per la mostra, nella sala principale della galleria, viene presentata una selezione di opere contemporanee di alcuni artisti che hanno esposto a Portopiccolo negli anni precedenti.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024

Dal 13 aprile al 13 luglio 2024 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ospita FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024, progetto espositivo che nasce dalla lunga ricerca condotta dalla curatrice Fabiola Naldi intorno al percorso intellettuale di Francesca Alinovi (Parma, 1948 – Bologna, 1983), ricercatrice, critica militante e attenta studiosa dei fenomeni creativi più sperimentali emersi negli anni Settanta e Ottanta, la cui breve e originale parabola ha lasciato un segno incancellabile nella critica d’arte della seconda metà del Novecento.

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
A cura di Fabiola Naldi

13 aprile – 13 luglio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna 

Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna

Inaugurazione

sabato 13 aprile h 16.00
con set sonoro curato da NEU RADIO

L’inaugurazione si svolge sabato 13 aprile 2024 alle h 16.00, con un set sonoro curato da NEU RADIO, media partner della mostra.
A precedere l’inaugurazione, nello stessa giornata di sabato 13 aprile 2024, alle h 15.30, si tiene la cerimonia di intitolazione a Francesca Alinovi del passaggio pedonale che inizia da via del Porto e attraversa il Giardino del Cavaticcio adiacente alla sede del museo. Saranno presenti il sindaco Matteo Lepore, la delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana Elena Di Gioia e il direttore del MAMbo Lorenzo Balbi.

L’esposizione nasce dalla volontà di ricordare il quarantesimo anniversario di Arte di frontiera. New York Graffiti, mostra ideata da un progetto di Francesca Alinovi la quale fu in grado di riconoscere nell’originaria forza spontanea dei writers, osteggiata dai promotori del decoro d’ordinanza delle città occidentali, una carica vitalistica mai riscontrata in altri movimenti.

Mi permetto di inviarle un mio progetto di mostra a cui penso da molto tempo (dovrei dire meglio: a cui sono molto affezionata!) – scrive Alinovi in una lettera datata 28 settembre 1982 all’allora direttore della Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, Franco Solmi – […] Tale progetto si riferisce alla nuova situazione giovane americana, quella tanto per intenderci, legata al graffitismo che tanto successo sta avendo a livello teorico e di idee e che non è ancora stata commercializzata (anche se, c’è da giurarlo, lo sarà prestissimo). Si tratta insomma della cosiddetta arte di frontiera, […] una specie di pittura, cioè, a metà tra l’arte e l’illustrazione, il quadro e il graffito, fra lo spontaneismo e la citazione dotta, la sensibilità occidentale e quella terzomondista. Gli artisti a cui penso (e che sono grosso modo quelli elencati nei miei articoli: Keith Haring, Kenny Scharf, Ronnie Cutrone, Donald Baechler, John Ahearn, Houston Ladda più i graffitisti propriamente detti come Futura 2000, Fred dei Fabolous Five, Crash, ed eventualmente altri), sono tutti giovanissimi, per il momento facilmente accessibili, corteggiatissimi da direttori di museo e da mercanti. […] Insomma credo che il momento sia buono per mettere in mostra una situazione inedita che farà tanto e tanto parlare”.
Arte di frontiera. New York Graffiti inaugurò nel marzo del 1984 alla Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, alla presenza del direttore Franco Solmi, del Comitato direttivo rappresentato da Renato Barilli, Flavio Caroli, Anna Maria Matteucci, Concetto Pozzati, Tommaso Trini e Italo Zannier, e degli artisti arrivati direttamente dalla frontiera nord americana del Bronx. L’unica a non esserci fu proprio Francesca Alinovi, scomparsa violentemente il 12 giugno 1983.
L’esposizione, realizzata riprendendo gli appunti, le suggestioni e la documentazione dei viaggi americani di Francesca Alinovi, rappresenta una delle prime mostre europee sul Writing in un periodo in cui il fenomeno non era ancora del tutto conosciuto nel continente.

Fabiola Naldi scrive: “Sono passati più di 40 anni da quando Francesca Alinovi iniziò a scrivere di graffiti intravedendo nel concetto di frontiera l’evanescenza dei confini e nella contaminazione estetica una nuova Avanguardia. Negli anni in cui la studiosa raccontava di questa nuova frontiera, la pittura stava superando lo spazio della cornice, si stava espandendo nell’ambiente, si stava smaterializzando nelle visioni futuristiche in cui un’unica piattaforma avrebbe condiviso e contaminato tutti gli stili e tutti i linguaggi, sapendo però interagire con un luogo sociale, antropologico, culturale complesso. Questa visione premonitrice permise alla studiosa di vedere oltre la superficie, di andare dove non si dovrebbe andare, di incontrare, parlare e quindi capire tutti quei kids che, armati solo delle loro lettere e del loro stile in veloce cambiamento, stavano addestrando una nuova generazione di autori, sconvolgendo le sorti di tutte le metropoli occidentali“.

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024si interrogasull’eredità storica e critica che quella iniziativa, seminale nel contaminare sistema dell’arte ufficiale e realtà urbana del Writing, ha avuto fino ai nostri giorni.
La mostra si focalizza sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Writingche, partendo dall’arte di frontiera, quella che secondo Alinovi si poneva “entro uno spazio intermedio tra cultura e natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, immondizie e raffinatezze squisite”, si spingono verso nuove possibilità di espressione che contemplino la pittura ambientale come un nuovo orizzonte, suggestione peraltro elaborata dalla stessa Alinovi. Tra gli autori ve ne sono alcuni direttamente influenzati dalla mostra del 1984 mentre altri, più giovani, hanno operato a partire dall’ultimo decennio del Novecento, periodo in cui la disciplina ha visto una crescita sia fisica che stilistica esponenziale. Nei lavori esposti emerge il peso che le città di appartenenza dei writers hanno avuto nel loro percorso. Operare a Milano ha certamente un significato differente dal farlo a Bologna o a Roma, e inoltre, l’infittirsi dei rapporti intessuti con luoghi di provincia ha rafforzato in questi autori l’uso di linguaggi contaminati che hanno dato vita a lettere contenenti stili differenti e poco comprensibili a un pubblico ignaro del glossario della disciplina.
La mostra è un compendio di più di 40 anni di sperimentazione, azzardi vandalici, sfide stilistiche, amicizie e crew in grado di travalicare il confine territoriale della propria città di appartenenza unendosi a gruppi più ampi e internazionali.

181 bozzetti inediti presentati testimoniano il processo creativo di diverse generazioni di writers italiani, dispositivi espressivi unici, prioritari e generativi dello stile di ciascun autore. Nella disciplina del Writing i disegni preparatori, o sketches, costituiscono le testimonianze dell’evoluzione e della sofisticazione del segno e rappresentano degli strumenti d’indagine dotati di un valore concettuale, oltre che dei documenti di un percorso in fieri. Sono, inoltre, testimoni di come “il fenomeno dei graffiti”, così spesso definito in accezione negativa, rappresenti una disciplina complessa e densa di riferimenti culturali fra i più eterogenei. Scegliere il bozzetto come oggetto d’indagine vuole essere una sfida, un’occasione per entrare in punta di piedi nel processo stilistico di ciascuno degli autori invitati.

Le opere esposte sono perlopiù realizzate su carta, nelle sue infinite variabili, ma anche su tessuti e supporti di altro genere sui quali si è intervenuti con grafite, pennarelli, marker, colori acrilici e talvolta attraverso l’utilizzo di tecniche miste proto o pseudo collage che hanno dato origine a nuovi vocabolari stilistici. Negli sketches vi è la presenza perlopiù di lettere con pochi accenni al figurativo, quasi a dimostrare l’uso di una vera e propria lingua fatta di codici provenienti da un’intuizione ancestrale, quasi primitiva, all’origine del segno e della sua ipotetica rappresentazione.

Le opere sono inserite in 11 teche, dispositivi “mobili” cari alla dimensione museale, dislocati in diversi spazi del MAMbo (reception, foyer, mezzanino e primo piano) che forniscono al pubblico una nuova e inedita chiave di lettura di un movimento a cui la critica d’arte non ha rivolto la giusta attenzione. Le teche, utilizzate nei gabinetti di grafica e di disegno, offrono una modalità di visione, lettura e codifica più lenta e più personale. La possibilità di fruire dei disegni dall’alto al basso privilegia un approccio contemplativo in grado di concedere il tempo necessario per la decodificazione degli elementi stilistici e del maggior numero di dettagli possibili.

Un flyer esplicativo e una mappa esemplificativa, utili, partendo dal 1984 e dalla mostra Arte di frontiera. New York Graffiti, ad approfondire il progetto e necessari per lo storytelling del fenomeno dei writers nella sua evoluzione, sono consultabili sul sito web interamente dedicato al progetto, frontiera40.com, nel quale è inoltre possibile trovare dei testi di Francesca Alinovi e di Fabiola Naldi.

Il set sonoro che NEU RADIO, partner del progetto, cura per l’inaugurazione della mostra costituisce il primo tassello di un archivio “sonoro” in cui si raccoglieranno in itinere voci, racconti, memorie e approfondimenti intorno alla mostra.

Una seconda tappa inaugurale del progetto si svolge sabato 13 aprile 2024 a partire dalle h 20.00, presso la sede del Centro Sociale TPO Laboratorio di arte, cultura e politica, in via Camillo Casarini 17/5 a Bologna, con l’eventoThe Sound of FRONTIERA 40, a cura di TPO e Strictly Underground. Dj set di DJ STYLE, ELLE P, CYPHER e LA PAZZ, con ingresso gratuito.


Mostra
FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
A cura di
Fabiola Naldi
Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Sede
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna
Periodo di apertura
13 aprile – 13 luglio 2024
Inaugurazione
Sabato 13 aprile 2024 h 16.00
Evento
 The Sound of FRONTIERA 40
Sabato 13 aprile h 20.00

Centro Sociale TPO Laboratorio di arte, cultura e politica
Via Camillo Casarini 17/5, Bologna
Orari di apertura
Martedì e mercoledì h 14.00 -19.00
Giovedì h 14.00 – 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi
Ingresso
Intero 
€ 6 | ridotto 
€ 4 | gratuito possessori Card Cultura
Informazioni
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org

Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
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YouTube: MAMbo channel
Frontiera40
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Venezia, Palazzo Albrizzi-Capello: Michele Rosa al Grenada Pavilion
- Biennale Arte Venezia 2024

Michele Rosa, artista scomparso nel 2021 all’età di 96 anni, sarà presente per la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia al Grenada Pavilion, ospitato nelle sale di Palazzo Albrizzi-Capello con il progetto No man is an island a cura di Daniele Radini Tedeschi, all’interno del Collettivo The Perceptive Group. 

Michele Rosa al Grenada Pavilion

60. Esposizione Internazionale d’Arte Venezia
GRENADA PAVILION
No man is an island


Palazzo Albrizzi-Capello | Cannaregio 4118 – Venezia
20 aprile – 24 novembre 2024

Il titolo della mostra, che vede la partecipazione di numerosi artisti tra cui il citato collettivo, trae origine da una citazione di John Donne: “Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del continente… la morte di ogni uomo mi sminuisce, perchè sono coinvolto nell’umanità“. 

L’esposizione tende ad approfondire la tematica proposta dal curatore nonché il tema generale scelto da Adriano Pedrosa, Stranieri Ovunque: dare un volto collettivo all’umanità, senza divisioni o separazioni, a tal punto che la morte di un uomo diventa lutto interiore di ognuno. 

The Perceptive Group è un collettivo di artisti, alcuni residenti in Grenada, altri internazionali come Bollani, Feofeo, Carlo Ciucchi Picchio, Fiorangela Filippini, Gina Marziale, Silvana Mascioli, Luca Ripamonti, Michele Rosa, Salvatore Scaramozzino, Emilio Sgorbati, Fedora Spinelli, orientati a una ricerca pittorica, scultorea, fotografica, dove l’individualità di ciascuno si fonde in un contesto comunitario e collettivo. 

All’interno del Padiglione, pertanto, si ricorderà la figura di Michele Rosa quale artista che ha sempre incarnato perfettamente i valori di impegno, competenza, abnegazione, evidenziandone il lungo percorso artistico e professionale. Infatti Michele Rosa è stato artista, gallerista e critico. Tra le mostre più importanti ricordiamo quelle a Roma al Palazzo delle Esposizioni e al Palazzo dei Congressi, oltre che a Parigi, Lussemburgo e Varsavia. 

Il suo approccio realistico si concentrava sulla descrizione della vita quotidiana e sulla cattura di cambiamenti epocali nell’architettura, nella tecnologia e nell’economia. Nel corso di sessant’anni, la sua arte ha esplorato varie questioni sociali, dai tranquilli centri urbani alla frenesia dell’industrializzazione, riflettendo sulla tensione tra realismo e romanticismo, trascendendo i confini tra paesaggio e rappresentazione umana e partecipando attivamente agli eventi della vita artistica e culturale. 

I suoi ultimi lavori, risalenti alla fine del secondo ventennio del nuovo secolo, mostrano la sua passione per l’analisi continua, la ricerca e la sperimentazione, fondendo elementi tradizionali con oggetti di scarto.


INFO
GRENADA PAVILION
No man is an island
Sede: Palazzo Albrizzi-Capello, Cannaregio 4118
Commissario: Susan Mains
Curatore: Daniele Radini Tedeschi

Artisti: Frederika Adam, Breakfast, Jason deCaires Taylor, Antonello Diodato Guardigli (ADGART), Alma Fakhre, Suelin Low Chew Tung, Gabriele Maquignaz, Lorenzo Marini, Benaiah Matheson, The Perceptive Group, Nello Petrucci
The Perceptive Group: Bollani, Feofeo, Carlo Ciucchi Picchio, Fiorangela Filippini, Gina Marziale, Silvana Mascioli, Luca Ripamonti, Michele Rosa, Salvatore Scaramozzino, Emilio Sgorbati, Fedora Spinelli. 
Grenada Pavilion
https://grenadavenice.org

Fondazione Michele Rosa
www.rosamichele.it

Ufficio stampa per la Fondazione
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it