Il 1968 è ricordato come l’anno dell’assassinio di Martin Luther King e come l’anno caratterizzato dal “Maggio francese”, nato come spontanea opposizione sociale, politica, filosofica, tramutatasi in rivolta contro la società benpensante, contro le ideologie capitaliste e imperialiste e, in Francia, contro il potere gollista al tempo dominante. In questo fatidico anno presero avvio e dilagarono per l’Europa una serie di rivoluzioni (piccole e grandi) che hanno modificato i valori della società, ma anche aperto una serie di contraddizioni di cui ancora oggi risentiamo le conseguenze. “È solo un inizio. 1968” con questo titolo Ester Coen ha realizzato, per la Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma, una mostra che raccoglie 60 opere di celebri artisti e ricostruisce il mosaico di idee alla base della nuova interpretazione della modernità e dell’avanguardia. L’articolo apparso sul numero di novembre 2017 di “Arte”, restituisce il clima di questo momento particolare, a dimostrazione «che non esiste una rottura unica ma una trasformazione di linguaggi» come afferma la curatrice stessa. Per questo proponiamo di leggerlo con riguardo, prendendo in considerazione le diverse emozioni-riflessioni che, in presenza, le opere riescono a provocare.
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