La programmazione triennale di Palazzo Sarcinelli con ARTIKA

Eugène Le Poittevin, Bagno a Étretat, olio su tavola, 1858
Programmazione triennale
Conegliano (Tv), Palazzo Sarcinelli
Da ottobre 2024 a marzo 2027

ARTIKA presenta alla Città di Conegliano, nella prestigiosa sede di Palazzo Sarcinelli, una programmazione di mostre a carattere triennale. Il progetto prevede la realizzazione di tre grandi mostre, dedicate ad altrettanti momenti significativi della storia dell’arte. I progetti saranno sviluppati da ARTIKA in sinergia con importanti partner pubblici e privati, la cui importanza nel settore è resa evidente dal curriculum degli stessi.

Il primo progetto è un omaggio al celebre e controverso Banksy. La mostra si propone di presentare al pubblico, oltre ai capolavori dell’artista di Bristol, anche una “mostra nella mostra” per analizzare l’evoluzione del movimento della Street art dagli esordi di Keith Haring al giorno d’oggi. Obey, Mr Brainwash, TVboy e Banksy: molti tra i grandi interpreti della street art saranno presenti in questa esposizione esclusiva.

Il secondo progetto è incentrato sul ritratto di donna, tra i generi più rappresentativi della storia dell’arte. Il taglio curatoriale, partendo dalla Belle Époque analizza la trasformazione radicale nella ritrattistica del Novecento. Dalla bellezza “classica” di Giovanni Boldini e gli altri interpreti della pittura fin de siècle a Parigi, fino alle rivoluzioni avanguardiste e al Novecento di Sironi.

Il terzo progetto è dedicato ad uno dei movimenti artistici più amati in Occidente: l’Impressionismo. L’esposizione, composta da 70 opere, analizza la produzione di artisti attivi nel nord della Francia. Tra le grandi firme compaiono Monet, Renoir, Boudin, Corot e Courbet.

L’Assessore alla Cultura della Città di Conegliano dichiara: “Conegliano nel prossimo triennio è anche cultura con nuove sfide, complesse ed ambiziose. Una rigenerazione ed una rilettura della Città del Cima anche a livello culturale; Palazzo Sarcinelli diventa infatti teatro di tre importanti mostre a partire dal 2024. Tre realtà davvero preziose, che porteranno a Conegliano numerosi turisti e visitatori per conoscere il percorso storico-artistico dei grandi nomi che esporremo. L’arte rappresenta un mezzo per mettere persone diverse in comunicazione tra di loro, un modo per costruire la conoscenza reciproca e offrire prospettive per la ricchezza e la varietà dell’arte nel mondo. Ringrazio ARTIKA per il risultato del grande lavoro svolto e che si svolgerà nella nostra Città, un risultato che sicuramente porterà orgoglio e dinamismo a Conegliano”.

BANKSY, Bomb Love, serigrafia su carta, 2003
(Mostra BANKSY)

A cura di Daniel Buso in collaborazione con Deodato Arte
Periodo: 2024-2025

Banksy, con il suo stile sarcastico e beffardo, ha imperniato la propria poetica artistica sulla critica al capitalismo, alla guerra, al controllo sociale e alle disuguaglianze. L’aura di mistero che lo circonda è uno degli elementi che egli stesso utilizza per sovvertire i codici culturali contemporanei offrendo, con le sue opere, messaggi allo stesso tempo semplici e universali. Ogni opera di Banksy ha un significato profondo, a volte ironico, a volte dissacrante, sempre di forte denuncia sociale. La mostra, accanto all’anonimo artista di Bristol, presenta un focus dedicato all’evoluzione del movimento della Street art dagli esordi di Haring al giorno d’oggi. L’arte di strada in pochi anni è passata dall’essere un’espressione underground e minoritaria, rifuggita dalle grandi gallerie e dai musei, per poi divenire la corrente artistica più conosciuta e mainstream del mondo. L’efficace metodo comunicativo di Banksy è stato raccolto ed elaborato da artisti come Obey e Mr. Brainwash, oggi esponenti di punta della Street art e Mr.Savethewall, artista italiano che si definisce in tal senso un “post-street artist”.

Ma, con il successo, sono arrivate anche le critiche. Possiamo ancora definire street opere che vengono vendute per milioni di dollari? È giusto che, dopo anni di propaganda contro il sistema dell’arte, ora siano proprio gli artisti della Street art al suo vertice? La mostra, attraverso le opere degli street artist più importanti del nostro tempo, indaga le contraddizioni intrinseche di un movimento che ha spiazzato il mondo, ribaltando tutte le previsioni.

Giovanni Boldini, L’attrice Alice Regnault, olio su tela, 1880-1884 ca. (Mostra Universi al femminile)

A cura di Antonio D’Amico in collaborazione con Museo Bagatti Valsecchi
Periodo: 2025-2026

Una grande mostra che propone opere di prestigiose collezioni private e di alcuni musei italiani, con l’ambizione di raccontare storie di donne di fine Ottocento e Novecento: donne popolane e borghesi, lavoratrici, madri di famiglia, illustri protagoniste dei salotti alla moda, donne di “potere” e donne leggendarie, tutte ritratte sullo sfondo della società del tempo dai più importanti pittori: tra cui Hayez, Boldini, Zandomeneghi, Campigli, Carrà, De Nittis, Irolli, Grosso, Sironi e Picasso. Pittori che presentano approcci differenti e sensibilità personalissime, con stati d’animo che non solo rivelano la loro ricerca ma svelano ai nostri occhi le ideologie che popolano gli universi femminili in un tempo che corre veloce tra due secoli! Dalla Belle Époque e fino agli anni Cinquanta del Novecento l’arte documenta la frenesia dei mutamenti sociali e la donna diventa soggetto prediletto dagli artisti che la eleggono a veicolo del cambiamento e simbolo di progresso, chiave di lettura per comprendere la contemporaneità e specchio di atmosfere affascinanti che guardano al futuro.

Ai poli opposti del percorso espositivo troviamo, da un lato, la donna della Belle Époque dipinta da Boldini, vaporosa, sempre disinvolta e fiera del proprio aspetto; dall’altro, invece, Le Corsage a Carreaux di Pablo Picasso è testimonianza del passaggio verso una nuova epoca storica artistica: mediante il ritratto di figure apparentemente classiche, l’artista esplora l’animo umano traghettando definitivamente la società nell’era moderna.

Gustave Courbet, La spiaggia a Trouville, olio su tela, 1865
(Mostra Impressionisti)

A cura di Alain Tapié in collaborazione con Ponte
Periodo: 2026-2027

L’Impressionismo ha lasciato una traccia profonda nella storia dell’arte muovendo i suoi passi in Francia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, e proprio da questi inizi prende movimento la mostra evento di Conegliano.

Più di settanta importanti opere raccontano la fascinazione degli artisti per la Normandia, territorio che diventa microcosmo naturale generato dalla forza della terra, del vento, del mare e della nebbia. Un paesaggio naturale dotato di una propria ‘fisicità’ vera e vibrante.

I dipinti provengono da diverse istituzioni e recano la firma di autori come Monet, Renoir, Bonnard, Boudin, Corot, Courbet, Daubigny, ma anche – e non solo – Delacroix e Dufy.

La Normandia ha esercitato una irresistibile forza di attrazione tra gli artisti del XIX secolo, a partire dalla scoperta che ne fecero i pittori e gli acquarellisti inglesi che attraversarono la Manica per studiare il paesaggio, le rovine e i monumenti in terra francese. L’attitudine degli artisti inglesi a dipingere ‘dal vero’, immersi nella natura e non più nel chiuso dei propri atelier, a cogliere l’immediatezza e la vitalità del paesaggio naturale ha costituito un modello ed è stata fonte di ispirazione per intere generazioni successive della pittura francese. Gli artisti inglesi parlano della Normandia, della sua luce nordica, dell’esperienza visuale che nasce dall’incontro con una natura piena di forza e di contrasti. A poco a poco Honfleur, Le Havre, Rouen diventano luoghi di intensa creazione artistica di pittori ‘parigini’ come Corot e Courbet. In questo ambiente affondano le loro radici i principali movimenti d’avanguardia del Novecento, dall’Impressionismo ai Fauves.


Spazio espositivo
Palazzo Sarcinelli, Via XX Settembre 132, Conegliano
 
Periodo espositivo
da ottobre 2024 a marzo 2027
 
Per informazioni
+39 351 809 9706
email: mostre@artika.it
website: www.artika.it
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049.663499 roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)

Lissone, MAC – Museo d’Arte Contemporanea: ALICE RONCHI. Amami Ancora

Lissone (MB)
MAC | Museo d’arte contemporanea
Dal 18 febbraio al 19 maggio 2024
Amami ancora
La prima personale in una istituzione museale italiana di
Alice ronchi

L’esposizione, che inaugura il programma espositivo triennale del nuovo direttore Stefano Raimondi, propone un dialogo tra quaranta disegni e sculture di Alice Ronchi e le opere della collezione permanente del museo brianzolo che si sviluppa su tutti i quattro piani dell’edificio.

A cura di Stefano Raimondi

Il MAC | Museo di Arte Contemporanea di Lissone (MB) accoglie la prima personale in una istituzione pubblica di Alice Ronchi (Ponte dell’Olio, PC, 1989), dal titolo Amami Ancora.
La mostra, che apre il programma espositivo triennale ideato dal neodirettore Stefano Raimondi, inaugura il progetto Prime, con cui il MAC si pone come centro di ricerca e di sperimentazione per dare voce ad artisti contemporanei che, con le loro opere, dialogheranno con quelle presenti nella Collezione permanente, acquisite durante lo storico Premio Lissone, in particolare tra il 1946 e il 1967, quando la città fu luogo significativo a livello internazionale per la documentazione della ricerca artistica europea.

La rassegna prende avvio proprio dall’indagine che Alice Ronchi ha svolto sulla collezione permanente del MAC, stabilendo un rapporto d’intimità e affezione sia con i partecipanti al Premio Lissone nel periodo 1946-1967, sia con diversi autori le cui creazioni da diversi anni si trovano nei depositi del museo brianzolo. Attraverso un’approfondita analisi, fatta di studi sui documenti, incontri con gli eredi e ricerche sul campo, Alice Ronchi restituisce alle opere e ai suoi ideatori una rinnovata centralità e un’opportunità per un ricongiungimento emotivo con lo spettatore.

Per l’occasione Alice Ronchi presenta un nuovo intervento, accanto a importanti lavori storici, ad altri inediti e ad alcuni rimasti per anni nel suo studio che entrano in dialogo con quelli della collezione del MAC di figure quali Claude Bellegarde, Cheval-Bertrand, Peter Brüning, Giorgio De Chirico, Piero Dorazio, Gino Meloni, Achille Perilli, Mario Schifano, Eugenio Tomiolo e altri. Il titolo, Amami Ancora, richiama la necessità delle opere di vivere e di uscire dalla nostalgia che le racchiude nei depositi, per essere nuovamente apprezzate e riscoperte.

Amami Ancoraafferma Alice Ronchi – è un progetto le cui radici risiedono nel mio cuore da molto, ancora non sapevo quali forme avrebbe assunto, ma per anni l’ho nutrito con un’attenta ricerca rivolta agli artisti della prima metà del ‘900 italiano; dedicandomi per lo più alle opere su cui lo sguardo dello spettatore sembrava non posarsi da tempo. Un percorso intimo di dialogo con la storia, una ricerca ancora in divenire che ha trovato la sua prima espressione nella mostra al MAC di Lissone”.

“L’intervento principale – prosegue Alice Ronchi -, chiave di lettura dell’intero progetto, non risiede unicamente nella selezione delle opere bensì nel mio desiderio di portarle con me lungo tutti i piani del museo, di trasferirle dai depositi e dal piano interrato, dove attualmente la collezione del premio è esposta e di condividere quel luogo alla pari attivando un nuovo ed inedito dialogo onorando la sua storia. Ringrazio Stefano Raimondi per aver accolto con entusiasmo la mia proposta e per averla resa possibile”.

MAC, Lissone, Alice Ronchi. Amami Ancora – installation view 2024, Lissone

L’allestimento, che occupa tutti i quattro piani dell’edificio, prende avvio dal piano interrato, dove i lavori di artisti quali Peter Brüning e Piero Ruggeri, caratterizzati da pennellate nervose e da colorazioni cupe, per lo più nere, esprimono un chiaro turbamento; salendo, i toni si alleggeriscono, le opere, pur portando con sé l’esperienza del dolore, lasciano trasparire l’espressione della fragilità dell’animo seguita dalla purezza e del desiderio di gioia.

Fondamentale in questo percorso di ascesa è il ruolo svolto dalla luce, che da sempre è parte integrante, insieme al colore e alla materia, della cifra espressiva di Alice Ronchi. A tal proposito, la decisione di liberare dalle pellicole oscuranti le vetrate che avvolgono il MAC, offre al visitatore la possibilità di essere avvolto dalla luce e di ammirare da una prospettiva insolita le opere esposte.

“Il primo segno evidente e fondamentale di rilancio del museo – dichiara Stefano Raimondi – è architettonico ed è visibile prima ancora di entrare nel museo, attraverso il grande lavoro svolto dall’amministrazione comunale per riportare il MAC a essere quell’incredibile “museo di luce” per cui era stato progettato. Le enormi vetrate, che permettono un dialogo tra l’interno del museo e la piazza circostante sono state ripristinate, così come sono stati riaperti i numerosi punti di luce naturale occlusi nel tempo; si potrà finalmente godere della visione delle opere d’arte in un contesto unico in Italia nel suo genere”.

Un vero e proprio riposizionamento come spiega l’Assessore alla Cultura Carolina Minotti: “Il nuovo corso del MAC, che inizia con la mostra di Alice Ronchi, evidenzia già alcuni importanti interventi di valorizzazione del museo previsti dall’Amministrazione Comunale – dall’architettura alla comunicazione, dalle collezioni all’accessibilità – che crede fermamente nel valore dell’arte e della cultura contemporanea come elementi indispensabili per una crescita civile e sociale”.

“Siamo orgogliosi del fatto che il Museo si proponga come uno spazio in cui gli artisti contemporanei possano esprimersi e interagire con la ricca storia artistica del nostro territorio – dichiara il Sindaco Laura Borella -.  L’obiettivo è far sì che il MAC diventi un luogo di scoperta e di confronto, in cui gli artisti possano esprimersi liberamente e in cui il pubblico possa apprezzare e comprendere l’arte contemporanea nella sua forma più autentica. Spero che questa iniziativa possa essere solo l’inizio di un percorso ricco di scoperte e di nuove prospettive, perché crediamo che l’arte sia un potente strumento di crescita culturale e sociale”.

Durante il periodo di apertura della mostra, si terranno iniziative didattiche, sviluppate dall’artista, per le scuole.


Il MAC – Museo d’ Arte Contemporanea è una delle principali realtà museali di Monza e della Brianza dedicate all’arte contemporanea con un forte radicamento nel territorio grazie alle lungimiranti iniziative culturali organizzate dal secondo dopoguerra in poi.

L’attuale sede espositiva del Museo è stata inaugurata alla fine del 2000 con l’intenzione di dare una rilevante sistemazione alla prestigiosa collezione, proveniente, nel suo primo corpus, dallo storico Premio Lissone tenutosi dal 1946 al 1967, a testimonianza di un’esperienza culturale che ha sostenuto sul nascere le più avanzate tendenze artistiche internazionali di quegli anni. Sono presenti opere appartenenti, tra gli altri, a Reggiani, Tàpies, Vedova, Birolli, Dorazio, Feito, Appel, Scanavino, Dufrêne, Schifano.

L’impegno programmatico è consistito proprio nell’acquisire e conservare le opere vincitrici, a cui si aggiungono dal 1957 i premi-acquisto per la giovane pittura internazionale e le donazioni da parte di privati, per dare avvio alla costituzione di un museo, che ha trovato una prima accoglienza all’interno del Palazzo della Selettiva artigiana del Mobile e dell’Arredamento, passando poi, dal 1977 al 1995, alla Civica Galleria d’arte contemporanea in Palazzo Terragni, fino a giungere nella sede attuale appositamente realizzata nel 2000. Le collezioni del museo sono in costante ampliamento poiché dal 1999 il Premio è stato riattivato.

L’edificio, progettato dall’architetto Marco Terenghi nell’ambito del piano di riqualificazione dell’area circostante la stazione ferroviaria Lissone-Muggiò, è frutto di una reinterpretazione del razionalismo già presente in Brianza e si caratterizza, nel percorso espositivo, per il rapporto di continuità e alternanza tra spazio interno e ambiente esterno. La struttura mantiene inoltre la parte più significativa dell’insediamento originario del mobilificio Angelo Meroni, conservando i reparti murari di un avancorpo preesistente a cui si è aggiunta la nuova e imponente ala retrostante.

Grazie alla specificità delle sue raccolte e allo svolgimento di importanti eventi culturali – come le rinnovate edizioni del Premio Lissone Pittura, cui si alterna, a partire dal 2007 e con cadenza biennale, il Premio Lissone Design – il MAC – Museo d’ Arte Contemporanea rappresenta una testimonianza significativa nel panorama della produzione artistica europea, a partire dalla seconda metà del ’900 e sino ai nostri giorni.


ALICE RONCHI. Amami Ancora
Lissone, MAC – Museo d’Arte Contemporanea (viale Elisa Ancona 6)
18 febbraio – 19 maggio 2024
 
Orari
Mercoledì e Venerdì: 10.00-13.00
Giovedì: 16.00-19.00
Sabato e Domenica: 10.00-12.00 / 15.00-19.00
Ingresso libero
 
Informazioni
T. 039 7397368 – 039 7397202 | museo@comune.lissone.mb.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli | tel. +39.02.36755700
marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it

Roma, Museo Orto Botanico – Serra Espositiva: FRAGILE ECOSYSTEM Installazione di Giulia Pompilj

FRAGILE ECOSYSTEM
Installazione di Giulia Pompilj

 
Inaugurazione 7 marzo 2024 ore 17.00 su invito
 
Museo Orto Botanico – Serra Espositiva
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24 – Roma
 
Dall’8 marzo al 6 aprile 2024

Il giorno 7 marzo 2024 alle ore 17.00 il Museo Orto Botanico – Sapienza Università di Roma presenta negli spazi della Serra Espositiva l’installazione site specific Fragile Ecosystem di Giulia Pompilj, con la collaborazione di Edoardo Tedone – soundscape design. 
L’installazione, realizzata con tessuti e tinture di origine vegetale, riflette sulla precarietà dell’ambiente naturale e richiama le silhouette e gli echi di un ecosistema in via di estinzione. I tessuti in cotone, attraversati dal vento, evocano l’effimero paesaggio di un mondo al suo stato terminale, nel quale, nascosto tra le pieghe, un debole bagliore resta in vita, a simboleggiare la resilienza della natura di fronte alle avversità. Al centro di Fragile Ecosystem è quella tensione che intercorre tra un ecosistema e gli elementi che lo compongono, spostando così il punto di osservazione sulla complessa rete di effimere relazioni di cui l’ambiente si nutre.

La forza di un ecosistema risiede nella sua capacità di ripristinare l’equilibrio in caso di perturbazioni. Tuttavia, tutti gli ecosistemi, se sottoposti a prove eccessive, possono rivelarsi fragili. La specificità e le condizioni che ne permettono lo sviluppo rendono alcuni ecosistemi più vulnerabili di altri: se una componente viene meno a causa di disturbi eccessivi o prolungati, anche gli ecosistemi più robusti possono subire danni irreparabili.

L’inserimento dell’opera all’interno del Giardino Botanico di Roma, luogo di biodiversità e di tutela della flora, apre un dialogo suggestivo sulla fragilità dell’esistenza biologica, coadiuvato dalla capacità dell’artista di trasformare processi materiali in veicoli narrativi e divulgativi.

L’inaugurazione del giorno 7 marzo è su invito; l’apertura al pubblico dall’8 marzo al 6 aprile 2024 seguirà gli orari del museo. 

Giulia Pompilj esplora la complessa trama di aspetti biologici, storici e sociali che plasmano gli ecosistemi. La curiosità intellettuale di Giulia ha trovato una vivace espressione presso la Design Academy Eindhoven nei Paesi Bassi, dove si è laureata nel dipartimento “Food Non-Food” nel gennaio 2020. Durante il suo percorso accademico, si è immersa nei mondi del bio e del research design. Durante lo stage a Mater Iniciativa, un centro di ricerca gastronomica in Peru, Giulia ha forgiato una metodologia distintiva: questo metodo coinvolge l’uso del processo di tintura naturale e della ricerca etnobotanica per trasformare le molecole vegetali in colori. Il risultato è una rappresentazione visiva della profonda connessione tra gli abitanti locali e il loro ambiente naturale. Giulia considera questa forma di ricerca, di intuizioni e scienza, un potente mezzo di comunicazione. L’impegno di Giulia per l’arte è riflesso nella serie di mostre internazionali alle quali ha preso parte. Le sue opere, come “What Does Colour Mean”, ora in mostra ad Hong Kong Design Institute e “WARMI” , mostrano la sua capacità di fondere arte e scienza. Oltre alle mostre, Giulia coinvolge il pubblico attraverso conferenze, workshop e pubblicazioni. Eventi notevoli includono “Dirty Dyes” presso il Textile Art Camp di Berlino, o “Behind the Beauty of Fashion”video proiettato durante New York Textile Month, oltre a contribuire a DAMN Magazine. Il suo impegno per l’istruzione si estende a workshop sui processi di tintura naturale, come “Tintura Naturale” presso OZ Officine Zero a Roma e “Natural Dye” presso BGK Holbeak in Danimarca o “Water Lab” per l’Università dell’Arte e del Design a Karlsruhe in Germania. Giulia ha partecipato a residenze artistiche, tra cui “Spark Narration” presso ACED ad Amsterdam e “Metabolic Relation” presso DieDAS a Saaleck, in Germania.


FRAGILE ECOSYSTEM
Installazione di Giulia Pompilj

Soundscape design: Edoardo Tedone
La mostra è accompagnata da una collezione di lampade in ceramica a tiratura limitata

Inaugurazione 7 marzo 2024 ore 17.00 su invito

Degustazione a cura di Altrovino (www.altrovino.eu)

Museo Orto Botanico – Serra Espositiva
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24 – Roma

Apertura al pubblico: dall’8 marzo al 6 aprile 2024

Orari: dal lunedì alla domenica  9.00 – 17.30 (ultimo ingresso 16.30) – non è necessaria la prenotazione
Biglietteria: 06 49917107 (10:00 – 17:30)
Tariffe: intero 5,00 € (non è necessaria la prenotazione) – ridotto 4,00 € 6-18 anni; over 65; studenti universitari e scuole; soci enti convenzionati – gratuito 0-5 anni; studenti e personale Sapienza Università di Roma; diversamente abili e relativi accompagnatori; docenti accompagnatori di gruppi scolastici

Museo Orto Botanico
info-ortobotanico@uniroma1.it
https://web.uniroma1.it/ortobotanico

Giulia Pompilj
giuliapompilj@gmail.com
www.giuliapompilj.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com

Presentato il libro sui francobolli di Messina, la città di Antonello

La Sala “Palumbo” del Palacultura, ha ospitato ieri sera l’incontro di presentazione del mio libro su “Messina, la Città di Antonello nei francobolli”. A prendere parte all’evento, inserito nel programma delle manifestazioni per ricordare la Mostra sul grande pittore peloritano del 1953, sono stati, tra gli altri, l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Messina, Enzo Caruso; la presidentessa dell’ associazione culturale”Antonello da Messina”, Milena Romeo; l’editore Costantino Di Nicolò e il presidente del CircoloFilatelico Peloritano, AnTonio Triolo. Il volumetto, fuori commercio e in edizione limitata (prefazione del sindaco Federico Basile), descrive tutti i valori postali emessi per Messina e la sua provincia dal 1953 ad oggi (70 anni di storia), riservando un’ampia sezione a quelli dedicati ad Antonello da molti Stati del mondo. Tante le curiosità evidenziate. La pubblicazione ha accompagnato la mostra della collezione di filatelia tematica “La mia Trinacria e Messina, la Città di Antonello” e quelle di cartoline d’epoca esposte nel foyer del Palacultura dal 19 dicembre fino a domenica prossima. La proiezione delle immagini dei valori bollati e le loro caratteristiche storiche e tecniche hanno interessato ieri sera i numerosi presenti. Il libro sarà presto disponibile, per la consultazione, in tutte le Biblioteche della città di Messina. Grazie al caro amico fotoreporter Rocco Papandrea per le immagini della manifestazione.


II Festival Internazionale dell’Aquilone più longevo al mondo torna a Cervia dal 20 aprile al 1 maggio 2024

Dal 20 aprile al 1° maggio 2024, ARTEVENTO CERVIA torna sulla spiaggia di Pinarella di Cervia con il più longevo Festival Internazionale dedicato agli aquiloni, per promuovere la pace fra i popoli e lo sviluppo sostenibile attraverso un progetto culturale basato sulla salvaguardia di tradizioni antiche e su un approccio divulgativo interdisciplinare.
Pochi giorni dopo la chiusura dell’edizione del 2023, che ha visto un record di 600.000 visitatori, ha avuto inizio la catastrofica alluvione che ha devastato la Romagna e per questo motivo ARTEVENTO CERVIA dedica la 44° edizione alla Regione Emilia Romagna, celebrandone la rinascita dopo i tragici eventi della scorsa primavera.

Quest’anno, la manifestazione – nella persona di Caterina Capelli, organizzatrice e direttrice artistica del festival – è divenuta argomento di un progetto dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, che ne premia l’impegno profuso a partire dal 1981 “a tutela e salvaguardia dei saperi e delle pratiche patrimoniali tradizionali di testimoni viventi a rischio di scomparsa”. Un riconoscimento prezioso, giunto proprio negli anni in cui, grazie alla continuità mantenuta anche durante la pandemia, è stato riconosciuto ad ARTEVENTO il primato di più longevo Festival Internazionale dell’Aquilone del mondo e al tempo stesso un progetto destinato ad arricchirsi grazie agli straordinari contenuti culturali della prossima edizione.

(Foto: Szymon Ka)

Primo evento espressamente dedicato all’aquilone come forma d’arte, dal 1981 ARTEVENTO rappresenta un’imperdibile occasione d’incontro per gli “artisti del vento”, voci nuove di un linguaggio poetico all’avanguardia, propensi a sperimentare l’efficacia di questo innovativo medium artistico attraverso la creazione di vere e proprie opere d’arte. Ogni primavera, aquiloni d’arte, etnici, storici, “giganti” e sportivi danzano nel vento sulla Spiaggia di Cervia, dialogando in piena libertà nella sua splendida cornice per trasmettere un prezioso messaggio di resilienza e sostenibilità, in linea con l’attitudine green della Regione Emilia Romagna dove da oltre quattro decenni, ARTEVENTO promuove gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, tra i quali la Pace, la fratellanza e l’unità nella diversità come valori fondanti dell’umanità e del diritto dell’individuo.

La 44° edizione del festival delle meraviglie prevede 12 giorni dedicati alla creatività sostenibile fra le saline, la pineta e il mare, presentando un programma ricco di ospiti, spettacolo, approfondimenti e celebrazioni. Alcuni highlights di questa prossima edizione saranno:

  • la presentazione del restauro dell’aquilone di Mimmo Paladino;
  • un focus sulla Cina, rappresentata dall’antica tradizione di Pechino, per celebrare i 700 anni dalla morte di Marco Polo, con l’edizione speciale della “Notte dei Miracoli” intitolata In viaggio fra draghi e lanterne e dedicata al viaggiatore veneziano che per primo raccontò l’aquilone all’occidente;
  • un focus sul Giappone attraverso un gemellaggio con la Japan Kite Association e il Museo dell’Aquilone di Tokyo;
  • l’omaggio alla storia di Antoniano Bologna con i bambini dello Zecchino d’Oro come ambasciatori di Pace;
  • il fenicottero rosa come simbolo poetico dell’edizione, tema ispiratore per le opere eoliche degli artisti ospiti e dei laboratori didattici;
  • la celebrazione dei 150 anni dalla nascita di Marconi, per il ruolo che l’aquilone ebbe nel contesto dei suoi esperimenti di telegrafia senza fili;
  • la promozione dell’aquilone come spettacolare strumento performativo tra arte visiva, teatro di figura, circo contemporaneo e sport con la partecipazione del designer UK Carl Robertshaw e dei campioni internazionali di volo acrobatico.
(Foto: Chungham Cultural Heritage Content Cooperative)

Il paese d’onore della 44esima edizione di ARTEVENTO CERVIA sarà la Corea, scelto a motivo della ricorrenza dei 140 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea.
In linea con l’originale format del festival, come di consueto la presentazione dell’ospite speciale prevede un approfondimento non solo sull’aquilone della tradizione ma anche un focus su cultura e folklore.
Omaggiato come uno dei primi paesi dove la pratica dell’aquilone si diffuse nell’antichità dopo l’origine in Cina, la “terra di nobili montagne e di splendide acque” sarà infatti rappresentata dal Chungham Cultural Heritage Content Cooperative e dal gruppo di musica tradizionale Eidos nel contesto di uno spettacolo arricchito dall’uso dei preziosi abiti tradizionali “hanbok” dipinti dall’artista ospite Kibeom Jung.

(Foto: C.Capelli_ARTEVENTO)

Anche quest’anno, ARTEVENTO non sarà solo uno spettacolo visivo mozzafiato ma un’esperienza immersiva e partecipativa adatta ad un pubblico eterogeneo e spettatori di ogni età e abilità. Il programma prevede un’esibizione corale dedicata alla pace e all’amore per il nostro pianeta con protagonisti i migliori interpreti di tutte le discipline dell’aquilone provenienti da 50 paesi, accomunatidall’obiettivo di celebrare la sostenibilità, la libertà, l’inclusione e la fratellanza fra i popoli attraverso la più originale contaminazione fra arti visive e performative. Tra i paesi partecipanti saranno presenti Afghanistan, Argentina, Australia, Austria, Bali, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Curacao, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Guatemala, India, Indonesia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Kuwait, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Palestina, Pakistan, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Scozia, Singapore, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Tasmania, Thailandia, Tunisia, Ucraina, USA e Vietnam.

Non mancheranno balletti aerei acrobatici, volo dei giganti, installazioni ambientali, i “Giardini del Vento”, la “Notte dei Miracoli” e il volo notturno “Bussa al cielo e ascolta il suono”, la “Cerimonia delle Bandiere”, il Premio Speciale per Meriti di Volo,laboratori didattici per bambini e corsi di costruzione per adulti dedicati al fenicottero rosa, mostre e attrazioni per tutta la famigliaproposte dalle aree fieristiche sulla spiaggia. La 44esima edizione sarà inoltre storicizzata da tre annulli postali speciali dedicati ai temi della manifestazione e realizzati da Filatelia Poste Italiane.

A rendere ancor più indimenticabile il contesto del festival sono gli incontri dedicati all’impegno civile in difesa dei diritti umani che vedono la partecipazione di testimonial d’eccezione quali la Protezione Civile e ResQ People Saving People. La contaminazione tra arti visive e performative è protagonista, con spazi dedicati alla musica dal vivo, alla danza etnica, al teatro di figura e al circo contemporaneo.

(Foto: Fulvio Zappatore)

In attesa di chiudere il programma definitivo di tutti gli appuntamenti che intratterranno artisti, aquilonisti e visitatori in arrivo da ogni parte del mondo nella Capitale dell’Aquilone, si anticipa che per questa nuova edizione è previsto un focus sulla battaglia contro la violenza sulle donne, sui bambini, la memoria e il futuro. Inoltre, si preannunciano due appuntamenti speciali per festeggiare le ricorrenze del 25 aprile e del 1° maggio, spettacoli di circo contemporaneo (senza animali) del Circo Madera allestiti sotto il pittoresco chapiteau, musica, concerti, teatro, danza e mostre dedicate ai temi della manifestazione, allestite sia presso lo Spazio Sperimentale Officina Artevento sulla Spiaggia di Pinarella che nello storico Borgo Marina a Cervia Centro fra Sala Rubicone e Darsena del Sale.

L’ANTONIANO E I BAMBINI DELLO ZECCHINO D’ORO: LA PACE CANTATA NEL VENTO PER RAGGIUNGERE TUTTI I BAMBINI DEL MONDO

A un anno dall’alluvione, seguita con apprensione anche dai suoi affezionati ospiti che da ogni parte del mondo hanno inviato messaggi di affetto e di sostegno, ARTEVENTO dedica la sua 44° edizione alla Regione Emilia Romagna attraverso la scelta di un simbolo evocativo, di testimonial d’eccezione e di anniversari in linea con il suo progetto e con i valori di riferimento della manifestazione.

Antoniano Bologna, modello di armonia e unione, guiderà lo spirito di questa edizione così come i bambini dello Zecchino d’Oro, scelti come ambasciatori in quanto portavoce di una cultura della Pace. Lo storico festival Zecchino D’Oro, ideato nel 1959 da Cino Tortorella, si lega indissolubilmente all’Antoniano a partire dal 1961 trovando accoglienza a Bologna nell’ambiente umano di Padre Ernesto Caroli. Nella dimensione dell’arte e della creatività come strumenti di coesione sociale e di sostegno “spirituale” in risposta alle criticità dell’esistenza, ARTEVENTO trova affinità con la filosofia dell’Antoniano, individuando nello Zecchino d’Oro il migliore emblema di una società fondata sugli ideali di fratellanza, solidarietà e collaborazione fortificati attraverso il medium dell’arte. Mettere i bambini al centro del proprio impegno, interrogandosi non solo sulla qualità del mondo che stiamo lasciando loro in dote ma anche sul tipo di valori di cui possiamo renderci interpreti credibili e sui concetti di fiducia e di speranza, è la costante del pensiero di ARTEVENTO.

Sogno, progetto, armonia, inclusione, impegno, costanza, cooperazione e sacrificio come ingredienti necessari per una svolta culturale e virtuosa in soccorso alla nostra madre terra e ai suoi abitanti, riecheggiano nella straordinaria storia di un’istituzione che rappresenta un’eccellenza della Regione Emilia Romagna e un simbolo dell’Italia nel mondo Intero.

IL FENICOTTERO ROSA: UN SIMBOLO DI RINASCITA

Nel contesto delle Saline di Cervia – da pochi mesi candidate a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO – il fenicottero rosa, divenuto stanziale nelle aree umide del Palco del Delta del Po, si erge ora a ispirazione per i laboratori creativi e per le opere eoliche degli artisti ospiti, a partire dall’americano Joel Sholtz che firma per ARTEVENTO CERVIA 2024 lo spettacolare “stormo” di fenicotteri, destinato a diventare simbolo di questa edizione e del suo nuovo progetto didattico.

(Foto: Joel Sholtz)

Durante l’alluvione della scorsa primavera, l’affascinante animale divenuto stanziale nelle acque delle Saline di Cervia si allontanò temporaneamente dal Parco del Delta del Po, tanto da preoccupare seriamente circa il futuro delle attività di nidificazione in quell’habitat. Fortunatamente, nei mesi successivi il fenicottero è tornato a colorare di rosa le acque dell’antico bacino, tanto da essere scelto come animale totemico del Festival, in quanto presagio di rinascita e rigenerazione. L’avvenimento in questione, infatti, non solo ha rinnovato il legame tra la comunità e la sua ricca biodiversità, ma ha anche alimentato la speranza di un radicale cambiamento culturale orientato alla cura e alla guarigione del nostro pianeta.

Il fenicottero simboleggia la rinascita, la resilienza della natura e la possibilità di una coesistenza armoniosa tra l’arte umana e l’ambiente circostante. Il Festival ARTEVENTO, nella sua localizzazione alle Porte Meridionali del Parco del Delta del Po, individua un’importante sollecitazione nel costante approfondimento delle cause ambientaliste affrontate attraverso il poetico pretesto dell’aquilone.

ARTEVENTO CELEBRA I CENTOCINQUANT’ANNI DALLA NASCITA DI GUGLIELMO MARCONI: QUANDO UN AQUILONE CAMBIO’ IL MONDO

Nell’ambito dell’omaggio alla Regione Emilia Romagna si colloca anche la celebrazione per i centocinquanta anni dalla nascita del bolognese Guglielmo Marconi, che ricorrono proprio il 25 Aprile, in una delle giornate più attese della manifestazione. Sviluppato in collaborazione con la Fondazione Guglielmo Marconi e il Museo Marconi, l’approfondimento dedicato al grande scienziato è particolarmente sentito da ARTEVENTO, soprattutto per il ruolo che l’aquilone ebbe nel contesto dei suoi esperimenti di telegrafia senza fili.

Nel 1901 infatti, Marconi riuscì a captare a oltre 3000 chilometri di distanza il segnale telegrafico della lettera “S” trasmesso dalla stazione radio di Poldhu in Cornovaglia. Quella fu la prima trasmissione telegrafica wireless transatlantica della storia, un successo di straordinaria importanza per le sorti dell’umanità cui il genio di Marconi poté arrivare grazie all’uso di un “cervo volante” che innalzò l’antenna ricevente.

Questo episodio storico straordinario per il nostro destino testimonia come l’oggetto volante millenario, al quale ARTEVENTO dedica il festival, abbia stimolato la mente dell’uomo portandolo a cambiare le sorti dei trasporti e delle comunicazioni nel XIX secolo. Inoltre prefigura le prospettive più interessanti per la svolta sostenibile, evidenziando il vento come fonte di energia pulita, rinnovabile e accessibile nella contemporaneità. L’aquilone, da strumento pionieristico a simbolo di cambiamento, continua a ispirare e a promuovere una visione di futuro incentrata sulla sostenibilità.

LA NOTTE DEI MIRACOLI DEDICATA A MARCO POLO E I FOCUS SU CINA, GIAPPONE E COREA PER CELEBRARE L’INCONTRO TRA ORIENTE E OCCIDENTE ATTRAVERSO IL SIMBOLO DELL’AQUILONE

Paradigma del dialogo fra Occidente e Oriente, l’aquilone – come patrimonio culturale immateriale in grado di suggellare la fratellanza dei popoli sotto lo stesso cielo per mezzo dell’arte enfatizzata dalle forze della natura – è alla base dell’omaggio di ARTEVENTO ai paesi nei quali questo poetico oggetto nacque e si diffuse più anticamente: Cina, Giappone e Corea.

(Foto drago: Wolfgang Bieck)

Il focus sulla Cina celebra i 700 anni dalla morte di Marco Polo attraverso un’edizione speciale dell’iconica “Notte dei Miracoli” intitolata In viaggio fra draghi e lanterne e dedicata al viaggiatore e mercante veneziano che per primo nella storia di occidente lasciò testimonianza scritta (1298) circa l’esistenza in Cina di un “oggetto volante”, descrivendo l’aquilone nelle pagine de “Il Milione”.  Simboleggiato dal drago, che illuminerà lo spettacolo notturno più atteso del festival sulla spiaggia costellata di lanterne e giardini del vento, l’omaggio alla Cina prevede anche un approfondimento sulla tradizione di Pechino.

(Foto: Malcolm Goodman)

Oltre alla Cina e alla Corea Ospite d’Onore, l’omaggio all’Oriente si completa con il focus sul Giappone attraverso un gemellaggio con la Japan Kite Association e il Museo dell’Aquilone di Tokyo. Sancito dalla cessione di alcuni pezzi della collezione Sukuki di Yokohama alla collezione di ARTEVENTO, oltre che dalla presenza del Maestro Makoto Ohye in arrivo dalla prefettura di Toyama, il gemellaggio tra Giappone e il festival proprio nell’anno del progetto dell’ICPI del Ministero della Cultura su ARTEVENTO e della presentazione del restauro dell’aquilone di Mimmo Paladino – costruito dai Maestri Tamura e Ogasawara – rinverdisce l’obiettivo dei direttori artistici della manifestazione di completarne l’esperienza con un Museo dell’Aquilone, ossia dell’esposizione permanente a scopo didattico e divulgativo degli aquiloni dal mondo raccolti dal 1981 a latere del festival.

L’AQUILONE COME SINTESI TRA ARTI VISIVE E PERFORMATIVE: CARL ROBERTSHAW E OSPITI D’ECCELLENZA TRA VISUAL DESIGN E CIRCO CONTEMPORANEO

Tra le attrazioni previste per i 12 giorni di ARTEVENTO 2024 che trasformeranno la spiaggia di Cervia in un paese delle meraviglie – oltre agli artisti del circo contemporaneo (senza animali) coprotagonisti del festival – trovano posto ospiti di assoluta eccellenza che hanno fatto della progettazione di aquiloni e della pratica del volo acrobatico un nuovo linguaggio poetico improntato sulla libertà espressiva e sulla contaminazione fra le arti.

(Foto: Carl Robertshaw / The Hatchling)

Tra gli artisti che porteranno la loro magia sulla spiaggia spicca il nome di Carl Robertshaw, stella del design UK oltre che pluripremiato campione di volo acrobatico. Robertshaw, noto anche come visionario scenografo, ha creato mondi straordinari per alcuni tra gli artisti, registi e coreografi più famosi al mondo, con interventi spesso sviluppati proprio a partire dal concept “aereo” della costruzione di un aquilone. La sua lista di collaborazioni vanta nomi illustri come Bjork, Anthony Heggarty di Anthony and the Johnsons, Take That, Peter Gabriel, Nora Jones, Katy Perry, Pixies, Alicia Keys, Kim Gavin, Beyoncè, Danny Boyle e Hussein Chalayan. A partire dal 1996, nel suo studio di Londra, Robertshaw ha studiato scenografie e azioni sceniche per eventi di portata mondiale: la Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici e Parolimpici di Londra 2012, Poli Nation, il Superbowl 50 Halftime Show, la Radio City Music Hall di New York, la Royal Opera House di Londra, il Teatro Real Madrid, il Teatro della Ciudad Mexico, il Parco della Musica di Roma, la Hammer Hall di Melbourne e l’Opera House di Sydney. Il suo capolavoro The Hatchling, una grandiosa azione scenica che fonde design, teatro e spettacolo e celebra il matrimonio fra il mondo dell’aquilone e quello del puppetry, è stato presentato alla Regina Elisabetta come omaggio per i 70 anni di Regno in occasione del Platinum Jubilee il 5 Giugno 2022. Così come il fenicottero rosa di ARTEVENTO 2024, anche il dragone – protagonista di quella performance studiata dopo la pandemia – simboleggiava la rinascita attraverso la rappresentazione figurata della libertà capace di prendere il volo verso nuovi orizzonti. Proprio per questo, il festival dedica un approfondimento a questa spettacolare opera del designer londinese, presentata attraverso la mostra di foto, modelli e disegni preparatori.

(Foto: John Barresi)

Oltre a Carl Robertshaw, fra le performance previste ad ARTEVENTO 2024 ci saranno anche quelle del campione USA John Barresi, del leggendario team The Decorators e dell’inglese Chris Goff, impegnato per anni nel cast della megaproduzione Toruk del Cirque du Soleil, nel ruolo di pilota degli aquiloni acrobatici dipinti per quello stesso spettacolo ispirato al film “Avatar” dall’artista francese Michel Gressier, altro ospite illustre di questa straordinaria 44esima edizione.

Il programma completo di ARTEVENTO CERVIA è consultabile sul sito della manifestazione: https://artevento.com/


INFORMAZIONI UTILI
44° ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
DOVE: Cervia, Spiaggia di Pinarella e altre location
QUANDO: dal 20 aprile al 1° maggio 2024
 
CONTATTI
SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cervia_kite_festival/
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A Firenze e Venezia, Uzbekistan: L’Avanguardia nel deserto

ARTE D’UZBEKISTAN: L’AVANGUARDIA NEL DESERTO
Firenze, Palazzo Pitti, 17 aprile – 28 luglio
Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni, 17 aprile – 29 settembre 

Doppia prestigiosa sede per Uzbekistan: L’Avanguardia nel deserto, mostra che racconta una pagina ancora poco nota dell’arte non europea della prima metà del ‘900, quella dell’Avanguardia fiorita in Uzbekistan . Il progetto espositivo è promosso e sostenuto dalla Fondazione Uzbekistan Cultura ed è curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, direttori del Centro Studi sull’Arte Russa di Ca’ Foscari, affiancati da un comitato scientifico internazionale. 150 le opere proposte, soprattutto dipinti su tela, affiancati da una raccolta di testimonianze della tradizione tessile uzbeka. I lavori provengono tutti dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savickij di Nukus.

Articolata su due braccia, una fiorentina e una veneziana, l’esposizione si terrà nell’ex reggia medicea dal 17 aprile al 28 luglio, e a Venezia, a Ca’ Foscari, dal 17 aprile al 29 settembre.


Tommaso Galligani
Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi
tommaso.galligani@cultura.gov.it
 
Studio Esseci Sergio Campagnolo
Ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net

Il Settore Musei Civici Bologna amplia l’offerta digitale del proprio patrimonio culturale

Avvio del percorso virtuale 
VN 360° sul Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna
ENTRA

Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento

Il Settore Musei Civici Bologna amplia l’offerta digitale del proprio patrimonio culturale con un nuovo virtual tour immersivo dedicato al Cimitero Monumentale della Certosa.

Il percorso è fruibile attraverso qualsiasi dispositivo con accesso a internet e con visori VR.

Il Museocivico del Risorgimento del SettoreMusei Civici Bologna è lieto di annunciare la realizzazione del virtual tour del CimiteroMonumentale della Certosa di Bologna, una nuova iniziativa che va ad ampliare e diversificare l’attività di promozione della conoscenza e valorizzazione culturale del complesso monumentale svolta in collaborazione con BolognaServizi Cimiteriali.
Il percorso è disponibile al link:

Dopo i tour virtuali virtuali dedicati al Museointernazionale e biblioteca della musica, al MuseoCivico Medievale e al Museo del Patrimonio Industriale, il Settore Musei Civici Bologna arricchisce l’offerta digitale nell’ottica di avvicinare un pubblico quanto più vasto possibile alla conoscenza del proprio patrimonio culturale.

Il progetto VN 360°, la cui ideazione e sviluppo sono stati affidati allo studio di comunicazione VeronesiNamioka, con la supervisione scientifica del Museo civico del Risorgimento per i contenuti storico-artistici, si avvale di tecnologie digitali che mettono al centro l’utente e i suoi sensi, nella navigazione immersiva, fruibile attraverso qualsiasi dispositivo con accesso a Internet e con visori VR.
Grazie all’alta definizione e alla cura dei dettagli del percorso, il viaggio virtuale all’interno dell’area monumentale del camposanto diventa un’esperienza di coinvolgente realismo, consentendo agli utenti di navigare e accedere a contenuti di approfondimento in lingua italiana e inglese sull’importante patrimonio storico-artistico e architettonico di uno dei cimiteri monumentali tra i più rilevanti nel mondo. Il visitatore può esplorare ogni angolo del percorso ripreso e scoprire gli spazi da punti di vista normalmente inaccessibili durante la visita fisica, come i dettagli di decorazioni pittoriche, elementi architettonici dei soffitti o decori scultorei di arcate e colonne.

Il percorso, arricchito da due intermezzi narrativi dell’attore e regista Matteo Belli, pone in evidenza uno degli aspetti che più definisce e distingue la Certosa di Bologna da qualunque altro cimitero in Europa: le architetture. I cimiteri moderni, nati con l’Editto napoleonico di Saint-Cloud dopo il 1804, sono di norma grandi aree delimitate da muri o loggiati in cui predominano gli spazi a verde per le tombe o le cappelle. Del tutto opposta la struttura della Certosa, in cui prevalgono gli edifici sulla natura, proprio come nella città dei vivi. E come nel centro storico della città, passeggiando si trovano porte, elementi artistici, memorie, monumenti collettivi.

Il connubio peculiare determinato dal susseguirsi di sale coperte, gallerie e portici, spesso incastrati l’uno dentro l’altro, e le opere scultoree che vi sono alloggiate è rappresentato attraverso 14 punti di interesse, selezionati per la loro rilevanza nella rappresentazione dell’evoluzione delle principali tendenze artistiche tra Otto e Novecento e la rievocazione di vicende cruciali nella storia locale, nazionale ed europea.
Si parte con il Monumento ai Martiri dell’Indipendenza (1868), opera di Carlo Monari realizzata grazie al contributo dei cittadini bolognesi e si prosegue nella Sala Gemina dove è situato il Monumento Contri, importante esempio del realismo borghese post-unitario.
Passando nella Sala delle Catacombe ci si sofferma davanti alla stele dedicata alle famiglie Spech – Salvi, simbolo degli ideali patriottici e repubblicani professati dallo stesso scultore Giuseppe Pacchioni che lo ha eseguito. Tra i personaggi eruditi, dediti allo studio delle lettere e della musica che vi riposano si segnala la cantante Adele Spech “italiana di sensi e d’intelletto quando l’esserlo costava spesso la vita”.
La tappa nell’elegante Galleria Tre Navate progettata da Coriolano Monti consente con lo sguardo di comprendere il mutamento sociale di metà Ottocento. Il grandioso monumento dedicato ad Antonio Bolognini Amorini, eseguito da Stefano Galletti nel 1864, è  testimone del gusto classicista ormai al tramonto, utile per onorare una importante figura nobiliare ancorata a valori politici conservatori.
Diversamente il marmo che ritrae il giovane Enea Cocchi, del 1868, rappresenta il nuovo stile artistico che si impone in questo periodo, il Realismo, che porta con sé i valori della classe borghese mercantile e commerciale favorevole all’unificazione del paese.
La Sala del Colombario, uno degli spazi storici coperti più vasti di Bologna, accoglie diversi capolavori. Nel percorso ne sono proposti due, entrambi opere di grande rilevanza che testimoniano l’età napoleonica di inizio Ottocento. Il primo è il grandioso Monumento a Gioacchino Murat re di Napoli e generale della cavalleria imperiale francese, realizzato nel 1864 dal più celebre scultore europeo del momento, Vincenzo Vela. Il marmo fu voluto dalla figlia di Gioacchino, Letizia, che non desiderò essere sepolta nella tomba di famiglia collocata a poca distanza, ma in un sepolcro tutto per sé in ricordo del padre. La seconda è posta al centro della sala ed è la tomba di Massimiliano Malvezzi Angelelli, su cui si impone il grandioso marmo di Lorenzo Bartolini (1833) che in origine era stato realizzato quale monumento funerario di Elisa Bonaparte, sorella dell’imperatore e granduchessa di Toscana.
Uscendo dal Colombario si entra negli spazi del Novecento per incontrare un capolavoro di Farpi Vignoli, scolpito in memoria del sindacalista Enio Gnudi, il primo sindaco comunista di Bologna che fu costretto alla fuga poche ore dopo l’insediamento a causa del grave fatto oggi noto come ‘Strage di Palazzo d’Accursio’ (21 novembre 1920). A pochi passi si trova il secondo capolavoro di Vignoli, il sarcofago Frassetto, in cui padre e figlio si guardano negli occhi in un eterno dialogo sul tema della morte.
La penultima tappa ci consente di ammirare il Chiostro VI realizzato all’inizio del Novecento su progetto di Filippo Buriani. Al centro si impongono i due monumenti realizzati successivamente tra 1932 e 1933: il Monumento ai martiri del fascismo ed il Monumento ossario ai caduti della Grande Guerra. Si tratta di due severe architetture fortemente volute dal regime in chiave propagandistica, per mettere in relazione l’epopea del Risorgimento con l’avvento del Fascismo, aspetto ulteriormente sottolineato dallo spostamento in questo luogo dei resti di Ugo Bassi – martire del Risorgimento Italiano – e della collocazione della tomba di Giosue Carducci – il “Vate d’Italia” – nel viale in asse visivo con il Chiostro.
La visita termina con la Galleria del Chiostro VI, in cui oltre a Buriani interviene Attilio Muggia nel progettare la bella struttura a cassettoni del soffitto, primo intervento in cemento armato di Bologna. La Galleria segna il paesaggio della Certosa con la grande cupola di rame, e la sua complessità bene si adatta alla descrizione della Certosa che ci ha consegnato la scrittrice Cristina Campo: “tenebroso palazzo dalle grandi fughe di porticati, corridoi, cortili, simili a uno scenario di tragedia spagnola rappresentata all’epoca dell’Alfieri: tutta demenza romantica, votata al mal sottile, agli amori proibiti e alle guerre redentrici ma sempre e solo, per me, tenebroso palazzo di fate”.

Il virtual tour VN 360° dedicato al museo ‘a cielo aperto’ della Certosa conferma l’attenzione del Settore Musei Civici Bologna verso la centralità degli utenti, con i loro diversi bisogni e interessi, e le potenzialità che le forme di racconto digitali offrono come mezzo di accesso e divulgazione del patrimonio, per rendere il pubblico più consapevole e desideroso di avvicinarsi senza la pretesa di una sostituzione totalmente equivalente alla visita fisica. L’intento è infatti quello di far sì che l’esperienza virtuale non costituisca un fine in sé, ma venga percepita come l’anteprima di un viaggio affascinante e coinvolgente che invita gli utenti a vivere con i propri sensi l’autenticità e la maestosità di questo bene culturale senza tempo. La tecnologia può raccontare storie, mostrare dettagli e offrire punti di vista inusuali, ma la sensazione di percorrere il suolo secolare della Certosa, contemplarne le bellezze artistiche e respirarne l’aria immersi nella quiete è un’esperienza irripetibile e ineguagliabile.

Il nostro Cimitero Monumentale della Certosa è una preziosa e unica trama di narrazioni e opere d’arte. – dichiara Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana – Le biografie di chi vi riposa sono indissolubilmente intrecciate alla storia degli ultimi duecento anni della nostra città nel contesto europeo. Le opere scultoree di artisti importanti che hanno espresso la creatività dell’Ottocento e del Novecento si presentano come narrazioni in attraversamenti porticati, gallerie, spazi aperti, nicchie che il visitatore percorre con sorpresa e meraviglia. Questo percorso virtuale immersivo aggiunge la possibilità di una inedita e nuova narrazione iperrealista che esplora 14 punti di interesse della Certosa “come non l’avete mai vista”. Ogni visitatore virtuale può, infatti, creare la propria narrazione personale concentrandosi su dettagli o prospettive che solo il virtuale permette di fare. Questo scarto iperrealista del percorso virtuale, realizzato grazie alla competenza dello studio Veronesi Namioka, insieme allo staff del Museo Civico del Risorgimento e in collaborazione con Bologna Servizi Cimiteriali, creerà il desiderio di visitare fisicamente la Certosa da parte di chi non l’ha mai visitata e di allargare le possibilità percettive a punti di vista nuovi da parte di chi già l’ha visitata”.

Eva Degl’Innocenti
, direttrice Settore Musei Civici Bologna, sottolinea: “Il percorso immersivo del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna consente di porre le persone ancora più al centro grazie al virtual tour che amplia la loro conoscenza, il loro coinvolgimento e la loro partecipazione all’intera esperienza storico-culturale, artistica ed emotiva. Inoltre, per quanto riguarda l’accessibilità, VN 360° permette la visita a coloro che per esempio non potranno mai recarsi fisicamente alla Certosa, oltre che di integrare l’offerta per quei pubblici che sono difficilmente coinvolti da un’esperienza unicamente fisica, e di fidelizzare il pubblico già acquisito”.

Simone Spataro, presidente Bologna Servizi Cimiteriali, osserva: Bologna Servizi Cimiteriali sostiene con entusiasmo iniziative come questa che, avvalendosi del digital storytelling e in generale delle potenzialità offerte dalle più recenti innovazioni tecnologiche, contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio artistico della città, e della Certosa. Si aprono, quindi, nuove e interessanti prospettive di comunicazione e coinvolgimento. Anche il Cimitero Monumentale della Certosa, dal 2021 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, non potrà che beneficiare enormemente di questa nuova opportunità, finalizzata ad accrescere l’interesse e la partecipazione da parte di cittadini e turisti. Strumenti come il virtual tour VN 360° consentono di rendere i Beni Culturali più accessibili al pubblico e di approfondire la conoscenza di tutti gli spazi vivibili della Certosa, spronando anche la nostra Società a fare ancora di più e meglio per rendere sempre più fruibile un cimitero monumentale di importanza storica come quello di Bologna”.


Il complesso monumentale, il più vasto della città, è il risultato di oltre duemila anni di storia: prima necropoli etrusca, poi monastero certosino dal 1334 al 1796, infine cimitero dal 1801 a oggi. Attraverso la Certosa si può scoprire Bologna. Nel cimitero sono ospitate alcune figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti; il premio Nobel per la letteratura Giosue Carducci e lo scrittore Riccardo Bacchelli; il cantante d’opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati, Weber, Zanichelli.
La Certosa è stata per tutto l’Ottocento meta privilegiata del visitatore a Bologna. Lord Byron, Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen hanno lasciato traccia scritta della loro passeggiata nel cimitero.
Dal 2021 la Certosa di Bologna è Patrimonio dell’Umanità UNESCO nell’ambito del progetto “Portici di Bologna”.
Nel sito dedicato www.storiaememoriadibologna.it/certosa sono disponibili centinaia di approfondimenti sulle opere, gli artisti e le persone che vi riposano.
La Certosa è visitabile nei seguenti orari: dall’1 marzo al 2 novembre ore 8.00 – 18.00; dal 3 novembre al 28 febbraio ore 8.00 – 17.00.


Informazioni
Info Point storico-artistico Cimitero Monumentale della Certosa
Ingresso Principale (Cortile Chiesa – portico nord) | Via della Certosa 18, Bologna
Aperto 
sabato e domenica ore 10.00 – 13.00 / 14.00 – 17.00
Tel. +39 051 6150840
infopointcertosa@comune.bologna.it

Museo civico del Risorgimento
Piazza Carducci 5 | 40125 Bologna
Tel. + 39 051 2196520 / 225583

www.museibologna.it/risorgimento | www.certosadibologna.it
museorisorgimento@comune.bologna.it
Facebook: Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna
YouTube: Storia e Memoria di Bologna
Instagram: @certosadibolognaofficial

Settore Musei Civici Bologna
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Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Tel. +39 051 6496658 / +39 051 2193469
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Cinque anni di arte e cultura a Ferrara

Sono stati 1.197.160 i visitatori dei musei e degli spazi espositivi del Comune di Ferrara dal mese di luglio 2019 fino a gennaio 2024. 46 le mostre realizzate nei diversi monumenti, musei e luoghi di cultura: Castello Estense, Palazzina Marfisa d’Este, Museo Schifanoia, Biblioteca Ariostea, Casa Ariosto, Padiglione d’Arte Contemporanea, Palazzo Bonacossi e Palazzo dei Diamanti. Un ampio e variegato programma espositivo frutto della stretta e proficua collaborazione tra la Fondazione Ferrara Arte e il Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara.

“Il bilancio positivo delle attività museali di questi cinque anni sottolinea il ruolo di Ferrara come città della cultura nelle sue numerose espressioni. Nonostante le note difficoltà del settore durante gli anni della pandemia da COVID-19, la programmazione dell’offerta culturale ferrarese non è mai stata interrotta. I dati presentati oggi ripagano del grande impegno profuso nel riaprire gli spazi espositivi, alcuni dei quali sono stati oggetto di un’importante opera di riqualificazione e restauro, come Palazzo dei Diamanti, chiuso per quasi due anni e ora restituito alla città più funzionale e fruibile. Allo stesso modo, il Padiglione d’Arte Contemporanea sarà presto la sede dello “Spazio Antonioni”, museo permanente che celebrerà il grande regista ferrarese Michelangelo Antonioni, premio Oscar alla carriera”, ha dichiarato il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.

“Quasi 1.200.000 ingressi nei musei e negli spazi espositivi a Ferrara, 46 le mostre realizzate. Al termine dei cinque anni di mandato, il numero totale di rassegne sarà di 53, tra cui l’attesa mostra dedicata alle geometrie visionarie di Escher, che inaugurerà a Palazzo dei Diamanti il prossimo 23 marzo. Questi numeri testimoniano l’ampia offerta culturale proposta al pubblico dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, grazie a una programmazione ricca e diversificata, che ha spaziato dall’arte antica a quella moderna e  contemporanea, ai grandi artisti ferraresi. Desidero ringraziare in modo particolare Vittorio Sgarbi, oggi assente per altri impegni, presidente insostituibile della Fondazione Ferrara Arte e figura fondamentale nell’indirizzo espositivo che questa amministrazione comunale ha intrapreso e di cui oggi riportiamo gli esiti”, ha commentato Marco Gulinelliassessore alla Cultura, Musei, Monumenti Storici, Civiltà ferrarese e Unesco del Comune di Ferrara.

Bilancio “Arte a Ferrara 2019-2024”

La programmazione non si è mai interrotta, nemmeno nel difficile biennio 2020-21, quando l’emergenza pandemica ha imposto anche agli istituti della cultura mesi di chiusure e contingentamenti e determinato una drastica riduzione dei flussi turistici, dall’Italia e soprattutto dall’estero.

L’offerta culturale è stata ricchissima e diversificata nonostante questo difficile contesto segnato anche dalla chiusura per un anno e sette mesi di Palazzo dei Diamanti, riaperto nel febbraio 2023 dopo un importante e decisivo intervento di ristrutturazione, restauro e riqualificazione delle sale espositive e degli spazi esterni, compreso il giardino, così come della Palazzina Marfisa d’Este, non aperta al pubblico dal settembre 2022 per lavori post-sisma, e del Padiglione d’Arte Contemporanea chiuso all’inizio del 2023 per la sua trasformazione nel nuovo Spazio Antonioni, che sarà inaugurato entro l’estate.

La ricca programmazione espositiva ha toccato vari filoni di indagineGrande attenzione è stata dedicata all’arte ferrarese, a partire dalla straordinaria stagione del Rinascimento, con la mostra Schifanoia e Francesco del Cossa. L’oro degli Estensi organizzata in occasione della riapertura del Salone dei Mesi, dotato di un moderno impianto illuminotecnico, e quella che ha sancito l’inaugurazione dei nuovi spazi di Palazzo dei Diamanti dedicata a Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, che ha registrato ben 70.229 visitatori ed è stata considerata dalla rivista «Finestre sull’arte» la terza mostra italiana più importante del 2023.

Virtuoso e necessario è stato il progetto di riscoperta dei grandi maestri ferraresi del secolo scorso: Gaetano Previati, Giovanni Battista Crema, Arrigo Minerbi e Achille Funi sono stati oggetto di importanti antologiche che hanno avuto il merito di valorizzare il patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. In questa prospettiva sono state presentate nella sala dei Comuni del Castello Estense, appositamente allestita per far conoscere al pubblico la straordinaria decorazione compiuta nel 1919 da Giovanni Battista Gianotti e Ettore Zaccari, mostre-dossier come Boldini. Dal disegno al dipinto. Attorno alla Contessa de LeusseDe Pisis. Il silenzio delle cose e La memoria infedele. La seduzione delle immagini da de Chirico a Schifano.

Ampio spazio è stato riservato all’arte del Novecento, con le retrospettive dedicate a maestri storicizzati assai noti come Antonio Ligabue e Piero Guccione, cui si sono affiancate quelle che hanno segnato la riscoperta di Adelchi Riccardo Mantovani e Carlo Guarienti.

Altrettanto esplorata è stata l’arte contemporanea: visitata da 65.138 persone è stata la mostra Un artista di nome Banksy; egualmente apprezzate quelle dedicate a Sara Bolzani e Nicola Zamboni, Małgorzata Mirga-Tas e Agostino Arrivabene, e agli artisti under 35 selezionati per la IX edizione del Premio Fondazione VAF. Doveroso è stato poi l’omaggio ai protagonisti della scena ferrarese, dallo scultore Sergio Zanni (che ha donato alla città una delle sue opere più significative, Foto di gruppo, ora esposta nel Palazzo Comunale) a coloro che hanno partecipato alla collettiva La città del silenzio. Artisti ferraresi per Antonioni.

Grande risalto ha avuto la fotografia: oltre alle antologiche dedicate a personalità di primo piano del panorama internazionale come Guido Harari e Nino Migliori, sono state presentate le originali ricerche di Arianna Di Romano, Claudio Koporossy, Silvia Camporesi, Franco Pinna e Italo Zannier.

Dopo il trasferimento delle opere della collezione Riminaldi nel Museo Schifanoia si è voluta mantenere viva l’attenzione sullo splendido Palazzo Bonacossi, con le mostre ad ingresso gratuito Fakes: da Alceo Dossena ai falsi Modigliani e Vittorio Cini. L’ultimo doge, cui seguirà in aprile la XX Biennale Donna.

Di tutte queste mostre recano testimonianza i pregevoli cataloghi progettati e pubblicati da Ferrara Arte Editore che ha altresì prodotto titoli di grande interesse come “Cerchiare il quadrato”. Franco Farina. Un progetto culturale a Palazzo dei Diamanti e Arte e letteratura nel nome di Roberto Longhi. Bassani, Pasolini, Testori. 

Sul versante museale è stato riaperto integralmente nell’ottobre 2021, a quasi dieci anni dalla chiusura causata dal terremoto, uno dei simboli della città, Palazzo Schifanoia: 21 sale, 1400 metri quadri di percorso, 250 opere e diverse integrazioni multimediali consentono ai visitatori di approfondire le fasi costruttive della delizia estense.

Sempre nel 2021 è stata riallestita la Madonna della melagrana, capolavoro di Jacopo della Quercia nel Museo della Cattedrale. Nell’occasione, in un’ottica di valorizzazione dello stesso museo, sono stati rinnovati gli apparati didattici, la segnaletica e il logo.

Come anticipato sarà presto inaugurato lo Spazio Antonioni, il museo dedicato al grande maestro del cinema moderno, mentre si dovrà attendere ancora qualche anno per l’apertura del Museo del Risorgimento e della Resistenza presso la Casa della Patria.

Oltre alla realizzazione di nuovi spazi e allestimenti l’amministrazione si è impegnata a perseguire obiettivi fondamentali come la tutela e la conservazione del patrimonio civico. Anche grazie al determinante supporto della Regione Emilia-Romagna e delle associazioni culturali cittadine sono state restaurate opere molto significative: l’immensa tela con l’Apparizione della Beata Vergine e san Pietro ai compagni di San Brunone (1695) di Giuseppe Avanzi ricollocata dopo circa ottant’anni, a seguito di un lungo e complesso restauro, sulla parete sinistra del presbiterio del Tempio di San Cristoforo alla Certosa; il consistente nucleo di straordinari gessi di Arrigo Minerbi presentati in occasione della monografica dedicata allo scultore ferrarese nel Castello Estense; il monumento sepolcrale dell’ufficiale pilota Pico Deodato Cavalieri, opera dello stesso Minerbi, conservato nel Cimitero Israelitico di Ferrara. Parallelamente si è svolto il restauro di opere tessili e materiali cartacei del Museo del Risorgimento e della Resistenza (il cui ricchissimo fondo documentale è stato sottoposto a una campagna di digitalizzazione) e dei dipinti e delle sculture della raccolta della Palazzina Marfisa d’Este. Il patrimonio civico si è inoltre arricchito di due capolavori destinati alle GAMC: le Muse di Gaetano Previati, donate alla città dalla Fondazione Giuseppe Pianori, e la Natura morta marina con peperoni, una melanzana e una conchiglia di Filippo de Pisis, concessa in deposito a lungo termine dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Inoltre è stato acquistato dagli eredi di Gaetano Previati un consistente ed eterogeneo fondo di materiali grazie alla partecipazione del Comune al bando Strategia fotografia 2020 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea.

Da segnalare infine che nell’ambito dei bandi PNRR promossi dal Ministero della cultura, l’amministrazione comunale ha ottenuto un finanziamento di 500 mila euro per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive e per consentire un più ampio accesso e partecipazione al Museo Schifanoia.

Il programma 2024 sarà completato da progetti volti a implementare l’offerta culturale cittadina con l’obiettivo di coinvolgere pubblico sempre nuovo ed eterogeneo.

Dal 23 marzo 2024 Palazzo dei Diamanti accoglierà per la prima volta le opere di Escher, artista geniale e visionario, da sempre amato dai matematici e riscoperto in tempi relativamente recenti. Per l’occasione nelle sale dell’ala Tisi sarà allestita una colta mostra dossier che approfondirà la conoscenza di un particolarissimo genere di opere d’arte del Rinascimento, quello dei cofanetti istoriati “in pastiglia”, calati nella scenografica ambientazione creata dalle fotografie di Wunderkammer di Massimo Listri.

C’è grande attesa infine per la mostra Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso (Palazzo dei Diamanti, 12 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025) che costituisce la seconda tappa dell’ampia e ambiziosa indagine del tessuto culturale e artistico ferrarese inaugurata con la citata mostra su Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa e che proseguirà nei prossimi anni con quelle dedicate a Girolamo da Carpi, Bastarolo, Bastianino e Scarsellino.

Come è sempre stato per le mostre di Palazzo dei Diamanti, anche in questa occasione sarà organizzato un programma di iniziative culturali e didattiche: dagli appuntamenti per operatori e insegnanti alle conferenze tenute da illustri esperti, fino alle molteplici proposte didattiche all’insegna del coinvolgimento e della partecipazione attiva dei giovani fruitori.

Completano l’offerta espositiva le mostre monografiche programmate al Castello Estense (dal 6 luglio 2024) dedicate al pittore ferrarese Antonio Maria Nardi, prolifico autore della prima metà del Novecento, e a Maurizio Bottoni, uno dei più autorevoli interpreti della figurazione contemporanea.  


Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049663499
referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

TEFAF Maastricht 2024: l’opportunità di immergersi in un ricco palinsesto culturale

TEFAF 2024
MECC Maastricht
9 – 14 marzo 2024

Un ricco programma di eventi, conferenze e visite guidate per gli amanti della cultura.

Quando la 37ma edizione di TEFAF Maastricht aprirà i battenti a marzo, i visitatori potranno partecipare anche a un programma eccezionale di conferenze, eventi e tour. Con i TEFAF Talks , il primo TEFAF Summit e i TEFAF Meet the Experts, la fiera offre ai visitatori l’opportunità di immergersi in un ricco palinsesto culturale che vede la partecipazione di studiosi ed esperti di fama internazionale provenienti dalle più stimate istituzioni culturali del mondo. 

Gli appuntamenti più importanti del 2024 includono:

COLLECTOR TALKS

Collezionare con intenzione: Lo scopo e l’impatto della creazione di una collezione

8 marzo, ore 13.00

Con la partecipazione di due importanti collezionisti, la discussione esplorerà le motivazioni alla base del collezionismo d’arte: dalle passioni personali o interessi estetici al sostegno agli artisti contemporanei, alla continuazione di un’eredità familiare. Presentato da AXA XL.

Colmare il divario: coltivare la passione delle nuove generazioni per gli antichi maestri e  non solo

8 marzo, ore 15.00

I gusti della nuova generazione di collezionisti spesso si orientano verso opere moderne e contemporanee. Questo panel discuterà le categorie collezionistiche più tradizionali, ponendo la questione cruciale di come suscitare l’interesse dei collezionisti che sono agli inizi. Presentato dal Financial Times.

 TEFAF TALKS

Il brivido dell’inseguimento: Storie di grandi scoperte nell’arte

9 marzo, ore 13.00

Internet ha “democratizzato” il collezionismo ma, con un numero sempre crescente di partecipanti, questo mondo rimane ricco di insidie, in particolare la provenienza e l’autenticità delle opere. Tre conoscitori del collezionismo contemporaneo condividono le loro storie e i loro consigli per assicurarsi il pezzo imprendibile, quasi “sacro”. Presentato da Artnet.

Conversazioni sulla conservazione: La traversata del Mar Rosso di Ludovico Mazzolino 9 marzo, ore 15.00

La National Gallery of Ireland ha ricevuto un contributo da TEFAF per restaurare il capolavoro di Ludovico Mazzolino che attualmente è troppo fragile per essere esposto. La discussione verterà sulla sua conservazione e su una maggiore comprensione della pratica artistica di Mazzolino. Presentato da ICOM-CC.

L’importanza dei motivi e degli ornamenti nel design d’interni  di oggi

10 marzo, ore 13.00

Un’illustre giuria di esperti di interior design, storia del design e arti decorative esplorerà come le tradizioni storiche dell’ornamento plasmino e ispirino il design contemporaneo.  Presentato da The World of Interiors.

La perdurante attualità di Frans Hals: L’età dell’oro olandese e oggi 10 marzo, ore 15.00

A fronte di una rinnovata attenzione per Frans Hals, grazie a una grande mostra alla National Gallery di Londra e ora al Rijksmuseum, questa tavola rotonda esplorerà la storia dell’artista e rivisiterà la sua eredità, compresa la sua influenza sugli impressionisti e il motivo per cui il suo lavoro sembra così moderno.  Presentato da Apollo Magazine.

TEFAF Summit, 11 marzo, 9.00-14.00 CET

Presentato in collaborazione con la Commissione olandese per l’UNESCO e sostenuto da AXA XL, il TEFAF Summit è una piattaforma di discussione e collaborazione che esplora le sfide e le minacce che il nostro patrimonio culturale deve affrontare e l’opportunità che offre di promuovere la pace, sensibilizzare e suggerire soluzioni.  L’evento riunisce stimati opinion leader provenienti dal mondo dell’arte, dell’università, del governo e delle ONG per avviare conversazioni su questioni critiche legate al patrimonio culturale.  

I TEFAF Talks propongono tavole rotonde per costruire e sfidare le concezioni della storia dell’arte, del collezionismo e del mercato dell’arte.

TEFAF Meet the Experts è un programma di conversazioni con galleristi di fama internazionale, incentrato su oggetti significativi che sono esposti in fiera, ognuno dei quali è un pezzo di immenso valore storico e culturale. Per iscriversi, visitare il sito tefaf.com/programming.

Meet the Expert con Tenzing Asian Art
Sabato 9 marzo
12-12:30
Stand 200
 
Meet the Experts with Vanderven Oriental Art & Jorge Welsh Works of Art  
Domenica 10 marzo
14.00-14.30
Stand 810
 
Meet the Experts with David Gill Gallery
Lunedì 11 marzo
12-12:30
Stand 452
 
Meet the Experts with Cardi Gallery
Lunedì 11 marzo
14.00-14.30
Stand 448
 
Meet the Experts with Adam Williams Fine Art  
Martedì 12 marzo
12-12:30
Stand 352
 
Meet the Experts with Agnews Works on Paper
Martedì 12 marzo
14.00-14.30
Stand 609
 
Meet the Experts with Galerie Delalande
Mercoledì 13 marzo
12-12:30
Stand 230
 
Meet the Experts with Dürst Britt & Mayhew
Mercoledì 13 marzo
14.00-14.30
Stand 916
 
Meet the Experts with Wartski
Giovedì 14 marzo
12-12:30
Stand 242
 
Meet the Experts with Bowman Sculpture
Giovedì 14 marzo
14.00-14.30
Stand 144
 
 

TEFAF e AXA XL, il suo Lead Partner, condividono l’idea che l’arte sia più di quanto sembri. Per saperne di più su AXA XL, cliccate qui.

TEFAF è una fondazione senza scopo di lucro che promuove la competenza e la diversità nella comunità artistica globale, come dimostrano gli espositori selezionati per le sue due fiere, che si svolgono annualmente a Maastricht e a New York. TEFAF agisce come una guida esperta per i collezionisti privati e istituzionali, che ispira gli amanti e gli acquirenti d’arte di tutto il mondo.

TEFAF Maastricht è ampiamente considerata la principale fiera al mondo per le belle arti, l’antiquariato e il design. Con oltre 270 prestigiosi mercanti provenienti da circa 20 paesi, TEFAF Maastricht è una vetrina per le migliori opere d’arte attualmente sul mercato. Accanto ai tradizionali settori dei dipinti Old Master, dell’antiquariato e delle antichità classiche, che coprono circa la metà della fiera, si possono trovare anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielli, design del XX secolo e opere su carta.


DOVE:                 
MECC Maastricht, Forum 100, 6229 GV Maastricht, Paesi Bassi
ORARI                 
Solo su invito – giovedì e venerdì 7 e 8 marzo, dalle 11.00 alle 19.00
APERTURA AL PUBBLICO:
da sabato 9 a giovedì 14 marzo, dalle 11.00 alle 19.00.
SITO WEB:             
www.tefaf.com/fairs/tefaf-maastricht

CONTATTI STAMPA
 
GLOBALE                                                   
Magda Grigorian, Responsabile press@tefaf.com
ITALIA
Studio Esseci | roberta@studioesseci.net
Comunicazione culturale | tefaf@culturalcomms.co.uk

OPEN CALL Bando Internazionale Installazioni specific – Festival del Tempo 2024 V edizione

OPEN CALL
Bando Internazionale Installazioni site specific 
FESTIVAL DEL TEMPO 2024 – V edizione

Scadenza candidature
2 aprile 2024

5-12 maggio 2024 ROMA_Monterotondo, Mentana, Fonte Nuova

La quinta edizione del Festival del Tempo, promossa dall’Associazione culturale blowart, da Iskra Cooperativa sociale onlus, Università Popolare EretinaCreate Book e Librinfestival, insieme a APS Arcobaleno Centro sociale anziani e la SIPRe Roma – Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione, con il patrocinio di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS, indice un bando internazionale per progetti installativi che possano prevedere anche un coinvolgimento della comunità territoriale e che saranno realizzati nei due centri storici di Monterotondo e Mentana (RM) durante la settimana del Festival che si svolgerà dal 5 al 12 maggio 2024. 

La partecipazione al bando è gratuita ed aperta a tutti i cittadini residenti in Italia o all’estero, a partire dal 18° anno di età, senza limiti di nazionalità, sesso, etnia o religione. Le opere dovranno essere esclusivamente progetti e installazioni site specific in dialogo con gli spazi esterni del centro storico di Monterotondo e di Mentana: verranno selezionate 3 proposte per Monterotondo e 2 proposte per Mentana. 

La scadenza per l’invio delle candidature è fissata al 2 aprile 2024. Ai 5 selezionati sono garantiti: alloggio e diaria presso le strutture messe a disposizione dal Festival per n. 2 giorni; un contributo di € 400,00 a copertura di spese viaggio, trasporti, materiali; la diffusione dei risultati all’interno della comunicazione del Festival e catalogo ebook. 

La Giuria, coordinata da Roberta Melasecca, direttrice artistica del Festival, è composta da: Anna Chiara Anselmi – Storica dell’arte; Rossana Cassoletti – Artista; Fabio Mazzeo – Architetto e Designer; Giuliana Silvestrini – Artista; Gloria Zarletti -Curatrice e Giornalista. 

Il tema del concorso è: Il Tempo della Metamorfosi.
Il tempo delle metamorfosi è un tempo del presente, il tempo di oggi, di un io che è fatto delle sostanze del passato e conserva le memorie possibili, e che si dirige altrove, in quello stesso luogo che ci ha permesso di essere qui, ora, figli e figlie della carne e del sangue, mutazioni di uno sguardo già aperto sul mondo (cit. dice ancora Emanuele Coccia). Pur provenendo da strati di passati e memorie, ognuno di noi è costretto a diventare altro: il destino di una storia che si ripete mai uguale ripercorrendo gli stessi desideri e gli stessi impeti dell’anima. Di fronte ed in mezzo agli eventi epocali che stiamo vivendo in questi ultimi anni, è necessario, dunque, comprendere quanto i tempi delle metamorfosi siano davvero i tempi del presente che ognuno di noi può realizzare e come l’arte possa essere lo strumento di un diverso sistema di relazioni tra culture, tra generazioni, tra piccole e grandi collettività. È urgente attuare un tempo nuovo, che sia la metamorfosi di quello che è stato, per costruire comunità solidali che hanno comune l’obiettivo del bene reciproco, della coesione territoriale, della crescita sociale e spirituale.

Il Festival del Tempo è il primo evento in Italia dedicato a disvelare attraverso l’arte e la cultura una riflessione sulla natura del Tempo e sulla sua percezione: è un’azione transdisciplinare dove lo scambio e il confronto tra partecipanti e pubblico aiutano a superare le frontiere della conoscenza individuale.

Le prime quattro edizioni del Festival (2020-2023) sono state realizzate a Latina (Sermoneta) e a Genova, raggiungendo una forte adesione di pubblico e attenzione dei mass-media. La quinta edizione si articolerà in due tappe. La prima tappa del Festival si svolgerà a Roma dal 5 al 12 maggio (Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova): tra le diverse iniziative anche un Concorso rivolto alle Scuole primarie e secondarie del Distretto, un Concorso per video e cortometraggi, oltre a seminari, proiezioni di film, presentazioni di libri e performance

La seconda tappa del festival si svolgerà a Genova dal 22 al 26 maggio, nell’ambito della prestigiosa manifestazione, unica e straordinaria, Genova BeDesign Week, promossa da Dide Distretto del Design, impegnata a rilanciare piazze e palazzi storici di grande fascino e bellezza. 


FESTIVAL DEL TEMPO 2024
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Bando Internazionale Installazioni
Scadenza candidature 2 aprile 2024

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