Roma, Palazzo Bonaparte: la mostra “ESCHER” proroga fino al 5 maggio

Allestimento della mostra a Palazzo Bonaparte di Roma
A Palazzo Bonaparte spopola 
“ESCHER”
 e, viste le innumerevoli richieste, la grande monografica
proroga fino al 5 maggio!

Sono già stati superati i 150mila visitatori e a Palazzo Bonaparte di Roma continua il grande successo della più completa monografica mai realizzata sul genio olandese ESCHER che, viste le tantissime richieste, proroga fino al 5 maggio.
Con oltre 300 opere, tanti inediti, sale immersive, apparati didattici e stazioni interattive, la mostra celebra i 100 anni dalla prima visita di Escher a Roma dove visse per ben dodici anni, dal 1923 al 1935.

Ovunque sia presentato, il mito di Escher continua a crescere per la sua capacità unica di parlare ad un pubblico molto vasto e trasportarlo in un mondo immaginifico e impossibile, dove si mescolano arte, matematica, scienza, fisica e design.

La mostra, col patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.


Quella tra Escher e Arthemisia è, a tutti gli effetti, una grande storia d’amore.
Ho ancora il ricordo nitido di quando, nel 2013, il professor Marco Bussagli mi parlò per la prima volta di questo artista, fino ad allora per me sconosciuto. Ricordo di aver dato un’occhiata veloce al libro che mi diede quella sera, sfogliandolo senza particolare interesse. Mi disse che c’era una piccola mostra in corso a Reggio Emilia, passata nel silenzio, che avrei dovuto vedere.
Non so bene perché – probabilmente per quella curiosità che ancora oggi mi spinge a vedere qualsiasi mostra sul pianeta Terra –, ma sono andata a dare un’occhiata al lavoro di questo grafico olandese, il cui nome era pressoché sconosciuto a tutti. L’incontro dal vivo con le opere di Escher è stato sorprendente, ero come ipnotizzata davanti a creazioni che non avevo mai visto prima e che accendevano in me una sorta di strana eccitazione mentale. Ricordo di aver fatto un milione di domande, entusiasta della scoperta. Bellissimo Escher, anche divertente, ma non adatto per produrre una mostra: “non lo conosce nessuno” è la frase che ricordo come il mio migliore errore.
Il caso volle che qualche mese dopo saltasse una mostra in programma a Roma, al Chiostro del Bramante, e proposi all’amica Patrizia de Marco di sostituirla last minute con Escher. Nessuno ne era convinto, avevamo previsto al massimo 30.000 visitatori, fu fatto tutto al risparmio come si fa quando si produce una mostra “minore”. La domanda più frequente che ci veniva rivolta era: “e chi è Escher?”. Il primo giorno di apertura la coda chilometrica davanti alla mostra ci lasciò senza fiato, qualcosa ci era sfuggito.
Ci era sfuggito che il nome non era conosciuto, ma le opere di Escher erano nell’immaginario di tutti, oggetto quasi di venerazione da parte di amanti dell’arte e non, appassionati di matematica e filosofia, designer, architetti, giovani e giovanissimi, insomma un pubblico molto vasto che andava ben oltre quello consueto delle esposizioni d’arte.
La mostra si concluse con quasi 230.000 visitatori, fu un successo clamoroso.
Da allora abbiamo realizzato almeno venti mostre di Escher in ogni parte del mondo, da Milano a New York, da Madrid a Singapore, e tra poco daremo il via alla sua prima tournée giapponese.
Credo che si possa affermare che Arthemisia ha contribuito in maniera molto significativa alla diffusione e alla conoscenza internazionale del suo lavoro. Tra gli artisti che esponiamo abitualmente è sicuramente quello che sentiamo più “nostro”.
Negli anni abbiamo studiato e approfondito tutto su Escher, la nostra Tiziana Parente è diventata una delle più grandi esperte su questo artista, il rapporto con la Fondazione Escher, in particolare con Mark Veldhuysen e Federico Giudiceandrea, si è fatto via via più stretto, forte anche degli ottimi risultati ottenuti insieme.
La mostra che viene presentata quest’anno a Palazzo Bonaparte, in occasione dei cento anni dall’inizio del soggiorno romano di Escher, intende essere un punto di arrivo di questo bellissimo viaggio, ma soprattutto una summa di tutto quello che è stato scoperto in questi anni. È sicuramente la mostra più grande e completa mai realizzata sino a oggi, oserei dire definitiva.
A dieci anni di distanza dal primo incontro, vogliamo celebrare questo incredibile artista – le cui creazioni rimangono a tutt’oggi uniche – insieme agli esperti, agli amici, agli studiosi, ai collezionisti, ai curiosi e ai visitatori che hanno fatto sì che Escher sia asceso irreversibilmente all’Olimpo degli artisti più amati del mondo.



Date al pubblico
31 ottobre 2023 – 1° aprile 2024
PROROGATA FINO AL 5 MAGGIO

Orario apertura
dal lunedì al giovedì 9.00 – 19.30
venerdì, sabato e domenica 9.00 – 21.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
Intero 
€ 16,00 (audioguida inclusa)
Ridotto
 € 15,00 (audioguida inclusa)

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 06 87 15 111

Sito
www.mostraescher.it
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte

Ufficio stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 6938030

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Visita guidata del curatore, prof. Davide Colombo, per il finissage della mostra

Afro Basaldella – Nero rosa grande, 1962 (Courtesy Fondazione Archivio Afro Basaldella, Roma)

Si conclude con un’esclusiva visita guidata del curatore, prof. Davide Colombo, la mostra “Dino, Mirko e Afro Basaldella. Destini paralleli e intrecciati” promossa dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo Territori.

Il finissage si terrà domenica 18 febbraio, alle 17.00. alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea (piazza Cavour 44). Dopo i saluti delle autorità, seguirà alle 17.30 la visita guidata del curatore (Ingresso libero, consigliata la prenotazione: 
galleria.didattica@comune.monfalcone.go.it / 0481 494177 / 371)

Mirko Basaldella – Ettore e Andromaca, 1959 (Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia)

“La mostra presenta 40 capolavori dei tre maestri, Dino, Mirko e Afro Basaldella, tracciandone il percorso artistico dagli anni ’30 agli anni ’60 del secolo breve” – ricorda l’Assessore alla Cultura, Luca Fasan, invitando chi non l’avesse ancora vista a cogliere l’occasione di ammirarla insieme al curatore –  “in una delle esposizioni più iconiche di sempre, che collocano Monfalcone e la sua Galleria Comunale d’Arte Contemporanea tra le migliori offerte culturali del Paese”.

Un momento della presentazione

La mostra è stata realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e con il supporto di diverse importanti realtà del territorio, quali Banca di Credito Cooperativo della Venezia Giulia (main sponsor), Io Sono Friuli Venezia Giulia e Go!2025.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Roma, Von Buren Contemporary: Juxtaposition – Doppia personale di Marco Stefanucci e Luca Zarattini

Marco Stefanucci Oxymoron #2, 2021,
mixed media on wood 26 x 18 cm
Luca Zarattini, Forme dal profondo del mare #4, 2023,
tecnica mista su tela 40 x 31,5 cm
Von Buren Contemporary presenta
 
JUXTAPOSITION
 
Con le opere di
Marco Stefanucci
Luca Zarattini
 
Vernissage
sabato 24 e domenica 25 febbraio 2024
dalle 17:00 alle 21:00

Testo critico: Marta Spanò
Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

la mostra resterà aperta fino al 14 marzo 2024
orari: 11:00-13:30 e 16:00-19:30; domenica e lunedì su appuntamento
 
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Von Buren Contemporary è lieta di presentare Juxtaposition, la mostra bi-personale di Marco Stefanucci e Luca Zarattini.
Juxtaposition mette in scena due mondi contrastanti: le tavole monocromatiche di Stefanucci, fatte di ombre e sogni, e le tele quasi astratte di Zarattini, audaci e colorate.

A prima vista, la mostra sembra concentrarsi su due visioni in collisione ma, a un esame più attento, la giustapposizione rivela somiglianze inaspettate derivanti da un approccio sperimentale, riflessivo e poetico condiviso.

Marco Stefanucci, Oxymoron #7 , 2023,
mixed media on wood 23 x 20 cm

I dipinti su tavola di Stefanucci sembrano parlarci dal passato: missive silenziose e fugaci in cui scene, volti e paesaggi perduti nel tempo riaffiorano nella nebbia, come ricordi lontani ma ancora familiari. Invece le opere su tela di Zarattini, con le loro ricche combinazioni cromatiche, appaiono come manifestazioni luminose ed energiche di una mente caleidoscopica. Innumerevoli turbinii si fondono e si dissipano, facendo affidamento sull’associazione della forma per suggerire il significato piuttosto che impiegare motivi riconoscibili.

Luca Zarattini, Onde anomale, 2021,
tecnica mista su tela 175×150 cm

Il punto in cui questi due artisti si sovrappongono è anche nel loro impegno caratterizzato da un’ampia varietà di tecniche e materiali. L’uso di acidi e solventi che corrodono la pittura sono elementi che caratterizzano da sempre la produzione di Stefanucci, mentre la raffinata ricerca di Zarattini ha portato ad un’originale e complessa tecnica di stratificazione che utilizza per i suoi dipinti a collage.

Entrambi gli artisti sono inoltre saldamente ancorati al passato: Stefanucci ha studiato a fondo le tecniche degli antichi maestri e i riferimenti alla loro opera e alla storia dell’arte sono i pilastri del suo lavoro. Zarattini nel frattempo attinge al nostro riconoscimento inconscio di forme e immagini archetipiche, creando un dialogo intrigante tra passato e presente.

Marco Stefanucci è nato nel 1970 a Roma, dove si è diplomato in Grafica e Laureato in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università La Sapienza. Ha esposto in Italia, Francia, Belgio, Germania, Inghilterra e Lussemburgo.

Luca Zarattini è nato a Codigoro (Ferrara) nel 1984 e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Zarattini ha tenuto esposizioni importanti che lo hanno portato all’attenzione della critica e alla partecipazione a note rassegne nazionali, con l’aggiudicazione di prestigiosi premi (Premio Niccolini 2016, Basilio Cascella 2011, Zingarelli 2010, e del Concorso 150° dell’Unità indetto dalla Prefettura di Ferrara e dall’Istituto di Storia Contemporanea).


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