Giuseppe Giacosa è noto per i suoi drammi di tipo borghese, ma, soprattutto, per il suo lavoro di librettista insieme a Luigi Illica. Infatti, insieme realizzarono i tre testi per le opere liriche di Giacomo Puccini, che compose tra il 1893 e il 1904: La bohème, Tosca e Madama Butterfly.
Ai suoi inizi, probabilmente ispirato dal movimento del Romanticismo, compose drammi di ambiente storico (La partita a scacchi del 1871, e Il marito amante della moglie del 1871). Pur riscuotendo un certo successo (le sue ricostruzioni erano alquanto dubbie), si concentrò sul dramma borghese. Egli, cogliendo un certo disagio nel mondo borghese, si fa portavoce delle inquietudini di quello. Le sue composizioni, dai toni semplici e misurati, sfociano nel dramma per cause piccole e apparentemente banali e si svolgono in ambientazioni, stavolta, attente e minuziose, anche verso i particolari.
Nella sua collaborazione con Puccini ed Illica, si compone un terzetto di grandi qualità. Giacosa si interessa maggiormente delle parti liriche del libretto. Il suo intimismo di stampo naturalista lo rende perfetto per gli approfondimenti psicologici dei personaggi, specialmente femminili. E’ una vita assai stressante, soprattutto per quanto riguarda scadenze e rifacimenti, oltre che impegnativo per le caratteristiche proprie del teatro musicale. Il suo buon carattere, però, lo fa mediatore nelle liti che scoppiano all’interno di esso (Puccini gli dà, scherzosamente, il nome di “Buddha” per la sua saggezza e per il suo fisico “ingombrante”).
Alla sua morte (avvenuta il 1 settembre del 1906), fatidicamente il gruppo si scioglie, rendendosi impossibile la collaborazione tra Puccini ed Illica. La perfezione delle opere pucciniane che ci sono rimaste, dimostrano tutta la caratura d’artista di Giacosa.