La città di Venezia si sveglia generosa dopo l’invito lanciato da CHEAP a “Disobbedire con generosità”

Cheap – Venezia 23 febbraio Campo San Tomą

Cheap – Venezia 23 febbraio Campo San Tomą

Evidentemente l’invito lanciato da CHEAP  a Venezia a “Disobbedire con generosità” (dal titolo del libro del progetto di arte pubblica recentemente edito da People) è stato colto: in San Giacomo dell’Orio sul tavolato che circonda un cantiere, un poster di 20 metri si rivolge a chi attraversa il campo, chiedendo se pensa di avere diritto alla propria comunità e ricordando una cosa molto semplice – non saranno i soldi a salvare la città. Altrove, in Campo San Tomà, altri manifesti parlano di diritto alla città, spazio pubblico, comunità.

CHEAP da dieci anni rivendica per tutt* un diritto alla città che è soprattutto il diritto a deciderne e a cambiarla; interviene sul paesaggio urbano con manifesti che aprono conversazioni pubbliche sulla pelle della città; non teme di guardare allo spazio pubblico con uno sguardo politico, intuendo i meccanismi di privilegio che escludono intere comunità dalla città, sulla base del genere, della classe e della razza.

L’intervento di poster art che si è manifestato nella notte in Campo San Giacomo dell’Orio invita a salvaguardare lo spazio pubblico, a sottrarre la città abitata da logiche finanziarie e di rendita,  custodire e ricostruire luoghi comunitari e di relazione, condividere pratiche politiche e estetiche. Lo fa riprendendo una conversazione pubblica sul destino della città che a Venezia non si è mai fermata.

Come racconta l’esperienza de La Vida, che per lunghi mesi ha costituito per l’insula di San Giacomo da l’Orio e per la città tutta un luogo in cui gli abitanti si sono riconosciuti come comunità, progettando e vivendo uno spazio pubblico abbandonato e poi messo all’asta, svenduto e quindi sottratto ai cittadini.

Cheap – Venezia 23 febbraio Campo San Tomą

Come ribadiscono gli studenti che si interrogano sullo slogan “Venezia città campus”, perché quel campus sembra parlare poco di città per e degli studenti, sempre più in difficoltà a trovare un alloggio a causa del numero limitato di stanze ESU negli studentati.

Come testimoniano i comitati, le associazioni, lə abitanti che richiamano l’attenzione sulle tante aree di Venezia su cui incombono processi di privatizzazione e speculazione.

Come denunciano i numeri del progressivo spopolamento solo in parte dovuto al “perché la gente muore!” (sic. Sindaco Brugnaro) ma soprattutto perché è sempre più difficile trovare una casa dignitosa a prezzi accessibili, potendo allo stesso tempo usufruire di servizi adeguati in una città sempre più votata esclusivamente al turismo.

Cheap – Venezia 23 febbraio Campo San Tomą

Ce ne parlano gli edifici trasformati in attività ricettiva, i continui cambi di destinazione d’uso, la realizzazione di nuovi approdi turistici. Ce ne parla il ticket di accesso che tra pochi mesi renderà questa parte del Comune sempre meno città.

Ed ecco l’invito colto e concretizzato in un contributo d’arte pubblica su carta, precario nella sua forma come è l’equilibrio della città d’acqua, forte perché le molte iniziative cittadine ci dicono che la stanchezza non si arrende alla rassegnazione. Un messaggio collettivo e comunitario in cui speriamo moltə si riconoscano e possano interrogarsi.

OCIO, l’Osservatorio CIvicO sulla casa e la residenza di Venezia, garantisce che nessun masegno è stato maltrattato per la realizzazione di questo intervento.


CONTATTI:
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UFFICIO STAMPA:
Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it
(Marcello Farno) / (Ester Apa)

Alessandra Priante: “Grazie per la fiducia, lavoreremo per un’Italia irrinunciabile”

27 Febbraio 2024

Alessandra Priante è il nuovo presidente di Enit S.p.A. Già Direttore Europa dello UNWTO, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale. Donna di grande esperienza internazionale, è stata fino a ottobre 2019 il capo ufficio relazioni internazionali e del cerimoniale del MIPAAFT, ruolo da cui ha coordinato e gestito la transizione delle politiche del turismo dal MiBACT verso la nuova governance al Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Ha ripreso le fila delle policies del turismo nazionale, riuscendo a riportare l’Italia in posizione centrale nelle principali piattaforme internazionali, da UNWTO ad OCSE, Europa e le strategie BlueMed, Eusair, Eusalp. È esperta di policies del turismo e segue in particolare gli ambiti dei dati e delle rilevazioni statistiche, del turismo enogastronomico, sanitario, accessibile, le dinamiche dell’overtourism e l’analisi della domanda lungo le direttive della trasformazione digitale.

“Onorata – dichiara Alessandra Priante presidente Enit – del ruolo di grande responsabilità che mi viene riconosciuto e sono entusiasta di poter contribuire allo sviluppo e alla promozione del nostro meraviglioso Paese come destinazione turistica di eccellenza.

Avremo l’obiettivo comune, sotto la regia del Ministero del Turismo e del Ministro Daniela Santanchè, di valorizzare e promuovere le bellezze dell’Italia, al fine di attrarre un numero sempre maggiore di turisti provenienti da tutto il mondo. Per raggiungere questo obiettivo, mi impegnerò a collaborare con le istituzioni locali, le associazioni di categoria e gli operatori turistici, al fine di creare sinergie e promuovere un turismo sostenibile e responsabile.

Inoltre, intendo puntare sull’innovazione e sulla digitalizzazione del settore turistico, per rendere l’Italia sempre più accessibile e attrattiva per i viaggiatori. Sarà mia priorità anche potenziare la formazione e la qualificazione professionale degli operatori turistici, al fine di offrire servizi di alta qualità e garantire un’esperienza indimenticabile ai visitatori. Mi impegnerò a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese, per preservarlo e tramandarlo alle generazioni future. L’Italia ha tanto da offrire e sono convinta che, lavorando insieme, possiamo fare dell’Italia una destinazione turistica irrinunciabile. Grazie per la fiducia che mi avete dimostrato e sono sicuro che, con il vostro sostegno, riusciremo a raggiungere traguardi ambiziosi per il turismo italiano”.

“Con il nuovo presidente si completa l’iter di avvio della nuova struttura di Enit pronta a mettere in campo il nuovo assetto a servizio dell’Italia e della promozione dell’immagine del Belpaese nel mondo, lavoreremo insieme per poter dare sempre maggiore valore e dignità ad un lavoro complesso che richiede una narrazione differente. Ci concentreremo anche sugli aspetti di modernizzazione e di attualizzazione del comparto iniziandolo ad un approccio ancora più performante e professionalizzante” commenta Ivana Jelinic amministratore delegato di Enit dando il benvenuto al nuovo Presidente. Si completa quindi il Consiglio di amministrazione di Enit S.p.A. composto così dal presidente Alessandra Priante, dall’amministratore delegato Ivana Jelinic e dal consigliere Sandro Pappalardo


ENIT – AGENZIA NAZIONALE TURISMO ITALIANO
enit.it

Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Madrid, CentroCentro: GRANDE SUCCESSO per la mostra “MONET” che chiude con circa 300mila visitatori

La folla all’ingresso della Mostra

Grandissimo successo per la mostra

che chiude con circa 300.000 visitatori, rendendola una delle mostre più visitate della stagione a Madrid!

Dopo il grande successo di Madrid, la mostra Monet. Capolavori del Musée Marmottan Monet, Paris sarà visitabile, dal 9 marzo al 14 luglio 2024, presso il Centro Altinate | San Gaetano di Padova, unico evento dedicato al padre dell’Impressionismo in occasione dei 150 anni dalla prima mostra a Parigi che sancì la nascita del movimento Impressionista nel 1874.
La mostra sarà anche una delle ultime occasioni per qualche anno di poter vedere in Italia le maggiori opere di Monet.

Grandissimo successo per la mostra Monet. Capolavori del Musée Marmottan Monet di Parigi, che ha chiuso le porte al pubblico al CentroCentro di Madrid la scorsa domenica 25 febbraio, ricevendo straordinarie recensioni da parte della stampa e dei visitatori.
Circa 300mila visitatori provenienti da tutto il mondo non hanno voluto perdersi quello che è stato senza dubbio uno degli eventi culturali più importanti dell’anno nella Capitale spagnola.
Per 5 mesi l’ingresso del CentroCentro è stato testimone di lunghissime e ininterrotte file, punto di ritrovo per gli amanti dell’Impressionismo e di Monet, per poter ammirare da vicino i suoi più importanti capolavori che, in mostra, ne hanno raccontato la sua intera vita artistica: oltre alle sue celebri Ninfee, anche altre grandi opere come Camminando vicino ad ArgenteuilIl treno nella neve. La locomotiva e Londra. Parlamento. Riflessioni sul Tamigi, tra gli altri.
La mostra ha presentato più di 50 capolavori del padre dell’impressionismo provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, sotto la rigorosa curatela di Sylvie Carlier, curatrice del Musée Marmottan Monet, insieme a Marianne Mathieu, storica dell’arte, e Aurélie Gavoille, assistente alla conservazione del Musée Marmottan Monet.

La folla all’ingresso della Mostra

La mostra è stata organizzata da CentroCentro – spazio dell’Assessorato alla Cultura, Turismo e Sport del Comune di Madrid – e Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi.

Iole Siena, presidente di Arthemisia, afferma che “A distanza di 10 anni dal primo grande successo, proprio a Centrocentro, con la mostra dedicata a Kandinsky, mi fa enormemente piacere confermare il rapporto straordinario tra Arthemisia e Madrid.  La mostra di Monet, credo una delle più visitate negli ultimi anni in Spagna, ha raccolto un favore unanime da parte del pubblico, e questo ci rende orgogliosi e felici. Torneremo presto con altri bellissimi progetti.”

Da parte sua, Marta Rivera de la Cruz, delegata alla Cultura, al Turismo e allo Sport, sottolinea che il Comune di Madrid ha ospitato “uno tra gli eventi culturali più importanti dell’anno con questa mostra organizzata da Arthemisia, con cui la collaborazione è iniziata dieci anni fa con un’altra mostra che è stata un altro grande successo per il CentroCentro, la retrospettiva su Kandinsky.
Rafforzare la qualità dell’offerta culturale è un obiettivo prioritario per questo Comune e per questo governo.”

Dopo il grande successo di Madrid, la mostra Monet. Capolavori del Musée Marmottan Monet, Paris sarà visitabile, dal 9 marzo al 14 luglio 2024, presso il Centro Altinate | San Gaetano di Padova, unico evento dedicato al padre dell’Impressionismo in occasione dei 150 anni dalla prima mostra a Parigi che sancì la nascita del movimento Impressionista nel 1874.
La mostra sarà anche una delle ultime occasioni per qualche anno di poter vedere in Italia le maggiori opere di Monet.


UFFICIO STAMPA
Monica Iglesias
info@bystudiomonicaiglesias.com

Arthemisia
Salvatore Macaluso – Italia | sam@arthemisia.it
press@arthemsia.it | T. +39 06 69308306

CentroCentro
Alexandra Blanch – Italia | prensa@centrocentro.org
T.+34 91 318 46 60

Venezia, Scuola Grande della Misericordia: Il LACMA porta a Venezia ZENG FANZHI – Allestimento di Tadao Ando

Zeng Fanzhi, Water IX, 2019–23, oil on canvas, © Zeng Fanzhi,
photo courtesy of the artist and Hauser & Wirth
ZENG FANZHI: Near and Far/Now and Then
Venezia, Scuola Grande della Misericordia
17 aprile – 30 settembre 2024

Il Los Angeles County Museum of Art (LACMA) è lieto di presentare Zeng Fanzhi: Near and Far/Now and Then, una mostra di nuovi lavori dell’artista Zeng Fanzhi (nato nel 1964), che verrà inaugurata in concomitanza con l’edizione 2024 de La Biennale di Venezia. La mostra avrà luogo all’interno della storica Scuola Grande della Misericordia, dal 17 aprile al 30 settembre 2024, con un allestimento progettato dall’architetto Tadao Ando.

Near and Far/Now and Then presenterà per la prima volta al pubblico due cicli di opere recenti dell’artista: nuovi dipinti astratti e opere su carta fatta a mano e trattata con inchiostro, grafite, gesso, polvere d’oro e pigmenti minerali, mai esposte prima d’ora.

A co-curare la mostra sono Michael Govan, amministratore delegato e direttore Wallis Annenberg del LACMA, e Stephen Little, Curatore Florence e Harry Sloan di arte cinese e capo dipartimento per l’arte cinese, coreana, del sud e del sud-est asiatico.

“Le opere di Zeng Fanzhi sono apprezzate soprattutto per l’equilibrio tra la maestria tecnica e l’emozione,” dice Michael Govan. “Near and Far/Now and Then farà luce sull’ambiziosa pratica pittorica di Zeng, e l’intervento architettonico di Tadao Ando farà brillare le interconnessioni evidenziate dal nuovo corpus di opere di Zeng.”

“Nei suoi lavori, Zeng Fanzhi impiega due diversi tipi di materiali: uno spesso e topografico, l’altro sottile e traslucido,” afferma Stephen Little. “Le sue opere sollecitano anche due approcci opposti nella partecipazione dei visitatori – uno distante, l’altro profondamente intimo. Inquadrata nell’insieme delle tradizioni asiatica ed europea dalle quali attinge, questa mostra guiderà i visitatori, con le sue molte tensioni visive, verso una serie di scoperte.”

Zeng Fanzhi, Lóng Táitóu II, 2019–23, oil on canvas,
© Zeng Fanzhi, photo courtesy of the artist and Hauser & Wirth

La mostra farà luce sull’ambiziosa pratica pittorica di Zeng di ridefinire l’astratto attraverso esercizi di rappresentazione figurativa, e viceversa. I nuovi dipinti a olio dell’artista sono il risultato di decenni di ricerca sulla teoria del colore, che attinge, sfidandole, alle pratiche impressionista e puntinista, dove le immagini si materializzano solo attraverso l’attenta collocazione di singoli segni di colore. Qui gli strati delle pennellate creano elementi figurativi facilmente riconoscibili da lontano, ma che si dissolvono nella materialità del dipinto a olio se osservati da vicino. Le variazioni di tonalità di un colore cedono il passo a schemi intrecciati di colore, spesso con più di trenta tipi di pigmenti brillanti, in una sola immagine.

L’esposizione fornirà uno sguardo approfondito sulla sua padronanza del medium, della sua tecnica “bagnato su bagnato”, e dell’enfasi sulla mera materialità della pittura, che definisce il suo lavoro. In un mondo ormai inondato da immagini elaborate digitalmente, Zeng sfida chi osserva le sue opere a riconoscere la superiorità della pittura come arte e mestiere secolare.

Le opere su carta fatta a mano danno una nuova direzione al lavoro di Zeng, che combina, con ambizione, le iconografie cristiana, buddista e della pittura dei letterati. Richiamano immediatamente i punti più alti dei paesaggi monocromi a inchiostro risalenti alle dinastie Song (960-1279) e Yuan (1260-1368), rievocando allo stesso tempo le ambiguità dei paesaggi a inchiostro della tarda dinastia Ming e della prima dinastia Qing, eseguiti da pittori quali Zou Zhilin (1574-ca. 1654), Hongren (1610-1663), e Dai Benxiao (1621-1691). Il soggetto si muove con fluidità dal crocefisso alla rappresentazione di rocce e vecchi alberi – simboli, nella cultura tradizionale cinese, di forza, resilienza e longevità. Come i dipinti di Zeng, questi disegni squisiti sfidano consapevolmente ogni categorizzazione, allineandosi con le grandi tradizioni asiatica ed europea.

Al piano terra della Scuola Grande della Misericordia, ai visitatori si presenteranno le proporzioni classiche dell’edificio del XVI secolo, racchiuse tra due dipinti a olio a più pannelli: uno che allude all’iconografia buddista e l’altro a quella cristiana. Al piano superiore, i visitatori troveranno lo spazio diviso in cinque sezioni tematiche.

Il progetto di Tadao Ando è una progressione di pareti con una serie di aperture sempre più grandi, che creano un cono prospettico. Queste aperture collegano la vista dei due dipinti più grandi, uno a ogni estremità dello spazio, come al pianterreno; in questo caso però i due dipinti non sono figurativi ma suggeriscono piuttosto l’astrazione di luce e acqua. Sulle pareti di Ando e intorno a esse è esposta una selezione dei dipinti a olio più piccoli di Zeng. Sullo sfondo dei maestosi spazi della Misericordia – pregni di storia e riccamente decorati da affreschi – il progetto di Zeng offre al suo pubblico l’esperienza viscerale dell’arte.

Nato a Wuhan, in Cina, nel 1964, Zeng Fanzhi si è laureato presso lo Hubei lnstitute of Fine Arts di Wuhan nel 1991. Durante i primi anni della sua formazione, Zeng si è immerso nell’arte occidentale, nella filosofia e nelle tecniche del Realismo Socialista del 1985 New Wave Movement in Cina. Questi interessi sono stati determinanti nel permeare le prime serie di dipinti, Meat Series e Hospital Triptychs. Questi primi lavori, tra il 1989 e il 1994, hanno preparato la scena per una pratica pittorica intensamente personale ed espressiva, che documenta un periodo prolifico di sviluppo sociale ed economico della storia cinese.

Lavorando sulla scia della rapida modernizzazione e urbanizzazione della Cina, Zeng ha poi rivolto la sua attenzione alle figure presenti nelle industrie che lo circondavano. Ispirate da artisti quali Francis Bacon, Willem De Kooning, Max Beckmann, queste opere, note come le serie Mask e Behind the Mask, si pongono a cavallo tra realismo e immaginazione per rivelare una preziosa riflessione autobiografica e introspettiva sui suoi tempi e un’attenzione meticolosa al dettaglio tecnico, che si fonde con un ricco corpo di ritrattistica e immagini uniche.

Negli ultimi due decenni, Zeng ha familiarizzato di nuovo con la filosofia della pittura cinese tradizionale e in particolare con i lavori che vanno dalla dinastia Wei del nord a quelle Song e Yuan, dal quarto al quindicesimo secolo. Arricchito da questi nuovi interessi, Zeng si è avvicinato ulteriormente all’astrazione. I lavori raggruppati nella serie Abstract Landscape hanno sperimentato quattro fasi evolutive caratterizzate da paesaggi fortemente gestuali, che presentano la stessa energia dinamica della sua ritrattistica. Queste tele sono attraversate da linee meticolose e calligrafiche, che si fondono, oscurandoli, con gli oggetti leggibili dello sfondo, per indagare la tensione complessa tra natura, mondo animale e umanità.

In parallelo alle sue sperimentazioni con il paesaggio astratto, Zeng ha continuato a sviluppare un linguaggio più sperimentale nello studio dei ritratti: la serie We include facce distorte dipinte a distanza molto ravvicinata, con pennellate ampie e circolari che creano un aspetto frenetico e urgente. Per creare questi dipinti, Zeng usa tutto il corpo, allungandosi su grandi tele per stendere il colore con più pennelli contemporaneamente.

Nato a Osaka nel 1941, Tadao Ando è un architetto autodidatta famoso a livello mondiale e fondatore, nel 1969, della Tadao Ando Architect & Associates. I suoi lavori più rappresentativi includono la Church of the Light [Chiesa della luce], Osaka, Giappone, la Pulitzer Arts Foundation [Fondazione d’Arte Pulitzer], St. Louis, MO, e il Chichu Art Museum [Museo d’Arte Chicu], Naoshima, Giappone. Ha ricevuto innumerevoli premi, tra cui il Premio Istituto Giapponese di Architettura (1979), il Premio Accademia Giapponese d’Arte (1993), il Premio di  Architettura Pritzker (1995), la Medaglia d’oro dell’Istituto Americano di Architettura (2002), l’onorificenza Persona con meriti culturali (2003), la Medaglia d’oro dell’Unione Internazionale degli Architetti (2005), la Medaglia d’oro per le arti del Centro John Kennedy (2010), l’Ordine per i meriti culturali (2010), l’Ordine francese delle arti e delle lettere (Commandeur) (2013), il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia (2015), il premio lsamu Noguchi (2016), e il titolo di Comandante della Legion d’Onore (2021). I suoi lavori sono stati oggetto, per citarne solo alcune, di mostre personali al Museum of Modem Art, New York (1991), al Centro Pompidou, Parigi (1993, 2018), e ad Armani / Siros, Milano (2019). È stato visiting professor presso le università di Yale, Columbia e Harvard. Dal 1997 è professore presso l’Università di Tokio, ed è attualmente professore emerito.


Negli anni, il LACMA ha sviluppato un ricco programma di arte cinese attraverso mostre innovative, partnership internazionali e acquisizioni significative. Di recente il museo ha consolidato il suo patrimonio di arte cinese contemporanea. Nel 2019 il LACMA ha acquisito il monumentale Untitled (2018) di Zeng Fanzhi, grazie alla generosità di Dominic ed Ellen Ng, e ha effettuato altre acquisizioni cruciali, tra cui la donazione promessa da Gérard e Dora Cognié, nel 2018, di oltre 300 dipinti cinesi contemporanei a inchiostro e l’acquisizione delle Zodiac Heads di Ai Weiwei, una donazione da parte del (defunto) Budi Tek nel 2022. A Los Angeles, il LACMA ha presentato numerose mostre di arte cinese contemporanea, tra le quali si evidenziano Legacies of Exchange: Chinese Contemporary Art from the Yuz Foundation (2022); Ai Weiwei: Circ/e of Animals/Zodiac Heads (2022); lnk Dreams: Se/ections from the Fondation INK Collection (2021); e The A/Iure of Matter: the MateriaiArt of China (2019).


Contatti stampa:
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net
 
Museo LACMA Los Angeles
press@lacma.org

BERLINDE DE BRUYCKERE all’Abbazia di San Giorgio a Venezia con “ City of Refuge III”

Berlinde De Bruyckere: Installation for the Sacristy of San Giorgio Maggiore Abbey, 2024 (shown in progress), Wax, iron and epoxy © Berlinde De Bruyckere. Courtesy the artist and Hauser & Wirth
Photo: © Mirjam Devriendt
BERLINDE DE BRUYCKERE
CITY OF REFUGE III

Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore
20 aprile – 24 novembre 2024

Evento Collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
Curatori: Carmelo A. Grasso, Ory Dessau, Peter Buggenhout

Il 20 aprile 2024, viene inaugurata una mostra di nuove opere dell’artista belga Berlinde De Bruyckere concepite appositamente per gli spazi sacri dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore. La chiesa benedettina del XVI secolo, situata sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, è uno dei principali esempi di architettura palladiana della città. Intitolata “City of Refuge III”, la mostra è stata realizzata in collaborazione con la Benedicti Claustra Onlus, ramo no-profit della Comunità Benedettina, e con il suo Direttore Carmelo A. Grasso, che insieme a Ory Dessau e Peter Buggenhout forma il team curatoriale.

Oscillando tra trascendenza e immanenza materiale, “City of Refuge III” è costituita da tre nuovi gruppi di opere di De Bruyckere che dialogano con l’architettura monumentale della chiesa, la sua funzione, il suo simbolismo, la sua storia. In esposizione: una serie di sculture di arcangeli nella navata centrale e nelle navate laterali, un’installazione di grandi dimensioni presso la Sacrestia della chiesa, e teche contenenti opere scultoree lungo il corridoio della Galleria del Monastero. Prendendo il titolo dall’omonima canzone di Nick Cave, “City of Refuge III” è la terza di una serie di mostre dell’artista che tematizzano l’arte come luogo di rifugio e riparo: un tema qui accentuato dall’intensità spirituale del luogo.

Nel 2013, De Bruyckere è stata selezionata per rappresentare il Belgio alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte — La Biennale di Venezia dove, in collaborazione con il premio Nobel J.M. Coetzee, ha inaugurato la sua monumentale opera site-specific “Kreupelhout — Cripplewood”. Nel corso della sua attività, De Bruyckere ha riprodotto forme ibride con caratteristiche umane, animali e organiche. Attingendo dall’eredità dei grandi maestri europei, dal Rinascimento fiammingo, dall’iconografia cristiana, dalla mitologia e dal folclore, l’artista stratifica storie esistenti con nuove narrazioni ispirate da eventi attuali. Crea un terreno psicologico di pathos, tenerezza e disagio. Indagando le dualità di amore e sofferenza, pericolo e
protezione, vita e morte, le opere di De Bruyckere trascendono le implicazioni teologiche, sfociando nel regno dell’universale e del profano.

Berlinde De Bruyckere: Arcangelo II (San Giorgio), 2023-2024 (work in progress), 2024, Wax, animal hair, silicone, iron, epoxy,
251 x 82 x 105 cm. Courtesy the artist and Hauser & Wirth © Berlinde De Bruyckere Photo: Mirjam Devriendt

Il primo gruppo di opere che occupa la Basilica pone in evidenza l’archetipo dell’arcangelo. Il soggetto appare come una figura velata e ibrida, che giustappone l’umano al divino, il creaturale o terreno al celeste, il temporale all’eterno. Si tratta di un’installazione di arcangeli, ognuno dei quali emerge da un gruppo scultoreo modulare composto da un piedistallo irregolare a forma di pilastro con patina argentata, uno schermo a specchio inclinato che moltiplica il soggetto e l’ambiente circostante, e uno stendardo monumentale che accentua l’aspetto rituale dell’ambiente e delle opere.

Nella Sacrestia, De Bruyckere espone un’installazione di tavoli da saldatura in metallo con tronchi d’albero abbattuti o morti, ricoperti da una colata di cera. L’installazione dà vita a uno scenario post-apocalittico in cui i frammenti di natura morta subiscono una cristallizzazione ulteriore, instaurando così un orizzonte di redenzione, di ringiovanimento e rinascita, che conferisce alla scena un potenziale di crescita. In dialogo con gli arredi liturgici in legno della Sacrestia, l’installazione del tronco d’albero suggerisce un ambiente di precarietà per il dipinto sull’altare, opera di Giuseppe Porta (detto Salviati), raffigurante la presentazione di Gesù al tempio da parte di Maria e Giuseppe.

Un terzo gruppo di sculture nella Galleria del Monastero deriva dalle eccezionali opere dell’intagliatore fiammingo del XVI secolo Albert van den Brulle, che decorò il coro della Basilica con bassorilievi in noce raffiguranti la vita di San Benedetto. De Bruyckere ha risposto a questi elementi cinquecenteschi allestendo una sequenza di nuove teche in cui i motivi dei bassorilievi di van den Brulle vengono ripresi, fossilizzati per un contesto più attuale.

Infine, sempre nella Galleria del Monastero, sono esposte opere recenti della produzione dell’artista. Queste opere forniscono un ideale ulteriore contesto ai lavori creati per l’occasione. Tra questi, si trovano esempi della serie scultorea “Anderlecht” e collage della serie “It Almost Seemed a Lily,” entrambe produzioni di De Bruyckere.

Berlinde De Bruyckere è nata a Gand, in Belgio, nel 1964, dove tuttora vive e lavora. Dalla prima esposizione a metà degli anni Ottanta, le sculture e i disegni di De Bruyckere sono stati esposti in numerose mostre presso importanti istituzioni di tutto il mondo. Tra queste, la mostra in corso “No Life Lost” presso Artipelag, Gustavsberg, Svezia, e le mostre personali “Crossing a Bridge on Fire” al MAC / CCB, Lisbona, Portogallo (2023); “City of Refuge II,” Diözesanmuseum, Freising, Germania (2023); “City of Refuge I,” La Commanderie de Peyrassol, Flassans-sur-Issole, Francia (2023); “PEL / Becoming the figure,” Arp Museum, Remagen, Germania (2022); “Plunder / Ekphrasis,” MO.CO. Montpellier, Francia (2022); “Engelenkeel,” Bonnefanten Museum, Maastricht, Paesi Bassi (2021); “Berlinde De Bruyckere,” Middelheimmuseum, Anversa, Belgio (2020); “ALETHEIA,” Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia (2019); “It Almost Seemed a Lily,” HVB, Mechelen, Belgio (2018); “Embalmed,” Kunsthal Aarhus, Danimarca (2017); “Suture,” Leopold Museum, Vienna, Austria (2016); “The Embalmer,” Kunstraum Dornbirn, Austria e Kunsthaus Bregenz, Austria (2015).

La Benedicti Claustra Onlus, ramo no-profit della Comunità Benedettina dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore, nasce nel 2012 dal desiderio dei monaci benedettini di promuovere e recuperare un dialogo tra Chiesa e Arte Contemporanea attraverso collaborazioni e progetti site-specific per l’evangelizzazione e la crescita di un autentico umanesimo.
Guida la Comunità Benedettina l’Abate Dom Stefano Visintin O.S.B.
Direttore della Benedicti Claustra Onlus e Curatore Istituzionale dei progetti espositivi è Carmelo A. Grasso.


Contatto stampa:
Rachel John, SUTTON
rachelj@suttoncomms.com

Roberta Barbaro
Studio ESSECI
roberta@studioesseci.net

Andrea Schwan
Andrea Schwan Inc.
andrea@andreaschwan.com

Carpi (MO), Musei di Palazzo dei Pio: PER UGO DA CARPI INTAIATORE (1524 – 2024)

Ugo da Carpi, Ostensione del Volto Santo, 1524-1525,
Fabbrica di San Pietro, Città del Vaticano, crediti Mallio Falcioni
CARPI (MO)
MUSEI DI PALAZZO DEI PIO
24 FEBBRAIO – 29 GIUGNO 2024
 
UNA MOSTRA CELEBRA
UGO DA CARPI (1469/70 – 1532) INCISORE
 
L’esposizione ruota attorno alla tavola con la Ostensione del Volto Santo, a cinquecento anni dalla sua realizzazione, custodita nella basilica di San Pietro
in Vaticano.
 
A cura di Manuela Rossi e Pietro Zander

Dal 24 febbraio al 29 giugno 2024, i Musei di Palazzo dei Pio celebrano Ugo da Carpi (1469/70-1532), incisore.
La mostra, dal titolo Per Ugo da Carpi intaiatore. La tavola del Volto Santo da San Pietro in Vaticano, curata da Manuela Rossi e Pietro Zander, organizzata col patrocinio della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, oltre che della Diocesi di Carpi e del Museo Diocesano Tridentino di Trento, col contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Carpi e BPER Banca, ruota attorno alla pala d’altare che Ugo da Carpi realizzò proprio cinquecento anni fa (1524-2024), in preparazione del Giubileo del 1525.

La tavola, opera devozionale di grande rilievo, un tempo esposta sull’altare del Volto Santo in San Pietro, secondo per importanza solo a quello papale sopra la tomba dell’apostolo, presenta la figura della Veronica vestita con una tunica gialla e un mantello violaceo, in piedi sull’uscio di una porta sopra il terzo gradino di una scala che sembra formare una sorta di podio.

Allargando le braccia, stringe tra le mani i lembi di un sudario sul quale è impresso il Volto Santo del Signore Gesù, scuro e con il caratteristico profilo a tre punte della venerata reliquia custodita da almeno tredici secoli nella basilica di San Pietro.

Ai suoi fianchi si ergono gli apostoli Pietro, che sorregge le simboliche chiavi, e Paolo che sostiene con la sinistra un libro mentre con la destra si appoggia a una lunga spada.

Copia da Ugo da Carpi, da Raffaello Sibilla che legge
XVI secolo Xilografia, sui toni dell’ocra 220 x 180 mm
Carpi, Musei di Palazzo dei Pio

Per quest’opera, Ugo da Carpi s’ispirò alla xilografia La Veronica mostra il velo del Volto Santo tra gli apostoli Pietro e Paolo realizzata da Albrecht Dürer nel 1510 – presente in mostra, proveniente dai Musei Civici di Pavia -, adattata all’altare di San Pietro da Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, che l’intagliatore carpigiano frequentò a Roma proprio in quel periodo, alla vigilia dell’Anno Santo.

Parmigianino non solo rielaborò l’idea compositiva di Dürer in un formato quasi quadrato ma, stemperando nella morbida consistenza del disegno acquerellato le asprezze dell’intaglio xilografico, ne predispose anche la traduzione sulla tavola.

Nonostante non abbia goduto di grande fortuna, a causa della stroncatura che ne fece Michelangelo Buonarroti e riportata nelle Vite di Giorgio Vasari, le recenti analisi diagnostiche eseguite dai Musei Vaticani hanno rivelato la straordinaria unicità di quest’opera; non si tratta infatti di un dipinto – come esplicita lo stesso Ugo nella firma: “fata per Ugo da Carpi intaiatore senza penello” -, quanto di un capolavoro dell’incisione, prodotto attraverso la stampa a più matrici, di cui era maestro.

La Veronica testimonia inoltre l’intento di Ugo da Carpi di elaborare una tecnica alternativa alla pittura, tale che garantisse una sua riproducibilità multipla e che conservasse il vantaggio di poterla realizzare a più colori e in grandi dimensioni.

Ed è la tecnica incisoria la chiave di lettura e d’interpretazione dell’opera xilografica di Ugo da Carpi, ma non solo, che introduce l’esposizione della tavola vaticana.

La rassegna analizza quindi la figura e l’opera di Ugo da Carpi, di cui viene presentato un ritratto eseguito a fine Settecento da Antonio Montanari, detto il Postetta. Si potranno infatti ammirare alcuni esemplari di xilografie a chiaroscuro conservati nei Musei di Palazzo dei Pio a Carpi, come La Morte di Anania, considerata la prima incisione a quattro legni di Ugo da Carpi, o come Davide che uccide Golia, ispirate a opere di Raffaello, e soprattutto il Diogene, il suo chiaroscuro più celebre, realizzato a quattro mani con Parmigianino.

Di particolare interesse per approfondire il tema tecnico di xilografia e chiaroscuro è il legno inciso del XVI secolo, Arboro di frutti della Fortuna di autore anonimo, proveniente dalla Galleria Estense di Modena, presentato a fianco del foglio stampato, che giunge in prestito dal Museo Diocesano Tridentino di Trento.

Completa il percorso una sezione dedicata alla xilografia di grandi dimensioni, nella quale l’opera di Ugo da Carpi viene contestualizzata nell’ambito del mercato veneziano di opere incise che si sviluppa intorno alla bottega di Tiziano Vecellio. Nella mostra a Palazzo dei Pio si trovano quattro esemplari di questa produzione degli inizi del XVI secolo, raramente esposti, tra cui il Sacrificio di Abramo(789 x 1076 mm), inciso da Ugo da Carpi, pubblicato da Bernardino Benalio nel 1515 e attribuito all’invenzione di Tiziano e Domenico Campagnola, e degli stessi artisti la Sommersione dell’esercito del Faraone (1220×2200 mm), una delle più grandi xilografie mai realizzata, proveniente dalle collezioni del Museo Diocesano Tridentino di Trento.

Alcune delle opere in mostra sono state riprodotte nei disegni a rilievo, realizzati dal Museo tattile statale “Omero” di Ancona, per consentire l’accessibilità a persone ipovedenti e non vedenti.

Catalogo SAGEP editore


PER UGO DA CARPI INTAIATORE
La tavola del Volto Santo da San Pietro in Vaticano
Carpi (MO), Musei di Palazzo dei Pio
24 febbraio – 29 giugno 2024
 
Orari
dal martedì al venerdì, ore 10-13
sabato, domenica, festivi, ore 10-18
Chiuso lunedì
Aperture straordinarie: 1° aprile (Lunedì dell’Angelo), 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno
 
Biglietti
Intero, €8,00
Ridotto, €5,00 (18-25 anni, soci Touring Club e FAI e per gruppi di almeno 25 persone)
 
MUSEI DI PALAZZO DEI PIO
Carpi (MO), piazza dei Martiri, 68
Info: T. 059.649955 – 360
         E musei@comune.carpi.mo.it
         W palazzodeipio.it/imusei
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | clara.cervia@clp1968.it
T. 02.36755700 | www.clp1968.it

Venezia, Mostra “Cyfest 15 – Festival Internazionale di Media Art

Alexander Shishkin-Hokusai, Movie For Young Serpent, video.
CYFEST 11: Weather Forecast: Digital Cloudiness, 2018. Photo Yuri Goryanoy

Organizzato da 
CYLAND Foundation Inc. 

Tema: Vulnerabilità
Date: 15 aprile—30 agosto 2024
Sede: CREA – Cantieri del Contemporaneo, Giudecca 211-b, 30133 Venezia

Programma

15-19 aprile — Apertura per la stampa
19 aprile — Serata di apertura con la performance di Nao Nishihara
22 aprile — Vulnerability. Il panel riunirà pensatori e professionisti di fama internazionale di varie discipline (arte, scienza, tecnologia, economia e design) per discutere del valore della vulnerabilità. Maggiori informazioni qui

CYFEST, uno dei maggiori festival internazionali di Media Art dell’Europa orientale, è stato fondato da un gruppo di artisti e curatori indipendenti nel 2007. Fin dalla sua creazione, il suo obiettivo principale è quello di esaminare il dialogo tra i vari linguaggi visivi e le culture tecnologiche, esplorando varie modalità di cooperazione e condivisione tra professionisti dell’arte e comunità scientifiche. CYFEST riunisce artisti, curatori, educatori, ingegneri, programmatori e attivisti dei media di tutto il mondo e crea una piattaforma per la mappatura, la mediazione e la documentazione della new media art a diversi livelli regionali e internazionali.

CYFEST è uno dei pochi eventi culturali nomadi al mondo: durante l’anno, i progetti del festival vengono presentati presso le principali istituzioni culturali di tutto il mondo. Ogni anno il programma del festival comprende diversi progetti espositivi, sound art, video e programmi didattici.

Samvel Baghdasaryan, Haun(t)remor, installation, 2000.
CYFEST 15_ Vulnerability, 2023. Photograph by Ann Prilutskaya

Il primo CYFEST prevedeva un piccolo programma di eventi. La presentazione del festival ha preso avvio con l’installazione Silver Clouds di Andy Warhol, proveniente dal museo dell’artista a Pittsburgh (USA). Il festival ha inoltre proposto la mostra “History of the E.A.T. 1960-2000”, dedicata al laboratorio Experiments in Art and Technology degli ingegneri Billy Klüver e Fred Waldhauer e degli artisti Robert Rauschenberg e Robert Whitman. Negli anni successivi, CYFEST si è costantemente ampliato, diventando via via sempre più articolato. Dal 2007 al 2023 vi hanno partecipato oltre 350 artisti e collettivi. Tra questi, i pionieri della musica elettronica, alcuni dei musicisti sperimentali più influenti della storia degli Stati Uniti: David Rosenboom, Phill Niblock e Al Margolis; l’artista austriaco post-concettuale, curatore e teorico della Media Art, direttore dello Z.K.M. Center for Art and Media di Karlsruhe, Peter Weibel; l’artista, fondatore e caporedattore della rivista “e-flux” Anton Vidokle; l’innovativo videoartista Bjørn Melhus; l’artista concettuale e autrice delle prime installazioni totali Irina Nakhova e altri. I progetti del festival a Venezia e New York, tra il 2019 e il 2023, sono stati organizzati in collaborazione con la Kolodzei Art Foundation e hanno riunito opere di importanti artisti contemporanei del: Erik Bulatov, Ilya Kabakov, Mihail Chemiakin, Ernst Neizvestny, Francisco Arana Infante, Valentina Povarova, Lydia Masterkova, Komar e Melamid, Faith Ringgold, Chakaia Booker e altri.

Dal 2020, il CYFEST collabora con la Società Internazionale per le Arti, le Scienze e la Tecnologia (ISAST) Leonardo, contribuisce al Leonardo Journal e organizza i LASER Talks. L’ultimo numero di Leonardo, pubblicato da M.I.T. Press, contiene testi dell’artista francese di fama mondiale ORLAN, la cui opera mette in atto la più significativa metamorfosi biotecnologica e trans-personale nella storia dell’arte, e del collettivo multidisciplinare di artisti, designer e scrittori Slavs and Tatars, riconosciuto a livello internazionale.

CYFEST 15: Vulnerability comprende una serie di mostre itineranti svoltesi in tutto il mondo in importanti istituzioni culturali e pubbliche. Ha avuto luogo a Yerevan e a Miami, nel 2023, e proseguirà a Venezia e New York, nel 2024.

Nella nuova grande mostra collettiva convergono la (anti)fragilità degli spazi biologici, sociali e cibernetici, i ricordi personali e l’immaginazione scientifica, il facsimile della pioggia e l’indicizzazione, scritture semiotiche, l’esplorazione artistica della co-autorialità non umana e la connessione tra i pattern di maglieria e gli insiemi di Mandelbrot.

Andy Warhol with the contribution of Billy Klüver, Silver Clouds, installation, 1966, reprint 2007. CYBERFEST 2007, Photo: CYLAND Media Art Lab

Il programma prevede installazioni, performance e contenuti discorsivi. Tra le proposte principali troviamo il progetto multidisciplinare Drop Tracer di Tuula Närhinen, che affronta le azioni non umane e la relazione tra le immagini e il mondo naturale. Le pelli coltivate da batteri di Ann Marie Maes indagano il potenziale scultoreo dei materiali organici e le interfacce tra l’umano e il non umano, il macroscopico e il microscopico. Tra i pionieri della Science Art, il collettivo Where Dogs Run esamina i termini degli insiemi di Mandelbrot espressi attraverso pattern di maglieria in un’installazione performativa dal vivo. Mariateresa Sartori, attraverso la tecnica del frottage, dà valore alla geologia inedita e getta luce sulla storia poco conosciuta della cava di Rosà (Vicenza). L’installazione multimediale di Elena Gubanova e Ivan Govorkov ricrea il concetto di “densità temporale” sviluppato dall’astronomo sovietico Nikolai Kozyrev. La mostra presenta anche i monotipi Re-Pressions, esposti solo in rare occasioni, dell’acclamato artista armeno Samvel Baghdasaryan (1956-2017), le opere di videoarte sperimentale di Fabrizio Plessi, le sculture in tessuto gonfiabile di Irina Korina, gli oggetti architettonici e urbanistici realizzati con LED riciclati da Alexandra Dementieva, la nuova installazione di Anna Frants e molto altro ancora.

Artisti: Samvel Baghdasaryan, Ludmila Belova, Max Blotas, Alexandra Dementieva, Alexey Dymdymarchenko, Yvetta Fedorova, Anna Frants, Elena Gubanova & Ivan Govorkov, Irina Korina, Natalia Lyakh, AnneMarie Maes, Phill Niblock & Katherine Liberovskaya, Tuula Närhinen, Nao Nishihara, Fabrizio Plessi, Mariateresa Sartori, Monica Naranjo Uribe, Where Dogs Run.

CYFEST 15 è organizzato da CYLAND International MediaArtLab. Lo sponsor generale del progetto è One Market Data. La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile dalla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, il Centro Studi sull’Arte Russa – CSAR, LEONARDO ISAST, Samvel Baghdasaryan Art Foundation, e Weave


Contatto stampa
Davide Federici
Studio associato di Davide Federici
Ufficio stampa e comunicazione
info@davidefederici.it

Gabriel Fauré | concerti e celebrazioni per il centenario | Palazzetto Bru Zane di Venezia

FESTIVAL “IL FILO DI FAURÉ”
Venezia, dal 23 marzo al 23 maggio 2024

Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, celebra Fauré nel suo Centenario con artisti d’eccellenza e prestigiose collaborazioni.

In occasione del centenario della morte (1924), Gabriel Fauré viene celebrato dal Palazzetto Bru Zane in compagnia degli artisti che sono stati suoi allievi. Sette concerti e una conferenza, in programma a Venezia dal 23 marzo al 23 maggio 2024, mettono in luce un compositore agli antipodi delle convenzioni, pur essendo stato capofila di un’intera generazione di musicisti.

All’alba del XX secolo, Gabriel Fauré assume il compito di voltare la pagina del romanticismo e di rasserenare un ambiente musicale francese profondamente diviso. Artista dal percorso atipico ma dai meriti indiscutibili, Fauré non frequenta il Conservatorio di Parigi e non dedica i primi capolavori alle scene liriche. Discepolo di Saint-Saëns alla Scuola Niedermeyer, si esprime anzitutto nei concerti d’avanguardia, nelle chiese e nei salotti. In una Francia lacerata dal caso Dreyfus, egli rappresenta sia un compromesso sia una via nuova. La sua influenza quale docente di composizione merita di essere rivisitata: riguarda musicisti ragguardevoli, da Nadia Boulanger a Maurice Ravel passando per Florent Schmitt, Georges Enesco e Charles Koechlin.

Dopo la presentazione di giovedì 14 marzo, seguita da un concerto con Lorène de Ratuld al pianoforte, i concerti inaugurali riuniranno due generi cari al compositore rinomato per la delicatezza della sua musica da camera. Sabato 23 marzo , il Quatuor Strada e Simon Zaoui interpreteranno opere per archi e pianoforte di Gabriel Fauré e Roger-Ducasse – uno dei suoi allievi più fedeli –, mentre domenica 24 marzo, Cyrille Dubois e Tristan Raës riveleranno la maestria di Fauré nell’arte delle mélodies e la sua influenza su allievi prestigiosi come Maurice Ravel e innovativi come Florent Schmitt. Martedì 9 aprile , Luca Scarlini approfondirà in una conferenza l’influenza che Venezia ebbe sull’opera di Gabriel Fauré, incantato dalla serenissima come lo fu Reynaldo Hahn dopo di lui. Il concerto di sabato 13 aprile segnerà l’inizio della collaborazione tra il Palazzetto Bru Zane e Asolo Musica , in cui Hawijch Elders, Natanael Ferreira, Aleksey Shadrin e Frank Braley si esibiranno all’Auditorium Lo Squero (sull’Isola di San Giorgio Maggiore) nei “primi quartetti” di Gabriel Fauré e del suo discepolo Georges Enesco. Il flauto sarà protagonista dell’appuntamento successivo venerdì 19 aprile, con un programma di sonate e brani di concorso, emblematici del repertorio ottocentesco per lo strumento. Martedì 7 maggio , il concerto “Ode al violoncello”, in collaborazione con il Concours International de Musique de Chambre de Lyon, riunirà il Duo Domo sul palcoscenico. Verrà seguito dal ritorno delle mélodies, interpretate dai giovani e promettenti artisti dell’Académie de l’Opéra national de Paris giovedì 16 maggio. Il festival si concluderà con un’altra collaborazione di rilievo con l’Ensemble da camera dell’Accademia Teatro alla Scala che eseguirà opere per trio d’archi e pianoforte di Gabriel Fauré e Léon Boëllmann giovedì 23 maggio.  

GIOVEDÌ 14 MARZO ORE 18
PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL CON CONCERTO
Opere per pianoforte di FAURÉ, LAPARRA, ROGER-DUCASSE, FÉVRIER LADMIRAULT
Lorène de Ratuld pianoforte
Ingresso gratuito
 
SABATO 23 MARZO ORE 19.30
SCUOLA GRANDE SAN GIOVANNI EVANGELISTA
ALL’ALBA DI UNA NUOVA ERA
Opere per archi e pianoforte di ROGER-DUCASSE FAURÉ
QUATUOR STRADA
Pierre Fouchenneret violino
Ayako Tanaka violino
Lise Berthaud viola
François Salque violoncello
Simon Zaoui pianoforte
 
DOMENICA 24 MARZO ORE 17
MAESTRO FAURÉ
Mélodies di FAURÉ, GODARD, SAINT-SAËNS, DUBOIS, CHAUSSON, DUPARC, N. BOULANGER, SCHMITT, RAVEL, ecc.
Cyrille Dubois tenore
Tristan Raës pianoforte
 
MARTEDÌ 9 APRILE ORE 18
LA GONDOLA DEI SOGNI: GABRIEL FAURÉ A VENEZIA
Conferenza di Luca Scarlini
Ingresso gratuito
 
SABATO 13 APRILE ORE 16.30
AUDITORIUM LO SQUERO
PRIMI QUARTETTI
Opere per trio d’archi e pianoforte di FAURÉ ed ENESCO
Hawijch Elders violino
Natanael Ferreira viola
Aleksey Shadrin violoncello
Frank Braley pianoforte
In collaborazione con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth
CONCERTO FUORI ABBONAMENTO
Coproduzione Asolo Musica / Palazzetto Bru Zane
Auditorium Lo Squero
Isola di San Giorgio Maggiore
 
VENERDÌ 19 APRILE ORE 19.30
VOCE AL FLAUTO
Opere per flauto e pianoforte di FAURÉ, ENESCO, COOLS, KOECHLIN e MASSON
Alexis Kossenko flauto
Vassilis Varvaresos pianoforte
 
MARTEDÌ 7 MAGGIO ORE 19.30
ODE AL VIOLONCELLO
Opere per violoncello e pianoforte di FAURÉ, ROGER-DUCASSE, N. BOULANGER e KOECHLIN
DUO DOMO
Domonkos Hartmann violoncello
Domonkos Csabay pianoforte
In collaborazione con il Concours International de Musique de Chambre de Lyon (CIMCL)
 
GIOVEDÌ 16 MAGGIO ORE 19.30
NOTTI MELODICHE  
Mélodies di FAURÉ e i suoi allievi
Artisti dell’Académie de l’Opéra national de Paris
In collaborazione con l’ Académie de l’Opéra national de Paris
Concerto ripreso il 23 maggio all‘Amphithéâtre Olivier Messiaen dell’Opéra Bastille a Parigi
 
GIOVEDÌ 23 MAGGIO ORE 19.30
DISCENDENZE
Opere per trio d’archi e pianoforte di FAURÉ BOËLLMANN
Ensemble da camera dell’Accademia Teatro alla Scala
In collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala
Concerto ripreso il 28 maggio al Ridotto dei Palchi “Arturo Toscanini” del Teatro alla Scala di Milano

La missione del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, con sede a Venezia, è la riscoperta e la diffusione a livello internazionale del patrimonio musicale francese (1780-1920), concepisce e progetta programmi incentrati sul repertorio romantico francese. Si occupa sia di musica da camera sia del repertorio sinfonico, sacro e lirico, senza dimenticare i generi «leggeri» che caratterizzano lo spirito francese (chansonopéra-comique , operetta). Il centro, inaugurato nel 2009 per volere della Fondation Bru, ha sede a Venezia in un palazzo del 1695 appositamente restaurato per ospitarlo.


INDIRIZZO
Palazzetto Bru Zane
Venezia, San Polo 2368
 
Contatti per la Stampa
contact@bru-zane.com
 
In collaborazione con Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net Tel. 049 663499

Rovigo, Palazzo Roncale: in mostra l’uomo Matteotti oltre il martirio

La Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata da Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo
per il sequestro di Giacomo Matteotti
GIACOMO MATTEOTTI (1885 –1924)
Storia di un uomo libero
Rovigo, Palazzo Roncale
5 aprile – 7 luglio 2024

Mostra a cura di Stefano Caretti

È un Matteotti a tutto tondo quello che emergerà, dal 5 aprile al 7 luglio, in Palazzo Roncale a Rovigo, dalla mostra “Giacomo Matteotti (1885 –1924). Storia di un uomo libero” promossa dal Comitato Provinciale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti e dalla Regione del Veneto, con il sostegno della Fondazione Cariparo, e la collaborazione dell’Archivio di Stato di Rovigo, della Direzione Musei regionali Veneto del Ministero della Cultura e il  patrocinio del  Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti, della Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze e della Fondazione Giacomo Matteotti  di Roma.

Lo anticipa il professor Stefano Caretti, tra i massimi studiosi di Matteotti e di storia del socialismo, docente di Storia contemporanea all’Università di Siena. 

Dell’uomo politico polesano la mostra rievocherà l’attività di pubblico amministratore in diverse realtà del territorio rodigino, l’impegno   nell’attività sindacale nelle leghe e cooperative e quello parlamentare, irriducibile oppositore del fascismo e infine segretario del Partito Socialista Unitario.  Così come sarà ricordato, anche con la emersione di documenti, mai prima esposti, patrimonio dell’Archivio d Stato di Rovigo, il suo assassinio e infine il suo funerale.

Ma, in parallelo, ad essere approfondito in mostra sarà anche il Matteotti privato, le sue letture, la passione personale e familiare per la musica, il fondamentale rapporto con la moglie Velia e la famiglia.

Alla mostra rodigina ha assicurato la sua collaborazione anche il Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso (Ministero della Cultura), che metterà a disposizione un corpus di manifesti che documentano quanto la vicenda Matteotti abbia influito nell’Italia del tempo.

“Pochi uomini politici hanno saputo ispirare – sottolinea il curatore della mostra, professor Caretti – intere generazioni e suscitare echi così profondi e duraturi, anche all’estero, come Matteotti, ma pochi sono stati al tempo stesso glorificati e meno conosciuti. Certo ha nociuto in qualche modo alla comprensione della complessa personalità di Matteotti il prevalere dell’aurea mitica, e quindi astratta, sulla figura concreta dell’uomo. Una sublimazione ideale che ha puntato esclusivamente sul <<martire>>, sulla <<vittima>>>, sull'<<apostolo>> sull'<<eroe>>, sfumando così i tratti veri del personaggio, favorendone la metamorfosi in un simbolo sostanzialmente etico e sacrificandone lo spessore umano e la portata storica della sua opera.

M. Bruno Frombolini, 1946, Votate per il Partito Socialista, manifesto pubblicitario.

Scopo della mostra è appunto quello di sottrarre la figura di Giacomo Matteotti a una astratta rappresentazione del martire e restituire la corposità della sua presenza reale nei luoghi, nelle umane relazioni, nelle scelte ideali e culturali, che lo videro operare dalla sua appartata periferia polesana per giungere alle esperienze ai vertici della politica nazionale. La mostra si sviluppa come una sorta di racconto per immagini e documenti, sovente di rara reperibilità, che riescono, con la loro pregnante immediatezza visiva, a ricostruire il senso complessivo di una vita non racchiudibile nella pur nobile fissità del martirologio, ma che anzi in tal modo spiega quel percorso di rigoroso impegno civile e di dovere etico capace di giungere al sacrificio estremo.   

La sua rappresentazione di organizzatore di leghe e cooperative, amministratore locale, deputato in Parlamento nella irriducibile opposizione al fascismo, e infine segretario del Partito socialista unitario, restituisce una nuova e concreta immagine di Giacomo Matteotti.


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net

I giovani talenti del Friuli Venezia Giulia – “Oltre i soliti clichè. Una Regione per i giovani”

OLTRE I SOLITI CLICHÈ. UNA REGIONE PER I GIOVANI

Le “Oltre i soliti clichè. Una Regione per i giovani”
I giovani talenti del Friuli Venezia Giulia

sul palcoscenico del Teatro Miela
Mercoledì 28 febbraio, diretta streaming dalle 10:00
Ospite Valeria Cagnina

Una decina di giovani talenti della nostra regione, insieme all’ospite Valeria Cagnina – tra gli Under 30 individuate da Forbes fra coloro che cambieranno il futuro – saliranno sul palcoscenico del Teatro Miela di Trieste, mercoledì 28 febbraio, per rappresentare con la loro personale esperienza come i giovani del Friuli Venezia Giulia non ricalchino gli stereotipi che vengono confezionati attorno alla loro generazione. Un evento organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia, nell’ambito della campagna di comunicazione mirata a far conoscere le opportunità per studiare, formarsi, vivere e lavorare nel nostro territorio e per promuovere il portale GiovaniFVG (realizzata con il contributo del Dipartimento Nazionale Politiche giovanili e del Servizio Civile Universale).

“Sono molteplici e trasversali le politiche che l’Amministrazione programma” – afferma l’Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen – “accompagnando i giovani dai percorsi di orientamento alla scuola fino all’autonomia e al benessere. Con ‘Dote scuola’ – illustra Rosolen – abbiamo sostenuto le famiglie e gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado abbattendo i costi dei libri di testo e dei servizi di trasporto scolastico. Grazie ad ‘Attivascuola’ promuoviamo le transizioni tra i diversi tipi di ordini e gradi del sistema dell’istruzione per contrastare la dispersione scolastica. Sosteniamo la formazione dei giovani nei percorsi di istruzione e formazione professionale (IEFP) e nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS). Unica Regione in Italia da prima della riforma – sottolinea l’Assessore Rosolen – “garantiamo borse di studio a favore degli studenti ITS favorendo l’iscrizione ai corsi ad alta specializzazione. Finanziamo corsi di apprendistato, mentre per garantire il diritto allo studio universitario eroghiamo borse di studio e sosteniamo la formazione post-laurea (master finanziati) e la formazione per la ricerca (dottorati). Fra le altre iniziative, i progetti ‘STEM’, ‘Attivagiovani’, ‘Eures’ e ‘Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti’. Importanti infine le politiche attive per il lavoro, con iniziative mirate a incentivare l’occupazione giovanile e l’inserimento lavorativo, e quelle per promuovere il benessere, l’autonomia e la vita dei giovani”.

L’evento “Oltre i soliti clichè. Una Regione per i giovani” – trasmesso anche in diretta streaming dalle ore 10.00 dal portale “GiovaniFVG – è stato preceduto da una campagna social e da trasmissioni radiofoniche della Rai FVG. “Abbiamo fortemente creduto in questo progetto, condividendolo da subito insieme all’Assessorato competente” – afferma il Direttore della sede regionale Guido Corso – “e dedicando un programma di trenta minuti per ben 11 settimane (ChatFVG), con la regia di Mario Mirasola e di Riccardo Cicconetti, che modererà l’evento grazie alla disponibilità della sede Rai FVG”.

Una collaborazione con la Rai FVG che sarà ricordata in apertura dell’evento, proprio da un breve intervento del Direttore Corso, preceduto dall’introduzione dell’Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen.

Valeria Cagnina

Seguirà l’intervento di Valeria Cagnina, la ventitreenne CEO e Founder di OFPassiON, un’azienda di robotica educativa, tra le giovani italiane più talentose, che racconterà la sua storia personale, iniziata a 11 anni quando costruì da sola il suo primo robot autonomo e, dopo i primi riconoscimenti, venne invitata al MIT di Boston.

Si proseguirà con un primo approfondimento dedicato a “I giovani protagonisti del futuro. Scuola e formazione”, con la presentazione di progetti ed esperienze di innovazione nella scuola e nella formazione professionale come trampolino di lancio verso il mondo del lavoro. Testimonial saranno Ambra Presot, allieva del corso IeFP allo IAL di Gorizia con la sua competenza nella progettazione di barche a vela; Hussein Klarroubi, ex allievo del Volta, laureato in ingegneria clinica e specializzatosi poi in “Tecnico di apparecchiature biomediche” grazie a un corso ITS; Samuele Dradi, laureato al DAMS e specializzatosi grazie al corso IFTS in “tecniche di produzione multimediale” a Udine e successivamente all’Università Ca’ Foscari di Venezia per il conseguimento di un master. Concluderà per la Regione Elisa Marzinotto, direttore Servizio Formazione.

Seguirà un doppio approfondimento, “Un bagaglio per la vita” su Università, ricerca ed esperienze all’estero e “Una famiglia tutta mia: la Regione al mio fianco”. Saliranno sul palco del Teatro, Maddalena Didonè, studentessa di violino al Conservatorio Tartini di Trieste, che a inizio febbraio si è esibita con l’Orchestra d’archi al Concerto per la Giornata del Ricordo al Quirinale. Francesco Scazza, ricercatore e professore associato al Dipartimento di fisica dell’Università di Trieste, vincitore di uno starting Grant europeo. Sara Iob, laureata in relazioni pubbliche a Gorizia, con un master in Retail & Brand management è rientrata in regione dopo 7 anni di lavoro a Parma e Piacenza grazie al progetto regionale ‘Talenti FVG’ e ottenendo anche di altri benefici previsti dalle politiche regionali per la famiglia. Concluderanno per la Regione Patrizia Pavatti, direttore servizio istruzione, orientamento e diritto allo studio e Maria Pia Turinetti, direttore servizio coordinamento politiche per la famiglia.

Ultimo importante tema, “La professione come obiettivo: lavoro” sarà approfondito con gli interventi di Valentina Spagnoli, che dopo vari percorsi formativi si è specializzata come Manutentore di mezzi di trasporto pubblico locale grazie a un corso finanziato dalla Regione e organizzato in collaborazione con Trieste Trasporti. Angelica Stasi, dopo una laurea in Scienze internazionali e diplomatiche, ha partecipato a un progetto di promozione di cultura imprenditoriale (SISSI 2.0 Imprenderò in FVG) finanziato dalla Regione attraverso il Fondo Speciale Europeo. Emily Papinutti che ha partecipato a uno dei percorsi formativi di orientamento al lavoro (‘Attiva Giovani’) specializzandosi in videomaker e videoesplorazioni, ideando il soggetto di un video dedicato ai disturbi alimentari nel mondo giovanile. Concluderà la sessione Anna D’Angelo, vice direttore centrale e direttore servizio interventi per i lavoratori e le imprese.

Le considerazioni finali saranno tratte da Nicola Manfren, direttore centrale lavoro, formazione istruzione e famiglia.

Per seguire la diretta streaming collegati al portale GiovaniFVG dalle 10:00 al link:


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viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
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