Treviso: Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2023-2024 – XXXIII edizione

Espacio Escultórico, dettaglio piattaforma ingresso, foto di Fabian Martinez
Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
XXXIII edizione, 2023-2024


L’Espacio Escultórico nel Pedregal de San Ángel,
Città del Messico

All’Espacio Escultórico nel Pedregal de San Ángel, a Città del Messico, viene dedicata la trentatreesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, 2023-2024. Il Premio, ideato e realizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e incentrato su un luogo denso di valori di natura, memoria e invenzione, torna a esplorare per la seconda volta, dopo la sua prima edizione del 1990 che vide la scelta del Sítio Santo Antônio da Bica di Roberto Burle Marx, in Brasile, luoghi appartenenti al vasto mondo dell’America Latina.

L’Espacio Escultórico è un luogo costituito da una grande opera d’arte collettiva che emerge dalla stessa superficie lavica sulla quale, nel secolo scorso, a partire dalla fine degli anni quaranta, nascono e si sviluppano nuovi quartieri e soprattutto un’intera città universitaria, quella dell’Universidad Nacional Autónoma de México (unam).

Un anello dentato, composto da sessantaquattro prismi in cemento che poggiano su un basamento circolare del diametro di 120 metri, circoscrive un brano di suolo lavico “intatto”, rendendo manifesta la potenza espressiva di questo paesaggio, ma anche la sua condizione mutevole e fragile.

Opera fortemente voluta dall’Università e inaugurata nel 1979, l’Espacio Escultórico esprime in modo esemplare il valore e il significato di un paesaggio – quello del Pedregal de San Ángel, così forgiato da un’eruzione vulcanica – con il quale la città, le istituzioni e le comunità universitarie, l’ambiente culturale e la società messicana si confrontano e dialogano sul piano del suo valore ambientale ed ecologico, della sua potenza evocativa, ma anche dei conflitti generati in seno all’espansione urbana di una megalopoli che ne accerchia il perimetro e ne modifica nel tempo la natura e i significati.

Frutto dell’eruzione del vulcano monogenetico Xitle, – che in termini geologici risulta recente, avendo avuto luogo, approssimativamente, solo millecinquecento o forse duemila anni fa –, il Pedregal (che in italiano potremmo chiamare “pietraia”) ci appare come una distesa di roccia lavica, disseminata di vegetazione e variazioni morfologiche, che si evolve nel tempo e si manifesta come un paesaggio vivo, ricco di valore ecologico, e tuttora denso di richiami alla storia preispanica che lo ha preceduto, nonostante l’enorme riduzione del suo perimetro e della sua estensione originaria.

Espacio Escultórico, foto di Fabian Martinez

L’Espacio Escultórico rappresenta un capitolo importante di questo paesaggio in divenire e, a dispetto (o forse grazie a essa) della fissità scultorea della sua immagine, stabilisce un punto d’incontro tra passato e futuro, a cavallo tra la grande vicenda della costruzione della Città Universitaria e l’evolversi di una coscienza ecologica del suo campus, “paesaggio di resistenza” più che pacifico e rassicurante scenario di una comunità per alcuni aspetti privilegiata.

Risulta oggi significativo il metodo e il processo costruttivo scelto per l’Espacio Escultórico, quello di convocare sei artisti della Escuela Nacional de Artes Plásticas – Helen Escobedo, Manuel Felguérez, Mathias Goeritz, Hersúa, Sebastián e Federico Silva – per realizzare un’opera collettiva, dunque priva di carattere monoautoriale, totalmente tesa all’interazione con il paesaggio presente e con la sua eredità storica, e che assume un significato più vasto – oggi diremmo “non antropocentrico” –, aperto alle istanze ecologiche che sarebbero emerse a breve, e che lì, nel Pedregal, proprio il lavoro di questo gruppo di artisti contribuisce a far emergere. La stagione successiva alla costruzione dell’Espacio Escultórico sarà infatti improntata alla difesa di ciò che rimane del Pedregal, della protesta rispetto alla sua progressiva distruzione, e della presa di coscienza da parte della comunità scientifica e studentesca del suo valore, con la creazione ufficiale, nel 1983, della Reserva Ecológica del Pedregal de San Ángel (repsa), voluta dall’unam.

Del valore dell’opera si è scritto molto e molte sono le sue interpretazioni. Nella visione del Premio Carlo Scarpa, l’Espacio Escultórico è un luogo di meditazione personale e insieme di azione collettiva: la sua storia ci porta a riflettere sul rapporto tra gesto artistico e coscienza ecologica; la dimensione corale della sua concezione ci invita a ragionare sull’impegno individuale nel campo del paesaggio, a stabilire nuove coordinate e nuovi compiti progettuali.

principali momenti pubblici del Premio Carlo Scarpa 2023-2024 si svolgeranno, a Treviso,
nel mese di aprile 2024:
 
venerdì 12 aprile, ore 18, Ca’ Scarpa:
inaugurazione della mostra dedicata all’Espacio Escultórico e al suo contesto, che sarà aperta al pubblico fino a domenica 30 giugno
 
sabato 13 aprile, ore 10-13, auditorium della Fondazione Benetton in Palazzo Bomben:
presentazione del libro e del film documentario dedicati al luogo e ai temi di questa edizione del Premio, preceduta da una conferenza di Louise Noelle
sabato 13 aprile, ore 17, Chiesa di San Teonisto:
cerimonia pubblica con la consegna del sigillo simbolo del Premio a Leonardo Lomelí Vanegas, rettore dell’Universidad Nacional Autónoma de México, segnalando, nel contesto della stessa unam, altre due figure che esprimono il senso della cura di questo luogo, Silke Cram e Louise Noelle, entrambe impegnate negli organismi di gestione e tutela del luogo premiato.
 
Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
– così intitolato in onore di Carlo Scarpa (1906-1978), architetto e inventore di giardini – è un progetto di ricerca e di cura dedicato a un luogo, ideato e realizzato, dal 1990, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche. Un progetto che ogni volta prende avvio da approfondimenti ed esplorazioni indirizzati a luoghi e culture diversi.
 
Comitato scientifico della Fondazione e coordinamento del Premio
Luigi Latini, architetto, Università Iuav di Venezia (presidente);
Giuseppe Barbera, agronomo, Università di Palermo;
Hervé Brunon, storico del giardino, Centro André Chastel, Parigi, CNRS;
Thilo Folkerts, architetto paesaggista, 100Landschaftsarchitektur, Berlino;
Anna Lambertini, architetto e paesaggista, Università di Firenze;
Monique Mosser, storica dell’arte, Scuola superiore di architettura di Versailles, CNRS;
Joan Nogué, geografo, Università di Girona;
Juan Manuel Palerm, architetto, Università di Las Palmas, Gran Canaria;
José Tito Rojo, botanico, Università di Granada.
Carmen Añón, paesaggista, Università di Madrid, membro onorario dal 2011;
Domenico Luciani, architetto, ideatore e responsabile del Premio dal 1990 al 2014, membro onorario dal 2015.
Le attività del Premio Carlo Scarpa sono curate e coordinate da
Patrizia Boschiero, responsabile delle Edizioni della Fondazione, e
Luigi Latini, presidente del Comitato scientifico e direttore della Fondazione.
 
Iniziativa culturale con il patrocinio di:
UNISCAPE, Ministero della Cultura, Regione del Veneto, Città di Treviso.

Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino è un progetto di ricerca e di cura dedicato a un luogo particolarmente denso di valori di natura, memoria e invenzione, ideato e realizzato, dal 1990, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche.

        Esso intende contribuire a elevare e diffondere la cultura del paesaggio e della “cura dei luoghi”; si propone come occasione e strumento per far conoscere, al di là dei confini delle comunità di specialisti, il lavoro necessario per conoscere e governare le modificazioni di un luogo, per salvaguardare e valorizzare i patrimoni di natura e di memoria; lavoro nel quale confluiscono scienze, tecniche, arti e mestieri diversi e si svolge attraverso l’identificazione dei segni e dei caratteri costitutivi dei luoghi e dei loro ambiti; lavoro che prevede atti creativi, programmi lungimiranti, pratiche quotidiane di cura e manutenzione, norme che regolano la convivenza, nello stesso luogo, di patrimoni naturali, sedimenti culturali e presenze umane; lavoro che rifugge da ogni fenomeno effimero o ricerca d’effetto, e che trova il suo difficile parametro nella lunga durata; lavoro che ricerca l’equilibrio tra conservazione e innovazione, in condizioni di continua mobilità del gusto e di permanente trasformazione del ruolo che la natura e la memoria esercitano nelle diverse civilizzazioni e fasi storiche.

        Il Comitato scientifico della Fondazione, nell’ambito delle attività di ricerca promosse, sceglie per ogni edizione del Premio Carlo Scarpa un luogo che presenti caratteri, meriti attenzioni, susciti riflessioni pertinenti alle finalità del Premio.

        La Fondazione, in accordo con il proprio Comitato scientifico, realizza nel corso di ogni edizione, una serie di attività utili per la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione del luogo designato rivolgendosi, attraverso diversi strumenti di comunicazione, ad amministratori pubblici, comunità scientifiche, artistiche, tecniche e operative, e in generale a quanti sono impegnati o interessati a promuovere l’elevazione del gusto, la formazione di nuove attitudini all’indagine e al progetto, la qualificazione dei paesaggi e dei giardini. Le attività previste sono, in particolare:

  • la cura e pubblicazione a stampa, nell’ambito della collana editoriale della Fondazione Benetton Studi Ricerche “Memorie”, di un volume collettivo per la conoscenza del luogo e del suo contesto;
  • la realizzazione di un film documentario;
  • la raccolta di materiali fotografici, bibliografici e cartografici pertinenti che vengono resi disponibili in una mostra allestita per l’occasione e, in modo permanente, nella biblioteca della Fondazione;
  • l’organizzazione di uno o più incontri di studio e di una cerimonia pubblica, nel corso della quale viene consegnato all’ente o alla persona responsabile del luogo, o a chi rappresenti in vario modo il senso della cura di questo luogo, un riconoscimento simbolico, costituito da un “sigillo” disegnato da Carlo Scarpa (1906-1978), l’inventore di giardini alla cui memoria è dedicato il Premio sin dalla sua ideazione;
  • altre iniziative pubbliche a scala nazionale e internazionale in collaborazione con altri enti pubblici o privati in diverso modo coinvolti nella cultura del paesaggio e interessati a valorizzare il luogo posto al centro dell’attenzione delle attività del Premio stesso.
Comitato scientifico della Fondazione e coordinamento del Premio
Luigi Latini, architetto, Università Iuav di Venezia (presidente);
Giuseppe Barbera, agronomo, Università di Palermo;
Hervé Brunon, storico del giardino, Centro André Chastel, Parigi, CNRS;
Thilo Folkerts, architetto paesaggista, 100Landschaftsarchitektur, Berlino;
Anna Lambertini, architetto e paesaggista, Università di Firenze;
Monique Mosser, storica dell’arte, Scuola superiore di architettura di Versailles, CNRS;
Joan Nogué, geografo, Università di Girona;
Juan Manuel Palerm, architetto, Università di Las Palmas, Gran Canaria;
José Tito Rojo, botanico, Università di Granada.
Carmen Añón, paesaggista, Università di Madrid, membro onorario dal 2011;
Domenico Luciani, architetto, ideatore e responsabile del Premio dal 1990 al 2014, membro onorario dal 2015.
Le attività del Premio Carlo Scarpa sono curate e coordinate da
Patrizia Boschiero, responsabile delle Edizioni della Fondazione, e
Luigi Latini, presidente del Comitato scientifico e direttore della Fondazione.

Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Padova, Italia
www.studioesseci.net

Al Museo Sartorio di Trieste: Inaugurazione della mostra “Ciclo e riciclo tra gioco e identità”

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA

LE MANI D’ORO 2^edizione – giovedì 22 febbraio, alle ore 11:00, al Museo Sartorio di Trieste

Il nuovo mazzo di carte dedicato al Patrimonio paesaggistico del Friuli Venezia Giulia e prodotto dalla Modiano Industrie Carte da Gioco ed Affini Spa sarà presentato durante l’inaugurazione della  mostra “Ciclo e riciclo tra gioco e identità”, giovedì 22 febbraio, alle ore 11:00, al Museo Sartorio di Trieste, nell’ambito della II edizione del progetto “Le Mani d’Oro” ideato e prodotto dall’Associazione Opera Viva, alla presenza delle autorità, della Direttrice artistica Lorena Matic e del Presidente della Modiano, Stefano Crechici.

Allestita negli spazi del Museo al pianoterra, tra il Salone della Caccia, il Giardino d’Inverno e la Sala espositiva, la mostra – in co-organizzazione con il Comune di Trieste – presenta quasi 200 materiali, tra illustrazioni dei luoghi del Friuli Venezia Giulia, schizzi e studi d’abito con il riciclo della lavorazione delle carte, l’abito stesso realizzato a dimensioni reali e il nuovo mazzo di carte prodotto dalla Modiano. Importante anche la sezione fotografica con le immagini provenienti dall’Archivio Modiano, completate da QRCode sonori per contenuti storici e descrittivi delle immagini, fruibili anche per un pubblico non vedente. Durante l’evento è previsto infatti anche un momento  per riflettere e conoscere assieme ai soci dell’UICI Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Trieste come il gioco sia un linguaggio universale, che con particolari modalità e adattamenti permette l’integrazione con momenti conviviali inclusivi.

“La mostra è la tappa finale” – afferma Lorena Matic – “di un percorso iniziato con il concorso di idee al quale hanno partecipato gli studenti del Liceo Artistico Sello di Udine, che hanno prodotto gruppi di 14 illustrazioni (quante le carte che compongono un seme), corrispondenti ad altrettanti siti del Patrimonio paesaggistico e culturale del Friuli Venezia Giulia. Le illustrazioni dei quattro gruppi vincitori – uno per seme – sono i soggetti del nuovo mazzo di carte prodotto dalla Modiano. Tra i siti scelti, il sito di Aquileia, le Dolomiti Friulani, la Piazza Transalpina, la Grotta Gigante, il Ponte del Diavolo, il Sito Palù di Livenza. Gli studenti del Liceo Artistico Fabiani di Gorizia hanno invece riciclato lo scarto di produzione e le carte difettate trasformando i materiali in un tessuto innovativo per il confezionamento di un abito a dimensioni reali, selezionato dalla giuria di qualità e risultato vincitore”.

L’articolato progetto “Le Mani d’Oro”, con sottotitolo “Ciclo e riciclo tra gioco e identità” rafforza l’intreccio tra imprese d’eccellenza e creatività dei giovani, attraverso un percorso dedicato a tutto il ciclo produttivo che dalla produzione di un nuovo prodotto ha un focus particolare sul tema del riciclo, capace di rigenera lo scarto dandogli nuova vita.

Il progetto è ideato e diretto da Lorena Matic e organizzato dall’Associazione culturale Opera Viva con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, il contributo dell’Unione Italiana, la collaborazione del Comune di Trieste, del Kulturni dom di Gorizia e la partecipazione preziosa della Modiano Industrie Carte da Gioco ed Affini Spa.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Bologna: Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024 – Al via il bando, candidature fino al 21 marzo

Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024

I sei Distretti culturali dell’area metropolitana ospiteranno artiste e artisti tra i 18 e 35 anni.
Al via il bando, candidature fino al 21 marzo 2024.

Città metropolitana di Bologna come città artistica diffusa per un progetto di residenze condiviso da tutti i sei Distretti Culturali.

Torna, per il secondo anno consecutivo, l’esperienza del Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition che conferma il suo raggio di azione nei sei Distretti culturali della Città metropolitana di Bologna.

Da oggi, 19 febbraio 2024, è disponibile un avviso pubblico finalizzato alla selezione di sei artiste, artisti o collettivi che potranno soggiornare e lavorare in strutture messe a disposizione dai comuni dei sei Distretti culturali.

Dopo l’esito positivo avuto nel 2023 dalla prima edizione del Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition, il Comune di Bologna e la Città metropolitana di Bologna rinnovano l’impegno per sostenere il progetto della residenza artistica diffusa nei sei Distretti culturali dell’area metropolitana. Nato dall’innovativa esperienza del Nuovo Forno del Pane, promossa nel 2020 dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna per supportare la comunità artistica durante l’emergenza Covid-19 offrendo loro uno spazio di ricerca e produzione, il Nuovo Forno del Pane Outdoor darà anche quest’anno ai sei candidati e candidate, selezionati tramite avviso pubblico, la possibilità di sviluppare progetti artistici individuali e condivisi interagendo con il territorio in cui saranno ospitati.

In occasione del 60° anniversario della morte di Giorgio Morandi, il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024 riserva, in rappresentanza del Distretto culturale Montagna, una residenza e uno spazio di lavoro presso i Fienili di Campiaro, nel Comune di Grizzana Morandi, luogo molto amato e spesso riprodotto dal pittore bolognese nella sua prolifica produzione artistica. La novità si inserisce nell’ambito del Tavolo Morandi, progetto promosso dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna, dal Comune di Grizzana Morandi, dal Museo Morandi e dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, che valorizza l’universo dell’artista attraverso la realizzazione di eventi e la proposta di itinerari nei luoghi vissuti dal maestro.

Artiste e artisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni, domiciliati in Italia, senza vincoli di cittadinanza o residenza, con una recente e documentata attività nell’ambito delle arti visive contemporanee, sono invitati a partecipare alla selezione per il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024: la pubblicazione dell’avviso è avvenuta oggi, lunedì 19 febbraio 2024, giorno dal quale, a partire dalle ore 12.00, è possibile compilare il relativo modulo telematico di partecipazione. L’avviso è disponibile nell’Albo Pretorio online del Comune di Bologna, sul sito internet del Comune di Bologna, nella sezione Bandi ed Avvisi Pubblici, sul sito del MAMbo, nella sezione News, e sul sito del Nuovo Forno del Pane

Si può inviare la propria candidatura, con tutta la documentazione richiesta, entro e non oltre le ore 12.00 di giovedì 21 marzo 2024.

Le artiste e gli artisti verranno selezionati sulla base della documentazione presentata; particolare peso avranno il portfolio, la lettera motivazionale e l’idea progettuale che verrà valutata in base a fattibilità, originalità e impatto della proposta sul sistema culturale metropolitano.

Le candidature saranno esaminate da una Commissione presieduta dal Responsabile dell’Area Arte Moderna e Contemporanea del Settore Musei Civici Bologna e composta da membri esperti interni allo staff del MAMbo.

Alle artiste e agli artisti selezionati sarà offerto uno spazio di lavoro in cui operare, secondo le modalità previste da ciascun ente, tra il 29 aprile e il 28 luglio 2024, all’interno delle seguenti strutture individuate nei comuni dell’Area metropolitana di Bologna: Istituzione Villa Smeraldi – Museo della Civiltà Contadina Bentivoglio (Distretto culturale Pianura Est); Fienili del Campiaro Grizzana Morandi (Distretto culturale Montagna); Casa Quadrilumi Imola (Distretto culturale Imolese); INAF-OAS/Stazione Astronomica Loiano (Distretto culturale Savena-Idice); Casa Vallarmà Madonna di RodianoValsamoggia (Distretto culturale Reno Lavino Samoggia); Studio di decorazione di Nives Storci a Sant’Agata Bolognese (Distretto culturale Pianura Ovest). Inoltre, a ciascun artista o collettivo selezionato sarà garantito un alloggio nei comuni di riferimento ed erogato un incentivo di 3.000 euro lordi per l’avvio dell’attività di ricerca ed eventuale produzione.

Durante il periodo di residenza, le artiste e gli artisti saranno coinvolti in approfondimenti dedicati alle loro ricerche individuali divulgati e promossi tramite i canali di comunicazione dei soggetti coinvolti nel Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition 2024, mentre le opere e i progetti eventualmente prodotti rimarranno di loro proprietà. La rete dei Distretti culturali sarà parte attiva nella costruzione occasionale di scambio e collegamento con il territorio.

Ai sei selezionati verrà richiesto: di permanere continuativamente nella struttura assegnata per tutti i tre mesi di residenza; la disponibilità a spostarsi con propri mezzi e a proprie spese; di collaborare con lo staff del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e con le strutture ospitanti per la migliore riuscita dell’iniziativa, partecipando agli incontri, alle attività e alle interviste eventualmente programmati dal museo; di collaborare con le altre artiste e artisti coinvolti nel progetto favorendo scambi di competenze teoriche e pratiche al fine di creare durante il lungo periodo di residenza un clima partecipativo e produttivo; di partecipare alla co-progettazione di attività teoriche e pratiche finalizzate all’autoformazione e all’ampliamento delle proprie competenze; di mettere a disposizione immagini e testi liberi da diritti per le attività di comunicazione e per l’eventuale pubblicazione di un catalogo al termine del progetto.

L’edizione 2024 dell’iniziativa riconferma l’identità visiva del 2023 che, ideata da Giulio Ferrarella, trae ispirazione dalle ciminiere dell’edificio Ex Forno del Pane, oggi sede del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e alimenta, a livello simbolico, l’idea di produzione e condivisione che sta alla base del progetto.

“La decisione di realizzare una seconda edizione metropolitana del Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition – e quindi di continuare a tessere il percorso iniziato l’anno scorso a livello metropolitano – sottolinea e rafforza la linea culturale che stiamo portando avanti, di sostegno alla nuova creatività, offrendo spazi di residenza nella unicità di luoghi metropolitani e sostegni per l’avvio di processi artistici nella relazione con le comunità – dichiara Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana – La politica ha bisogno di continuità per essere radicata e la linea delle residenze d’artista nella politica culturale metropolitana è uno degli assi strategici individuati per dare voce e sostegno ad artisti e artiste e per rafforzare l’area metropolitana, nella bellezza dei luoghi culturali e paesaggistici che contiene, come città artistica e culturale allargata, capace di attrarre e accogliere talenti artistici. I diversi ambiti disciplinari che caratterizzano quest’anno i luoghi di residenza vanno dalla scienza, alla tessitura fino all’architettura e ai laboratori creativi sperimentali, arrivando anche a toccare i luoghi del maestro Giorgio Morandi all’interno della attenzione metropolitana strategica che stiamo ponendo. Sono certa che questa edizione in crescita, frutto della preziosa collaborazione e condivisione con i Distretti Culturali e i comuni ospitanti e la competenza di Lorenzo Balbi e del MAMbo, segnerà un passo importante per i nostri territori e per la creatività che li abiterà in residenza “.

“Nuovo Forno del Pane Outdoor 2024 – dichiara Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna – permette di valorizzare le ricerche artistiche più contemporanee, confermando la forte identità culturale e creativa del territorio della Città metropolitana di Bologna e contribuendo alla creazione del sistema museale metropolitano”.

“L’importanza di un progetto si riscontra quando questo riesce ad avere una continuità e quando dopo la sua prima edizione aumenta il numero di partner, soggetti e istituzioni coinvolti – dichiara Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Questo è il caso del Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition che, per questa seconda edizione, riesce ad allargare la propria rete di comuni coinvolti con l’obiettivo di offrire alle artiste e agli artisti che arriveranno nella Città metropolitana di Bologna un’esperienza di relazione con un territorio creativo unico e di grande ispirazione per lo sviluppo dei loro progetti”.


Nuovo Forno del Pane Metropolitano Outdoor Edition 2024
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Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
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